19
04/12/14 1 Una Didattica Metacognitiva e Mentalista Dott. Pasquale Saviano Psicologo - Psicoterapeuta Una didattica metacognitiva deve valorizzare gli stili di apprendimento per ricalibrare il rapporto tra docente (mediatore del sapere), alunno (soggetto consapevole del processo di apprendimento) e discipline (oggetto culturale di studio) È ancora diffusa l’idea che l’apprendimento dipenda quasi esclusivamente da fattori legati alla volontà del soggetto che si esplica attraverso un desiderio di affermazione, una determinazione nella riuscita, una ricerca dell’autostima, e dell’identità personale, spirito di sacrificio, curiosità… [email protected] Volli, sempre volli, fortissimamente volli! Vittorio Alfieri

Didattica metacognitiva e mentalista

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Una didattica metacognitiva deve valorizzare gli stili di apprendimento per ricalibrare il rapporto tra docente (mediatore del sapere), alunno (soggetto consapevole del processo di apprendimento) e discipline (oggetto culturale di studio)

Citation preview

04/12/14  

1  

Una Didattica Metacognitiva e Mentalista

Dott. Pasquale Saviano Psicologo - Psicoterapeuta

Una didattica metacognitiva deve valorizzare gli stili di apprendimento per ricalibrare il rapporto tra docente (mediatore del sapere), alunno (soggetto

consapevole del processo di apprendimento) e discipline (oggetto culturale di studio)

È ancora diffusa l’idea che l’apprendimento dipenda quasi esclusivamente da fattori legati alla volontà del soggetto che si

esplica attraverso un desiderio di affermazione, una determinazione nella riuscita, una ricerca dell’autostima, e

dell’identità personale, spirito di sacrificio, curiosità…

[email protected]

Volli, sempre volli, fortissimamente volli!

Vittorio Alfieri

04/12/14  

2  

La volontà è soltanto un aspetto secondario del successo scolastico che è il risultato di altri importanti fattori cognitivi caratterizzanti

il processo formativo

Antoine de La Garanderie “Gestione Mentale”

[email protected]

Il filosofo francese ha introdotto nell’apprendimento il concetto di “evocazione mentale” .

Essa rappresenta il momento di restituzione della percezione sotto forma auditivo/verbale, visiva e/o cinestetica e la condicio

sine qua non all’apprendimento

La conoscenza viene ad essere non più la diretta e lineare conseguenza dell’atto percettivo, come la ritiene la didattica laboratoriale per la quale è l’azione del soggetto a favorire l’apprendimento, ma il risultato dell’educazione mentale

Esiste una “triangolazione” tra la percezione e l’atto di conoscenza mediata dall’evocazione mentale. Quella che Morin

chiamava: TRIADE AD ANELLO perché costituisce il “trittico” fra mente, cervello e cultura

[email protected]

L’azione da sola non basta se non viene corredata dalla dimensione evocativa

Molti alunni pur «facendo» non apprendono ed incontrano

difficoltà anche nelle discipline meno teoriche

04/12/14  

3  

Ignorare la funzione dell’evocazione mentale è un errore perché non permette di vedere l’apprendimento in una cornice più ampia ma solo in relazione alla qualità della percezione e alla volontà del

soggetto

La Gestione Mentale promuove nell’alunno la consapevolezza delle sue caratteristiche cognitive e l’attivazione di «gesti mentali»

necessari per affrontare un compito

[email protected]

Il docente si avvale del cosiddetto «dialogo pedagogico» che può essere riferito al singolo alunno o al gruppo classe

Cioè semplici procedure comunicative di tipo attivo con lo

scopo di indagare retrospettivamente il mondo interiore (dimensione mentale ed affettiva) degli alunni

I processi mentali possono diventare consapevoli se il soggetto riesce a portarli ad un livello cosciente, portandoli dal livello

preconscio

Il dialogo pedagogico diventa un mezzo di facilitazione, un catalizzatore che permette all’alunno di uscire dagli automatismi

cognitivi ed accedere ad un apprendimento metacognitivo

[email protected]

