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RIFORMA PROTESTANTE ED ERESIE NELL’ITALIA DEL 500

1 – Alle origini della crisi religiosaRadici. Subito topo l’affissione delle tesi di Wittenberg nel 1517, la Riforma comincia a prendere piede in Italia graziea: una tradizione anticlericale, pensiero umanistico e platonico, necessità di un cristianesimo originario, crisi

dell’istituzione ecclesiastica, grande sensibilità religiosa vissuta da tutti. Si continuava ad annunciare una riformacattolica che non avveniva mai, c’era un bisogno di novità che la Chiesa non volle ascoltare e cmq non aveva glistrumenti per farlo. Quindi l’appello erasmiano a una cristianesimo morale e l’appello luterano alla libertà interiorefecero presa.Il problema spirituale era poi intrecciato alla crisi istituzionale degli StatiReazioni. Le prime reazioni furono lente e inadeguate. La Chiesa non capì le radici profonde dell’inquietudine. Nel1524 un breve papale ordina il rogo degli scritti luterani inizia un grande mercato clandestino (anche anonimi e pseudonimi). Lutero viene dipinto come un eresiarca, un ribelle alle autorità, il nuovo Maometto, un libertinoIl volgare. La crisi spingeva la gente comune a una riflessione autonoma e quindi alla personale lettura di testi sacri. Nei ’30 ci fu una propaganda in latino di alcuni frati, nei ’40 compaiono i testi in volgare abbattimento di una barriera linguistica che tutelava l’esclusivo dominio clericale su questioni di fede. La Chiesa si impegnò ad impedirlo, avolte usando il volgare stesso (libro del francescano Giov da Fano contro le eresie), ma farlo significava cmq parlare difede in volgare. Troppo pericoloso.

2 – La porta della riforma: VeneziaOrigini. Ve era piena di tipografi, mercanti, e il Fondaco dei Tedeschi. Opere di Lutero sono attestate sin dal ’20. C’eraanche un antico conflitto con Roma che era motivo di circolazione delle eresie luterane. Il Nunzio pontificio GirolamoAleandro denunciava a Roma i pericoli. I motivi nella gente erano gli stessi: esigenza di confronto, rinnovamento, verità piccolo periodo di emancipazione e libertà, subito soppresso col conformismo e il primato dell’obbedienza. Ilvescovo di Chieti, Gian Pietro Carafa (futuro papa), butta giù le linee essenziali della lotta. Bernardino Ochino a Siena(che spera nella liberazione di Ve, la porta della riforma). Aleandro ordina addirittura la scomunica per chi legge laScrittura senza autorizzazione.Chi? I riformati erano si tutte le classi sociali: preti, mercanti, artigiani, studenti, patrizi, prelatiPadova. Fino agli anni 60 ha seguaci e fautori della Riforma, suddivisi in conventicole protette. Viene arrestato nel1530 fra’ Girolamo Galateo Vicenza. Grandi dibattito sul libero arbitrio causato da fra’ Ambrogio Quistelli e le sue

orazioni pubbliche. Cittadella. Il maestro Speciale dovrà abiurare così come la piccola comunità anabattista. Rovigo.Dottrine eterodosse nell’Accademia degli Addormentati. Padova. L’università era il crocevia di molti personaggiriformati, la casa della nobildonna Sauli promuoveva letture erasmiane. Monselice. C’era Oddo Quarto da Monopoli incontatto con Orsini, carcere a vita invece della pena capitale, secondo l’Inq Ve era troppo buona. Brescia. Predicatori ecircolazioni di opere ereticali, forti gruppi di cripto-riformati, anche molto importanti. Bergamo. Minaccia idscomunica contro i librai, importante Vittore Soranzo. Istria e Friuli. Decreti contro libri luterani. Il vescovo di TriesteBonomo aveva malcelate simpatie luterane. Trieste e Gorizia erano asburgici, terre di confine e di scambi culturali.Vergerio, capo della chiesa di Capidistria, aveva attività riformatrici e fu processato.Conclusioni. Anche fino alla prima metà dei ’40 circolano libri eterodossi. Si credeva che Ve potesse diventare ilcentro di rinnovamento religioso italiano, in quanto appoggiato dalla repubblica. In breve tempo sarebbe stato possibile predicare pubblicamente grazie anche la consenso dei patrizi. Ma nel 1543, il nunzio Mignanelli protesta contor lalibertà di stampa, nel ’47 sono istituiti i Tre savi sopra l’eresia, alla salvaguardia della fede. Sequestri e roghi, Indice,estradizioni a Roma. La Chiesa diceva di avere un ruolo di integrità politica negli Stati. Resterà a lungo il mito della Ve

libera, e molti si appelleranno anche in futuro alla Rep per la libertà.

