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La pastorale del lutto e del cordoglio
POLIMENI GiovanniCardiologo Pres. Osped. “SS.Annunziata”-TAIncaricato Laico Ufficio per la Past. della Salute
PREMESSE 1
• 1- L’esperienza del “decesso”, l’allontanarsi dalla compagnia dei viventi, dalla presenza di questo mondo e dalla storia, ha sempre rappresentato il massimo enigma umano, al quale la filosofia, la religione, la psicologia, la scienza hanno cercato di dare una soluzione o una giustificazione.
PREMESSE 2
• 2- In tutti gli esseri viventi registriamo una radicale aspirazione a vivere ed una radicale reazione al morire.La morte viene per lo più considerata come una forma di ingiustizia, all’interno dell’orizzonte più vasto rappresentato dalla presenza del male
PREMESSE 3• 3- Da un periodo storico, eredità del
pensiero cristiano del medioevo, in cui la morte era vista prevalentemente come maestra di vita, deterrente dai vizi, (“Ricordati che devi morire!!!”), si è passati, sospinti dal pensiero secolare, laico, marxista alla rimozione del pensiero della morte: la morte èdiventata un tabù, ed attorno ad essa c’è la congiura del silenzio.
L’uomo di fronte alla morte• Due prospettive:• 1- SAPIENZIALE: comune a
tutte le religioni, le filosofie, le letterature, le scienze:
La morte ha una funzione “pedagogica”, di “maestra di vita”.
• 2- PASQUALE: propria ed esclusiva del cristianesimo:
La morte ha una funzione “mistagogica”, di introduzione ai misteri della vita eterna.
LA PROSPETTIVA SAPIENZIALE
E’ studiata dalla “TANATALOGIA”, disciplina che studia i modi di porsi di fronte alla morte nelle varie culture e religioni.
La fine della vita viene considerata come questione
- Fisica- Logica- Etica- Religiosa
LA MORTE DAL PUNTO DI VISTA FISICO 1
• In tutti gli esseri viventi esiste il principio di “entropia”, che si manifesta come- Invecchiamento- Deperimento
i quali, in assenza di fatti traumatici improvvisi, portano progressivamente alla fine della vita.
Il massimo consentito della vita umana è 120 anni.
LA MORTE DAL PUNTO DI VISTA FISICO 2
• Sapere il “perché” si muore tutti però, non ha mai consolato nessuno, sia quando si tratta delle morte di persone care o conosciute, sia soprattutto quando si tratta della propria morte
La razionalizzazioneEpicuro: La morte è un falso
problema“ Quando ci sono io, non c’è ancora la morte, e quando c’è la morte, non ci sono più io!”
S.Agostino: “La morte èuna malattia mortale che si contrae nascendo”
Heidegger: La vita e l’uomo sono un “essere-per-la-morte”: la morte non è la fine della vita, ma il fine della vita: si nasce solo per morire, non per altro.
La razionalizzazione – 2 -
La psicologia: Il rifiuto della morte è la molla dell’agire umano.
La poesia: “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” (Ungaretti)
La razionalizzazione – 3 -
• La razionalizzazione, in ogni sua forma, non consola e non dissolve la paura.
• Quello che la razionalizzazione riesce a dire della morte, non è “la morte”, come il descrivere un intervento chirurgico o le emozioni che esso generalmente suscita, non èl’intervento chirurgico.
Rimedi contro la paura di morire
• 1- La prole• 2- Le opere• 3- La specie • 4- La reincarnazione
LE 4 FASI DELLA VITA
ACCOGLIENZA
APPROPRIAZIONE-IDENTITA’
DONAZIONE
SPOGLIAZIONE
MUTILAZIONE
MATERIALE:vestiti,oggetti..
INTELLETTUALE:idee,linguaggio…
AFFETTIVA:amicizie,legami affettivi…
PROFESSIONALE:lavoro,hobbies, sports..
CULTURA,AFFETTI,
CONOSCENZE,
PROGETTI,VALORI
VITA - AMORE
Ciò che abbiamo gratuitamente ricevuto,
Ciò che abbiamo a fatica costruito,
Ciò che abbiamo con gioia donato,
…ora viene menomeno
LE PERDITE – 1 -
• 1- La nascita: la madre di tutte le perdite• 2- Le fasi di sviluppo: infanzia,
fanciullezza, giovinezza, età adulta, terza e quarta età, morte.
• 3- Eventi critici: asilo, servizio militare, fine degli studi, matrimonio, figli, pensionamento
• 4- L’identità culturale: emigranti, extracomunitari ecc..
