LEUCEMIELeucemia: sotto questo nome rientrano tutti i tumori dei globuli bianchi (leucociti), che sono una delle popolazioni di cellule circolanti nel sangue. Data la loro origine questi tumori non sono solidi, cioè non sono caratterizzati dalla presenza di una massa tumorale, ma dalla proliferazione incontrollata di queste cellule che invadono tessuti e organi.
Nel sangue umano esistono tre diversi gruppi di globuli bianchi (linfociti, granulociti e monociti), quindi sono possibili tre diversi tipi di leucemia: leucemia linfoide (coinvolge la produzione di linfociti) leucemia mieloide (coinvolge la produzione di granulociti) leucemia monocitica (che coinvolge la produzione di monociti)
La leucemia si divide inoltre sulla base del decorso clinico in leucemia acuta (con una evoluzione rapida) e leucemia cronica.
LEUCEMIA ACUTA LINFOBLASTICA
Malattia linfoproliferativa originata da un primitivo disordine dell’emopoiesi che si manifesta con una produzione rapida ed incontrollata di precursori della linea linfoide.
• 28-36 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 15 anni (350-400 nuovi casi/anno in Italia)
• picco d’incidenza: 3-5 anni
• 75-80% delle leucemie dell’età pediatrica
• eziologia sconosciuta, anche se vengono chiamati in causa fattori predisponenti di natura genetica, virale, immunologica ed ambientale.
Epidemiologia:
Principali dati clinici:Anoressia, astenia, pallore cutaneo, febbre, petecchie, dolori osteoarticolari, epatosplenomegalia, linfoadenomegalia.
LEUCEMIA ACUTA LINFOBLASTICA
Classificazione morfologica secondo il gruppo FAB
L1 Linfoblasti con scarso citoplasma e nucleoli poco rappresentati (85% dei pazienti con LLA).
L2 Linfoblasti generalmente più grandi, anche se di
grandezza variabile con citoplasma e nucleoli più grandi (14% dei pazienti con LLA).
L3 Linfoblasti grandi, omogenei, notevolmente basofili,
abbondanti, con citoplasma vacuolato e nucleoli vescicolari. Caratteristiche identiche a quelle delle cellule di Burkitt (1% dei pazienti con LLA).
LEUCEMIA ACUTA LINFOBLASTICA
Esame sangue periferico
DIAGNOSI
• anemia normocromica
normocitica
• piastrinopenia
• globuli bianchi ,
raramente
• linfociti atipici
(linfoblasti)
Aspirato midollare
25-90% di cellule blastiche
• caratterizzazione citochimica: PAS +, perossidasi
-, sudan -, Esterasi -, Fosfatasi Acida +
• caratterizzazione citomorfologica (sec FAB): L1,
L2, L3
• fenotipo immunologico:
B (pre-preB, preB, B matura, Common Acute
Lymphoblastic Leukemia Antigen - CALLA)
T (pre-T. T intermedia, T matura)
• Citogenetica (traslocazione): t(9;22), t(4;11),
t(12;21), t(1;19)
• studio molecolare
Il cardine della cura è la chemioterapia, sia nei bambini sia negli adulti. Questa è somministrata per via endovenosa, eventualmente attraverso un catetere venoso centrale. Alcuni farmaci possono essere somministrati per os o per via intramuscolare.
La chemioterapia viene somministrata in tre-quattro fasi:
Induzione della remissione Terapia post remissione (a volte suddivisa in fase di consolidamento e fase di intensificazione della remissione) Terapia di mantenimento
LLA - TRATTAMENTO
Con la TERAPIA DI INDUZIONE si cerca di ottenere la remissione completa, ottenibile nel 90-95% dei casi delle leucemia linfoblastica acuta dei bambini, di meno negli adulti.
Per REMISSIONE COMPLETA si intende il ripristino delle condizioni normali nel midollo e nel sangue periferico: meno del 5% di blasti nel sangue periferico ed assenza di anemia, piastrinopenia, leucocitosi e/o leucopenia. Ottenere la remissione completa rappresenta indubbiamente il primo, fondamentale, importante passo verso la guarigione definitiva. Tuttavia non abbiamo oggi a disposizione un mezzo sicuro che ci consenta di stabilire se dopo questa prima fase di terapia siano state distrutte tutte le cellule leucemiche. È per questo motivo che si esegue sempre la terapia post remissione con la speranza che, continuando la terapia, si riesca ad eliminare anche l’ultima cellula eventualmente rimasta.
La TERAPIA DI MANTENIMENTO consiste nella continuazione della terapia per un periodo di circa due-tre anni dopo l’ottenimento della remissione completa e ha lo scopo di mantenere la remissione eliminando eventuali cellule rimaste.
