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HEGEL (1770 – 1831) : Principi fondanti della filosofia di Hegel RISOLUZIONE DELL'INFINITO NEL FINITO La realtà viene intesa come insieme di tutto coincide con INFINITO I vari enti della realtà (es: questo preciso momento), intesi come manifestazione della realtà che procede dinamicamente coincidono con il finito. Perciò i vari enti sono una parziale espressione dell'infinito. Non possono esistere se non in connessione con il tutto. Hegel:” il finito, in quanto è reale, non è tale, ma è l'infinito stesso”. Emerge concezione dell'immanentismo: rifiuto di una realtà trascendentale. Hegelismo implica una forma di monismo panteistico: vede nel mondo (finito) la manifestazione del divino (infinito). Questo Assoluto: è un soggetto spirituale in divenire, di cui tutto ciò che esiste è una tappa di realizzazione. Dato che la realtà coincide con l'infinito, che a sua volta coincide con l'assoluto (l’infinito, Dio), la realtà non è immutabile ma un processo di autoproduzione che si realizza progressivamente in tutti i suoi momenti e solo alla fine, cioè nell'uomo e con le sue arti più alte, acquista piena coscienza di sé. IDENTITÀ TRA RAGIONE E REALTÀ l'assoluto, Dio, l'infinito, vengono denominati dagli con il termine idea o ragione. Queste due espressioni apparentemente antitetiche, che fanno riferimento la stessa entità, fanno intendere l'identità (=la coincidenza tra..) di pensiero ed essere, ovvero, di ragione e realtà (concetto sintetizzato nell'aforisma: A) ciò che è razionale è reale; B) e ciò che è reale è razionale). A) Razionalità à, astrazione dalle reale, ma è forma di ciò che esiste, poiché la ragione governa il mondo lo costituisce. B) Realtà materia caotica, ma è il dispiegarsi di una struttura razionale, che coincide con l'idea o la ragione identità ragione-realtà identità essere (ciò che è, la realtà) - dover essere (ciò che razionalmente deve essere, ragione). il mondo, in quanto è, e razionalità dispiegata che si manifesta attraverso una serie di momenti necessari i quali non possono essere diversi da come sono. ogni manifestazione si susseguono secondo connessioni necessarie e passaggi obbligati che costituiscono l'articolazione vivente dell'unica idea o ragione, ovvero dell'assoluto. La realtà costituisce una totalità processuale, formata da una serie ascendente di gradi di realizzazione, ciascuno dei quali rappresenta il risultato di quelli precedenti e il presupposto di quelli seguenti. FUNZIONE GIUSTIFICATRICE DELLA FILOSOFIA fino ad ora sono state introdotte le categorie totalità e necessità. il compito della filosofia consiste solo nel prendere atto della realtà (dell'infinito) e nel comprendere le strutture razionali che la costituiscono. Hegel ritiene che la filosofia arriva sempre troppo tardi, dopo che la realtà su cui specula è già fatta. Perciò il suo compito è quello di giustificare la realtà elaborando in concetti il contenuto che l’esperienza offre. Giorgio Spano

Hegel (1770 - 1831)

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schematizzazione riassuntiva: - principi fondamentali della Filosofia di Hegel- la Fenomenologia dello spirito- L'enciclopedia delle scienze profonde- La filosofia della storiaby Spano

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Page 1: Hegel (1770 - 1831)

HEGEL

(1770 – 1831)

: Principi fondanti della filosofia di Hegel

RISOLUZIONE DELL'INFINITO NEL FINITO

La realtà viene intesa come insieme di tutto → coincide con INFINITO I vari enti della realtà (es: questo preciso momento), intesi come manifestazione della realtà che procede dinamicamente → coincidono con il finito. Perciò i vari enti sono una parziale espressione dell'infinito. Non possono esistere se non in connessione con il tutto. Hegel:” il finito, in quanto è reale, non è tale, ma è l'infinito stesso”. Emerge concezione dell'immanentismo: rifiuto di una realtà trascendentale. Hegelismo implica una forma di monismo panteistico: vede nel mondo (finito) la manifestazione del divino (infinito). Questo Assoluto: è un soggetto spirituale in divenire, di cui tutto ciò che esiste è una tappa di realizzazione. Dato che la realtà coincide con l'infinito, che a sua volta coincide con l'assoluto (l’infinito, Dio), la realtà non è immutabile ma un processo di autoproduzione che si realizza progressivamente in tutti i suoi momenti e solo alla fine, cioè nell'uomo e con le sue arti più alte, acquista piena coscienza di sé.

IDENTITÀ TRA RAGIONE E REALTÀ

l'assoluto, Dio, l'infinito, vengono denominati dagli con il termine idea o ragione. Queste due espressioni apparentemente antitetiche, che fanno riferimento la stessa entità, fanno intendere l'identità (=la coincidenza tra..) di pensiero ed essere, ovvero, di ragione e realtà (→ concetto sintetizzato nell'aforisma: A) ciò che è razionale è reale; B) e ciò che è reale è razionale).

A) Razionalità � �������à, astrazione dalle reale, ma è forma di ciò che esiste, poiché la ragione governa il mondo lo costituisce.

B) Realtà � materia caotica, ma è il dispiegarsi di una struttura razionale, che coincide con l'idea o la ragione

identità ragione-realtà � identità essere (ciò che è, la realtà) - dover essere (ciò che razionalmente deve essere, ragione).

� il mondo, in quanto è, e razionalità dispiegata che si manifesta attraverso

una serie di momenti necessari i quali non possono essere diversi da come

sono. ogni manifestazione si susseguono secondo connessioni necessarie e

passaggi obbligati che costituiscono l'articolazione vivente dell'unica idea o

ragione, ovvero dell'assoluto. La realtà costituisce una totalità processuale, formata da una serie ascendente di gradi di realizzazione, ciascuno dei quali rappresenta il risultato di quelli precedenti e il presupposto di quelli seguenti.

