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LET’S DANCE!

2011 XXV EDIZIONE

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Bill T. Jones e Arnie Zane, Fura dels Baus, La La La Human Steps, The Wooster Group, Peter Gordon & Love of Live Orchestra, Epigonen zlv, Anne Teresa De Keersmaeker con Rosas, Trisha Brown, Meredith Monk, Sankaj Juku, Karole Armitage Ballet, Jean Francois Du-roure, Robert Lepage, Lanonima Imperial, Maureen Fleming, Ellen Stewart, Slovensko Mladinsko Lubjana & Maribor, Studio Hinderik, Cesar Brie, Wim Mertens, La Monte Young, Balanescu Quartet, Gavin Bryars, Societas Raffaello Sanzio, O’Vertigo Danse, Sainkho Namtchylak, Rock in Lichen, Hanna Schygulla, Paolo Fresu, Frederic Flamand-Charleroi Danse, Hotel Modern, Compagnie Marie Choui-nard, Holy Body Tattoo, Tiger Lillies, Westbrook & Company, Teatro delle Ariette, Krypton, Transteatro, La Crus, Dominique Bagouet, Jean Claude Gallotta, Needcompany, Teatro Nazionale di Tunisi, Ludovico Einaudi, Rustaveli, Michelle Anne De Mey, NTN Napoli, Out Off, Carbone 14, Giorgio Battistelli e Studio Azzurro, Giovanna Marini, Teatro Rom Pralipe, Blok & Steel, Tenores di Bitti, Francesca Alfano Miglietti, Louise Bedard, Reinhild Hoffman, Teatro delle Albe, Hebbel Theatre, Enzo Cosimi, Marcido Marcidoris, John Lurie & Lounge Lizards, Danio Manfredini, Squat Theatre, Tero Saarinen, Luca Mosca, Cantieri Teatrali Koreja, Sud Sound System, Bitef Teatar, Teatro Malandro, Teatro Aperto, ATIR, Motus, Magazzini Produzioni, Teatridithalia, Nigel Charnock, Teatro di Dioniso, Teatrino del Rifo, Compagnia Florean, Tim Crouch, Mark Ravenhill, Wax Factory, Egum Teatro, Vesuvio Teatro, Thomas Hauert, Estelle Heritier, Accademia Artefatti, Yann Marussich, Odin Theatret, Anne Martin Ensamble, Marie Brassard, Michel Van der Aa, Barbara Hannigan, TeatrOfficina Zerogrammi, Amal Kenawy, Russell Barr, Rwanda 94, Jan Fabre, Gilles Jobin, Niconote, Antonia San Juan, Edoardo De Paiva Souza, Fatima Miranda, Yiraki Maqam Ensamble, Were Were Liking, Colaps, Dixie Funlee Shulman, Made in the Shade, Keramik Papier, Julie Dossavi, Kris Verdonck, Louis Andriessen, Sentieri Selvaggi, LOD, Merlin Spie, Bonachela Dance Company, Monstera Nicola Russo, Eeva Muilu, Nora Chipaumire, Caterina Sagna, Jose Navas Flak, David Leddy, Dot 504, Paolo Aralla, Luca Veggetti, Fattoria Vittadini, Paola Bianchi, Atelier di TeatroDanza Paolo Grassi, Cas Public, Zaches Teatro Daniel Leveille Danse, Odemà, Lynda Gaudreau, Antonella Ruggiero, Monica Benvenuti, Francesca Breschi, Rotozaza, Sylvano Bussotti, Wajdi Mouawad, Dave Saint Pierre, Hofesh Shechter, Adriana Borriello, Bleach Blonde, Stephen Petronio, Alonzo King Lines Ballet. Milano, settembre 2011 Rino De Pace, direzione artistica MilanOltre

“ESISTE UN ALTRO TEATRO OLTRE IL MIO TEATRO” era la citazione da Calvino per l’apertura nel 1986 della prima edizione di Milano Oltre Festival fondato da Teatro dell’Elfo e Teatro di Porta Romana, da allora sostenuto da Comune di Milano, Ministero dello Spettacolo, Regione Lombardia e Provincia di Milano.

Oggi MilanOltre compie 25 anni. È ancora giovane, curioso e in perpetua evoluzione, e sempre in compagnia dei nomi più interessanti della scena contemporanea.

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Lontano, lontano, oltre Milano Sara Chiappori

Milano non è una città per festival. Troppo distratta e convulsa per concedersi il lusso della lentezza necessaria alla scoperta, preferisce puntare su eventi da grandi numeri e impatto sicuro (vedi MiTo, giusto per fare un esempio) lasciando all’élite di spettatori raffinati il gusto carbonaro di esperienze più complesse, gratificanti ma inevitabilmente per pochi (vedi gli eroici Uovo e Danae). Ecco perché MilanOltre brilla come una bella eccezione: un festival capace di coniugare l’attenzione a un pubblico non per forza di nicchia con l’azzardo di proposte sfrontate, l’intraprendenza di una gestione dinamica con il gusto di una festa aperta a tutti. Per dirla con un ossimoro, la realpolitik con l’utopia. MilanOltre compie venticinque anni, traguardo importante e molto simbolico. Soprattutto se nel frattempo si è passati da un millennio a un altro, navigando tra le turbolenze di un’epoca fragile e inquieta. Una storia lunga un quarto di secolo che comincia nel 1986 quando, a tenere a battesimo MilanOltre sono due dei teatri più vivaci della città, l’Elfo e il Porta Romana che nel 1992, proprio grazie