Il 70-75% dei bambini con leucemia linfoblastica acuta che ottengono la remissione completa sono lungo sopravviventi e possono essere considerati guariti definitivamente (malattia residua minima!!). Le percentuali sono inferiori negli adulti.
LLA - TRATTAMENTO
I farmaci più utilizzati per indurre la remissione sono: la vincristina, i cortisonici, la daunorubicina e la L-asparaginasi. Nella fase postremissione è probabile che vengano usati altri farmaci come l’etoposide, la citarabina. Nella fase di mantenimento sono utilizzati in genere il methotrexate e la 6-mercaptopurina, che possono essere somministrati per os.
LLA - TRATTAMENTO
COMPLICANZE DELLA TERAPIA SINDROME DELLA LISI TUMORALE: è legata ad uno squilibrio metabolico dovuto alla rapida lisi delle cellule leucemiche con rilascio di fosfato, acido urico e di potassio ad una velocità che eccede la clearance renale → iperkalemia, iperfosfatemia, ipocalcemia (ipoparatiroidismo!!) ed iperuricemia.
MIELOSOPPRESSIONE: espone il bambino al rischio di infezioni soprattutto da parte di Stafilococchi, Gram negativi, virus e funghi. E’ consigliabile terapia antibiotica a largo spettro.
EFFETTI COLLATERALI A LUNGO TERMINE DI NATURA NEUROTOSSICA LEGATI ALLA RADIOTERAPIA:diminuzione QI, atassia, convulsioni e disfunzione intellettiva.
LEUCEMIA ACUTA MIELOBLASTICA
Gruppo di sindromi mieloproliferative acute caratterizzate da un deficit delle capacità differenziative e maturative della cellula staminale mieloide.
• 5 -10 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 15 anni
• 15% delle leucemie acute dell’età pediatrica
• Eziologia sconosciuta. Forme secondarie a trattamento chemio e/o radioterapico per altre neoplasie
Epidemiologia:
Principali dati clinici:
Anoressia, astenia, pallore cutaneo, febbre, perdita di peso, epatosplenomegalia, emorragie cutanee e mucose, linfoadenomegalia, ipertrofia gengivale (folati!!).
LEUCEMIA ACUTA MIELOBLASTICA
Esame sangue periferico
DIAGNOSI
• anemia normocromica normocitica
• piastrinopenia
• globuli bianchi , o normali
• presenza di blasti e granulociti senza precursori intermedi (hiatus leucemico)
Aspirato midollare30-90% di cellule blastiche
• caratterizzazione citochimica: perossidasi +, PAS+, alfa-naftil-acetato-esterasi +, N-ASD-cloroacetato-esterasi +, sudan nero +
• caratterizzazione citomorfologica (sec. FAB): M1, M2, M3, M4, M5, M6, M7, M0
• caratterizzazione immunologica
• caratterizzazione molecolare
• caratterizzazione citogenetica:
M1 t (9;22) M4 11q23
M4eo inv 16 – t (16;16)
M2 t(8;21) M5 11q23
M3 t (15;17)
t (11;17)
M7 t(1;22)
LINFOMI NON HODGKIN (LNH)
Gruppo eterogeneo di neoplasie che originano dalla
degenerazione maligna di cellule appartenenti a linee diverse
del sistema immunitario.
• 3-4 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 15 anni
• picco d’incidenza: 7 – 11 anni
• M/F = 3:1
• eziologia sconosciuta
Epidemiologia:
LINFOMI NON HODGKIN (LNH)
Interessamento mediastinico
Tosse, febbricola, dispnea ingravescente, versamento pleurico,
sindrome della vena cava superiore (compressione!!).
Interessamento addominale
Dolori addominali, vomito, massa addominale, quadro di
addome acuto.
Interessamento linfonodale
Linfoadenopatia laterocervicale, più raramente ascellare o
inguinale.
PRINCIPALI DATI CLINICI
• istologica
• aspirato midollare
• esame citologico (versamento pleurico o ascitico)
Fenotipo immunologico:
Linfomi maligni ad alto grado di malignità secondo la class. REAL: linfoma maligno (a grandi cellule, immunoblastico, plasmocitoide, a cellule chiare, polimorfo, con componente a cellule epitelioidi); linfoma maligno linfoblastico (a cellule convolute, a cellule non convolute); linfoma maligno a piccole cellule non clivate (linfoma di Burkitt, con aree follicolari)
LINFOMI NON HODGKIN (LNH)
T, B, nonT nonB
Diagnosi:
Anatomia patologica:
Stadiazione: Clinico-strumentale; chirurgica solo in caso di LNH addominale; classificazione in stadi secondo Murphy (I-IV)
MALATTIA DI HODGKINProcesso neoplastico di verosimile origine linfoide o monocito-macrofagica contrassegnato da un tipico marker citologico: la cellula di Reed-Sternberg.