FUNZIONE GIUSTIFICATRICE DELLA FILOSOFIA

fino ad ora sono state introdotte le categorie totalità e necessità. il compito della filosofia consiste solo nel prendere atto della realtà (dell'infinito) e nel comprendere le strutture razionali che la costituiscono. Hegel ritiene che la filosofia arriva sempre troppo tardi, dopo che la realtà su cui specula è già fatta. Perciò il suo compito è quello di giustificare la realtà elaborando in concetti il contenuto che l’esperienza offre.

Giorgio Spano

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PRINCIPIO ONTOLOGICO HEGELIANO:

Principio ontologico della filosofia hegeliana: “é la realtà suprema in cui si realizzano tutti i principi logici secondo la modalità del continuo divenire e con lo scopo di manifestarsi a sè stesso" tutto ciò che dall'eternità avviene in cielo e in terra, la vita di Dio e tutto quanto si opera nel tempo, mira soltanto a che lo spirito conosca sé stesso, si trovi ,si raccolga in sè: esso si è sdoppiato, alienato, ma solo per poter trovare sé stesso. Soltanto così lo spirito raggiunge la sua libertà, poiché è libero ciò che non si riferisce ad altro ne da altri è dipendente" PRINCIPI LOGICI:

Principio di identità di ideale e reale: le leggi della mente e quelle che fondano la realtà sono

uguali a ciò che rende possibile la conoscenza

Principio di contraddizione: nella realtà non esiste nulla di identico a sé stesso, ma tutto sottostà

alla dialettica dell'affermazione e negazione

Principio di mediazione: l'assoluto non si manifesta immediatamente ,ma mediatamente

attraverso realizzazioni parziali e progressive

Principio di relazione: se nulla è identico a sé stesso, esiste una relazione fra questi due momenti,

intesa come una relazione interna che modifica la natura della cosa stessa

Principio dello storicismo: tutta la realtà si risolve nella storia, quindi storia e assoluto sono

un'unica cosa identica, che hanno come legge il divenire che spinge al continuo superamento di sé.

il divenire si caratterizza dunque come movimento libero perché spontaneo e necessario perché

inevitabile.

IDEA NATURA E SPIRITO

Il divenire assoluto passa attraverso 3 momenti:

2. Idea <<fuori di sé>> NATURA L’idea

si spoglia della sua condizione ‘in se e

per se’ e si manifesta nelle realtà

spazio temporali del mondo.

1. Idea <<in se e per sé>>, ovvero,

l’idea considerata in se stessa

(non ‘contestualizzata’ nel reale)

Ossatura logico-razionale del

reale (simile a Dio prima della

creazione della natura –

attenzione che lo spirito assoluto

di Hegel NON crea il mondo, ma è

il mondo!)

3. Idea che <<ritona in sé>>= lo SPIRITO

L’idea dopo essersi fatta natura

acquista coscienza di sé nell'uomo.

Segue un senso

ideale, non

cronologico*

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* Senso ideale: ciò che concretamente esiste nella realtà e lo spirito (la sintesi), il quale ha come sua

condizione la natura (l'antitesi) e come su posto in programma logico rappresentato dall’ide pura (la tesi).

Non segue quindi l’ordine: prima c’è l’idea in se, poi l’idea fuori di sé, e poi l’idea che ritorna in sé.

A questi 3 momenti corrispondono le 3 sezioni in cui si divide il sapere filosofico:

1. → scienza dell’idea in sé e per se LOGICA

2. → scienza dell’idea nel suo alienarsi da sé FILOSOFIA DELLA NATURA

3. →scienza dell’idea che dal suo alienamento torna in sé FILOSOFIA DELLO SPIRITO

Come detto l’assoluto è il divenire. La legge che regola questo divenire è la , che è allo DIALETTICA

stesso tempo, legge di sviluppo della realtà (ontologia – vedi il processo: idea in sé, all’infuori di sé e che

ritorna a sè) e la legge di comprensione della realtà (logica).

Distingue 3 momenti del pensiero:

1. ASTRATTO o intellettuale: concepire

esistente sotto forma di una molteplicità

di determinazioni statiche e separate le

une dalle altre (secondo principi

d’identità e non-contraddizione).

2. NEGATIVO-RAZIONALE: vien colta l’unilateralità

delle determinazioni e vengono messe ‘in

movimento ’ relazionandole con le altre

determinazioni. Princ. Identità non è valido →

per specificare ciò che una cosa è, bisogna

implicitamente chiarire ciò che essa non è. Si

mettono in rapporto determinazioni con le loro

opposte.

3. SPECULATIVO o POSITIVO-RAZIONALE: si

coglie l’unita delle determinazioni opposte INTELLETTO: organo del finito

RAGIONE: organo dell’infinito ,

strumento tramite cui il finito

(l’astratto e il parziale) si risolve

nell’infinito (il totale e il concreto)

PUNTUALIZZAZIONI SULLA DIALETTICA: - con il termine Dialettica ci si riferisce a tutti e tre i momenti;

- è dimostrazione della risoluzione del finito nell’infinito;

- poiché l’IDEA è dinamica, la Dialettica esprime il processo mediante cui le varie parti della realtà o determinazioni della realtà perdono la loro rigidezza. Mediante il

processo dialettico infatti diventano MOMENTI di un’idea UNICA e INFINITA;

- ha un significato ottimistico: il negativo sussiste solo come un moment del farsi del

positivo;

- ha un carattere chiuso poiché non procede all’infinito, ma si prefigge un punto di arrivo .

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Figure: singole tappe dell’evoluzione. Posizione storica e

cangiante della coscienza, destinata ad essere superata

da una nuova figura ad un livello SUPERIORE DI

CONSAPEVOLEZZA

La dialettica consiste quindi

1. Momento astratto intellettuale = TESI = affermazione di un concetto astratto e limitato;

2. Momento negativo-razionale = ANTITESI = negazione di questo concetto e passaggio a un

concetto opposto

3. Momento positivo razionale = SINTESI = unione dell’affermazione e della negazione. → ri-

affermazione potenziata dell’affermazione iniziale (della tesi), ottenuta mediante la

negazione della negazione intermedia (antitesi). Ri-affermazione in Hegel prende il nome di

Aufhebung.