a questa joint venture, si fonderanno diventando Teatridithalia. Con l’irruzione di MilanOltre sulla geografia culturale cittadina si infrange il tabù dell’esclusione di Milano dai circuiti della scena internazionale, si sabotano i sistemi a comparti stagni della programmazione teatrale, si dà diritto di cittadinanza all’ibridazione di generi e linguaggi. Oggi sembra scontato, allora non lo era per niente. Nel frattempo sono nati altri festival capaci di sondare le liquide frontiere della creatività contemporanea, internet ha accelerato i processi di comunicazione e di scambio, i voli low cost hanno reso il mondo più piccolo, ma nella Milano da bere, a metà anni Ottanta, Londra, Bruxelles, Toronto, New York sembravano ancora molto lontani.La prima edizione dell’ottobre 1986 è la promessa di quel che sarà, parecchia danza ma con la netta predisposizione alla contaminazione: il coreografo francese Jean Claude Gallotta, la compagnia americana di Bill T. Jones e Arnie Zane (con Secret Pastures che contava sui graffiti di Keith Haring), i canadesi La La La Human Steps di Edouard Lock. Negli anni a venire seguono la scoperta della Fura dels Baus molto prima che diventasse patinato fenomeno di moda (per chi c’era in quel 1987 all’ex Ansaldo, Accions è cosa da

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raccontare ai nipotini), di Robert Lepage, dei maestri della coreografia contemporanea. Con il succedersi delle direzioni artistiche MilanOltre traccia rotte diverse (la nuova scena italiana degli anni Novanta, le incursioni sulle frontiere transgender, la musica, la drammaturgia contemporanea, le performing arts), esplora senza pregiudizi territori e linguaggi, si concede salutari divagazioni. Sempre con lo spirito del viaggiatore, però. Mai del turista. Più che un festival all’avanguardia del nuovissimo a tutti i costi, una festa per spettatori curiosi e non addomesticati. L’educazione del pubblico alla voglia della scoperta è il merito maggiore di MilanOltre, creatura longeva perché duttile (anche nello sviluppare strategie di resistenza alla contrazione dei finanziamenti), cosmopolita perché attenta alle mancanze sul territorio, al riparo dal rischio mainstream perché in costante movimento. Tutti ottimi motivi per augurarsi ancora molte edizioni in cui andare “lontano lontano, oltre Milano”.

Oltre le convenzioniRenato Palazzi

Difficile raccontare venticinque anni in poche righe.

Nell’insieme, mi sembra giusto sottolineare che per anni - prima dell’avvento di Uovo o di Danae - MilanOltre ha rappresentato l’unico spazio milanese dove fosse possibile incontrare un teatro diverso, fuori dai canoni, che consentisse al pubblico di mantenere un contatto con quanto di più vivo avveniva sulle scene internazionali.Va anche aggiunto che MilanOltre, storicamente, è stata forse in assoluto la prima rassegna per la quale si è fatto esplicitamente uso di un concetto che poi, negli anni, è diventato di moda, quello di interdisciplinarietà, di caduta delle divisioni fra i “generi” e i linguaggi. Per quanto riguarda le proposte in sé, non saprei dire - in un panorama che spazia da Lepage a Meredith Monk, dallo Squat Theatre ai Sankaj Juku, dalla Socìetas Raffaello Sanzio a Danio Manfredini - quali siano state più o meno importanti. Va però certamente ricordato - per i confini estetici che ha spostato, per le grandi masse di spettatori che ha coinvolto - il forte impatto trasgressivo della Fura dels Baus dei primi anni.

Un copyright che guarda oltreMaurizio Porro

Tra le poche ma benemerite rassegne di teatro cittadine, partendo da quella del Thèâtre de l’Europe

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voluta allora da Strehler ed oggi declinata dal Piccolo anche in altre accezioni più mediterranee, MilanOltre ha avuto nel corso del tempo, saggiando il polso di due generazioni, la fortuna di non essere soggetta a regole, generi, burocrazie estetiche o produttive. Colpi grossi, eventi come si dice anche a sproposito (ma non in questo caso), come Lepage o la geniale e irriverente Fura dels Baus, prima che arrivasse in un vecchio palco della Scala, accanto ad altri gruppi che proprio a Milano hanno avuto storiche benedizioni. La sua fortuna insomma è stata e continua ad essere quella di non essere un festival assoggettato a una poetica ma di essere invece proprio la testimonianza della trasversalità proficua di un nuovo teatro che occupa e rinnova diversi campi, dalla danza alla prosa, dalla musica al musical, con un copyright che vive proprio di questa contiguità e questa complicità, sia da parte del palcoscenico sia della platea.

