NUTRIGENOMICA NUTRIGENOMICA LA NUTRIGENOMICA STUDIA LA NUTRIGENOMICA STUDIA L’INTERAZIONE DEI L’INTERAZIONE DEI NUTRIENTI COL GENOMA UMANO NUTRIENTI COL GENOMA UMANO fenoti fenoti po po Interazione genoma/fattori Interazione genoma/fattori ambientali ambientali
LA NUTRIGENOMICA STUDIA LINTERAZIONE DEI NUTRIENTI COL GENOMA
UMANO
fenotipo Interazione genoma/fattori ambientali
2. La SCIENZA DELLA NUTRIZIONE conoscenze di base
(caratterizzazione dei nutrienti, biochimica e fisiologia del loro
metabolismo, delle vie di segnale e del loro ruolo nellomeostasi)
studio degli errori del metabolismo presenti fin dalla nascita
comprensione dei primi meccanismi di interazione gene-nutriente ha
lo scopo di capire il ruolo dei nutrienti e di altri componenti
della dieta nello stato di salute o malattia delluomo lungo tutto
il ciclo di vita.
3. Oggi si fatta avanti lipotesi secondo la quale le patologie
croniche sono provocate da un insieme di varianti genetiche che
contribuiscono allo sviluppo della malattia. La complessit di
queste interazioni genetiche ha reso difficile per gli studi di
epidemiologia molecolare localizzare i geni associati alle malattie
croniche.
4. NUTRIGENOMICA
Studio delle basi molecolari sullinterazione tra i componenti
individuali del cibo da una parte e il genoma e il metabolismo del
singolo individuo dallaltra.
5.
I nutrienti possono avere un effetto diretto e indiretto
sullespressione genica.
Concetti base della nutrigenomica
6. Concetti base della nutrigenomica Dietary chemicals
1-ligandi per fattori di trascrizione 3-influenza +/- sulle vie di
trasduzione del segnale 2-Alterazione [ substrati-intermedi ]
ESPRESSIONE GENICA
7.
Esempi di fattori di trascrizione sensibili ai nutrienti
Concetti base della nutrigenomica Nuclear Factor kB: fattore di
trascrizione Flavonoidi Non nutrienti Retinoic X Receptor: RXR
Pregnane X Receptor:PXR Vitamina A Vitamina E Vitamine SREBPs
Glucosio Carboidrati PPARs: recettori per fattori di trascrizione
legati al metabolismo cellulare; SREBP: sterol regulatory element
binding transcription factor 1 Acidi grassi Colesterolo Grassi
Fattori di trascrizione Composti Nutrienti
8. Concetti base della nutrigenomica FFA PPAR / / Influenza
espressione genica
9. Limportanza della Dieta Influenza dieta in malattie causate
da una singola mutazione Emocromatosi PKU Galattosemia Controllo
attraverso una dieta adeguata
10. Dieta come fattore di rischio Esempi di ridotto intake di
specifici micronutrienti Vitamine B, E, Carotenoidi CVD Folati e
carotenoidi Cancro Folati Difetti del tubo neurale B 6 , B 12 e
folati Iperomocisteinemia
11. Dieta come fattore di rischio Effetti di un alterato intake
di proteine Alcuni metodi di cottura producono composti nocivi
nitrosammine Un eccessivo consumo di carni nei soggetti acetilatori
rapidi ed elevata attivit del CYP1A2 aumenta il rischio di
carcinogenesi (Lang et al.; Vineas & Mc-Micheal, 1996)
12. Concetti base della nutrigenomica Paradigma INTERAZIONE
DIETA-GENOTIPO Controllo dei sintomi: dieta ed attivit fisica
Individui refrattari: trattamento farmacologico Il rimodellamento
della cromatina o metilazione del DNA indotti da dieta sbilanciata
contribuiscono allirreversibilit della mutazione genica DMT2
13. Concetti base della nutrigenomica TARGET IDENTIFICARE I
GENI DELLE MALATTIE CRONICHE APPROCCIO GENETICO
DIFFICOLTA
Popolazioni campionabili limitate
Gruppi di controllo campionati in modo insufficiente
Stratificazione della popolazione
14. La NUTRIGENOMICA lapplicazione delle tecnologie genomiche
in campo nutrizionale. Essa rappresenta l'interfaccia tra
l'ambiente e i processi cellulari/genetici. Tale scienza consente
di capire in che modo sostanze nutritive influenzano l'equilibrio
tra salute e malattia, alterando l'espressione e/o la struttura
genetica. NUTRIZIONE UMANA GENOMICA GENOMICA NUTRIZIONALE
BIOCHIMICA
15. Basi concettuali della ricerca in campo nutrigenomico
Sostanze chimiche comunemente presenti nella dieta agiscono sul
genoma umano in modo diretto o indiretto, alterando l'espressione o