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO

Principi fondamentali filosofia Hegel: risoluzione del finito nell’infinito; Identità tra ragione e realtà;

vengono dimostrati da Hegel stesso in 2 modi differenti, rintracciabili nelle due opere Fenomenologia dello

spirito ed enciclopedia delle scienze profonde→ Quest'ultima esamina l'assoluto in atto in tutte le

determinazioni fondamentali della realtà. La fenomenologia dello spirito analizza, invece, la via percorsa

dalla coscienza umana per giungere al principio assoluto. Si tratta di una storia romanzata della coscienza

che dalle prime sue manifestazioni sensibili, giunge ad apparire a sé stessa nella sua vera natura, cioè

come coscienza universale.

“FENOMENOLOGIA”: → discorso su ciò CHE APPARE (su un ente di reale) � coincide con divenire del

sapere (→ N.B. come già detto più volte, gli enti del reale sono parte dell’infinito, dell’assoluto, che è un

ente dinamico!). Perciò l'uomo attraverso quest'opera, ripercorre i gradi di formazione dell'universalità

dello spirito.

Il suo ciclo può essere riassunto in una delle forme particolari della fenomenologia: la coscienza infelice,

ovvero, la coscienza che non sa di essere tutta la realtà, perciò si trova scissa in opposizioni dalle quali esce

solo arrivando alla coscienza di essere.

La prima parte della fenomenologia si divide in tre momenti dialettici:

1. Coscienza → tesi = condizione del soggetto che pone l'oggetto come altro da sé

2. autocoscienza→ antitesi = condizione della coscienza che nel rapportarsi in maniera conflittuale

ad altre coscienze diviene autocoscienza, quando viene riconosciuta da altri esseri pensanti.

3. ragione→ sintesi = condizione della coscienza che, avendo compreso la razionalità della realtà,

diviene consapevole di essere essa stessa l'intera realtà. È l'affermazione che l'intera realtà è

l'idea.

1. - lo spirito comincia a conoscere. COSCIENZA3 figure:

1. = tesi Certezza sensibile

2. = antitesi Percezione

3. = sintesi Intelletto

(=>termine “coscienza” in questa

prima sezione, designa anche la “certezza” la verità sta tutta fuori dalla coscienza, cioè nell’oggetto).

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1.1. CERTEZZA SENSIBILE

Appare ricca e sicura. In realtà non rende certi che di una cosa sola, ‘questa cosa ’, ma la cosa può essere un albero o una casa etc.., cui siamo certi non in quanto albero o casa, ma in quanto questo albero o questa casa, cioè in quanto presenti qui ed ora davanti a noi. Ciò implica che la certezza sensibile non è

( infatti in un insieme di alberi io ho coscienza di un solo albero che non certezza della cosa particolareidentifico ancora in una determinata categoria: è un QUESTO, nient’altro), ma del questo qui ed ora

(ho coscienza sensibile solo di questo, che sia l’albero o qualunque altra cosa), davanti a noi al quale la (un GENERICO ‘QUESTO’). Inserire il particolarità della cosa è indifferente e che perciò è universale

‘questo’ in una categoria vorrebbe dire far fare alla mente un passo in più.

Quindi CERTEZZA SENSIBILE => percezione che ho di un oggetto hic et nunc → certezza indiscutibile in quanto la mente non ha ancora cominciato a lavorarci sopra

1.2. PERCEZIONE

Le cose che mi si presentano, pongono problemi di comprensione. Per distinguere gli oggetti (la molteplicità di ‘questi qui ed ora’), per dare loro un nome, per identificarli, il soggetto fa uso del pensiero

giungendo così al momento della . astratto percezione

Ci troviamo nell' : la conoscenza che prima era considerata la più certa, ora è considerata come antitesivuota percezione.

In questa fase ogni ente della realtà viene identificato rispetto agli altri in modo netto attraverso il . La negazione è fondamentale per poter dire che cosa è la cosa di meccanismo di affermazione-negazione

cui abbiamo coscienza.

La coscienza percepisce un'infinità di oggetti che riceve attraverso le sensazioni. Tra questi oggetti non vi sono legami formali concettuali, . si tratta di una semplice collezione di elementi particolari irrelati

La , la percezione comprende le cose ma la sua certezza entra in crisi quando si tratta di comprenderne genesi e il movimento, ovvero, . È qui che interviene l'intelletto, terza figura di questo primo il dinamismoprocesso dialettico della coscienza.

1.3. INTELLETTO

Il soggetto prende consapevolezza del legame tra le cose, intese come espressioni delle leggi che muovono l'universo, attraverso le quali le cose si trasformano l'una nelle altre in un incessante e perenne

La coscienza avendo movimento. La coscienza prende consapevolezza di sé come parte della natura.acquisito un primo grado di capacità di comprensione di se in rapporto alle cose, è divenuta autocoscienza.

2. – Il soggetto in rapporto con gli altri. AUTOCOSCIENZA

L'attenzione viene posta non all'oggetto, ma al soggetto, all’IO, considerato nei suoi rapporti con gli altri. Il

romanzo “Fenomenologia dello spirito”, non si trova quindi circoscritto in un ambito prettamente

(inerente alla conoscenza), ma concerne più settori, quali la società, la storia della filosofia e gnoseologico

della religione. Infatti, distinguiamo 3 momenti:

1. (settore sociale) Signoria e Servitù

2. (storico-filosofica) Stoicismo e scetticismo

3. (religiosa) La coscienza infelice

L'autocoscienza deve essere messa alla prova. Per affermarsi deve essere riconosciuta anche dagli altri

esseri pensanti.

