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CAPPUCCETTO ROSSO
C'era una volta una bambina che indossava sempre una mantellina con il cappuccio di colore rosso che le
aveva fatto la sua nonna, così tutti i vicini la chiamavano Cappuccetto Rosso. Un giorno la mamma le disse di portare un cestino con una focaccia e una bottiglia di vino alla nonna che
abitava al di là del bosco e le raccomando più volte di stare attenta lungo la strada e di comportarsi bene dalla
nonna. Cappuccetto Rosso uscì di casa con il cestino in mano e si inoltrò nel bosco. Dopo una mezzoretta di cammino, Cappuccetto Rosso incontrò un lupo, ma non sapeva che fosse una bestia
tanto cattiva e non ebbe paura. Il lupo le chiese dove stava andando, la piccola rispose che andava dalla
nonna e gli spiegò dove abitava. Su invito del lupo, la bimba si soffermò poi a accogliere dei fiorellini, mentre il lupo andò di corsa a casa
della nonna. Facendo la vocina come se fosse la nipotina, si fece dire come aprire, entrò e in un sol
boccone la mangiò. Poi indossò la sua camicia da notte, la cuffietta e si infilò sotto le coperte ad aspettare Cappuccetto Rosso. Quando questa arrivò, guardò con meraviglia la sua nonnina, che le sembrava avere le mani grandi, le
orecchie grandi e anche la bocca, e fu con la bocca che il lupo facendo un balzo la inghiottì. Fatto il suo buon
pasto il lupo doveva tornare nel bosco, ma era talmente pieno che decise di fermarsi a fare un pisolino. Nel frattempo proprio vicino alla casetta passava un cacciatore che fu attirato dal forte russare del lupo e
decise di entrare. Appena lo vide dormire sul letto, con il pancione e la bocca aperta, s'immaginò tutto.
Subito prese delle forbici e iniziò a tagliare la pancia del lupo, prima uscì Cappuccetto Rosso e dopo la
nonna. Cappuccetto decise di farla pagare al lupo, così prese delle grosse pietre che il cacciatore infilò dentro la
pancia del lupo e la ricucì. Quando egli si svegliò fece per correr via, ma le pietre erano cosi pesanti che
subito s'accasciò e cadde morto. Erano contenti tutti e tre: il cacciatore scuoiò il lupo e si portò via la pelle; la nonna mangiò la focaccia e
bevve il vino che aveva portato Cappuccetto Rosso, e si rianimò; ma Cappuccetto Rosso pensava che non
avrebbe più disobbedito alla mamma.
LA BALENA DISPETTOSA C’ERA UNA VOLTA UNA BALENA BLU, MOLTO DISPETTOSA, CHE GIRAVA
PER IL MARE DIVERTENDOSI AD IMPAURIRE CHI INCONTRAVA. OGNI
VOLTA CHE INCONTRAVA UN PESCIOLINO GLI FACEVA DELLE BOCCACCE SPAVENTOSE E QUESTO IMPAURITO FUGGIVA. UN GIORNO
INCONTRÒ UN POLIPO. APPENA LO VIDE COMINCIÒ A FARGLI DELLE
BOCCACCE SPAVENTOSE. SAPETE CHE FECE IL POLIPO? SPRUZZÒ SUL MUSO DELLA BALENA UNA
GROSSA QUANTITÀ D’INCHIOSTRO NERO. I PESCIOLINI CHE ERANO LÌ INTORNO COMINCIARONO A RIDERE,
MENTRE LA BALENA SPAVENTATISSIMA SCAPPAVA VIA. DA ALLORA
NON INFASTIDÌ PIÙ NESSUNO.
LA RANA DALLA BOCCA LARGA
“Io sono la rana dalla bocca larga e mangio le mosche”, disse la rana dalla bocca larga mostrando la
lingua appiccicaticcia. Saltellando su e giù incontrò un uccello dalle piume azzurre. “Ciao io sono la
rana dalla bocca larga e mangio le mosche . E tu cosa mangi?”, chiese la rana dalla bocca larga. “Io
mangio i vermi” , rispose l’uccello spalancando il becco giallo. Un po’ più in là la rana dalla bocca
larga incontrò un topolino. “Ciao io sono la rana dalla bocca larga e mangio le mosche, tu cosa
mangi?”. “Io mangio semini croccanti e bacche succose”, rispose il topolino leccandosi i baffi.
Mentre la rana dalla bocca larga acchiappava le mosche vide un grande coccodrillo verde. “Ciao io
sono la rana dalla bocca larga e mangio le mosche , tu cosa mangi?” “Io vado matto per le rane dalla
bocca larga!”, rispose il coccodrillo mostrando una fila di denti affilatissimi. La rana dalla bocca
larga smise di acchiappare le mosche e deglutì. Strinse la bocca chiudendo le labbra il più possibile
e disse : “Davvero? Non se ne vedono molte in giro non trovi?”. Poi fece un sorrisetto imbarazzato
e si tuffò nell’acqua facendo un grande . . . SPLASH !
LA MUCCA CON LE MACCHIE VIOLA
C'era una volta, in una fattoria sulla collinetta, un contadino molto povero che aveva moglie e tre
figli da sfamare, un solo pollo a cui non poteva tagliare il collo e una vecchia capra che faceva
poco latte.
A volte si dovevano accontentare di una misera pagnotta per pranzo e per cena...
Un giorno il contadino disse: "Moglie mia, noi non abbiamo niente per sfamare i nostri bambini.
Vado a comprare una mucca vendendo la nostra vecchia capra che produce poco latte al giorno".
Il contadino andò al mercato e notò subito una mucca strana che nessuno voleva perché aveva le
macchie... viola!
Si affrettò a dare la capra al venditore e gli disse: "Vorrei quella mucca che ha le macchie viola.
Quanto latte fa al giorno?"
Il venditore gli rispose: "fa circa trecento litri di latte al giorno ma non la vuole nessuno per il
suo colore!" Detto questo andò a prendere la mucca e gliela affidò, felice di aver trovato un
compratore.
Il contadino arrivò a casa e gridò:
"Marcus! Davide! Isabel! Carin! Venite a vedere che mucca ho comprato!!!"
Tutti uscirono di casa e si stupirono molto quando videro nel giardino quella mucca così
bizzarra.
Il contadino spiegò: "Il venditore mi ha detto che questa mucca fa circa trecento litri di latte al
giorno!" Carin esclamò: "ma che meraviglia!!! Così andrò con Isabel a vendere il latte e a
comprare il pane, il formaggio e il prosciutto!!!
Il contadino cominciò a mungere la mucca, ma... anche il latte era viola!
Allora esclamò: "Ma è un miracolo! La mucca fa il latte color viola!"
Un po' si preoccupò: "se non volevano la mucca non vorranno neanche il latte viola?"
"Sembra il colore delle violette!" disse innocentemente Isabel distraendolo dai suoi pensieri.
Il contadino quindi diede i primi trenta litri di latte a sua figlia e a sua moglie che andarono al
mercato a venderli e tornarono a casa con centocinquanta monetine.
Il giorno dopo Carin andò al mercato del paese e comprò il pane, il formaggio, il fieno per la
mucca, il prosciutto e il mangime per i polli.
Da quel giorno poterono mangiare tutti quanti e vivere come sempre, vendendo latte e
acquistando altri prodotti e il contadino non si dovette più preoccupare del colore del latte della
sua mucca, dato che tutti si erano abituati.
PS: il latte viola esiste solo in questa favola!
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