la struttura di un gene. In alcune condizioni ed in alcuni
individui la dieta pu rappresentare un serio fattore di rischio di
alcune patologie. Alcuni geni regolati attraverso la dieta (e le
loro varianti comuni) possono svolgere un ruolo nell'inizio, nella
progressione e/o nella gravit di patologie croniche. L'entit
dell'influenza esercitata dalla dieta nell'equilibrio tra stato di
salute e malattia, pu dipendere dalla predisposizione genetica
individuale. Interventi dietetici basati sulle conoscenze dei
fabbisogni nutrizionali, dello stato nutrizionale e del genotipo,
possono essere utilizzati per prevenire, migliorare o curare
patologie croniche (nutrizione individualizzata). 1 2 3 4 5
16. OBIETTIVI PRIMARI DELLA RICERCA GENOMICA NUTRIZIONALE
1. Stabilire le raccomandazioni dietetiche in grado di:
avere un elevato valore predittivo per la prevenzione di
malattie
minimizzare il rischio associato a effetti non prevedibili
ridurre le variazioni dovute a differenze genetiche
2. Delineare efficaci regimi dietetici per il management di
complesse malattie croniche.
Lidentificazione degli alleli coinvolti in malattie complesse
quali obesit, diabete, ipertensione ecc., consentir di progettare
interventi dietetici volti a prevenire e/o trattare i fenotipi di
queste patologie .
17. RECIPROCHE INTERAZIONI TRA NUTRIZIONE E GENOMA Le
variazioni genetiche esistenti allinterno della specie umana sono
il risultato di adattamenti molecolari a pressioni evolutive che si
sono estese durante tutti i processi di mutazione dei geni e di
selezione adattativa. Nutrienti Componenti dietetici fabbisogni
Variazione genetica malattia Aplotipi Interazione tra geni
Interazioni tra alleli La comprensione delle interrelazioni tra
diversit genetica umana, funzione del genoma e componenti dietetici
consentir di migliorare la salute umana e prevenire le malattie La
nutrizione probabilmente ha rappresentato il fattore ambientale pi
duraturo , persistente e variabile, che ha contribuito alla
formazione e modellamento del genoma umano. Le conoscenze e le
ricerche degli ultimi decenni hanno stabilito che il genoma umano
viene continuamente modificato in risposta a esposizioni
nutrizionali. + -
18. Singoli componenti dietetici possono influenzare la velocit
di mutazione genica. I nutrienti possono influenzare anche la
vitalit del feto e modificare la penetranza di mutazioni deleterie:
la nutrizione in utero del feto pu essere considerata la pressione
selettiva che contribuisce alla fissazione di nuove mutazioni
allinterno del genoma
19. Quindi si sviluppano risposte genomiche adattative a
livello di trascrizione, traduzione e stabilit delle proteine a
seguito delle condizioni dellambiente nutrizionale
regolare la velocit e la quota di trasporto dei nutrienti
regolare lo stato nutrizionale
modificare le capacit di accumulo dei nutrienti
modificare ladattamento fine del flusso di intermedi attraverso
i punti di incrocio delle vie metaboliche
ristrutturare la trascrizione (transcriptoma) e la produzione
di proteine (proteoma)
dare lavvio ai programmi di differenziazione cellulare, ciclo
cellulare e apoptosi
20. MECCANISMO DAZIONE DEI NUTRIENTI dieta Segnali di
trasduzione metabolismo Normale crescita cellulare Espressione dei
geni nutrienti Le sostanze chimiche dietetiche possono influenzare
l'espressione genica direttamente o indirettamente. A livello
cellulare i nutrienti possono: A. Agire come ligandi per recettori
di fattori di trascrizione; B. Essere metabolizzati da vie
metaboliche primarie o secondarie e perci alterare la
concentrazione di substrati o intermedi; C. Influenzare
positivamente o negativamente le vie di trasduzione di segnali
cellulari.
21. Esempio di ligandi per recettori nucleari
Regolazione diretta
acidi grassi quali: palmitico oleico, linolenico, arachidonico,
linoleico e gli eicosanoidi, sono ligandi per le PPAR che quindi si
comportano come sensori per ac. Grassi. Anche la vitamina A in
grado di legare direttamente recettori nucleari e influenzare
l'espressione genica.