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Nella fenomenologia si intrecciano 2 PUNTI DI

VISTA:

- coscienza del soggetto storico: coscienza assai

parziale di sé stesso e degli avvenimenti

- coscienza filosofica: piena consapevolezza della

realtà dello Spirito, e ripercorre tutte le fasi

interpretandole. Si può dire che esamina col

senno del poi.

2.1. SIGNORIA E SERVITÙ (L’AMBITO SOCIALE)

non avviene attraverso l'amore, che era considerato da Hegel Il riconoscimento tra le varie autocoscienze

“miracolo per cui due cose diventano una”, (in quanto all'amore mancano serietà, dolore, pazienza e

travaglio del negativo”, che sono ritenuti elementi necessari), ma attraverso momenti di lotta che si

non con la morte di una delle autocoscienze, maconcludono con la subordinazione di una autocoscienza

. all'altra nel rapporto servo-signore

Signore= colui che, pur di affermare la propria indipendenza, ha messo a repentaglio la propria vita, fino

alla vittoria

Servo= colui che ha preferito la schiavitù, pur di avere salva la vita.

Con argomentata da Hegel, un'analisi dialettica la dinamica sviluppa un'inversione dei ruoli, ovvero, il

. Infatti, il signore che inizialmente è Signore diviene servo del servo e il servo signore del signore

indipendente, continuando a godere passivamente del lavoro del servo, finisce per diventarne lui stesso

servo. Invece quest'ultimo, inizialmente dipendente, continuando a padroneggiare e a trasformar le cose

da cui il padrone riceve il proprio sostegno, finisce per rendersi indipendente.

Acquisizione GRADUALE di indipendenza attraverso 3 momenti

A) : schiavo è tale perché ha avuto paura della MORTE: con questa esperienza si è Paura della morte

reso indipendente dal mondo di realtà e certezze naturali che prima gli apparivano come

qualcosa di fisso; l’angoscia di perdere la sua intera essenza lo ha fatto tremare nel profondo di sé,

e ciò che vi era di fisso ha vacillato.

B) : con il servizio la coscienza si auto-disciplina e impara a vincere i suoi impulsi naturali. (Al Servizio

signore i suoi impulsi naturali (come la fame) vengono invece sempre soddisfatti dal servo, che

rinuncia al soddisfacimento delle sue necessità imparando così a gestirle) = Indipendenza dagli

. impulsi naturali

C) : attraverso il lavoro, il servo da vita ad un opera che permane e che ha una sua autonomia, Lavoro

che è riflesso, nelle cose, della . Formando le raggiunta indipendenza del servo rispetto alle cose

cose, il servo, forma se stesso e imprime nell’essere quella forma che è dell’autocoscienza, e così

trova se stesso nella propria opera.

Entrambi gli enti di questo rapporto hanno un alto, benché ineguale, livello di coscienza di sé e dei

loro rapporti, ma non hanno piena consapevolezza: il signore non comprende di dipendere dal servo, e il

servo non comprende il proprio potere.

La , che è piena COSCIENZA FILOSOFICA

consapevolezza della realtà dello spirito e ripercorre,

interpretandole, le fasi della propria formazione,

comprende pienamente tutti i dati del rapporto e

comprende perché necessariamente la figura del

servo padrone debba essere superata.

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2.2. STOICISMO E SCETTICISMO (MOMENTO STORICO-FILOSOFICO)

Indipendenza rispetto alle cose, che è il risultato della dialettica tra servo signore, trova la sua

manifestazione filosofica nello : STOICISMO celebra l'autosufficienza e la libertà del saggio nei confronti di

ciò che lo circonda. Però nello stoicismo l’Autocoscienza raggiunge in questo senso un’astratta libertà

interiore, in quanto, i condizionamenti permangono e la realtà esterna non viene negata.

Questo da cui lo stoicismo si sente indipendente (nonostante lo lasci sussistere) mondo esterno è messo tra

= visione del mondo che sospende l’assenso su tutto ciò che è comunemente parentesi dallo scetticismo

ritenuto per vero e reale.

Scetticismo ha in se una contraddizione. Hegel fa leva sul tradizionale argomento: lo scettico si auto

contraddice perché da un lato dichiara che tutto è vano e non vero, mentre dall’altro dichiara di dire

qualcosa di vero.

Così la contraddittorietà sta nella scissione tra una coscienza che vuole andare oltre l’accidentalità e non-

e . inoltre la verità della vita una coscienza che si scopre vittima dell’inessenzialità e non-verità della vita

coscienza di cui parla lo scettico è una coscienza SINGOLA, la quale non può fare a meno di entrare in urto

con le altre coscienze: Ciò CHE ESISTE è, E DEVE ESSERE, perché è NECESSARIO!

→ In altre parole: se si deve dubitare dell’esistenza del mondo materiale = si deve dubitare di tutto,

coscienza compresa.

2.3. LA COSCIENZA INFELICE (MOMENTO RELIGIOSO)

Il risultato dello scetticismo è che , insieme a tutto il resto, perde valore in se stessa: è la coscienza stessa

quello che Hegel designa col nome di “momento della coscienza infelice”

→ Quando lo scetticismo prende consapevolezza della sua contraddittorietà, sorge la coscienza infelice.

La coscienza infelice ha quindi al suo interno la scissione tra una coscienza immutabile e una mutevole che

. Il superamento di questa infelicità avviene assume la forma di una separazione radicale tra l'uomo e Dio

attraverso i tre momenti:

A) , in cui la separazione si manifesta sotto forma di un'antitesi tra l’intrasmutabile e il L'EBRAISMO

trasmutabile. Secondo l'ebraismo Dio è un essere superiore di fronte a cui l'uomo si trova in uno

stato di dipendenza (la coscienza infelice ebraica rappresenta la traduzione, in termini religiosi,

della situazione sociale espressa dal rapporto servo-padrone).