LE PERDITE – 2 -
• 5- I beni materiali: ladri, disastri naturali• 6- I beni affettivi: morte, studio, lavoro,
invidia, gelosia, amore, relazioni genitori-figli, relazioni giovani-anziani, il divorzio…
LE PERDITE – 3 -
7- La perdita dell’identità personale: - La perdita della fiducia in se stessi- La difficoltà di accettarsi come corpo, pensieri,
sentimenti…- I fallimenti professionali- I rifiuti- Il pessimismo, la depressione, le ossessioni- La perdita dei ruoli sociali, tossicodipendenza,
alcoolismo
LE PERDITE – 4 -
8- La perdita dei beni umani e spirituali:
- terrorismo, sequestri di persona, mafia ecc…( perdita di speranze collettive, di visione delle cose, di possibilità di futuro…!)
- La violazione dei diritti umani- Il rifiuto di Dio e dei valori dello spirito
LE PERDITE – 5 -
9- La perdita della salute: malattie, incidenti…il ricovero
10- La perdita di quello che non si ha mai avuto:
- la fine dei sogni e delle speranze- Orfani- Le coppie sterili- L’aborto
LE PERDITE – 6 -11- La morte propria o dei propri cari“ Nella misura in cui ho vissuto,posso permettermi di morire:Se
considero la mia vita insufficiente, scialba,sfortunata,non voglio lasciarla;insisto a vivere di più, per avere più opportunitàed occasioni, che di fatto non ho.
Se riesco invece a riappacificarmi con la mia vita, se posso salutarla, perdonarla ed amarla, allora posso separarmi dalla vita sanamente e con soddisfazione.
Per ottenere ciò, devo perdonarmi gli sbagli che ho commesso, apprezzarmi, ringraziarmi per le cose che mi sono dato, accettare quello che non può più essere cambiato, abbracciare me stesso e darmi una mano per far fronte alla perdita piùgrossa: la mia morte.(B. Simmons: Vivere è separarsi)
Il Cordoglio ed il Lutto
• Il cordoglio: ( da cor = cuore e dolere = provar dolore) risposta emotiva alla perdita di qualcuno o di qualcosa: è la risposta di base per ogni tipo di perdita.
• Il Lutto: ( da lugere = piangere) cordoglio per la morte di una persona cara: massima intensitàdei sentimenti per la natura e per la definitivitàdella perdita. Si esprime con
- segni visibili esterni- comportamenti sociali- ritualità religiosa
Le caratteristiche del cordoglio
• 1- E’ inevitabile: essere sani comporta uno stato di costante cordoglio, a causa delle continue perdite nella nostra vita.
• 2- Comporta sofferenza: le fasi del cordoglio
• 3- E’ portatore di crescita: Fino a quando non si fa la pace con l’idea del distacco e della morte,propria ed altrui, è impossibile maturare. “ Se il chicco di grano non muore, non porta frutto!”
Le fasi del cordoglio• Da E . Kubler Ross
accettazione
depressione
patteggiamento
rabbia
negazione
LA NEGAZIONE• No! Non è vero!• Non può essere vero!• Non è possibile!• Si sono sbagliati sicuramente!• Questi non capiscono niente!• Mi faccio vedere altrove, da altri più competenti!
Il paziente, pur essendo perfettamente informato, si comporta inconsapevolmente come se non conoscesse la diagnosi o l’evoluzione della sua malattia.
LA RABBIA• Maledizione!• Ma perché proprio a me!?• Meglio farla finita!• Lasciatemi stare!
L’ammalato è portato ad aggredire sé stesso, fino al suicidio, e/o le persone che lo circondano, come i familiari, i medici, chi siprende cura di lui….
Se è credente, se la prende con Dio:Dio è un mostro!Dio è ingiusto, se permette questo a me, che sono in fondo un
buon padre di famiglia, onesto lavoratore…E tanti disgraziati, ladri assassini, stupratori se la spassano!
Il patteggiamento
• Si scende a patti con Dio!• Si cerca di comprare la sua
benevolenza: voti, candele, pellegrinaggi,novene, sacrifici, offerte, mortificazioni, promesse…
• Si chiede la guarigione o almeno di dilazionare la morte.
La depressione
• E’ finita!• Non c’è più niente da fare!• E’ tutto inutile!• Avevano ragione i medici!• Questa è la realtà: non ho più speranze!• Lasciatemi morire!• Non voglio vedere nessuno, sentire nessuno!• Non voglio mangiare più niente!
L’accettazione
• Il malato finisce per accettare l’idea del dover morire;
• Spesso vive la morte come una liberazione dal suo dolore totale.
• Il credente si apre alla trascendenza!
Le fasi del cordoglio
• Sono comuni, per lo più, per il malato, i suoi familiari ed i suoi amici più stretti.
• Non sono presenti sempre tutte.• Non seguono sempre ordinatamente la
lista.• Non sono tutte sempre di durata
omogenea.• Ogni persona le sperimenta in un modo
“suo”, originale.