22. Esempio di ligandi per recettori nucleari 2. Regolazione
indiretta I recettori nucleari SREBPs (sterol regulatory element
binding proteins) vengono attivati da proteasi a loro volta
regolate da condizioni quali: bassi livelli di oxysterols
cambiamenti nel rapporto insulina/glucosio presenza di ac.grassi e
PUFA
23. La dieta pu rappresentare un fattore di rischio per
malattie La prima associazione tra lintake di uno specifico
alimento e una patologia risale al 1908 quando si scopr che ratti
nutriti a uova, latte e carne sviluppavano a livello di arterie
lesioni simili allaterosclerosi umana. Le associazioni tra
colesterolo e ipercolesterolemia, tra ipercolesterolemia e
aterosclerosi portarono lattenzione al legame tra lammontare
calorico e/o livelli e tipi di vitamine, grassi e carboidrati
rispetto a patologie quali aterosclerosi, cancro, diabete, obesit
ecc. I legami tra alimenti, geni e patologie multifattoriali sono
difficili da chiarire come ad esempio dimostra il caso
dellassociazione tra tipo e livello di grassi alimentari ed
incidenza di tumore al seno.
24. gli individui possono potenzialmente presentare differenze
in milioni di paia di basi ed alcune di queste differenze possono
spiegare la diversa risposta alle stesse condizioni nutrizionali.
Con lavvento delle informazioni che ci provengono dal
sequenziamento genomico e lo sviluppo di metodologie ad alto
impatto tecnologico, ora possibile analizzate i SNPs o altri
polimorfismi anche in geni multipli. La possibilit di analizzare
pattern di SNPs per subfenotipi di patologie croniche richiede
sofisticati strumenti statistici e ampi studi di popolazione e
storie familiari
25. Nello studio delle varabili genetiche un fattore da tenere
in considerazione dato dalle differenze nelle frequenze alleliche
tra sottopopolazioni umane.
26. Si pu considerare lesempio del gene per la arilammina
N-acetiltransferasi (NAT2) che polimorfico. Le varianti codificano
per un allele chiamato acetilatore veloce e diversi sottotipi di
acetilatori lenti che sono diversamente rappresentati in diverse
aree geografiche e in diverse regioni. Lallele lento presente nel
72% della popolazione caucasica e degli Stati Uniti, ma solo nel
31% di quella giapponese. Gli individui con l allele NAT2
acetilatore lento sono pi suscettibili al tumore alla vescica
quando esposti ad agenti pro-ossidanti. Le frequenze alleliche di
NAT2 fanno comprendere quanto importante conoscere sia la
distribuzione allelica nelle popolazioni sia le influenze
ambientali.
27. La variazione genetica interindividuale un determinante
critico per la definizione dei fabbisogni di nutrienti.
POLIMORFISMO DI UN SINGOLO NUCLEOTIDE
La variabilit genetica pi comune il polimorfismo di un singolo
nucleotide (SNP) che provocata dalla sostituzione di una singola
base nella sequenza di DNA. Questo errore ricorre frequentemente
(circa ogni 1000/2000 nucleotidi allinterno del genoma umano).
LSNP pu essere il risultato di una:
predisposizione genetica
influenza ambientale
combinazione di entrambi
LSNP quindi, alla base delle variazioni che si osservano negli
individui e in tutte le forme di vita.