04/12/14  

4  

Il dialogo pedagogico consente al soggetto di uscire dagli automatismi cognitivi per accedere ad un apprendimento

metacognitivo

Secondo la teoria di La Garanderie le modalità di apprendimento sono essenzialmente tre:

-  Persone che apprendono ripetendosi interiormente le parole e le

spiegazioni ascoltate

-  Soggetti che rivedono oggetti e cose utilizzando immagini mentali (thought images)

-  Altri, invece, che utilizzano movimenti fisici e/o corporei per elaborare le informazioni viste e/o ascoltate (possono essere

cinestesici visivi oppure uditivi)

[email protected]

Le evocazioni uditive, visive e/o cinestetiche rappresentano «la cinghia di trasmissione» dal percepito, visto, ascoltato e/o agito

(mondo dell’esperienza e oggetto culturale del sapere) alla conoscenza ed all’apprendimento

In questo caso il soggetto riveste un ruolo attivo sui propri processi mentali e quindi di apprendimento che può applicare a tutto lo

scibile umano

[email protected]

Le evocazioni sono strettamente legate alla complessità, questo perché le sensazioni a cui siamo sottoposti non appartengono

tutte alla stessa categoria

A percezioni semplici corrispondono evocazioni semplici, a sensazioni complesse evocazioni di pari grado

04/12/14  

5  

[email protected]

CLASSIFICAZIONE DELLE EVOCAZIONI IN 4 PARAMETRI MENTALI

P1 – Evocazione mentale auditiva, visiva e/o cinestetica di cose, oggetti, ambienti, esseri, scene, fisionomie di persone, eventi, fatti, ecc.

Operazioni logiche semplici

P2 – Evocazione mentale auditiva, visiva e/o cinestetica di parole, numeri, simboli, ecc.

P3 - Evocazione mentale di auditiva, visiva, e/o cinestetica dei rapporti e delle relazioni logiche tra situazioni e concetti disciplinari implicanti rapporti causali, modali, temporali, spaziali, ecc.

Operazioni logiche complesse

P4 – Evocazione mentale uditiva, visiva, e/o cinestetica inventivo-fantastica, creativa, di completamento originale, di pensiero divergente, ecc.

OPERAZIONI LOGICHE COMPLESSE

Secondo il pedagogista transalpino l’apprendimento implica cinque gesti mentali:

-  Attenzione -  Riflessione

-  Comprensione -  Memorizzazione

-  Immaginazione creativa

[email protected]

Essi rappresentano gli atti di pensiero che i docenti hanno il dovere di insegnare agli alunni

L’evocazione unita ai vari gesti mentali consente l’apprendimento metacognitivo che

è controllato da entrambi gli attori del processo formativo (docenti e alunni) in rapporto ad un obiettivo (contenuto disciplinare)

Quindi si può insegnare ad apprendere creando i presupposti per un metodo di

studio

04/12/14  

6  

[email protected]

CARATTERISTICHE DEI GESTI MENTALI IMPLICATI NELL’APPRENDIMENTO

Gesto dell’Attenzione (progetto di senso rivolto al

presente)

Disporsi mentalmente per vedere e/o risentire la lezione (dato percettivo) al fine di rivederla e/o risentirla mediante l’evocazione di

immagini visive, auditive e/o cinestetiche (dato mentale)

Gesto della Riflessione (progetto di senso rivolto al

passato)

Disporsi mentalmente per recuperare dati, informazioni, regole, nomi, conoscenze, notizie, relazioni, istruzioni utili alla risoluzione della situazione problematica mediante immagini visive, il discorso

interiore e/o evocazioni cinestetiche

Gesto della Comprensione (progetto di senso rivolto al

presente)

Disporsi mentalmente per operare confronti continui tra gli elementi percettivi (informazioni, regole, nomi, conoscenze, notizie, relazioni,

istruzioni, ecc.) e la loro evocazione visiva, uditiva, e/o cinestetica fino al corretto adeguamento col modello percettivo

Gesto della Memorizzazione (progetto di senso rivolto al

futuro)

