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ANIEM
Rassegna Stampa del 18/09/2014
INDICE
ANIEM
Il capitolo non contiene articoli
ANIEM WEB
Il capitolo non contiene articoli
SCENARIO EDILIZIA
18/09/2014 Corriere della Sera - Bergamo
Ai corsi della Scuola edile formata una capocantiere7
18/09/2014 Corriere della Sera - Bergamo
Pala, mattoni e due diplomi In cantiere c'è la «muratora»8
18/09/2014 Corriere della Sera - Bergamo
Più donne anche nell'associazione dei costruttori9
18/09/2014 Corriere della Sera - Nazionale
«Emirati Arabi, Russia, Cina È il simbolo dell'italian style»10
18/09/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Capricci di marmo11
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
Troppo alto il costo dei «bad credit»13
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
Gli operatori: troppi paletti al bonus 20%15
18/09/2014 Il Messaggero - Marche
«Edilizia nel precipizio, assisteremo ad altre azioni estreme»16
18/09/2014 Il Messaggero - Ancona
Umberto I, l'allarme di Genga «C'è bisogno del Poliambulatorio»17
18/09/2014 Il Fatto Quotidiano
Expo, ne han preso un altro: indagato il commissario Acerbo per tangenti18
18/09/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona
Bancarotta fraudolenta, due imprenditori edili nei guai20
18/09/2014 Avvenire - Nazionale
«Avanti con la Tav» Ma visita rimandata21
18/09/2014 Il Manifesto - Nazionale
Il punto di vista del cemento22
18/09/2014 Il Manifesto - Nazionale
La diga del Vajont diventa un'opera24
18/09/2014 Il Manifesto - Nazionale
Il disarmo comincia in città25
18/09/2014 Il Mattino - Nazionale
Crolli e restauri, il business dei ponteggi26
18/09/2014 Il Secolo XIX - Genova
Via Mainetti, il cantiere infinito27
18/09/2014 Il Secolo XIX - La Spezia
Addio cantieri, il carpentiere guarda all'edilizia privata29
18/09/2014 QN - La Nazione - Arezzo
Artigiani, la valle dei cantieri sospesi Ma spunta uno spiraglio sulle risorse30
18/09/2014 Il Salvagente
Tasi, ecco quanto pagano gli inquilini31
18/09/2014 Panorama
Residenze per anziani, modello Nord-Est32
18/09/2014 Panorama
scoprite qui quanto è sicuro il vostro posto33
18/09/2014 Panorama
Appuntamento a Verbania38
17/09/2014 Imprese Edili
Legame manufatto - ambiente Progettazione della forma e scelta dei materiali42
17/09/2014 Imprese Edili
Prefabbricazione e impianti a scomparsa45
17/09/2014 Imprese Edili
Case a secco in acciaio durature e salubri47
17/09/2014 Imprese Edili
Esempio di sostenibilità ambientale e qualità prestazionali interne50
17/09/2014 Imprese Edili
50 anni e il rilancio delle costruzioni56
SCENARIO ECONOMIA
18/09/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Nestlé, Obiettivo 100 mila Posti Under 3059
18/09/2014 Corriere della Sera - Nazionale
alle Banche serve più Sapere d'Industria come diceva già Raffaele Mattioli60
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
«Telecom non tratta con Oi»61
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
«Popolari, riforma con più spazio ai fondi»62
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
La staffetta «sfasata» tra la Fed e la Bce64
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
Ichino (Sc): i costi dell'uscita allineati agli standard Ue **65
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
Damiano (Pd): no all'abolizione Serve chiarimento66
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
L'euro-salvagente68
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
Mediobanca in utile, uscirà da Telecom e Rcs Nagel: miglior risultato dal 200870
18/09/2014 La Repubblica - Nazionale
Caprotti, le confessioni del re dei supermarket: la mia guerra in famiglia e il futurodell'impero
72
18/09/2014 La Repubblica - Nazionale
Mediaset-Telecom le nozze del secolo che la legge Gasparri non farà celebrare"Niente gigantismo"
74
18/09/2014 La Repubblica - Nazionale
La Fed non alza i tassi ma riduce gli acquisti Yellen: "Lavoro fermo"75
18/09/2014 La Stampa - Nazionale
Il modello danese uscite facili, ma buon paracadute77
18/09/2014 La Stampa - Nazionale
Nuovi contratti, Renzi supera l'art. 1878
18/09/2014 La Stampa - Nazionale
Uber cresce e sbarca a Genova Dopo i taxi sfida i Pony Express80
18/09/2014 MF - Nazionale
SUL CONTRATTO BANCARI UN NEGOZIATO CHE POTRÀ DIRCI MOLTE COSE81
18/09/2014 MF - Nazionale
Le banche che informeranno meglio di altre sui propri rischi avranno un belvantaggio
82
18/09/2014 Panorama
Che succede se Putin ci toglie il gas?84
18/09/2014 Panorama
Un taglio allunga la vita (delle navi)85
18/09/2014 Panorama
Tutti i lavori che hanno un futuro (e quelli che svaniranno)86
SCENARIO PMI
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
Vertice tra India e Cina per rilanciare la crescita90
18/09/2014 Il Sole 24 Ore
Tassara cede il 15% di Mittel all'imprenditore Stocchi92
18/09/2014 Avvenire - Nazionale
La crisi russa ci costa oltre mezzo miliardo94
18/09/2014 ItaliaOggi
UniCredit, fondi per le pmi96
L'agenzia di servizi Ai corsi della Scuola edile formata una capocantiere Alla Scuola edile di Bergamo di donne iscritte ai corsi per operatori in edilizia non se ne vedono molte, ma
qualche eccezione c'è stata: «Qualche anno fa abbiamo formato una capocantiere, una signora che seguiva
il corso di assistente tecnico in cantiere. Tra l'altro ha sostenuto l'esame conclusivo in gravidanza mostrando
grande tenacia e impegno. Il suo attestato le ha permesso di ricoprire il ruolo di direttore dei lavori degli
operai delle costruzioni, ha frequentato il corso ogni sabato mattina per due anni», spiegano dalla sede di
Seriate. La scuola, che propone corsi base di qualifica e corsi di specializzazione, compreso l'apprendistato,
è stata costituita nel 1979: formalmente è un'agenzia di servizi formativi per le imprese edili della provincia ed
è gestita in modo paritetico dall'Ance di Bergamo e dai sindacati di categoria. (d.c.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
18/09/2014 9Pag. Corriere della Sera - Bergamo(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 7
La storia Ragioniera e geometra, è figlia di un impresario edile. «Costruire dà soddisfazione» Pala, mattoni e due diplomi In cantiere c'è la «muratora» Barbara nella squadra che realizza il rondò di Mozzanica Il racconto «Ho iniziato per caso,aiutando papà acasaTimore di far fatica?Le macchine ti aiutano» Diana Campini Guardarle le mani per indovinare che mestiere svolge porterebbe fuori strada. Barbara Gaverini, 34 anni,
capelli color miele e occhi celesti, un metro e settantacinque di altezza, ha unghie lunghe e ben curate. La
professione? Muratore. O «muratrice», scherza lei, ma qualcuno prova anche a darle della «muratora» e
qualche fanatico del vernacolo nostrano persino della «magutta». Due diplomi in tasca, geometra e
ragioneria, arriva da Cenate Sopra e da oltre un mese è «di stanza» a Mozzanica, dove per conto della
Provincia sta lavorando alla realizzazione della nuova rotatoria con svincolo lungo la strada provinciale che
porta alla strada Rivoltana, nell'ambito dei lavori di riqualificazione della ex statale 11 Padana Superiore.
Figlia d'arte, il padre Angelo è il fondatore dell'impresa edile di famiglia, calca tutti i giorni i cantieri dove
lavora insieme ai due fratelli. Maneggia putrelle e quadrelli (travi di ferro e mattoni) con la dimestichezza di un
manovale consumato, sciorina termini del mestiere che per la maggior parte delle appartenenti al genere
femminile hanno significati oscuri, e se la ride quando ripensa ai tempi della scuola, al corso geometri, dove
«capitava che qualche compagno non sapesse proprio cosa fosse una prisma (mattone), o una "maseta"
(mazzetta)». La vedi armeggiare con martello pneumatico, badile e piccone, e noti che suscita la curiosità di
non pochi pendolari che ogni giorno - tra cui i colleghi muratori diretti a Milano o di rientro - imboccano la
Rivoltana.
Il diploma da geometra Barbara l'ha preso frequentando le lezioni serali, mentre all'alba era già a bordo del
camioncino con i fratelli diretta verso qualche rudere da resuscitare o una nuova abitazione cui dar forma. La
«muratrice» ha iniziato a 19 anni a sollevare sacchi di cemento, «quando ancora pesavano cinquanta chili e
non venticinque, come è previsto ora dalla normativa sulla sicurezza nei cantieri. Mio padre stava sistemando
la nostra stalla e io, terminati gli studi da ragioniera, ho deciso di dargli una mano, mentre i miei fratelli già
lavoravano fuori. E così, mattone dopo mattone, mi sono appassionata a questo mestiere e non ho più
smesso. Durante gli studi da geometra ho collaborato anche con lo studio di architettura con cui lavorava
papà, per fare pratica e per maturare competenze professionali più complete, capire come funziona anche a
livello burocratico l'edilizia, conoscere le leggi. È un settore in continua evoluzione che negli ultimi anni è
cambiato molto: c'è più attenzione alla sicurezza ma, purtroppo, non circola più molto denaro e lavorare a
costi contenuti è sempre più complesso. Oggi il committente è sempre più esigente ma vuole spendere poco,
spesso non si considera che anche una piccola variante influisce in maniera significativa sulla spesa
definitiva». Se le chiedi per quanto tempo crede che il suo fisico potrà reggere a un mestiere tradizionalmente
sfiancante, glissa: «Ormai ci sono le macchine che aiutano molto, oggi la tecnologia semplifica alcune fasi
della lavorazione dei materiali e dà un apporto notevole in termini di tempo e fatica. I muratori della vecchia
scuola, come mio padre, non ci sono più: questo non è più un mestiere che a cinquant'anni devi per forza
interrompere perché ti ritrovi con la schiena distrutta». Meglio la strada o le costruzioni? «Realizzare strade
dà una soddisfazione immediata perché il lavoro è più rapido e subito visibile, ma quando passi davanti a una
casa che hai costruito tu ti si scalda il cuore». Che batte per un professionista di pala e piccone? «No, per un
ragioniere, conosciuto sui banchi di scuola. A casa il cinturone degli attrezzi lo porto io».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Barbara Gaverini di Cenate Sopra con la pala (a destra) e alla guida di un mezzo da cantiere durante la
realizzazione della nuova rotatoria di Mozzanica
18/09/2014 9Pag. Corriere della Sera - Bergamo(diffusione:619980, tiratura:779916)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 8
La tendenza La presenza femminile cresce nei lavori meno pesanti. Le restauratrici sono 22, ma a poche èriconosciuta la qualifica Più donne anche nell'associazione dei costruttori Nel comitato di presidenza dei giovani Ance tre donne su quattro D.C. L'edilizia è anche femminile. Lo conferma Simona Leggeri, titolare della Leggeri Spa, impresa edile di Seriate
tra le principali della provincia. Quarantatré anni, è geometra e vicepresidente di Ance Bergamo,
l'associazione dei costruttori, con delega all'edilizia e al territorio. Il suo è un lavoro più da scrivania che da
cantiere, ma ci tiene a sfatare l'immagine dell'edilizia come di un settore prettamente maschile:
«Contrariamente a quanto si pensi - spiega Leggeri -, questo è un ambiente dove lavorano molte donne. In
associazione ho incontrato colleghe molto caparbie e competenti, forse perché sanno di doversi scontrare
con molti pregiudizi. Il consiglio giovani dell'Ance Bergamo (del quale è stata presidente Ndr)è composto per
lo più da donne, nel comitato di presidenza su quattro consiglieri tre sono donne, mentre nel consiglio
generale su undici poltrone gli uomini sono cinque. Molte colleghe lavorano in edilizia come dipendenti con
mansioni da segretarie in amministrazione, in ufficio progettazione e grafica. Certo il lavoro pesante resta
prerogativa maschile. In Francia invece, dove la nostra associazione di costruttori è gemellata con l'ente
corrispondente, abbiamo visto molte donne svolgere mansioni "maschili": nelle loro scuole edili ci sono
ragazze che studiano da piastrelliste, da imbianchine, da manovali. Qui abbiamo le addette alla sicurezza e le
restauratrici». Quest'ultime sono un po' le «cenerentole» del settore: «Molte sono precarie o lavorano con
partita Iva - spiega Luciana Fratus funzionaria della Fillea-Cgil -. Spesso lavorano con contratti a progetto e
sono discriminate perché non sempre vengono assunte secondo il corretto contratto predisposto in edilizia
che prevede il terzo o quarto inquadramento a seconda del titolo di studio. Si tratta per lo più di diplomate o
laureate, gente specializzata che viene retribuita come un operaio edile. La tabella paga in edilizia per un
operaio comune è di 8,85 euro lordi, per un operaio qualificato 9,86. Ma a molte non viene nemmeno
applicato il contratto. Nella nostra provincia risultano iscritte alla cassa edile 22 restauratrici, di queste 15
sono inquadrate come operaie comuni, cioè manovali, una come operaia qualificata, una come operaia
specializzata, cinque come apprendiste. Quindi su 22 restauratrici solo due hanno la qualifica opportuna che
spetterebbe loro per legge».
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18/09/2014 9Pag. Corriere della Sera - Bergamo(diffusione:619980, tiratura:779916)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 9
L'architetto Marco Piva «Emirati Arabi, Russia, Cina È il simbolo dell'italian style» Silvia Nani «È il primo materiale "permanente" usato dall'uomo. E questa sua capacità di passare indenne attraverso le
epoche regala alle architetture un carattere di nobiltà. Storico sì ma capace di offrire spunti per interpretazioni
sempre nuove: finiture, spessori, curve, giochi cromatici e di luce. Con il marmo oggi tutto è possibile». Marco
Piva, architetto, i marmi e le pietre nei suoi progetti li usa da sempre. Ancora ricorda la sua prima grande
commessa, per lui banco di prova per imparare a conoscere a fondo il materiale e le sue potenzialità: «Fu a
Gedda, per la residenza di un principe arabo: 16.000 metri quadrati, marmo ovunque, facciata, scaloni,
colonne, rivestimenti, il concetto di rappresentare uno status attraverso un'estetica monumentale - rievoca -.
In quell'occasione conobbi Sergio Rigo, dello storico laboratorio Rigo Marmi. Un lavoro a quattro mani:
assieme a lui ho sperimentato come e dove usarlo, sono entrato nel merito delle sue caratteristiche chimiche,
di come trattarlo. È stata una vera scuola». Edifici pubblici, residenze private, hotel, da allora per Piva non c'è
progetto senza marmo: «Ogni volta con la conferma di scoprire quanto sia duttile e permetta linguaggi
sempre diversi».
Una storia tutta italiana, quella dei materiali lapidei: la capacità di lavorarli, la sensibilità di sceglierli e di
abbinarli, l'inventiva nel trasformarli in stile è radicata in un tessuto (geografico e artigianale) preciso e
riconosciuto. Non a caso le grandi commesse all'estero, conferma Piva, continuano a volerlo: «In Russia,
dove attribuiscono al marmo la capacità di comunicare opulenza e amano le varietà più disegnate, dai
Carrara statuari ai travertini persiani, al Portoro. Negli Emirati Arabi invece la richiesta è usarlo come
elemento di decorazione: inserti, intarsi e contrapposizioni cromatiche. Con una passione per i disegni, dalle
geometrie al floreale». E la Cina? «Ne fanno (e ne chiedono) un uso colto: alternanza estetica per le facciate,
marmo "leggero" in quota, "pesante" nelle zoccolature. Piacciono le varietà raffinate e poco drammatiche,
come il Dark Imperator, marrone caldo punteggiato di beige, il Carrara più uniforme, il bardiglio con le sue
sfumature di grigio». E, a sorpresa, laggiù ci riconoscono l'eccellenza artigianale: «Si affidano a noi persino
per scelta e levigatura dei marmi locali. In noi vedono una maestria che loro non hanno», dice, citando i
progetti residenziali che sta seguendo a Shanghai e Beijing.
In Italia marmo e pietre sono parte del nostro dna, non a caso da noi, alla bravura stilistica si aggiunge la
narrazione: «Per esempio per l'hotel Laguna Palace a Venezia, ispirandomi alla sabbia emersa durante gli
scavi, ho scelto una pietra che la richiamava nella texture e nel colore», racconta Piva. Nel progetto di
ampliamento (alle battute finali) dello storico hotel Excelsior Gallia a Milano, è il marmo a inventare un dialogo
tra gli ospiti e la città: «Pietra crema e granito nero con inclusioni micacee, grandi lastre continue: sobrietà per
creare uno stacco all'opulenza di piazza Duca d'Aosta. Nelle stanze, lastre usate per gli arredi assieme a
vetro, alla pelle e al metallo, e varietà sempre diverse per un effetto sorpresa».
Sperimentazione, con il marmo è possibile: «Per esempio studiando la sua risposta alla luce, con texture o
motivi che affiorano e spariscono dalla superficie grazie a un gioco di led. Oppure esplorando, per inventare
finiture su misura, la combinazione di macchine e manualità». Per dire come l'ultima frontiera di questo
materiale rimane la sua relazione, stretta e non sostituibile, con l'uomo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Ampie vedute Marco Piva, 62 anni, lavora per grandi progetti residenziali pubblici e privati in tutto il
mondo. Il suo linguaggio progettuale fa largo uso dei materiali lapidei
18/09/2014 52Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 10
L'appuntamento Marmomacc si unisce alla rassegna Abitare il tempo: 1502 espositori da 57 Paesi e gli oltre56 mila buyer da 140 nazioni Capricci di marmo Il design alleato con la produzione lancia l'export Così la crisi non scalfisce la nostra pietra regina Alessandro Luongo Un'edizione di grandi novità e conferme: Marmomacc è ancora la fiera internazionale più autorevole per tutti i
professionisti del settore. E i numeri lo dimostrano: 1.502 espositori da 57 Paesi, oltre 56 mila buyer e
operatori specializzati attesi da più di 140 nazioni. «La manifestazione a più alto tasso d'internazionalità di
Veronafiere - commenta il presidente Ettore Riello -. Basti pensare che quest'anno sono 912 gli espositori
stranieri, 66 in più rispetto al 2013, e circa il 60% dei buyer attesi proviene da oltreconfine. Una posizione di
leader assoluto per il comparto che tutto il mondo lapideo ci riconosce».
Dal 24 al 27 settembre, poi, per la prima volta Marmomacc si svolge in contemporanea con Abitare il tempo, il
salone business to business per gli operatori del contract , (la fornitura integrata «chiavi in mano» per i grandi
spazi collettivi, come hotel, aeroporti etc) che propone le migliori soluzioni di materiali, finiture d'interni e
arredo (www.arredareiltempo.it). Le due esposizioni mantengono dunque la loro identità, «ma creano un
evento fieristico sempre più trasversale, dove il business della pietra naturale dialoga direttamente con il
mondo del contract e dell'arredo d'interni» chiarisce il presidente di Veronafiere. Il comparto della pietra
naturale vede l'Italia quinto Paese del globo per produzione e lavorazione (cresciuta anche nel 2013), con
l'esportazione soprattutto di materiali finiti, che hanno toccato quasi 1,9 miliardi di euro (+6,7%); mentre le
tecnologie e le macchine di lavorazione hanno raggiunto i 969 milioni di euro (+10,5%). La tendenza positiva
è continuata nel primo quadrimestre del 2014, con le esportazioni complessive nazionali di marmi e graniti
finiti e semilavorati, pietre grezze ornamentali e da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia, che
han totalizzato 929,7 milioni di euro (+3,7%).
La rilevanza e l'interesse del contract al Marmomacc è contrassegnata anche dalla presenza di 45
delegazioni commerciali di tutto il mondo. A Verona convengono dunque progettisti, architetti e contractor che
possono trovare non solo i grandi blocchi di marmo, ma anche le soluzioni di arredo e le finiture in un'area
commerciale riservata. In programma anche mostre, incontri e momenti di dibattito dedicati al tema. Come ad
esempio, la rassegna At Home, promossa da entrambi gli spazi espositivi, che ben sintetizza il connubio tra
le due manifestazioni. Aziende italiane di marmo si misurano con collezioni di arredi pensati proprio per offrire
concrete opportunità di business nell'ambito di grandi forniture. Perché l'Italia eccelle nel mondo del contract?
Risponde Riello: «Gli Stati Uniti hanno un ruolo di primo piano nel comparto e proprio le imprese appaltatrici
americane, così come gli studi di architettura, sono sempre più impegnati in progetti internazionali non solo
nel continente, ma anche in Medio Oriente e in Asia». In questo scenario, pertanto, «l'Italia riveste un ruolo di
primo piano poiché per questi progetti sono richiesti arredi e finiture di qualità». Insomma, qui lo stile
dell'autentico made in Italy può ancora fare la differenza. Non a caso, sia a Marmomacc sia ad Abitare il
tempo, ampio spazio è riservato al design: non solo degli arredi e degli oggetti, ma anche agli ambienti e ai
macchinari (cui è dedicata un'interessante esposizione che mostra, attraverso le opere, l'eccellenza
produttiva italiana). Insomma, il meglio del settore in quattro giorni: materiali grezzi e semilavorati, macchinari
e tecnologie avanzati, insieme a progetti di architettura e sperimentazioni di design.
Il programma di mostre culturali, installazioni e convegni prevede, oltre At Home di Giuseppe Viganò, la
mostra Design e tecnologia di Raffaele Galiotto, dedicata al comparto dei macchinari per la lavorazione della
pietra, ma anche Italy Contract, a cura dell'architetto e designer Antonio Larosa, che raccoglie una selezione
dei migliori prodotti italiani nel campo dell'arredamento, illuminazione, tessuti d'arredo e tappeto.
Che edizione sarà quella al nastro di partenza? «Nostro obiettivo principale, come fiera a servizio del sistema
Paese, è essere uno strumento per la promozione delle aziende. Per questo puntiamo a far sì che i nostri
espositori possano chiudere contratti, entrare in contatto con buyer internazionali e aprire il proprio business
18/09/2014 52Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 11
a nuovi mercati. Per quanto riguarda il futuro, ci sarà sempre più spazio per internazionalità, tecnologia,
mondo della formazione e del design». Da segnalare, inoltre, il premio Best Communicator 2014 al miglior
spazio espositivo (come mezzo di comunicazione) dedicato quest'anno anche ad Abitare il tempo. In giuria,
fra gli architetti, Luca Molinari, Patrizia Pozzi, Marco Romanelli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forme e tecnicheUna corazza cosparsa di cunei appuntiti, realizzata con fresa a disco diamantato: è questo il carapace (nella
foto qui sopra). I percorsi binari, circolari e ondulati sono adagiati sulla grande calotta sferica e guidano il
disco che li percorre con un'inclinazione di 90° rispetto alla direzione del percorso. Il risultato è una superficie
tridimensionale non ottenuta con la tradizionale modellazione con software 3D, ma tramite il passaggio del
disco inclinato.
Nel Cora, abbreviazione di corallo (prima foto in alto a sinistra), inteso come un macroscheletro calcareo
prodotto da colonie di piccoli polipi. Il lapideo prende le sembianze di un materiale organico ricco di cavità e
cunicoli curvi e ritorti tramite la foratura curva, ottenuta con l'impiego di una fresa con il controllo dell'asse C e
l'utilizzo di un utensile a testa sferica e stelo sottile. Si è così ricavata una prima cavità curva di 90°,
ricongiunta a una seconda che ha esteso il foro fino a 180°.
Evo (seconda foto in alto a sinistra) è invece il risultato di tagli parziali, circolari e concentrici mediante disco
diamantato inclinato. La complessità risiede nella gestione dell'incavo realizzato dall'ingombro del disco lungo
il suo percorso che, a differenza del taglio tradizionale, di spessore costante, assume sezioni di taglio diverse
secondo il percorso dato.
Foto: Virtuosismi Foto grande, Carapace, in marmo di Carrara, realizzato dalla ditta Omag. A sinistra, Cora,
opera in Bretonstone della ditta Santa Margherita. Sotto, Evo, realizzazione in marmo della ditta Anzilotti
18/09/2014 52Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 12
real estate Troppo alto il costo dei «bad credit» Ogni mille euro di prestiti, 128 euro sono di perdite Soffre in particolare il settore costruzioni santa margherita l., Dal nostro inviato,
Evelina Marchesini a Ogni mille euro di "bad credit" in Italia si è tradotto in una perdita di 128 euro nel 2014.
Un vero record negativo, visto che la media europea è di circa la metà. E se si vuole essere realistici non si
può evitare di partire da questo dato di base per analizzare seriamente lo stato di salute del settore
immobiliare italiano. Gregorio De Felice, chief economist di Intesa San Paolo, ha messo i punti sulle "i" nel
proprio intervento al Forum di previsioni e strategie di Scenari Immobiliari.
A fronte di uno scenario europeo di condizioni favorevoli alla ripresa del credito bancario - con una politica
monetaria della Bce estremamente accomodante - si assiste ancora a un forte divario tra i tassi sui prestiti
alle imprese non finanziarie di Germania, Francia e Paesi Bassi e quelli dei Paesi "periferici" come Italia e
Spagna. «Il segnale positivo è che nel secondo trimestre 2014, specialmente a giugno, il tasso medio sui
prestiti alle imprese non finanziarie in Italia si è ridotto notevolmente - spiega De Felice - e il gap rispetto
all'Eurozona si è ridotto a 40 basis point, sui minimi dall'autunno 2011. Ma resta il problema del costo del
cattivo credito, che nelle prime cinque banche italiane è stato in media di 128 pb, più che doppio rispetto ai 57
pb di un campione di banche europee». Dati che, tradotti a livello immobiliare, racchiudono una situazione a
due facce, a seconda che si analizzi il settore famiglie o quello delle imprese di costruzione. L'offerta di
credito alle famiglie per l'acquisto di abitazioni è infatti in aumento già da un anno, con condizioni in
miglioramento (il tasso variabile medio è sceso sotto il 3% per la prima volta da tre anni) e la domanda di
prestiti è in aumento anche nel secondo trimestre. L'altro lato della medaglia, quello delle imprese di
costruzioni, volge invece al dramma: i prestiti al settore sono in diminuzione di oltre il 12% annuo nei primi
sette mesi del 2014. Un comportamento, da parte delle banche, che si spiega con il tasso di default del
settore costruzioni quasi doppio rispetto alla media del settore produttivo, vale a dire l'8,3% a marzo 2014
contro il 4,6% del settore produttivo nel suo complesso. Ma attenzione: «Il settore immobiliare si comporta in
modo molto diverso da quello delle costruzioni - spiega De Felice - allineandosi alla media dei settori
produttivi e testimoniando che costruzioni e real estate sono due mondi completamente diversi». Nel
complesso, lo stock delle sofferenze lorde si attesta a 172 miliardi, pari al 9% dei prestiti, di cui 51 miliardi
fanno capo alle costruzioni e all'immobiliare.
In questo contesto si tessono le strategie, e le considerazioni, delle principali realtà del real estate italiano, i
cui a.d. si sono confrontati nel corso del Forum di Scenari Immobiliari. «A parole si dice che le banche sono di
nuovo disponibili a finanziare il real estate, ma io non ho questa percezione. E si stanno perdendo occasioni
importanti», sottolinea Emanuele Caniggia, a.d. di Idea Fimit. Aggiungendo che il modello attuale delle Sgr
italiane è poco sostenibile, in quanto un mercato troppo frazionato in cui si risulta perdenti in un'ottica di
concorrenza europea. «Lancio un invito a tutte le Sgr affinchè iniziamo un dialogo comune - dice Caniggia - e
alle autorità di vigilanza affinchè si lavori tutti nella più ampia trasparenza ma senza ostacolare l'attività degli
operatori».
Per Cesare Ferrero, country manager di Bnp Paribas re, l'industria immobiliare si deve ripensare, visto che è
finito l'effetto "magico" dell'inflazione. E non lesina sull'autocritica: «I fondi immobiliari hanno raccolto una
montagna di denaro dai risparmiatori: ma cosa hanno reso? E le società immobiliari quotate in Borsa? Una
storia tristissima, tranne un paio di casi virtuosi. Si parla di innovazione, ma dove si può innovare? Negli uffici
e nei centri commerciali il più è fatto. E il canale digitale, in Italia, resta ai margini», attacca Ferrero.
Concludendo: la possibilità di fare business in Italia c'è ancora, ma bisogna essere un po' più "tosti" e tornare
ad avere davvero fame.
18/09/2014 25Pag. Il Sole 24 Ore - Casa 24 plus(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 13
© RIPRODUZIONE RISERVATA il miglioramento
Tasso sui nuovi prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni (%) le previsioni
Trend dei prestiti alle famiglie (var. % annua, dati trim.) e attese sul mattone in Italia: miglioramento,
peggioramento e stabilità (% di risposte) in difficoltà
Prestiti bancari al settore produttivo al netto delle sofferenze (var. % annua) fonte: Intesa San Paolo
il confronto a santa margherita Le posizioni degli operatori manfredi catella, hines «Non sono d'accordo sull'affermazione che se parte
l'edilizia riparte l'Italia. Il punto è smettere di ragionare in termini di tattica, che dura il tempo di un Governo, e
iniziare a farlo in termini di strategie. Le riforme strutturali sono importanti, ma sono la cornice, non il disegno.
Non è solo l'edilizia che deve ripartire, è l'industria che deve trasformare il nostro Paese in vero motore
economico di sviluppo». piercarlo rolando, prelios «La ripartenza del mercato immobiliare deve seguire
necessariamente un processo di repricing. Occorre passare da una logica opportunistica a una di redditività
conseguente all'accumulazione degli stock, anzichè all'acquisto per rivenderli».
Foto: La fotografia del settore
Foto: (*) periodo di determinazione iniziale del tasso oltre 10 annifonte: Intesa San Paolo
18/09/2014 25Pag. Il Sole 24 Ore - Casa 24 plus(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 14
sblocca italia/2 Gli operatori: troppi paletti al bonus 20% Gli agenti: ostacoli dall'obbligo di acquistare in classe A o B e canone concordato. Per l'Ance «effetti positivicome in Francia» Emiliano Sgambato aAncora troppo poche le case in classe A e B. E canone concordato ancora troppo poco diffuso (o poco
conveniente) in molte città. Sono questi i due elementi che più frenano gli entusiasmi sui reali effetti che il
bonus del 20% per chi "acquista per affittare" - previsto dall'art. 21 del decreto Sblocca Italia - potrà portare al
mercato immobiliare. In sintesi la norma prevede che l'acquirente (a patto che non sia parente di primo grado
del venditore) possa dedurre dal proprio reddito il 20% della spesa per l'acquisto (da un'impresa) di un
immobile in classe energetica A o B non di lusso (massimo di 300mila euro, pari a 7.500 euro annui detraibili
per 8 anni). Entro sei mesi, l'immobile dovrà essere affittato a canone concordato per 8 anni.
Il provvedimento è promosso dai costruttori: «Abbiamo proposto e sostenuto con decisione questo
intervento, perché dopo anni in cui la casa è stata usata come un bancomat, pensiamo che passare a una
politica di incentivi fiscali rappresenti un passo fondamentale. In Francia - dichiara il presidente Ance Paolo
Buzzetti - grazie alla legge Scellier, alla quale questa misura è fortemente ispirata, in 4 anni sono state
vendute 239mila abitazioni, contribuendo in modo importante alla ripresa di un mercato immobiliare in grave
crisi». Al caso francese fa riferimento anche Reag: «Immaginiamo che anche in Italia - commenta il ceo Leo
Civelli - possano essere introdotti eventuali correttivi una volta che ci si misuri con le mutate condizioni di
mercato. Si tratta di scommettere su efficientamento energetico e flessibilità. A patto di aggiornare i canoni
concordati».
Più scettici gli altri operatori. «Gli immobili in classe A e B - nota Paolo Righi, presidente Fiaip - sono pochi.
Sarebbe stato diverso se la misura fosse stata estesa all'immenso stock di invenduto. Si tratta di un passo
avanti, ma la norma costa poco (334 milioni dal 2014 al 2026 secondo le stime governative, ndr) e avrà effetti
limitati». Su una lunghezza d'onda simile Tecnocasa: «La misura potrebbe aiutare a smobilizzare una parte di
invenduto. L'appetibilità dipenderà soprattutto - spiega Fabiana Megliola, responsabile dell'Ufficio studi - dalla
convenienza di ricorrere al canone concordato, che in alcune realtà funziona e in altre, dove l'importo è molto
distante dai valori di mercato, meno». In alcune città gli accordi tra proprietari e inquilini non sono infatti siglati
da anni: prima di incentivare questo tipo di contratti (cosa già fatta ad esempio con la cedolare al 10%)
bisognerebbe farli funzionare. Decisamente negativo il parere di Toscano, che ha calcolato che in base
all'offerta del suo portafoglio di vendita solo l'1,9% delle case rispetta i requisiti di efficienza e di prezzo: «I
beneficiari saranno pochi - comunica il Gruppo - e i veri destinatari del provvedimento sono i costruttori e non
il mercato immobiliare nel suo complesso».
Secondo le prime elaborazioni (vedi il Sole 24 Ore di martedì scorso) i rendimenti netti di questo tipo di
investimento possono variare dall'1,9% al 3%. Ma certo l'opportunità va valutata anche in ottica di "conto
capitale": in una situazione di stagnazione e prezzi bassi si potrebbe "scommettere" che tra otto anni le case
avranno acquisito valore.
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 15
LA CRISI «Edilizia nel precipizio, assisteremo ad altre azioni estreme» ALLARME NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI LA CNA: «SERVONO INTERVENTI URGENTI ILCOMPARTO È PARALIZZATO» F E R M O «C'è la crisi dell'edilizia dietro al duplice omicidio di Fermo. Una tragedia che fa tremare il tessuto
sociale locale. Certe storie un tempo si ascoltavano alla televisione. Oggi le viviamo sotto casa». Alessandro
Migliore è il direttore della Cna di Fermo, l'associazione di cui fa parte Gianluca Ciferri, l'imprenditore che ha
ucciso con un revolver due operai. «Ciferri è un nostro iscritto. Non ha mai fatto vita associativa, tempo fa
partecipò a un corso di formazione». Migliore è sicuro: «Due i settori dell'artigianato in ginocchio:
l'autotrasporto, ormai defunto, e l'edilizia. Soffrono i palazzinari, ma anche le piccole aziende con due-tre
dipendenti non ce la fanno ad andare avanti a causa dei pagamenti. I numeri che testimoniano le difficoltà del
settore edile: perse tremila aziende e 12mila posti di lavoro, nell'ultimo quinquennio, solo nelle Marche. Cassa
Edili ridotta del 40%. Vi pare poco? Dal 2008 a oggi, otto imprese su dieci sono state costrette a licenziare. E
non si vede la minima ripresa». Morsa della crisi sempre più stretta, contanti che non girano. Sale
l'esasperazione dell'artigiano (non viene pagato dal cliente), dei dipendenti (stipendi col contagocce) e dei
negozi di materiali edili (nel Fermano i maggiori hanno abbassato la saracinesca). Un triangolo ormai logoro
che porta alla disperazione e, come nel caso del duplice omicidio di Fermo, alla tragedia. «Come Cna -
aggiunge Migliore - abbiamo creato due reti d'impresa nel comparto dell'edilizia. Un aiuto concreto per le
piccole e micro imprese. Offriamo il pacchetto-casa completo: lavori di muratura, ristrutturazioni, impianti.