Polaroid molto esplicite Ira Rubini

Milano, 1987. Un gruppo di paolograssini (diplomandi alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”) nerovestiti e poco-più-che-ventenni si aggirano nei

pressi dello Spazio Ansaldo, ex-cattedrale industriale da poco riconvertita a luogo “performativo”. Aspettano di entrare a MilanOltre, neonata rassegna troppo bella per essere vera. La città è la “Milano da bere... per dimenticare”: paninari cresciuti, pubblicitari rampanti, centri sociali in crisi e mastodonti del teatro di regia. Lo spettacolo di stasera è Accions, di un collettivo catalano che più bistratta il pubblico, più lo conquista. “Conoscevi già la Fura?” - “La Fura des Bas... del Bau...” - “Fura dels Baus!” - “No, ma me ne hanno parlato dei miei amici di Barcellona” - “Sì, ma la Fura, se non la vedi, non puoi capire...”Milano, 1997. Un gruppo di professionisti dello spettacolo nerovestiti e sulla trentina si aggirano nei pressi del Teatro di Porta Romana, che è ancora in piedi, anche se per poco. Aspettano di entrare a MilanOltre, consolidata ma sempre effervescente rassegna. La città è la Milano del dopo-Mani Pulite e del neo-berlusconismo. In scena, quest’anno torna la leggendaria Societas, ci sono i La Crus e Danio Manfredini, vero miracolo a Milano. Anche la Fura è tornata. Ormai tutti sanno dire il suo nome. Milano, 2007. Un gruppo di ultraquarantenni e i loro allievi nerovestiti si aggirano nei pressi del Teatro dell’Elfo, che presto lascerà via Menotti. Aspettano

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di entrare a MilanOltre, storica rassegna milanese. La città è la Milano degli sgomberi dei Rom ma anche delle trionfali Feste del Teatro. In programma, Québec, Finlandia, Olanda, Israele e una possente artista “americana” dello Zimbabwe. “Conoscevi già Nora?” - “Nora Chipamu... Chipami...” - “Chipaumire!” - “No, ma me ne hanno parlato dei miei amici americani” - “Sì, ma se non la vedi, non puoi capire...” Siamo ancora qui. Ma intanto, andiamo Oltre.

Oltre la tradizione, oltre la sperimentazioneFrancesca Pedroni

Per chi ama la danza contemporanea, MilanOltre ha svolto e svolge un ruolo fondamentale. Evidente fin dalla prima edizione: portare a Milano i grandi coreografi internazionali e i protagonisti dell’avanguardia. Risolvendo così un problema cronico di questa città dove, tra i due estremi della Scala da un lato e di festival come Uovo e Danae dall’altro (ottimi, ma decisamente più estremi e sperimentali di MilanOltre), si è sempre sofferta la clamorosa scarsità di presenze dei grandi maestri del contemporaneo. Perché se è vero che La Scala oltre alla tradizione classica ha portato a Milano un maestro del nostro

tempo come William Forsythe, Angelin Preljocaj e nei primi anni Ottanta Pina Bausch e il suo Wuppertal Tanztheater (tornato in città solo nel 2011), e che è stato il Piccolo ad ospitare artisti come Carolyn Carlson e Shen Wei, è indiscutibile che sia MilanOltre ad aver spalancato con continuità, anno dopo anno, le porte della città alla danza contemporanea regalando ai suoi spettatori un’assidua frequentazione del genere. Una crescita di conoscenza nutrita di titoli di Jean-Claude Gallotta, Bill T. Jones, Edouard Lock, Anne Teresa de Keersmaeker, Karole Armitage, Sankaj Juku, Trisha Brown, Enzo Cosimi, Daniel Léveillé, Marie Chouinard, Stephen Petronio. Spesso intercettandoli ancora giovani per poi ritrovarli quando ormai erano diventati punti di riferimento per la scena mondiale. A questi artisti, al loro segno, alla loro poetica, al loro pensiero, MilanOltre è rimasto fedele (basti pensare al ritorno quest’anno della grande postmoderna Karole Armitage) creandosi nel tempo un pubblico altrettanto fedele. Cresciuto insieme al festival e insieme al festival capace di rinnovarsi.Venticinque anni di ottima danza sono sufficienti per dire “Viva MilanOltre!”.

Testimonianze a cura di Sara Chiappori

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Karole Armitage, indomabile danzatrice della scena americana degli anni ‘80, figlia per formazione di Balanchine e Cunningham, sin dagli esordi, complice l’impertinente caschetto biondo e un look sgargiante che spazia dai tacchi a spillo ai piedi nudi passando per le punte, dissacra la più aulica tradizione accademica diventando per tutti la Punk Ballerina.Una carriera sviluppata tra Europa e Stati Uniti, contesa dai più grandi maestri del ‘900, da Baryshnikov a Nureyev e alla guida delle più prestigiose istituzioni come il Maggio Danza a Firenze, la Biennale di Venezia e il Ballet de Lorraine.Armitage si esprime nella danza pura fatta di velocissimi passaggi tanto che il suo stile è definito ‘’hard rock ballet’’ o “balletto selvaggio”. Un originale mix di tecnica classica, moderna, punk, rock e folk e di sfrontata interdisciplinarietà. Abbatte i confini della danza collaborando con pittori, scultori, stilisti, e musicisti compresi Madonna (Vogue) e Michael

Jackson (In the Closet). Il suo coraggio spudorato è confermato quando nell’82 fonda la sua compagnia The Armitage Ballet (poi Armitage Gone! Dance), che si distingue nel panorama coreutico mondiale per l’irriverente contaminazione fra danza colta e danza urbana: una vera post moderna Karole che spazia dall’esoterico al popolare.«Karole Armitage – scrive Rebecca Milzoff sul settimanale New York - lavora basandosi su una chiara affermazione di intenti che si potrebbe esporre in cinque punti: ricercare la bellezza,rappresentare la mutevolezza, muoversi nel fuoco della consapevolezza,vedere il diavolo nella perfezione, esprimere l’erotismo della gravità. Dopo 31 anni di scelte audaci, si potrebbe aggiungere “non cedere mai alla comodità”».