Disporsi per proiettare mentalmente in un tempo e in uno spazio di futura utilizzazione i dati da memorizzare sotto forma di evocazioni

visive, auditive e/o cinestetiche

Gesto dell’Immaginazione creatrice (progetto di senso

rivolto al presente e al futuro)

Disporsi per richiamare l’evocazione visiva, auditiva e/o cinestetica di un oggetto o di una sensazione prolungandone rispettivamente le caratteristiche o il senso sul piano mentale, dando così luogo alla

creatività e al pensiero fantasmatico

LA DIDATTICA MENTALISTA

Si prefigge di offrire agli alunni l’opportunità di imparare ad interpretare, organizzare e strutturare le informazioni ricevute dall’ambiente e la capacità di riflettere su questi processi per

divenire sempre più autonomi nell’affrontare situazioni nuove

[email protected]

L’intenzione dell’insegnante non è tanto rivolta all’elaborazione di materiali e metodi nuovi per “imparare a fare”, quanto a

formare quelle abilità mentali sovraordinate che vanno al di la dei semplici processi primari (ad es. leggere, scrivere, ricordare)

04/12/14  

7  

Andare al di la della cognizione significa sviluppare nel soggetto la consapevolezza di quello che sta facendo, del perché lo fa, di

quando è più opportuno farlo ancora e in quali condizioni

La didattica metacognitiva ha dimostrato la sua efficacia sia per l’affinamento di competenze trasversali, come l’attenzione, la

memoria, il metodo di studio che per l’apprendimento di abilità più prettamente curricolari, come la lettura e la comprensione del

testo, la matematica, la scrittura

[email protected]

L’educatore che adotta un approccio didattico di tipo metacognitivo può operare a quattro diversi livelli fra loro

interconnessi:

-  Sulle conoscenze relative al funzionamento cognitivo generale -  Sull’autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo -  Sull’uso di strategie di autoregolazione cognitiva -  Sulle variabili psicologiche sottostanti

[email protected]

04/12/14  

8  

Conoscenze sul funzionamento cognitivo generale

L’educatore fornisce all’allievo informazioni generali sul funzionamento della mente umana adattandole chiaramente alle

capacità di comprensione del soggetto

[email protected]

L’obiettivo è quello di favorire la strutturazione di una teoria della mente, con conoscenze relative a tutta una serie di processi cognitivi ed affettivo – emozionali: la percezione, l’attenzione, la

memoria, le emozioni, le abilità logiche, i vari tipi di apprendimento, ecc..

In ognuno di questi processi vanno considerati tre aspetti particolari:

-  Il funzionamento generale tipico (“normale”) -  I limiti del processo, la sua entità, le caratteristiche e la

variabilità interindividuale -  La possibilità di influenzare attivamente lo svolgimento del

processo cognitivo con strategie di autoregolazione (ad es.: rendersi conto che con l’uso della strategia del raggruppamento di oggetti secondo caratteristiche comuni aumenta in maniera significativa la qualità del ricordo)

[email protected]

E’ importante che il bambino si renda conto che nella mente avvengono molte cose interconnesse fra loro e che alcune di

queste risultano determinanti per apprendere

04/12/14  

9  

Anche con allievi con disabilità mentale è possibile spiegare aspetti del funzionamento cognitivo anche se non ad un livello troppo

sofisticato

Ad esempio soffermandosi su come la mente raccolga dati ed informazioni dall’esterno ma possa anche produrre idee partendo

dall’interno e come queste possano essere giuste o sbagliate

[email protected]

Si possono portare gli allievi a distinguere tra fatti reali e sensazioni, sogni, aspettative

Una ulteriore applicazione può essere rivolta ai bambini autistici

cioè con l’attribuzione di stati mentali alle altre persone e di adattamento del comportamento sulla base di credenze e false

credenze

Autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo

L’allievo viene aiutato ad apprezzare le capacità e i limiti della propria mente nel momento in cui vengono messi in atto processi

cognitivi di diversa natura

[email protected]