Risultato? Le richieste ci sono, si fatica però a riscuotere le fatture. E si torna daccapo. Senza denaro le
attività si bloccano. Se vuoi acquistare materiale devi pagarli subito. Ma se le aziende non hanno liquidità,
come fanno? Ecco il tunnel buio da cui non se ne esce. Inoltre, il lavoro sul nuovo è crollato del 90% e di
questa situazione ne hanno fatto le spese le maggiori imprese». Un quadro allarmante che peggiora col
passare degli anni. Ma adesso la fame (in tutti i sensi) si fa sentire. E per campare ecco spuntare le
anomalie: «Aziende costrette a licenziare i dipendenti, poi ripresi come liberi professionisti con partita Iva ma
senza tutele. Inutile bendarsi gli occhi». Dài e dài, la corda si rompe. «Il duplice omicidio di Fermo? Se ne
parla in Cna. Non c'è artigiano nel Fermano che non ha una situazione economica aperta che sia di credito o
di debito». Preoccupato Eraldo Attorresi, presidente provinciale Cna Costruttori: «Servono interventi urgenti,
siamo vicini al precipizio. Si lavora, ma spesso non si riporta a casa denaro perché se va bene le fatture
vengono pagate in sei-nove mesi. Il settore delle costruzioni è paralizzato». E Federico Steca, presidente
degli Edili di Confindustria Fermo, rincara la dose: «Ancora non abbiamo toccato il fondo nel nostro settore. I
prossimi due-tre anni saranno ancora più duri visto che il pubblico è paralizzato e le grandi opere non
ripartono». La crisi dell'edilizia mette a rischio anche il tessuto sociale del territorio: «Se non avviene un
cambio di passo, assisteremo ad altre azioni estreme - tuona Maurizio Di Cosmo, segretario provinciale della
Cgil - Il Parlamento? Pensa ad altro: è bloccato sulle nomine, sulle poltrone. Intanto il paese va a picco, visto
che le fondamenta date dall'artigianato e dal manifatturiero sono state sgretolate dalle mancate azioni
concrete». Fabio Paci
Foto: Sopralluogo in casa Ciferri
18/09/2014 43Pag. Il Messaggero - Marche(diffusione:210842, tiratura:295190)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 16
CHE CITTÀ FA Umberto I, l'allarme di Genga «C'è bisogno del Poliambulatorio» Il rischio incompiuta blocca anche i lavori da 10 milioni dell'Asur RECUPERO AL PALO TRA IPOTECHE EDIFFICOLTÀ FINANZIARIE DELLA DITTA SANTARELLI Ex Umberto I a rischio incompiuta. Ipoteche, difficoltà finanziarie del costruttore e clausole varie hanno
costretto l'impresa edile ascolana Santarelli, che nel 2007 si era aggiudicata all'asta l'ex ospedale per quasi
70 milioni, a fermare il cantiere. Le complicazioni hanno imposto uno stop alla realizzazione di quello che
doveva essere un complesso residenziale extralusso a due passi dal centro e che hanno bloccato anche il
progetto della Asur di realizzare il Poliambulatorio e una Rsa nei padiglioni di sua proprietà che si affacciano
su largo Cappelli. Intervento da 10 milioni che il Comune sta cercando di sbloccare attraverso un'apposita
variante per sganciare l'intervento dal resto del cantiere. Non solo: allo studio anche una via di uscita per far
ripartire i lavori all'ex Umberto I. La soluzione urbanistica messa a punto da Palazzo del Popolo dovrebbe
prevedere la possibilità per l'Asur di monetizzare la quota parcheggi a disposizione dei servizi pubblici in
cambio di una variante che eliminerebbe l'obbligo di avviare i lavori solo in presenza dei posti auto. Nei
prossimi giorni l'ad dell'impresa, Felice Santarelli, e i vertici dell' Asur incontreranno il sindaco Mancinelli per
capire se ci sono le condizioni per uscire dall'impasse. I padiglioni 1 e 2 dovrebbero accogliere il
Poliambulatorio, parte degli uffici del distretto e una Rsa. Ma non solo. «L'idea di massima resta quella -
spiega il direttore generale della Asur Gianni Genga ma è nostra intenzione, nel caso in cui si riesca a partire,
realizzare una piccola cittadella sanitaria, magari integrata con una Casa della salute. C'è preoccupazione
per questo lungo stop perché Ancona ha grande bisogno di un punto di riferimento medico in centro». Perché
l'ingranaggio si è inceppato? Il cantiere è fermo da prima dell'estate, l'ufficio commerciale chiuso da oltre un
anno. Per andare avanti serve la firma della convenzione tra Comune e Santarelli, necessaria per il via libera
alla variante per trasformare i padiglioni 3, 12, 13, inizialmente destinati a studentato e a Rsa, in 70
appartamenti e indispensabile per la ratifica delle superfici utili calcolate erroneamente nel primo piano di
recupero. Ma per chiudere l'accordo con Palazzo del Popolo, senza il quale il costruttore non può cominciare
a vendere, Santarelli dovrebbe versare nella casse comunali 1,6 milioni, ovvero il plusvalore della
conversione dei padiglioni 3, 12 e 13. Quei soldi il costruttore pensava di metterli insieme utilizzando parte
della somma che la Asur avrebbe dovuto corrispondergli per la cessione della quota parcheggi a disposizione
dei servizi pubblici. Posti auto ora ipotecati dalle banche. E Santarelli, che tra acquisto dell'area - 127mila mc
di terreno - e lavori, avrebbe già sborsato circa 120 milioni, non sarebbe più in grado di pagare il Comune.
Rilevato all'asta il 2 febbraio 2007 per 68 milioni e 520 mila euro dopo un'avvincente contesa a suon di rialzi
con l'imprenditore dorico Pietro Lanari, Santarelli aveva annunciato le prime consegne nel 2011. Il progetto di
riconversione del vecchio ospedale civile in condominio extralusso prevedeva inizialmente la realizzazione di
200 appartamenti, ai quali in un secondo momento se ne sono aggiunti altri 70. Case da sogno per le quali
l'imprenditore aveva a suo tempo fissato prezzi da capogiro: 6-7 mila euro al mq. Letizia Larici
Foto: Il recupero dell'ex Umberto I rischia di diventare un'incompiuta
18/09/2014 45Pag. Il Messaggero - Ancona(diffusione:210842, tiratura:295190)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 17
" FAVORÌ MALTAURO " Expo, ne han preso un altro: indagato il commissario Acerbo per tangenti Davide Milosa L'ex city manager della Moratti accusato per il progetto " Vie d'acqua" . Cantone: " Serve chiarezza " .
Pisapia: " Vada via " » pag. 5 Politici, imprenditori, funzionari pubblici. Insieme per spartirsi i milioni di Expo
2015. È la " cupola " che nel maggio scorso finisce in carcere. Poche settimane prima, l ' 11 marzo, il
presunto " imprendito re-corruttore " vicentino Enrico Maltauro parla con l ' ex dc, nonché supposto puparo
della cricca, Gianstefano Frigerio. Discutono di Expo e degli appalti per la costruzione delle Vie d ' acqua. L '
intercettazione, poi, fissa un nome. Dice Maltauro: " Ho appuntamento con Acerbo " . Per Frigerio " è un
vecchio amico " . Ancora di più per il costruttore: " Non c ' e nessuno che è più vecchio amico di me con
Acerbo. Lui lavorava in Montedison da ragazzo e io l ' ho conosciuto (...) ho fatto un lavoro per Montedison
dove lui era direttore dei lavori (...) e abbiamo avuto un grande successo " . Chiude Frigerio: " Il City manager
del Comune è uno serio " . I due si riferiscono ad Antonio Acerbo, aquilano classe ' 49, già dirigente
Fininvest, ex direttore generale del Comune di Milano ai tempi di Letizia Moratti, poi influente uomo Expo,
tanto che nel maggio 2013 il commissario Giuseppe Sala gli affida il controllo delle opere essenziali con
particolare riferimento alle Vie d ' ac qua. Acerbo incassa anche il ruolo di responsabile unico del progetto
Padiglione Italia. Il 9 maggio Maltauro e Frigerio finiscono in carcere. Dal carnet degli accusati spunta l ' ex "
compagno G " Primo Greganti. E da ieri anche Acerbo risulta indagato dai pm milanesi Claudio Gittardi e
Antonio D ' Alessio. Le accuse: corruzione aggravata e turbativa d ' asta. L ' appalto? Le Vie d ' acqua.
Valore: 54 milioni di euro. La notizia è stata annunciata dal procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati con
un breve comunicato. Aggiunge poco il decreto di perquisizione consegnato ad Acerbo e che contiene
solamente i capi d ' imputa zione. Per tutta la giornata di ieri gli uomini della Finanza coordinati dal maggiore
Ernesto Carile hanno perquisito gli uffici di Acerbo, la sede di Expo e quella di Metropolitana milanese, la
società del Comune che ha il ruolo di direzione lavori. Oltre ad Acerbo ci sono altri indagati che avrebbero
svolto un ruolo d ' inter mediari nella presunta corruzione. L ' unico pubblico ufficiale coinvolto resta, però,
Acerbo, il quale, ragionano gli investigatori, in quanto responsabile del procedimento e presidente della
commissione aggiudicatrice avrebbe incassato una tangente per favorire Maltauro nell ' as segnazione dei
lavori per collegare il sito di Expo con il Naviglio Grande. Il 18 giugno 2013 sono state aperte le buste della
gara che a luglio è stata affidata definitivamente a Maltauro con un ribasso del 23%. L ' opera, oltre ai canali,
prevede la costruzione di due ponti sul Naviglio e alcune piste ciclabili. LA CORRUZIONE di Acerbo
emergerebbe dagli accertamenti successivi agli arresti del 9 maggio. Decisive le intercettazioni e le analisi
bancarie. L ' intero quadro accusatorio sarebbe poi stato confermato da Maltauro, per il quale, in passato,
lavorò il figlio di Acerbo. Stando al decreto di perquisizione, al manager è attribuito un ruolo nell '
aggiudicazione dell ' appal to per le Architetture di servizi, gara vinta dalla Maltauro e ad oggi commissariata.
Al quadro, però, manca la contabilità della corruzione. La Finanza dovrà accertare se la tangente è stata
pagata in denaro o con altre utilità. Inoltre, si sta facendo luce sugli " strumenti " adoperati " per veicolare la
corruzione " . E mentre l ' avvocato di Acerbo ha fatto sapere che il suo assistito vuole farsi sentire dai pm per
chiarire la situazione, la rilettura delle ultime inchieste su Expo disegna meglio la figura del manager
abruzzese. Il suo nome, infatti, emerge già nelle carte dell ' indagine su Infrastrutture lombarde. Sul tavolo il
ruolo da assegnare allo stesso Acerbo. L ' ex dg di Ilspa, Antonio Rognoni, ne sponsorizza l ' assunzione in
Expo con l ' ad Giuseppe Sala. In realtà, secondo la Finanza " la questione Acerbo " era " solo il pretesto per
Rognoni per esercitare maggiore influenza nella gestione degli appalti Expo " . Non solo, l ' indagine Ilspa
riguarda, per buona parte, il mega appalto della Piastra (oltre 200 milioni di euro), vinto dalla Mantovani,
mentre Rognoni puntava su Impregilo. Decisivo l ' episodio del " pizzino " che persone di Mantovani
consegnano a Rognoni. Vi si legge che l ' azienda veneta ha raggiunto un buon punteggio. Notizia riservata,
ragionano i magistrati, che secondo Rognoni sarebbe stata veicolata dallo stesso Acerbo il quale " era
18/09/2014 1Pag. Il Fatto Quotidiano(tiratura:100000)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 18
costantemente informato dal presidente della commissione giudicatrice, Angelo Paris", dirigente Expo nonché
altro presunto influente membro della " cupola " .
Foto: Antonio Acerbo Ansa
Foto: Il commissario Expo, Antonio Acerbo Ansa
18/09/2014 1Pag. Il Fatto Quotidiano(tiratura:100000)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 19
FINANZA SEQUESTRATO UN APPARTAMENTO DA 250MILA EURO PER IL DEBITO DA MEZZOMILIONE Bancarotta fraudolenta, due imprenditori edili nei guai APPARTAMENTO sul lungomare tolto dal patrimonio dell'impresa fallita, nei guai due imprenditori edili. I due,
entrambi originari della Puglia ma da tempo residenti nelle Marche, sono stati denunciati per bancarotta
fraudolenta patrimoniale. Il valore dell'immobile, circa 250mila euro, andrà a coprire solo in parte il debito
dell'imprenditore nei confronti dell'Erario, pari ad oltre mezzo milione di euro, per il fallimento aziendale. In
pratica il soggetto proprietario dell'impresa edile e del lussuoso appartamento sul lungomare senigalliese,
avrebbe utilizzato il suo conoscente come destinatario di una vendita fittizia. Le indagini, svolte anche tramite
accertamenti bancari e l'ascolto di testimoni, hanno consentito di dimostrare come l'immobile in questione
fosse stato sottratto dal patrimonio dell'impresa fallita attraverso una vendita, appunto fittizia, a favore
dell'altro imprenditore pugliese, rogitata prima della dichiarazione di fallimento, quando si sono manifestate le
prime avvisaglie della crisi aziendale. Nonostante l'inattendibilità delle scritture contabili della società, fallita
nel 2012, l'azione investigativa ha potuto dimostrare come l'immobile fosse nella disponibilità personale
dell'amministratore che lo aveva concesso in locazione, riscuotendone direttamente i canoni. L'unità
immobiliare è stata sottoposta a sequestro quale provento del reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e
restituita all'attivo fallimentare, in prima istanza all'Erario, creditore della società fallita per oltre 550.000 euro.
L'imprenditore pugliese fallito, assieme al suo corregionale, è stato denunciato a piede libero.
18/09/2014 14Pag. QN - Il Resto del Carlino - Ancona(diffusione:165207, tiratura:206221)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 20
«Avanti con la Tav» Ma visita rimandata L'ammodernamento del Paese passa anche dalle sue grandi opere e una di queste è la linea ferroviaria ad
alta velocità Torino-Lione. Per questo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non ha dubbi: «Sulla Tav si
va avanti». Il premier ha parlato per la prima volta in termini possibilisti sulla nuova linea ferroviaria
nell'incontro avuto con i quadri della Stampa . Nella sede del quotidiano Renzi ha avuto modo di affrontare la
questione dell'Alta Velocità, da sempre uno dei temi «caldi» in Piemonte. In un primo tempo si era sparsa la
voce che il presidente del Consiglio, nella sua giornata piemontese, sarebbe anche andato a visitare il
cantiere di Chiomonte. Per questo poche decine di manifestanti No Tav si erano già organizzati per
manifestare la loro contestazione. Renzi però a Chiomonte non ci è andato. Ha detto alla Stampa che
avrebbe voluto far visita al cantiere, «ma i tempi erano troppo stretti. Comunque ci andrò presto». Nella
«chiacchierata informale» avuta con i quadri del giornale, il presidente del Consiglio ha ribadito la posizione
del governo sull'Alta Velocità, in particolare per quanto riguarda il Brennero e la Tav. «Ai confini italiani - ha
detto - in questo momento ci sono due grandi opere pubbliche: in Valsusa e al Brennero. La seconda, per
altro, è paradossalmente più impattante, ma provoca meno tensioni».
18/09/2014 6Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 21
SBLOCCA ITALIA Il punto di vista del cemento Paolo Berdini I dati Osce affermano che la crisi economica italiana è la più grave tra i paesi del G7. Martedì scorso il
presidente del consiglio ha ripetuto in Parlamento che servono mille giorni per vedere i risultati delle riforme
annunciate. Ma nel campo della città e delle grandi opere Renzi ha già legiferato accettando il punto di vista
della grande proprietà edilizia, delle imprese e dalla finanza speculativa. Tutte le riforme verranno in futuro,
ma il cemento ha evidentemente la priorità su tutto e si perpetuano le politiche che hanno provocato la crisi
che attraversiamo.
CONTINUA|PAGINA14 DALLA PRIMA
Molti articoli sono infatti indirizzati alla costruzione di strumenti finanziari come i project bond, alla
defiscalizzazione del project financing, al potenziamento del braccio operativo della grande svendita del
patrimonio immobiliare, e cioè Cassa depositi e prestiti. Una serie impressionante di commi scritti su misura
dei tanti appetiti speculativi Il decreto contiene, tra tanti, cinque errori catastrofici. Il primo di aver
ulteriormente semplificato (art. 17) le modalità per eseguire i lavori edilizi. Storia vecchia. Nel 2009 quando
approvò il Piano casa che si basava sulla stessa filosofia di abolizione di tutti i controlli, Berlusconi affermò
che il provvedimento avrebbe fatto aumentare il Pil di 4 o 5 punti. Da allora è iniziata la crisi del settore. Non è
dunque questione di semplificazioni: siamo dentro una crisi strutturale e continuare sulla stessa strada
significa illudere il paese.
Seconda questione. Pur di permettere nuove speculazioni nel decreto (sempre art. 17) si permette a chi
realizza un nuovo quartiere di realizzare le opere di urbanizzazione per "stralci". Un pezzo di strada, forse. O
mezzo marciapiede. Chi ha scritto quella vergogna dovrebbe vedere come operano le pubbliche
amministrazioni nelle città europee: prima si completano le urbanizzazioni e poi si costruiscono le case. In
Italia ci sono le periferie più oscene d'Europa ed ora si premiano i responsabili.
C'è poi la ulteriore semplificazione delle procedure di valorizzazione e di vendita degli immobili dello Stato
(art. 26). In questo caso la novità è che i comuni possono individuare gli edifici pubblici da valorizzare di
qualsiasi amministrazione statale. Il patrimonio di tutti gli italiani viene messo in mano alle lobby locali: a
venderlo ci penserà CDP e la sua società immobiliare Sgr, emanazione della cultura di JP Morgan.
Il quarto errore è di non aver ridotto l'elenco delle grandi opere. Molte di esse sono state inserite per le
pressioni di ministri, di amministratori locali e lobby: basta leggere le istruttorie del Mose e degli altri scandali
per comprendere come funzionava il sistema. Con questo sistema le opere «di interesse nazionale» sono
diventate 348 e non è certo colpa della «burocrazia» se non si realizzano. Sono troppe, e specie in un
periodo di crisi occorrerebbe concentrarsi su quelle davvero importanti e cancellare opere utili solo agli
affaristi che le hanno inventate. Il decreto Renzi non mette mano a questa esigenza di moralizzazione e
continueremo a svenarci per alimentare il verminaio che ha distrutto l'Italia.
L'ultimo pilastro del decreto è, inutile dirlo, l'ulteriore cancellazione della tutela paesaggistica: la
cementificazione del paese deve continuare ad ogni costo.
Allo sblocca Italia bisogna poi aggiungere il disegno di legge in materia urbanistica del ministro Lupi dove si
evita furbescamente di compiere il bilancio della crisi edilizia provocata da venti anni di deregulation. Ma
Nomisma ha stimato che esistono 700 mila alloggi nuovi invenduti: siamo in sovraproduzione e da questo
elemento deriva la crisi. La proposta cerca invece di favorire la costruzione di nuovi quartieri. Non è un caso.
Vezio De Lucia insiste sul nodo del 1963, quando l'inaudita campagna di stampa contro la riforma urbanistica
di Fiorentino Sullo combattuta con lo slogan «vogliono togliere la casa a otto milioni di capifamiglia», impedì
all'Italia di diventare un paese moderno. Quel blocco di potere continua a tenere in ostaggio l'Italia: costruire
altri quartieri provocherebbe una ulteriore svalutazione delle case degli italiani. Sono Lupi, Renzi e la grande
proprietà fondiaria che vogliono vendere davvero le case ai 18 milioni di capifamiglia.
18/09/2014 1Pag. Il Manifesto - Ed. nazionale - editoriale(diffusione:24728, tiratura:83923)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 22
I provvedimenti sulla città e sulle grandi opere sono l'unico caso in cui Renzi non ha fatto promesse ma ha
sposato la cultura Berlusconiana, altro che cambiare verso. La maglia nera che l'Ocse ci ha assegnato deriva
dall'anomalia storica italiana di non aver regolato i conti con la rendita immobiliare. È ora di cancellare questo
ritardo, solo così potremo pensare di liberare risorse economiche oggi bloccate nella speculazione
immobiliare. E, soprattutto, difendere dalla svendita il patrimonio immobiliare di tutti gli italiani.
18/09/2014 1Pag. Il Manifesto - Ed. nazionale - editoriale(diffusione:24728, tiratura:83923)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 23
ARTE PUBBLICA «Dolomiti contemporanee», un progetto con mostre e concorsi La diga del Vajont diventa un'opera Marco De Vidi Il Villaggio Eni di Borca di Cadore è una sorta di utopia realizzata. Voluto da Enrico Mattei, che sognava di
creare un luogo dove i suoi dipendenti potessero andare in vacanza, ma dove fondamentale fosse
l'interazione continua con la natura. L'idea dell'imprenditore era quella di un villaggio sociale, in cui
l'impostazione urbanistica parificasse le varie categorie di lavoratori, limando le differenze almeno nel periodo
della permanenza a Borca. Che questo fosse poi possibile o meno, non si sa. Di certo l'opera visionaria ha
preso forma tra gli anni '50 e '60 grazie all'eccezionale lavoro di Edoardo Gellner, architetto sensibile alle
peculiarità degli ambienti di montagna, che ha curato la costruzione di questo enorme complesso capace di
ospitare seimila persone. Uno spazio di due ettari ai piedi del monte Antelao, in dialogo continuo con la
montagna, una concezione di paesaggio modernissima che, all'intervento massivo, ha preferito una
progettazione attenta, si pensi all'esteso rimboschimento di una zona ghiaiosa.
Ora il bosco però divora tutto. Siamo a neanche venti chilometri da Cortina, eppure questa zona delle
Dolomiti pare dimenticata. Ed è da questa considerazione che nasce il lavoro di Dolomiti Contemporanee, nel
2011. L'idea è semplice: portare l'arte in zone depresse, trascurate. Far rinascere territori ormai abbandonati,
portando nuova linfa. E cercare di ridefinire la rappresentazione stessa della montagna, che relegata in
immagini da cartolina ha finito per implodere e morire per consunzione. Meglio scegliere sedi inaspettate,
tracce di mondi sommersi. Come l'ex occhialeria di Taibon Agordino, enorme costruzione degli anni '70, che
grazie al periodo di mostre e residenze artistiche ha avuto visibilità ed è tornata in funzione grazie ad alcune
attività commerciali che vi si sono insediate. O come il complesso di Sass Muss, stabilimento degli anni '20
voluto dalla Chimica Montecatini: fermo da venticinque anni, è stata la prima sede di DC, visitato da diecimila
persone e ora in parte riattivato grazie ad una cioccolateria. La nuova sfida è il villaggio di Borca, restaurato e
riattivato da Minoter, che ha rilevato le strutture dall'Eni nel 2001. Parte degli edifici vengono usati d'estate
per ospitare gruppi di ragazzi, inoltre lo spazio è spesso sede di workshops e visite di studio. Ma non basta.
Alcuni artisti sono in residenza nel complesso, per cercare di operare sullo spazio e tirarne fuori nuove
visioni. È nato poi Progetto Borca, cantiere virtuale che avrà il compito di raccogliere idee per mettere in moto
processi che facciano ripartire in modo attivo queste strutture futuristiche.
Il format creato da Gianluca D'Incà Levis con Dolomiti Contemporanee, capace di mettere in comunicazione
in modo innovativo cultura e realtà economica, ha acquisito credibilità negli anni. Sono decine i partners, tra
enti pubblici e soggetti privati. Più di centocinquanta artisti sono stati ospitati nelle sedi del progetto e da
quest'edizione sono in corso importanti scambi internazionali, come la collaborazione con la Real Academia
de España o la piattaforma italo-francese Piano, che permetteranno di accogliere artisti con regolarità.
E poi c'è Casso. Siamo sopra la diga del Vajont e l'orma del pezzo di montagna staccatosi più di
cinquant'anni fa è ancora ben evidente davanti a noi. La ferita di quell'ottobre del 1963 ha paralizzato per
decenni questi territori, rendendo difficile immaginare un altro senso a questi luoghi se non quello di rievocare
una tragedia. L'apertura del Nuovo Spazio nel 2012, unica sede fissa di DC e ricavato dalla vecchia scuola
elementare del paese, ha cercato di smuovere questa situazione (qui, fino al 16 novembre, c'è la mostra Il
meteorite in giardino). Ora ci proverà anche un concorso internazionale, Two calls for Vajont (tra i giurati ci
sono Marc Augé e Alfredo Jaar), che riguarderà proprio la facciata della vecchia scuola e la stessa diga, con
un'opera permanente a segnare il livello raggiunto dall'acqua nel '63. Debora Manarin, 21 anni, è una dei
quindici abitanti di Casso. Fa parte dello staff di DC e trova che «dipingere la diga sia molto utile. È un gesto
forte e forse non tutti lo vedranno bene, però penso che dopo cinquant'anni sia quello che serva. È
importante il meccanismo che innesca una cosa così, anche se non sei d'accordo ti spinge a pensare, a
ragionare almeno sulle motivazioni». Arte pubblica, di tutti, che renda la memoria vita e finalmente proponga
immagini innovative non più solo legate a un disastro, ma che siano l'inizio di un percorso nuovo.
18/09/2014 11Pag. Il Manifesto - Ed. nazionale(diffusione:24728, tiratura:83923)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 24
Municipio dei beni comuni, Pisa Il disarmo comincia in città Su guerra globale e crisi, il Municipio dei beni comuni organizza a Pisa, a partire da oggi, una serie di
iniziative dal titolo «Lo spazio è la città. No War Games». Le guerre che in questo 2014 stanno
insanguinando il nostro pianeta, dall'Iraq alla Nigeria, dalla Siria all'Ucraina, fino ai tanti conflitti dimenticati,
sono prima di tutto il frutto di un complesso militare-industriale sul quale si fonda il processo economico
mondiale, che consuma risorse e territori per produrre armi e morte. Per buttare la guerra fuori dalla storia,
bisogna anche iniziare a buttare la guerra fuori dalle nostre città. Perché la guerra è anche a Pisa, nelle
caserme e nelle installazioni militari che costellano le nostre strade.
Ma i conflitti militari sono solo una delle facce del problema: non c'è guerra senza crisi, e viceversa. Ecco
perché è fondamentale ricucire un ragionamento che parta dai singoli territori, da una rinnovata presa di
coscienza, un moto che salga dagli spazi di riflessione e di confronto, per denunciare una volta ancora i troppi
luoghi chiusi e abbandonati, precipitati nell'incuria, ridotti a terra di nessuno dall'arroganza di chi ne detiene la
proprietà. Lo spazio da riconquistare, da riaprire, è l'intera città. Su questo fronte la vertenza per il Distretto
42 - colpevolmente lasciata a margine da questa amministrazione - assume ancor di più la sua centralità. Un
luogo di guerra nel cuore di Pisa per il quale esiste un progetto chiaro di riconversione a uso civile e
ricreativo, ed è quello portato avanti dal Municipio dei beni comuni.
Ripartire verso quell'orizzonte significa rivedere l'intera mappa dell'edilizia militare in città, oltre i faraonici -
quanto inattuali - progetti di sedicenti nuove caserme a costo zero.
I No War Games partono questa sera a Palazzo Ricci, con la proiezione di «Materia oscura», documentario
di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, a cura del collettivo CinemAltrove. Una testimonianza drammatica di
quali siano le conseguenze delle attività militari nel poligono sperimentale del Salto di Quirra, nel sudest della
Sardegna.
Domani appuntamento alle 17 alla Logge dei Banchi con il No War ciclotour, a cura della ciclofficina del
Progetto Rebeldia, Assopace e Un ponte per. Una maratona in bicicletta per toccare tutti i luoghi sensibili
dell'edilizia militare della città. Sabato poi nel quartiere San Martino, alle spalle del Distretto 42 ancora chiuso
e abbandonato, il Municipio dei beni comuni presenta PeaceSpace: alle 16 si parte con: «Disarmo chimico.
Armi chimiche: come funzionano, come curarne gli effetti, come proibirle», a cura di Sinistra Per...A seguire
«Disarmare la politica estera dell'Italia. Le campagne nazionali e la visione di una difesa civile», con
Francesco Vignarca della Rete italiana per il disarmo, e Martina Pignatti Morano di Un Ponte per... Infine
cena palestinese e il concerto di Marina Mulopolos.
Municipio dei beni comuni - Pisa
18/09/2014 14Pag. Il Manifesto - Ed. nazionale(diffusione:24728, tiratura:83923)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 25
L'edilizia Pesa sul bilancio di Palazzo San Giacomo l'installazione delle strutture per rifare le facciate e icornicioni pericolanti Crolli e restauri, il business dei ponteggi Si parte da 29 euro al metro per il primo mese in opera Poi 2,95 per i periodi seguenti Ragnatela I ponteggi installati nella Galleria Umberto Il caso Piattaforme mobili da 300 euro al giorno ed è
quasi impossibile reperirle Gennaro Di Biase Ilbusiness dei ponteggi. Viste le condizioni tremolanti in cui si
trovano i palazzi storici e non della città, questo è il nuovo e florido mercato made inNaples. Le impalcature
montate subito dopo i crolli, le piogge di calcinacci, i fulmini, o per i rifacimenti programmati delle facciate
hannouncostodi noleggio «di29euro mensili al metro quadro, che incide del 15 % circa sul totale della
ristrutturazione di un edificio», come spiegaGiovanni Spagnuolo,dirigente della Protezione Civile del Comune.
E Napoli è piena di impalcature, tubi d'acciaio, teloni enormi che come burqa coprono la storia o i balconi dei
condomini privati. La spesa è enorme, a giudicare dal numero degli edifici circondati dai ponteggi,presiinaffitto
dalle ditte private. La sola copertura del San Carlo misura 1500 metri quadrati, la facciata di Palazzo Reale è
lunga 169 metri, le vetrate della Galleria Umberto sono di 1076 mq. Un ponteggio solitamente è composto di
tubi d'acciaio, dei castelletti, un impalcato su cui glioperai possano camminare e delle protezioni che evitino la
caduta di oggetti dall'alto. Le impalcature, però,non sonotutte uguali: «Ogni ponteggio ha la sua
composizione particolare che varia a seconda della conformazione della facciata - continua Spagnuolo -. La
tariffa attuale del noleggio, quella relativa al prezziario del Genio Civile del 2013, è di 29 euro circa al metro
quadro per il primo mese. Per i mesi successivi, il costo d'affitto diventa di 2,95 euro mq, ed è relativo anche
alle opere di manutenzione delle impalcature». Quanto spende il Comune in ponteggi aerei, tra le due
Gallerie Principe e Umberto, Mercadante e altro?«Impossibile dirlocon esattezza, la cifra è in continua
evoluzione». Per quanto riguarda gli edifici pubblici «bardati», a seconda dei casi, i costi dell'impalcatura
vengono sostenuti dalle istituzioni responsabili dei lavori. Un paragrafo a parte meritano però gli interventi sui
palazzi privati, che in città si stanno moltiplicando come funghi, visti i crolli continui. In questi casi, di solito,
non si parla di ponteggi ma del cosiddetto «ragno», cioè della «piattaforma dotata di braccio meccanico aereo
che viene utilizzata per raggiungere le zone dove ci sono stati crolli - spiega un esperto di prevenzioneanti-
rischiochesistaoccupando di edifici dissestati in via Toledo o nella zona collinare -. Le richieste di ragni, dalla
tragedia di Giordano a oggi, sono così tante che a Napoli quasinon senetrovanopiù.Per affittarne uno si arriva
a pagare fino a 300 euro al giorno.
18/09/2014 42Pag. Il Mattino - Ed. nazionale(diffusione:79573, tiratura:108314)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 26
GLI ABITANTI DELLA CREUZA CHE DA VIALE DES GENEYS SCENDE AL MARE SONO ESASPERATI ILCASO Via Mainetti, il cantiere infinito Aperto da Iren per lavori finiti a giugno. Poi non s'è visto più nessuno LICIA CASALI UN CANTIERE bloccato dalla burocrazia. Da oltre tre mesi gli abitanti di via Mainetti, a Priaruggia, devono
fare i conti con lavori di fatto congelati: attrezzi abbandonati, cumuli di mattonelle e pietre, tubi, transenne e
luci per segnalare i buchi della strada nelle ore notturne. Tutto come se gli operai fossero ancora all'opera
quotidianamente: peccato che qui non si veda nessuno dal mese di giugno. Tutto ha avuto inizio con una
serie di cantieri aperti da Iren per il rinnovamento della rete del gas nella zona di Priaruggia: uno di questi
interessa via Mainetti, una vecchia creuza che da viale Des Geneys scende sino al mare e che è formata da
una classica mattonata centrale e da ciottoli ai lati. Una parte delle antiche pietre è stata divelta e accumulata
ai lati della strada per permettere la posa delle nuovi tubazioni: un lavoro concluso da tempo. Già alla fine di
maggio alcuni residenti scrissero al Secolo XIX denunciando come il ripristino della strada fosse stato fatto in
maniera approssimativa, sostituendo ciottoli e mattoni con una colata di bitume. Iren rispose assicurando che
l'asfaltatura era una copertura provvisoria: «Dopo il collaudo e la messa in esercizio della nuova condotta del
gas - scrisse in un comunicato - via Mainetti verrà ripristinata con ciottoli e mattoni secondo i dettami della
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici». Da allora sono passati tre mesi e mezzo ma nulla è
cambiato. E gli abitanti della zona - la strada è molto frequentata, anche perché consente un accesso veloce
al mare - sono scesi ancora una volta sul piede di guerra: si sentono presi in giro e chiedono un intervento
rapido. Il loro è un coro unanime di proteste: «E' davvero incredibile - spiega Paola Mangini, costretta col suo
cane a uno slalom tra i resti del cantiere - Adesso è davvero troppo tempo che la strada è in queste
condizioni. Hanno fatto i lavori e abbandonato tutto così: è da giugno che questo sembra un cantiere
abbandonato». «A me sembrano almeno sei mesi - le fa eco Arturo Piccino, di ritorno da un'ora di jogging sul
lungomare - Se non di più: prima la strada era completamente aperta ma almeno c'era qualcuno che ci
lavorava. Adesso i lavori sembrano finiti e il materiale dimenticato qui in stato di abbandono». «L'impressione
è che sia un lavoro diciamo di lungo respiro - prova a scherzare Angelo Marconcini - Sono mesi che è così
ma chiaramente non è ancora terminato: quello che ci auguriamo è che le pietre antiche che sono state tolte
dalla strada e abbandonate poco distante tornino presto al loro posto, facendo sparire quella orrenda colata
di bitume». E c'è anche chi, esasperato dalla situazione, ha preso in mano la cornetta e tempestato le
istituzioni di telefonate: «Qui non si vede nessuno da mesi - racconta Rodolfo Garzelli, arrampicandosi per la
mattonata con la sua bicicletta - è tutta l'estate che la strada è così, col materiale abbandonato. Basta
guardarsi intorno: hanno lasciato attrezzi, tubi e mattonelle gettate a caso tra le erbacce o davanti alla soglia
degli appartamenti. Ho parlato col direttore dell'impresa: mi ha detto che la strada è stata coperta
temporaneamente col catrame invece che con i ciottoli perché si aspetta l'ok della Soprintendenza per
terminare i lavori e ripristinare la mattonata com'era prima». In realtà gli uffici della Soprintendenza per i Beni
Architettonici, contattati telefonicamente, assicurano di aver già effettuato il sopralluogo e dato il proprio via
libera ai lavori: a mancare è il collaudo degli impianti fatto da Iren, terminato il quale il cantiere per il ripristino
della mattonata può ripartire. E in effetti, alla fine di un lungo rimpallo burocratico tutto italiano, la soluzione
della vicenda sembra essere più vicina: Genova Reti Gas ha fatto sapere che «per poter procedere con il
ripristino definitivo della mattonata si è attesa la visita della Soprintendenza - si legge in un comunicato - che
è avvenuta lunedì scorso, 15 settembre 2014. In tale occasione è stata definita la modalità di ripristino per la
sistemazione definitiva di via Mainetti, pertanto i lavori di rifacimento della mattonata inizieranno lunedì 22
settembre come da programma concordato con l'impresa».