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martedì 4 e mercoledì 5 ottobreore 21 Sala Shakespeare

Ligeti Essays (prima nazionale)

Armitage Gone! Dance + Professione MAs Dance Lab Rave (nuova produzione)

Un programma che unisce le due anime di Karole Armitage. La raffinata danza di Ligeti Essays nasce da un trittico musicale, gioiello dell’ultimo György Ligeti. Quasi in stile haiku – breve componimento di tre versi - la musica di Ligeti esprime la gamma completa degli stati che costituiscono la complessità della natura umana: dall’ironico al frivolo e al sarcastico con passaggi di languidi sogni ad occhi aperti. Dal versante opposto, Rave è definito da Dominique Frétard su Le Monde «una perla rara, che offre momenti di puro piacere. Una festa-delirio che mostra fino a che punto Armitage sia totalmente a suo agio anche con il vocabolario della commedia musicale. Corpi dipinti di arancio, blu, giallo, verde, tutto è artificio, tutto un gioco di specchi. Siamo negli anni ‘80 visti attraverso una macchina del tempo in technicolor». Rave rivive sul palcoscenico del Teatro Elfo Puccini grazie a una coproduzione tra Milano Oltre, Armitage Gone! Dance, MAS Music,Arts&Show e Ballet de Lorraine. In scena 11 ballerini della Armitage Gone! Dance insieme a 20 giovani danzatori di Professione MAS Dance Lab, a testimoniare l’impegno di Milano Oltre nella valorizzazione dei giovani talenti.

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giovedì 6 e venerdì 7 ottobreore 21 Sala Shakespeare

GAGA-gaku (prima europea)The Watteau Duets (prima nazionale)Drastic Classicism (prima nazionale)

con musica dal vivo dei Talibam

Armitage “va pazza” per le culture orientali, la musica di corte cambogiana, il teatro Noh giapponese e le danze tradizionali di Bali: tutte fonti ispiratrici di GAGA-gaku. In questa sua nuovissima creazione, giocando con l’inglese, Karole unisce la forma “to be gaga over” ovvero “essere pazzi di” con il genere Gagaku, l’antica musica di corte giapponese. La coreografia partendo dalla tradizione giapponese indaga gli scritti di Artaud sul teatro tradizionale balinese, per incrociare rito e mistero nelle composizioni musicali contemporanee di Lois Vierk: un viaggio attraverso le culture che ci trasporta in un adrenalinico oggi. Originali anche i costumi disegnati da 123 5 Issey Miyake a partire da algoritmi matematici, realizzati in PET e altre fibre riciclate. The Watteau Duets si ispira al grande pittore francese Jean-Antoine Watteau ma, in questa trasposizione contemporanea, la visione barocca idealizzata del piacere si trasforma in quello che i francesi definiscono “una danza apache”; un’ironica battaglia dei sessi nella quale le punte, più che accentuare l’idea di una danza aerea, diventano armi da combattimento. Drastic Classicism, seconda creazione di Armitage (1981), è uno dei lavori dove il suo “marchio” è più riconoscibile. Una coreografia eseguita sulle musiche originali di David Linton e Rhys Chatham, rivisitate e suonate dal vivo dai Talibam, gruppo in pieno spirito Armitage, che spazia liberamente da John Zorn a Frank Zappa, dal funky, con qualche spruzzo di disco anni ‘80, senza dimenticare la furia anarchica del punk. Drastic Classicism al suo debutto a New York 30 anni fa, scioccò il pubblico per la sua audacia: libera associazione di balletto con l’energia cruda di un muro di suono punk. Eppure, come scrisse allora Arlene Croce, «i valori classici che sono stati scorticati vivi, sono rimasti vivi».

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sabato 8 e domenica 9 ottobreore 21 Sala Shakespeare

Three Theories (prima europea)

L’obiettivo è altissimo: trasporre in danza la complessità della fisica contemporanea. Ma per l’eclettica coreografa americana niente è impossibile.In Three Theories, ispirato a L’universo elegante di Brian Green, Armitage indaga le contraddizioni tra i capisaldi della fisica moderna, quali la quantistica, la teoria della relatività di Einstein e la recentissima “teoria delle stringhe”. Un intreccio di danza, poesia e scienza «non per spiegare delle teorie scientifiche, ma per esplicitarne il contenuto poetico. Il senso di stupore e meraviglia che ci può dare la scienza è tra le più alte esperienze di cui è capace la nostra psiche». Attraverso il corpo «idee astratte acquistano un contenuto umano: si stabilisce un nesso tra il ritmo del nostro corpo e quello misterioso dell’universo». Un’altra prova della ecletticità di Armitage: «ci sono delle forze che ci muovono e che noi comprendiamo, altre che invece non riusciamo a capire. La mia danza è la combinazione di entrambe. Lo scopo finale nel raccogliere insieme tali forze è quello di creare un movimento armonioso e simbolicamente significativo che animi il nostro senso del mondo». Il palcoscenico diventa il teatro del mondo, dove si scatenano calore e materia.