B) del , in cui intrasmutabile assume la figura di un Dio incarnato. lo CRISTIANESIMO MEDIEVALE

spirito di Dio si concretizza nella realtà effettuale. L'assoluto logicamente non può essere mai colto

in una realtà sensibile, perciò questa concezione era destinata al fallimento. Dimostrazione di tale

fallimento furono le crociate, nelle quali l'inquieta ricerca di Dio si conclude con la scoperta di un

sepolcro vuoto. Cristo è considerato tuttavia qualcosa comunque di separato da Dio. Inoltre Dio

essendosi incarnato in un uomo è entrato in contatto con solo una parte di tutta l’umanità, si

allontana quindi da tutti coloro che anno susseguito Cristo. La coscienza continua ad essere infelice

e Dio continua a configurarsi come entità irraggiungibile.

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Le manifestazioni di questa infelicità sono le sotto-figure:

1) = pensiero a sfondo sentimentale e religioso che non si è ancora elevato a della devozione

concetto. Con la devozione non si entra in stretto Rapporto con Dio perché uomo resta sempre

in una condizione di inferiorità.

2) = momento in cui la coscienza cerca di esprimersi nell’appetito e nel lavoro. del fare o l’operare

Avverte così come dono di Dio il frutto del proprio lavoro e non solo, anche le proprie forze e

capacità, che sembrano concesse dall’alto affinché se ne faccia buon uso. Così la coscienza si

umilia, riconoscendo che il solo ad agire è DIO.

3) = momento in cui l’uomo nega se stesso a favore di Dio. della mortificazione di sé

Questo punto più basso toccato dal singolo è destinato a trapassare dialetticamente al punto più

alto:

C) NEL RINASCIMENTO E NELL’Età MODERNA: La coscienza , nel suo vano sforzo di unificarsi a Dio, SI

. RENDE CONTO DI ESSERE, LEI STESSA, DIO, ovvero, L’UNIVERSALE, IL SOGGETTO ASSOLUTO

La coscienza infelice non rappresenta una semplice figura della seconda tappa della Fenomenologia, ma

. rappresenta LA CHIAVE DI VOLTA di tutto il racconto

3. RAGIONE – la coscienza è certa che nessuna realtà è niente di diverso da

essa

Come soggetto assoluto l’autocoscienza è diventata RAGIONE e ha assunto in sé ogni realtà che la

coscienza ha incontrato nel suo cammino. Viene perciò eliminata la frattura che c’era tra sé e la vita, tra sé

e la natura, tra sé e Dio.

Si parla di “CERTEZZA di essere ogni realtà” non di “SAPERE di essere ogni realtà”. Il sapere di esserlo sarà il

punto di arrivo!

. Questa giustificazione avviene attraverso 3 momenti: Per divenire VERITÀ deve giustificarsi

3.1. La ragione osservativa

. Perciò, al fine di giustificarsi La ragione non ha ancora preso come soggetto della propria ricerca sé stessa

per divenire verità, passa attraverso momenti come la fase del Naturalismo del Rinascimento e

dell’empirismo, in cui si impone come obbiettivo di giustificazione ‘un inquieto cercare’. Ricerca

oggettivamente nella realtà elementi di quella razionalità che sta cercando.

Si determina la ragione osservativa del mondo naturale (dalla descrizione approfondisce la realtà con leggi

ed esperimenti) organico e infine quello della coscienza, con la PSICOLOGIA.

Per quanto riguarda quest’ultimo ambito dello studio della coscienza mediante la psicologia, HEGEL

esamina due scienze che erano di moda ai suoi tempi:

1) FISIOGNOMICA (di Johann Lavater): attraverso la fisionomia di una persona si poteva determinare

il carattere dell’individuo.

2) FRENOLOGIA (Franz Gall) attraverso forma e protuberanza del cranio era possibile conoscere il

carattere dell’individuo.

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In tutte queste ricerche sulla natura, sugli organismi, sulla coscienza, la ragione, pur cercando

apparentemente altra cosa, in realtà cerca se stessa. L’uomo conosce ed indaga ma così la ragione perde

il senso di se stessa e diviene di nuovo una cosa fra le tante.

3.2. La ragione ATTIVA

Dalla ragione osservativa si passa a quella attiva: essendosi riconosciuta come una cosa fra le tante, la

. ragione si impone di realizzare lei stessa l’unità tra IO e MONDO, in quanto non è qualcosa di dato

Tale progetto è , come testimoniano le 3 FIGURE della ragione attiva: destinato a fallire

a) = l’individuo si getta nella vita e va alla . Il piacere e la necessità ricerca del proprio godimento

L’autocoscienza incontra la necessità del destino, che, incurante delle sue personali esigenze di

felicità, la travolge inesorabilmente.

+ Questa modalità Hegel la personifica in Faust, che cerca di dominare la natura in ogni modo

facendone l’oggetto del proprio piacere.

b) = l’autocoscienza cerca di opporsi al corso ostile del Legge del cuore e delirio della presunzione

mondo, ma entra in conflitto con altri portatori di progetti di miglioramento della realtà.

c) = individuo cerca di creare un rapporto tra sé e il mondo La virtù e il corso del mondo

contrapponendo, ai fanatismi, la virtù, ossia un modo di agire in grado di procedere oltre

l’immediatezza del sentimento e delle inclinazioni del soggetto. Persiste però un contrasto tra

la virtù, che è il bene ASTRATTAMENTE esaltato dall’individuo nella speranza che riporti il

mondo sulla giusta strada, e la CONCRETA REALTÀ. Questo contrasto porterà all’annullamento

. di questo progetto di moralizzazione dell’esistenza

3.3. Individualità in sé e per sé

In questa fase sintetica dello sviluppo dialettico della ragione Hegel mostra come l , pur 'individualità

mirando a raggiungere la propria realizzazione, . rimane tuttavia astratta e inadeguata

Per mostrarlo egli si serve ancora delle "figure":

a) . Agli sforzi e alle ambizioni di una virtù che Regno animale dello spirito e l’inganno, o la cosa stessadovrebbe realizzare il bene di tutti ma che fallisce, succede l'atteggiamento dell'onesta dedizione

. Ma c'è un inganno. L'individuo tende a spacciare la sua opera come il ai propri compiti particolari

dovere morale stesso, mentre essa esprime soltanto il proprio interesse personale. Non esiste vera . (traspare una traduzione filosofica della moralità borghese) morale se non è universale

b) . l'autocoscienza avvertendo l'inganno, cerca in se stessa delle leggi che Ragione legislatricevalgano per tutti. Tuttavia tali leggi che pretendono d'essere universali, in effetti, nascono dalla

propria volontà individuale. c) . l'autocoscienza cerca delle leggi assolutamente valide che Ragione esaminatrice delle leggi

s'impongano a tutti nessuno escluso. Ma così facendo l'individuo si deve porre al di sopra delle leggi

stesse, riducendone quindi la validità e l'incondizionatezza.