Foto: Il materiale accatastato ai lati della stradina farebbe pensare a lavori in corso
18/09/2014 14Pag. Il Secolo XIX - Genova(diffusione:103223, tiratura:127026)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 27
Foto: Un lampeggiante per segnalare i ciottoli di notte La colata di bitume dove c'erano le mattonelle
18/09/2014 14Pag. Il Secolo XIX - Genova(diffusione:103223, tiratura:127026)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 28
IL PIACERE DI TRASFORMARE UN'ANONIMA BARRA DI FERRO IN UN ARREDO DESTINATO ALQUOTIDIANO DELLE PERSONE Addio cantieri, il carpentiere guarda all'edilizia privata Calderaro:«Serve personale ma ci frenano i costi» Trasformare un'anonima barra di ferro in un arredo destinato a far parte del quotidiano delle persone, per
l'artigiano carpentiere Diego Calderaro è la soddisfazione che accomuna tutte le sue creazioni, tanto da
rendere difficile individuare un lavoro che più di un altro gli abbia regalato una particolare gratificazione in
oltre vent'anni di carriera. Non ha nemmeno 40 anni Diego, eppure sin da bambino coltiva la passione per il
mestiere appreso dal padre, prima per gioco e poi per scelta. "Sin da piccolo giocando imparavo e a 14 anni,
finite le scuole, ho deciso di dedicarmi a questo lavoro, una scelta di cui non mi pento e della quale sono
orgoglioso -afferma Calderaro- Anche perchè se è vero che c'è la crisi, continua comunque a esserci richiesta
di lavori di qualità." Chi si affida alla Carpenteria metallica Calderaro lo fa quindi perchè cerca una soluzione
personalizzata, l'esempio più eclatante è la tettoia che Diego ha messo a punto per un garage che si
presentava fuori scala su tutti i lati. "Persino il geometra era in difficoltà e mi ha affidato l'opera senza darmi
un disegno, che ha tracciato solo a lavoro finito -ricorda Calderaro- Pertanto ho dovuto fare un assemblaggio
dei pezzi in officina, ripetere la stessa operazione in cantiere e poi, una volta verificato che la struttura
andasse bene, l'ho smontata nuovamente per sottoporla alla zincatura: è avvenuto tutto in giornata, in questi
lavori è fondamentale partire bene". In generale il giovane imprenditore ci spiega che il punto di partenza è
sempre il dialogo con il cliente, per comprenderne le esigenze o visionare un disegno. Oltre alla carpenteria
classica che prevede la realizzazione di recinzioni e ringhiere, è perciò ampio lo spazio lasciato alla creatività
artigianale, in particolare per quel che riguarda le scale. "Con mio padre abbiamo realizzato scale interne a
giorno in ferro con inserti in legno o vetro; in questi casi per gli inserti ci relazioniamo con altri artigiani al fine
di ottenere un risultato ottimale", prosegue Calderaro. La Carpenteria metallica Calderaro nasce nel 2001,
Diego subentra nell'azienda che il padre avvia già nel 1967, ma decide di cambiare interlocutore non
rivolgendosi più a Fincantieri e all'Arsenale, ma guardando al pubblico dei privati. "Ho una grande passione
per il mio lavoro e credo che nell'edilizia privata ci sia ancora l'attenzione per i dettagli. È nata così la
collaborazione con aziende che si occupano alla ristrutturazione edilizia - spiega Diego, che riconosce
nell'apertura mentale una delle chiavi del successo in questo lavoro- La nostra è un'azienda a conduzione
famigliare e ci sarebbe bisogno di personale, ma a frenarci sono i costi elevati e la difficoltà a trovare giovani
disposti a imparare e persone che sappiano operare al di fuori delle procedure standard".
Foto: Messa in opera di una scala in ferro
Foto: Diego Calderaro, titolare della ditta
Foto: Una ringhiera in ferro prodotta artigianalmente
Foto: La posa di una scala in ferro
Foto: Messa in opera di un corrimano
Foto: La scala in ferro
Foto: La lavorazione del corrimano
18/09/2014 29Pag. Il Secolo XIX - La spezia(diffusione:103223, tiratura:127026)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 29
Artigiani, la valle dei cantieri sospesi Ma spunta uno spiraglio sulle risorse Trenta milioni per salvare le imprese. Il settore edile resta quello più critico MARIA ROSA di MARIA ROSA DI TERMINE CONTINUA a segnare il passo il settore delle piccole e medie imprese in
Valdarno. La crisi non allenta la morsa e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le aziende artigiane,
asse portante dell'economia del comprensorio. Che non devono fare i conti solo con la mancanza di lavoro,
trend ormai purtroppo consolidato. A frenare la ripresa si sono aggiunte anche le difficoltà sempre maggiori
nel riscuotere i crediti. E col passare dei mesi non cambia la classifica delle «sofferenze» che vede sempre al
comando il comparto dell'edilizia e il suo indotto, ancora impantanati nella stagnazione del mercato
immobiliare: «Troppo alto il numero di appartamenti invenduti - spiega il responsabile della Cna Massimo
Malvisi - e gli imprenditori che dispongono di aree fabbricabili si guardano bene da investire denari in nuove
costruzioni. Anche perché si ritroverebbero con un bene difficilmente collocabile sul mercato e per di più
oberato dalle tasse». Del resto, basta fare un giro nella vallata per imbattersi in cantieri in teoria pronti a
partire, con tanto di recinzioni e progetti in bella mostra sui cartelloni, e invece desolatamente al palo. «Di qui
alla fine del 2014 - prosegue Malvisi - la situazione potrebbe addirittura peggiorare, perché molti artigiani che
avevano 'tenuto ditta' nonostante fossero in pensione hanno già manifestato il proposito di mollare.
Perderemo, così, anche il valore aggiunto della loro esperienza». AL SECONDO posto della poco invidiabile
«hit» le riparazioni auto. Alle prese con stipendi sempre più risicati, le famiglie sono costrette a saltare
l'appuntamento con meccanici e carrozzieri. «Ci si ferma in officina - continua il responsabile Cna - solo
quando la vettura esala l'ultimo respiro e occorrono riparazioni dispendiose, che spesso non vengono
pagate». Neppure il saldo solo leggermente negativo tra aziende chiuse e aperte autorizza una diversa
chiave di lettura: «E' dovuto al turnover. Assistiamo ormai da tempo a una serie di avvicendamenti. In gran
parte sono ex operai edili stranieri che tentano di mettersi in proprio per tirare su uno stipendio. Aziende dalla
vita breve, di solito non più di sei mesi». UNA FOTOGRAFIA in bianco e nero dove spicca solo uno sprazzo
di colore nel manifatturiero legato alla moda, con realtà che crescono, investono, assumono e fanno utili.
Neppure un segnale confortante, allora? In realtà qualche opportunità all'orizzonte esiste. Il 1° settembre
sono stati pubblicati i bandi regionali relativi alle nuove misure di garanzia di «Toscana Muove». 30 milioni di
euro, che potranno essere integrati col passare dei mesi: «Opportunità da cogliere - ha concluso Malvisi - che
si pongono l'obiettivo di favorire la competitività del sistema produttivo toscano. Per le piccole e medie
imprese sono stati predisposti due tipi di intervento: agevolare l'accesso al credito per la liquidità e favorire la
realizzazione di progetti di investimento mobiliare e immobiliare. Non è detto, però, che queste soluzioni
siano il toccasana. Ce lo dirà il tempo. Certo è che se l'economia non riparte qualunque mossa anti-crisi
stenterà a decollare». Image: 20140918/foto/1554.jpg
18/09/2014 13Pag. QN - La Nazione - Arezzo(diffusione:136993, tiratura:176177)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 30
La più letta Tasi, ecco quanto pagano gli inquilini Enzo Corda Non solo sui proprietari degli immobili. La Tasi, la Tassa sui servizi indivisibili comunali, peserà anche su un
inquilino su quattro. La legge stabilisce che i Comuni possano far pagare all'inquilino una quota tra il 10 e il
30% della Tasi. E tra le amministrazioni che hanno alzato l'aliquota della nuova tassa sulle abitazioni diverse
dalle principali, c'è anche chi ha deciso di portare al massimo la quota a carico dell'inquilino, ovvero fino al
30% dell'imposta dovuta dal proprietario. Da uno studio di Confedilizia emerge che, su 90 amministrazioni
che hanno deliberato in materia, 53 hanno optato per chiedere all'inquilino la quota minima del 10%, 26 per
quella massima del 30% e 26 si sono posizionate su livelli intermedi. Il conto più salato lo pagano coloro che
sono in affitto a Varese (89 euro circa per un appartamenti di 120 metri quadrati a canone libero) e Vibo
Valentia (74 euro), Sassari (63 euro ) e L'Aquila (54 euro). Va meglio in altre città, come Massa e Arezzo
(dove la quota, nelle stesse condizioni, è rispettivamente di circa 5 e 7 euro), Macerata (6 euro) e Sondrio (9
euro). A Roma, dove la percentuale a carico dell'affittuario è del 20%, si pagheranno mediamente 34 euro,
mentre la quota a carico del locatario a Milano (10% dell'imposta) è stimata intorno ai 17 euro. Come previsto
dall'articolo 1 della legge di Stabilità 2014 che ha introdotto la Tasi, se il Comune non indica la percentuale di
ripartizione tra proprietario e inquilino, quest'ultimo è chiamato a versare il 10%. Se l'affittuario non versa il
dovuto il proprietario dell'immobile non è responsabile. Sono invece responsabili in solido, per la rispettiva
quota, i comproprietari della casa o gli inquilini che occupano la casa.
18/09/2014 16Pag. Il Salvagente - N.35 - 18 settembre 2014(diffusione:49000, tiratura:70000)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 31
scenari economia Residenze per anziani, modello Nord-Est Sereni Orizzonti, nata a Udine, costruisce e gestisce 41 strutture in sei regioni. E prevede nuovi investimenti. (A.B.) Cominciamo dai numeri: 15 milioni di investimento entro l'anno e altri 83 da distribuire sul prossimo
quinquennio. Ben 150 assunzioni nel 2014 che si aggiungono alle 1.300 persone già attive tra dipendenti e
collaboratori. E tutto questo in un settore che ha a che fare con edilizia e sanità: la costruzione e la gestione
di residenze per anziani. Quella della Sereni Orizzonti è la classica storia nordestina. Un'azienda nata a
Udine nel 1996 grazie all'intuizione di Massimo Blasoni, azionista di maggioranza, e del socio Giorgio
Zucchini: «Se qualcosa non funziona o funziona non al massimo, non andrebbe migliorata? E se il pubblico
non ha soldi non è bene lasciare più spazio ai privati?» dice Blasoni. Detto fatto. Tutto è partito scoprendo
che l'accoglienza di un anziano in una casa di riposo pubblica richiedeva non meno di sei mesi di attesa. E
soprattutto che non c'erano alternative. «Ecco, ci siamo concentrati sull'alternativa». Sereni Orizzonti è stata
tra i primi in Italia a inserirsi in questo settore e oggi registra utili per 3 milioni in un campo dove i bilanci
pubblici (legati generalmente alle Asl o ai comuni) sono quasi sempre in passivo. «Contiamo ormai 41
residenze attive in sei regioni e oltre 2.600 posti letto tra attivi e in costruzione» continua Blasoni. «Le prime
strutture sono state avviate in Friuli-Venezia Giulia e Piemonte, poi in Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-
Romagna e Toscana e adesso c'è anche un progetto in Sardegna». La residenza ospiterà anziani non
autosufficienti e comprenderà due nuclei specializzati da 8 posti letto ciascuno per anziani affetti da
Alzheimer e per anziani con patologie neurologiche. «Siamo convinti che questa sia la strada: non solo
accoglienza e gestione, ma anche strutture attrezzate per le cure delle malattie degenerative».
Foto: massimo Blasoni: un'intuizione nata nel 1996
18/09/2014 24Pag. Panorama - N.39 - 24 settembre 2014(diffusione:446553, tiratura:561533)
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copertina scoprite qui quanto è sicuro il vostro posto La società di consulenza roland Berger ha suddiviso il mondo del lavoro in oltre 600 professioni diverse,attribuendo poi a ciascuna di esse una percentuale che indica la probabilità di essere automatizzata.Risultato? Sono meno minacciati i top manager, gli insegnanti, gli operatori dei servizi sociali. Mentrerischiano gli impiegati amministrativi, i dipendenti del settore dei trasporti, della trasformazione e dellecostruzioni. Odontoiatra (specializzato in ortodonzia) Chiropratico Assistente veterinario Veterinario Assistente psichiatra
Paramedico Protesista dentale Altri professionisti di cure sanitariee lavoratori tecnici Aiuto-infermiere
Terapista respiratorio Tecnico terapie respiratorie Tecnologo in medicina nucleare Consulente nutrizionale
Assistente medico Optometrista Specialista sicurezzae salute al lavoro Tecnologoe tecnico cardiovascolare
Tecnologoe tecnico radiologo Tecnico sicurezzae salute al lavoro Tecnologo chirurgico Radioterapista
Ecografista Altri tecnologie tecnici in sanità Tecnico di laboratorio medicoe clinico Igienista dentale Ottico
Tecnologo di laboratorio medicoe clinico Tecnico dati medici Tecnico di farmacia Altre professioni sAnitArie
Assistente fisioterapista Assistente d'ergoterapia Ausiliario d'ergoterapia Assistente sanitario Assistente di
curaa domicilio Aiutante psichiatra Assistente dentale Massaggiatore Fisioterapista ausiliario Specialista
operations Analista finanziario Agenti di artisti, uomini di spettacoloe atleti Responsabile acquisti ingrosso
Specialista risorse umane Altri specialisti finanziari Specialista remunerazioni, benefite lavoro Controllore
costi Consulente finanziario personale Analista di mercato ed esperto marketing Responsabile acquisti
(eccetto ingrosso) Responsabile acquisti di prodotti agricoli Espertoe perito immobiliare Esattoree controllore
fiscale Contabilee revisore Budget analyst Appaltatore manodopera agricola Analista del credito Credit
advisor Perito assicurativo Esperto assicurazionie sinistri Agente assicurativo Consulente fiscale professioni
sAnitArie superiori Ludoterapista Audioprotesista Ergoterapista Medico specializzato protesi ortopediche
Chirurgo-dentistae stomatologo Dietologoe nutrizionista Altri medicie chirurghi Dentista Podologo Medico
specializzato in ortofonia Allenatore Infermiere Farmacista Altri professionisti in diagnosie trattamenti medici
Fisioterapista top mAnAgemente dirigenti Responsabile gestione delle emergenze Gestore stabilimenti
alberghieri Dirigente scolastico: istruzione primariae secondaria Direttore marketing Direttore vendite
Dirigente scolastico: istruzione superiore Responsabile servizi di cura, sanitàe assistenza Responsabile
servizi socialie alla comunità Responsabile formazionee sviluppo del personale Direttore risorse umane
Direttore scienze naturali Responsabile lavori Responsabile pubbliche relazionie raccolta fondi Dirigente
scolastico: scuole dell'infanzia Responsabile acquisti Responsabile produzione industriale Direttore
pubblicitàe promozioni Responsabile ITe sistemi informativi Imprenditore agricolo Imprenditore edilee
direttore lavori Direttore finanziario Direttore servizi alimentari Direttore di gioco Direttore generalee operation
manager Altri senior manager Responsabile trasporto, magazzinoe distribuzione Direttore amministrativo
Direttoree vicedirettore dell'ufficio posta Amministratore di proprietà immobiliari Responsabile remunerazionie
benefit mAnAgement Esperto di logistica Formatore Consulente credito Organizzatore di eventi Responsabile
compliance Analista di gestione Esaminatore finanziario PROFESSIOnI indice di rischio PROFESSIOnI
indice di rischio PROFESSIOnI indice di rischio •2% 3% 3% 4% 4% 5% 6% 6% 6% 7% 10% 13% 13% 14%
14% 17% 23% 23% 25% 34% 34% 35% 40% 47% 68% 71% 90% 91% 92% 2% 3% 27% 30% 39% 47%
51% 54% 61% •23% 23% 24% 29% 31% 33% 47% 57% 58% 61% 77% 87% 90% 93% 94% 94% 97% 98%
98% 98% 98% 99% 99% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 1% 1% 1% 1% 2% 2% •0% 0% 0% 1% 1% 1%
1% 1% 1% 1% 2% 2% 2% 2% 3% 3% 4% 4% 5% 7% 7% 8% 9% 16% 25% 59% 73% 75% 81% 96% 1% 1%
4% 4% 8% 13% 17% PROFESSIOnI Altri operatori sanitari di supporto Aiutante di farmacia Preparatore di
attrezzature mediche Assistente veterinario Assistente medico Servizi alla PerSona Operatori ricreativi
Makeup artist, teatroe spettacoli Guida turistica Responsabile residenze universitarie Gestore badanti
Pedagogo per l'infanzia Preparatore atletico Addestratore d'animali Parrucchiere, visagistae truccatore
Imprenditoree agente di pompe funebri Portiere Supervisore giochi Specialista in cura della pelle Assistente
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 33
pompe funebri Personale guardaroba Operatore slot machine Imbalsamatore Caposquadra cura paesaggie
spazi verdi Costumista Custode Operatore disinfestazionee derattizzazione Domesticoe addetto pulizie
Assistente intrattenimentoe divertimento Badante Potatore Shampista Barbiere Guardiano d'animali (eccetto
animali d'allevamento) Facchinoe portiere (d'albergo) Operatore di giochie scommesse sportive Agente
agenzia viaggi Caposquadra lavori manutenzionee pulizia Curatore di paesaggie spazi verdi Manicuree
pedicure Usciere, personale d'accoglienzae biglietteria Croupier Proiezionista di cinema Servizi Sociali
Operatore sociale problemi comportamentali Operatore sociale salute Psicoterapeuta Consulente
d'orientamentoe formazione profess. Consulente riadattamento Terapeuta coniugalee familiare Direttore
attività ed educazione religiosa Operatore sociale infanzia, famigliae educazione Consulente problemi
comportamentali PROFESSIOnI Educatore professionale Assistente servizi sociali Agente libertà vigilata
Funzioni aMMiniStrativee contabili Impiegato amministrativo Operatore desktop publishing Cassiere di casinò
Impiegato al tribunaleo municipio Controllore di polizia, pompierie pronto soccorso Incaricato servizio clienti
Agente prenotazionie bigliettie incaricato viaggi Addetti manutenzionee riparazione Assistente statistico
Postino dei servizi postali Addetto smistamento postale Segretario medico Prestatore servizi di correzione
bozze Addetto rilevazione consumi Segretarioe assistente amministrativo esecutivo Incaricato
corrispondenza Incaricato produzione, pianificazionee spedizione Assistente risorse umane Incaricato prestiti
Operatore strumenti da ufficio (esclusi computer) Receptionist d'albergo Postinoe corriere Assistente
bibliotecario Pesatore, controlloree campionatore Impiegato delle poste Agente di raccolta contie fatture
Receptioniste agente informativo Incaricato fatturazione Centralinista Segretarioe assistente amministrativo
Incaricato salarie ore lavorative Archivista Operatore telefonico Incaricato concessionee controllo crediti
Scrutatore Referendario Incaricato dossiere contratti d'assicurazione Incaricato acquisti Incaricato spedizione,
ricezionee traffico Broker Incaricato ordini Incaricato revisionee tenuta dei libri contabili Operatore custode
inserimento dati Impiegato responsabile nuovi account Agente trasporto merci ingegneria Ingegneree
architetto navale Ingegnere meccanico Ingegnere aerospaziale indice di riSchio PROFESSIOnI indice di
riSchio Ingegnere chimico Ingegnere ambientale Architetto Ingegnere civile Ingegnere dei materiali Ingegnere
elettronico Ingegnere specializzato in salutee sicurezza Ingegnere industriale Tecnico in ingegneria
industriale Ingegnere biomedico Architetto del paesaggio Ingegnere nucleare Ingegnere elettrico Ingegnere
minerario, ingegnere in geologia Ingegnere petrolifero Ingegnere hardware Altri tecnici ingegneri Tecnico in
ingegneria ambientale Tecnico in ingegneria meccanica Geometra Tecnico in ingegneria aerospaziale
Ingegnere agronomo Progettista architettonico Progettista meccanico Tecnico genio civile Tecnico in
elettromeccanica Ingegnere progettista elettronico ed elettrico Tecnici ingegneria elettrica ed elettronica
Cartografo Tecnico mappatura indice di riSchio •5% 13% 25% 1% 16% 39% 46% 49% 55% 61% 64% 66%
68% 79% 81% 84% 85% 86% 86% 88% 90% 92% 92% 94% 94% 95% 95% 95% 95% 96% 96% 96% 96%
97% 97% 97% 97% 98% 98% 98% 98% 98% 98% 98% 98% 99% 99% 99% 1% 1% 2% •63% 72% 78% 86%
89% 1% 1% 6% 6% 8% 8% 9% 10% 11% 20% 21% 28% 29% 37% 43% 54% 54% 57% 61% 66% 66% 69%
72% 74% 77% 79% 80% 82% 83% 91% 91% 94% 95% 95% 96% 96% 97% 0% 0% 0% 1% 1% 1% 3% 3%
3% Settori Meccanici, elettrici ed elettronici Caposquadra meccanici Installatoree riparatore di linee elettriche
Installatore di case mobili Sommozzatore Riparatore attrezzature mediche Riparatore motori elettrici ed
elettronici Meccanico macchinari pesanti Riparatori attrezzature elettriche Installatoree riparatore linee
telefoniche Altri operatori d'installazionee riparazione Installatoree riparatore di parabrezza Tecnicoe
meccanico di veicoli automobilistici Tecnico di manutenzione Riparatore di veicoli motorizzati Installatoree
riparatore di valvolee regolatori Operatore manutenzionee riparazione Installatore impianti climatizzazione
Meccanico di barchea motore Meccanico di macchinari industriali Tecnico avionico Riparatoree sostitutore di
pneumatici Meccanicoe tecnico di servizio d'aerei Riparatore elettrodomestici •2% 2% 2% 2% 2% 3% 3% 3%
3% 4% 5% 7% 10% 14% 16% 22% 24% 25% 38% 38% 48% 49% 52% 68% 75% 81% 81% 84% 88% 96%
0% 10% 18% 18% 27% 38% 40% 41% 49% 50% 55% 59% 59% 61% 63% 64% 65% 66% 67% 70% 70%
71% 72% Agente di locazione Cassiere Rivenditore pezzi di ricambio AgricolturAe Settore PrimArio
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 34
Operatore controllo di qualità, prodotti agricoli Caposquadra lavori forestalio agricoli Taglialegna Operatore
d'attrezzature sfruttamento foreste Pescatoree lavoratori collegati alla pesca Operaio agricolo Operaio
forestale Ispettore agrario Allevatore d'animali Operaio sfruttamento forestale coStruzioni Elettricista
Caposquadra: costruzione ed estrazione Idraulicoe tubista Installatoree riparatore d'ascensori Esperto
d'esplosivi Operatore sondea rotazione Operatore per eliminazione sostanze tossiche Operatore attrezzature
di estrazione di minerali Operatore miniere (estrazionee trasporto) Operatore specializzato nella posa dei tubi
Ispettore edile Posatore isolanti Ramaio Aiuto-operatore perforazione Lavoratori nel campo delle costruzioni
Aiuto-riparatore di tetti Carpentiere Vetraio Aiuto-elettricista Posatori piastrellee marmi Imbianchino Installatori
cartongessoe rivestimenti soffitto Posatori di rivestimenti-pavimenti Operatore perforazione (petrolioe gas)
Muratore Operatore scavatore (costruzioni) Lavoratore lamine di metallo Lavoratori strutture metalliche
(ferroe acciaio) Operatori concimatorie spazzaneve Operatori fosse settichee addetti pulizie fogne
Pavimentatore (strade) Muratore, scalpellinoe piastrellista Lavoratore isolamento superfici, soffittie muri
Intonacatore Operatore perforazione (eccetto petrolioe gas) Agente manutenzione autostradale Installatore
tappezzeria Posatore moquette Levigatoree finitore di pavimenti in legno Operaio edile Posatoree operaio
manutenzione strade ferrate Rinforzatori strutture in acciaio Riparatore di tetti Montatore di recinzioni
Urbanistae pianificatore territoriale Epidemiologo Ricercatore in sondaggi Geografo Zoologo Tecnico biologo
Tecnico forestale Tecnico chimico Tecnico fisico Geo-scienziato (escluso idrologoe geografo) Assistente di
ricerca in scienze sociali Esperto di scienze dell'atmosferae dello spazio Tecnico in scienze ambientali
Tecnico nucleare Tecnico specializzato in geologiae idrocarburi Tecnico in scienze agrariee alimentari
ProfeSSioni giuridiche Avvocato Arbitro giudiziario, mediatore, conciliatore Giudice, magistrato Cancelliere
Stenografo di tribunale Assistente giuridicoe paragiuridico Ispettoree ricercatore di titolie documenti
inSegnAmento Insegnante scuola elementare Coordinatore didattico Insegnante ed educatore in genere
Insegnante in orientamento tecnico al liceo Insegnante liceo (escluse materie tecniche) Insegnate di
sostegno, liceo Consulente economia domestica ed agricola Educatore scuole dell'infanzia Curatore di
museo Insegnante di sostegno, università Insegnante scuola superiore Insegnante in sviluppo personale
Insegnante scuola materna Professore universitario (escluse materie tecniche) Insegnante ed educatore,
alfabetizzazione per adulti Insegnante in orientamento tecnico all'università Specialista multimedialee
audiovisivo Assistente pedagogico Bibliotecario Archivista commercioe diStribuzione Sales engineer
Rappresentante servizi finanziari Caposquadra agenti di vendita all'ingrosso Caposquadra agenti di vendita al
dettaglio Commerciale in agenzia pubblicitaria Cassiere in case di gioco Rappresentante all'ingrosso sett.
manifatturiero Intermediario immobiliare Broker assicurativo Rivenditore al dettaglio Venditore portaa porta,
venditore ambulante Agente immobiliare Specialista in meccanica di buse camion Riparatore computere
bancomat Meccanico d'attrezzature agricole Riparatore motorie utensili elettrici Fabbroe riparatore casseforti
Assistente lavori di installazionee riparazione Meccanici di motocicli Installatore d'allarmie rilevatori d'incendio
Riparatore materiali refrattari Incaricato manutenzione macchinari Riparatore di vagoni Riparatore deviatoie
segnali Riparatore parti automobilistiche Installatore impianti elettrici Riparatore di strumenti musicali
Riparatore di porte meccaniche Riparatore di radio Meccanico Riparatore di distributori automatici Riparatore
di biciclette Rammendatore (esclusi capi d'abbigliamento) Riparatore di attrezzature fotografiche Operatore
piattaforma petrolifera Orologiaio-riparatore ProgrAmmAtorie mAnAger tecnici Analista di sistemi informatici
Scienziati specializzati in ricerca informatica Amministratore di retie di sistemi Amministratore database
Analista di ricerca operativa Sviluppatore di software (applicazioni) Matematico Sviluppatore di software
(sistemi operativi) Architetto di rete Attuario Statistico Programmatore informatico Specialista supporto
informatico Tecnico matematico ricercAtori Psicologo Scienziato in campo medico (eccetto epidemiologo)
Psicologo clinicoe scolastico Forestale Tecnico di scienze giuridiche Microbiologo Idrologo Scienziato in
biologia Specialista della protezione dell'ambiente Specialista di scienze dei materiali Agronomo Biochimicoe
biofisico Specialista di scienze ambientali Specialista di scienze sociali Astronomo Specialista di scienze
animali Scienziatoe tecnico alimentare Chimico Fisico PROFESSIOnI indice di riSchio PROFESSIOnI indice
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 35
di riSchio PROFESSIOnI indice di riSchio •97% 97% 98% 41% 57% 76% 79% 83% 87% 87% 94% 95% 97%
•13% 20% 23% 25% 30% 30% 42% 57% 61% 63% 65% 67% 77% 85% 91% 97% 4% 6% 40% 41% 50%
94% 99% 0% 0% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 2% 3% 13% 15% 17% 19% 26% 39% 56% 65% 76% 0% 2%
8% 28% 54% 83% 85% 86% 92% 92% 94% 97% •73% 74% 75% 76% 77% 79% 79% 82% 82% 86% 88%
90% 91% 91% 91% 91% 93% 93% 94% 94% 96% 97% 98% 99% 1% 2% 3% 3% 4% 4% 5% 13% 21% 21%
22% 48% 65% 99% 0% 0% 0% 1% 1% 1% 1% 2% 2% 2% 2% 3% 3% 4% 4% 6% 8% 10% 10% Guardia
giuratae vigilante Parcheggiatore Ufficiale di sorveglianza case da gioco Servizi AlimentAri Chefe capocuoco
Cuocoa domicilio Caposquadra lavoratori preparazione alimenti Lavapiatti Barman Cuoco, fast food Cuoco,
mense Cameriere (eccetto ristoranti) Lavoratori preparazione alimenti Assistenti per il servizio in sala,
mensee bar Cameriere Cuoco, ristoranti Direttore di sala ristoranti, localie bar trASporto Caposquadra
conducenti trasporto Ingegnere navale Supervisore merce aerea Controllore traffico aereo Pilota, copilota
d'aereoe tecnico di volo Conducente ambulanza Capitani, ufficialie piloti imbarcazioni Assistente di volo
Addetto pulizia veicolie attrezzatura Operatore navette per miniere Imballatoria mano Caposquadra operaie
addetti manutenzione Conducente motoscafi Operatori arganie verricelli Conducente autobus, urbanoe
interurbano Conducente mezzi leggerie servizi di consegna Caricatore di camione imbarcazioni Assistente di
viaggio (esclusi assistenti di volo) Conducente autoarticolatie mezzi pesanti Marinaio lubrificatore Deviatore
Conducentee caposcalo ferroviario Responsabile gestione merci e magazzino Conducente metroe tram
Guardiano parcheggio Conducente scuola buse altri bus Tassistae autista privato Ispettore dei trasporti
Tecnico del traffico Operatore pompaggio Operatore di gru Ingegnere stazione di smistamento Operatore
dragaggio Operatore camione trattori Agente raccoglitore rifiuti riciclabilie non Macchinista ferroviario
Operatore muletto Operatore scavatricie macchine di dragaggio Ingegnere ferroviario Addetto chiusa
Fattorino Modellista, legno Operatore macchinari da carpenteria Tecnico di laboratorio oftalmico Tecnico di
laboratorio odontotecnico Assemblatore attrezzature elettromeccaniche Tecnicoe lavoratore prestampa
Operatore fresatrice Ispettore, tester, classificatore, campionatore Assemblatore dispositivi di
temporizzazione Incisore profeSSioni Sportivee ArtiStiche Coreografo Scenografo Talent recruiter Direttore
musicalee compositore Artista multimedialee disegnatore di animazioni Fashion designer Fotografo
Produttoree direttore Designer d'interni Direttore artistico Industrial designer Scrittoree autore Artista, inclusi
pittori, scultorie disegnatori Floral designer Esperto di media Musicistae cantante Graphic designer Speaker
Giornalista Ballerino Tecnico del suono Specialista pubbliche relazioni Atletae sportivo di alto livello
Montatore filme video Attore Interpretee traduttore Window dresser Tecnico audioe video Cameraman
Tecnico in radiodiffusione Redattore tecnico Arbitro, esaminatore sportivo Operatore radiofonico
SorvegliAnzA Responsabile pompieri Responsabile agenti di poliziae investigatori Responsabile guardie
carcerarie Specialista prevenzionee gestione di incendi forestali Guardacacciae guardapesca Agente di
polizia Pompiere Detective privato Detectivee investigatore Ufficiale giudiziario Ispettore antincendio Vigile
urbano Agente di polizia trasporti pubblicie ferroviari Guardia carceraria Aiuto-carpentiere Operatori unità di
servizio petrolio, gas Operaio addetto cementoe calcestruzzo Ingegnere operatore di macchine movimento
terra induStriA dellA trASformAzione Produttore modelli di abbigliamento Responsabile linea di produzione
Programmatore di macchine-utensili Tappezziere Fabbricantee montatore strutture metalliche Tecnico
attrezzature mediche Calzolaio Macellatore Operatore sistemi di trattamento delle acque reflue Operatore
saldatrice Operatore macchinari di cottura alimenti Tagliatoree rifinitorea mano Distributore di energia
elettrica Macchinista Pittore, industria dei trasporti Lavoratore lavanderiae lavasecco Operatore pompe
petroliferee raffinerie Avvolgitore bobine Operatore macchine maglieriae tessitura dei tessuti Operatore
attrezzature chimiche Assemblatore strutture aeromobili Operatore attrezzature lavatura metallo Stiratore
Assemblatori di motorie altri macchinari Operatore macchinari di miscelazionee fusione Operatore laminatrice
Operatore stampatrice Stilista, sartoe sarto su misura Attrezzista-aggiustatore Operatore torni (metalloe
plastica) Operatore impiantie sistemi chimici Operatore centrali elettriche Operatore macchinari per segherie
Operatore macchinari di taglioe tranciatura Rifinitore di mobili Operatore manifattura semiconduttori Affilatori
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 36
di utensili Tecnico del riscaldamento Installatoree operatore segatrici Modellatoree piallatore (escluso
metalloe plastica) Modellista, metalloe plastica (per stampi in sabbia) Modellista, legno (per stampi in sabbia)
Lavoratore pittura, rivestimentie decorazioni Laminatoree fabbricatore fibre di vetro Operatore attrezzature di
raffreddamento Macellaio Fabbricante di pneumatici Intagliatore Addetto saldatura, taglio, brasatura
Operatore reattori nucleari Operatore macchinari formaturae colata metallo Assemblatore attrezzature
elettriche ed elettroniche Tornitore, fresatoree lucidatore Stampatoree rilegatore Operatore macchinari nel
settore tessile PROFESSIOnI indice di riSchio PROFESSIOnI indice di riSchio PROFESSIOnI indice di
riSchio •84% 84% 95% 10% 30% 63% 77% 77% 81% 83% 86% 87% 91% 94% 96% 97% 3% 4% 7% 11%
18% 25% 27% 35% 37% 37% 38% 42% 62% 65% 67% 69% 72% 75% 79% 83% 83% 83% 85% 86% 87%
89% 89% 90% 90% 90% 90% 91% 92% 93% 93% 93% 93% 94% 96% 97% 98% •96% 97% 97% 97% 97%
97% 98% 98% 98% 98% 0% 1% 1% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 4% 4% 4% 5% 7% 7% 8% 10% 11% 13%
13% 18% 28% 31% 37% 38% 48% 55% 60% 74% 89% 98% 98% 0% 0% 3% 5% 8% 10% 17% 31% 34%
36% 48% 49% 57% 60% •92% 93% 94% 95% 0% 2% 36% 39% 41% 45% 52% 60% 61% 61% 61% 64%
64% 65% 69% 71% 71% 73% 73% 76% 79% 81% 81% 82% 83% 83% 83% 84% 84% 84% 85% 85% 86%
86% 87% 88% 88% 89% 89% 90% 90% 91% 92% 93% 93% 93% 94% 94% 94% 95% 95% 95% 95% 95%
96%
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 37
la meglio italia Appuntamento a Verbania «Panorama d'italia» arriva nel caPoluogo di una Provincia molto dinamica che non si vuole arrendere allacrisi. Carmelo Abbate e Damiano Iovino Foto di Alberto Bevilacqua per «Panorama d'italia» arriva nel caPoluogo di una Provincia molto dinamica che non si vuole arrendere alla
crisi. Un territorio bellissimo ma ancora poco valorizzato turisticamente. E un comprensorio manifatturiero
meno forte di un tempo eppure ancora molto dinamico nel cercare strade nuove su cui ritrovare la crescita: è
la provincia di Verbania, anzi, più correttamente, del Verbano, del Cusio e dell'Ossola, in sigla Vco. Un
poligono irregolare incastrato tra la Lombardia a est, il confine svizzero a nord e le province di Novara e di
Biella a sud e a ovest. Molto verdeggiante, non molto abitato, bellissimo, impreziosito da vari laghi tra i quali il
Maggiore, o Verbano, e il Lago d'Orta, o Cusio. «Verbania è una città che va rilanciata, che ha straordinarie
opportunità ma è come se avesse bisogno di una scossa» dice il neosindaco Silvia Marchionini, che sta
negoziando per riportare dopo decenni in riva al lago una tappa del Giro d'Italia 2015. In attesa del Giro,
Verbania si prepara ad accogliere la sesta tappa di «Panorama d'Italia», per raccontare, dal 25 al 27
settembre, i fermenti di una provincia che finalmente nel secondo trimestre di quest'anno ha ritrovato un
saldo imprenditoriale attivo, sia pure di poco, grazie soprattutto al commercio e al turismo (+1,74 per cento
ricettività e ristorazione), mentre le attività manifatturiere calano ancora e l'edilizia è stabile. «Il sistema
manifatturiero della provincia tiene ma "a denti stretti"» spiegano alla Camera di commercio. Nona caso, le
ore di cassa integrazione sono aumentate di circa il 21 per centoe le assunzioni sono calate del 5,5 per
cento. La vicinanza con Milanoe la bellezza dei luoghi autorizza amministrazioni localie imprenditori a contare
molto sul fattore Expo. Il Vco potrebbe essere un buen retiro per gli espositori che vivranno nel quartiere
fieristico di Rho-Peroe per i visitatori che lo frequenteranno nei sei mesi di esposizioni. E di turismo si parlerà,
insieme agli altri temi del cartellone, nella tre giorni verbanese di Panorama. (Sergio Luciano) Una vita per il
formaggio Il meglio della gastronomia nella Casera di Eros Buratti sotto i portici di Verbania. Il segreto del
successo di Eros Buratti è racchiuso in un acronimo: Cap, che non ha nulla da spartire con le Poste.
Cortesia, amore e passione sono una sorta di carta da confezione con la quale quest'uomo di 43 anni
avvolge formaggi, salumi, vini e prodotti dell'enogastronomia italiana che si trovano dentro la sua Casera,
sotto i portici di Verbania. Lui è sempre dietro al banco, dalle otto del mattino alle dieci di sera, dentro quella
che si ostina a chiamare bottega anche adesso che si è aggiunta una parte con i tavoli dove si possono
gustare i piatti freddi con le prelibatezze servite al banco. Come il gorgonzola che lui stesso produce vicino
Borgomanero e che ha appena vinto il primo premio Gambero Rosso. Oltre a produrre e vendere, e dare
lavoro a 14 dipendenti, Buratti distribuisce formaggi, per l'80 per cento all'estero: Germania, Stati Uniti,
Svezia. Dove esporta solo alta qualità, selezionata da piccoli produttori che, ci tiene a specificare, tratta con
amore. «Il piccolo produttore non sempre produce bene, a volte per colpa degli agenti atmosferici» afferma
Buratti. «Ma tu lo devi far sentire importante, soprattutto nei momenti difficili. Lo devi proteggere, come fai con
il formaggio, che va trattato alla stessa stregua di un bambino: lo prendi in braccio quando nasce e lo
accompagni durante la crescita, fino all'università». Eros Buratti al banco della Casera. Un intreccio molto alla
moda Da Chanel a Dolce & Gabbana, la Manifattura di Domodossola sfila in passerella. E punta all'export.