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MATTEO LEVAGGI

Si forma e muove i primi passi alla scuola del Balletto Teatro di Torino, distinguendosi per le sue peculiarità di movimento. Molti i coreografi che creano per lui, tra i quali anche Karole Armitage. L’Enfant prodige della nuova coreografia italiana a soli ventidue anni firma il suo primo lavoro, una Salomè al maschile sensuale e straordinariamente originale.Fatta eccezione per una breve parentesi in Rai con la Carrà a Carramba, un anno con Albertazzi dove è Antinoo nelle Memorie di Adriano e un anno all’Aterballetto di Bigonzetti, è coreografo residente dal 1999 per il Balletto Teatro di Torino dove crea balletti ispirati a pittori come Andy Warhol e Caravaggio. A chi gli chiede come definire il suo stile, Matteo risponde: «la danza secondo Matteo» o invenzione coreografica pura. Eclettico nelle scelte, lavora con compositori contemporanei come Giovanni Sollima, Heiner Goebbels, Béla Bartók, Gyorgy Ligeti, ma anche autori di musica elettronica come Scanner, Autechre, Pan Sonic, Bochumwelt, Andy dei Bluvertigo. Nonostante la sua giovane età ha all’attivo collaborazioni e

commissioni per importantissime realtà artistiche: la Biennale di Venezia Danza, la Biennale della Musica di Zagabria, la Biennale de la Danse de Lyon e da qualche anno il suo lavoro è conteso anche oltreoceano. Il capitolo PRIMO TOCCARE II Black ha debuttato in prima assoluta nel 2009 al Joyce Theater di New York e, il suo ultimo lavoro, Le Vergini va in scena per la prima mondiale il 16 settembre 2011 all’International Ballet Fest di Miami negli Stati Uniti, prima di approdare a Milanoltre.L’incontro e la sinergia con il duo di artisti visivi CORPICRUDI, Samantha Stella e Sergio Frazzingaro, dal 2008 conferma la sensibilità di Levaggi verso il mondo dell’arte.«Nei fatti Levaggi ha dato una scossa al mondo del nostro balletto. Nel caso specifico trattiamo di “corpi parlanti”, di rapporti forti nello spazio, nella luce, nel tempo: più volte Levaggi ha dichiarato di non essere interessato al racconto tradizionale, ama le sensazioni che possono venire da fatti, persone, oggetti d’arte, richiami sonori». Mario Pasi (Il Corriere della Sera)

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PRIMO TOCCARE Un’opera unica concepita da Matteo Levaggi e dagli artisti contemporanei CORPICRUDI per i danzatori del Balletto Teatro di Torino. Suddivisa in tre episodi riuniti in un’unica serata per Milanoltre PRIMO TOCCARE White, Black, Red è una creazione ipnotica che rivela soprattutto immagini, visioni segnate da colori decisi. Un misterioso e forse nuovo modo di mettere in scena la danza che si fa qui evento non lontano dall’esperienza pura della vita. Un viaggio estetico e sensoriale dal rimando iconografico al nostro passato storico nelle installazioni create da CORPICRUDI: la vanitas dei dipinti seicenteschi in White, un altare cristiano in Black e la tradizione scultorea greco-romana in Red.PRIMO presuppone un inizio e TOCCARE una fine ed è proprio da questo toccare/fine che si parte per andare oltre, in bilico tra elementi cangianti come danza-luce-suono e fissi come l’installazione, ad evidenziare il contrasto tra movimento e staticità, fino all’estremo, l’eternità.Nessun gesto, nessun realismo, nessun tema sociale o teatrale, nessun protocollo coreografico, nessuna psicologia. Il valore dell’opera è nell’ipertrofico volume del tessuto coreografico, sonoro e visivo, che, tra suono e silenzio, mette in relazione tutti gli elementi in un gioco di resistenza fisico-percettiva. «In questo lavoro vedo la bellezza che si libera in qualcosa di disumano ed eterno».

giovedì 13 ottobre ore 21 Sala Shakespeare

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Quattro estratti dalle produzioni più importanti di Matteo Levaggi. Il percorso creativo di Levaggi, inizialmente centrato su alcune figure di punta dell’arte, come Caravaggio, Andy Warhol e Man Ray, prosegue in una direzione astratta, a partire da Canto bianco in un momento di orizzonte verticale quando abbandonando definitivamente la narrazione, l’interesse del coreografo diviene la danza come unica forma d’arte di espressione. I primi tre pezzi compongono una Trilogia, nata grazie alla collaborazione tra Levaggi e Roger Salas, critico di danza, scrittore e disegnatore di costumi e scene.L’icona della pop art Andy Warhol ispira Gee, Andy! su musiche originali di Andy dei Bluvertigo, per una danza che spazia dal contemporaneo all’hip hop, fatta di velocità, rischio, di una tale energia da coinvolgere il pubblico fin dai primi minuti. Caravaggio, su musiche originali di Giovanni Sollima, è quasi un incontro segreto tra il tormentato dinamismo pittorico del Merisi e la pura forma espressa in danza dai danzatori. Infine, .Ray Man| DUO remix 2011 centrato sulla figura dell’artista d’avanguardia e interpretato sulla musica di Dj Spooky che mixa grandi autori con musica elettronica in un “ready-made” di grande tensione.Canto bianco in un momento di orizzonte verticale, creato per Biennale di Venezia nel 2006, su musiche di Steve Reich e Riojy Ikeda, è un’opera d’arte astratta, composta di suoni e movimenti invisibili nello spazio: come un respiro, un canto lineare, leggero, dapprima calmo, per poi perdersi in una sequenza finale all’ultimo respiro.