Le cause della morte• Vecchiaia e cause naturali• Malattia cronica• Malattia terminale• Morte improvvisa• Disastri naturali• Incidenti• Assassinio e violenza• Suicidio• Morte di un bambino o di un neonato
La relazione con il defunto• Grado di parentela (genitore,
coniuge,figlio,fratello…)• Grado di dipendenza psicologica• Grado di dipendenza economico-sociale• Senso di colpa (infedeltà, difficoltà di
comunicazione…)• Sesso del superstite• Classe sociale• Precedenti esperienze di cordoglio• Fattori culturali che permettono
l’espressione del cordoglio
I personaggi di supporto esterno
• La famiglia• Gli amici• La Chiesa• I Volontari• La cultura• I professionisti• I Gruppi di mutuo aiuto• Le organizzazioni di appartenenza
La famiglia – 1 -• Di fronte alla prognosi infausta, la famiglia va in crisi- Per la sofferenza affettiva- Per il disagio materiale
Ci vuole un “adattamento” familiare per affrontare i problemi piccoli e grossi, tanto più che molto spesso la collettività scappa via, gli amici se ne vanno, (per non disturbare!!!), i parenti se ne vanno…Anche la comunità ecclesiale se ne va!
Dice Giobbe: “Sono come i torrenti di cui non ci si può fidare!”
La famiglia – 2 -
• Vi sono famiglie che aiutano, verso una sana elaborazione del cordoglio e del lutto ed altre che la ostacolano.
La famiglia – 3 -
• Il dolore è diventato un fatto “privato”, fino alla morte
• “ A tumulazione avvenuta….”• “ Si dispensa dalle visite”
Si vive nell’isolamento e nell’emarginazione.
Le reazioni dei familiari – 1 -
• 1- Il modello di interazione lineare:La famiglia segue la linea di reazione
dell’ammalato, condividendone le fasi: tutta la famiglia è come se fosse ammalata
Le reazioni dei familiari – 2 -
2- Modello di interazione circolare:Malato e familiari interagiscono secondo un
circolo vizioso, nel quale l’uno e gli altri si influenzano reciprocamente, per raggiungere sempre nuovi stati di adattamento
Le reazioni dei familiari – 3 -3- Modello di interazione sistemico:La malattia diventa una seria minaccia per
la stabilità della famiglia, specie se la famiglia era instabile già da prima.
Come in una impalcatura malferma, quando cade un membro, si sgretola tutto il resto, e cadono via via tutti gli altri.
Per istinto di conservazione, spesso l’ammalato viene isolato ed emarginato.
Le reazioni dei familiari – 4 -
4- Modello di interazione narrativo:Soprattutto nel caso delle malattie croniche,
che durano a lungo, la famiglia viene ad essere profondamente modificata nelle sue abitudini, ed acquista una nuova fisionomia: L’ammalato è una presenza abituale, che viene spesso condivisa, ceduta a chi cerca di aiutare.
La famiglia• In ogni caso è il sistema di comunicazione a caratterizzare la risposta
dei familiari:• Le famiglie che
- utilizzano sistemi comunicativi aperti ed efficaci- facilitano la comunicazione dei sentimenti- sono più coese- hanno flessibilità dei ruoli- hanno stima reciproca- hanno ricche relazioni sociali
sono più pronte all’adattamento, rispetto a quelle che- negano o sopprimono i sentimenti e la loro espressione- hanno distanze interpersonali- hanno ruoli rigidi- mancano di sostegno e fiducia reciproca- hanno scarse relazioni sociali
Il ruolo del clima culturale
• Culture differenti affrontano cordoglio e lutto in modi diversi, per quanto riguarda:
• 1- l’espressione dei sentimenti(esternazione e stoicismo)
• 2- le tradizioni• 3- I valori sociali• 4- i comportamenti rituali
Il ruolo della Chiesa
• La prospettiva “pasquale” della sofferenza e della morte
• I riti• I valori della solidarietà umana ( amici,
volontari, professionisti, i gruppi di mutuo aiuto)
• Il riconoscimento del dolore e non la sua negazione
• Il senso cristiano della sofferenza
I fattori personali• Il carattere (aperto o chiuso)• L’età• Il sesso• La capacità di adattamento• La fiducia in sé stessi• La visione personale della vita• La forza di volontà• La tenacia• L’equilibrio• La serenità• La capacità di iniziativa• Il senso di responsabilità
Le espressioni del cordoglio
• Livello fisico• Livello emotivo• Livello mentale• Livello spirituale• Livello sociale
Livello fisico• Fitte al petto• Momenti di panico e di soffocamento• Mal di testa e senso di stretta al cranio• Insonnia• Perdita dell’appetito• Perdita della forza fisica• Irrequitezza• Mancanza di desiderio sessuale
Livello emotivo• Lo shock : stordimento,panico, incredulità, rifiuto• La rabbia• Il senso di colpa : la morte toglie la possibilità di chiedere
perdono e di riconciliarsi, per fatti o omissioni• La paura• La tristezza : il pianto, la malinconia, la mestizia, la nostalgia, il
senso di solitudine ( specialmente in alcuni momenti: notte, fine settimana, feste, ricorrenze, lieti eventi…)
• La depressione ( isolamento volontario, trascuratezza, pessimismo, assenza di desideri, assenza di interessi,mangiare,bere e dormire come in una vita vegetativa…)
- A parte si parla del “ sollievo”: finalmente il calvario straziante èfinito!