Hanno cominciato 101 anni fa, a Domodossola, intrecciando stringhe per le scarpe e cime per le navi. Oggi
intrecciano di tutto, dal rame per i tessuti d'arredamento di Chanel al cuoio per yacht e aerei privati, da una
giacca on-off in velluto e raso per Dolce & Gabbana all'interno di una concept car Renault. Quella della
Manifattura di Domodossola è una storia di famiglia: oggi il gran capo è Giuseppe Polli, 65 anni, sua moglie
Chiara segue l'amministrazione, e le figlie Silvia, 28 anni, cura le nuove produzioni, e Giulia, 32 anni, si
occupa della vendita e del marchio Duvalais, con sede e produzione in Svizzera. «In Italia non abbiamo
concorrenti» dice Giuseppe Polli, spiegando che «il 50 per cento della produzione va all'estero, Usa,
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Giappone e Spagna con la Cina in crescita». la app a misUra di donatore Blood Up razionalizza la raccolta
del sangue su base regionale. Per ora. Èstato ascoltando alla radio nel 2011 il Trio Medusa che lanciava lo
slogan «One Nation, One Donation» per la Giornata mondiale del donatore di sangue, che a Oscar Badoino è
venuto in mente di creare una app per razionalizzarne la ricerca e la raccolta. Nato a Verbania, 38 anni, una
laurea in Scienze politiche, Badoino dopo dieci anni nella produzione del Teatro Stabile di Torino si è buttato
nell'informatica e nel 2012 ha vinto con il suo team il concorso «digIT@lia for talent». Oltre a un premio di 10
mila euro, il team di Badoino ha avuto 100 mila euro per sviluppare DraculApp, un nome forte per attirare
l'attenzione sul progetto. Una volta operativa con Fidas è stato trasformato in Blood Up. «Prima che entrasse
in funzione a fine 2013, l'età media dei donatori era di 45 anni, ora si sta abbassando grazie ai ragazzi che
hanno scoperto questa realtà nei social network» dice Badoino. La app, scaricata da oltre 10 mila utenti (un
quarto sono donatori), indica i 400 centri Fidas dove donare il sangue, contiene un gioco, consente di avere
un quadro delle donazioni nelle regioni e ha un link con il sito Fidas. «Se c'è un'urgenza in una regione, la
app fa partire un allarme» spiega Badoino. «Si potrebbe sviluppare un dispositivo per segnalare ai donatori la
necessità di sangue vicino ai luoghi in cui si trovano». Badoino spera di coinvolgere Avis, Croce rossa e
Frates «per creare una Banca dati nazionale del sangue e utilizzare al meglio le risorse». Pentole (e
coPerchi) d'autore Alberto Alessi realizza casalinghi. Con i migliori designer del mondo. Entrare nello studio di
Alberto Alessi, a Crusinallo di Omegna, è come essere nella fabbrica di Willi Wonka: ma, al posto del
cioccolato, vi trovate immersi in un mondo di casalinghi mascherati da animali, figure strane, sogni di metallo
creati dai migliori designer del mondo. Tutto sparso su un enorme tavolo, dove nessuno può mettere mano,
tranne Alberto Alessi, sigaro in bocca e faccia soddisfatta di chi ha visto crescere i semi piantati negli anni.
Seguendo le tracce di suo padre Carlo, che nel 1957, con lo Shaker 870, avviò la collaborazione con i migliori
designer italiani, da Vico Magistretti a Gae Aulenti, Alberto Alessi ha coinvolto più di 300 creativi nella
progettazione dei suoi prodotti. Omegna è stato un polo dei casalinghi in metallo, con marchi come Bialetti,
Lagostina e Girmi, ma grazie al design Alessi è diventata famosa nel mondo. Il 45 per cento della produzione
dell'azienda, che ha 500 dipendenti e 100 milioni di fatturato, va all'estero, specie in Germania, Francia, Usa,
Giappone e Svizzera. «Produrre qui è una follia» ammette Alessi, fiero di non aver mai messo nessuno in
cassa integrazione negli ultimi dieci anni. «Le pentole fatte in Cina costano la metà, ma le nostre non
sembrano pentole, e questa è la chiave del nostro successo». Oltre a essere amministratore delegato
dell'azienda con il fratello Michele, Alberto è responsabile del design: «Un tempo decidevo solo io, ora un
comitato mi aiuta nelle scelte: ogni anno arrivano centinaia di proposte, io ne porto 300 al comitato che ne
cassa la metà. Ci vogliono un paio d'anni per sviluppare un progetto e alla fine 60-70 arrivano sul mercato
ogni anno». Alberto Alessi nel suo studio di Crusinallo di Omegna. TuTTo per una dimora sul lago Giuseppe
Esposito guida un gruppo specializzato in immobili di pregio. Il padre lo ha fatto crescere dentro la sua
impresa di costruzioni, gli ha insegnato tutti i trucchi del mestiere. Quando è arrivato il suo turno, Giuseppe
Esposito non si è adagiato sugli allori ma ha alzato il sedere dal sellino e ha iniziato a pedalare, come fa in
bicicletta quando ha un po' di tempo libero. Oggi, a 47 anni, dal suo ufficio di Feriolo che sembra una terrazza
affacciata sul Lago Maggiore, Esposito guida un impero commerciale e finanziario raggruppato in Costruire
Holding, di cui è presidente e amministratore delegato. Le tre società del gruppo sono attive nella tradizionale
attività di costruzione, realizzazione e vendita di immobili di pregio, consulenza, general contractor,
finanziamento e ricerca di partner, manutenzione. Dopo aver fatto il presidente dei giovani industriali,
Esposito ora è vicepresidente dell'Unione industriali di Verbania. due fraTelli casa e boTTega Cipir è
diventata una delle realtà più interessanti. Nonostante la crisi. Un pezzo alla volta hanno messo in piedi
quello che dopo il gigante Alessi è tra i gruppi imprenditoriali più grossi di un territorio che negli ultimi anni ha
visto svanire molte certezze. Quando gli chiedi quale sia la soddisfazione più grande, loro ti rispondono con
queste parole: «Siamo orgogliosi che alla fine di ogni mese riusciamo a pagare lo stipendio ai nostri
dipendenti». Sono i fratelli Antonio e Fabio Pirazzi, da Piedimulera, ai piedi del Monte Rosa. Sono partiti dalla
produzione di vernici e smalti per l'edilizia e la casa, poi hanno provato con un primo spaccio dal quale è nato
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 39
un negozio allargato per il fai da te e bricolage a marchio Cipir Utility. Oggi i punti vendita sono 17, sparsi tra
le province di Varese, Novara e il Verbano Cusio Ossola. Poi c'è l'unità produttiva, la fabbrica di vernici e
smalti. In totale oltre 200 dipendenti. «Tutti i nostri profitti vengono reinvestiti nella bottega, come ci ha
insegnato nostro padre Vittorio» raccontano i due fratelli. «Se c'era da scegliere tra comprare una macchina
di grossa cilindrata per andare in giro durante il fine settimana, oppure un furgone nuovo per le consegne il
lunedì, non c'era dubbio: prima veniva sempre la fabbrica». il mondo in un sassofono A Quarna, il paese della
musica, si producono strumenti lavorati a mano. Come 200 anni fa. La strada disegnata sul navigatore
sembra la linea a zigzag di un elettrocardiogramma. Parti da Omegna, sali per sette chilometri tra faggi e
castagni fino a Quarna, 800 metri di altezza, che ti accoglie con uno stupefacente cartello: «Paese della
musica». Ti aspetti il muggito di una mucca, senti il suono di un sassofono in lontananza. Lo segui, come
fosse il canto di una sirena, ti ritrovi dentro un capannone che sembra una vecchia sartoria dove, invece della
stoffa, vengono cucite lastre di metallo. È la Rampone e Cazzani, azienda che da 200 anni produce strumenti
musicali, oggi soltanto sax, lavorati a mano. Roberto Zolla, 66 anni, che con i figli Claudio e Simone è l'ultimo
testimone di una storia lunga due secoli, ha fatto una scelta precisa: non rincorrere i cinesi sul loro terreno,
ovvero tanti pezzi prodotti il più in fretta possibile, ma tornare alle origini e sfruttare l'esperienza degli anziani
e la tradizione per sfornare uno strumento artigianale di alta qualità. I clienti arrivano da tutto il mondo,
Australia, Russia, Stati Uniti, Brasile, Germania, Canada. Appassionati, ma anche artisti del calibro del
norvegese Jan Garbarek, l'americano Jerry Bergonzi, l'italiano Emanuele Cisi. Salgono fino a Quarna, si
fermano una settimana, provano, chiedono, suggeriscono, contribuiscono a mettere insieme i mille pezzi
singoli che formano un sassofono. dalle padelle allo spazio Le nanotecnologie sperimentate sui casalinghi
funzionano anche sui motori aeronautici. Dal fondo antiaderente per le padelle alla componentistica
micromeccanica nel settore aeronautico: il viaggio professionale di un ingegnere aerospaziale, Federico
Monacelli, 35 anni, che sin dall'università ha deciso di lavorare nella sua terra, la zona di Verbania. «Le prime
esperienze» racconta «le ho fatte alla Nano Ire Service, spin-off dell'Università di Torino, dove abbiamo
sviluppato progetti di ricerca applicata. Ogni oggetto interagisce con la sua massa e gli altri oggetti attraverso
la superficie» spiega Monacelli. Applicare le ricerche sulla nanotecnologia ai fondi antiaderenti delle padelle è
stato una carta vincente: «Rende più efficiente il fondo antiaderente, ma anche più bello e più durevole il
rivestimento esterno delle padelle». Dopo varie esperienze, Monacelli è approdato alla Meccanica Bpr, che si
occupa di micromeccanica per il settore aeronautico: da direttore tecnico, si occupa di qualità e monitoraggio
dei processi di produzione. «All'inizio eravamo in quattro, ora siamo 16 e riforniamo quasi tutte le aziende del
settore» dice l'ingegnere spiegando che «le componenti di alcuni ingranaggi delle trasmissioni dei motori
elettrici e alcune valvole sono talmente piccole da stare in una mano». Lo stesso trattamento usato per
migliorare l'estetica delle pentole, viene utilizzato per migliorare l'efficienza di questi ingranaggi. Federico
Monacelli, ingegnere aerospaziale. Da giovedì 25 a sabato 27 settembre il tour arriva a Verbania per la sesta
tappa. Ecco tutti gli appuntamenti di un viaggio tra informazione, cultura, spettacolo, gastronomia e
divertimento. Eventuali variazioni di programma saranno comunicate sul sito www.panoramaditalia.it gIovedì
25 setteMBre ore 16 Evento di apertura Dome «Panorama d'Italia», piazza Ranzoni: Verbania tocca a te ore
19.30 Hotel Il Chiostro: Presidente mi spieghi... Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino
risponde alle domande dei cittadini. venerdì 26 setteMBre ore 10 Istituto Cobianchi, Aula Magna - Dibattito:
Pensare al lavoro, creare il lavoro. Ospiti: Alberto Alessi (presidente Alessi); Maurizio Colombo (direttore
generale della Camera di commercio del Verbano-Cusio-Ossola); Roberto Colombo (presidente Unione
industriali del Vco); Cristina Farioli (direttore marketing, communications & citizenship Ibm); Ivan Guarducci
(presidente Fondazione Vco); Marco Magaraggia (partner Altea); Silvia Marchionini (sindaco di Verbania). ore
11.30 Istituto Cobianchi, Aula Magna - Dibattito: Fare start-up in Piemonte si può. Ospiti: Simone Dal Dosso
(Gruppo Dal Dosso); Francesco Della Corte (Università del Piemonte Orientale); Pierluigi Ingrassia (ad
Novaria); Giovanni Margaroli (presidente Netycom); Fernando Napolitano (via skype da New York -
presidente e ceo Ib&II); Giancarlo Panella (presidente Emisfera); Giuseppe Ravasi (Ecosystem development
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 40
and innovation center manager Ibm); Adriano Sarazzi (presidente International Chips); Christian Violi
(direttore Novareckon). ore 13 Grand Hotel Majestic Una stella ai fornelli incontro con Benedetta Parodi. A
seguire Food Experience. ore 16 Hotel Il Chiostro - Incontro d'autore: Il quarto Reich. Come la Germania ha
sottomesso l'Europa. Marco Cobianchi (giornalista di Panorama) intervista Gennaro Sangiuliano, autore del
libro. ore 16.30 Dome «Panorama d'Italia», piazza Ranzoni: Come comunicare con i social media: live
experience con Martina Panagia. ore 17 Istituto Cobianchi, Auditorium - Talk show: Gianni Poglio (giornalista
di Panorama) intervista Emis Killa. ore 19 Sacro Monte di Varallo La «Nuova Gerusalemme»: lezione di
Vittorio Sgarbi sul Sacro Monte. saBato 27 setteMBre ore 10 Hotel Il Chiostro - Convegno: Un incontro di
eccellenze. Ospiti: Monica Abbiati (assessore comunale Attrattività culturale e istruzione); Giuseppe Esposito
(ad Costruire Holding); Roberto Ferrari (direttore Parco Villa Taranto); Marina Manca (direttore di Ise-Cnr,
Istituto per lo studio degli ecosistemi); Alberto Mina (direttore Relazioni esterne e istituzionali Padiglione Italia
- Expo 2015); Marco Padulazzi (imprenditore alberghiero); Antonella Parigi (assessore regionale al Turismo);
Piero Pratesi (editore Rvl La radio). Intervento conclusivo di Gianluca Randazzo (Fondazione Mediolanum).
ore 11.30 Dome «Panorama d'Italia», piazza Ranzoni Bike Tour di Verbania organizzato da Eicma per
Panorama d'Italia. ore 16 Dome «Panorama d'Italia», piazza Ranzoni Geronimo Stilton incontra i suoi piccoli
amici (roditori) lettori. ore 17 Hotel Il Chiostro - Talk show di chiusura: Alfonso Signorini intervista Piero
Chiambretti.
Un comitato mi aiUta nelle scelte. ma Di 300 progetti, me ne cassa la metàAlberto Alessi
L'istituzione della provincia è stata uno stimolo per lo sviluppo delle imprese nel territorio? Di' la tua sulla
pagina Facebook di Panorama.
Il vantaggIo dI partecIpare Per partecipare agli eventi registrati sul sito www.panoramaditalia.it fino a
esaurimento posti Solo per te un grande concorso vinci una crociera nel Mediterraneo per 2 persone con Msc
crociere Per tutti: 3 mesi di abbonamento omaggio alla versione digitale di Panorama Per tutti i visitatori del
Dome, un buono sconto di 2 euro per l'acquisto di una copia di Panorama in edicola Per tutti i partecipanti
agli eventi di venerdi mattina all'istituto Cobianchi sono in palio 6 nokia lumia 630 che i vincitori ritireranno
immediatamente. seguIcI anche su www.panoramaditalia.it @panoramaditalia facebook.com/panoramaditalia
Foto: Verbania, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, è capoluogo della provincia Verbania-
CusioOssola dal 1992.
Foto: Oscar Badoino ha sviluppato Blood Up.
Foto: Roberto Zola con i figli Claudio, a sinistra, e Simone. Giuseppe Esposito, 47 anni.
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 41
realizzazioni Legame manufatto - ambiente Progettazione della forma e scelta deimateriali Infrastrutture urbane. Nel comune di Caldogno, in una zona del fiume Bacchiglione interessata da pregevolicaratteri naturali e saltuarie piene stagionali, è stata costruita una passerella ciclopedonale che, grazieall'impiego del legno e del vetro, si caratterizza per leggerezza e trasparenza ben integrandosi con il contestoche la circonda. La passerella ciclopedonale sul fiume Bacchiglione, nelComune di Caldogno (Vi), nella frazione di Cresole,
ha avuto origine dalla volontà di collegare via Crosara con via Fornaci, già in passato unite da un ponte
crollato durante l'alluvione del 1966, al fine di realizzare uno spazio per il transito in maggior sicurezza dei
pedoni e dei ciclisti. In base al Prg l'area oggetto di progetto rientra nella fascia di rispetto fluviale nella quale,
nelle immediate vicinanze, sono previste aree attrezzate a parco, gioco, sport e il passaggio di una rete
ciclabile naturalistica. Il Fiume Bacchiglione è classificato di I categoria e quindi soggetto a regime di tutela
dei corsi d'acqua dal Magistrato alle Acque della Provincia di Vicenza. La zona del Fiume interessata dalla
passerella presenta pregevoli caratteri naturali e saltuarie piene stagionali. Profilo metodologico urbanistico e
funzionale «La progettazione di un ponte non consiste solo nella risoluzione di un problema statico e
viabilistico, ma anche nella valutazione di tutte le conseguenti problematiche legate al suo inserimento nel
territorio. Per non progettare un ponte anonimo, figlio esclusivamente dell'ingegneria e della moderna
prefabbricazione, è necessaria un'attenta riflessione sulle relazioni che questo avrà con il contesto
ambientale - così a Imprese Edili l'ing. Lucio Bonafede, progettista dell'opera - si è trattato quindi di concepire
un'opera finalizzata a ridefinire uno spazio con un segno unico destinato a durare nel tempo, a dialogare con
le presenze del luogo e le testimonianze del passato, oltre che mirare al recupero dei valori di qualità
dell'immagine e vivibilità degli spazi. Ai problemi connessi alla costruzione della forma si lega la capacità
evocativa degli elementi architettonici che costituiscono il progetto, ovvero la loro attitudine simbolica a
risvegliare tutto quello che nell'immaginario collettivo si è depositato in forma di immagini, contenuti ed
emozioni come prodotto di una concomitanza di fattori culturali, sociali e territoriali. È da questo patrimonio
comune di immagini che non è possibile prescindere nel momento in cui si interviene nel territorio con un
oggetto che si spera possa evocare delle emozioni nei futuri fruitori. È attraverso la progettazione della forma
e la scelta dei materiali che si può leggere il legame del manufatto con l'ambiente che lo circonda perché la
forma nasce e viene definita dal contesto». I valori urbanistici Il disegno del ponte ha mirato a privilegiare sia
la relazione dell'oggetto con l'ambiente sia il rapporto struttura-architettura, diventando un elemento di stimolo
e una presenza determinante per la riqualificazione del contesto. Allo scopo di consentire la maggiore
integrazione armonica con il territorio, la passerella è stata realizzata con una struttura in legno lamellare ,
materiale alternativo al cemento armato e all'acciaio per resa statica e di minore impatto ambientale. La
percezione del contesto è enfatizzata dalla possibilità di maggior fruizione visiva del fiume sottostante
consentita dalla trasparenza del parapetto in vetro. Il legno nei secoli è sempre stato un ottimo materiale da
costruzione ma la produzione del legno lamellare ha contribuito a esaltarne le caratteristiche eliminando le
imperfezioni che accompagnano ogni materiale di origine naturale. Il legno lamellare distinguendosi oltre che
per le sue prestazioni statiche, per le caratteristiche di bellezza, leggerezza, flessibilità, facilità di montaggio e
comportamento al fuoco, costituisce il materiale oggi maggiormente in grado di integrarsi in questa situazione
con l'ambiente naturale. Anche la scelta tipologica di eliminare l'adozione delle pile in alveo, presenti invece
nel vecchio ponte, è stata legata alla volontà di assicurare la maggiore salvaguardia possibile al sito del
fiume. Nella scelta tipologica tra le diverse alternative affrontate in fase di progettazione, lo schema statico di
una struttura simmetrica incernierata al centro è risultato essere quello maggiormente rapportabile sia alla
situazione del sito che al materiale scelto per la costruzione. La passerella Dal punto di vista formale il ponte
si caratterizza principalmente per il disegno del prospetto , con il quale si è voluto enfatizzare il
17/09/2014 16Pag. Imprese Edili - N.7 - settembre 2014(diffusione:29753, tiratura:29986)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 42
funzionamento strutturale dell'arco a tre cerniere in modo da renderlo percettibile attraverso la disposizione
dei montanti del parapetto, l'enfatizzazione della cerniera centrale e il disegno delle due testate. Un altro
elemento rilevante dal punto di vista formale ha riguardato la progettazione del ponte in pianta, dove viene
ripresa l'ideazione della forma ad arco caratterizzante il prospetto. La passerella ha una struttura simmetrica
di luce pari a circa 33 metri ( appoggio - appoggio) con elementi portanti costituiti da 8 travi in legno lamellare,
di altezza variabile, (min. 60 cm in mezzeria - max 120 cm in appoggio) e di larghezza 18 cm quelle esterne e
20 cm quelle interne, incernierate in mezzeria. La scelta dello schema statico dell'arco a tre cerniere ha
consentito di ottenere un'altezza delle travi in mezzeria particolarmente ridotta che sarebbe stata difficilmente
conseguibile adottando altre soluzioni costruttive. Le quattro travi per lato, che vanno a formare il semiarco,
sono tra loro collegate da irrigidimenti trasversali (realizzati con profili metallici in acciaio) e da un controvento
di piano; grazie alla presenza delle controventature di piano e verticali, le quattro travi sono tra loro collegate,
e in particolare, quelle centrali trasferiscono quota parte del carico a quelle laterali. Il nodo centrale è
composto da delle piastre dello spessore di 18 mm saldate fra di loro a formare un elemento scatolare, il
quale collega rigidamente le due teste delle travi in legno lamellare. La connessione fra queste e le piastre è
garantita da perni m24 e da una resina a espansione volumetrica per assicurare la perfetta adesio ne
legno/acciaio in modo da avere il trasferimento delle sollecitazioni direttamente fra i due elementi, senza
l'ausilio dei perni. Tale vincolo garanti sce la continuità flessionale tra le due travi in legno lamellare. Su
entrambe le sponde non si sono riscontrati particolari vincoli per la realizzazione delle spalle del ponte, che
poggiano su 4 diaframmi in calcestruzzo armato a sezione rettangolare, di spessore pari a 50 cm, lar ghezza
250 cm e profondità 15 m, perché lo schema statico scelto è caratterizzato da una forte componente di spinta
orizzontale in corrispondenza delle spalle. I giunti di collegamento tra le travi e il basamento e il giunto di
mezzeria sono stati realizzati in acciaio zincato. A monte e a valle della nuova realizzazione è stato eseguito
un rivestimento delle sponde mediante ciottoli di fiume lavati di diametro 10/16 cm posti in opera su masset to
di calcestruzzo armato, per garantire la protezione delle opere di fondazione. La pavimentazione
dell'impalcato è in tavolato di legno massiccio naturale di larice, di spessore pari a 5 cm, opportunamente
trattato e collegato alla sottostruttura. La curvatura in alzato della passerella, per esigenze di accessibilità da
parte delle persone disabili, è contenuta nella pendenza massima dell'8 %. Il parapetto è costituito da
montanti in acciaio inox a sostegno di lastre di vetro stratificato antisfondamento che, in prospetto, coprono
parzialmente le travi portanti; anche i corrimano sono in acciaio inox. La soluzione adottata per il parapetto è
legata alla volontà di proteggere il legno dagli agenti atmosferici (acqua e sole in particolare) garantendo
altresì la circolazione dell'aria; il vetro ha un trattamento che riduce la componente Uv. È stata prevista anche
l'installazione di un sistema di illuminazione per illuminare la struttura di notte e contemporaneamente creare
un suggestivo luogo di incontro. Il montaggio La scelta dello schema statico dell'arco a tre cerniere ha reso
più agevole la messa in opera dei due semiarchi, per la quale si è dovuto far ricorso alla simultanea presenza
di una gru in entrambi gli argini. Lo schema statico scelto, ha comportato la necessità di posizionare
dapprima le due parti della struttura (ognuna di queste costituita da 4 travi preassemblate) sui rispettivi argini,
per poi procedere al loro collegamento con il basamento di fondazione e infine al posizionamento in quota per
giuntarle in mezzeria, sul pulvino di collegamento. Il montaggio della struttura principale ha richiesto un giorno
lavorativo. Successivamente si è proceduto al completamento delle sovrastrutture in legno e alla
realizzazione delle testate del ponte, che fungono sia da protezione delle teste delle travi (e del sistema
fondazionale) che da completamento estetico-formale; le testate del ponte sono state realizzate in
calcestruzzo armato con l'impiego di casseri appositamente sagomati. Il disegno delle testate ha mirato
principalmente a rendere visibile l'elemento più importante dal punto di vista strutturale, il sistema
fondazionale, altrimenti non percettibile ; la grande spinta esercitata sulle cerniere di testa dalla struttura del
ponte e ripresa dai diaframmi viene resa evidente nell'elemento in elevazione. L'interno delle testate è stato
disegnato privilegiando linee più morbide per marcare un'altra funzione delle testate stesse, che diventano
elemento di protezione delimitando al tempo stesso lo spazio del ponte che vuole così diventare anche un
17/09/2014 16Pag. Imprese Edili - N.7 - settembre 2014(diffusione:29753, tiratura:29986)
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 43
riferimento urbanistico nel territorio. Alla fase di montaggio degli elementi verticali costituenti il parapetto è
seguito poi il completamento degli stessi con le lastre in vetro e i corrimano, e la realizzazione della
pavimentazione di accesso al ponte. «Il sistema costruttivo è stato concepito in modo da poter essere
facilmente smontato , nel caso si debbano prevedere interventi di manutenzione sulle tubazioni sottostanti
perché facendo seguito alle richieste dell'amministrazione comunale, nel progetto della passerella si è
previsto il sostegno di alcune canalizzazioni (gas metano, fognatura, acquedotto) che di fatto già
attraversavano il Bacchiglione, progettando un apposito alloggiamento tra le travi in legno lamellare - ha
concluso l'ing. Bonafede ricordando che - il risultato è una struttura che grazie all'impiego del legno e del
vetro si caratterizza per leggerezza e trasparenza, ben integrandosi con il contesto che la circonda».
Progettato dall'ing. Lucio Bonafede, il sistema costruttivo è stato concepito in modo da poter essere
facilmente smontato in caso di manutenzione sulle tubature sottostanti. Predisposto un apposito
alloggiamento tra le travi in legno lamellare.
Chi ha fatto Cosa Luogo Cresole, Caldogno (Vi) Committente Comune di Caldogno FinanziamentiComune di Caldogno e Aim Progettista ing. Lucio Bonafede Collaboratori arch. Francesca Emma ing.
Guido Ometto Imprese esecutrici Sa.Vi. sas, Montegrotto Terme (Pd) Trentino Legno s.p.a, Storo (Tn) Costo
totale lavori 260.000 euro Dimensioni luce 33 m larghezza da 2,50 m a 4,10 m superficie 135 mq Dal punto di
vista formale il ponte si caratterizza principalmente per il disegno del prospetto, con il quale si è voluto
enfatizzare il funzionamento strutturale dell'arco a tre cerniere in modo da renderlo percettibile attraverso la
disposizione dei montanti del parapetto, l'enfatizzazione della cerniera centrale e il disegno delle due testate.
La percezione del contesto è enfatizzata dalla possibilità di maggior fruizione visiva del fiume sottostante
consentita dalla trasparenza del parapetto in vetro. Il legno nei secoli è sempre stato un ottimo materiale da
costruzione ma la produzione del legno lamellare ha contribuito a esaltarne le caratteristiche eliminando le
imperfezioni che accompagnano ogni materiale di origine naturale.
1-2-3-4. Vista interna dalla sponda ovest, dal lato sud e dal lato nord. 5-6-7. Dettagli del parapetto. 8.
Dettaglio della testata lato nord. 9. La fondazione.
La scelta dello schema statico dell'arco a tre cerniere ha reso più agevole la messa in opera dei due
semiarchi, per la quale si è dovuto far ricorso alla simultanea presenza di una gru in entrambi gli argini.
Il nodo centrale è composto da piastre dello spessore di 18 mm saldate fra di loro a formare un elemento
scatolare, il quale collega rigidamente le due teste delle travi in legno lamellare. La connessione fra queste e
le piastre è garantita da perni m24 e da una resina a espansione volumetrica per assicurare la perfetta
adesione legno/acciaio in modo da avere il trasferimento delle sollecitazioni direttamente fra i due elementi,
senza l'ausilio dei perni.
Foto: 10-11-12-13-14-15-16. Le fasi di montaggio.
17/09/2014 16Pag. Imprese Edili - N.7 - settembre 2014(diffusione:29753, tiratura:29986)
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realizzazioni Prefabbricazione e impianti a scomparsa Edilizia direzionale. La nuova sede di Siggi Group è il risultato di due interventi. Un primo blocco di ufficirealizzati su progetto dell'arch. Barbieri e l'ampliamento realizzato su progetto architettonico degli architettiMarin e Pizzolato. La tecnica costruttiva della struttura portante si è basata sul montaggio di elementirealizzati fuori opera in laboratorio e poi montati in cantiere. A San Vito di Leguzzano, in provincia di Vicenza, la nuova sede di Siggi Group occupa un edificio risultato di
un primo intervento su progetto dell'arch. Barbieri nel 2000 e l'ampliamento realizzato su progetto degli
architetti Umberto Marin e Alessandro Pizzolato (uffici, sale di rappresentanza, laboratori, mensa, casa del
custode). Nel suo complesso l'edificio ospita l'holding delle tre ditte: Zaccaria, Siggi e Ferracin che
costituiscono la Siggi Group che opera nel campo dell'abbigliamento professionale e scolastico. Il progetto ha
dovuto pertanto coordinarsi con l'edificio esistente attraverso l'istituzione di una continuità figurativa e formale
ottenuta non per contrasto bensì per continuità visiva. Il prospetto nord, ossia il fronte principale della nuova
costruzione, prosegue idealmente la cortina muraria dell'edificio preesistente ospitando su di se il volume
aggettante degli uffici e il corpo sporgente della sala polifunzionale. La cortina muraria che funge da quinta
visiva è realizzata in blocchi di tipo «leca» di colore bianco mentre i nuovi elementi sono in calcestruzzo
bianco, acciaio verniciato e pannelli di vetro. L'unità visiva è determinata dal colore e dalla grana dei materiali.
Il nuovo intervento si contraddistingue per un tipo di architettura formalmente contenuta, controllata;
l'attenzione stata rivolta verso l'edificio preesistente il quale con la sua grande vetrata indica che lì è collocato
l'ingresso principale. Lo spazio architettonico esterno. Si tratta, come abbiamo detto, di un tipo di architettura
molto semplice, contenuta nella forma, una sorta di basso continuo in cui spiccano alcuni episodi solistici
rappresentati da elementi architettonici emergenti. Il basso continuo è rappresentato dal sistema sincopato
dei pieni e vuoti dei pannelli vetrati degli uffici che sul prospetto nord sono al piano primo mentre sul fronte
ovest sono su entrambi i piani. Gli episodi solistici sono: la pensilina della sala polifunzionale, il piano parete
forata, il volume della casa del custode indicato visivamente dalla parete rivestita in pannelli di acciaio
verniciato. Lo spazio interno . L'edificio al suo interno è contraddistinto dalla presenza di una corte verso la
quale gravano gli spazi degli uffici. Dal punto di vista tipologico l'intervento è sostanzialmente a cella ripetuta
e sono limitati gli uffici del tipo open space. Sono ben distinti i luoghi di collegamento da quelli di stazione,
ove eccedono funzionalmente lo showroom, la sala polifunzionale, la mensa; la casa del custode è un luogo
separato. Uffici e sale riunioni sono tutti dotati di illuminazione diretta tramite affaccio esterno o verso la corte
interna. Gli spazi ancillari e i servizi sono racchiusi da scatole murarie colorate di rosso. La luce naturale è
importante poiché interagisce con alcuni elementi architettonici (per esempio, i corpi scala), inoltre al piano
primo serve al illuminare la parete degli spazi di servizio del corpo ovest. La luce facilita l'orientamento. Gli
spazi distributivi sono caratterizzati da 3 corpi scala ognuno dotato da particolare forma architettonica; due di
essi sono illuminati con luce zenitale. La corte è un luogo la cui funzione è quella dell'aerazione e
dell'illuminazione degli uffici, ma il suo valore fondamentale è quello di essere sostanzialmente luogo a-
funzionale, ossia uno spazio ludico del puro gioco visivo che serve per ristorare la vista. Attraverso le finestre
di alcuni uffici o dagli spazi dei percorsi interni è possibile ritagliare immagini del giardino. Il sistema
costruttivo Fatta eccezione per la casa del custode, l'intero edificio è stato realizzato attraverso una tecnica
costruttiva essenzialmente di montaggio di elementi realizzati fuori opera. Solo per le fondazioni in
calcestruzzo armato e alcune pareti in laterizio e in calcestruzzo si è fatto ricorso alle tradizionali lavorazioni
in opera da parte dell'impresa edile. La struttura portante è stata realizzata in laboratorio e montata in
cantiere con delle gru, si tratta di un sistema costituito da colonne circolari del diametro di 267 mm sulle quali
montano la struttura orizzontale di travi Rep e del solaio alveolare dello spessore di 25 cm. La struttura
prefabbricata è stata messa a punto e brevettata dalla Tecnostrutture. Solamente il corpo del vano ascensore
è stato realizzato in muratura di calcestruzzo dello spessore di 20 cm come sistema d'irrigidimento e
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 45
controventatura della struttura prefabbricata. La fase successiva, molto delicata, è stata quella della
realizzazione delle lastre in calcestruzzo bianco costruite fuori opera e successivamente montate sui bordi del
solaio previa applicazione di zanche in acciaio. Queste lastre servono a delineare decorativamente il
marcapiano dei solai e hanno un'altezza di 40 cm e uno spessore di 6 cm. Allo stesso tempo si è proceduto
alla realizzazione del setto in calcestruzzo armato bianco che va a formare lo spigolo d'angolo dell'edificio.
Questo muro, vista la dimensione, è stato realizzato con tecniche tradizionali. È rinvenibile nella texture del
muro il disegno modulare dei pannelli del cassero in acciaio. Un taglio orizzontale ricavato sulla parete bianca
del calcestruzzo, che va a formare la finestra a nastro, restituisce leggerezza all'angolo che visivamente
poteva risultare troppo rigido. L'effetto chiaroscurale della lunga parete vetrata è ottenuto da un alternarsi di
pieni e vuoti, tramite l'applicazione di un vetro strutturale ora trasparente ora opaco. Ad ogni coppia di vetri si
alterna un imbotte in lamiera verniciata grigio antracite a invaso contenente un serramento apribile a ribalta.
Per ottenere questo paramento, figurativamente decisivo nell'economia formale dell'edificio, si è proceduto
dapprima alla realizzazione dei setti in muratura dello spessore di 20 cm opportunamente tamponati con
isolante del tipo eps dello spessore di 10 cm, successivamente la ditta dei serramenti ha proceduto
all'installazione della parete vetrata del tipo strutturale a fronte dei setti in laterizio. Infine i setti murari sono
stati rivestiti nella parte interna con una controparete in cartongesso dello spessore di 13 mm. Tutti gli
elementi di finitura della parete vetrata sono stati realizzati in lamiera verniciata di colore bianco a formare
una sorta d'imbotte. Di particolare pregio formale sono gli elementi emergenti quali la pensilina e il
rivestimento in lamiera forata ad angolo dell'edificio. In particolare, la pensilina realizzata in carpenteria
metallica è stata rivestita da lamiera metallica verniciata colore antracite in combinazione con un rivestimento
decorativo in vetro strutturale opalino fissato alla parete muraria tramite l'applicazione di elementi in acciaio
Inox cosiddetti a «Ragno». Terminate le fasi di lavorazioni dell'involucro esterno si è proceduto ai lavori di
finitura dello spazio interno. Le opere impiantistiche, molto complesse in un edificio per uffici come quello di
Siggi Group, sono tutte a scomparsa, le canalizzazioni sono state inglobate nel controsoffitto e nel pavimento
galleggiante. Le pareti divisorie in struttura di alluminio e vetro sono state realizzate e montate dalla ditta
NordWall. Se le pareti degli uffici rivolte verso i corridoi sono trasparenti quelle tra uffici e ufficio sono invece
in parte opache così da permettere il passaggio delle canalizzazioni impiantistiche. Gli spazi ancillari, quali
servizi igienici, ced e ripostigli sono stati realizzati con tamponature in pareti di cartongesso verniciato di
colore rosso così da rendere possibile il riconoscimento della diversa utilità funzionale. Di particolare pregio
costruttivo sono le scale interne costituite da una lastra in calcestruzzo sabbiato su cui appoggiano i gradini in
acciaio inox e legno. Sui lati della scala corre un carter in lamiera verniciata. I parapetti della scala come
quelle dei soppalchi sono in vetro temperato con corrimano in legno di rovere.