• 5 - 6 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 15 anni
• picco d’incidenza: seconda decade
• M/F = 2.3:1
• eziologia sconosciuta
Epidemiologia:
Principali dati clinici:Linfoadenomegalia laterocervicale e/o sopraclaveare. I linfonodi coinvolti sono gommosi, non dolenti, isolati o raggruppati o circondati da linfonodi normalmente reattivi.
Segni sistemici: febbre, sudorazione notturna, calo ponderale.
STAGING DEI LINFOMI DI HODGKIN
STADIO I: Coinvolgimento di una singola regione linfonodale o di una singola sede extralinfatica.
STADIO II: Coinvolgimento di 2 o più regioni linfonodali nello stesso lato del diaframma oppure coinvolgimento di una sede extralinfatica ed una o più regioni linfonodali sullo stesso lato del diaframma.
STADIO III: Coinvolgimento di regioni linfonodali in entrambi i lati del diaframma con possibile coinvolgimento localizzato di un organo o di una sede extralinfatica e/o coinvolgimento della milza.
STADIO IV: Coinvolgimento disseminato di uno o più organi o tessuti extralinfatici con o senza ingrossamento linfonodale..
TUMORI del S.N.C.
Gruppo eterogeneo di neoplasie maligne per sede e tipo istologico.
• 23 - 30 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 15 anni
• 21% di tutte le neoplasie dell’età pediatrica
• Picco d’incidenza: 5 – 10 anni
• eziologia sconosciuta
Epidemiologia:
Principali dati clinici:
Segni di ipertensione endocranica
Cefalea, vomito a getto, papilledema, strabismo, diplopia; nei pz < 2 anni: accresciuta irritabilità, circonferenza cranica, allargamento e tensione della fontanella, stasi delle vene del cuoio capelluto, occhi a “sole calante”.
T. cervelletto e IV ventricolo
Astenia, asinergia, nistagmo, ipotonia muscolare, torcicollo o rigidità nucale
T. del tronco cerebrale
Paralisi progressive multiple e bilaterali a carico dei nervi cranici, atassia
T. emisferi e ventricoli laterali
Paresi, episodi comizali
T. sellari, parasellari o soprasellari
Ritardo di crescita (o pubertà ritardata e obesità), progressiva perdita del visus, diabete insipido
Principali segni clinici:
TUMORI del S.N.C.
Istologica: prelievo bioptico mediante stereotassi della sede interessata, quando possibile
Strumentale: TAC, RMN, angiografia
Diagnosi:
Anatomia patologica:
T. sopratentoriali: gliomi, craniofaringiomi, ependimomi,
adenomi, pinealomi, gliomi ottici
T. sottotentoriali: medulloblastomi, astrocitomi cerebellari,
ependimomi, gliomi, peduncoli cerebrali
TUMORI del S.N.C.
NEUROBLASTOMA
Neoplasia maligna ad insorgenza dalle cellule della cresta neurale
• 6.5 – 10.1 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 15 anni
• picco d’incidenza: 0 – 2 anni
• M/F = 1.2:1
• eziologia sconosciuta
Epidemiologia:
NEUROBLASTOMA
Localizzazione addominale
Vaghi dolori addominali, anoressia, vomito, massa palpabile nei
quadranti laterali dell’addome o in regione alto costale, abitualmente
oltrepassante la linea mediana.
Localizzazione intratoracica
Tosse, dispnea, disfagia, segni compressivi a carico del midollo
spinale.
Segni sistemici
Dolore osteo-articolari, astenia, perdita di peso, pallore, febbre
ricorrente.
Principali dati clinici
• istologica
• aspirato midollare e/o biopsia ossea
• VMA (acido vanil mandelico), HVA (acido omovanillico)
Diagnosi:
Neuroblastoma, ganglioneuroblastoma, ganglioneuroma,
feocromocitoma
NEUROBLASTOMA
Anatomia patologica:
Stadiazione: Chirurgica e clinico-strumentale
Classificazione in stadi sec. INSS (I-IVs) o in gruppi sec. AIEOP (I-V)
TUMORE DI WILMS
Neoplasia maligna di tipo embrionario
• 5.5 – 7.1 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 15 anni
• 5-10% di tutti i tumori solidi dell’età pediatrica
• picco d’incidenza: 1-5 anni
• M/F = 0.9:2
• alterazioni gene WT1 (banda 11p13) situato sul braccio corto del cromosoma 11
• forma ereditaria (15-20%), bilaterale o multifocale, spesso associata ad altre anomalie congenite (aniridia, emi-ipertrofia corporea, anomalie del tratto genito-urinario)
• forma sporadica
Epidemiologia:
TUMORE DI WILMS
Fortuito riscontro di “massa addominale” non oltrepassante la
linea mediana, macroematuria, ipertensione, stipsi, anoressia,
febbre, vaghi dolori addominali.