Con tutte queste figure Hegel vuole dirci che se ci si pone dal punto di vista dell'individuo si è

inevitabilmente costretti a non raggiungere mai l'universalità. Quest'ultima si trova soltanto nella fase

. → denominerà “spirito oggettivo” ed “eticità”. Ragione reale non è quella dell’individuo , ma dello "Spirito"

quella dello spirito o dello stato, che, per Hegel, rappresentano lo strato che regge e rende possibile ogni

atto della vita individuale.

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Con lo spirito si entra nella SECONDA PARTE DELLA FENOMENOLOGIA che comprende 3

sezioni:

- SPIRITO

- RELIGIONE

- SAPERE ASSOLUTO

Questa parte, in una redazione più concisa della fenomenologia, verrà eliminata da Hegel.

1. SPIRITO: H. intende l’individuo nei suoi rapporti con la comunità sociale di cui ne è parte. questa sezione comprende 3 tappe fenomenologiche: 1) Lo spirito vero; l’ETICITÀ. Questo primo momento è costituito da ciò che H. chiama “bella

eticità” del mondo greco, riferendosi alla spontanea uniione attuata dai Greci di ciò che in epoche successive andrà frantumandosi, ovvero l’unione tra oggettività/soggettività, singolo/collettività e perfino Uomo/natura/Dio, visto che per i Graci gli dei, espressione della natura, altro non erano se non uomini all’ennesima potenza. Il mondo greco per Hegel è si positivo ma destinato a morire in quanto indifeso di fronte a possibili lacerazioni. Allo stesso tempo però è considerato NEGATIVAMENTE in quanto l’unità originaria dei Greci non è ancora passata per il dramma della frantumazione. Socrate era ancora esempio della bella eticità, ma in quegli anni cominciava ad affiorare l’imminente rottura di essa e conseguente frammentazione: con l’Antigone, tragedia di Sofocle. Antigone, seguendo i valori della famiglia, vuole seppellire il fratello defunto, ma il re Creonte, seguendo i valori dello stato, riconosce nel fratello di Antigono un traditore dello stato e non glielo permette. È segnata la rottura dell’identità tra uomo e cittadino. Ci si avvia al secondo momento dello spirito

2) Lo spirito che si è reso estraneo a sé; LA CULTURA: arriva fino ai giorni di Hegel ed è caratterizzato da forti contrapposizioni. Si riscontra un tipo di cultura che tende a criticare e distruggere tutto, rivolgendosi alla fine contro sé stessa. Es. è la Rivoluzione Francese: cultura voleva instaurare un regno della libertà � origine a società del Terrore.

3) Lo spirito certo di sé; LA MORALITÀ: momento di riconquista etica e armonia tra individuo e comunità, in cui lo spirito si riconosce come sostanza etica dello stato.

Con la religione, e soprattutto con la FILOSOFIA, ultima tappa di tutta la fenomenologia, L’INDIVISUO ACQUISTA LA PIENA, TOTALE ED ESPLICITA CONSCIENZA DI Sé COME SPIRITO.

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ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE

1. Logica – idea in sé e per sé

2. FILOSOFIA DELLA NATURA – L’idea esce da sé

Ha come presupposto → condizione fisica empirica = fornisce materiali di cui la F.d.N. si avvale per mostrare la struttura razionale dell’organismo concettuale (esposto nella logica). La natura è ‘ ’ → l’idea all’infuori di sé. Natura= è esteriorità. l’idea nella forma dell’essere altro

Page 11: Hegel (1770 - 1831)

Hegel sostiene che la natura sia una in quanto, considerata in sé (ovvero CONTRADDIZIONE INSOLUTA, considerata come IDEA) essa è divina, ma il suo modo d’essere non corrisponde al concetto (esposto nella

logica).

Il suo → è la decadenza dell’idea da se stessa, perché l’idea nella forma carattere è di essere NEGAZIONE dell’esteriorità è inadeguata a se stessa (N.B. l’idea deve coincidere con il TUTTO!) Nella concezione di Hegel, la natura occupa un ruolo-chiave: Secondo il principio di identità tra ragione e realtà (vd. 1 foglio) la ragione prende forma da ciò che è reale (dalla NATURA!). Perciò è nella RAGIONE che si ha l’obbligo di giustificare i tutti gli aspetti del reale. Cosa

succede? Nella ragione che è immagine, parte, dell’assoluto, non possono di certo rientrare ciò che è finito, accidentale, contingente. Tutto ciò, in quanto reale, in quanto esiste, deve comunque trovare un posto che giustifichi la sua esistenza. Trova giustificazione → . NELLA NATURA La natura si configura come una sorta di

hegeliano. PATTUMIERA del sistema Divisioni fondamentali della FILOSOFIA DELLA NATURA sono:

A. Meccanica: considera l’essenza della natura (l’esteriorità) → nella sua astrazione (spazio e tempo) → nel suo isolamento (materia e movimento) → nella sua libertà di movimento (meccanica assoluta)

B. Fisica: comprende= → fisica dell’individualità universale (elementi della materia) → fisica dell’individualità particolare (proprietà fondamentali della materia: peso specifico, calore…) → fisica dell’individualità totale (proprietà magnetiche, elettriche, chimiche…)