3 – Diffusione dell’eresia nelle città italianeSavoia: prime attestazioni a Salluzzo e Torino (21 23), dei libri di Zwingli. Il Dica era dipinto come Favorevolare allavera religione. La moglie Margherita di Valois era sospettata di essere filo-ugonotta. Scoppiano condanne e arresti,affissa una pasquinata sulla cattedrale. Riformati sia patrizi, novili e artigiani.Genova: si parla id qualche germoglio di eresia. Circolano Lutero e Malentone. Il commerciante Bartolomeo Bartoccioè accusato di commerciare libri eretici, estradizione a Roma e rogo.Lombardia: Milano: si diffondo versi inneggianti a Lutero, nel 23 il primo bando di Fr Sforza. I primi riformati sonoecclesiastici, agostiniani. Cremona: considerato l’epicentro del dissenso, Bartolomeo Maturo uno dei primi esuli.Mantova: Vergerio chiese aiuto al cardinal Gonzaga…MN viveva l’urgenza di riforma, di confronto, circolavano libri e predicatori, no barriere sociali tra chierici e laici, nobili e commercianti. Il cardinale era pieno di libri luterani, seppur egli fosse prudente, si crea una vera setta, protetta da autorità complici.Domini estensi: c’era Renata di Francia, calvinista, punto nodale del dissenso italiano (sembra che Calvino abbiasoggiornato a Fe). Partecipava alla santa cena calvinista, ospitava sospettati di tutta Italia. Il marito duca fu costretto a

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farle un processo e ad arrestarla nelle sue stanze. Morto il duca torna in Fr a offrire asilo ai correligionari. Modena erainfestatissima.Bologna: era territorio papale, ci sono poche notizie. Il francescano Giovanni da Fano predica ai semplici. Sembra ci siastato un gruppo di intellettuali che parlavano di Erasmo. Di qui passò Camillo Renato, l’eretico siciliano e tutti eranosolidali nel proteggersi e nel passarsi i libri. Nel ’47 fu sede dell’assemblea conciliare e vennero ecclesiastici da tutto ilmondo, che la definirono “piena di eretici”.

Romagna. Es a Imola e a Faenza, nel 47 il fornaio Fanini abiura e viene giustiziato a Fe, esempio di martirio eroico.Toscana.  Firenze: tradizionale profetismo savonaroliano, antica avversione contro la tirannide clericale. Brucioli,traduttore della Bibbia, esiliato per letture pubbliche. Diffusione ereticali nel breve periodo repubblicano, col ritorno dieMedici l’eresia non tocca il pop, ma alcuni funzionari vicini a Cosimo.  Pisa: comunità intorno a Bernardo Ricasoli .Siena: fra’Agostino Museo. Ma soprattutto i figli del giurista Sozzini che gettarono le basi di un antitrinitarismo e unsocinianesimo europeo. I gesuiti si impegnarono per stroncare l’eresia senese. Grosseto: medico Benvoglienti e notaioCioni. Lucca: minaccia di indipendenza politica dai Medici, circolazione di libri, a Roma si diceva che era il luogo piùcorrotto, e il movimento ereticale seppe durare nel tempo, protetto da prudenti cautele e complicità. Tentativo diintrodurre l’Inq fallito. Da tutta la Tosc tantissimi gli esuli a Ginevra.Sud. Poche eresie, poche attestazioni. A  Na circolano diversi libri proibiti, e in Calabria e nelle Puglie. Più che altro èla Sicilia a raccogliere attestazioni ovunque. Coinvolti frati, preti, maestri, mercanti, librai e avvocati. A Messina èscomunicato Spadafora e processato. A Palermo Ferito e Camillo Renato. Sardegna: presenza limitata, solo qualchestudente “erasmus”.

Roma. Nel palazzo romano del cardinal di Mantova, l’agostiniano Seripando, Bernardino Ochino, gli spagnoli Zorrilla eDiego de Enzinas, Paolo III all’inizio sembrò sollecitare una riforma, Giovanni Morone il nunzio fu accusato di eresia.