venerdì 14 ottobreore 21 Sala Shakespeare

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Ultima creazione di Matteo Levaggi, in prima assoluta a Miami nel settembre 2011, Le Vergini è la trasposizione coreografica del progetto fotografico e video di CORPICRUDI con i testi di Claudia Attimonelli. Un lavoro di ampio respiro che nasce dalla riflessione sul valore della bellezza e la sua possibile condanna, ispirato a due pellicole di culto: Picnic at Hanging Rock di Peter Weir e The Virgin Suicides di Sofia Coppola, metafora del passaggio dall’adolescenza all’età della consapevolezza che le induce verso la morte nel suo senso più misterico ed onirico.In controtendenza rispetto ai precedenti lavori, Levaggi, dal punto di vista musicale pone un accento forte sul dialogo tra movimento, architetture del corpo nello spazio e paesaggio sonoro definito qui grazie alla celebre partitura di Tchaikovsky, La Bella Addormentata.Il candore del bianco, l’omogeneità nei costumi asessuati dei danzatori, l’ordine preciso di spazio, tempo, movimento, corpo concorrono a creare un’astrazione dal reale. La danza ne Le Vergini vive un equilibrio tra antico e contemporaneo. Attinge dalla tecnica classica fino al movimento più puro e naturale del corpo, creando un disegno nello spazio, limpido, attraversato da una forte energia che pulsa sensualmente nei corpi dei danzatori per catapultarci poeticamente in un mondo lontano dalla quotidianità.

sabato 15 ottobreore 21 Sala Shakespeare

Le Vergini (prima nazionale)

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martedì 4 ottobrePIMOFF

mercoledì 5 ottobreore 19 ELFO PUCCINI | Sala Fassbinder

ore 19 Cristian Ceresoli/Pop 451 La merda / Secondo studio decalogo dello schifo#I

Quattro fari puntati al centro, stretti, glaciali, in perfetto stile spot pubblicitario. L’interprete, nuda, tenendo il microfono tra le mani, mugugna l’inno nazionale. Poi, dà sfogo al proprio flusso interiore nelle sue (inumane) escursioni vocali. Si deve ridere. Un disperato tentativo di districarsi da un pantano nostrano, ultimi prodotti di quel genocidio culturale di cui scrisse Pasolini all’affacciarsi della società dei consumi. Da qui l’idea di un Decalogo dello Schifo. Dieci flussi di coscienza. Dieci tragedie. Dieci risate.

ore 21 Tony Clifton circus Il ritorno di Hula Doll

Il ritorno di Hula Doll, uno spettacolo di comicità estrema o meglio di estremismo comico, in bilico tra il nonsense e la performance provocatoria. In scena due clowns acidi, un musicista e un mucchio di oggetti si abbandonano alle loro fantasie ludiche non meno che al loro istinto nero.Ne viene fuori un disordinato mosaico di libertà e frustrazione, risate viscerali e pugni allo stomaco, poesia tramutata in sangue e stupidità estremizzata fino a divenire pensiero.

MM CompanySuite italiana

Quattro coreografie di Michele Merola di MMCOMPANY raccolti in Suite italiana: un viaggio all’essenza della nostra civiltà, per una danza che guarda all’autenticità dell’uomo attraverso vari registri emotivi. Mappe di amanti sperduti è l’incontro tra un uomo e una donna che giocano con i sensi evocando romantica bellezza e passionale fisicità. A cunzegna un affresco dai colori forti dove il gesto, seppure contemporaneo, rimanda alla tradizione del sud, con spensieratezza. Storia di un fiore, un passo a due poetico e surreale che fra parola, musica e danza, racconta l’ultimo giorno di vita della poetessa Dina Ferri. Infine, La metà dell’ombra, che porta in scena cinque entità corporee e spirituali al tempo stesso.           

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Alessandro sciarroni/Corpoceleste_C.C.00#Joseph/Your girl

Le arti performative contemporanee sono il campo d’azione di Alessandro Sciarroni e del suo gruppo Corpoceleste_C.C.00#. Il solo Joseph indaga i meccanismi della creazione scenica tout court. Il performer è alla ricerca di una dimensione magica. Come in una cerimonia religiosa, dopo l’attesa arriva l’epifania: nel cilindro del prestigiatore spuntano i conigli bianchi e il solo si riempie di sguardi meravigliati.Your girl, struggente rilettura di Madame Bovary, è un lavoro sul desiderio, sull’ispezione di un sentimento. La drammaturgia procede attraverso la biologia degli interpreti e viene invertita la posizione testo/attore. In Your girl Emma Bovary non si uccide, non soffoca, ma respira ancora, in una foto-ricordo impossibile, in una canzone pop italiana.

venerdì 7 ottobreore 19 ELFO PUCCINI | Sala Fassbinder

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Ersilia DanzaIl lago dei cigni

La scommessa è di riproporre un titolo così amato per la tradizione romantica a cui è ispirato, cercando di rendere altrettanto amata la disillusione che lo caratterizzerà. Lo spettacolo non asseconda la trama del balletto ma è un viaggio parallelo attraverso le sue simbologie, una danza densa di contraddizioni, di attraversamenti e di ostacoli, di aperture improvvise e ricadute. Il Lago dei cigni firmato da Laura Corradi per Ersiliadanza comincia dove la tradizione finisce, quando il principe sposa Odette per “vivere insieme felici e contenti”, con l’intento di riflettere sull’accezione di fiabesco ai giorni nostri, che da incantamento si trasforma in asservimento della volontà. Uno spettacolo su musiche originali, per cinque danzatori che non racconterebbero nulla se l’inconscio e il corpo non lo facesse da sé, come per incanto, come per magia.

