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1 Martina Ondei | UX e storytelling Personalita’ da scrivania -istruzioni per l’uso-

UX e storytelling sulla personalità da scrivania

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Martina Ondei | UX e storytelling

Personalita’ da scrivania

-istruzioni per l’uso-

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Appendice: le personalità da scrivania.

Le considerazioni emerse dalla fase di ricerca condotta per l’esame di Ergonomia

Cognitiva, sono state aggregate in forma di storytelling in 7 personalità da scrivania.

Per ognuna di esse è stata fornita una descrizione sintetica ed una breve lista di

suggerimenti rivolti al settore marketing. Per conferire alla presentazione delle

personalità da scrivania una veste narrativa ed espressiva, ad ogni personalità è

stato associato un font specifico.

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Io lavoro così.

Queste personalità dicono di conoscersi e di aver ormai consolidato un metodo di

lavoro standard. La disposizione della loro scrivania è infatti stabile nel tempo, fissa

al punto che essi credono di massima efficienza ed in cui essi si ritrovano.

Suggerimenti

Re-design: il ri-lancio periodico di oggetti tradizionali (o standard) con vesti

estetiche nuove (le nuove collezioni). Ma il mutamento deve essere solo

estetico e mai estremo!

Essendo persone abitudinarie, tenderanno a rinnovare la propria scrivania

con non troppa frequenza e sempre negli stessi periodi. Campagne marketing

periodicizzate;

Oggetti

disposti con

ordine

standard

Spazi vuoti

Organizer

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… Ma è solo per questo periodo.

Queste persone tendono a ritenere la situazione attuale temporanea, a prescindere

da quanto essa sia effettivamente limitata nel tempo. Questi individui, pertanto,

potrebbero trarre vantaggio da oggettistica non troppo impegnativa, richiudibile o

agilmente intercambiabile.

Suggerimenti:

Evitare slogan che facciano riferimento alla resistenza degli oggetti, alla loro

longevità o potenziale irrinunciabilità, tipo «Non potrai più farne a meno»,

«L’investimento della vita», ecc;

Sottolineare la temporaneità degli oggetti, il fatto che siano poco

impegnativi (calendari mensili, contenitori a matrioska, ogg in materiali molli,

pieghevoli, ecc…);

Possono aver presa su questi clienti oggetti usa e getta, apri e chiudi,

richiudibili con poco ingombro

Oggetti

disposti a

caso

nella

zona di

lavoro

Oggetti

«temporaneamente»

accatastati

Disordine instabile

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Io nel mio disordine mi ci ritrovo

Individui che rifuggono l’ordine canonico o imposto da altri. Questi soggetti stanno

bene nella situazione in cui si ritrovano e non perderebbero mai tempo ed energia per

tenere in ordine più di quanto non facciano già. Disordinati ma magari non

disordinatissimi.

Suggerimenti:

Evitare richiami espliciti all’ordine della scrivania;

Puntare sulla valorizzazione personale del metodo di lavoro: « Tu lavori così?

Bene, con questi prodotti io ti aiuto a continuare così»;

Il disordine è effettivo oggetti che implicitamente facilitino le cose

potrebbero essere graditi all’utente: es color code dell’oggettistica; forme /

colori che saltino immediatamente all’occhio;

Disordine stabile

Macchie di caffe’

Oggetti di tutti i tipi

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Le inadempienze passate non scalfiscono le imperiture speranze d’ordine di queste

persone. Puntualmente soffocati dal caos, rimettono ordine con la promessa di

impegnarsi a mantenere stabilmente quell’ordine. Non smettono mai di crederci.

Suggerimenti:

Oggetti che si presentano come intrinsecamente portatori d’ordine

potrebbero conquistare questi individui;

Però, dopo uno o due acquisti si renderanno conto che non basta possedere

quell’oggetto ordinato;

Perciò ciclicamente bisogna rinnovare l’offerta con oggetti sempre nuovi: il

calendario, l’organizer, l’agenda,… tutti sempre strutturati in modo diverso,

per una nuova occasione d’ordine;

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Questi individui tendono a circondarsi di cose gradevoli a prescindere dalla loro

effettiva funzionalità. Creativi, lontani dall’ovvio, non temono il superfluo in quanto

tale.

Suggerimenti:

¤ Oggettistica che trasmette valori che sappiano andare al di là del mero uso

da scrivania. Che sappiano incarnare uno status;

¤ Creatività, innovazione, alternanza;

¤ Collezioni di ampia portata, corredi 2.0. Oggettistica in serie, da collezione,

rara ma modaiola;

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Sono disordinato… ma non è vero

Queste personalità si definiscono disordinatissime pur non essendolo. Il loro

disordine, difatti, è molto contenuto e bastano pochissimi oggetti fuori posto per

gridare al caos. Sanno sempre dove si trova ogni elemento. Vogliono appartenere

alla categoria dei disordinati.

Suggerimenti:

Rivolgersi a loro riconoscendoli come disordinati ma proporgli oggetti al di

fuori della declinazione dell’ordine/disordine;

Presentare degli oggetti dichiarando che i disordinati ne trarranno beneficio

(ma non perché diventeranno ordinati);

Inclini a seguire le mode, gli oggetti mainstream sortiranno effetti positivi;

Disordine

localizzato

Disposizione

metodica

Spazio

vuoto

Disposizione metodica

Spazio

vuoto

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Vorrei ma non posso

Colui che non compra perché sa che poi non userà l’acquisto, non avrà spazio in cui

metterlo, l’ha già, o è comunque totalmente disinteressato all’argomento. Questi

individui sono compratori solo per necessità e pertanto non rigettano per principio

l’idea di pagare di più per avere oggetti più duraturi.

Suggerimenti:

Puntare sulla versatilità di alcuni oggetti;

Puntare sull’indispensabilità di alcuni oggetti, essere un brand che mantiene

una produzione della cancelleria di base, con un catalogo dotato di molti

oggetti standard;

Puntare sulla resistenza di alcuni oggetti: slogan del tipo «La matita

resistente», «Le cartellette indistruttibili» potrebbero essere efficaci;

Assenza del

superfluo

Solo gli

oggetti

d’uso

corrente

occupano lo

spazio di

lavoro

Ordine funzionale