4 – Modena infetta dal contagio di diverse eresie come Praga

• Filippo Valentini leggeva e commentava in pubblico in Vangelo attirandosi l’irritazione dei domenicani. Gli ordinireligiosi erano decaduti anche a Mo e l’istituzione ecclesiastica. Il vescono era Giovanni Morone che tra il 36 e il42 era in Germania. Il vicario Sigibaldi lo teneva informato: il contagio eretico abbracciava anche preti e un gruppodi laici dell’Accademia tra i quali il Valentini e Ludovico Castelvetro. Il Sigibaldi definisce la città piena di eresiecome Praga e chiede che si mandino degli inquisitori perché nessuno qui denuncia nessuno. Il vicario infattiammette la sua impotenza. Viene scomunicato don Giovanni Bertari per aver attaccato voti e digiuni, Sighizzi sotto processo…in realtà la vita religiosa della città si sottraeva all’autorità episcopale anche grazie a un’incertezza

normativa. Sembra quasi che abbiano “abbracciato tutte le eresie germaniche”. Il vescovo voleva passare allemaniere forti ma non era facile, occorreva un chiarimento dottrinale perché tutti si sentivano in diritto di parlare difede e opere, predestinazione e e arbitrio.

•  Nel 42 Morone rientra a Modena. Ora comincia una grande trattativa con i moderati dell’Accademia per indurli ascrivere una confessio fidei per attestare la loro ortodossia. Rifiutarono, ma si decisero a scriverne uno solo quandovenne istituito in Sant’Uffizio, nel tentativo di salvare qualcosa. Infine dovettero rinunciare. Quasi tutti decisero di piegarsi anche solo simulando, un modo per adeguarsi al conformismo ufficiale senza rinunciare alle propriedottrine ma cmq era fallito in tentativo di promuovere un rinnovamento all’interno della Chiesa romana. Il ruolodell’Accademia è sempre più marginale: Valentini scappa e si rifugia in campagna, Francesco Porto va da Renatadi Francia, inoltre a nessuno è stata risparmiata l’umiliante sottomissione al formulario di fede.

•  Nel 43 Morone riparte e Sigibaldi ricomincia a denunciare nuove infezioni luterane che parte dai ricchi fino aitessitori e falegnami. Morone inviò due predicatori Bernardo de Bartoli e Bartolomeo della Pergola entrambisospetti d’eresia! Del resto il vescovo stesso sembrava coinvolto in scelte religiose simili a quelle dell’Accademia,avendo offerto anche coperture a personaggi sospetti. Un francescano lo denuncerà al duce estense Moronerinuncia alla diocesi di Modena.

• Sale Egidio Foscarini nel 50 che però mantiene una linea moderata evitando l’intervento dell’Inq. I processi del suoepiscopato colpirono artigiani un libraio (Gabaldino) ma nessun dotto o patrizio. Ma diventa papa Paolo IV nel1555 e inizia una stagione di repressione. Gabaldino viene imprigionato e poi fatto abiurare. Tutti fuggono dallacittà, solo Bonifacio Valentini (lo zio o nonno) si costituisce e deve abiurare. Il nipote era minacciato di condanna amorte e esiliò nei Grigioni dove pian piano abbandonò la questione religiosa. Anche Castelvetro fuggì. Le dottrineeterodosse continuarono a Mo dentro le case private, si facevano le sante cene, segno maturo di distacco. Grazie alnicodemismo l’eterodossia dura molto ma poi viene eletto papa Pio V che userà l’Inq facendo decine e decine di processi a Mo. Nel 67, quando erano quasi tutti debellati, il papa concede di assolvere ogni eretico se si fossecostituito occasione di scaricarsi la coscienza ma anche di far la spia perché era obbligatorio.

5 – Vicende individuali e circolazione di ideeTutta l’It era infetta, colpa degli ordini che non sapevano tener buoni i loro eretici. Circolavano predicatori e libri,uomini e idee.