L’educatore fornisce dei feedback sulle prestazioni e lo stimolo ad indagare aspetti connessi al modo in cui vengono attivati i

processi mentali nello svolgimento dei compiti

Le informazioni che l’educatore fornisce non devono mai svilire o sminuire il valore della persona ma stimolare una autoanalisi

sui processi cognitivi implicati

04/12/14  

10  

Strategie di autoregolazione cognitiva

Bisogna guidare l’allievo nel controllo dei propri processi cognitivi finalizzati alla risoluzione di compiti:

[email protected]

-  Fissarsi un chiaro obiettivo e specificarlo in termini di risultati attesi e di svolgimento delle attività

-  Darsi delle istruzioni per effettuare concretamente le operazioni pianificate

-  Osservare l’andamento del processo di apprendimento raccogliendo dati sulla sua evoluzione

-  Confrontare i dati e l’evoluzione del processo di apprendimento con le finalità precedentemente fissate

-  Decidere se continuare mantenendo la strada adottata o considerare correzioni e modifiche delle strategie

Variabili psicologiche di mediazione

Alcune variabili psicologiche condizionano fortemente la capacità del bambino di adottare un metodo metacognitivo di esecuzione e

di autocontrollo

[email protected]

Bisogna sviluppare metodologie che tengano conto di queste variabili aiutando l’alunno a sviluppare una percezione positiva di sé come persona capace di ottenere successo nei processi di

apprendimento

04/12/14  

11  

La didattica mentalista analizza la dimensione mentale dell’alunno individuandone i punti critici

Il cuore di questo metodo sta nel credere che per stare attenti, memorizzare, riflettere, comprendere, ragionare ed essere creativi è

necessario utilizzare dei “gesti mentali” che possono essere descritti in modo particolareggiato come quelli di uno sportivo

nell’atto di compiere un esercizio fisico o di un artigiano intento alla costruzione di un manufatto

[email protected]

In questa ottica, lo stesso concetto di curricolo viene rivisto alla luce del ruolo centrale riconosciuto alla persona-alunno nel

processo di insegnamento/apprendimento

Le competenze e gli obiettivi generali non vengono più articolati e declinati in base alle strutture epistemologiche delle discipline, prese come fondamentale punto di riferimento, ma sulla base

dell’alunno e delle sue operazioni mentali

Il curricolo diventa una commistione di “gesti mentali” che devono essere attivati per conseguire gli obiettivi generali e quindi

le competenze disciplinari

In questo senso soggetto ed oggetto di apprendimento si incontrano e si fondono insieme evitando così separazioni o

valorizzazioni di una parte a discapito dell’altra

[email protected]

04/12/14  

12  

La didattica mentalista nella sua considerazione dell’apprendimento come risultante di specifiche operazioni

mentali ed evocazioni mentali

Sposta il baricentro epistemologico dalle materie di studio al soggetto in apprendimento inteso nella sua più autentica accezione

ontologica dando piena realizzazione alla formula pedagogica “dell’imparare ad imparare” o “dell’apprendere ad apprendere”

che tutti P.O.F. proclamano ma che pochissimi riescono a tradurre in prassi didattica

[email protected]

Attraverso il “dialogo pedagogico” che consiste in una comunicazione attiva l’insegnante può promuovere negli alunni la

presa di coscienza del proprio stile di apprendimento “madrelingua pedagogica o naturale” che rappresenta il mezzo

mentale di elaborazione delle informazioni che il soggetto utilizza per entrare in rapporto con il mondo esterno

Le funzioni primarie del pensiero diventano insegnabili e spendibili nello studio dei vari contenuti disciplinari

Questa pratica pedagogica ha il merito di valorizzare il docente

come “regista” del processo di apprendimento e di rendere l’alunno “attore”

[email protected]

04/12/14  

13  

IL CONCETTO DI INSIEME SECONDO I PRINCIPI DELLA DIDATTICA MENTALISTA

Nel primo anno della scuola primaria appare utile affrontare alcune attività logiche: classificazione, seriazione e scoperta delle relazioni che rappresentano la propedeuticità per l’insegnamento

dei concetti fondamentali dell’aritmetica e della geometria

[email protected]