Livello mentale• Difficoltà a concentrarsi ( ma che cosa dovevo
fare qui? Non mi ricordo più niente!Perdo sempre le parole!)
• Perdita della progettualità: tutto quello che si sognava, si programmava e si faceva insieme, ora si è soli a doverlo fare e non ci si raccapezza più! Meglio non fare progetti!
• La ricerca della persona perduta ( sensazione di aver vicina la persona perduta, oggetti, odori, fotografie, modi di dire e di fare, allucinazioni visive ed uditive, i sogni…)
Livello spirituale
• La consapevolezza della propria finitezza
• La fine dell’illusione dell’immortalità• Il ruolo di Dio• La ricerca di un senso (la disperazione
da perdita di speranza, perché vivo, che scopo ha ormai la mia vita!...)
Livello sociale
• Risentimento verso gli altri (per i quali la vita continua ed il cordoglio dura poco…)
• Il senso di non appartenenza ( la chiusura al mondo, la radio o la tv sempre accesa, la musica…modi per coprire il silenzio di una casa vuota)
• L’elaborazione di una nuova identità ( si diventa casalinghi ecc…)
I meccanismi di difesa• La negazione: non è vero niente!• La repressione: no a fatti o stati d’animo
ansiogeni• La fissazione: le idee ossessive• La razionalizzazione: no ai sentimenti!• L’isolamento: no agli altri! • La regressione: tutti attorno a me!• La somatizzazione: mi aggredisco da solo!• L’identificazione: io sono il morto!
I tipi di cordoglio• Il cordoglio anticipatorio: mi preparo alla
separazione!• Il cordoglio ritardato: freddo a caldo!
Scoppio ritardato!• Il cordoglio cronico:il tempo che passa
non guarisce niente!• Il cordoglio patologico: esaurimento
nervoso, ipocondria, dipendenza da farmaci, da alcool ecc….
I compiti del cordoglio
• Accettare la realtà della perdita ( no a negazioni, mummificazioni di corpo e di cose, ibernazioni…)
• Esprimere il proprio cordoglio (i sentimenti: consapevolezza, comprensione, accettazione, espressione, integrazione)
l’eroe (gelido e composto), il martire (la vittima del suo senso di colpa), il pazzo ( ostilità contro i ritenuti responsabili della morte), il clown (la maschera triste)
• Adattarsi ad una vita cambiata• Investire in nuove relazioni l’energia emotiva
Le vie della ricostruzione – 1 -• 1- Imparare a distaccarsi dal defunto ( che è
diverso dal dimenticare e dal non onorare)• 2- Comunicare le proprie sensazioni
(risentimenti, ferite, colpe accuse, stima apprezzamento, amore ecc…)
• 3- Prendere decisioni: la vita continua ed ha bisogno, gli altri hanno bisogno, di me vivo e non morto appresso al morto.
• 4- Essere pazienti con sé stessi: il lutto è un cammino, non un momento
• 5- Imparare a perdonare,… ed a perdonarsi
Le vie della ricostruzione – 2 -• 6- La via della fede: Dio mi ama, è buono,
nonostante tutto! La fede non elimina il dolore, ma lo rende affrontabile ed utile.
• 7- Credere in sé stessi: sono sicuro che prima o poi ce la farò!
• 8- Intrecciare nuove relazioni: guai ai solitari!
• 9- Tornare a sorridere• 10- Cominciare a donarsi
Che cosa devo fare? – 1 -• 1- Familiarizzare con le problematiche del
lutto e del cordoglio: non evitare il problema!• 2- Evitare le frasi fatte• 3- Dare spazio ai legittimi sfoghi delle
persone, senza mettere museruole o fare moralismi e prediche
• 4- Valorizzare la presenza, anche se silenziosa• 5- Mantenere i contatti (visite, passeggiate,
telefonate, lettere…)
Che cosa devo fare? – 2 -
6- Coltivare i ricordi: far parlare dei ricordi7- Stimolare a scegliere8- Rispettare la diversità delle reazioni9- Essere testimoni di speranza: Gesù è
risorto!10- mobilitare le risorse comunitarie:
volontariato, gruppi di mutuo aiuto
Conclusioni
• SORELLA MORTE!SORELLA MORTE!
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