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• Uomini religiosi. Gianbattista Pallavicino: carmelitano di bo accusato di aver detto frasi erronee, poi assolto, eriaccusato alla corte di Fr, estradizione a Roma, lo libera Margherita d’Austria. Agostino Mainardi: lombardoeterodosso che diventa priore a Pavia, fa delle omelie a Roma, processato e fugge nei Grigioni. Niccolò da Verona:omelie eretiche, fugge, viene arrestato dal governatore di Mi, ma poi fugge a Trento. Ambrogio Cavalli: prende tesierasmiane durante gli studi, fa omelie a Mi, deve abiurare e poi diventa elemosiniere di Renata di Fr ma il duce lofa fuggire in Svizzera, viene arso. Giulio della Rovere: polemiche sulle omelie, arrestato, sequestro di lettere

sospette e libri eretici, fugge nei Grigioni e diventa pastore calvinista. Brigantino da Colle Val d’Elsa: tiene delleomelie a Parma, rimprovero verbale ma continua a predicare a Fe e Padova, arresto dell’Inq. Andrea Ghetti daVolterra: omelie mantovane apprezzate dal cardinal Ercole Gonzaga, pubblica un discorso sulle opere e la fede, processo e assoluzione dell’Inq ma predica a Na, Ve, Fe, Ge, ora è costretto all’abiura, prediche a Bo e da Renata diFr, rinchiuso ma fugge, preso e assolto, prediche a Bo, Mess, Mi, Fi. Bartolomeo Fonzio: denunciato dal Carafa inquanto responsabile del dilagare dell’eresia in terra veneta ma grazie a dei patrizi fugge in Germ, apparentemoderazione, irenismo. Andrà a Roma per avere un’assoluzione definitiva, scrive un Catechismo da sopporre acontrollo e viene ripreso dalla Chiesa, ma fa omelie a Mo, Marche, Cittadella, viene riportato a Roma, rifiutal’abiura e viene annegato dopo aver consegnato una coraggiosa  Fidei et doctrinae ratio. Ma il più acclamato predicatore era il generale dei cappuccini Berardino Ochino che dovette fuggire a Ginevra lasciando tutti stupefatti,era contesissimo, grande veicolo di propaganda ma era molto cauto e allusivo fomentando un clima di curiosità.Predica ovunque (ro, bo, fi, fe, ve, na…). Anche i canonici lateranensi Vermigli e Chizzola fuggirono in Svizzera.Infine c’erano molti spostamenti da un convento all’altro come Francesco Negri, uno dei primi esuli, o il semplice prete secolare Pietro Manelfi.

• Uomini laici. Il piemontese Celio Secondo Curione, insegnante a Mi, si rifugia a Ve, da Renata di Fr, da unafamiglia a Lucca e in Svizzera. Aonio Paleario: professore accusato di luteranesimo, fugge e scrive Actio in pontifices Romanos, decapitato e arso. Francesco Porto: prof a Mo di greco, legato all’Accademia, nicodemico, precettore delle figlie di Renata, cacciato dal duca e va a Ve, denuncia, abiura, Grigioni. Tra i laici c’erano anche persone più modeste come il libraio Antonio Gadaldino (spola tra Mo e Ve), il mercante Bergomozzi (un capo dellacomunità di mo), tessitore di bolo Bavellino, l’artigiano GiovanBattista Scotti sempre a bo.

6 – Da Erasmo al Beneficio di Christo.

•  Non esiste una chiave confessionale per interpretare la Riforma in Ita, ci sono troppi elementi specifici. Lutero era per gli italiani una sorta di archetipo, un oceano dal quale sgorgano tutte le eterodossie diverse. Si credeva fosse

una persona autorevole ma non per questo piena di Spirito di Dio, per questo ci si sentiva legittimati a cogliere soloqualche aspetto della sua dottrina. Il testo che circolava di più, il  Beneficio di Christo ha infatti un’improntavaldesiana. Senza una struttura ecclesiastica e senza un centro egemonico, il libero confronto che si sperimentavaera molto ingenuo sotto quest’ottica si comprende il perché si parli di una Erasmo luterano. Quando poi finiscela spinta riformistica, i resti sono quasi tutti orientati verso il calvinismo e anche i valdesi si adeguano. Ma laPreriforma erasmiana fu sempre attuale in It perché la vera Riforma non verrà mai fatta. Quindi restano semprefreschi gli attacchi alla religione rituale, ai frati poltroni, immagini sacre, digiuni, cerimonie, feste, purgatorio:restano giustificazione per fede, arbitrio, predestinazione..cmq una religione diretta, concreta, quotidiana. Un relche privilegia l’etica, l’autenticità spirituale. Peccato che resta una debolezza teorica, marginalità rispetto alleimplicazioni in grandi questioni che c’erano. In Ita non arriva la controversia Erasmo-Lutero. Gli Accademicivengono denunciati di: credere nella sola fede e non nelle opere, nell’infinita misericordi di Dio, giustificazione,tutti andranno in paradiso…temi erasmiani abbuco.