Chi ha fatto Cosa Progetto architettonico Arch. Umberto Marin Arch. Alessandro Pizzolato, Vicenza
Progetto strutturale Ing. Corrado Danzo, Schio (Vi) Progetto termo-idraulico P.I. Luciano Sozza, Creazzo (Vi)
Progetto elettrico P.I. Michele Corà, Altavilla Vi Coordinatore sicurezza in fase di progetto ed esecuzione Ing.
Corrado Danzo - Schio (Vi) Direzione lavori Arch. Sergio Rossi, Schio (Vi) Direzione cantiere Geom. Marco
Larese, Schio (Vi) Direzione artistica Arch. Alessandro Pizzolato Opere d'arte Veronica Veronesi, Vicenza
Progetto del giardino Arch. Alessandro Pizzolato 1-2. La cortina muraria che funge da quinta visiva è
realizzata in blocchi di tipo Leca di colore bianco mentre i nuovi elementi sono in calcestruzzo bianco, acciaio
verniciato e pannelli di vetro. 3-4-5. La struttura prefabbricata è stata messa a punto e brevettata dalla
Tecnostrutture. 6-7-8. Le opere impiantistiche sono tutte a scomparsa inglobate nel controsoffitto e nel
pavimento galleggiante. 9-10-11. Dettagli a lavori ultimati.
Pensilina e rivestimento in lamiera forata. Di particolare pregio formale la pensilina realizzata in carpenteria
metallica e rivestita da lamiera metallica verniciata colore antracite in combinazione con un rivestimento
decorativo in vetro strutturale opalino fissato alla parete muraria tramite l'applicazione di elementi in acciaio
inox cosiddetti a «Ragno».
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 46
materiali & applicazioni Case a secco in acciaio durature e salubri Le case realizzate a secco in acciaio , ancora poco diffuse rappresentano un'ottima alternativa alle analoghe
soluzioni in legno. L'utilizzo dell'acciaio consente un elevato grado di precisione e corrispondenza al modello
di calcolo della struttura grazie alle sue caratteristiche isotrope (assorbe le sollecitazioni sempre allo stesso
modo indipendentemente dal punto di direzione di applicazione della forza) e di omogeneità. a pagina 44 In
questi ultimi anni, anche in Italia il grande pubblico si sta avvicinando alla tipologia costruttiva delle case
realizzate a secco, un'alternativa valida e conveniente alle case tradizionali. Le caratteristiche che suscitano
maggiore interesse sicuramente sono i ridotti tempi di realizzazione, le buone prestazioni energetiche, le
qualità antisismiche e un prezzo competitivo rispetto alle case tradizionali. La tipologia di case a secco sul
mercato è molto varia e l'offerta fa riferimento alle case prefabbricate in acciaio, legno, cemento, ciascuna
con le proprie caratteristiche. Quali sono le caratteristiche delle case realizzate a secco in acciaio e quali i
vantaggi che una scelta di questo tipo può portare a chi sta decidendo di costruirsi un'abitazione? Pannelli e
profili realizzati in azienda Vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche e le peculiarità di questi edifici.
Un primo vantaggio nello scegliere una casa prefabbricata in acciaio riguarda i ridotti tempi di costruzione.
Tutti gli elementi strutturali, i profili e le pannellature sono realizzati e pre-assemblati in azienda, già pronti per
la messa in opera, riducendo drasticamente tutte le operazioni di cantiere, evitando i tempi morti, che
incidono sull'aumento dei costi finali. Oltre a un vantaggio in termini di tempi di realizzazione, questo
comporta anche un controllo più accurato e preciso nella fase di montaggio degli elementi strutturali,
riducendo la componente di errore presente in un cantiere tradizionale, mentre la manodopera ha
un'incidenza più bassa rispetto alle costruzioni tradizionali. Essendo una costruzione a secco, sono eliminati
anche i lunghi tempi di asciugatura, consentendo una realizzazione in tempi brevi. Ciò che maggiormente
distingue le case a secco in acciaio dalle sue concorrenti in legno e cemento sono le caratteristiche del
materiale utilizzato . L'acciaio, infatti, rispetto al legno o al cemento, è un materiale più duraturo, non soggetto
a corrosione e con una grande versatilità, caratteristiche che si trasmettono inevitabilmente anche sui
manufatti finali. L'utilizzo dell'acciaio consente un elevato grado di precisione e corrispondenza al modello di
calcolo della struttura, grazie alle sue caratteristiche isotrope (assorbe le sollecitazioni sempre allo stesso
modo indipendentemente dal punto di direzione di applicazione della forza) e di omogeneità. Le strutture in
acciaio hanno qualità chimico-fisiche identiche in ogni loro parte e reagiscono uniformemente alle
sollecitazioni. I processi di sagomatura dei profili sono totalmente automatizzati, gli elementi in acciaio sono
sagomati da macchine a controllo numerico che assumono in ingresso dati di progetto direttamente in
digitale, in questo modo vengono pressoché annullate le variabili di errore tipiche della manodopera umana.
La corrosione. Le case realizzate a secco in acciaio presentano una più elevata resistenza passiva in caso di
incendio rispetto alle case prefabbricate in legno e risultano più durature e salubri rispetto ad altri tipi di
soluzioni prefabbricate. Grazie alle caratteristiche anti-corrosive dell'acciaio e ai trattamenti cui è sottoposto,
non è soggetto a fenomeni di corrosione che possono metterne a rischio la stabilità strutturale. Inoltre, non
essendo l'acciaio un conduttore di umidità, gli edifici non sono interessati, come spesso avviene nelle case in
cemento e in legno, dall'effetto «spugna», consentendo di avere ambienti salubri e privi di muffe. L'acciaio,
grazie alle sue elevate capacità strutturali, permette la costruzione di edifici con maggiori altezze e sottoposti
a carichi importanti. La sua versatilità offre maggiori possibilità di personalizzazione, da parte del committente
e del progettista, nella definizione delle caratteristiche dell'edificio. La modularità del sistema costruttivo
consente di spostare facilmente divisori e pareti, in modo da riconfigurare lo spazio con semplicità e velocità.
Personalizzazione. Contrariamente a quanto si possa pensare, quindi, anche se la costruzione delle case
prefabbricate a secco è definita da processi automatizzati e standardizzati, è possibile un alto grado di
personalizzazione da un punto di vista funzionale e di design, consentendo anche un ottimo adattamento al
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 47
sito di costruzione scelto. Il prezzo della casa è determinato dalla tipologia, dalla metratura e dal grado di
personalizzazione, aspetto quest'ultimo che può significare un aumento sensibile del costo finale.
Antisismica. Le costruzioni in acciaio hanno ottime caratteristiche antisismiche, date dall'elevata elasticità del
materiale. Grazie alle caratteristiche intrinseche dell'acciaio, la risposta alle azioni sismiche è possibile con
l'utilizzo di dettagli costruttivi specifici meno costosi rispetto a quelli utilizzati in altri tipi di costruzioni. Essendo
edifici che sfruttano la tecnica di costruzione a secco, con i dovuti accorgimenti tecnico-costruttivi è possibile
raggiungere elevate prestazioni di isolamento termo-acustico: Isopan è in grado di fornire le migliori soluzioni
in tal senso grazie all'ampia gamma di pannelli metallici isolanti per coperture e pareti. La gamma dei prodotti
per l'edilizia. Isopan produce e commercializza pannelli isolanti metallici ad alto coefficiente isotermico per
coperture e pareti destinati alle costruzioni residenziali, industriali, commerciali e zootecniche. Isopan offre
anche i gruppi di fissaggio, le lattonerie di finitura e di raccolta di acqua piovana, gli elementi grecati sia
traslucidi che policarbonati per i punti luce. Grazie al lavoro dei propri studi tecnici interni e in collaborazione
con laboratori qualificati, Isopan ha dotato i propri pannelli di marcatura Ce (sia in Italia che in Europa)
secondo la direttiva 89/106/Cee. I pannelli sono costituiti essenzialmente da supporto in profilato metallico e
da uno strato di massa isolante in poliuretano o fibra minerale. Le caratteristiche geometriche e statiche della
gamma consentono applicazioni in copertura e pareti facilmente adattabili e di alto gradimento estetico.
Particolarmente vasta è la gamma di pannelli speciali per usi civili ( Isodomus ), per soluzioni antifuoco (
Isofire in lana di roccia ), per il settore del freddo ( Isofrigo ) e per quello dei prefabbricati industriali ( pannelli
curvi Isoray ). Altrettanto vasta è la gamma di prodotti per l'edilizia con Isocappotto, Isodeck Synth e Isodeck
Bit , gli accessori per il montaggio di impianti fotovoltaici e i prodotti per la sicurezza (gamma Isopansafe ).
Isopan è certificata Uni En Iso 9001:2008 - Sistema di gestione qualità. Isocappotto per l'isolamento termico
Forti perturbazioni ed eventi climatici causano escursioni significative tra le basse e le alte temperature con
repentine variazioni di temperatura. In queste situazioni riuscire a mantenere un elevato comfort abitativo e
lavorativo all'interno degli edifici può non risultare semplice. Per garantire buone condizioni di vita e di lavoro,
senza ricorrere in maniera massiccia a costosi e inquinanti impianti di condizionamento, è necessario dotarsi
di un buon sistema di isolamento termico dell'involucro con la giusta inerzia termica. In questo modo è
possibile godere di un ottimo isolamento termico e acustico, con i benefici che ne derivano. Per ottenere
ottimi risultati in qualsiasi tipologia d'intervento, Isopan ha realizzato i sistemi di rivestimento Isocappotto. Non
si tratta di un tradizionale cappotto, ma di un evoluto pannello sandwich a doppio rivestimento metallico ,
ricoperto da materiali diversi che permettono di ottenere la stessa resa estetica delle pareti intonacate. Il
sistema Isocappotto può essere definito come una sorta di finto cappotto, in quanto differisce dal sistema
classico per pareti tradizionali per la presenza di un pannello sandwich a doppio rivestimento metallico
ricoperto da materiali diversi. In tal modo è possibile nascondere la presenza del pannello sandwich, imitando
la resa estetica delle classiche pareti intonacate. Isocappotto è un sistema applicabile a qualsiasi tipologia
d'intervento, dalla realizzazione di nuove costruzioni dei settori produttivo o industriale (palazzine uffici,
stabilimenti, magazzini), oltre a fabbricati residenziali, quali villette o condomini. Il sistema, inoltre,
rappresenta una valida soluzione nel caso di ristrutturazioni o risanamenti di edifici esistenti. Isocappotto può
avere due tipi di isolamento: poliuretano oppure lana minerale. L'isolamento in poliuretano permette una serie
di vantaggi come: elevata resistenza termica, stabilità meccanica, rapidità di posa, stabilità dimensionale,
leggerezza, flessibilità progettuale. I vantaggi dell'isolamento in lana minerale si possono riassumere in:
elevato isolamento termico, ottimo comportamento in caso di incendio, elevato isolamento acustico,
flessibilità progettuale, stabilità dimensionale e meccanica.
Il Gruppo Manni Hp Svolge attività industriali nel campo siderurgico e nel business degli elementi prelavorati
in acciaio, componenti e sistemi strutturali per costruzioni e impianti di diversi settori (con Manni Sipre).
Gruppo Manni signifi ca anche produzione di pannelli metallici isolanti per coperture e pareti, destinati alle
costruzioni sia civili che industriali (con Isopan) e realizzazione di impianti fotovoltaici, eolici e biogas chiavi in
mano (con Manni Energy). Possiede 20 centri di produzione, servizi e distribuzione in Italia e all'estero
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 48
realizzando all'incirca: • 400mila tonnellate all'anno di prodotti siderurgici lavorati e distribuiti • 12 milioni di mq
all'anno di pannelli metallici isolanti prodotti e distribuiti in Italia e all'estero • 850 dipendenti diretti e oltre
1.000 con gli indiretti • 450 milioni di euro di fatturato annuale • 8mila clienti. La visione strategica con cui si
sviluppa l'attività prevede un'articolata distribuzione geografi ca nazionale e internazionale. Il Gruppo è
presente in Europa con tre stabilimenti di produzione Isopan e con uffi ci commerciali in altri tre Paesi europei
e nord africani. Inoltre è prevista l'apertura di produzioni di pannelli in Russia e Messico.
Foto: Esempio di costruzione a secco in acciaio.
Foto: Sezione di Isocappotto ed esempio realizzativo.
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realizzazioni|2 / Edilizia commerciale Esempio di sostenibilità ambientale e qualità prestazionali interne Nave De Vero è il nuovo centro commerciale di Marghera - Venezia, struttura che si sviluppa su tre piani e
che alterna in modo funzionale e armonico materiali diversi fra loro come legno, calcestruzzo, vetro, pietra,
acciaio. Originale e d'impatto è il design complessivo: l'edificio si presenta come una grande nave dal cui
fianco emerge un vascello in vetro e acciaio. Uno studio acustico della galleria commerciale ha evitato che i
soffitti curvi di cupola e galleria producessero sgradite focalizzazioni del suono nei punti sbagliati. a pag. 18 È
stato inaugurato lo scorso aprile a Marghera (Venezia) il nuovo centro commerciale «Nave de Vero»: nuovo,
non solo perché di recente costruzione, ma anche e soprattutto per il design, l'utilizzo di materiali di prima
qualità (vetro, acciaio, pietra, legno), le finiture di pregio, il ridotto impatto ambientale e le elevate prestazioni
energetiche. L'edificio è anche il primo centro commerciale in Italia ad aver ottenuto la certificazione Breeam
«very good» - Interim Certificate (Bre, Environmental assessment method/europe commercial 2009-retail),
uno tra i più esigenti protocolli di valutazione ambientale a livello internazionale, che stabilisce lo standard di
bioedilizia di più alta qualità, rappresentando, di fatto, il criterio utilizzato come riferimento per valutare la
performance ambientale delle costruzioni. Una superficie coperta di 40.000 metri quadri, con un ipermercato
di circa 6.000 e gallerie per oltre 15.000; 120 unità commerciali e aree di ristorazione, e poi uffici, parcheggi
interni ed esterni. La struttura si sviluppa su tre piani: un seminterrato a parcheggio, due piani fuori terra per
le attività commerciali, infine la copertura a impianti. Il complesso alterna in modo funzionale e armonico
materiali assai diversi fra loro, come acciaio, calcestruzzo, vetro, legno, pietra. Il tamponamento perimetrale è
realizzato con pannelli prefabbricati a taglio termico ventilati, in parte lisci e in parte con matrice esterna che
riprende la venatura del legno; davanti ai pannelli lisci vi è una controfacciata ventilata realizzata con
piastrelle rifinite in legno. L'organizzazione del cantiere La fase di cantiere è durata due anni e mezzo, un
tempo relativamente stretto, data l'imponenza dell'opera. Gli step di realizzazione si sono susseguiti
sovrapponendosi l'uno all'altro: di importanza fondamentale, dunque, è stata la programmazione delle attività
e il coordinamento dei vari operatori, attraverso analisi preliminari e costanti verifiche sul campo, al fine di
ottimizzare al meglio l'utilizzo delle risorse e garantire la puntualità nella data di consegna prefissata. Come
da vigente normativa, tutte le fasi di cantiere per la realizzazione delle strutture sono state valutate
considerando i tempi per la dovuta maturazione dei materiali e l'esecuzione delle prove di carico previste. 3
La realizzazione dell'opera è iniziata nel novembre 2011 con il tracciamento del fabbricato e gli scavi di
sbancamento : sono stati movimentati 40.000 m di terreno in due mesi, una parte smaltiti a discarica e una
parte accumulati in cantiere e poi riutilizzati, nella fase finale, per la realizzazione dei rilevati, rinterri e delle
aiuole esterne. Parallelamente all'avanzamento degli scavi, è iniziata la realizzazione dei pali di fondazione in
c.a., in parte prefabbricati battuti e in parte fdp (full displacement piles), in base alla stratigrafia del terreno e
alla distanza e possibile interferenza con i fabbricati vicini. Il lavoro è durato 5 mesi (da gennaio a maggio
2012), e ha visto l'impiego di numerosi macchinari, contemporaneamente e su più fronti. Raggiunta
l'adeguata maturazione dei pali di fondazione si è passati allo scavo, alla scapitozzatura delle teste, alla posa
dell'armatura e al getto dei plinti di fondazione (gennaio - giugno 2012). Nel corso della progettazione è stata
posta particolare attenzione allo studio del nodo di attacco fondazione-pilastro prefabbricato . In particolare, la
soluzione adottata (proposta dal prefabbricatore e testata tramite l'Università di Brescia) prevede
l'inserimento nel plinto di barre di ripresa che vengono poi infilate e rese solidali al pilastro prefabbricato
mediante riempimento con «Emaco S55». Tale soluzione ha permesso di ridurre le sezioni di scavo dei plinti
e di accorciare i tempi di esecuzione (cassero, armo e getto) eliminando, di fatto, la realizzazione dei bicchieri
2 per l'inserimento dei pilastri. Nel mese di marzo 2012 è iniziata la posa degli elementi prefabbricati,
protrattasi fino a gennaio 2013. Nel frattempo, man mano che veniva completato il montaggio di almeno 1000
m di solaio, iniziava la posa delle armature e il getto delle caldane collaboranti. Successivamente, mentre si
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completavano porzioni di fabbricato, iniziava la posa 2 delle strutture di copertura in legno e in acciaio, la
posa delle guaine impermeabilizzanti e dei serramenti esterni. Lavorazioni che, sostanzialmente, hanno
richiesto circa un anno di tempo (giugno 2012 - giugno 2013). L'utilizzo dell'acciaio in questo progetto è
dovuto principalmente al concept architettonico del fabbricato, che prevede, in particolare, vele in copertura e
la hall d'ingresso a forma di vascello. Le vele, con una superficie fotovoltaica di circa 150 m , sono realizzate
mediante pilastri tubolari in acciaio di diametro 812x22 mm, per un'altezza di circa 22 m, da cui si diramano
travi reticolari realizzate con profili ad «H» (6 m per lato) a sostegno dei pannelli fotovoltaici e delle passerelle
per la manutenzione degli stessi. Il tutto incastrato in sommità ai pilastri prefabbricati in c.a. e controventato
con stralli in acciaio. Elemento principale dell'edificio è la hall d'ingresso a forma di grande nave : è
caratterizzata da una facciata vetrata dell'altezza di circa 25 m, con struttura esterna inclinata a realizzare la
forma della prua di una nave, e il soffitto interno a formarne la chiglia. Il tutto sostenuto da due pennoni in
acciaio di diametro 1067x30 mm e alti più di 20 m, che una volta usciti dalla copertura iniziano a rastremarsi
per un'altezza totale di circa 40 m. La distanza tra i suddetti appoggi è di circa 33 m. Il controsoffitto interno a
forma di chiglia è stato ottenuto modellando la struttura sulle esigenze architettoniche, realizzando travi
reticolari a intradosso curvilineo, con luce variabile da 10 a 32 m e altezza variabile da 1 a 3 m. Particolare
attenzione è stata posta alla durabilità delle strutture esposte all'ambiente esterno che, vista la vicinanza al
mare e a stabilimenti industriali importanti, si può definire particolarmente aggressivo. Al fine di preservarne la
qualità, tutte le parti esterne sono state protette con trattamento «duplex» costituito da zincatura a caldo più
due mani di vernice a polveri epossidiche. Per i pilastri antistanti l'ingresso, al fine di evitare antiestetiche
riprese di zincatura a caldo, è stato scelto un trattamento composto da tre mani di vernice protettiva ad alto
spessore, nell'ordine: 60 µ di zincante inorganico, 190 µ di intermedio epossidico, 50 µ di finale poliuretanico.
Le parti interne in acciaio sono state protette con vernice intumescente bianca, negli spessori idonei a
garantire la resistenza al fuoco richiesta. Per le strutture in calcestruz zo esposte agli agenti atmosferici
(pilastri e muri del piano interrato e pannelli prefabbricati esterni) è stata adottata la classe di esposizione
Xs1: strutture in prossimità della costa esposte al trascinamento eolico dell'acqua di mare. Completato a zone
il fuori acqua e le chiusure provvisorie delle aperture esterne, è iniziata la realizzazione delle opere interne di
finitura : isolamenti a pavimento, massetti, posa dei pavimenti, rivestimenti di galleria e corridoi, locali tecnici,
posa delle strutture a sostegno dei controsoffitti e degli impianti. I lavori di finitura sono durati sostanzialmente
da giugno 2013 ad aprile 2014: dieci mesi nel corso dei quali si sono realizzate varie campionature dei
materiali e dei colori, la presa in visione delle stesse da parte degli acquirenti e della direzione artistica, infine
la realizzazione. Particolare cura è stata posta nello studio dei dettagli architettonici e nella risoluzione delle
varie singolarità e interferenze che si venivano a creare di volta in volta nel corso della realizzazione. Il
concept architettonico presenta numerosi elementi creativi e innovativi, ai quali si sono adattate le scelte di
materiali e di soluzioni costruttive. Per esempio: • controsoffitti che cambiano di forma e altezza lungo la
galleria commerciale; • gole luminose curve o rettilinee inserite nei controsoffitti, con proporzioni tali da
garantire la riuscita dell'effetto illuminotecnico; • inserti in materiali diversi o con forometrie tali da consentire
l'integrazione di monitor led o scenografie varie; • velette che circondano i vuoti del primo piano , curve,
scalettate, in acciaio verniciato, in legno o ancora in cartongesso; • parapetti in vetro , in acciaio verniciato o
in acciaio inox, curvi, rettilinei o spezzati; • pavimenti in pietra naturale di quattro tonalità di colore posati
secondo un casellario prefissato; • rivestimenti delle uscite di sicurezza in marmo e acciaio verniciato; •
impiantistica mascherata e integrata nelle strutture. Tutto questo susseguirsi di forme e materiali diversi ha
comportato la necessità di un'approfondita progettazione esecutiva e di un'attenta direzione lavori, a garanzia
della riuscita di un'opera con un livello qualitativo coerente con il concept architettonico e con le aspettative
del futuro acquirente. Da segnalare, in particolare, l'integrazione dell'impianto sprinkler ed elettrico nei
lucernari e nella cupola in legno, lavoro reso possibile solo grazie a uno studio scrupoloso delle misure delle
travi in legno e delle staffe per i profili dei serramenti, in modo tale da permettere il passaggio delle tubazioni
e canalizzazioni impiantistiche all'estradosso delle travi, per poi attraversarle per la realizzazione delle testine
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o delle luci. Allo stesso modo, gli ugelli e le griglie di mandata e ripresa dell'impianto aeraulico sono state
integrate nell'architettura d'insieme, analizzandone colore, dimensioni e posizioni in modo da non catturare lo
sguardo degli utenti. Acustica e irraggiamento È stato fatto inoltre uno studio acustico della galleria
commerciale, mediante modelli di calcolo tridimensionali, al fine di prevenire la possibilità che i soffitti curvi di
cupola e galleria producessero sgradite focalizzazioni del suono nei punti sbagliati. Si è quindi cercato
d'integrare la necessità di ottenere una determinata prestazione acustica di fonoassorbimento con la valenza
architettonica della galleria commerciale. L'esigenza di determinate prestazioni acustiche unite alla necessità
di ridurre l'irraggiamento diretto dei raggi del sole nelle ore più calde della giornata e la visibilità degli impianti
in copertura, ha portato all'oscuramento di alcune porzioni della copertura vetrata, secondo un disegno
apparentemente casuale, realizzato con pannelli opachi fonoassorbenti. L'utilizzo di travi in legno a sezione
rettangolare per il sostegno della copertura, in luogo di travi in acciaio di sezione minore, ha contribuito a
migliorare il confort acustico, grazie alla formazione di barriere per la riflessione sonora. Marmo, legno,
acciaio Di particolare pregio sono i materiali scelti per le finiture degli esterni e della galleria commerciale. Il
pavimento antistante l'ingresso è in granito (bianco cristal, super grey e nero assoluto); quello interno della
galleria è in marmo di provenienza sia italiana che estera (botticino cremo, botticino light, grigio sahara, e blu
bahia) e, in parte, in legno di rovere; il rivestimento delle uscite di sicurezza è in marmo grigio sahara; il
rivestimento di alcune zone della galleria e dei bagni pubblici è in ceramica (lastre di dimensione 3x1 m), altre
sono in mosaico trend con varie miscele e in acciaio inox. I lavabi dei bagni pubblici sono in Corian. Sono
presenti, inoltre, rivestimenti dei pilastri in acciao inox e acciaio verniciato, in parte a polveri e in parte a
sublimazione (dove si sono realizzate delle grafiche). I rivestimenti delle scale mobili sono in acciaio inox
satinato o acidato, con l'inserimento di corpi illuminanti secondo le indicazioni del concept architettonico. Aree
esterne Nel mese di settembre 2013 sono iniziate le sistemazioni delle aree esterne: sottoservizi, recinzioni,
piazzali di carico scarico, aree a verde. Per i piazzali di carico e scarico si è utilizzato un calcestruzzo
particolare, diverso dal classico pavimento industriale, con spolvero al quarzo, privilegiando la durabilità dello
stesso grazie a un mix design che garantisse una classe di esposizione XF4 (strade o pavimentazioni
esposte a gelo o sali disgelanti in modo diretto o indiretto) e armato con fibre polimeriche e rete elettrosaldata
in acciaio. Vasche di laminazione Oggetto di particolare studio è stata anche la logistica per la realizzazione
delle opere di urbanizzazione a servizio del fabbricato : due parcheggi esterni a raso, due rotatorie, un
sottopasso ciclopedonale e tre ponti. Progetto condiviso con gli enti preposti al fine di migliorare la viabilità
circostante e ridurre l'impatto del nuovo fabbricato sul traffico giornaliero. La realizzazione di tali opere è
iniziata a giugno 2013 con i movimenti terra e si è conclusa in aprile 2014 con l'ultimazione della segnaletica
orizzontale. Per garantire l'invarianza idraulica del sito l'urbanizzazione dell'area ha comportato la
realizzazione di due vasche di laminazione realizzate in opera dei volumi, rispettivamente di circa 4.000 e
5.500 m , ubicate al di sotto del parcheggio antistante il centro commerciale, la prima più superficiale
(realizzata mediante l'utilizzo di casseri a perdere tipo igloo dell'altezza interna di circa 1 m), la seconda più
profonda (realizzata tramite platea, muri, pilastri e solai con un'altezza interna di circa 3 m). Anche per le
opere di urbanizzazione si è posta particolare attenzione all'utilizzo di tecniche e materiali innovativi al fine di
accelerare il più possibile i tempi di lavorazione e riutilizzare le terre già presenti. Per la realizzazione dei
rilevati stradali sono state usate tecniche di stabilizzazione a calce e cemento delle terre esistenti in situ
secondo percentuali accuratamente testate, in modo da garantire la durabilità rispetto alle condizioni di
traffico di progetto. Per le pavimentazioni drenanti sono stati utilizzati masselli fotocatalitici che riducono
l'inquinamento prodotto dalle automobili. Durante gli ultimi tre mesi di costruzione, a seguito dell'ingresso dei
negozianti e dei relativi allestitori, la presenza contemporanea di operai e tecnici all'interno del cantiere ha
raggiunto le mille unità, con turni di lavoro di 24 ore fino alla data dell'inaugurazione. Importanti sono stati, in
questa fase, il coordinamento generale e la logistica, messi in atto dal general contractor del fabbricato e
dall'Ati che ha realizzato le opere di urbanizzazione, soprattutto per quanto riguarda l'organizzazione
dell'approvvigionamento e dello smaltimento dei materiali destinati all'allestimento dei negozi: tonnellate di
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merci che giornalmente entravano e uscivano dal cantiere in contemporanea con le operazioni di finitura
interna al fabbricato (stuccature di carongessi, posa di rivestimenti e pitture), di realizzazione delle opere
esterne (recinzioni e piazzali) e di completamento delle strade circostanti (asfaltatura, segnaletica orizzontale
e verticale). Certificazione ambientale Nave de Vero è il primo centro commerciale in Italia ad aver ottenuto la
certificazione Breeam «Very Good», uno tra i più esigenti protocolli di valutazione ambientale a livello
internazionale, che stabilisce lo standard di bioedilizia di più alta qualità, rappresentando, di fatto, il criterio
utilizzato come riferimento per valutare la performance ambientale delle costruzioni, sia in fase di
progettazione e realizzazione (qualità degli ambienti interni, materiali utilizzati...) sia nel loro funzionamento
quotidiano (razionalizzazione dei consumi di acqua ed energia, uso efficiente delle risorse, riduzione dei
consumi energetici e utilizzo di energie rinnovabili, ecologia del sito, corretta gestione dei rifiuti...). Si tratta di
una certificazione volontaria che, oltre a valorizzare il basso impatto ambientale di un edificio e a garantire
che siano rispettati i migliori princìpi di bioedilizia (certificando una qualità edilizia superiore a quella delle
normative vigenti), ne abbassa i costi di manutenzione e gestione nel tempo e migliora le condizioni
ambientali indoor. Il progetto, la direzione lavori degli impianti e la consulenza per la certificazione Breeam
sono stati di Manens-Tifs (Verona). Questi gli elementi che hanno consentito l'ottenimento del livello «very
good» : • riduzione dei consumi energetici di oltre il 60% rispetto ai valori di riferimento; • riduzione dei
consumi di acqua potabile per usi indoor dell'edificio di oltre il 20% rispetto ai valori di riferimento; • riutilizzo
dell'acqua piovana per l'irrigazione delle aree a verde; • le vele fotovoltaiche del vascello contano 136 kWp di
potenza installata, per una produzione di oltre 100.000 kWh/ anno distribuiti su una superficie di oltre quasi
900 mq; • ottimizzazione della luce naturale nell'edificio (oltre il 20% rispetto agli standard richiesti da
Breeam); • le caratteristiche costruttive dell'edificio , gli isolamenti termici e la tipologia e dotazione degli
impianti sono stati progettati per ottenere la certificazione energetica dell'edificio in classe A+. Sono
numerose le scelte costruttive operate a garanzia della sostenibilità ambientale : dalla ventilazione meccanica
controllata con recuperatore di calore ad alto rendimento, alla realizzazione di una vasca per il recupero
dell'acqua piovana, e poi ancora un impianto fotovoltaico e pavimentazioni permeabili fotocatalitiche in grado
di abbattere gli inquinanti presenti nell'aria, inoltre le elevate prestazioni energetiche hanno permesso la
classificazione energetica del Centro in A+. Per quanto riguarda la riduzione del consumo energetico e la
produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare, sono stati installati impianti di ventilazione meccanica
controllata con recuperatore di calore ad alto rendimento energetico: consentono il ricambio dell'aria degli
ambienti recuperando il calore dell'aria che si espelle all'esterno e riducendo ampiamente gli effetti, da un lato
degli elementi d'inquinamento dei locali interni e abitati (polveri, spore delle muffe dovute all'umidità, anidride
carbonica sviluppata dalle persone, esalazioni da prodotti di pulizia e da elementi di arredo...), dall'altro di
quelli esterni (pollini, allergeni...), grazie all'immissione di aria esterna filtrata. L'impianto è utilizzato anche per
la refrigerazione estiva. I tappeti e le scale mobili sono dotati di sistemi VF Stand-by che permettono di
abbattere notevolmente il consumo di energia elettrica: il consumo energetico in velocità di stand-by, infatti, è
circa il 30% in meno rispetto al consumo alla velocità di esercizio. Tale sistema ha sostituito il classico «start
and stop» (tappeti o scale mobili che si fermano in assenza di traffico e ripartono mediante pressione sulla
pedana). Ascensori e montacarichi sono dotati di meccanismi quali cinghia piatta, motore a magneti
permanenti a traferro radiale e drive vettoriale a circuito chiuso: tutte tecnologie che permettono maggiori
vantaggi in termini di risparmio energetico, perché richiedono minor corrente e minor consumo d'energia. Gli
ascensori hanno pure un sistema Regen Drive, il recuperatore energetico : mentre negli impianti ascensori
tradizionali l'energia frenante viene dissipata sotto forma di calore in apposite resistenze, aumentando i
carichi termici dell'edificio, Regen Drive trasforma l'energia, altrimenti dissipata, in energia elettrica, per tutta
la lunghezza della corsa dell'impianto, e in que sto modo la reimmette in rete, consentendone lo sfruttamento
immediato da parte degli altri utilizzatori collegati alla medesima linea elettrica, con un risparmio energetico
del 50% rispetto a un ascensore elettrico privo di tale tecnolo gia e di quella a cinghia piatta, e addirittura del
75% rispetto a un corrispondente ascensore idraulico. L'intero sistema di illuminazione all'interno della cabina
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ascensori è a led, con spegnimento automatico in caso di non utilizzo dell'im pianto. L'esterno dell'edificio è
costituito da un tamponamento perimetrale realizzato con pannelli prefabbricati a taglio termico ventilati, una
soluzione che garantisce un elevato grado d'isolamento termico e che incrementa no tevolmente le
prestazioni coibenti dell'edificio in ottica di risparmio energetico. Il centro è dotato di un impianto fotovoltaico
realizzato mediante quattro vele fotovoltaiche sulla copertura dei locali tecnici . Il 50% dell'acqua calda a uso
sanitario nei servizi igienici è garantito mediante l'utilizzo di impianto solare termico. Sul versante della
riduzione del consumo di acqua pota bile, sono state adottate diverse misure, che consentono di minimizzare
l'approvvigionamento di acqua potabile dalla rete. Sono stati adottati apparecchi a ridotto consumo o portata,
in particolare: rubinetteria monocomando con limitatore di portata; wc con cassette di scarico a doppio flusso
3-6 litri flusso in tutti i servizi igienici; docce con li mitatore di portata a 9 l/min nei servizi igienici del
personale; impianto d'irrigazione che prevede il recupero delle acque piovane in apposita vasca interrata
dotata di sistema di pressurizzazione e distribuzione rete acqua per usi irrigui. I parcheggi esterni sono
realizzati con pavimentazioni permeabili fotocatalitiche in grado di abbattere gli inquinanti presenti nell'aria:
grazie a un processo di fotocatalisi, che imita il fenomeno naturale della fotosintesi clorofilliana, l'aria e la luce
attivano un processo ossidativo che porta alla decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche
inquinanti che entrano a contatto con le superfici della pavimentazione. Sono presenti anche postazioni per la
ricarica delle auto ad alimentazione elettrica. Le sistemazioni delle aree a verde sono avvenute nell'ottica di
abbellire esteticamente gli spazi e il paesaggio ma anche per migliorare l'ambiente e la salubrità dell'aria:
sono state piantumate oltre 600 nuove essenze arboree di medio/alto fusto tra le quali sono state privilegiate
quelle autoctone, particolarmente resistenti e durature e ombreggianti. Sul versante dell'illuminazione si è
scelto di valorizzare al massimo la luce naturale (aumento del 20% i parametri di riferimento di norma
applicati), sia per dare al visitatore la sensazione di trovarsi in uno spazio aperto, sia per ridurre quanto
possibile il consumo energetico destinato all'illu minazione. Così, l'atrio centrale è costituito da facciate
vetrate a tutta altezza, l'ampia piazza su cui si affaccia l'area ristorazione è sovrastata da una grande cupola,
anch'essa in vetro, la galleria è illuminata in modo naturale da grandi lu cernari. L'illuminazione artificiale
completa quella naturale fondendosi con l'architettura, per valorizzare tutti gli spazi e il design complessivo
della struttura. Sui controsoffitti le luci sono posizionate in modo da richiamare effetti partico lari quali «onde
del mare» o «gole luminose». L'illuminazione generale della galleria prevede proiettori per installazione da
incasso o a plafone. L'illuminazione di sicurezza e l'illuminazione notturna prevede proiettori led. Per
assicurare la continuità di esercizio del centro commerciale, anche in assenza di alimentazione da parte della
rete normale, il 50% degli apparecchi illuminanti è alimentato da gruppo elettrogeno. Tutti gli apparecchi
illuminanti dotati di lampade fluorescenti e fluo rescenti compatte sono provvisti di reattore elettronico che
evita il fastidioso sfarfallio aumentando conseguentemente il benessere dell'ambiente da parte di chi lo
«vive» e da parte di chi vi lavora. Da sottolineare, infine, che anche ai marchi presenti negli spazi commerciali
è stato chiesto di compiere delle scelte di allestimento e di arredo coerenti con i criteri di bioedilizia a cui si
ispira la struttura: utilizzo di materiali naturali, sistemi di illuminazione a basso consumo energetico e a tutela
della salute delle persone.