Oggi sono stati identificati diversi polimorfismi genetici
importanti anche dal punto di vista nutrizionale
28. SNP ad impatto nutrizionale PROCESSI CELLULARI ESEMPI DI
GENI con POLIMORFISMI NOTI POSSIBILE IMPATTO NUTRIZIONALE
Metabolismo del folato Metilene tetraidrofolato reduttasi,
cistatione sintasi, glutammato carbossipeptidasiII Difetti al tubo
neuronale, sindrome di Down, patologie cardiovascolari, cancro
Omeostasi del ferro Emocromatosi ereditaria legata al gene HFE e
recettore della trasferrina Modifica dei fabbisogni, anemia,
sovraccarico da ferro Salute dellosso Recettore per la vitamina D,
recettore per gli estrogeni, collagene tipo I Associazione con la
salute dellosso, osteoporosi, mediazione nella traslocazione del
calcio e del fosfato Metabolismo lipidico Apolipoproteine (AIV, B,
B3, E), recettore per la lipoproteina lipasi a bassa densit
Miglioramento degli interventi dietetici per modificare i
biomarkers cardiovascolari Funzione immunitaria HLA (MHC), fattore
della necrosi tissutale, altre citochine Variazione alle risposte
immunitarie e alle allergie alimentari (es morbo celiaco),
possibile modulazione tramite lipidi dietetici(es ac grassi
polinsaturi) per modificare la suscettibilit al cancro attraverso
la dieta
29. MECCANISMO DAZIONE DI SNP Un esempio semplice ma chiaro di
come un SNP possa alterare lespressione genica il polimorfismo che
altera la tolleranza al lattosio . Una mutazione verificatasi circa
9000 anni fa nel nord Europa ha modificato lespressione del gene
per la lattasi idrolasi ( locus LCH ). Bench esistano 11
polimorfismi, classificati in 4 aplotipi differenti (A, B, C, U),
un SNP chiamato C13910T localizzato 14 kb a monte del gene LCH
altamente associato con la tolleranza al lattosio. Laplotipo A
conferisce lintolleranza al lattosio: frequenza del 86% nelle
popolazioni del nord Europa, ma solo del 36% di quelle del sud. Il
permanere di tale variante nelle popolazioni pu conferire alcuni
vantaggi selettivi che comprendono unalimentazione migliore, la
prevenzione delle disidratazione ed un miglior assorbimento del
calcio.
30. Un altro esempio riguarda un comune polimorfismo nel gene
A222V per il metilen-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR). Questo SNP
provoca la sostituzione di un amminoacido nellenzima in grado di
modificarne e alterarne laffinit per il suo cofattore (vit.B 12 ).
Via metabolica normale Enzima Enzima modificato Allele normale
Accumulo di folato rimetilazione Hcy Iper-Hcy Rischio tubo neurale
codifica codifica A222V Dieta ricca in folati Ipo-Hcy
31. SNPs E SPLICING Altri SNPs possono invece alterare lo
splicing. Ad esempio esistono due varianti del recettore per lo
splicing insulinico che differiscono per la presenza (variante B) o
assenza (variante A) dellesone 11. Solo lisoforma A associata con
iperinsulinemia .
32. SNPs ED ATTIVIT ENZIMATICA Un enzima chiave nel metabolismo
androgenico della prostata, lo steroide 5 -reduttasi (SRD5A2), ha
13 varianti naturali allinterno della popolazione. Nove di queste
varianti riducono del 20% o pi lattivit del SRD5A2, mentre altre 3
varianti ne aumentano lattivit del 15%. Poich SRD5A2 produce il
diidrotestosterone, che a sua volta regola i geni prostatici, le
varianti nel SRD5A2 possono influire positivamente o negativamente
sullinsorgenza e gravit del tumore prostatico .
33. La metilazione a livello della Citosina uno dei meccanismi
legati alla attivazione/disattivazione del DNA. Alterazioni nel
processo di metilazione, con le conseguenti alterazioni
nellespressione genica, possono avere importanti conseguenze per
lembriogenesi. Infatti le configurazioni di metilazione vengono
definite gi durante lo sviluppo embrionale e possono permanere per
tutta la vita. I polimorfismi nel MTHFR alterano la distribuzione
tra i folati utilizzati per il DNA e quelli necessari per la
rimetilazione della Omocisteina (Hcy). Lo stato nutrizionale
materno e leventuale supplementazione con folati o altri donatori
di gruppi metilici pu quindi alterare lo stato di metilazione del
DNA nellembrione. Tale azione sul genoma embrionale avr conseguenze
per tutta la vita dellindividuo. Variazioni dietetiche, metilazione
del DNA e variazioni nellespressione genica
34. Carenza in micronutrienti, danno al DNA erimodulazione
delle RDA carenze marginali in folato, vitamina B12, niacina e
zinco antiossidanti quali vit. C, vit.E e carotenoidi possono
influenzare la stabilit del genoma svolgono unazione protettiva nei
confronti di danni ossidativi a carico delle macromolecole
biologiche. La validazione degli effetti protettivi di questi
micronutrienti potr indicare gli intakes raccomandati non solo per
la popolazione in generale, ma anche per particolari gruppi di
popolazione per i quali i livelli necessari a garantire uno stato
di salute non potrebbero essere raggiungibili attraverso la sola
dieta.