C. Fisica organica: comprende → natura geologica → natura vegetale → organismo animale

3. FILOSOFIA DELLO SPIRITO- l’uomo arriva alla consapevolezza dell’assoluto

È lo studio dell’ dopo il suo estraniarsi da sé nella natura, nell’esteriorità. L’idea idea che torna in sé stessasi fa soggettività e libertà, non è vincolata, come nella natura, da forze quali l’accidentalità, il contingente, il finito, ma ora si auto-crea e auto-produce. . L’idea diventa SPIRITO

Lo sviluppo dello spirito si articola in 3 momenti principali

3.1. SPIRITO SOGGETTIVO - spirito individuale nell’insieme delle sue facoltà Lo spirito soggettivo è lo spirito individuale, considerato nel suo progressivo emergere dalla

natura, attraverso un processo che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più elevate

attività conoscitive e pratiche. Lo spirito deve ancora liberarsi però dalla finitudine che ancora . appare in esso

Spirito Soggettivo: Si divide in 3 parti: a) , studia questo spirito come ANIMA, la quale s’identifica con la fase iniziale ANTROPOLOGIA

della vita cosciente. È quel (N.B. nello spirito vi complesso di legami tra spirito e naturasono ancora elementi di finitudine naturali) che si manifesta nell’uomo come carattere,

temperamento etc. Hegel fa un analisi di questo rapporto tra uomo e natura nelle 3 fasi principali della vita: 1) : armonia tra individuo con il mondo circostante (infatti possiamo dire che i Infanzia

bambini sono preda delle forze istintuali) 2) : individuo entra in contrasto con il proprio ambiente, in virtù dei propri Giovinezza

ideali.

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3) : l’individuo si riconcilia con il mondo riconoscendone la necessità oggettiva e Maturitàla razionalità di ciò che è già esistente e fatto (richiamo all’identità reale-razionale).

b) : studia lo spirito come coscienza, autocoscienza e ragione. FENOMENOLOGIAc) : studia lo spirito nelle sue manifestazioni universali, ovvero: PSICOLOGIA

1) : inteso come tutte quelle determinazioni (intuizione, Conoscere teoreticorappresentazione, pensiero) che compongono il processo attraverso il quale la ragione

trova se stessa nel suo contenuto (N.B. ‘realtà è ragione’) 2) : unità delle manifestazioni (sentimento pratico, impulsi, felicità) L’attività pratica

attraverso cui lo spirito giunge in possesso di sé e quindi diviene LIBERO. Indipendente dalle condizioni accidentali nelle quali vive l’individuo.

: lo spirito libero È volontà di libertà3) Volere libero , è un costituente fondamentale dello

spirito.

3.2. SPIRITO OGGETTIVO – Spirito sovra individuale, sociale

3.3. SPIRITO ASSOLUTO – SPIRITO CHE SA E CONOSCE SE STESSO ATTRAVERSO

FORME DELL’ARTE, DELLA RELIGIONE E DELLA FILOSOFIA

spirito assoluto → . momento in cui l’idea giunge alla piena coscienza della propria infinità e assolutezza. Tutto è spirito e non vi è nulla all’infuori dello spirito

Questa AUTO-consapevolezza va raggiunta mediante il processo dialettico rappresentato dall’arte, dalla . religione, e dalla filosofia

� ���������;� ������ Queste attività presentano lo stesso contenuto: Dio o Assoluto (che coincidono). Perciò non differiscono tanto per la materia trattata ma quanto per la forma con cui viene

trattata.

Analisi delle 3 attività attraverso cui, dialetticamente, lo spirito prende consapevolezza di far parte di qualcosa di più grande di lui: . l’ASSOLUTO

3.1. ARTE – conosce l’assoluto nella forma dell’intuizione sensibile

È il primo gradino attraverso cui lo spirito acquista coscienza: l’uomo acquista coscienza di sé o di situazioni che lo riguardano mediante forme sensibili come le figure, le parole, la musica etc. Nell’arte →spirito vive in modo immediato l’unione tra soggetto e oggetto, in quanto quando ci troviamo di fronte ad un ‘bello artistico’ lo SPIRITO e la NATURA vengono percepiti insieme. Esempio: di fronte ad una statua greca, (il marmo) l’oggetto è già

, e il (l’idea manifestazione sensibile di un messaggio spirituale soggettoartistica) . è già spirito naturalizzato, ovvero, concetto incarnato e reso visibile

Dall’OGGETTO (dal marmo lavorato in

questa forma) traspare un messaggio

spirituale

Il SOGGETTO è lo spirito che

si naturalizza attraverso

l’idea.

Soggetto e oggetto

coincidono nel

BELLO.

Page 13: Hegel (1770 - 1831)

OGGETTO E SOGGETTO SONO PRESENTI SIMULTANEAMENTE NELL’OPERA D’ARTE MA NEL CORSO : DELLA STORIA TROVIAMO SQUILIBRI TRA L’UNO E L’ALTRO

Hegel dialettizza la storia dell’arte in tre momenti:

A) : tipica nei popoli orientali; squilibrio tra contenuto e forma, reso evidente dal ARTE SIMBOLICAricorso al SIMBOLO, che sta a sottolineare l’immaturità di questo primo momento dell’arte. Le rappresentazioni appaiono come bizzarre.

B) : equilibrio tra contenuto spirituale e forma sensibile, attuato mediante la figura ARTE CLASSICAumana → in essa l’arte riesce a manifestarsi compiutamente. Arte classica è il CULMINE DELLA

. PERFERIONE ARTISTICAC) : squilibrio tra contenuto spirituale e forma sensibile. In questo periodo domina ARTE ROMANTICA

la concezione secondo cui non vi è alcuna forma che possa rappresentare in modo compiuto l’interiorità spirituale. Così il contenuto si volge verso la FILOSOFIA, o tenta di fare dell’arte stessa

una sorta di filosofia, in cui il contenuto trabocca dalla forma.