Il   Beneficio di Christo stesso ha un messaggio di liberazione, salvezza grazie alla croce, riscatto finale ericonciliazione con Dio, radicale semplificazione teologica. Ci si sbarazza della visione di un Dio imperscrutabile,minaccioso. Molti contestano questa semplificazione come il Politi nel suo Compendio d’errori e inganni luteraniin cui dice che sono solo parole dolci ma che abusano del sangue dell’agnello con una vana confidenza chelegittima l’anarchia. Quindi si condanna l’opera ma se ne vendono probabilmente 40.000 copie solo a Ve! Nonappartiene a una eterodossia particolare, è un esempio di fluidità teologica: dentro ci troviamo anche passaggidell’ Istitutio di Calvino integrato con lo spiritualismo valdesiano. Il suo successo è dovuto proprio alla sua forza diraccogliere premesse e messaggi diversi ed integrarli positivamente senza alcun attacco alla Chiesa romana. Ilcanovaccio era stato redatto dal benedettino cassinese don Benedetto Fontanini da Mn, poi Marcantonio Flaminiogli darà la stesura definitiva inserendo forse un po’ di Calvino. È il frutto più maturo della Rif italiana, un ambiguomanifesto programmatico anonimo, dà una sorta di indirizzo dottrinale che non laceri la Chiesa. Sarà ancheun’illusione ma è comprensibile quando si pensa a due all’importanza del Pole e Morone. Questi erano i candidatifavoriti per la tiara del 40 e del 55. il libro è condannato dall’assemblea tridentina ma fatta stampare dai legati

 papali. Quindi orientamenti teologici diversi erano presenti nei più alti gradi ecclesiastici, cosa che è successa soloin It. In Sp c’era solo l’arcivescovo Carranza,

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7 – Il sacco di Roma e la sua eredità

• La Rif arriva con gran ritardo in It. Uno dei motivi per i quali dilagò fu il sacco del 27 dei lanzichenecchi. Siabbandonò ogni velleità di contrapporsi all’imperatore e mutò il clima spirituale. Si pensava fosse stata una punizione divina per Clem VII. Si voleva trovare una ragione per quel castigo divino. Alfonso de Valdés nel suo Diàlogo de las cosas occurridas en Roma parla appunto di giudizio di Dio, stimandolo come giusto. Anche uncronista modenese parla di giudizio giusto. Ma c’erano anche coloro che attaccavano CarloV per quello che avevafatto, accusandolo di averci scagliato contro eretici, altri chiedevano a Dio una vendetta. Ma le reazioni più serieerano improntate a problemi religiosi circa in rinnovamento in capite et in membris della Chiesa. Non era piùtempo di parole, ma di fatti. Ma i cambiamenti non avvennero di certo a Roma. Erasmo attaccava la letteraturaumanistica perché inadeguata a rispondere ai problemi. Ci vuole rigore ascetico e penitenziale e ciò lo capirono lecongregazioni di chierici secolari (raccordo tra Chiesa e pop) nascono due schieramenti: 1 riforma della Chiesa per una forte lotta contro eresia, 2 trarre spunto dalle eresie per fare la riforma.

• Riformatori contro l’eresia. Gian Pietro Carafa aristocratico cardinale fondatore dei teatini (ipocrisia, simulatasantità), lungimirante nel adottare idee intransigenti, vuole il SUff (42) fuori dal controllo papale. Eletto papa nel1555. Pietro Bembo e Gasparo Contarini dentro dibattiti religiosi e riformatori, è chiamato da Paolo3 a dirigere la politica papale era tempo di riforma ecclesiastica e di concili. Scrive il Consilium de emenda Ecclesia nel 37 elo firmano Carafa, il grecista Aleandro, Sadoleto, Pole, e il vescono di Verona Giberti: artefice della politica antiimperiale, dopo il sacco ritorna a Verona. Qui deve fare i conti con i grandi abusi del clero e invita a Verona grandi

letterati e intellettuali dai buoni costumi. Cominciarono tutti a discutere su questioni teologiche facendo emergerevisioni molto eretiche. In questo gruppo il Berni inserisce nel suo Orlando innamorato (del Boiardo) alcune stanzeanticlericali. Il gruppo veronese viene visto molto male da tanti. Sempre a Verona il Flaminio fa nascere unadiscussione sulla predestinazione ma lo fa in modo cauto per non creare separazioni.

