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Un fine settimana d'estate sulle montagne marchigiane
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In gita sui Monti Sibillini Un fine settimana d’estate sulle montagne marchigiane
Tre amici decidono di trascorrere un weekend estivo diverso dal solito, lontano dal bel mare portorecanatese, e di raccontarvelo. Partiti nel tardo pomeriggio da Loreto, dopo un’ora e mezzo di viaggio arriviamo a Pintura di Bolognola (1380 metri), la nostra località di soggiorno, presso il rifugio e albergo “La Capanna”.
Pintura di Bolognola Dopo aver cenato ci ritiriamo in camera e programmiamo un’escursione sulla Forcella del Fargno per il giorno successivo. La mattina seguente, tuttavia, la pioggia non ci consente di intraprendere la camminata. Decidiamo allora di scendere a Sarnano per visitare la mostra sul pittore veneziano Vittore Crivelli (14401501/1502) a Palazzo del Popolo. Attiva dal 21 maggio al 6 novembre 2011, la mostra ambisce a offrire una prospettiva originale sul patrimonio artistico della fascia montana delle Marche centromeridionali. Oltre alle opere di Vittore Crivelli e del più noto fratello Carlo, sono infatti esposte pitture e sculture di altri artisti attivi nei centri più interni delle Marche nella seconda metà del XV secolo, per esplorare il Rinascimento dell’Appennino.
Questo nuovo concetto storicoartistico vuole indicare un Rinascimento di carattere locale, diverso e autonomo dalla più famosa produzione toscana e veneta dell’epoca, legato al gusto per i materiali, l’oro in particolare, e all’ostentazione della ricchezza e dell’eleganza formale. All’ingresso veniamo informati che il biglietto della mostra permette di visitare anche la pinacoteca comunale, oltre che ottenere tariffe ridotte presso le sedi museali convenzionate dell’Abbadia di Fiastra, Caldarola, Castelraimondo, Falerone, Matelica, Monte Rinaldo, Tolentino, Urbisaglia e Visso. Alla pinacoteca civica rimaniamo affascinati da due collezioni in mostra al primo piano. Una è dedicata ad armi da fuoco, elmetti e attrezzatura bellica di interesse storico, l’altra a uno strumento di lavoro apparentemente semplice: il martello. Nelle teche di una piccola sala sono esposte decine di martelli di ogni dimensione per altrettanti mestieri, dal martelletto del neurologo al mazzuolo da falegname. A fine mattinata da Sarnano partiamo alla volta di Fiastra. Alla Casa del Parco, uno dei centri visita dislocati in tutto il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, le guide ci consigliano di pranzare al “Rifugio del Tribbio”.
Souvenir della Casa del Parco Al rifugio veniamo accolti dalla gentile cuoca e proprietaria. L’ambiente e la cucina, tipicamente marchigiana, sono molto gradevoli. Tra le pietanze gustate meritano di essere menzionati i primi piatti, tagliatelle al tartufo e pappardelle ai funghi, e i contorni, zucchine alle erbe aromatiche e melanzane e cipolle in agrodolce.
Mangiata anche una fetta di soffice ciambellone, salutiamo la signora e, usciti dal rifugio, notiamo i romantici ruderi del Castello Magalotti. Il castello era situato sopra un colle, circondato da possenti mura che inglobavano la chiesa benedettina di S. Paolo, in stile puramente romanico.
Ruderi del Castello Magalotti
Ruderi del Castello Magalotti Il colle offre una splendida panoramica dell’intero lago di Fiastra, di cui raggiungiamo le rive a San Lorenzo al Lago per passeggiare un po’ e scattare qualche fotografia prima di ritornare a Pintura di Bolognola.
Lago di Fiastra
Lago di Fiastra Nel pomeriggio i nostri programmi sono nuovamente bloccati dalla pioggia. Le ore trascorrono tra cioccolate calde fuori stagione, giochi di carte e lettura di libri e quotidiani disponibili presso il rifugio. Verso sera, terminato l’acquazzone, effettuiamo un’escursione nei dintorni del rifugio, senza allontanarci troppo per paura del cattivo tempo. La strada è spesso occupata da bellissimi e imponenti tori, vacche e vitelli di razza marchigiana. Lungo il cammino incontriamo il pastore del luogo, che per il giorno successivo ci consiglia di raggiungere il rifugio del Fargno e da lì Pizzo Tre Vescovi, meteo permettendo…
Allattamento di un vitello
Vitello di razza marchigiana Dopo la cena in albergo a base di ottimo spezzatino di cinghiale, andiamo a dormire sperando in una bella giornata. La mattina seguente i nostri desideri sembrano esauditi e, dunque, zaino in spalla, ci incamminiamo verso la Forcella della Fargno.
La salita è abbastanza impegnativa: il percorso è lungo circa 6 chilometri e il dislivello è di circa 400 metri, con una fonte d’acqua situata a metà cammino. Volendo è però possibile percorrere abbastanza agevolmente la strada sterrata in automobile o motocicletta.
Paesaggio lungo il sentiero verso il Rifugio del Fargno
Paesaggio lungo il sentiero verso il Rifugio del Fargno
Paesaggio lungo il sentiero verso il Rifugio del Fargno
Paesaggio lungo il sentiero verso il Rifugio del Fargno Dopo due ore e un quarto di cammino, alle undici e tre quarti circa, raggiungiamo finalmente il rifugio del Fargno, dove ci riposiamo brevemente assaggiando un dolcetto alle mandorle prima di salire ulteriormente sul Pizzo Tre Vescovi.
Rifugio del Fargno Nonostante i nuvoloni in avvicinamento decidiamo di girare tutt’intorno la punta prima di pranzare al rifugio. Il paesaggio è veramente mozzafiato e fotografiamo bellissimi fiori, ma a metà percorso siamo colti nuovamente alla sprovvista dalla pioggia. Pur con qualche difficoltà, affrettiamo il passo e riusciamo a raggiungere il rifugio.
Fiori lungo il sentiero per Pizzo Tre Vescovi
Fiori lungo il sentiero per Pizzo Tre Vescovi
Fiori lungo il sentiero per Pizzo Tre Vescovi
Fiori lungo il sentiero per Pizzo Tre Vescovi
Fiori lungo il sentiero per Pizzo Tre Vescovi
Ritorno al rifugio del Fargno Il pranzo è decisamente invernale: lenticchie e polenta alla salsiccia, senza lesinare su vino rosso e caffè per contrastare il freddo. Dopo aver sostato un po’ al rifugio, i due più coraggiosi del gruppo, tra cui il sottoscritto, affrontano vento e pioggia ritornando a piedi a Pintura di Bolognola, mentre il terzo compagno, meno intrepido ma più socievole, riesce a strappare un passaggio a delle compagne universitarie incontrate per caso. Giunti finalmente al nostro albergo ci asciughiamo e cambiamo i vestiti bagnati. Prima di ripartire alla volta di Loreto, compriamo una forma di formaggio, tanto stagionato quanto dolce, prodotta dal cuoco con il latte del pastore che avevamo conosciuto il giorno prima.
Pecorino dei Monti Sibillini Pian piano la pioggia comincia a diminuire d’intensità e il sole spunta lungo la via del ritorno dalla nostra piacevole gita estiva in montagna. Speriamo che il racconto del viaggio, di cui conserveremo sempre un bel ricordo, vi abbia divertito e invogliato a visitare i nostri bei Monti Sibillini.