Chi ha fatto Cosa Promotore dell'intervento Blo srl (Venezia) Promotore e gestore Corio Italia (Milano)
Progetto preliminare Studio Milanese&Modena Mestre, Venezia Progetto esecutivo direzione lavori sicurezza
coordinamento e management Tecnostudio srl di Danilo Turato Mestrino, Padova Concept architettonico e
illuminotecnico Design International, Londra Progetto direzione lavori degli impianti e consulenza Breeam
Manens-Tifs spa, Verona Progetto strutture in calcestruzzo armato Ing. Luca Zampatti, Brescia Progetto
strutture in acciaio Ing. Emanuele Alborghetti, Brescia Progetto strutture in legno Ing. Mauro Piubelli, Bolzano
Ing. Francesco Zanetti, Brescia Collaudatore statico Ing. Tiziano Pizzocchero, Padova General Contractor
Moretti Contract, Brescia Progetto opere urbanistiche Studio Iter, San Donà di Piave, Venezia Tecnostudio srl
Impresa opere urbanistiche Ati Brussi Costruzioni, Treviso Costruzioni Lovato, Padova Inizio lavori novembre
2011 Fine lavori marzo 2014
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 54
La struttura si sviluppa su tre piani: un seminterrato a parcheggio, due piani fuori terra per le attività
commerciali, infine la copertura a impianti. Il complesso alterna in modo funzionale e armonico materiali assai
diversi fra loro, come acciaio, calcestruzzo, vetro, legno, pietra. Il tamponamento perimetrale è realizzato con
pannelli prefabbricati a taglio termico ventilati.
Foto: Dettagli di cantiere.
Foto: Dettagli di cantiere.
Foto: Dettagli interni ed esterni a opera ultimata.
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materiali & applicazioni 50 anni e il rilancio delle costruzioni Saie 2014. L'edizione dei 50 anni del Saie ha un programma ambizioso: divenire luogo e momento crucialeper il rilancio dell'industria delle costruzioni. Come? Mettendo al centro dell'esposizione e del dibattito conprofessionisti, operatori e Governo le migliori soluzioni tecnologiche e le migliori strategie, anche politiche edeconomiche, per affrontare le sfide dei nuovi modelli costruttivi a basso impatto ambientale, alta resistenzasismica, città intelligenti e salvaguardia del territorio. «Finalmente una buona notizia. E di quelle concrete e che fanno ben sperare ». Così Bruno Zavaglia,
direttore del Saie , ha commentato i dati dell'Os servatorio Saie, Cresme, Federcostruzioni, promosso da
Cantiermacchine-Ascomac, Comamoter - Unacoma e Ucomesa - Anima. « Siamo di fronte a un'inversione di
ten denza che anche se non annulla il Gap registrato nel 2013 rispetto al 2012 (-24,8%) costituisce un
segnale molto importante. Se, infatti - continua Zavaglia - è vero che la ripresa delle costruzioni
tradizionalmente parte dal mercato delle macchine, allora si può ipotizzare che la lunga notte delle costruzioni
stia per finire e - come sottolinea il Rappor to - con la ripresa della domanda interna si avvii il settimo ciclo
edilizio. Dal 22 al 25 ottobre, in occasione dei 50 anni del Saie, il rilancio delle costruzioni sarà al centro del
confronto aperto e positivo tra tutte le categorie professionali della filiera delle costruzioni e con il Governo,
guardando il futuro con ottimismo ». Il programma Saie 2014 Il programma per il rilancio dell'Industria delle
Costruzioni Tre gli ambiti di azione sui quali puntare : edilizia scolastica, riduzione dei rischi idrogeologici e
sismici, rigenerazione urbana e rilancio delle città come fulcro della crescita . Tre ambiti dove concentrare le
risorse e dove sperimentare forme innovative di partenariato pubblico e privato e applicare una sempre
maggiore semplificazione normativa. Parole d'ordine che verranno riprese e approfondite in occasione della
prossima edizione del Saie, che si terrà dal 22 al 25 ottobre prossimo a Bologna. L'assemblea dell'Ance ha
infatti visto BolognaFiere e il Saie come partner e interlocutore privilegiato. E a ottobre sarà l'Ance insieme
alle altre principali associazioni della filiera produttiva e della progettazione delle costruzioni a essere
protagonista di un confronto aperto al pubblico su questi temi. In quattro giorni il sistema di rappresentanza
dell'edilizia dialogherà con i principali rappresentanti del Governo e delle istituzioni nazionali fornendo un
contributo di idee. Un evento unico che rilancia il ruolo della principale manifestazione fieristica delle
costruzioni in occasione del suo 50esimo anniversario. Il ruolo delle macchine La conferma di un trend
positivo del mercato delle vendite delle macchine e degli impianti per l'edilizia, un più 15% registrato nel primo
semestre dell'anno, è frutto di un +23% del primo trimestre e di un +9,8% nel secondo trimestre sui
corrispondenti periodi del 2013. Un andamento rafforzato dalla crescita anche delle importazioni di macchine
dall'estero, che registra un +15,8% nel primo quadrimestre rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
« Questa conferma di un trend positivo - ha sottolineato Elisa Cesaretti , presidente di Ascomac - dà un po' di
speranza alle imprese, fortemente colpite da anni di recessione. L'aumento delle vendite, soprattutto per
quanto riguarda le macchine movimento terra, che costituiscono la quota maggiore del mercato, è un segnale
importante. Ora dobbiamo attendere la conferma dei prossimi mesi. A fine ottobre in occasione del Saie
potremo avere maggiori certezze e prospettive per una reale uscita dal tunnel ». Nel dettaglio il Rapporto sul
primo semestre del 2014 segnala come le dinamiche positive interessino tutte le tipologie di prodotto a
eccezione delle vibrofinitrici e dei rulli, macchine utilizzate prevalentemente per la costruzione e la
manutenzione delle strade. A crescere maggiormente le «terne» (+31%) e le macchine movimento terra
tradizionali con un +28,3%. Una crescita che consente al comparto di annullare il gap del 2013, registrando
un andamento positivo anche rispetto al 2012: +0,8%. Il nuovo progetto di Saie diviene una più grande
piattaforma del costruire del domani, mettendo assieme in un unico momento e in modo coordinato il nuovo
Saie del Project, del Green Habitat dell' Urban Space e delle nuove Aree della Ricerca e dell'Innovazione con
le manifestazioni che arrivano anch'esse ex novo a Bologna: Smart City Exibition, la manifestazione delle
Reti per le Città intelligenti, organizzata da Bolognafiere e Forum Pa, Accadueo la manifestazione che cresce
sposta dosi a Bologna delle reti idriche e servizi ambientali per il territorio, Saie 3 per la componentistica di
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 56
finitura, Ambiente e Lavoro dedicato in particolare al cantiere sicuro e Expotunnel dedicata alla grande
ingegneria italiana dei Galleristi. Smart City Exhibition, si presenta come la manifestazione di riferimento in
cui i protagonisti del mondo della politica, della pubblica amministrazione, dell'economia, della finanza, della
ricerca e della cittadinanza attiva si incontrano per lavorare assieme sui driver di sviluppo dei prossimi
cinquant'anni. ArchiTechnology Tecniche Nuove Il Gruppo editoriale Tecniche Nuove torna al Saie, nell'Area
della Ricerca, con un ampio e qualificato palinsesto di contenuti su temi innovativi della progettazione e delle
costruzioni puntando sugli elementi chiave della Conoscenza, della Ricerca e della Formazione.
ArchiTechnology è un'area informativa che concentrerà la propria attenzione sui nuovi involucri e il
recladding, soluzioni a basso impatto ambientale per il sistema edificio-impianto, materiali e tecnologie per il
retrofit, soluzioni progettuali per il controllo del rumore e la sua mitigazione, realtà aumentata e stampa 3D, gli
scenari digitali per l'architettura e il design. Il presidente di BolognaFiere, Duccio Campagnoli con il
presidente Ance, Paolo Buzzetti. A ottobre Ance insieme alle altre principali associazioni dell'industria delle
costruzioni sarà protagonista di un confronto aperto al pubblico sui principali temi programmatici della
manifestazione. In quattro giorni il sistema di rappresentanza dell'edilizia dialogherà con i principali
rappresentanti del Governo e delle istituzioni nazionali fornendo il proprio contributo di idee. Un evento unico
che rilancia il ruolo della principale manifestazione fieristica delle costruzioni in occasione del suo 50esimo
anniversario.
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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 57
La lente Nestlé, Obiettivo 100 mila Posti Under 30 Giu.Fer. Otto mesi fa è partito il progetto «Nestlé needs YOUth», per creare in Europa 20 mila opportunità di lavoro
per giovani under 30 tra il 2014 e il 2016. Oggi la multinazionale svizzera annuncerà i primi risultati: a fine
agosto erano già stati creati 8 mila posti, circa la metà con contratti a tempo determinato e indeterminato,
l'altra metà attraverso contratti di stage e apprendistato.
I numeri per l'Italia indicano 393 nuove opportunità occupazionali realizzate a fine agosto, su un traguardo
(minimo) di mille nuovi posti di lavoro nell'arco del triennio.
Adesso si passa alla fase due, con l'allargamento del progetto anche ai 60 mila fornitori e partner di Nestlé.
Sono già 200 quelli che hanno aderito a livello europeo, e tra questi figurano nomi come Google, il gruppo
pubblicitario francese Publicis, il gruppo di assicurazioni transalpino Axa, la multinazionale del lavoro in affitto
Adecco. L'obiettivo? Arrivare a 100 mila nuovi posti di lavoro.
Per celebrare la nuova alleanza per l'occupazione giovanile oggi si terrà un convegno a Roma, a cui
parteciperà anche il ministro del lavoro e delle pOlitiche sociali, giuliano Paoletti.
@16febbraio
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18/09/2014 43Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 59
alle Banche serve più Sapere d'Industria come diceva già Raffaele Mattioli «Noi ci occupiamo troppo spesso di un'impresa industriale supponendo di essere al corrente della situazione
del mercato, dei suoi prodotti, mentre non lo siamo, e ciascuno tace, vergognandosi dell'altro. L'esame della
singola impresa dev'essere preceduto e insieme completare quella conoscenza». Le parole sono di Raffaele
Mattioli, prima amministratore delegato e poi mitico presidente della Banca commerciale, che ha guidato per
quasi 40 anni. E meritano di essere ricordate perché risultano di straordinaria attualità in momenti come
questi, quando le banche si trovano nella necessità di trasformare crediti, spesso concessi con troppa
generosità e che l'azienda non è più nelle condizioni di restituire, in partecipazione al capitale. La tendenza è
in atto e, dopo i casi Alitalia e Sorgenia nell'energia, situazioni del genere sono destinate a moltiplicarsi.
L'elenco delle società in cui le banche si trovano a valutare la trasformazione da creditrici in azionisti è lungo,
da Tirreno Power (centrali elettriche) alla Burgo. In tutto, per il momento, i casi di maggior impatto sono
almeno una cinquantina. Il problema è che le banche arrivano all'appuntamento generalmente del tutto
impreparate. Tanto che altre affermazioni di Mattioli, pubblicate nel libro Uscire dalla crisi, comunicazioni
interne sul salvataggio della Banca commerciale italiana 1933-1934 , a cura di Francesca Pino, fotografano
bene le difficoltà degli istituti di credito in quanto, come diceva Mattioli nello stesso intervento del 26 maggio
1933 al comitato della direzione centrale dell'istituto, che era il cuore delle attività decisionali, «lo schema
consueto di esame dei crediti pecca di astrattezza», «il bilancio delle aziende è considerato come un qualche
cosa di a sé stante, senza riferimento né alla fisionomia del ramo di attività economica a cui l'impresa
appartiene, né tantomeno alla fisionomia specifica», senza la giusta considerazione «delle persone che
dirigono le aziende, al loro modo di giudicare le situazioni e gli affari, al loro modo di lavorare», senza
«rivolgere attenzione alle prospettive delle aziende, in base ai conti economici, al giudizio dei dirigenti, al
giudizio del mercato». Tradotto in termini attuali, si potrebbe riassumere in uno slogan: servono meno rating e
più sapere d'industria. E le banche devono attrezzarsi. Anche perché, come si sa, al peggio non c'è mai
fine.Fabio Tamburini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
18/09/2014 55Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 60
Tlc. Tim Brasil risponde alle richieste della Consob brasiliana «Telecom non tratta con Oi» «Telecom Italia non ha in corso alcuna discussione riguardante alcuna transazione tra il gruppo e Oi». Lo ha
fatto sapere con una nota Tim Brasil che, su richiesta della Cvm (la Consob brasiliana), ha interpellato la
capogruppo in merito alle voci, rilanciate dalle agenzie di stampa internazionali, secondo cui Telecom
sarebbe stata al lavoro per preparare un'offerta di acquisizione.
Voci che avevano avuto l'effetto di movimentare i titoli di Oi e Tim Participaçoes (holding quotata di Tim
Brasil), a vantaggio del "campione nazionale" e a svantaggio della controllata carioca di Telecom Italia.
Martedì le quotazioni di Oi si erano impennate con una fiammata del 14%, poi ridimensionata in chiusura a un
considerevole +8,6%. E, specularmente, le quotazioni di Tim Part si erano inabissate per segnare alla fine un
-4,14%. Ieri, verso la fine della seduta, Tim aveva recuperato terreno, con un rialzo del 3,9% che però non
l'ha riportata ancora ai livelli di inizio settimana, mentre Oi ha continuato la corsa - nonostante le smentite di
parte italiana - guadagnando un altro 3,7% a 1,7 reais rispetto alla chiusura di 1,51 di lunedì.
Chiaro che, sfumata l'opzione Gvt, l'unica alternativa di crescita esterna rimasta in Brasile per Tim è Oi. Ma
Telecom per ora è impegnata a migliorare la qualità del servizio, come promesso alle autorità locali,
investendo anche nelle frequenze per il 4G (l'asta a inizio ottobre). Mentre a muoversi è stata Oi che a fine
agosto ha dato mandato a Btg Pactual (la stessa banca d'affari entrata nel capitale di Mps) di studiare
un'offerta per Tim e che anche recentemente ha ribadito l'interesse a un'operazione che le darebbe la
leadership nel mobile oltre che nel fisso, sebbene l'Anatel (l'auhtority delle tlc) abbia frenato progetti di
"spezzatino" di Tim. Nel frattempo Oi - che ha un problema di debito - ha deciso di far cassa, mettendo in
vendita le attività nel continente nero sotto la holding Africatel (ereditate dalla fusione con Portugal Telecom),
dalle quali conta di ricavare 1,7 miliardi di dollari.
A.Ol.
18/09/2014 37Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 61
Banche. Istituito un gruppo di lavoro guidato da Tantazzi per definire una proposta di cambiamento dellagovernance entro sei mesi «Popolari, riforma con più spazio ai fondi» Il neo presidente di Assopopolari Caselli: «Il modello è sano, ma va aggiornato» LA PROSPETTIVA «Per lecooperative quotate in Borsa è necessario trovare un modo di superare la rigida applicazione del principio delvoto capitario» Luca Davi MIALANO
È un doppio binario quello su cui si sta per inserire il processo di riforma delle banche popolari: il primo, a
livello nazionale, entro questo mese vedrà il varo di un gruppo di lavoro, guidato da Angelo Tantazzi, che «nel
giro di sei mesi dovrà produrre una proposta di autoriforma del settore da presentare a Banca d'Italia». Il
secondo, di respiro europeo, registrerà la costituzione di un tavolo di esperti, sotto l'egida dell'Associazione
Europea delle Banche Cooperative (Eacb), «che dovrà armonizzare il nostro mondo nella cornice della
Vigilanza unica».
Dallo scorso luglio Ettore Caselli è subentrato a Emilio Zanetti alla guida dell'Associazione delle banche
popolari italiane. Nella sua veste di numero uno, Caselli - che è anche presidente di Bper - traccia per la
prima volta in un'intervista la road map del futuro e rilancia con forza il tema di una riforma della disciplina di
settore.
Il governatore Ignazio Visco lo ha ripetuto anche all'ultima assemblea dell'Abi: servono nuovi interventi
legislativi per superare l'attuale assetto societario per le popolari. È d'accordo?
Il modello delle banche popolari funziona, e lo dimostra la sempre più ampia partecipazione dei soci alla vita
societaria. Tuttavia non vi è dubbio che qualche innovazione debba essere apportata a livello di governance.
Che cosa intende?
Dobbiamo trovare una modalità per superare l'applicazione rigida del principio del voto capitario. Penso in
particolare agli istituti popolari quotati in Borsa. E credo che vada riconosciuto un peso maggiore ai soci
istituzionali, senza i quali oggi sarebbe complicato rimanere in piedi. Non possiamo nascondere che, in
assenza del supporto dei fondi di investimento, le banche popolari italiane avrebbero avuto difficoltà a varare
la recente ondata di aumenti di capitale degli ultimi mesi.
Il modello delle banche popolari è ancora attuale?
Certo. Il nostro è un mondo che funziona, che si è mostrato efficiente anche nelle fasi di crisi e ha continuato
a erogare prestiti nonostante la contrazione degli ultimi anni, svolgendo così una importante funzione anti-
ciclica. Però qualcosa dobbiamo fare. Oggi ci sono banche popolari dove il peso dei fondi è anche al 30% del
capitale. Dobbiamo riconoscere loro un maggior peso nella governance, pur mantenendo intatto il dna delle
banche popolari, che rimangono vocate al supporto del territorio.
Si parla da tempo di un processo di autoriforma. Che cosa intendete fare in pratica?
Di fronte a un vuoto normativo, noi ci muoviamo. A fine mese la nostra associazione darà l'incarico a un
gruppo di tre esperti, coordinati dal professor Angelo Tantazzi (oggi alla guida di Prometeia ed ex numero
uno di Borsa Italiana, ndr), di stendere una proposta di modifica sulla governance delle popolari. Nel giro di 5-
6 mesi condivideremo la bozza con Banca d'Italia, a cui ovviamente spetta l'ultima parola. Dopo di che
presenteremo il documento nelle varie sedi istituzionali.
La sfida sarà sempre più a livello europeo: il mercato sembra andare oramai verso una suddivisione netta tra
Spa e cooperative. Le grandi popolari quotate sono a metà del guado.
Le italiane si trovano con gli stessi problemi di governance delle altre consorelle europee. Per questo partirà
a breve anche un gruppo di lavoro in ambito europeo, sotto l'ombrello dell'Associazione Europea delle
Banche Cooperative (EACB), che avrà il compito di studiare l'impatto delle riforme del sistema bancario unico
europeo sul mondo popolare-cooperativo e di trovare possibili soluzioni.
18/09/2014 38Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 62
A breve arriveranno gli esiti degli stress test. Per le banche italiane è possibile un giro di aggregazioni?
È possibile. Credo che le aggregazioni siano possibili soprattutto per le banche di dimensioni più ridotte. E
non è da escludere un potenziale interesse da parte di banche straniere.
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Foto: IMAGOECONOMICA
Foto: Al vertice. Ettore Caselli
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 63
POLITICHE MONETARIE La staffetta «sfasata» tra la Fed e la Bce Donato Masciandaro La banca centrale americana (Fed) continua la politica monetaria del doppio binario: espansione monetaria
oggi con restrizione in un domani non meglio specificato. Da questa ambiguità traggono vantaggio solo la
parte più miope dei mercati - quelli finanziari - e la stessa Fed, che così può meglio accomodare sia gli
interessi di Wall Street che quelli della politica. Allo stesso tempo, l'ambiguità può danneggiare non solo
l'economia americana, visto che riduce l'efficacia dell'azione di chi, come la Banca centrale europea (Bce),
sta provando a mettere in atto politiche espansive.
Il presidente Yellen ha annunciato quello che tutti si attendevano: la politica monetaria americana continuerà
ad essere caratterizzata dalla strategia di «un colpo al cerchio ed un altro alla botte». Traduzione: l'eccesso
di crescita della base monetaria creato acquistando titoli va scemando, ma l'orientamento della politica
monetaria continuerà a rimanere espansivo per un tempo indeterminato.
L'ambiguità della politica monetaria americana mostra la non volontà della Fed di ritornare ad una gestione
della moneta basata sulle regole. Dobbiamo chiedere aiuto alla memoria per ricordare quali erano le buone
regole della politica monetaria fino al 2007. Se l'efficienza richiede certezza, da una banca centrale dobbiamo
aspettarci che «si leghi le mani». Se la crescita economica è guidata dalle aspettative, la banca centrale deve
governare le aspettative, formulando una regola di comportamento. La regola di comportamento deve avere
due caratteristiche: deve essere flessibile e credibile. Le regole di politica monetaria hanno un altro
vantaggio: migliorano il coordinamento delle politiche monetarie a livello internazionale. Il meccanismo delle
regole monetarie aveva però un difetto: assumeva che mercati bancari e finanziari basati sulla
autoregolamentazione tendessero contemporaneamente all'efficienza ed alla stabilità. Era un errore enorme:
ce ne siamo tutti accorti con la crisi.
La Grande Crisi ha spazzato le regole monetarie, lasciando campo aperto alla discrezionalità. La Fed ne ha
tratto i massimi vantaggi, in termini di burocrazia che ampia i suoi poteri. Di partenza, il generico mandato
istituzionale cosiddetto duale della Fed che chiede alla politica monetaria di essere flessibile al fine di
orientare al meglio la dinamica di prezzi, crescita e tassi di interesse consente ampi margini di discrezionalità.
Più il banchiere centrale è discrezionale, però, più è alto il rischio che sia catturato: dalla politica, e/o dalla
finanza. Il banchiere discrezionale può seguire il ciclo della politica, o il ciclo degli affari, con vantaggi per la
sua istituzione e/o personali. Sarà un caso, ma il mandato duale caratterizza non solo la Fed, ma anche la
Banca Popolare Cinese.
La discrezionalità della Fed era giustificata dalla crisi finanziaria. Ma terminata la situazione straordinaria, la
politica monetaria deve tornare ad essere guidata da regole. Regole probabilmente diverse da quelle ante
Crisi, ma comunque binari che diano certezze all'economia ed al contempo riducano il rischio di banchieri
centrali accondiscendenti verso interessi particolari, politici o finanziari.
La Fed invece non vuole tornare alla normalità. L'assenza di regole monetarie peggiora l'uscita dal periodo
straordinario dell'economia Usa, qualunque siano le modalità ed i tempi. L'ambiguità della Fed danneggia
anche le politiche delle altre banche centrali. In Europa il momento è particolarmente delicato. La nostra Bce
sta cercando di dare una ulteriore spinta all'espansione monetaria, stretta tra la trappola della liquidità di un
sistema economico che non trasmette gli impulsi monetari all'economia reale e la trappola politica di un
sistema istituzionale in cui gli attori politici sono multipli ed eterogenei. Le due trappole hanno reso il cammino
della Bce difficile e lento; altra incertezza esportata dalla Fed le alimenta entrambe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA LA PAROLA CHIAVE Tapering Indica la graduale riduzione degli acquisti
di titoli da parte della Federal Reserve, e dunque il progressivo rallentamento delle iniezioni di liquidità da
parte della banca centrale americana. Ieri è stata decisa un'ulteriore riduzione di 10 miliardi.
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 64
Ichino (Sc): i costi dell'uscita allineati agli standard Ue ** Emilia Patta u pagina 2 LE INTERVISTE Emilia Patta
ROMA
Governo alla ricerca di un miliardo e mezzo per coprire già nella legge di Stabilità la riforma del welfare che
accompagnerà il nuovo contratto a tempo indeterminato senza più l'articolo 18. Un segnale soprattutto alla
sinistra del Pd, già salita sulle barricate. Sussidio di disoccupazione universale per tutti i lavoratori e politiche
attive che accompagnano il lavoratore che ha perduto il posto nella ricerca di un nuovo impiego: è questa la
carta che Matteo Renzi mette sul tavolo del Pd per ottenere il via libera al superamento dell'articolo 18.
Si parla solo dei neo assunti, ovviamente, lasciando vivi i diritti in essere: e già questo dovrebbe bastare a
tranquillizzare buona parte del partito. E anche la formula trovata nell'emendamento alla delega presentato
ieri («previsione, per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione
all'anzianità di servizio») è una formula volutamente lasciata ambigua. Sembra infatti riecheggiare il contratto
unico a tutele crescenti previsto inizialmente e che restituisce al lavoratore la tutela dell'articolo 18 dopo tre
anni dall'assunzione: esattamente quello che chiede la sinistra del Pd (si veda l'intervista a Cesare Damiano
in pagina). L'ambiguità del testo è insomma un modo per tenere aperto il confronto con la sinistra dem e
portare a casa la delega. Ma il dato ormai è tratto e Renzi non tornerà indietro: per i neo assunti, da qui in poi,
finisce il dualismo tra garantiti e non garantiti.
Sulla ricerca dei fondi per attivate il nuovo welfare modello flexecurity (la cifra che si sta cercando è tra uno e
due miliardi) stanno lavorando il viceministro all'Economia Enrico Morando e il responsabile economico del
Pd Filippo Taddei. La decisione di avviare con la legge di stabilità il nuovo welfare contestualmente al
superamento dell'articolo 18 per i neo assunti è stata presa dal premier già questa estate. E non a caso, un
po' a sorpresa, il premier ha parlato qualche settimana fa della necessità di reperire con la spending review
20 miliardi, 4 in più di quelli utili a coprire le misure già esistenti. I 4 miliardi in più saranno appunto dedicati in
parte a trovare una "dotazione di partenza" per il nuovo welfare. E anche, come anticipato dal Sole 24 Ore,
per intervenire sul cuneo fiscale agendo sull'Irap per la parte che riguarda il lavoro a tempo indeterminato:
proprio per rendere più conveniente per le imprese il nuovo contratto a tempo indeterminato senza più
articolo 18 (che comunque ha dei "costi di separazione") rispetto al contratto a tempo determinato.
La strada è tracciata. Ma questo non vuol dire che il percorso sarà semplice. In primis nel partito, e basta
ascoltare Stefano Fassina: «Nonostante la retorica, il governo segue la linea di svalutazione del lavoro delle
destre dell'euro-zona. È una linea che peggiorerà le condizioni di tutti i lavoratori e aggraverà la recessione. È
una linea opposta a quella sulla quale i parlamentari del Pd sono stati eletti e è anche opposta al programma
congressuale e di governo di Renzi. È una linea inaccettabile», dice l'ex vive viceministro del governo Letta.
Fuori dal partito, è la leader della Cgil Susanna Camusso a usare parole che ricordano quelle usate del suo
predecessore Sergio Cofferati nel 2002: «La modifica dell'articolo 18 voluta dal governo è solo lo scalpo che
Renzi deve portare in Europa», ha detto annunciando una mobilitazione generale alla quale ha già aderito il
segretario della Uil Luigi Angeletti.
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 65
INTERVISTA Damiano (Pd): no all'abolizione Serve chiarimento Giorgio Pogliotti u pagina 2 Giorgio Pogliotti
ROMA
Fa quadrato contro la cancellazione dell'articolo 18, pur aprendo alla sospensione temporanea della
reintegra per favorire nuove assunzioni. Sollecita un chiarimento interno al Pd affinché si faccia chiarezza una
volta per tutte sul contratto a tutele crescenti. Il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare
Damiano - già ministro del Lavoro nel governo Prodi, con un passato di sindacalista Fiom della minoranza
riformista - lancia il guanto di sfida al premier sul tema dei licenziamenti, in vista della direzione del Pd.
Onorevole Damiano, Renzi guardando all'Europa intende cancellare l'articolo 18. Non sembrano esserci
grandi spazi di manovra.
L'idea che sembra avere Renzi di cancellare l'articolo 18 non coincide con la mia. Alla direzione del Pd che
sarà convocata a fine mese dovrà essere chiarita qual è la posizione del partito, ritengo sbagliato che in
questo momento di massima disoccupazione si voglia lasciare la libertà di licenziare alle imprese. Si può
andare allo scontro o cercare un compromesso. Da parte mia, sposo in toto il modello tedesco sui
licenziamenti, fonte di ispirazione due anni fa delle modifiche all'articolo 18 del governo Monti.
Come valuta l'emendamento salutato come una vittoria dal Nuovo centro destra?
Ncd dà le sue valutazioni, come sempre tirando la coperta dalla sua parte. Faccio notare che da Scelta
civica l'onorevole Librandi sottolinea un'ambiguità di fondo dell'emendamento; può essere interpretato come
un superamento dell'articolo 18 o come una sospensione temporanea. Io propendo per questa seconda
interpretrazione. Con i decreti attuativi si capirà chi ha ragione, da parte nostra non ci sarà alcuna delega in
bianco.
Il Pd proponeva di introdurre una nuova tipologia, il contratto di inserimento, mentre adesso si fa riferimento
alle nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato, che è un'altra cosa.
Valuto positivamente questa novità rispetto alla proposta originaria del Pd, ma non c'è scritta l'abolizione
dell'articolo 18, è un'interpretazione di parte, una bandierina.
Veramente anche nella proposta Pd l'articolo 18 viene soppresso, sia pure in modo temporaneo.
Per le nuove assunzioni, proponiamo una sospensione della tutela dell'articolo 18 per un periodo anche
lungo di prova fino ad un massimo di tre anni. Eventualmente si può anche andare oltre, per non farlo
coincidere con la durata del contratto a tempo determinato. Naturalmente il contratto per le nuove assunzioni
deve prevedere un forte sconto fiscale, deve costare meno di tutti.
Presenterete emendamenti per chiarire cosa si intende per contratto a tutele crescenti?
È prematuro dirlo. Prima va definita la posizione del Pd. Meglio avere le idee chiare in partenza, piuttosto
che avere sorprese all'arrivo.
Il chiarimento arriverà dalla direzione del Pd. Lei si sentirà vincolato se verrà confermata la linea Renzi?
Mi batterò in direzione, poi ci sono i passaggi parlamentari e ognuno si assumerà le proprie responsabilità,
come del resto è già avvenuto con la legge elettorale. Ciascuno di noi valuterà come comportarsi, perché è in
gioco il patrimonio di valori della sinistra. La delega dovrà passare per la commissione Lavoro della Camera.
Cosa succederà alla Camera?
Proporremo modifiche come ha fatto il Senato. Abbiamo previsto con il governo tre passaggi parlamentari, il
Senato ratificherà il testo modificato dalla Camera all'opposto di quanto accaduto con il decreto Poletti. Se
non si farà così, non potranno essere rispettati i tempi d'approvazione fissati dal governo, poiché inizierà un
ping pong tra i due rami del Parlamento.
Quali modifiche intende proporre?
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 66
L'emendamento del governo prevede di semplificare le tipologie contrattuali, pensiamo di specificare quali
tipologie precarizzanti vanno cancellate. Insieme agli articoli dello Statuto da modificare che riguardano le
mansioni e i controlli a distanza degli impianti, proporrò di ritoccare l'articolo 19 sulla costituzione delle Rsa
per consentire ai sindacati più rappresentativi di avere i propri delegati nei luoghi di lavoro.
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Foto: IMAGOECONOMICA Pd. Cesare Damiano
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 67
L'ANALISI L'euro-salvagente Alessandro Merli La Bce gioca oggi la prima carta di una difficile partita contro la deflazione nell'Eurozona, lanciando
un'operazione di finanziamento alle banche condizionata alla concessione di prestiti all'economia reale.
Alessandro Merli
FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente
L'operazione, detta Tltro, verrà seguita da una seconda l'11 dicembre, con un totale di 400 miliardi di euro a
disposizione delle banche perché facciano credito alle famiglie e alle imprese (pena la restituzione dei fondi
entro due anni).
Fra l'una e l'altra, la Bce lancerà un programma di acquisto di titoli cartolarizzati (Abs) e di covered bond,
misura anch'essa diretta a facilitare il credito. In tutto, ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, l'obiettivo
è riportare l'attivo totale dell'Eurotower dai livelli attuali a quelli del 2012: la differenza è di mille miliardi di
euro. A metà ottobre, l'annuncio dei risultati dell'esame approfondito delle banche dovrebbe a sua volta, negli
intenti della Bce, rimuovere un fattore di incertezza che finora ha pesato sul credito. A fronte dei mille miliardi
cui ha fatto riferimento implicito Draghi ci sono circa 350 miliardi di euro di liquidità che le banche avevano
ricevuto dalla Bce in operazioni precedenti (Ltro) e che devono essere rimborsati entro febbraio 2015 e quindi
potrebbero ridurre l'impatto complessivo delle misure.
La prima Tltro comincerà a dare un quadro, che verrà poi definito da quella di dicembre (che secondo molti
analisti potrebbe incontrare una domanda maggiore), di quanto la Bce dovrà fare su Abs e covered bond per
dare al credito l'impulso voluto. Con questi acquisti, ha spiegato il capo economista dell'Eurotower, Peter
Praet, in un colloquio con il Sole 24 Ore dell'11 settembre, la Bce intende in qualche modo riappropriarsi
dell'iniziativa che finora era lasciata alla domanda di liquidità da parte delle banche. I mercati restano
perplessi che i volumi siano sufficienti. Se ancora non dovesse bastare, resterebbe quella che per la Bce è
l'equivalente di un'arma nucleare, almeno per quanto riguarda la sua "radioattività" in Germania, l'acquisto di
titoli pubblici, o Qe, che scatterà solo in presenza di un ulteriore peggioramento, tutt'altro che da escludersi,
delle aspettative d'inflazione e dei dati macroeconomici.
Sui mercati, ci si aspetta che le Tltro (ce ne saranno poi altre 6 fra il 2015 e il 2016) inizino in sordina. Il
valore mediano indicato per oggi da operatori interpellati dall'agenzia Bloomberg è di circa 170 miliardi di
euro. Giuseppe Maraffino, di Barclays Capital, stima che le richieste delle banche saranno di 114 miliardi di
euro, di cui 74 netti, cioè di nuova liquidità, e 270 in tutto per le prime due operazioni (di cui 170 netti). «La
partecipazione delle banche italiane e spagnole - sostiene - sarà vicina al massimo consentito (75 miliardi per
l'Italia) e molto alta anche per le banche francesi. Ma, secondo i nostri contatti, le banche tedesche, che
potrebbero chiedere fino a 95 miliardi, faranno domanda del 30% circa. Hanno già liquidità abbondante, e
così le imprese cui potrebbero fare credito. Lo stesso vale per le olandesi». Secondo altri, i francesi
resteranno alla finestra almeno fino all'asta di dicembre. Un sondaggio condotto dagli analisti bancari di
Goldman Sachs stima a sua volta 260-270 miliardi nelle prime due tornate, con le banche della periferia al
90% del tetto e quelle del "cuore" dell'Eurozona al 50%. Secondo gli economisti di Unicredit, le Tltro sono
comunque una soluzione "win-win" per gli istituti della periferia: un'alta domanda farebbe salire la liquidità
disponibile e le aspettative di crescita, una domanda bassa rafforzerebbe l'attesa di un Qe da parte della Bce.
Un'analisi di Rbs stima in 100 miliardi di euro la domanda alla Tltro di oggi e una più alta a dicembre, quando
le banche avranno potuto valutare tra l'altro i primi acquisti di Abs e covered bond. In Italia, ci sarà un effetto
collaterale positivo: il tetto di 75 miliardi, rileva uno studio di Prometeia, «coincide quasi perfettamente con lo
stock di obbligazioni in scadenza quest'anno, e la sostituzione tra le due forme di raccolta darebbe un
sostegno non trascurabile al margine da clientela».
18/09/2014 1Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 68
C'è qualche dubbio poi che la liquidità arrivi ai destinatari voluti, cioè soprattutto alle piccole e medie imprese
di Paesi come Italia e Spagna, strangolate dalle difficoltà con il credito. La domanda di credito, secondo uno
studio dell'agenzia di rating Fitch, resterà debole. Per Francesco Garzarelli, di Goldman Sachs, tuttavia, la
combinazione di Tltro e acquisti di Abs può avere un effetto prociclico, rafforzando la ripresa: le misure
avranno maggiore impatto se l'economia dell'Eurozona si stabilizzerà aumentando la creazione di credito e
quindi innestando un circolo virtuoso. È quel che sperano all'Eurotower.
© RIPRODUZIONE RISERVATA La posta in gioco IL BILANCIO DELLA BCE L'aumentopossibile dopole
Tltro e gli Abs/Covered bonds.Mld diÁ LA TORTA PAESE PER PAESE Plafond iniziali delle Tltro. MlddiÁ
3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 Sett. 2014 Apr. 2012 Ott. 2009 Mag. 2007 Dic. 2004 Gen. 2002 Gen.