Gli insieme rappresentano il mondo intermedio tra quello dei numeri e quello degli oggetti

Permettono la concettualizzazione ed il passaggio da un’analisi

qualitativa ad una quantitativa

IL CONCETTO DI INSIEME SECONDO I PRINCIPI DELLA DIDATTICA MENTALISTA

INSIEME (matematica): un raggruppamento di elementi sulla base di una o più caratteristiche comuni

Sin dai primi giorni di scuola l’insegnante indirizza l’alunno con attività e giochi di classificazione all’osservazione, al confronto e

alla formazione di insiemi

[email protected]

04/12/14  

14  

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

COSA FA L’INSEGNANTE: L’insegnante invita gli alunni a spiegare il gesto dell’attenzione con rinforzi positivi alle risposte corrette date dai bambini

[email protected]

COSA FANNO GLI ALUNNI: Alcuni bambini alzano la mano e spiegano come fanno mentalmente a stare attenti durante la lezione utilizzando immagini visive e/o evocazioni auditive

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

COSA FA L’INSEGNANTE: La maestra invita i bambini a stare attenti perché spiegherà loro il significato della parola «insieme» utilizzando alcuni esempi tratti dalla vita quotidiana

[email protected]

COSA FANNO GLI ALUNNI: Gli alunni si dispongono mentalmente per attivare il gesto dell’attenzione ripetendo interiormente le parole dell’insegnante (soggetti auditivi), rivedendo le immagini mentali della spiegazione della maestra (soggetti visivi) o utilizzando entrambe le modalità (soggetti misti)

04/12/14  

15  

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

COSA FA L’INSEGNANTE: L’insegnante spiega il concetto d’insieme non attraverso definizioni astratte, ma con esempi pratici e coinvolgenti sul piano affettivo. I bambini vengono coinvolti in palestra in attività pratiche e di gioco richiedenti il concetto d’insieme secondo i principi dello strutturalismo. Esempio: i bambini che hanno una caratteristica in comune (capelli biondi o jeans) si prendono per mano e formano un cerchio

[email protected]

COSA FANNO GLI ALUNNI: Gli alunni partecipano alla lezione prestando attenzione alle attività di gioco svolte in palestra. Formano i gruppi di insieme secondo le indicazioni suggerite dalla maestra. Anche alunni con disabilità fisiche e/o cognitive lievi, possono, con l’aiuto dell’insegnante di sostegno, partecipare all’attività.

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

COSA FA L’INSEGNANTE: In classe la maestra attiva un dialogo pedagogico con gli alunni per recuperare, sul piano mentale, l’esperienza svolta in palestra e rappresentarla sul quaderno mediante disegni e brevi spiegazioni scritte

[email protected]

COSA FANNO GLI ALUNNI: Gli alunni riferiscono di risentire nella mente le spiegazioni dell’insegnante e/o di rivedere immagini dei compagni che formavano i vari gruppi-insieme. I bambini disegnano sul loro quaderno l’esperienza svolta con una breve frase riassuntiva. Elena (alunna affetta da tetraparesi spastica) afferma di essersi ripetuta nella testa le parole della maestra e spiega verbalmente le attività svolte in palestra.

04/12/14  

16  

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

COSA FA L’INSEGNANTE: Si continua l’attività in classe prendendo come tema «La fattoria degli animali» (passaggio dall’esperienza al piano culturale). L’insegnante spiega agli alunni che per formare un insieme occorrono elementi con qualcosa in comune. Nella fattoria ad esempio vivono diversi animali «domestici» (alla lavagna viene scritto e spiegato il significato del termine «domestico»). Agli alunni viene chiesto di evocare gli animali che vivono nella fattoria con le loro caratteristiche. Viene concesso un minuto di tempo per favorire l’evocazione mentale degli animali.

