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LE CURE PALLIATIVE IN UN OSPEDALE PER ACUTI: ANALISI DI FINE VITA IN UN REPARTO DI MEDICINA INTERNA A TRIESTE R. ANTONIONE 1, M. MARCUZZI 1, S. PIAZZA 2, F. VICARIO 2 1 CLINICA MEDICA, OSPEDALE DI CATTINARA, TRIESTE, ITALY, 2 CURE PALLIATIVE DOMICILIARI, NOVARA, ITALY Introduzione: A Trieste gli abitanti sopra i 65 anni rappresentano il 27.5% della popolazione (media nazionale: 19.9%) e l’indice di vecchiaia è di 251.7 (media nazionale 141.7; regionale 188.5). L’anziano, di per sé elemento fragile, è affetto da polipatologie, da insufficienze d’organo evolute spesso anche in fase terminale, e da malattie suscettibili di approccio palliativo. I pazienti palliativi quindi sono così numerosi che non riescono tutti ad essere gestiti dal territorio o accolti in Hospice e vengono così inevitabilmente ricoverati in Ospedale. Abbiamo voluto approfondire le dimensioni del fenomeno “malato palliativo in ospedale” in un reparto di medicina interna per acuti. Materiali e metodi: Studio osservazionale, longitudinale e prospettico, dal 1° gennaio al 30 aprile 2011. Popolazione: pazienti deceduti consecutivamente in un reparto ospedaliero-universitario di Trieste. Dati raccolti: sintomi al ricovero, patologia o patologie principali, comorbidità, eventuali manovre invasive, terapia con oppioidi, diagnosi di morte, presenza in cartella di scale di performance status, informazioni sulla rete familiare e sull’eventuale presenza al decesso. Risultati: Dal 1° gennaio al 30 aprile 2011: 997 ricoveri, 74 decessi (36 uomini). Età media della popolazione: 80,9 anni (38-102 anni; mediana 85). Durata media della degenza: 9.98 giorni (1-46 giorni; mediana 7). Nel 39% dei casi la degenza è stata uguale o inferiore a 5 giorni; nel 27% dei casi, inferiore a 3 giorni. Patologie principali: Neoplasie: 21.6% (tutti pz con Palliative Prognostic score classe B e C); Demenze 18.9% (tutti pz con 4 o piu’ fattori prognostici negativi specifici); Cardiopatie 16.2% (tutti pz con 4 o piu’ fattori prognostici negativi specifici); associazione tra Cardiopatia e Demenza: 21.6%; Cardiopatia + Pneumopatia: 6.7%; Cirrosi: 6.7% (MELD score > 30); Cardiopatia + Pneumopatia + Demenza: 1.3%; Altro (IA; IRC; patologie reumatologiche): 4%. L’87% dei pazienti aveva piu’ di una alterazione d’organo. Nelle patologie non oncologiche: 91.6% aveva avuto ricoveri nei tre mesi precedenti, il 75% era malnutrito (BMI < a 20). Sintomi principali: Dispnea: 43.2%; Disidratazione 20.3%; Cachessia/Astenia 14.8%; Ascite 6.7%; Alterazioni della coscienza 5.4%; Dolore 2.7%; Altro 6.7% (eritema; emoftoe; ipertensione arteriosa; nausea e vomito). Altre caratteristiche: terapia antibiotica 82.7%; supporto nutrizionale artificiale 45.9% (di cui 70.6% parenterale periferico); terapia con oppioidi 14.7%. Su 25 pazienti sono state effettuate Rianimazione Cardio-Polmonare, posizionamento di SNG per idratazione e/o nutrizione nelle ultime 12 ore di vita. Il 21.3% dei pazienti aveva familiari accanto. Limitazioni dello studio: diagnosi di ingresso e morte presuntive; dati clinici incompleti; estrapolazione fattori prognostici negativi. Criteri prognostici negativi e di indicazione alla palliazione chiari nelle patologie neoplastiche e cirrosi; non ben definiti nelle patologie cardiopolmonari e nelle alterazioni neurocognitive. Conclusioni: Lo studio ha evidenziato l’elevata frequenza dell’ospedalizzazione nelle ultime settimane di vita e l’estrema complessità clinica della popolazione, anche per l’età molto anziana. Molti erano inoltre i malati candidabili ad approccio palliativo, in base a criteri oggettivi (tutti i pazienti neoplastici ed epatopatici terminali). Non è stato possibile definire le indicazioni alla terapia palliativa nei pazienti affetti da patologie cardiopolmonari e nelle alterazioni neurocognitive. Risulta quindi indispensabile definire a livello nazionale le indicazioni alla terapia palliativa nelle patologie non oncologiche. I dati suggeriscono l’opportunità di introdurre una formazione professionale specifica degli operatori ospedalieri per favorire un corretto approccio alla terapia palliativa in situazioni di terminalità e di fine vita. Questo è soprattutto importante nelle realtà in cui la rete territoriale delle Cure Palliative è in via di definizione.

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