martedì 11 ottobreore 21 ELFO PUCCINI | Sala Fassbinder

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ore 18 Anticorpi XLPresentazione del network Anticorpi XL e delle nuove azioni sul territorio della Lombardia a cura di Annamaria Onetti,Luisa Cuttini, Selina Bassini e Monica Francia.

ore 21 Orbitali Obbligatiideazione e coreografia Michela Minguzzidanza Michela Minguzzi, Shani Militello L’animatrice Colei che prende la parolaun solo di e con Ivana Petito con musiche di Gipo Gurrado

Compagnia Xe/Julie Ann AnzilottiA una ballerina principiante

«Solo la passione, l’impeto del sentimento, il duro destino personale di un uomo sincero può, alla fine di una singolare carriera, imporre al mondo qualcosa di mai esistito prima, ma questo avviene sempre e assolutamente da sè. Verso l’esterno l’autentico artista è leale, silenzioso e non impetuoso». Julie Ann Anzilotti dà voce e corpo agli ironici componimenti del poeta svizzero Robert Walser incentrati sul ruolo dell’artista nell’era contemporanea. A una ballerina principiante mostra con leggerezza e poesia l’evoluzione di un talento coreutico in cerca della perfezione, attraverso il confronto in scena di due giovani interpreti. Apprendimento, complicità, diversità e affinità fra due donne che condividono lo stesso bisogno, la stessa passione per la danza.

mercoledì 12 ottobreELFO PUCCINI | Sala Fassbinder

giovedì 13 ottobre ore 19 ELFO PUCCINI | Sala Fassbinder

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Gruppo e-MOTIONAlice

Alice, donna rimasta bambina, si trova in uno stato catatonico. Mentre guarda i suoi pupazzi, uno di loro la chiama. È Bianconiglio che le viene in aiuto per giocare insieme la partita della sua vita. Ispirata ad Alice oltre lo specchio di Lewis Carroll ma in versione noir, Alice affronta e denuncia con ironia alcuni dei mali sociali.Alice è un racconto che fa del nonsense il suo senso costruendo una rete intricata di significati tra personaggi tanto incredibili, ritraendo alcuni vizi del nostro mondo e rappresentando una carrellata di “casi clinici” che, come vedremo, sono meno irrealistici di quanto potremmo pensare.

venerdì 14 ottobre ore 19 ELFO PUCCINI | Sala Fassbinder

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domenica 16 ottobrePIMOFF

Professione MAs Dance LabRiverbero Balletto dell’EsperiaI quattro temperamenti

Il Balletto dell’Esperia affonda le punte in uno dei maggiori capolavori del ‘900. I quattro temperamenti di Balanchine è reinventato da Paolo Mohovich che, tra fini citazioni e geometriche astrazioni, gioca sulla netta contrapposizione tra apollineo e dionisiaco in una dialettica serrata con la cangiante partitura di Hindemith, che delinea i quattro umori della filosofia medievale: malinconico, sanguigno, flemmatico e collerico. La creazione, Riverbero, è ideata da Mohovich per gli allievi di Professione MAS Dance Lab. Una coreografia in cui momenti di “architettura umana” ben definita si alternano a momenti di danza per rappresentare l’effetto a catena del nostro agire sociale.

sabato 15 ottobreore 19 ELFO PUCCINI | Sala Fassbinder

ore 19 Macelleria EttoreNIP_not important person

Not Important Person. Quelli che incontriamo per strada, in ufficio, al bar, in metropolitana, a scuola, a casa, in chiesa. Persone qualunque, con vite qualunque. Macelleria Ettore guarda come si muovono, ascolta quello che dicono. Li spia, li seziona, li fa a pezzi e li rimonta. Il montaggio definitivo è nella testa dello spettatore.

ore 21 Compagnia Teatrale DionisiSerate bastarde

La vita è breve e la liberazione un dovere: di scoprire cosa ci sia dietro a un corpo martoriato dal fuoco che vuole far parte del mondo dello spettacolo, dietro a una pensionata di 70 anni costretta a lavorare che sfoga se stessa incendiando un pakistano. Dentro alla tv. Serate Bastarde è un intreccio di quadri eseguiti sotto forma di Stand Up, esibizioni fisiche, video, prosa, satira e tragedia.

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martedì 4 ottobreore 19 PIMOFFCristian Ceresoli/Pop 451 La merda / Secondo studio decalogo dello schifo#I

ore 21 ELFO PUCCINI | Sala ShakespeareArmitage Gone! Dance + Professione MAs Dance LabLigeti Essays/Rave

ore 21 PIMOFFTony Clifton circus Il ritorno di Hula Doll

mercoledì 5 ottobreore 19 ELFO PUCCINI | Sala FassbinderMM CompanySuite italiana

ore 21 ELFO PUCCINI | Sala ShakespeareArmitage Gone! Dance + Professione MAs Dance LabLigeti Essays/Rave

Calendario

giovedì 6 ottobreore 21 ELFO PUCCINI | Sala ShakespeareArmitage Gone! DanceGAGA-gaku/The Watteau Duets/Drastic Classicism

venerdì 7 ottobreore 19 ELFO PUCCINI | Sala FassbinderAlessandro sciarroni /Corpoceleste_C.C.00#Joseph/Your girl

ore 21 ELFO PUCCINI | Sala ShakespeareArmitage Gone! DanceGAGA-gaku/The Watteau Duets/Drastic Classicism

sabato 8 e domenica 9 ottobreore 21 ELFO PUCCINI | Sala ShakespeareArmitage Gone! DanceThree Theories

martedì 11 ottobreore 21 ELFO PUCCINI | Sala FassbinderErsilia DanzaIl lago dei cigni

