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Prof. Antonino Giuffrida

Prof. Antonino Giuffrida @ BookAlive Worksop

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#Morto il libro, viva il libro!

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#LEGUNT NON LAEDUNT

Un motto simbolico scritto in un cartiglio sotto il quale api operose

raccolgono il polline dei fiori per trasformarlo in miele.

Una simbologia esoterica con la quale si allude al fatto che lo studioso, il ricercatore deve utilizzare le opere del passato per costruire, senza distruggere, una nuova realtà.

Il nostro gruppo di lavoro ha voluto scegliere questo motto per indicare l’obiettivo che si prefigge: la realizzazione di un modello operativo che interpreti lo spirito del progetto BookAlive

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Scrivere un libro, leggere un libro, rilegare un libro, schedare un libro: un verbo e una parola; un’azione

collegata ad un oggetto costituito da pagine di carta dove sono impresse parole, pensieri,

riflessioni.

Il libro è uno strumento essenziale per la costruzione di una civiltà e di una società ma, è anche il risultato di una innovazione tecnologia: l’uso dei caratteri mobili e

del torchio da stampa.

Nuova tecnologia con la quale si supera la grave crisi nella quale versava la civiltà del manoscritto.

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#Il manoscritto combatte la sua battaglia prima di morire: libri e

manoscritti convivono nello stesso scafale, rilegati nello

stesso modo, contengono in molti casi gli stessi testi ma, nel giro di

pochi anni, il libro cannibalizzerà il manoscritto.

Le pagine del manoscritti serviranno per avvolgere i pesci al mercato e le pergamene dei codici saranno utilizzate come

copertine per rilegare i libri.

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In questi anni stiamo vivendo una nuova

rivoluzione tecnologica che sta trasformando

radicalmente i processi di comunicazione legati

all’uso della carta stampata. Si sta

ripetendo, sotto forme nuove, il conflitto che ha visto contrapposti alcuni

secoli fa il libro e il manoscritto

Il libro stampato sul supporto cartaceo resiste all’attacco sferrato dalla

editoria immateriale che utilizza i supporti informatici e si diffonde utilizzando la rete internet, ma arretra inesorabilmente sotto il

duplice attacco della digitalizzazione e della

diffusione dei nuovi formati di lettura elettronica come il Pdf

o gli ebook

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In questa prospettiva il

nostro gruppo di lavoro ha scelto di

effettuare una sperimentazione su un volume del

‘600, scelto di concerto con la

Biblioteca centrale della Regione

siciliana, dedicato al cerimoniale con

il quale si sono celebrate le

esequie del re Filippo IV

Si sta lavorando a costruire un modello

che permetta di effettuare una lettura non già di un testo,

digitalizzato come se fosse un’anastatica,

bensì di una complessa struttura dove immagini, testo,

suoni e commenti permettano di

superare la lettura dei caratteri per

proiettarsi in un nuovo modo di usare un oggetto che per

comodità continuiamo a chiamare libro

Morto il libro viva il libro: in realtà il libro non muore

ma, come la fenice risorge

sempre dal rogo sacrificale in una nuova forma

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#Le Potenzialità del Volume…

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«Quando sarà finita la macchina della pompa funebre da farsi in questa maggiore chiesa … all’hora si descriverà e

manderà in stampa dovendo essere accompagnata da molte circostanze che la renderanno assai cospicua nel

Teatro del Mondo»

Lo scenario del teatro del Mondo descritto da Girolamo Matranga nel suo libro è effimero, costruito con carta, gesso, legno, stucco , destinato a durare fisicamente pochi giorni ma ad essere fissato sulla carta e a proiettarsi nel futuro pronto a rivivere. Un corpo ibernato che nel momento in cui siano disponibili gli strumenti necessari, lo si fa rivivere. Il volume ha il merito di aver congelato l’evento e di aver predisposto le condizioni, dopo diversi secoli, per farlo rivivere.

Il riferimento al Teatro del Mondo non è causale ma è collegato alla influenza della cultura barocca spagnola. Calderón de la Barca nella sua opera Il Gran Teatro del Mondo quando fa entrare in scena il Mondo gli fa pronunciare queste parole: «Autore mio liberale al cui potere e accento deve ogni cosa obbedienza, io, gran teatro del mondo, perché vi possano gli uomini rappresentare e ciascuno trovi predisposto ciò ch’è necessario alla parte obediente»

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Si tratta di un modello ottimale per una lettura, nel contesto siciliano, della connessione tra morte secentesca e «le scenografie funerarie teatrali di cui il disegno e l’incisione ci hanno lasciato l’immagine: espressione congiunta e indissociabile della sensibilità barocca alla morte e dell’esibizione di potenza dei grandi nell’epoca delle monarchie assolute»Proprio per questo l’autore vuole che

dell’effimera scenografia rimanga testimonianza da tramandare ai posteri. Gli unici strumenti che ha disposizione

sono l’oggetto libro e l’oggetto incisione

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Le parole cercano anche di ricreare la suggestione della colonna sonora che accompagnava i diversi spazi teatrali. Così nella Cattedrale «Ne sei Palchi, coperti a nero, sei Chori musicali si disposero. Ne’ quattro estremi i Cantori, ne i tramezzati le Sinfonie. Ciascuno de’ Chori, di scelti, e radoppiati Bassi, Tenori, Alti, e Discanti, accompagnati da Organo, e da viola reale, pieno, et harmonico tramesse per tutto il Tempio il suono. Piena fù altresì de’ due mezzi la Sinfonia; la quale, oltre a gli Organi, da cinque viole, e da più strumenti flebili da fiato risultava»Dopo il lutto e le gramaglie la gioia per il nuovo re esplode in tutta la sua magnificenza:

Campane a morto, gramaglie, apparati funerari, la guardia degli “alemanni” con le alabarde brunite si contrappongono a luminarie, salve di cannone e di moschetteria, vestiti rutilanti e catene d’oro massiccio, paggi con livree con passamaneria d’oro. Il linguaggio nobiliare si coniuga con quella della gerarchia statale pubblica dando luogo a una cerimonia che culminerà nel “condurre” lo stendardo reale per le strade della città di Palermo

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L’omaggio a Filippo IV si ripete con moduli analoghi in tutti i domini spagnoli ed è documentato da un’ampia bibliografia. Il trattato di Ménestrier ci testimonia che il modello per celebrare i solenni funerali dedicati all’immagine dei sovrani, dei pontefici e in generale alle «personnes illustres en naissance, vertu e dignitè» si è consolidato nell’Europa del ‘600 in modo omogeneo.Il complesso multimediale realizzato nel volume di Matranga ci mostra un modello che non è siciliano ma europeo.