[email protected]

COSA FANNO GLI ALUNNI: Gli alunni prestano attenzione alla spiegazione della maestra relativa al termine «domestico» e lo fissano nella loro mente ciascuno utilizzando la propria «madrelingua pedagogica». Restano un minuto in silenzio per evocare in modo visivo e/o auditivo gli animali domestici della fattoria. Molti bambini utilizzano automaticamente il gesto della riflessione, riescono a rievocare e a descrivere i principali animali domestici. Elena elenca verbalmente all’insegnante di sostegno i pochi animali che conosce.

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

COSA FA L’INSEGNANTE: L’insegnante recupera le informazioni fornite dai bambini con rinforzi positivi e disegna alla lavagna gli animali menzionati. Scrive sotto ognuno di loro il nome corrispondente chiedendo agli alunni il gesto dell’attenzione per fissarlo nella testa.

[email protected]

COSA FANNO GLI ALUNNI: I bambini disegnano sul quaderno gli animali rappresentati alla lavagna e attivano il gesto dell’attenzione per risentire e/o rivedere le informazioni nella loro testa. Elena collabora con l’insegnante di sostegno che disegna e colora per lei gli animali.

04/12/14  

17  

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

COSA FA L’INSEGNANTE: La maestra controlla la correttezza del gesto dell’attenzione coinvolgendo nel dialogo pedagogico i bambini più timidi e meno partecipi.

[email protected]

COSA FANNO GLI ALUNNI: I bambini più passivi vengono coinvolti direttamente dall’insegnante e fanno vedere i loro disegni ai compagni rispondendo alle domande della maestra.

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

COSA FA L’INSEGNANTE: La lezione si conclude con la definizione di «insieme», termine con il quale si indica un gruppo di oggetti, di persone o di animali che hanno una o più caratteristiche in comune. Ciascun insieme presenta un’etichetta-concetto e viene rappresentato con una linea chiusa per indicare l’appartenenza.

[email protected]

COSA FANNO GLI ALUNNI: Gli alunni, dopo aver ascoltato la definizione di insieme, si esercitano svolgendo alcuni esercizi (fase operativa) forniti in fotocopia dall’insegnante, cercando di attivare spontaneamente il gesto della riflessione. Elena esegue gli esercizi indicando all’insegnante le operazioni da svolgere.

04/12/14  

18  

ESEMPIO PRATICO DELLA METODOLOGIA MENTALISTA

Su questo modello sono stati poi sviluppati percorsi per insegnare gli insiemi per rappresentare la realtà, i numeri, i concetti logici e per risolvere situazioni problematiche

[email protected]

I concetti più complessi, soprattutto quelli di aritmetica, possono essere insegnati in modo più efficace se l’alunno diventa consapevole del proprio stile di apprendimento e delle operazioni mentali necessarie per eseguire il compito

CONCLUSIONI

Nel campo della ricerca pedagogica la didattica mentalista costituisce una novità metodologica utile per affrontare in modo più incisivo il problema dell’insegnamento e dell’apprendimento metacognitivo

[email protected]

Essa favorisce una didattica più fruttuosa, contribuisce all’innalzamento della professionalità docente rendendo gli alunni più consapevoli e responsabili del proprio successo scolastico.

04/12/14  

19  

CONCLUSIONI

La Didatt ica Mental is ta favorisce i l passaggio dal “sapere” (monismo pedagogico) al “conoscere come sapere” (dualismo pedagogico), presupposto essenziale per una scuola moderna e realmente formativa

[email protected]

BIBLIOGRAFIA

• AA.VV. (1996), La pratica pedagogica della Gestione Mentale, Edizioni Del Cerro, Pisa • La Garanderie A. de (2003), I mezzi dell’apprendimento e il dialogo con l’alunno, Erickson, Trento • Morin E. (2001), I sette saperi fondamentali all’educazione del futuro, Raffaello Cortina, Milano • Sacchelli P. (2005), Prevenire e risolvere le difficoltà ortografiche con il metodo della Gestione Mentale, Anicia, Roma • Sacchelli P., Angeloni M. (2010), “Una didattica metacognitiva e mentalista”, Giunti OS, Firenze, Psicologia e Scuola, 8, XXX, 9-14

[email protected]