8 - Juan de Valdés e gli spiritualiIl Flaminio va a Na nel 1538 per conoscere Juan de Valdés: questo era un lettore erasmiano, costretto a fuggire dall’Inqin Italia per il suo   Diàlogo de doctrina cristiana perché sotto questa maschera erasmiana si poteva celare delluteranesimo (tipicità dell’alubradismo spagnolo). È una scelta religiosa raffinata e autonoma. A Na ci furono moltiinteressati intorno al maestro di coscienze Valdés. Nasce quindi un movimento intorno Flaminio solo in partecompatibile col luteranesimo (alumbradismo), ma sostanzialmente era una dottrina estranea a quelle riformate:l’accesso ai segreti di Dio non scaturisce dai testi scritti ma da un’illuminazione dello spirito. Si tratta di un’esperienza,un percorso di acquisizione di verità, grande soggettivismo religioso che esclude un’autorità normativa. La Chiesa puògiudicare solo atti esteriori, ma non quelli interiori. Ma tutti sono chiamati alla salvezza, anche la Chiesa, l’unica cosada insegnare è un elementare Alfabeto cristiano, ma il resto del percorso lo si fa da soli. Questa dottrina si presta moltoal nicodemismo. Gran successone, aderisce anche Reginald Pole una volta convertito a Viterbo dal Flaminio. Ora illeader diventa Pole che vedeva in queste idee esoteriche la possibilità di adesione alla rif senza scismi. In quel tempo ilContarini e Morone cercavano di convincere i modenesi a scrivere un testo compatibile con l’ortodossia e cercarono dicoinvolgere il Pole il quale però non si voleva immischiare infatti Modena mostrava troppe fratture e il Contarinidiceva che occorreva accettare le verità di Lutero. Al ché Pole si ritira dalla discussione, e forma una sorta di  EcclesiaViterbensis chiamato il gruppo degli “Spirituali”, irenismo e complesso spiritualismo esoterico e nicodemitico.Morto il Contarini nel 42, comincia una stagione di sorda lotta intestina del sacro collegio nel tentativo di trovare gliobbiettivi di una riforma, finché Paolo 3 non decide di istituire l’Inq. Così vince la linea intransigente Carafa e vengonoconvocati subito Ochino e Vermigli che però scappano sollevando imbarazzo agli amici. Ciò non indebolisce gli

Spirituali anzi, si affianca anche il Morone. Questa conversione fa festeggiare tutta Modena. Morone verrà processatotra il 555 e il 60 grazie ai dossier raccolti durante gli anni dal Carafa.

9 – L’eresia nei vertici della Chiesa e nicodemismoIl Pole e Morone sono denunciati a Roma come veri e propri luterani segretamente collegati in una lega. Valdés èannoverato tra i responsabili del dilagare eretico. Il punto è che tra questi spirituali c’erano persone altissime: il vescovoMadruzzo, benedettino Cortese, domenicano Badia, Bembo, Ercole Gonzaga, Vergerio, Soranzo, Seripando, Ochino eanche aristocratici come Orsini e Ascanio Colonna. Un pochino segna l’antica distinzione tra la religione del popolo equella dei dotti. Ma si beccano molte critiche dagli esuli che li accusano di nicodemismo, di rinviare scelte dolorose edissimulare. Si chiedono quand’è che il Pole uscirà allo scoperto. Alla fine degli anni 40 scoppia proprio la polemicaantinicodemiana degli esulti e di Calvino in una rigida contrapposizione tra verità ed errore, purezza evangelica ecorruzione romana. Non è facile infatti schierare personaggi come Pole, Flaminio o Morone, troppe diversità di

comportamenti, opportunismo, volontà di conservazione, tutela dei privilegi…ma anche eclettismo dottrinale nonconcorde né con Roma né con Wittenberg , attese provvidenzialistiche. Molti dicono di abbracciare solo qualche tesiluterana e condannano la separazione di Lutero dalla Chiesa. Si sentirono autorizzati a leggere i grandi riformatori senzasottoscrivere a tutto, ma solo come termine di confronto. Del resto l’Inq non li accusava troppo in quanto non erano

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contro la Chiesa. Furono proprio gli spirituali a promuovere il  Beneficio di Christo, l’ Alfabeto  cristiano e il brevecatechismo invito agli accademici.

