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Presentazione fascismo

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Tutti i movimenti

fascisti - a partire da

quello italiano - esibirono

come proprio tratto

costituente lo

spiegamento di una

violenza

indiscriminata, una

sorta di

"militarizzazione della

politica" che tendeva a

delegittimare gli stati

liberali esistenti,

distruggere le roccaforti

e colpire

individualmente gli

elementi antifascisti.

IL NAZIONALISMO SI AGGIRA PER L'EUROPA

Le aspre contrapposizioni della

guerra mondiale e le

successive difficoltà

economiche del primo

dopoguerra fornirono la base

per un rilancio, in tutt'Europa,

del nazionalismo.

Particolarmente, esso fece

proseliti fra le categorie del

ceto medio, specie se a reddito

fisso, fortemente colpiti dai

processi inflattivi del

dopoguerra

Il fascismo è un movimento politico

che si origina nel nostro paese come

reazione e conseguenza della grave

crisi politica ed economica seguita

alla Prima Guerra Mondiale.

Dopo la fine vittoriosa della guerra

infatti, anziché godere dei frutti della

vittoria, il paese si era trovato a

fronteggiare una situazione

difficilissima: tensioni e contrasti

interni, maturazione politica dei ceti

più poveri, dissesto delle finanze

pubbliche, aumento dei prezzi,

disoccupazione.

L'inefficienza economica stimolò il rafforzamento dei

partiti di massa con una forte crescita dei socialisti, soprattutto fra gli operai, e un'affermazione del Partito

Popolare fra i cattolici dell'ambiente contadino;

in questo sconvolgimento sociale nacque e si andò affermando il movimento

fascista.

Già nel 1915 Mussolini, leader

del fascismo, aveva fondato i

“Fasci d'azione rivoluzionaria“,

con scopi puramente

interventistici, come risposta al

neutralismo socialista che lo

aveva costretto ad abbandonare il

partito dove aveva fino ad allora

militato.

La prima cellula di quel

movimento che si trasformò in

Partito Nazionale Fascista,

fu “Fasci italiani di

combattimento“, fondato a Milano

il 23 marzo 1919 dallo stesso

Mussolini;

Il movimento aveva un

programma vago ed era alla

ricerca di un'ideologia; tentava

di fondere i motivi

nazionalistici, cari soprattutto

agli ex-combattenti (“nuclei di

ex-arditi“), con la polemica

contro l'inefficienza del

parlamentarismo, che trovava

facili consensi anche negli

ambienti piccolo-borghesi.

Mussolini, oltre a interpretare

gli ideali patriottici, voleva

conquistare i favori dei gruppi

dominanti del padronato

industriale e dei proprietari

terrieri, sempre più intolleranti

verso le manifestazioni

popolari e pronti ad appoggiare

chiunque fosse disposto a

usare la “mano forte“.

nel giro di pochi mesi, la propaganda fascista

conquistò terreno senza far segreto di una volontà

autoritaria e antidemocratica, sfruttando il malcontento

generale. l fascismo rifiutava ogni piattaforma di lotta fra le

classi e faceva appello al principio della superiore

“unità nazionale“,

parve inizialmente fornire un'efficace alternativa tanto alla debolezza della classe

politica (dilaniata da contrasti interni che mettevano capo a

continue crisi di governo), quanto al “sovversismo

rosso“.

il fascismo pretende di costruire uno Stato che

annulli ogni individualità a favore della priorità assoluta

di affermare il primato del dominio e della forza.

L'assolutismo dello Stato diventa facilmente unicità di

potere, volontà di uno (subordinazione assoluta alla

volontà del capo per il bene della patria).

La “marcia su Roma“ (28 ottobre 1922) non fu tuttavia la conquista del potere, ma il

cammino verso il potere e, mentre socialisti e comunisti

si schierarono subito all'opposizione, molti liberali e popolari si illusero di poter

controllare l'ascesa del fascismo.

Il primo governo di Mussolini, formato da fascisti, liberali,

popolari e indipendenti, poté così ottenere una larga

maggioranza alla Camera.Cominciò lo svuotamento

delle istituzioni parlamentari a l'avvio a uno stato dittatoriale

con l'inquadramento delle camicie nere nella “Milizia

Volontaria per la Sicurezza Nazionale“ (vero esercito di partito messo direttamente

“agli ordini del capo di governo“) e con la creazione

del Gran Consiglio del fascismo (11-14 gennaio

1923), destinato nel 1928 a diventare l'organo supremo

che avrebbe coordinato tutte le attività del regime.

la riforma elettorale del

1924, con la legge Acerbo

che riduceva la

rappresentanza

dell'opposizione, accentuò

le violenze e i brogli

elettorali fascisti,

il deputato socialista G.

Matteotti denunciò alla

Camera e l'atto coraggioso

gli costò la vita a opera di

alcuni sicari fascisti (10

giugno 1924). Questo gesto

provocò lo sdegno

dell'opinione pubblica e la

reazione degli altri partiti

che abbandonarono il

Parlamento su iniziativa di

Amendola (opposizione

dell'Aventino).

Dicembre 1925-gennaio1926 subordinazione dei ministri e del Parlamento al capo del governo

Dicembre 1925 legge di disciplina della libertà di stampa, di fatto soppressa

Gennaio 1926 cancellazione della cittadinanza per chi turba l’ordine pubblico, anche se il fatto non costituisce reato

Febbraio 1926 istituzione del podestà

Aprile 1926 subordinazione dell’attività sindacale al controllo dello stato

Novembre 1926 scioglimento di tutti i partiti e le associazioni antifasciste e “ provvedimenti per la difesa dello Stato: pena di morte per gli attentati contro la monarchia o il capo del governo, istituzione del Tribunale speciale.

1927 istituzione della polizia segreta OVRA ( probabilmente Organizzazione per la Vigilanza e la repressione dell’antifascismo)

Maggio 1928 legge elettorale plebiscitaria.

Il Parlamento risultò svuotato di ogni prerogativa (legge sulla

decadenza dei deputati comunisti e aventiniani, 1926) e le

elezioni (1929) vennero ridotte a semplici plebisciti di

approvazione di una “lista unica“ di deputati designati dal Gran

Consiglio.

Il capo del governo, che

era

contemporaneamente

“duce del fascismo“,

venne sottratto a

qualunque controllo o

sanzione, con l'obbligo

di rispondere solo al

sovrano. Con le elezioni

plebiscitarie del 1929

Mussolini potè contare

su una Camera tutta

composta da fascisti, e il

carattere totalitario del

fascismo finì

rapidamente per

coinvolgere ogni settore

della vita italiana.

In campo economico-sociale la “Carta del Lavoro“ tentò fin dal 1927 di dar vita a una moderna forma di corporativismo sopprimendo ogni tipo di lotta di classe, ma dopo che erano stati distrutti con la violenza gli organismi sindacali, erano state sciolte le Camere del Lavoro ed era stato vietato il diritto di sciopero fu impossibile creare una collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro.

Inoltre i pesanti compromessi che Mussolini dovette subire pur di mantenere il comando (dalla corona, dall'esercito e dai maggiori centri economici), avviarono al fallimento i progetti di costruire una “società nuova“ e di far rivivere “i fasti e le glorie di Roma imperiale“.