35. provoca rottura del cromosoma per incorporazione di uracile
nel DNA (fino a milioni uracile/cellula ). Carenza in
micronutrienti, danno al DNA erimodulazione delle RDA Le carenze in
micronutrienti sono in grado di spiegare perch circa della
popolazione USA che consuma meno delle 5 porzioni raccomandate di
frutta e verdura presenta una incidenza circa doppia di molti tipi
di cancro, se confrontati con coloro che hanno intakes pi alti. Ad
esempio una carenza delle vitamine B6, B12, acido folico, niacina,
vit C, vit E, rame e ferro sembra mimare leffetto di radiazioni nel
danneggiamento del DNA, provocando interruzione del filamento,
lesioni ossidative o entrambi. La carenza di folato
36. Carenza di micronutrienti e danno al DNA Micronutriente
Percentuale nella popolazione USA Danno al DNA Effetti sulla salute
Acido folico 10% Rottura cromosoma Cancro al colon, patologie
cardiache, disfunzioni cerebrali Vitamina B 12 4% (< RDA) non
caratterizzato Cancro al colon, patologie cardiache, disfunzioni
cerebrali, danno neuronale Vitamina B 6 10 % (< RDA) non
caratterizzato Cancro al colon, patologie cardiache, disfunzioni
cerebrali. Vitamina C 15% (< RDA) ossidazione DNA Cataratta (x
4) , cancro Vitamina E 20% (< RDA) Radiazione-mimetico:
ossidazione DNA Cancro al colon (2), patologie cardiache (x 1,5)
disfunzioni immunitarie Ferro 7% (< RDA) 19% donne 15-50 anni
Rottura DNA, Radiazione-mimetico Disfunzioni immunitarie e al
cervello; cancro Zinco 18% (< RDA) Rottura cromosoma,
radiazione-mimetico Disfunzioni immunitarie e al cervello; cancro
Niacina 2% (< RDA) Incapacit riparare DNA Sintomi neurologici,
perdita di memoria
37. Fintanto che i nutrienti sono ingeriti regolarmente,
partecipano direttamente od indirettamente al processo di
regolazione dellespressione, conseguentemente i geni regolati dalla
dieta possono essere coinvolti nel processo di iniziazione,
progressione e gravit della patologia Ad esempio la quantit di
angiotensinogeno ANG circolante associata con laumento della
pressione sanguigna. Un SNP chiamato AA, in posizione del
nucleotide 6 del gene per ANG legato ai livelli di
angiotensinogeno. Individui con il genotipo AA che seguono la dieta
DASH mostrano una riduzione sensibile della pressione sistolica ma
la stessa dieta meno efficace nel ridurre la pressione in individui
con un genotipo GG. LA DIETA PU RAPPRESENTARE UN FATTORE DI RISCHIO
PER MALATTIE
38. LA DIETA PU RAPPRESENTARE UN FATTORE DI RISCHIO PER
MALATTIE Diabete tipo II tipico in pazienti obesi e/o sedentari
Cambiamenti nelle variabili ambientali Attivit fisica Intake
calorico consumo grassi Controllo dellespressione del genoma
Miglioramento quadro patologico Individuo sensibile Trattamento
famacologico Individuo non sensibile SI NO
39. INTERAZIONE TRA NUTRIZIONE E GENOMA ESPRESSIONE DEI GENI
& RISPOSTE METABOLICHE Stato di salute/malattia Intake
dietetico Fattori ambientali Genoma Fabbisogni nutrizionali
40.
Lintegrazione della genomica con la scienza della nutrizione ha
iniziato a chiarire la complessit delle risposte genomiche in
risposta ai nutrienti presenti nella dieta, offrendo lopportunit di
aumentare lefficacia di interventi nutrizionali sia a livello
individuale (trattamento dietoterapico) che di popolazione
(raccomandazioni differenziate).
La genomica nutrizionale rappresenta una sfida per comprendere
nel dettaglio molecolare le reciproche e complesse interazioni tra
il genoma umano, incluse le variazioni in esso contenute, e i
componenti della dieta in condizioni normali o
patofisiologiche.
41. CONCLUSIONI
Variazioni genetiche individuali possono influenzare il modo
con cui un nutriente pu essere assimilato, metabolizzato,
conservato ed escreto.
La possibilit di comprendere le interazioni nutrienti-genoma
consentir quindi di:
sviluppare una dietetica personalizzata
influenzare le raccomandazioni dietetiche
definire le strategie di politica nutrizionale
42. Eat right for your genotype
First it was smart drugs. Now it's smart diets.
what your genes want you to eat
43.
Dieta personale costruita a misura sul proprio profilo
genetico, anche per lassunzione di vitamine che saranno dosate su
misura
Leffetto della dieta in base al proprio genotipo, in modo che
sia efficace