2000 Seconda Ltro a 3 anni Germania 95 Irlanda 8 Grecia 10 Francia 77 Spagna 54 Italia 75 Cipro 2
Lussemburgo 4 Olanda 29 Austria 15 Portogallo 8 Slovenia 1 Slovacchia 1 Finlandia 7 Estonia 1 Lettonia 1
Belgio 10 Fonti: Prometeia; Barclays ResearchLa posta in gioco
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 69
Mediobanca in utile, uscirà da Telecom e Rcs Nagel: miglior risultato dal2008 Antonella Olivieri u pagina 35 BANCHE D'AFFARI Antonella Olivieri
Mediobanca fuori da Telco-Telecom e Rcs entro giugno. Il piano al 2016 messo a punto dall'ad Alberto
Nagel - che prevede il disimpegno da tutte le storiche partecipazioni con la sola eccezione di Generali, per
concentrarsi su attività a basso assorbimento di capitale - ha prodotto per il primo anno il miglior utile dal
2008 e ratio patrimoniali rafforzati a prova di stress test. Di qui la decisione di accelerare su questa strada
nell'esercizio in corso. È quanto emerso da fonti vicine al consiglio che ieri ha licenziato il bilancio annuale
2013/2014, chiuso con un utile di 465 milioni (rispetto alla perdita precedente di 176 milioni) che permette il
ritorno al dividendo (0,15 euro per azione, per un pay-out del 27%).
L'utile contabile è inferiore al consensus degli analisti, vicino a 500 milioni, perchè la banca ha deciso di
aumentare di 250 milioni le coperture sulle esposizioni problematiche in vista dell'asset quality review,
utilizzando tutti i 240 milioni di plusvalenze ottenute sulle cessioni di quote azionarie. Nonostante l'aumento
del rapporto attività deteriorate/impieghi dal 2,9% al 3,8%, l'incidenza rimane ancora pari a un terzo della
media delle banche italiane. Il titolo in Borsa ha reagito bene, riconquistando con un rialzo del 2,7% quota 7
euro, dato che senza gli interventi "straordinari" sulle coperture i profitti sarebbero stati superiori alle attese.
Il proposito di Mediobanca azzerare le partecipazioni in Telecom e Rcs entro giugno cade in un momento in
cui entrambe le società sono entrate in fase di riassetto dell'azionariato dopo lo scioglimento del patto Rcs e
quello di Telco, in attesa di autorizzazione da parte delle autorità sudamericane dove opera Telecom, ma già
deliberato dai soci della holding - oltre a Mediobanca, anche Generali, Intesa-Sanpaolo e Telefonica - che
hanno tutti annunciato la volontà di uscire dal capitale nell'arco dei prossimi mesi/anni. L'istituto di Piazzetta
Cuccia in più si è dato un termine preciso per cedere l'1,6% di Telecom che otterrà dalla scissione di Telco e
il 6,2% residuo di Rcs, già ridimensionato con progressive vendite sul mercato dal 14,93% di un anno prima.
Nel primo anno di piano, il ricavato delle dismissioni ha superato la metà del target triennale, con un
controvalore di 840 milioni e plusvalenze per 240 milioni. In particolare, il maggior contributo è arrivato dalla
cessione delle azioni Gemina-Atlantia che ha permesso di realizzare una plusvalenza di 70,9 milioni; altri
67,2 milioni sono relativi alla cessione del prestito soci Telco, concambiato con azioni Telefonica poi vendute
sul mercato, e la conseguente riduzione della quota in Telco dall'11,62% al 7,34%; 42,8 milioni
dall'azzeramento della posizione in Cashes UniCredit; 8 milioni dalla riduzione della quota in Rcs; 3 milioni
dall'azzeramento della quota in Intesa. Le svalutazioni riguardano per 18,6 milioni la quota in Burgo (il 20%),
di cui è stato azzerato il valore in bilancio, e 6,5 milioni le azioni disponibili per la vendita. Nel complesso il
comparto principal investing ha prodotto un utile di 449,3 milioni (rispetto alla perdita precedente di 407,1
milioni), grazie a Generali - che ha contribuito per 261 milioni contro i 16,8 milioni dell'esercizio 2012/2013 - e
alle minori svalutazioni - passate da 422,3 a 25,3 milioni - oltre che alle plusvalenze.
Per il gruppo, il bilancio si è chiuso con ricavi in aumento del 12% a 1.819 milioni e risultato operativo del
17% a 1.028 milioni. In crescita del 6% a 1.087 milioni il margine d'interesse, le commissioni del 3% a 424
milioni. Il tasso di copertura è stato aumentato dal 45% al 50% per le attività deteriorate e dal 66% al 67% per
le sofferenze, con un'ulteriore copertura di crediti in bonis pari allo 0,8% degli impieghi. I 250 milioni di
rettifiche su crediti riguardano per 200 milioni l'esposizione verso Burgo (la copertura dell'incaglio è passato in
un anno dal 15% al 55%) e per 50 milioni il credito al consumo in bonis, mossa quest'ultima in vista dell'asset
quality review. Il Core equity tier 1, secondo Basilea 3, è all'11,1% e al 12,5% fully-phased.
Il Roe si è attestato al 6%. «Non siamo ancora totalmente soddisfatti della nostra redditività - ha detto Nagel
in conference call con gli analisti - Nel corporate & investment banking dobbiamo aumentare il Roac
18/09/2014 1Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 70
(rendimento sul capitale allocato) e questo rientra nella nostra strategia». L'ad di Mediobanca conta di avere
un forte contributo dal team financial institution, che è appena stato completato a Londra con 35 banker, molti
di provenienza esterna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA La remunerazione degli azionisti Risultati annuali a giugno 2014 2013 2012
2011 Monte dividendi 127mln 0 42mln 146mln totale Utile netto di gruppo 465mln -180mln 81mln 369mln Utili
trattenuti 338mln -176mln 39mln 222mln Payout 27% 0% 52% 39% Dividendo per azione 0,15 0,0 0,20 0,0
0,0 0,20 0,05 0,0 0,20 0,17 0,0 0,20
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 71
L'INTERVISTA Caprotti, le confessioni del re dei supermarket: la mia guerra in famiglia eil futuro dell'impero FRANCO VANNI MILANO BERNARDO Caprotti ha 89 anni e una chiavetta usb nella tasca della giacca. «È sempre con me, è
magica, dentro c'è tutto quello che mi serve». Sulle ginocchia ha un sacchetto giallo Esselunga. «È la mia
ventiquattrore, l'ho fatta fare con plastica più pesante». A PAGINA 27 MILANO. Bernardo Caprotti ha 89 anni
e una chiavetta usb nella tasca della giacca. «È sempre con me, è magica, dentro c'è tutto quello che mi
serve». Aspettando di parlare al circolo della Stampa, invitato dal Rotary Club Milano di cui è socio, si siede
nella penombra, al tavolo d'angolo del bar chiuso. Sulle ginocchia ha un sacchetto giallo Esselunga. «È la
mia ventiquattrore, non è una busta normale, l'ho fatta fare con plastica più pesante, più ricca».
Cosa c'è dentro? «Le schede di presentazione di una ricerca in cui credo molto. Sono qui per presentarla.
Per resuscitare la Pianura padana e l'Italia bisogna investire nell'aeroporto di Montichiari nel Bresciano. È
vicino ai maggiori distretti economici del Paese, o a quello che ne resta. Vorrei dirlo a Renzi».
E perché non glielo dice? «Il premier non ha tempo per incontrare un droghiere come me.
Lunedì inaugura una scuola, martedì una fiera, mercoledì fa un annuncio. Ma deve stare attento: la
settimana è corta, e nei giorni che restano è difficile risollevare un Paese al disastro».
Lei, pur senza cariche formali in Esselunga, è a capo di un gruppo con 20mila dipendenti e 7 miliardi di
fatturato. Cosa pensa della politica economica del governo? «Per ora ho visto poco. Renzi è intelligente ed è
stato un buon sindaco. Non deve fare l'errore di Berlusconi, uomo leale e generoso, che si è illuso di potere
cambiare il Paese solo con la propria forza di volontà. A livello di intenzioni, mi piace quello che Renzi sta
cercando di fare sul lavoro».
L'articolo 18 va abolito? «L'articolo 18 è una piccola parte del problema, ne faccia ciò che vuole. L'importante
è scardinare davvero la morsa di burocrazia, divieti e resistenze sindacali che strangola le imprese».
Eppure da settant'anni lei investe e guadagna in Italia, non altrove.
«Vengo da una famiglia di gente nata qui. E altro non so fare. Eppure, non mi arrendo alla più grande delle
assurdità: viviamo nell'unico Paese in cui un'azienda non può scegliere i propri collaboratori». Di collaboratori
lei ne ha cacciati parecchi.
«Non quelli bravi. Nemmeno uno. Aldo Botta, direttore della rete di vendita, lavora con me da quarantotto
anni. Giovanni Maggioni, vicepresidente, ha cominciato a 18 anni e oggi ne ha 70. Abbiamo rapporti familiari,
nel vero senso del termine».
Lei è in attesa che la Cassazione si pronunci sulla contesa per la proprietà di Esselunga che la oppone ai
suoi figli. Che rapporto ha con loro? «Non ho rapportie non mi illudo di recuperarli a breve. La mia famiglia
oggi sono le persone con cui lavoro da una vita. E sopra a tutto c'è mia moglie, al mio fianco in ogni battaglia,
compresa questa sugli aeroporti».
Davvero pensa che la rivoluzione del sistema aeroportuale del Nord possa rilanciare il Paese? «Sarebbe un
passo avanti. Malpensa mangia soldie basta. Chi dovrebbe spendersi per investire su altri scali lombardi è la
Lega. Ma prima Bossi e poi Maroni hanno creato un grumo di potere a Varese, loro città. La responsabilità è
anche dei primi promotori di Malpensa: il ministro Burlandoe il mio amico Bersani».
Lei, nemico giurato delle Coop rosse emiliane, è amico di Pierluigi Bersani? «Molto. Ha provato a fare le
liberalizzazioni. Sono andato a trovarlo quando è stato male. Ha ammesso di avere sbagliato su Malpensa.
Riconosce che oggi quello scalo è ottimo per chi abita a Stresa, sul lago Maggiore,o nel Canton Vallese in
Svizzera. Non si dica però che è un aeroporto milanese». Come vede oggi la sua Milano? «Non mi sembra
che in città succeda nulla di interessante».
18/09/2014 1Pag. La Repubblica - Ed. nazionale(diffusione:556325, tiratura:710716)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 72
Ci sarà Expo 2015 sul tema dell'alimentazione, ed Esselunga deve all'alimentare l'80 per cento del fatturato.
«Davvero? A noi nessuno ha detto nulla. Chi organizza l'esposizione è interessato a Eataly. Loro sono alla
moda, noi siamo antichi. Pretendiamo di vendere l'alta qualità insieme a prodotti di primo prezzo più
economici rispetto a quelli dei discount».
Ha mai più incontrato Marco Brunelli, un tempo suo socio, poi fondatore di Gs e suo storico rivale? «Non lo
vedo da anni. Una volta ci hanno convocati per venderci Standa, ma nessuno dei due era interessato. Ormai
siamo vecchi e malandati. Parleremmo del più e del meno, se ci incontrassimo. Solo che è difficile, visto che
lui sta a Montecarlo mentre io, nonostante tutto, preferisco stare qui».
Le piace il sindaco Giuliano Pisapia? «Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo. Mi piace la sua vice, Ada
Lucia De Cesaris. È brava e competente, potrebbe essere un buon primo cittadino».
E Maurizio Lupi, per il centrodestra? «È un'altra ipotesi valida. Se la Lega lo appoggia, forse può farcela.
Abbiamo un buon rapporto, ma come ministro dei Trasporti deve ancora cominciare a fare ciò che serve.
Ossia affrontare il tema degli aeroporti. A proposito: sa cosa mi ha raccontato un compagno di caccia?». Leia
quasi 90 anni vaa caccia? «Ormai faccio finta. Passeggio nel Monferrato e ogni tanto sparo.
Comunque: un mio socio di caccia mi ha raccontato che per volare da Milano a Buenos Aires ha preferito
come scalo Francoforte a Roma.
Non Madrid, che avrebbe un senso: Francoforte! A Malpensa, intanto, i giapponesi appena atterrati da Tokio
devono avere pronta in tasca una moneta da un euro per prendere il carrello delle valigie».
Come all'Esselunga.
«Esatto! Solo che di solito da noi non atterrano in corsia voli internazionali. Oggi il Nord Italia è isolato dal
mondo. Riesce a viaggiare solo chi parte con lo zaino per le vacanze e può permettersi di perdere due giorni
per attraversare l'oceano. Un territorio così maltrattato non ha futuro».
E per la sua azienda, che futuro immagina? «Non posso permettermi il lusso di immaginare. Devo muovermi,
ogni giorno. Con i tempi della burocrazia italiana, devo progettare adesso i negozi del 2050. A 89 anni devo
pensare come un giovane. Anzi, posso chiederle una cosa?» Prego.
«Facciamo un selfie insieme?».
"IL LAVORO
L'articolo 18 è una piccola parte del problema, Renzi ne faccia ciò che vuole Ci vogliono però leriforme vere LA STORIA
I PRIMI PASSI Caprotti nel '57 fonda la prima catena di supermercati in società con i Rockfeller LE
BATTAGLIE Caprotti ha più volte accusato le Coop rosse di aver ostacolato i suoi programmi di espansione
LA FAMIGLIA Caprotti è da tempo in lite con i suoi figli maggiori (in foto) per il controllo del gruppo
LA CONCORRENZA
Marco Brunelli, il mio storico rivale di Gs, è malandato come me. Vive a Montecarlo, io preferiscostare quiEXPO 2015
Chi organizza l'Expo 2015 è interessato a Eataly. Loro sono alla moda, noi siamo antichiPER SAPERNE DI PIÙ www.esselunga.it www.eataly.it
Foto: Marco Brunelli Oscar Farinetti
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 73
IL PUNTO Mediaset-Telecom le nozze del secolo che la legge Gasparri non faràcelebrare "Niente gigantismo" La fusione è contro la norma Il sottosegretario Giacomelli lo ha ricordato all'ex ministro ALDO FONTANAROSA ROMA. «Se qualcuno ci sta pensando, dovrebbe tenere conto che la legge, la tua legge, impedisce il
matrimonio tra queste due aziende». Il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli liquida così la
fusione tra Mediaset e Telecom Italia di cui tanto si parla, mentre di fronte ha Maurizio Gasparri. Siamo a
Largo di Brazzà, settimana scorsa, nell'ufficio di Giacomelli che proprio Gasparri ha occupato tra il 2001 e il
2005, ministro delle Comunicazioni con Berlusconi.
La legge Gasparri, dunque, non autorizza le nozze tra i due giganti. Siamo all'articolo 43 comma 11 del
Testo Unico sulla radio e la tv (che ha nella pancia anche la Gasparri del 2004). C'è scritto che un'azienda
come Telecom Italia, con oltre il 40% dei ricavi nel settore delle telecomunicazioni, non può mettersi con
Mediaset, che supera il 10% dei ricavi del Sic (cioè l'insieme delle entrate del megasettore dei media).
«La mia legge - dice Gasparri, oggi senatore di Forza Italia - fu assai demonizzata alla sua approvazione
mentre oggi scopriamo che non fa sconti a nessuno. Il suo bilancio è molto positivo, credo. Oggi in Italia c'è
maggiore pluralismo delle idee, ad esempio, anche grazie a nuovi editori come Sky e La7 che si sono
rafforzati». Meno in salute, però, sono i giornali mentre ancora arranca la rete Internet veloce, architrave nello
sviluppo di molti Paesi, escluso il nostro. «I guai della stampa e dei nuovi media, mi scusi, non sono colpa
della mia legge», ribatte Gasparri, «semmai dei colossi mondiali del web che divorano miliardi di pubblicità
senza pagare le tasse».
Gasparri ribadirà il concetto alla Sala Zuccari del Senato (il 25 settembre, alle 16) dove un convegno
celebrerà il decimo compleanno della sue legge. Si affacceranno anche Confalonieri di Mediaset, Gubitosi
della Rai, Zappia di Sky, Cairo de la 7. E lo stesso sottosegretario Giacomelli che - le norme della Gasparri -
dimostra di averle studiate bene.
Foto: MEDIASET Fedele Confalonieri è presidente di Mediaset dalla sua quotazione in Borsa nel 1996
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 74
La crisi La Fed non alza i tassi ma riduce gli acquisti Yellen: "Lavoro fermo" "L'economia americana migliora, inflazione verso livelli ottimali" Fmi: rischio stagnazione secolare inEurolandia e Giappone ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK. «L'economia americana continua a fare progressi, il tasso di inflazione è inferiore al nostro
obiettivo del2 per cento, ma il mercato del lavoro, pur dando segni di miglioramento, non si è ancora ripreso
del tutto». Con queste parole Janet Yellen, presidente della Federal Reserve, ha spiegato ieri la decisione del
Fomc, il comitato del credito della banca centrale, di mantenere i tassi di interesse vicino allo zero per un
periodo ancora «considerevolmente lungo».
La Fed ridurrà anche di 10 miliardi di dollari l'azione di quantitative easing , cioè l'iniezione di liquidità sul
mercato, che poi sarà interrotta del tutto il mese prossimo. Ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del Pil
per i prossimi anni. E ha discusso sui rischi della situazione europea sull'economia globale: «Speriamo che i
nostri partners saranno in grado di far ripartire la crescita e sbloccare l'inflazione», ha osservato la Yellen in
una conferenza stampa. «Sarebbe una cosa buona per gli Stati Uniti e per tutto il mondo». Fmi è sulla stessa
lunghezza d'onda, ai ministri del G20 in Australia segnalerà che la ripresa globale «è moderata e irregolare».
Preoccupano soprattutto Eurolandia e Giappone dove il rischio è quello di «una stagnazione secolare».
Come sempre, gli occhi di analisti e investitori erano puntati ieri sul comunicato finale dei due giorni di lavoro
del Fomc. Si trattava di capire se sarebbero emersi segnali chiari di una inversione di tendenza e lo
scongelamento dei tassi di interesse, che per sei anni, in attesa della ripresa della locomotiva americana
dopo la tempesta finanziaria, sono rimasti ai livelli minimi. Qualche esperto prevedeva che il linguaggio della
Fed sarebbe cambiato proprio ieri, aprendo un nuovo capitolo nella politica monetaria. Alcuni funzionari della
banca centrale, preoccupati per l'inflazione. spingevano per accorciare i tempi della stretta.
Ma a dispetto di due membri del board (il presidente della Fed di Dallas Richard Fisher e di quella di
Filadelfia Charles Plosser), che hanno votato contro, Yellen e la maggioranza del Fomc hanno scelto una via
più soft : il rialzo dei tassi non comincerà prima del 2015, seguendo un «piano di normalizzazione» (chiamato
anche «exit strategy») che la Federal Reserve ha già messo a punto.
Wall Street ha reagito bene. Gli indici guadagnavano terreno anche prima dell'ora X dell'annuncio, cioè le
due pomeriggio. Ma hanno subito accentuato i guadagni (Dow Jones +0,15% Nasdaq 0,21%) e lo S&P500 è
tornato sopra a quota 2000. Ovviamente per la Borsa americana ci saranno presto altri due appuntamenti
importanti: i risultati del referendum scozzese e la maxi-quotazione del gigante cinese dell'e-commerce,
Alibaba. Ma almeno l'incognita dei tassi di interesse è stata per il momento superata.
Janet Yellen ha chiarito che la frase sui tempi «considerevolmente lunghi» dei tassi vicino allo zero ha
trovato un forte consenso tra i banchieri. Come dire: a parte le due voci contrarie, la Fed ritiene che
l'economia americana va ancora incoraggiata, anche perché i tassi di crescita del Pil sono buoni, ma non
ottimi, e perché la creazione di nuovi posti di lavoro è ancora insoddisfacente. Certo, si è fatta molta strada
dal settembre del 2008, quando scoppiò la crisi della Lehman Brothers, ma i tassi di disoccupazione restano
al 6,1 per cento e, come ha notato il comunicato della Fed, «c'è ancora una significativa sottoutilizzazione
della risorsa lavoro».
La Fed ha anche pubblicato le proiezioni sull'aumento del Pil nei prossimi anni, riducendo leggermente i dati
resi noti nei mesi scorsi.
Adesso ipotizza che la crescita economica si attesterà sul 2-2,2 per cento nel 2014, sul 2,6-3 per cento nel
2015, sul 2,6-2,9 per cento nel 2016 e sul 2,3-2,5 nel 2017. Anche i prezzi al consumo sono scesi più del
previsto. Secondo le cifre fornite ieri dal ministero del lavoro di Washington, ad agosto sono diminuiti per la
prima volta nell'ultimo anno e mezzo.
18/09/2014 35Pag. La Repubblica - Ed. nazionale(diffusione:556325, tiratura:710716)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 75
I TASSI La Fed per ora non tocca i tassi di interesse che potranno essere rivisti in rapporto all'andamento
dell'economia
I PUNTI L'OCCUPAZIONE Negli Stati Uniti l'occupazione è migliorata ma non la ripresa del mercato del
lavoro, per la Federal Reserve, non è completa PER SAPERNE DI PIÙ www.federalreserve.gov
www.ecb.europa.eu
Foto: La presidente della Federal Reserve Janet Yellen
18/09/2014 35Pag. La Repubblica - Ed. nazionale(diffusione:556325, tiratura:710716)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 76
IL CONFRONTO Il modello danese uscite facili, ma buon paracadute Tonia Mastrobuoni A PAGINA 2 Come un fiume carsico, di tanto in tanto nell'inconcludente dibattito sulle riforme del mercato del
lavoro è emerso in questi anni il termine "flexicurity", associato al cosiddetto modello danese. In realtà, è
stato coniato da un sociologo olandese, Hans Adriaansens, e sperimentato in Danimarca e nei Paesi Bassi
negli anni Novanta, quelli dell'ingresso della Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio Wto,
dell'euforia per la globalizzazione e della spinta delle imprese a liberalizzare l'occupazione. Addirittura,
l'Unione europea lo adottò come modello di riferimento per eventuali intenti di riforma negli accordi di Lisbona
del 2000, ma fu allegramente ignorato da molti Paesi, Italia in testa. L'idea della "flexicurity", crasi dei termini
inglesi "flessibilità" e "sicurezza", era che per venire incontro alle esigenze delle imprese di licenziamenti più
facili, bisognasse trovare il modo di conciliarli con un adeguato paracadute per i lavoratori. E qui si pone il
primo, serio problema di un confronto italiano con l'esempio scandinavo: è un sistema costosissimo. In
Danimarca il sussidio di disoccupazione è universale: bisogna sottoscrivere un fondo, la A-Kasse, gestito dai
sindacati e finanziato in parte dai lavoratori stessi (il contributo ammonta a circa 500 euro) ma garantito nella
gran parte dallo Stato. Il risultato è che copre l'80% dei lavoratori; e in ogni caso, anche chi non ha
sottoscritto l'assicurazione, ha diritto ad un'indennità sociale comunale. Anni fa gli economisti de Lavoce.info
fecero una stima sul costo di un'indennità di disoccupazione universale in Italia: circa 12-13 miliardi all'anno.
E chissà ora, con i tassi di disoccupazione alle stelle, soprattutto tra i giovani. La flessibilità significava invece
garantire al datore di lavoro la possibilità di licenziare senza particolari ostacoli, con il solo obbligo di un
minimo di preavviso che varia da uno a sei mesi, a seconda dell'anzianità di impiego. Il lavoratore può
addirittura lasciare il suo lavoro con soli otto giorni di preavviso. E in virtù della conciliazione riuscita tra una
maggiore flessibilità in uscita e un paracadute generoso, in Danimarca il 30% degli occupati cambia posto di
lavoro e in media non restano per più di otto anni nella stessa azienda. L'altro aspetto problematico, nel
confronto con i Paesi Bassi o con gli altri Paesi che hanno adottato la "flexicurity", è il reimpiego. Presuppone
un sistema di politiche attive efficientissimo, cioè il contrario dell'esempio italiano. La Danimarca spende circa
un punto e mezzo di Pil per fare in modo che i disoccupati trovino un nuovo lavoro nel minor tempo possibile.
Il collocamento è affidato ai job center comunali, ma a favorire l'incontro tra domanda e offerta concorrono
anche accordi tra questi modernissimi centri di reimpiego e sindacati, imprese, istituti di ricerca, scuole o
onlus. Gli uffici di collocamento aiutano anzitutto i disoccupati a formulare un curriculum decente, entro tre
settimane dal licenziamento, e cercano di capirne le potenzialità, ma sono previsti anche programmi di
reimpiego o aggiornamenti. I job center, tuttavia, attuano anche un monitoraggio strettissimo degli sforzi dei
senza lavoro e prevedono addirittura corsi che insegnano a cercare un'occupazione. E se nei nordici uffici di
collocamento si rendono conto che il disoccupato compie sforzi troppo deboli per trovare un nuovo impiego,
le conseguenze sono pesanti: la perdita dell'assegno di disoccupazione.
3,6% del Pil Quanto i danesi spendono per il lavoro: l'Italia è ferma all'1,9
0,4% del Pil La spesa per formazione: in Italia ferma allo 0,1%
0,5% del Pil La spesa in servizi per il lavoro In Italia siamo allo 0,025%
0,3% del Pil Gli incentivi ad assumere: in Italia pesano per lo 0,18%
Foto: GETTY
18/09/2014 1Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 77
RIFORME LE REGOLE PER IL LAVORO Nuovi contratti, Renzi supera l'art. 18 Emendamento del governo alla legge: ci saranno tutele crescenti e il compenso orario minimo PAOLO BARONI ROMA Detto fatto. Dopo l'affondo di Matteo Renzi, martedì in Parlamento, ieri il governo ha depositato in Senato
l'emendamento all'articolo 4 della legge delega sul mercato del lavoro. La modifica apre di fatto la strada al
superamento dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che disciplina i licenziamenti senza giusta causa: le
nuove assunzioni a tempo indeterminato, in un futuro prossimo, verranno fatte con contratti a tutele crescenti
in base all'anzianità di servizio. Rispetto alla versione precedente del testo, che indicava questa come una
delle possibili opzioni, adesso la nuova formulazione è più netta e prevede esplicitamente «per le nuove
assunzioni» il nuovo modello contrattuale. In pratica un neo-assunto, come un disoccupato che dovesse
trovare un nuovo impiego, non avrà da subito diritto alle stesse tutele garantite dagli attuali contratti stabili,
ma le otterrà gradualmente. E in caso di interruzione del rapporto avrà diritto ad un indennizzo tanto più alto
quanto più lunga sarà stata la durata del suo contratto. «Dobbiamo dare regole che siano sostanzialmente
uguali per tutti», ha ripetuto ieri il presidente del Consiglio durante la sua visita alla redazione de La Stampa a
Torino. E poi occorre prestare più attenzione nei confronti delle donne: «Oggi non tutte le lavoratrici hanno la
maternità. Dobbiamo garantirla anche a chi ha la partita Iva o a chi non è coperto dalle casse delle
categorie». Per il premier il modello da seguire è quello della flexsecurity danese, non certo quello spagnolo
fatto di salari bassi e disoccupazione al 25%, per cui intervenire sull'articolo 18 significa anche prendersi cura
del lavoratore nel momento in cui esce dal mercato del lavoro. «Noi dobbiamo lanciare un messaggio chiaro
a investitori e mercati finanziari. Il concetto di fondo è che noi dobbiamo liberare la possibilità di assumere e,
per chi non ce la fa, non avere le rigidità che ha avuto il mercato del lavoro fino a oggi». Le novità, scaturite al
termine di una riunione mattutina governo-maggioranza che sembra aver messo tutti d'accordo, prevede a
tutti gli effetti un forte intervento di semplificazione della disciplina dei contratti di lavoro, e la revisione di altri
due punti particolarmente delicati dello Statuto, dal superamento del divieto (art. 4) delle tecniche di controllo
a distanza all'articolo 14, che introduce di fatto la possibilità di demansionamento da parte delle aziende. Si
ipotizza poi l'introduzione, «anche in forma sperimentale», del compenso orario minimo per subordinati e
collaboratori dei settori non regolati dai contratti collettivi. Come pure la possibilità di estendere a tutti i
comparti produttivi il voucher finora destinato alle prestazioni di lavoro accessorio (colf, baby sitter ecc)
«aumentando gli attuali limiti di reddito». L'emendamento al «Jobs act», ha spiegato il ministro del Lavoro
Giuliano Poletti, «punta a rendere possibile una rapida approvazione del disegno di legge delega». Sia il
presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi (Ncd), che il vice Stefano Lepri (Pd), confermano che
a questo punto il cammino della legge dovrebbe essere in discesa nonostante i 60 subemendamenti
(nessuno a firma Pd). Ai sindacati, dalla Cgil alla Fiom sino alla Uil, le novità invece non piacciono e già si
parla esplicitamente di possibili mobilitazioni unitarie. Più cauto Bonanni della Cisl che si dice pronto a
scioperare, ma per «far sentire la voce dei sindacati sui crisi, fisco e pensioni». Tranchant invece Susanna
Camusso: «L'articolo 18 rappresenta uno scalpo per i falchi dell'Unione europea». La stretta decisiva è attesa
per oggi, quando l'emendamento andrà in votazione in commissione Lavoro. L'approdo in aula è previsto per
martedì 23, mentre il voto finale è atteso per i primi di ottobre. Ieri Renzi ha insistito di nuovo molto sul fattore-
tempo. Per lui «entro il 15 ottobre deve essere chiaro qual è l'iter normativo». Altrimenti scatta il decreto.
PROTEZIONE DEI LAVORATORI PERMANENTI DAL LICENZIAMENTO INDIVIDUALE Fonte:
elaborazione - LA STAMPA su dati Ocse Posizione dell'Italia tra i paesi Ocse prima della riforma Fornero,
oggi e senza l'articolo 18 (indice 0-100 dove 0 = minima protezione; 100 = massima protezione; dati 2013)
Portogallo Rep. Ceca Olanda Germania Francia ITALIA Svezia ITALIA Finlandia ITALIA Polonia Austria
Danimarca Belgio Grecia Spagna Giappone Irlanda Regno U. Stati Uniti A A A
18/09/2014 2Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 78
I nodi Le tutele n Per le nuove assunzioni, contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione
all'anzianità di servizio Le mansioni n Nuova disciplina delle mansioni, contempera l'interesse dell'impresa
all'utile impiego del personale se si riorganizza I controlli n Novità per i controlli a distanza, a cavallo tra nuove
tecnologie, delle esigenze produttive e della riservatezza Il compenso orario n Arriva il compenso orario
minimo, nel lavoro subordinato e nelle collaborazioni coordinate e continuative Fisco più semplice n
Possibilità di estendere il lavoro accessorio (con il voucher) a tutte le attività discontinue e occasionali
18/09/2014 2Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 79
Intervista Uber cresce e sbarca a Genova Dopo i taxi sfida i Pony Express La manager: "Le regole? Sono state scritte quando non esistevano neppure i telefonini" «Entro fine annoapriremo in altre due città del Nord» GIUSEPPE BOTTERO TORINO Dopo Milano e Roma, da oggi Uber è attivo anche a Genova. Nel capoluogo ligure il gruppo lancia la
versione Pop: un sistema che permette a chiunque di registrarsi come autista e usare un veicolo privato per
trasportare clienti del servizio. Seguiranno polemiche, perché, pochi mesi fa, il sistema è stato bocciato dal
ministro dei Trasporti Lupi. Eppure la start-up non molla, e rilancia: entro la fine dell'anno la app arriverà in
altre due città del Nord. «C'è spazio per crescere», dice Benedetta Arese Lucini, general manager per l'Italia.
Perché Genova? «Perché è un porto importante, che connette l'Italia al resto dell'Europa, con molti turisti
dall'estero. Ogni giorno studenti e lavoratori pendolari arrivano da ogni parte della regione e devono fare i
conti con una mobilità spesso non adeguata. Inoltre, abbiamo analizzato il numero di persone che hanno
utilizzato la app ancora prima che il servizio fosse disponibile: c'è richiesta». Come scegliete le città?
«Cerchiamo di comprendere il tipo di mobilità e il tasso di penetrazione degli smartphone. Soprattutto,
dobbiamo trovare sul territorio le persone giuste per lavorare con noi». Come funziona il servizio? «UberPop
costa come un autobus. È un servizio tra privati: n o n vo gl i a m o fa re s e r v i z i o pubblico, ma
aggiungere una nuova soluzione. Negli anni c'è stato un grandissimo divario tra il modo in cui si è sviluppato
il trasporto locale e le modalità in cui sono cambiate le abitudini dei cittadini». Eppure il vostro lavoro continua
a dividere... «A Milano c'è la mia faccia stampata su tutte le colonnine dei taxi, con minacce di morte. Ho
vissuto dieci anni lontano dall'Italia: sono torn a t a c o nv i n t a che portare un po' di cultura digitale nel
nostro Paese fosse una bella sfida, ma non mi aspettavo il livello di violenza personale che io e i miei
collaboratori siamo costretti a subire. Penso però che ci sia solo un gruppo di persone che rendono questa
situazione più violenta di quanto in realtà sia: ho avuto incontri con i tassisti e con rappresentanti di categoria
che si sono dimostrati molto ragionevoli». Ma le regole ci sono... «In Italia, e in Europa in generale, facciamo
più fatica ad accettare il cambiamento, anche se si tratta di un processo inarrestabile. È difficile, per i
regolatori, mettersi a un tavolo e ripensare le norme, ma è necessario: quelle che regolano il trasporto
pubblico in Italia sono state scritte nel 1992. Un anno in cui non esisteva nemmeno il telefonino, si lavorava
con il fax». Uber è un colosso, con finan ziatori importanti. Chi vi accusa parla di concorrenza sleale... «I
tassisti non smetteranno di lavorare a causa di Uber, anzi. Penso agli Stati Uniti: il numero di autisti,
nonostante la diffusione della app, non è calato. Al massimo può entrare in difficoltà il sistema dei radiotaxi.
La preoccupazione, in Italia, è legata al valore economico della licenza: una barriera all'ingresso alta e
costosissima». Quali sono le prossime novità? «Sto cercando di velocizzare l'arrivo nel nostro Paese di
UberPool, che permetterà di condividere il tragitto con più passeggeri, non solo con l'autista. L'altro prodotto,
che ha segnato la prima evoluzione di Uber fuori dal trasporto delle persone, è UberRush, nato a New York.
Con la app puoi chiamare una bici, è un servizio in stile pony express. Un ragazzo viene a prendere il pacco
e lo porta in giro per la città. Noi lo faremo utilizzando i motorini». Dopo Genova arriverete a Torino? «La mia
missione è aprire in altre due città entro la fine dell'anno. Saranno due città del Nord, dove la richiesta è molto
alta».
Ricevo minacce di morte, ma vado avanti: il cambiamento è un processo che non può essere fermatoBenedetta Arese Lucini General manager di Uber in Italia
Foto: Il servizio Uber è presente in 204 città, in 50 Paesi diversi. Il gruppo ha 1500 dipendenti
18/09/2014 23Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 80
CONTRARIAN SUL CONTRATTO BANCARI UN NEGOZIATO CHE POTRÀ DIRCI MOLTECOSE Dopo l'ultima riunione dell'Abi riprendono le rattative per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro dei bancari.
Il confronto negoziale, che per gli istituti di credito sarà condotto da Alessandro Profumo, potrebbe assumere
anche un valore emblematico per il settore per i problemi che, in un contesto di recessionedeflazione, il
comparto avverte, per i rapporti con le prove alle quali questo è sottoposto (l'asset quality review e gli stress
test), per il fatto che concerne una categoria che a gran torto si pensa ancora privilegiata, quando il
particolare trattamento economico del bancari è oggi assai lontano dalla condizione che un tempo sollecitava
moltissimi ad aspirare a un posto in banca. Molto dipenderà, innanzitutto, dall'impostazione metodologica del
negoziato, perché si possano avere dei frutti, pur scontando una probabile lunghezza delle trattative. Il modo
in cui si parte è decisivo. Sarebbe sbagliato muoversi dalle rivendicazioni economiche, a proposito delle quali
le distanze tra le parti sono maggiori. Vi è, invece, un ampio terreno di confronto che potrebbe essere
prioritariamente arato concernente l'area contrattuale e i livelli negoziali, le nuove professionalità, gli
inquadramenti, la produttività (nelle sue linee generali), il ricambio generazionale, le esternalizzazioni,
rispondendo così all'esigenza di definire evolutivamente la figura del bancario in relazione alle trasformazioni
sinora intervenute e ai cambiamenti ulteriormente in atto e a quelli prevedibili. Poi viene la questione
stipendiale. Gli spazi, magari connessi a decisioni da assumere anche a livello aziendale, non si possono
considerare inesistenti, benché sicuramente ridotti, tenendo conto dell'esigenza, sostenuta in generale, di
razionalizzare e ridimensionare i costi operativi e di accrescere la produttività, aziendale e di sistema,
migliorare le qualità professionali, motivare meglio il lavoro con strumenti innovativi di partecipazione e di
intercambiabilità di compiti e funzioni, valorizzare il merito nei percorsi di carriera, favorire forme costanti di
aggiornamento e, per determinati gradi, di addestramento e formazione. La cura del capitale umano è
fondamentale: ancor più nei settori, come quello bancario e finanziario, sottoposti a intense trasformazioni. La
storia dei confronti sviluppatisi in passato dimostra che, anche nei momenti di difficoltà, si è poi trovata la
strada, da un lato, per darsi carico delle esigenze del settore e, dall'altro, per vedere accolte calibratamente le
legittime aspirazioni di chi vi lavora a vedere valorizzata la propria opera. Dalla riunione odierna, valutando i
primi segnali, si potrà trarre la conferma o no della fondatezza di auspici positivi, essendo importante il modo
in cui il negoziato decolla, nonché la focalizzazione sui temi prioritari. Sarà essenziale che il lavoro della
delegazione alle trattative sia sostenuta dall'Associazione bancaria tutta, senza differenziazioni e tenendo
conto delle aperture che pure sono doverose in corso d'opera, perché ciò rappresenta una ulteriore garanzia
di serietà e trasparenza alla quale le organizzazioni sindacali non possono non essere interessate. Più avanti
si potrà giudicare se, in relazione all'andamento del negoziato, questo potrà o no essere assunto a esempio
di come si può realizzare un incontro di volontà tra le parti sociali pure in una fase di non ancora superata
crisi.