Principali dati clinici:
istologicaDiagnosi:
Anatomia patologica: anaplastico, sarcomatoso
Stadiazione: Chirurgica e anatomo.patologica basata sul grado
di estensione macro o microscopica del tumore
(stadio I-V sec. NWTS)
SARCOMA DI EWINGTumore maligno primitivo dell’osso, caratterizzato da tessuto d’aspetto
istologico uniforme rappresentato da cellule piccole e rotonde con
scarso citoplasma.
La famiglia dei tumori di Ewing comprende: il tumore di Ewing
dell’osso (ETB), il tumore di Ewing extraosseo (EOE), il tumore
primitivo neuroectodermico (PNET) ed il tumore di Askin (PNET della
parete toracica).
• 1.7 – 2.1 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 20 anni
• picco d’incidenza: 11-15 anni
• maggiore frequenza nel sesso maschile
• 4% dei tumori maligni dell’infanzia ed il 10-15% di tutti i tumori ossei dell’età pediatrica
Epidemiologia:
SARCOMA DI EWING
Febbre, dolore, tumefazione a carico del segmento osseo colpito,
e dei tessuti molli circostanti; esordiscono tipicamente a carico
della pelvi, degli arti, delle regioni paraspinali della parete
toracica e metastatizzano alle ossa, al midollo osseo e ai
polmoni.
Principali dati clinici:
• radiologica
• istologica
Diagnosi:
Anatomia patologica: quadro privo di caratteristiche peculiari
RABDOMIOSARCOMA
Neoplasia maligna ad insorgenza dalle cellule del muscolo
scheletrico che rappresenta circa il 50% dei sarcomi dei tessuti
molli del bambino.
• 3.7 – 5 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 20 anni
• picco d’incidenza: 2-5 anni
• M/F = 1.4:1
• eziologia sconosciuta
• Rare forme ereditarie associate a mutazioni del oncogene
soppressore p53 (Sindrome di Li-Fraumeni)
Epidemiologia:
RABDOMIOSARCOMA
Testa e collo
Disfonia, disfagia, tumefazione a carico dei tessuti molli, sinusite, epistassi, esoftalmo.
Tronco ed estremità
Massa palpabile, sintomatologia compressiva a carico del midollo spinale.
Tratto genito-urinario
Disturbi minzionali, ematuria, sanguinamento vaginale.
Principali dati clinici:
istologicaDiagnosi:
RABDOMIOSARCOMA
Stadiazione: IRSG suddivide i pazienti in basso, intermedio
ed alto rischio combinando il gruppo clinico di
appartenenza (I-IV) e stadiazione.
Anatomia patologica: ISTOTIPO LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICA
embrionale (60-70%) distretto testa-collo
tratto genito-urinario
alveolare (20%) estremità – tronco – regione perineale - perirettale
botrioide (10%) sotto la superficie della mucosa di vescica, vagina e narici
pleomorfo (raro) nessuna
OSTEOSARCOMA
Neoplasia primitiva dell’osso, caratterizzato dalla formazione
diretta di osso o di tessuto osteoide da parte di cellule
tumorali.• 4– 6 nuovi casi/anno/1.000.000 di soggetti di età < 15 anni
• 5% dei tumori solidi dell’età pediatrica
• massima incidenza 15 anni (M), 14 anni (F)
• eziologia sconosciuta; predisposizione genetica a sviluppare la
malattia soprattutto nei pazienti affetti da retinoblastoma
ereditario (gene RB1 individuato a livello del locus q14 del
cromosoma 13 la cui assenza in entrambi gli alleli predispone
ad entrambe le patologie).
Epidemiologia:
OSTEOSARCOMA
Dolore e tumefazione a livello del segmento osseo colpito: femore, tibia, omero, mandibola, mascella, fibula.
Polmone: sede elettiva di metastasi
Principali dati clinici:
• radiologica (TAC, RMN, Scintigrafia con TC99m MDP)
• istologica: osteoblastico, condroblastico, fibroblastico, parostale, priostiale
Diagnosi:
Stadiazione:
Localizzato: estensione limitata all’osso di origine + metastasi
nello stesso osso (prognosi peggiore)
Metastatico: presenza di metastasi al polmone o ad altri
segmenti ossei, o sedi extra-ossee