� alla fine di questo percorso si nota il determinarsi di una ‘crisi’ moderna dell’arte → in nessuna

. Inoltre l’artista è vincolato opera d’arte si riesce a rappresentare l’espressione più elevata dell’idea

dall’influsso della cultura razionale, dalla quale comunque dipende il giudizio stesso dell’opera da parte

dell’autore.

L’arte è inadeguata a esprimere la profonda spiritualità moderna.

. Rimarrà una categoria dello spirito ma non sarà mai manifestazione COMPIUTA di esso

3.2. RELIGIONE – conosce assoluto nella forma della manifestazione

Hegel tratta rapporto tra FILOSOFIA DELLA RELIGIONE e RELIGIONE � FILOSOFIA deve trattare la

religione che già c’è, religione determinata, semplice e pura.

OGGETTO della religione: DIO | SOGGETTO: coscienza umana indirizzata a Dio | SCOPO: unificazione di Dio e della coscienza

. RAPPORTO TRA DIO E COSCIENZA essenziale per la religione

a) : prima forma di immediatezza di questo rapporto. Da la certezza dell’esistenza di Dio, SENTIMENTOma questa certezza non è trasformabile in realtà valida.

b) di Dio che si ha nell’arte INTUIZIONEc) : modo tipicamente religioso di pensare Dio. sta a metà strada tra la RAPPRESENTAZIONE

concezione sensibile dell’arte e il concetto razionale della Filosofia. Infatti si tratta di una forma di sapere concettuale, ma i cui momenti non sono ancora connessi dialetticamente tra loro secondo un disegno unitario.

Dato che non è in grado di pensare Dio dialetticamente, l’uomo finisce per arenarsi di fronte a un presunto mistero dell’assoluto.

Sviluppo della religione = sviluppo dell’idea di Dio nella coscienza umana:

1) : Dio è sepolto nella natura. È potenza e sostanza assoluta dei fenomeni. Religione naturale(animisti)

2) : Dio è spirito libero ma ha ancora un Religioni naturali che trapassano in religioni della libertàcarattere naturalistico (Egitto).

3) : Dio appare in forma spirituale Religioni dell’individualità spirituale4) . Dio appare come puro spirito. Religione assoluta = RELIGIONE CRISTIANA

Page 14: Hegel (1770 - 1831)

. Infatti, Cristo, l’uomo-Dio, è rappresentazione Religione cristiana più vicina alle verità della filosofianaturale di quella coincidenza tra finito e infinito; Trinità Padre, Figlio e Spirito Santo = triade dialettica di idea, natura e spirito.

: , che parla anch’essa di Dio, non più Ha dei limiti unico sbocco coerente della religione è la filosofia

nella forma della rappresentazione ma in quella più adeguata del concetto.

3.3. FILOSOFIA E FILOSOFIA DELLA STORIA

LA COSCIENZA GIUNGE A PIENA E CONCETTUALE E COSCIENZA DI Sé MEDESIMA, CHIUDENDO IL CICLO

. COSMICO

. Filosofia = è l’intera storia della filosofia giunta a compimento con Hegel Momenti filosofici che

precedono Hegel non sono stati vani e succedutisi in modo caotico e disordinato, ma sono stati tappe

. necessarie del farsi della verità, che supera quello che precede ed è superata da quello che segue

Storia filosofia ha inizio con i greci e termina con filosofia Hegeliana: L’IDEALISMO

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FILOSOFIA DELLA STORIA

Dal punto di vista dell’intelletto finito → STORIA = disordinata, caotica, priva di ogni piano razionale o

Divino.

Hegel delinea la . Anche la stessa fede nella storia come frutto di una struttura razionale di fondo

provvidenza, ovvero nel governo divino nel mondo, implica razionalità nella storia. Ha dei limiti in quanto

l’uomo si nasconde dietro l’incapacità umana di comprendere i disegni provvidenziali. L’uomo deve

svincolarsi → deve essere in grado di determinare il fine, i mezzi e i modi della razionalità della storia.

→ che lo spirito manifesti oggettivamente se stesso. Spirito del mondo si incarna negli spiriti dei FINE

popoli che si succedono all’avanguardia della storia.

Il fine ultimo è la realizzazione della libertà dello spirito. LIBERTÀ → si realizza nello STATO (è il fine

supremo)

In questo senso la storia del mondo è un susseguirsi di forme statali che costituiscono i momenti di un

si definiscono 3 momenti divenire assoluto.

1. MONDO ORIENTALE: uno solo è libero

2. MONDO GRECO-ROMANO: alcuni sono liberi

3. MONDO GERMANICO: tutti gli uomini sanno di essere liberi.

Questa libertà si può realizzare solo in uno STATO ETICO che risolve l’individuo nell’organismo universale

della comunità � stato liberale: individuo pretende di far valere il proprio arbitrio e i suoi bisogni

particolari.

→ individui con le loro passioni. Passioni sono i mezzi della storia, ma spesso arrivano a fini diversi MEZZI

da quelli a cui miravano. Azione dell’individuo sarà tanto efficace quanto egli sarà conforme allo spirito del

popolo cui l’individuo appartiene. (hegel: “ogni individuo è figlio del suo popolo [..] nessuno può saltare

oltre lo spirito del suo popolo ..”)

Page 15: Hegel (1770 - 1831)

La tradizione, la storia, non è solo conservazione, ma è anche PROGRESSO.

CONSERVAZIONE → trova i suoi strumenti di sviluppo negli individui conservatori

PROGRESSO →trova i suoi strumenti di sviluppo negli eroi della storia del mondo. Gli eroi sanno quale sia

la verità del loro mondo, quale sia la tendenza ideologica prossima a sorgere.

Apparentemente questi eroi seguono la loro passione, ma si tratta di un’astuzia della ragione, dello spirito,

. che si serve degli individui e delle loro passioni come mezzi per attuare i fini

Il disegno provvidenziale della storia si rileva nella vittoria che di volta in volta consegue il popolo che ha

espresso il concetto più alto dello spirito.

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