Foto: Alessandro Profumo
18/09/2014 18Pag. MF - Ed. nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 81
COMMENTI & ANALISI Le banche che informeranno meglio di altre sui propri rischi avranno unbel vantaggio Roberto Ruozi Per lunghissimi anni l'opinione pubblica ha considerato le banche come investimenti esenti da rischi. In
parallelo la stessa ha ritenuto che tale situazione fosse generalizzabile, come se le banche fossero tutte
uguali da questo punto di vista. L'esperienza vissuta dopo il 2007 ha ribaltato la situazione e oggi tutti sanno
(o dovrebbero sapere) che investire nelle banche, in qualsiasi forma (azioni, obbligazioni, o depositi), non è
più automaticamente e generalmente esente da rischi e che, in tale ottica, le singole banche non sono più
uguali, ma ciascuna di essa ha un proprio grado di rischio, che la distingue dalle altre. Tale rischio si
manifesta concretamente quando una banca entra in difficoltà economiche, patrimoniali e/o finanziarie, e si
pensa che possa falliree conseguentementei rischi si tramutino in perdite. Anche a questo proposito, per
lunghi anni, chi ha investito nelle banche ha in realtà corso rischi più o meno gravi, ma nel complesso non ha
subito danni. La solidarietà del sistema bancario con le banche in difficoltà, gli interventi dei fondi di tutela dei
depositi e soprattutto quelli dello Stato hanno infatti evitato il peggio, e li ha generalmente tranquillizzati la
considerazione che, specie le banche di maggiori dimensioni e i rispettivi creditori (per gli azionisti il discorso
è sempre stato diverso, come è naturale che sia per chi investe in capitale «di rischio» di tutte le specie di
imprese, comprese quelle bancarie), hanno superato difficoltà che sembravano insormontabili. Poi le cose
sono cambiate e, in occasione di numerose crisi in vari Paesi del mondo e anche dell'Unione Europa - con
per il momento solo la felice eccezione dell'Italia, che ne ha sofferto solo molto marginalmente - i rischi degli
investitori/creditori di non poche banche si sono effettivamente tramutati in danni. Gli interventi solidaristici,
quelli dei fondi di tutela e quelli dello Stato non hanno infatti potuto evitare perdite anche consistenti per i
suddetti investitori/creditori. Le disposizioni emanate in proposito dalle autorità di Bruxelles, in vigore tra
qualche mese, sanciranno questa prassi, e la soluzione della crisi non sarà più affidata alla discrezione di
questa o quella autorità nazionale o internazionale, ma sarà appunto regolata uniformemente da
provvedimenti aventi forza di legge. Si dovrà prendere atto che investire nelle banche avrà un rischio e che
questo varierà da banca a banca. L'investitore dovrà quindi essere molto più attento che in passato, e dovrà
scegliere in quale banca piazzare i suoi fondi non badando più solo alle condizioni offerte (tassi di interesse,
periodicità di percezione degli stessi, scadenze e così via) bensì alla combinazione fra tali condizioni e il
rischio dell'investimento sottostante. Mentre sulla conoscenza delle condizioni non incontrerà difficoltà, il
problema sorgerà proprio in merito alla valutazione dei rischi delle singole banche. Non sono infatti per nulla
chiare le fonti informative alle quali si potrebbe attingere per fare tali valutazioni. Certamente dal materiale
informativo oggi disponibile non si potrebbe ricavare granché. Occorrerà quindi che le banche predispongano
informazioni più adeguate a soddisfare un legittimo bisogno della clientela. La qualità di tale materiale (e
soprattutto la frequenza delle informazioni e la loro leggibilità, soprattutto per i non addetti ai lavori, che sono
la stragrande maggioranza dei clienti) sarà peraltro estremamente importante come strumento di marketing,
acquisizione e fidelizzazione della clientela. Sarà anche un non trascurabile strumento di competizione con le
altre banche e premierà quelle meno rischiose, alle quali è molto probabile che affluiranno più cospicui i
risparmi degli italiani, la cui propensione al rischio è molto bassa. Tutto ciò non s'improvviserà. Ci vorrà tempo
per attrezzarsi ma il tempo c'è, anche se non è molto. Del resto chi riuscirà a predisporre e diffondere prima
degli altri adeguate informazioni nel senso prima descritto acquisirà un vantaggio competitivo molto
interessante. Ultima considerazione. Come è facilmente comprensibile, in materia qualche banca potrebbe
anche barare. Occorrerà quindi che le autorità di vigilanza regolamentino bene e verifichino tali informazioni,
che potrebbero essere utili anche per le stesse autorità, consentendo loro di migliorare la percezione delle
difficoltà di questa o quella banca e intervenire più tempestivamente di come talvolta è accaduto in passato.
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 82
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 83
scenari economia Che succede se Putin ci toglie il gas? La Russia ha già ridotto le forniture a Polonia, Romania e Slovacchia. E potrebbe bloccarle all'Ucraina (eall'Italia). (Guido Fontanelli) I segnali non sono incoraggianti: la Polonia, la Romania, la Slovacchia hanno subito tagli alla fornitura di gas
russo. Non sarebbe nulla di grave, dicono gli esperti, se non fosse che queste riduzioni avvengono a ridosso
della crisi tra Russia e Ucraina. E gettano ombre di preoccupazione sul prossimo inverno: che accadrebbe se
Vladimir Putin, attraverso la Gazprom, bloccasse le forniture di metano a Kiev e ad altri paesi dell'Europa
dell'Est? Un'ipotesi tanto realistica da aver spinto l'Unione europea a condurre nelle scorse settimane una
serie di stress test sul proprio sistema di approvvigionamento energetico: sono stati ipotizzati alcuni scenari,
dal blocco di forniture dalla Russia nel solo mese di febbraio, il più freddo, fino a una paralisi che duri sei
mesi. Il risultato per l'Italia appare rassicurante, almeno nel caso di un blocco che duri un mese: anche se
nell'ultimo anno il gas che arriva dalla Russia (passando proprio dall'Ucraina) ha coperto circa la metà dei
nostri consumi (65 miliardi di metri cubi), le altre infrastrutture sono in grado di rimpiazzarlo con il metano che
arriva via tubo dalla Libia, dall'Algeria, dal Nord Europa, e con quello che viene acquistato in altre parti del
mondo grazie ai tre rigassificatori (impianti che ricevono il metano allo stato liquido e lo immettono nella rete
nazionale allo stato gassoso), che oggi coprono il 10 per cento della domanda. In più c'è la (modesta)
produzione nazionale e ci sono gli stoccaggi, che le società del settore accumulano in vista delle stagioni più
fredde: quest'anno sono già stati stoccati 11,2 miliardi di metri cubi di gas (il massimo è circa 12 miliardi), un
volume in grado di coprire il 40 per cento dei consumi invernali. Infine, ci sono le riserve strategiche da 4,6
miliardi di metri cubi. Però gli operatori del settore non sono tranquilli, anche perché la situazione in Libia può
cambiare da un giorno all'altro e potrebbe ridurre il flusso di gas proprio nel momento più delicato. Il comitato
emergenza gas presso il ministero dello Sviluppo, del quale fanno parte le aziende che gestiscono rete,
rigassificatori e stoccaggi, si è riunito il 25 luglio e ha in agenda un altro incontro nelle prossime settimane per
monitorare la situazione. Intanto la Snam sta lavorando per migliorare le connessioni con il Nord Europae
nella Pianura padana. Obiettivo: non farci passare l'inverno al freddo. © riproduzione riservata stress test il
nostro paese è in grado di resistere alla crisi Vladimir Putin 65 miliardi di metri cubi Il consumo di gas da parte
dell'Italia nel 2014: quasi la metà è arrivato dalla Russia.
18/09/2014 21Pag. Panorama - N.39 - 24 settembre 2014(diffusione:446553, tiratura:561533)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 84
scenari economia Un taglio allunga la vita (delle navi) Msc ha affidato a Fincantieri la spettacolare operazione di ingrandimento. Una boccata d'ossigeno per icantieri palermitani. Per molti anni il settore italiano della cantieristica non ha conosciuto che crisi. Adesso per il comparto è
iniziata una seconda vita che porterà posti di lavoro e ridarà un po' di fiato a tutta l'economia del Paese. La
spinta arriva dal boom che il settore delle crociere sta vivendo in tutto il mondo e a cui l'Italia si sta
agganciando grazie a competenze d'eccellenza ed esperienze tecnico-ingegneristiche d'avanguardia.
Fincantieri, leader mondiale nella costruzione di navi per i grandi viaggi, è in prima linea in questa nuova
rinascita. Il colosso della cantieristica, fresco della quotazione a Piazza Affari, in pochi mesi ha conquistato
una serie di ordini miliardari che faranno bene anche a città storicamente legate alla costruzione di navi: da
Monfalcone ad Ancona, a Genova, fino a Palermo. E proprio da Palermo arriva un segno di grande vitalità:
qui mercoledì 10 settembre c'è stato il varo di «Rinascimento», lo spettacolare programma di Msc Crociere
che prevede l'allungamento di quattro maxinavi del gruppo. Nei cantieri palermitani, ritornati per l'occasione a
lavorare a pieno ritmo, è andato in scena il primo dei quattro lavori di restyling. In sei giorni, la nave Armonia
è stata tagliata in due da un'incisione millimetrica nonostante la sua stazza da 60 mila tonnellate e una
lunghezza di 251 metri per 2.200 passeggeri. Poi il troncone di prua e quello di poppa sono stati allontanati
per poterci inserire un troncone tutto nuovo della lunghezza di 24 metri (2.200 tonnellate) che permetterà di
aumentare del 25 per cento la capienza con quasi 200 cabine in più ma anche uno spazio per i più piccoli
targato Chicco, una biblioteca e acquapark rinnovati. Un'operazione da record per le dimensioni delle navi e
perché avviene per la prima volta a secco. In poco tempo Armonia sarà pronta per solcare i mari: il viaggio
inaugurale è previsto in novembre, con partenza da Genova in direzione Canarie. Per Fincantieri l'operazione
Rinascimento vale 200 milioni di euro ma già sta attirando l'interesse dei grandi nomi internazionali della
crocieristica. Il settore si sfida su nuovi servizi per i quali è necessario creare spazi adeguati. Molti grandi
gruppi internazionali si stanno già facendo avanti. Il programma Rinascimento non è l'unico che lega
Fincantieri a Msc. In arrivo c'è già la costruzione di due meganavi, le più grandi mai costruite dal gruppo di
Trieste (una terza è in opzione). La commessa stavolta vale 2,1 miliardi ma con l'indotto può arrivare fino a 8.
Una vera occasione di rinascita del Paese. (Sandra Riccio) © riproduzione riservata
anche il made in italy scopre il bello della crociera Il bello della CroCIera Al made in Italy piace la crociera.
Per i marchi italiani, le grandi navi da viaggio sono sempre di più una vetrinaa cui puntare per farsi conoscere
in giro per il mondo. A bordo di Msc c'è già spazio per il fitness targato Technogym, per l'angolo dei giochi
Chicco, fino alle coccole dei cuscini Dorelan. Il gusto poi è accontentato con le eccellenze del cioccolato
Venchi, ma ci sono anche degustazioni di Amarone, di Prosecco e di Pinot nero della cantina Aneri. Per
arrivare fino all'alta ristorazione di Eataly che dalla scorsa estate solca i mari dei Caraibi. Sono solo alcuni dei
grandi nomi che vanno in crociera. In vista c'è già l'apertura a nuovi ingressi e Msc prevede un incremento
degli spazi dedicati. I clienti non mancano: nel 2014 le 12 navi del gruppo Msc avranno ospitato ben 1,7
milioni di passeggeri.
Foto: 251
Foto: La nava Armonia era lunga
Foto: metri.
Foto: La Msc Armonia è arrivata a Palermo il 31 agosto: ad attenderla c'era la sezione centrale giunta nei
giorni precedenti. Nel bacino di carenaggio sono iniziati subito i lavori per tagliare verticalmente in due lo
scafo da 60 mila tonnellate.
Foto: Con l'intervento, verrà allungata fino a 275 metri. I lavori a Palermo dureranno circa 11 settimane: nel
corso dei due mesi e mezzo di permanenza in Sicilia il team Fincantieri procederà con l'inserimento nella
nave del blocco di 24 metri di prefabbricato, contenente 194 cabine.
18/09/2014 22Pag. Panorama - N.39 - 24 settembre 2014(diffusione:446553, tiratura:561533)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 85
copertina Tutti i lavori che hanno un futuro (e quelli che svaniranno) Professioni che resistono e quelle che svaniranno: la percentule indica il rischio di diventare obsoleti (fonte:roland berger). Consulenti fiscali, agenti trasporto merci, tecnici in scienze agrarie. Ma anche croupier, riparatori di biciclette,
archivisti. Se appartenete a una di queste categorie, attenti: nei prossimi dieci anni è probabile che il vostro
posto di lavoro svanirà. O, se andrà bene, non vedrete aumenti di stipendio decenti. Se invece siete direttore
delle risorse umane, dentista, ingegnere meccanico o psicoterapeuta, la vostra poltrona è al sicuro. E se
vostro figlio vi dirà che vuole diventare coreografo, prima di mettervi le mani nei capelli sappiate che potrebbe
essere una professione sicura e di successo. Come facciamo a saperlo? Grazie a un viaggio nel futuro del
mondo del lavoro che ha intrapreso la società di consulenza tedesca Roland Berger, una delle più importanti
al mondo. Il think tank interno alla società, il Roland Berger Institute, ha condotto un'indagine in Francia e una
in Italia (in esclusiva per Panorama) con l'obiettivo di scoprire quali professioni rischiano di essere travolte
dalle nuove tecnologie e quali invece sono più al sicuro. Innovazioni come il web, l'intelligenza artificiale, la
disponibilità a poco prezzo di un'immensa mole di dati permettono infattia poche persone di svolgere più
compitie rendono obsolete funzioni di routine. Così tanti lavori sono destinati a scomparire mentre altri
resteranno necessari. I ricercatori della Roland Berger hanno individuato oltre 600 professioni diverse diffuse
in Europa (che non coincidono con le categorie contrattuali italiane) e a ognuna è stata assegnata una
percentuale: più alto è questo numero, maggiore è l'impatto negativo che la tecnologia avrà su quel
particolare mestiere. «Naturalmente l'impatto dipende dalla velocità con cui ciascun paese adotterà le nuove
tecnologie» mette le mani avanti Roberto Crapelli, amministratore delegato della Roland Berger Italia e da
oltre 30 anni attivo nella consulenza internazionale. «Le faccio un esempio concreto: già oggi alcune attività
che svolge un infermiere in ospedale possono essere affidate a un robot. Ma se il sistema sociale si rifiuta di
adottare questa tecnologia, il cambiamento si sposta più avanti nel tempo». Che cosa emerge dall'indagine?
«A grandi linee, avranno un futuro i mestieri legati al tempo libero e alla cura delle persone, e le attività
impiegatizie superiori dove si decide e si gestisce» dice Crapelli. «Mentre sono più in pericoloi lavori
impiegatizi intermedi, i contabili, i mestieri legati ai trasporti, alla meccanica, al mondo delle costruzioni,
grazie al crescente uso di strutture modulari e standardizzate». La sintesi di questa analisiè rappresentata qui
sopra, con il grafico che mostra, settore per settore, la probabilità di essere più o meno colpiti
dall'automazione: per i servizi sociali, per le professioni sanitarie superiori, per l'istruzione, per i
programmatori il cambiamento sarà meno brusco; mentre chi svolge funzioni amministrative e contabili e chi
lavora nei settori della trasformazione alimentare o nell'agricoltura, soffrirà di più per l'avvento delle nuove
tecnologie. Tra le sorprese, la probabile scomparsa della manicure, sostituita da una macchina, e la tenuta
invece dei mestieri legati allo spettacolo. Resta però un grande dubbio: internet e la digitalizzazione
dell'economia distruggono più posti di lavoro di quanti ne creano di nuovi? Erik Brynjolfsson e Andrew
McAfee della Sloan school of management del Mit di Boston sostengono che è così: i due ricercatori hanno
scoperto che fino al 2000 nell'economia veniva rispettata la classica regola secondo cui l'aumento di
produttività provocato dalle nuove tecnologie produce nuova ricchezza che alimentaa sua volta nuova attività
economica e quindi crea occupazione. Ma dal 2000 il meccanismo siè inceppato, almeno negli Stati Uniti: la
curva della produttività cresce a ritmi impetuosi, mentre quella dell'occupazione si affloscia e le due linee
divergono in modo preoccupante. Secondo un'analisi di Andrew Cates, economista dell'Ubs, la crescente
dematerializzazione dei beni sta riducendo la produzione di oggetti di consumo: «Analizzando i dati
sull'economia americana, risulta evidente che, dalla comparsa di internet nella metà degli Anni 90, i volumi di
spesa hanno inciso sempre meno sulla produttività. La produzione industriale, del resto, ha subito una
contrazione significativa anche nel Regno Unito, sia in termini assoluti che di creazione di beni capitali. La
diffusione di device elettronici e tecnologie di consumo ha acuito questo trend». Crapelli non è così
18/09/2014 48Pag. Panorama - N.39 - 24 settembre 2014(diffusione:446553, tiratura:561533)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 86
pessimista: «Nella mia esperienza tutte le rivoluzioni tecnologiche hanno aumentato i posti di lavoro. La
robotica ha reso inutili gli operai che saldavano i pezzi di un'auto, ma ha fatto aumentare la produzione di
veicoli e ha fatto nascere le fabbriche che costruiscono i robot. E se la parte più noiosa di quello che fa un
contabile non sarà più necessaria, lui potrà diventare un consulente che ottimizza le spese aziendali. E poi va
tenuto conto che in futuro saranno importanti i mestieri ad alto contenuto artigianale: l'Italia qui ha ancora
molto da dire». © riproduzione riservata
allevatore
95%chirurgo
0%responsabile antincendi
0%croupier
96%archivista
76%animatore
1%insegnante
1%riparatore orologi
99%fattorino
98%dentista
0%microbiologo
1%ingegnere
2%operatore raDio
98%coreografo
0%Direttore Di sala
97%formatore
1%Usciere
96%stilista
0%tecnico nucleare
85%psicoterapeUta
0%
18/09/2014 48Pag. Panorama - N.39 - 24 settembre 2014(diffusione:446553, tiratura:561533)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 87
la gara tra uomini e hi-tech Settore per settore, quali aree saranno meno colpite da internet e dalla
meccanizzazione e quali invece ne subiranno di più l'impatto. La percentuale indica gli occupati più o meno a
rischio: per esempio, nell'istruzione l'85 per cento dei lavoratori non è in pericolo.
Servizi sociali Ingegneria Ricerca Sorveglianza Programmatori Istruzione Professioni sanitarie superiori Top
management edirigenti Professioni sportive eartistiche
Management Trasporti Agricoltura Costruzioni Professioni giuridiche Altre professioni sanitarie Servizi alla
persona Commercio edistribuzione Settori meccanici elettrici ed elettronici Funzioni amministrative econtabili
Industria della trasformazione Servizi alimentari
18/09/2014 48Pag. Panorama - N.39 - 24 settembre 2014(diffusione:446553, tiratura:561533)
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/09/2014 88
C'era una volta Cindia. Summit Modi-Xi tra frenata economica e tensioni politiche Vertice tra India e Cina per rilanciare la crescita LA COOPERAZIONE Il presidente cinese mette sul tavolo 6,8 miliardi di dollari per la realizzazione di dueparchi industriali Siglati accordi tra imprese Gianluca Di Donfrancesco Un nuovo inizio per restituire alla stella di Cindia lo splendore perduto: il vertice di New Delhi, fra il padrone di
casa Narendra Modi e il presidente cinese Xi Jinping, arriva in una fase particolare per le due potenze
asiatiche, alle prese entrambe con un'economia in frenata, guidate da leadership più o meno nuove e
impegnate in un programma di profondo cambiamento economico e sociale.
La favola di Cindia, quella che vedeva New Delhi e Pechino scalare inesorabilmente le classifiche mondiali
dello sviluppo, ha perso molto dello smalto che aveva fino a qualche anno fa, quando il prodotto interno lordo
cinese cresceva con tassi a due cifre e quello indiano seguiva a ruota, portando le due potenze a triplicare la
propria quota del Pil globale, con l'India più o meno alla pari del Giappone (a parità del potere d'acquisto) e la
Cina in procinto di superare gli Stati Uniti.
Oggi però, se Pechino rischia di non centrare nemmeno l'obiettivo di crescita del 7,5% fissato dal Governo (e
sarebbe davvero clamoroso), New Delhi è messa anche peggio e di certo tra le due potenze è quella che
delude di più: con un potenziale economico e demografico enorme, l'India è la promessa mancata degli ultimi
15 anni.
Tra squilibri e disuguaglianze, dal 2000 Pechino è riuscita a sottrarre decine di milioni di cinesi dalla povertà.
L'India resta invece con oltre 840 milioni di persone che vivono con 2 dollari al giorno: numeri che ne fanno il
Paese a più alta concentrazione di diseredati al mondo. Malgrado la crescita della sua classe media, se New
Delhi non riuscirà a includere i poveri nel processo di sviluppo, come nonostante tutto ha fatto Pechino,
rimarrà bloccata in quella che gli economisti chiamano la trappola del reddito-medio, non riuscirà cioè a fare
quel balzo di qualità che serve per raggiungere le fila dei Paesi benestanti, con buona pace delle dimensioni
complessive del Pil.
Con il cambio di regime sancito dalle recenti elezioni di maggio, il compito di rilanciare il Paese è ora sulle
spalle del leader nazionalista indù Modi. Finora però il suo Governo non ha dato quel segnale di svolta che la
comunità degli investitori, locali e internazionali, si aspettava.
Una forte partnership tra le due economie potrebbe allora aiutare entrambe. Le imprese cinesi stanno
progressivamente perdendo il vantaggio competitivo determinato dai bassi salari della manodopera e in India
potrebbero trovare un hub dove produrre a costi più contenuti. Da parte sua, New Delhi ha bisogno di robusti
investimenti esteri per sviluppare la propria industria, che non è mai riuscita a crescere fino a diventare un
polo manifatturiero.
Di questo Xi e Modi discuteranno fino a domani. Il presidente cinese ha cominciato ieri il tour del Paese
accolto da Modi nel suo Gujarat, dove è arrivato pronto a mettere sul tavolo 6,8 miliardi di dollari di
investimenti per realizzare due parchi industriali, uno proprio nello Stato del primo ministro, l'altro nel
Maharashtra. Le società al seguito di Xi, una trentina, già ieri hanno siglato accordi per 3,4 miliardi con le
controparti indiane. Altre intese sono attese nelle prossime ore.
New Delhi conta molto su questi investimenti per emulare il potente vicino, anche se fino a pochi anni fa
sognava addirittura di superarlo. Le cifre in ballo sono già un bel balzo rispetto agli appena 410 milioni di
dollari che la Cina ha investito in India tra aprile del 2000 e giugno del 2014. Ma dalla sua visita in Giappone
di inizio mese, Modi è tornato in patria con la promessa di investimenti pubblici e privati per 35 miliardi di
dollari.
Altro dossier è quello dei rapporti commerciali, fortemente sbilanciati a favore della Cina, le cui esportazioni
in India, l'anno scorso, hanno raggiunto quota 51 miliardi di dollari su un interscambio complessivo di 66
18/09/2014 30Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/09/2014 90
miliardi. Ottenere accesso al mercato cinese è determinante per ridurre il profondo deficit commerciale
indiano.
Una vera svolta nelle relazioni economiche tra i due Paesi, però, può difficilmente prescindere dalla
composizione della disputa territoriale sul confine himalyano (al centro di un conflitto bellico nel 1962).
Anche in questo caso, il vertice tra Modi e Xi arriva in una fase particolare: la tensione con il Vietnam sulle
isole Paracelso mostra una Cina sempre più aggressiva, al punto da diventare una minaccia alla stabilità
della regione e da spingere proprio l'India a rafforzare la cooperazione con il Giappone per la sicurezza.
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Foto: Ide tra il 2000 e il 2014, mld di $
Foto: - Fonte: Governo indiano
18/09/2014 30Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/09/2014 91
Holding. La transazione chiusa a 1,75 euro per azione ridisegna l'azionariato della finanziaria Tassara cede il 15% di Mittel all'imprenditore Stocchi L'operazione ha ricevuto il benestare degli altri soci Laura Galvagni Franco Stocchi diventa il primo azionista singolo di Mittel. Nella prima mattinata di ieri la Carlo Tassara ha
venduto il 15,3% della finanziaria, pari a 13.493.479 di azioni, a Blue Fashion Group, holding del gruppo
Stocchi. La transazione si è chiusa a un prezzo di 1,75 euro a titolo per un controvalore complessivo di 23,6
milioni, decisamente superiore alle quotazioni di Borsa considerato che il titolo Mittel ieri ha chiuso a 1,52
euro, ma in linea con le valutazioni degli analisti. Equita per esempio ha un target price di 2 euro e ha
calcolato un nav di 2,6 euro per azione. Il prezzo, in ogni caso, è pari al valore di carico della Tassara e
consente alla società di proseguire nel piano di cessione delle attività detenute in società quotate e non
quotate, nazionali e internazionali, con la contestuale riduzione del proprio indebitamento bancario.
L'esecuzione dell'accordo è prevista entro il 29 settembre e una volta formalizzata l'intesa, quest'ultima
ridisegnerà completamente l'assetto azionario della storica holding di partecipazioni. Ciò che conta, in questa
operazione, evidentemente non è il valore economico ma piuttosto il significato simbolico della transazione,
definita dalle parti «amichevole». Non foss'altro perché Blue Fashion Group e Mittel sono anche vicine di
casa, entrambe hanno sede in Piazza Diaz, nello stesso palazzo dove lavora anche la Corporate Value di
Marco Colacicco, advisor della famiglia Stocchi fin dai tempi in cui gli imprenditori di Urbania cedettero a due
fondi di private equity il marchio Jeckerson per 140 milioni.
L'aggettivo «amichevole», in verità, sembra implicare che la transazione ha ricevuto il benestare degli altri
azionisti di Mittel. E non potrebbe essere altrimenti visto che, con l'uscita della Tassara, è Stocchi il primo
azionista singolo del gruppo. Seguito a stretto giro dal 10,9% in mano alla Fondazione Cassa di Risparmio di
Trento e Rovereto, all'8,8% dell'Istituto Atesino di Sviluppo, braccio finanziario della Curia trentina. Una
matrice cattolica che trova la sua sponda anche nel 3,75% detenuto dall'Opera Educazione Cristiana tramite
la bresciana La Scuola Spa.
Una platea di azionisti «forti» che nel passato ha sempre avuto come referente l'81enne Giovanni Bazoli.
Almeno fino a quando il 26 aprile del 2012 il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo non
ha ceduto lo scettro della presidenza. Il testimone è stato raccolto da Franco Dalla Sega, chiamato negli
ultimi anni a ricoprire l'incarico di segretario del cds di Ca' de Sass e divenuto per il Vaticano super-
consulente dell'Apsa.
Proprio Dalla Sega ieri in serata ha commentato così il cambio nell'assetto azionario di Mittel: «L'ingresso di
un importante gruppo industriale privato è un'ottima notizia per Mittel. La caratura del nuovo socio di
maggioranza relativa, il carattere amichevole dell'operazione e la evidente condivisione degli obiettivi
strategici con i principali soci storici lasciano presagire che Mittel potrà tornare in tempi ristretti alla sua
originaria missione di investimenti diretti in aziende di medie-grandi dimensioni ad alto potenziale di sviluppo
e di fornitore specializzato di servizi alle imprese».
L'ingresso di Stocchi, quindi, coincide con la definizione di un nuovo disegno strategico che, come impronta,
punta a trasformare Mittel in uno strumento utile alla crescita di piccole e medie imprese. Complice il fatto,
forse, che Stocchi è abituato a frequentare proprio l'impresa, quella radicata sul territorio. Nonostante la
cessione del marchio Jeckerson, Blue Fashion Group ha infatti continuato a lavorare nel settore tessile
diventando leader europeo nella produzione di pantaloni per conto terzi.
Quello che un tempo era considerato il «salotto buono» della finanza cattolica, dunque, sembra voler
dismettere i panni di holding orientata a raccogliere partecipazioni «sensibili» per rivolgersi all'economia
reale.
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18/09/2014 37Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/09/2014 92
35,341% Flottante 17,415% Azioni proprio Mittel 15,350% Franco Stocchi 10,903% Fond. Cassa Risparmio
Trento/Rovereto 8,822% Istituto Atesino di Sviluppo 3,754% Opera Educazione Cristiana 3,438% Manuli
Realtor 2,968% Borghesi Arnaldo 2,009% Ge Capital Interbanca L'AZIONARIATO I NUMERI Dati in milioni
Ricavi Margine operativo Risultato operativo Utile netto 41,6 11,7 2,6 4,3 43,5 1,3 -15,8 -15,7
Foto: - Fonte: eleborazione Il Sole 24 Ore
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/09/2014 93
La crisi russa ci costa oltre mezzo miliardo Ue e Usa sostengono l'export: +1,1% Da Ups una fotografia di oltre 8.000 aziende europee medio grandi Lamaggior parte preferisce non uscire dai confini Ue ANDREA D'AGOSTINO Esportazioni e importazioni in calo a luglio per una bilancia commerciale che chiude il mese con un saldo
positivo per 6,9 miliardi di euro. In particolare, rileva l'Istat, l'export ha segnato un calo dell'1,6% rispetto al
mese precedente, mentre l'import ha registrato una contrazione del 2,5%. La diminuzione congiunturale
dell'export - che sale invece dell'1,1% (e lo fa per l'ottavo mese consecutivo) su base tendenziale - spiega
l'istituto di statistica, è determinata principalmente dalla contrazione delle vendite verso i mercati Ue (-2,7%).
Sui mercati europei Germania, Spagna e Regno Unito hanno tirato in ogni caso a luglio la volata del made in
Italy, compensando la brusca frenata francese, tanto che la crescita del mese è del 2,5% e quasi del 4% da
inizio anno. In generale pesa la crisi Russa: verso Mosca il calo dell'export è del 6,8% e sale a 8 punti da
inizio anno. Tradotto in valori assoluti, significa oltre mezzo miliardo di vendite in meno per le imprese
italiane. Bene l'export in Usa. e Piccole e medie imprese sono il motore economico dell'Italia. Ma non solo.
Anche in Europa svolgono un ruolo importantissimo, a partire dal fatto che generano due terzi di posti di
lavoro del settore privato. Lo rivela una ricerca di Ups diffusa pochi giorni fa, secondo la quale nel 2012 le
Pmi hanno generato 3,39 trilioni di euro, pari al 30% dell'intero Prodotto interno lordo Ue. Fondata nel 1907
negli Stati Uniti come società di recapito messaggi, Ups oggi è una fornitore globale di servizi specializzati di
trasporto, logistica, capitale ed ecommerce. La ricerca è stata condotta su 8.144 piccole e medie aziende di
sette Paesi europei - Regno Unito, Germania, Italia, Paesi Bassi, Francia, Polonia e Belgio fino a un massimo
di 250 dipendenti, nei settori automotive, salute, high tech, industria e retail: obiettivo, scoprire come hanno
iniziato ad esportare e quali ostacoli hanno incontrato. Un primo risultato emerso è che l'export può costituire
una sorta di "cuscinetto" in tempo di crisi, se non addirittura uno strumento con cui incrementare il giro
d'affari. La maggior parte delle spedizioni dei prodotti è rivolta a clienti nazionali o comunque all'interno
dell'area Ue (nel 97% dei casi), compresi quei mercati limitrofi geograficamente come Russia, Svizzera o
Turchia. Il desiderio di esportare altrove è frenato più che altro dal timore che le merci possano essere
smarrite o danneggiate, o dalla carenza di informazioni su come gestire le procedure e le normative. E
quando comunque si avventurano oltre le "Colonne d'Ercole", le mete privilegiate sono sempre le stesse,
ovvero i mercati più promettenti: Nordamerica (Stati Uniti per il 53% delle Pmi) e Cina (47%). Negli anni
peggiori della crisi - tra 2010 e 2012 - le Pmi che hanno esportato fuori dalla Ue hanno visto mantenere
stabile, se non crescere, il proprio fatturato: nella quasi totalità dei casi in Francia (98%) Germania (95%) e
Regno Unito (94%), in percentuale inferiore in Italia (51%). Rischi e ostacoli, ovviamente non mancano:
sicurezza nei trasporti per quanto riguarda l'export tradizionale, e sicurezza online ("phishing", come il furto
dei dati sensibili degli acquirenti), sono le principali preoccupazioni delle Pmi; nei settori auto motive,
industriale e retail, è invece la concorrenza locale ad impensierire di più, mentre per quelle sanitarie sono
normative e procedure a creare maggiori timori (cosa facilmente comprensibile se si pensa al commercio di
farmaci e prodotti chimici). Un dato di forte attualità, ovvero il Partenariato transatlantico tra Europa e Usa per
il commercio e gli investimenti (Ttip, ancora in corso), è ancora poco conosciuto dalle aziende: solo il 21% dei
titolari intervistati ha dichiarato di saperne qualcosa, e sono gli esportatori tedeschi i più informati (il 47% ha
dichiarato di conoscerlo, pur non essendo certo dell'impatto che avrà). Ma soprattutto, conclude la ricerca, gli
ostacoli più grossi possono essere superati sia con l'aiuto dei grandi gruppi industriali, sia con la
collaborazione tra governi e accordi commerciali internazionali. Anche se purtroppo - vedi la battaglia delle
sanzioni con la Russia - si sta rischiando di fare un grosso passo indietro nelle esportazioni.
Il commercio estero Dati di luglio 2014 rispetto a giugno 2014 rispetto a luglio 2013 importazioni
esportazioni saldo export-import (in miliardi di euro) luglio 2013 luglio 2014 verso Paesi Ue verso Paesi extra
18/09/2014 21Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/09/2014 94
Ue 6,9 6,0 3,3 3,5 +1,1% -1,6% -1,4% -2,5%
18/09/2014 21Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/09/2014 95
Rinnovato accordo con Federlegno UniCredit, fondi per le pmi UniCredit e FederlegnoArredo hanno rinnovato l'accordo per fornire alle imprese associate «strumenti in
grado di aumentarne la competitività e sostenerle nello sviluppo del business sul mercato italiano». Il nuovo
accordo è rivolto alle imprese attive nel settore «contract alberghiero e ricettività» ed è finalizzato a offrire alle
pmi clienti delle aziende associate a FederlegnoArredo che aderiranno alla iniziativa, soluzioni di
finanziamento specifiche a tasso zero per l'acquisto di prodotti o servizi forniti da queste ultime. Grazie
all'accordo, le pmi clienti «potranno accedere a finanziamenti a tasso zero sino a 5 anni, per l'acquisto di
strutture, finiture e arredi da parte di esercizi alberghieri, ristoranti, negozi e ambienti collettivi vari». Per
l'avvio di questa nuova iniziativa, Unicredit mette a disposizione un plafond di 50 mln per il periodo 2014-
2016. «Ultima in ordine di tempo», ha spiegato Alberto Giovannelli, responsabile Corporate sales &
management di Unicredit, «l'iniziativa si inserisce nel più ampio percorso di partnership avviato da 2 anni con
FederlegnoArredo. Con questo nuovo prodotto vogliamo supportare le vendite delle aziende produttrici e allo
stesso tempo anche le pmi acquirenti con finanziamenti convenienti». L'accordo «conferma l`impegno della
federazione nel favorire politiche di sviluppo per le imprese associate mediante lo studio di strumenti di
credito snelli ed effi caci», ha aggiunto Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo. © Riproduzione
riservata
18/09/2014 34Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)
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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/09/2014 96
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