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mercoledì 12 ottobreore 21 ELFO PUCCINI | Sala FassbinderAnticorpi XLOrbitali obbligati/Michela MinguzziL’animatrice/Ivana Petito

giovedì 13 ottobre ore 19 ELFO PUCCINI | Sala FassbinderCompagnia Xe/Julie Ann AnzilottiA una ballerina principiante

ore 21 ELFO PUCCINI | Sala ShakespeareBalletto Teatro di TorinoPRIMO TOCCARE

Venerdì 14 ottobreore 19 ELFO PUCCINI | Sala FassbinderGruppo e-MOTIONAlice

ore 21 ELFO PUCCINI | Sala ShakespeareBalletto Teatro di TorinoGee, Andy!/Caravaggio/.Ray Man| DUO remix 2011Canto bianco in un momento di orizzonte verticale

sabato 15 ottobreore 19 ELFO PUCCINI | Sala FassbinderProfessione MAs Dance Lab/Balletto dell’EsperiaRiverbero/I quattro temperamenti

ore 21 ELFO PUCCINI | Sala ShakespeareBalletto Teatro di TorinoLe Vergini

Domenica 16 ottobreore 19 PIMOFFMacelleria EttoreNIP_not important person

ore 21 PIMOFFCompagnia Teatrale DionisiSerate bastarde

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INCONTRI ingresso libero

mercoledì 5 ottobre ore 11.30MAS Music,Arts&ShowDanza&ModaConferenza con video condotta da Francesca Pedroni (il manifesto)Intervengono Karole Armitage (coreografa)Elisa Guzzo Vaccarino (Balletto Oggi), Roger Salas (El Pais) Michela Gattermayer (Vanity Fair)

giovedì 6 ottobre ore 18ELFO PUCCINI | Sala FassbinderGenerazioni italiane a confrontoConferenza con video condotta da Marinella Guatterini (Il sole 24ore)Intervengono Julie Ann Anzilotti, Michele Merola, Paolo Mohovich, Alessandro Sciarroni

sabato 8 ottobre ore 18.30ELFO PUCCINI | Sala FassbinderSeduzioni cosmicheConferenza con video condotta da Valeria Crippa (Corriere della Sera)Intervengono Karole Armitage (coreografa)Marco Pesatori (D Repubblica) Claudio Bartocci (Università degli Studi di Genova)

mercoledì 12 ottobre ore 18ELFO PUCCINI | Sala FassbinderAnticorpi XLConferenza condotta da Annamaria Onetti, Luisa Cuttini, Selina Bassini e Monica Francia (Network Anticorpi XL)

giovedì 13 ottobre ore 17ELFO PUCCINI | FoyerAsiaTeatro: uomini e dei sulla scena del mondoConferenza condotta da Marilla Albanese,Carmen Covito e Rossella Marangoni

venerdì 14 ottobre ore 18ELFO PUCCINI | Sala BauschSulle orme della bellezza.Matteo Levaggi e CORPICRUDI: tandem di contemporaneità Conferenza con video condotta da Maria Luisa Buzzi (Danza&Danza)Intervengono Matteo Levaggi (coreografo), Roger Salas (El Pais) e CORPICRUDI (artisti visivi)

Incontri, traffici, contatti, incroci, punti di vista

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WORKsHOP

Il Festival MilanOltre in collaborazione con MAS Music,Arts&Show anche per quest’anno riconferma e integra gli appuntamenti laboratoriali con i grandi maestri, pensati per i giovani artisti, danzatori e coreografi di domani con 4 giornate di workshop intensivi presso la sede della prestigiosa accademia. I workshop sono a numero chiuso e prevedono l’iscrizione di 30 partecipanti. Si richiede una formazione di base. Si prega di mandare il curriculum all’indirizzo [email protected]. La quota di partecipazione di ciascun workshop è di 120 euro.

per maggiori informazioniMas tel. 02/27.22.5 [email protected] Milano Oltre tel. 02/[email protected] - www.milanoltre.org

sabato 15 e domenica 16 ottobreDalle 10 alle 13MAs Music,Arts&showToccato! Workshop condotto da Matteo Levaggi

sabato 8 e domenica 9 ottobreDalle 10 alle 13 MAs Music,Arts&showDrastic Methods Workshop condotto da Karole Armitage

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in collaborazione con

Luoghi

TEATRO ELFO PUCCINI C.so Buenos Aires 33www.elfo.org

PIMOFF Via Selvanesco 75www.pimoff.it

MAs Via Meucci 83www.mas.it

Prezzi

(1,50 diritto di prevendita)Intero € 25 Ridotto € 20 Vetrina Italia € 10

Abbonamenti e carte

MiolCard 4 ingressi € 60

Under 20 7 spettacoli € 42

Prevendita e informazioni

Elfo PucciniC.so Buenos Aires 33Milanotel 02.00.66.06.06

Orari biglietterialun - sab 10.30/19.30da ottobrelun - sab 10.30/19.30domenica 14.30/[email protected]

Acquisti on linewww.milanoltre.org www.vivaticket.it

Acquisti telefonici con carta di creditotel 02.00.66.06.06www.milanoltre.org


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