• La fine. Nel decennio delle prime riunioni tridentine comincia ad esaurirsi lo slancio spiritualista e le illusioni di portare un diverso esito alle prospettive di riforma. Ma allo stesso tempo è il periodo di maggior diffusione di letteterodossa. Negli anni successivi il ripiegamento continua, ci sono solo attese provvidenzialistiche di un nuovoconcilio. Ma dopo la morte di Paolo3 le redini le prende il Carafa con l’Inq, il quale, all’insaputa di Giulio3, fa

 processi inquisitoriale contro gli spirituali. Il Pole in questa situazione era messo male: Roma lo considerava ereticoe la Germania lo considerava papista. Il breve pontificato di Pio4 consente l’assoluzione di Morone e di tanti altrima Pio5 riprende subito l’inchiesta e un periodo di grande repressione e miti condanne per chi si costituisce.

10 – Il radicalismo religioso

• L’anabattismo prende piede nelle regioni nordorientali, propaggini tirolesi e trentine, con i seguaci di Gaismayr chesi era stabilito a Padova. Qui leggeva Lutero e aveva contatti con la chiesa di Zurigo e Zwingli. Voleva fare unoschieramento protestante che comprendesse Ve. Contribuì anche il misterioso Tiziano che impara il radicalismodagli esuli e lo porta in Italia. Pietro Manelfi fu un prete marchigiano battezzato da Tiziano e eletto ministro delleChiese anabattiste. Ma poi si costituirà. Egli scrive molto sulle varie Chiese anabattiste dicendo che essi rifiutano i peccatori e i preti, e che non erano soggetti a nessuna autorità. Questo fa allarmare Roma. Inoltre l’anabattismo

stava prendendo una piega antitrinitaria, i cui scritti già circolavano in Italia. Nasceva quindi il dibattito interno seGesù fosse uomo o dio. Fu indetto un vero concilio a Venezia con 60 fra ministri e vescovi che decisero: 1 Cristo èuomo, 2 Maria ebbe altri figli, 3 gli angeli non esistono, sn uomini, 4 non c’è diavolo se non la prudenza umana, 5

gli empi non resusciteranno, 6 l’unico inferno è la tomba, 7 gli eletti, in attesa del giudizio, dormiranno in Dio, 8 ilseme umano ha forza da Dio per riprodursi, 9 no opere, 10 Cristo è morto per dimostrare la giustizia di Dio.La negazione della divinità di Cristo implica che non ci ha salvati per mezzo della croce, da qui l’abbandono delladottrina luterana e calvinista e della giustificazione per fede. Questo radicalismo è tipico solo dell’anabattismoitaliano e le sue matrici culturali restano sfuggenti.

• Persone. Girolamo Busale, calabrese che fa gran propaganda, viene ribattezzato, diventa autorevole ministro, va a Na e assume un atteggiamento profetico convito che lo S.Santo parlasse in lui. Al momento di fuggire andrà inAlessandria d’Egitto poi a Damasco. Il napoletano Giovanni Laureto si converte alla rif, è ribattezzato dal Busale, poi va a Salonicco dove diventa giudaico (conseguenza estrema dell’antitrinitarismo) ma poi torna ancora cattolico.Intanto la dura repressione fa sparpagliare per l’It tutti gli anabattisti. Molti esuli infine scapperanno in Moravia

abbandonando le idee antitrinitarie.L’intera comunità di Cinto si trasferì in Moravia, erano tutti analfabeti maintenti ad affermare il dissenso. Altri nomi sono Marcantonio Varotta, che poi rientrerà a Roma, Niccolò Buccella piegatosi all’abiura e dirà che ognuno deve seguire ciò che sente in cuore e basta. Soprattutto Giorgio Siculo omeglio Giorgio Rioli personaggio misterioso strangolato a Fe in carcere. Pubblica due libri, grande carisma, pocacultura. Egli, partendo dall’esempio dello Speira che muore disperato dopo l’abiura credendo di andare all’inferno perché ha negato la verità, arriva a denunciare le falsità del protestantesimo sembra un orientamento cattolicoma in realtà parla della salvazione universale. Poi la sua dottrina avrà esiti radicali e antitrinitari nonché profetici.Diceva che lo spirito di Dio stava arrivando. Il SUfficio si accanì tantissimo contro lui e la sua “setta georgiana”.Dentro di essa c’erano mercanti, medici, dotti, professori, studenti ma anche autorevoli prelati e uomini di culturasimpatizzavano.


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