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Cecilia e l’amore per Marco
C’era una volta in un bosco lontano, un castello dove viveva
una principessa. Questa principessa si chiamava Cecilia e
viveva felice con il principe Marco, la serva Erica e il cane
Tobia. Tobia era un cane speciale, era un cane parlante. Un
giorno il principe era in giardino a raccogliere un mazzo di fiori
da regalare alla principessa ma in uno dei fiori, che aveva
raccolto, viveva un folletto. Il folletto per vendicarsi lo
trasformò in una piccola lucciola. Quando scese la notte, la
principessa, preoccupata per la lunga assenza di Marco, si
affacciò alla finestra e al chiaro della luna vide dei fiori
strappati. Uscendo dal castello e avvicinandosi ai fiori vide una
lucciola che faceva molta luce. Cecilia, incuriosita, si abbassò
per guardare meglio e si accorse che la lucciola aveva in testa
la corona del principe Marco. La principessa era accompagnata
dal cane Tobia che, fiutando la lucciola, riconobbe l’odore del
principe e disse a Cecilia: -Questa lucciola è il principe-.
Mentre il cane parlava con la principessa, comparve il folletto,
che, ancora arrabbiato per aver perduto la casa e non sapendo
chi fosse quella fanciulla, le raccontò quello che era successo.
La principessa disperata si mise a piangere e corse verso il
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castello. Erica, la serva, vedendola in quello stato, le chiese:-
Perché piangi?- e Cecilia raccontò tutto. Erica, che era brutta e
da sempre innamorata di Marco, andò in giardino per cercare
di scoprire come spezzare l’incantesimo ed avere l’amore del
principe. Erica trovò il folletto, che stava cercando di costruire
la sua casa, e premurosamente si offrì di aiutarlo. Mentre lo
aiutava gli chiese:- Cosa è successo?- Il folletto le raccontò
tutto ed indicò la lucciola che piangeva. Erica, mostrandosi
interessata alla storia, chiese al folletto: -Si può spezzare
l’incantesimo?- Il folletto le rispose: - L’incantesimo si
spezzerà se una fanciulla buona e innamorata sarà disposta a
correre dei rischi.- Ed Erica: - Ma cosa deve fare?- Il folletto
aggiunse: -La ragazza deve trovare l’erba magica che cresce
dentro la grotta dell’orso gigante; strappare il pelo d’oro al
drago, che vive sulla montagna di Oste e catturare il pesce con
tre occhi che vive nel lago incantato.- Tobia, che era nascosto
tra i cespugli, ascoltò tutto e raccontò tutto a Cecilia. Cecilia si
mise in cammino e lungo la strada incontrò Erica. La
principessa, fingendo di volerla aiutare, l’accompagnò. Così si
misero in cammino. Camminando incontrarono un lupo che si
lamentava ed Erica gli chiese: - Cos’hai?- Il lupo le rispose: -
Aiutami! Ho una spina nella zampa e non posso camminare!-
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Erica gli disse: - Arrangiati-. Camminando arrivarono nella
Grotta dell’Orso e incominciarono a cercare l’erba. Nell’angolo
della grotta luccicava un oggetto. Era l’erba, la presero e se ne
andarono. Camminando arrivarono nella Grotta del Drago.
Allora Erica spaventata scappò via, ma Cecilia trovò una
piuma, la strofinò sulla pancia del drago, salì sulla sua schiena
e prese i peli d’oro. Camminando arrivò in un fiume magico.
Cecilia prese alcuni rami e costruì un retino per prendere il
pesce e dopo un po’ riuscì a prenderlo. Tornò al castello e
diede i doni al folletto. Il folletto, allora, prese un calderone
piccolo piccolo dalla tasca, disse una formula magica: “Abra,
cadrabra diventa e inventa la mia volontà” e lo fece diventare
grande. Poi preparò la pozione e la fece bere al principe. Il
principe ritornò ad essere un bellissimo ragazzo, così la
principessa e il principe vissero per sempre felici e contenti.
Sabrina Zuccaro
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Il principe e il folletto magico C’era una volta il principe Harry che viveva in un grande
castello fatato.
Un giorno, mentre andava in camera sua, le scale gli giocarono
un brutto scherzo,cambiarono direzione e lo portarono in una
stanza del castello ancora a lui sconosciuta. Lì vide un folletto
magico, che gli disse : -Posso fare qualcosa per te?- Il principe
rispose: - Io vorrei uscire da questa stanza e vorrei anche una
principessa che stia con me per tutta la vita. Il folletto rispose:
- Si, io ti aiuterò. Posso fare, però, magie solo sugli altri.
Potresti, pertanto, portarmi nel bosco dove ci sono i miei amici
folletti?- Il principe rispose: -Certamente!Ti porterò nel bosco!-
Nel bosco, il principe ed il folletto si misero a cercare, ma non
trovarono nessuno. Allora andarono dagli uccellini e chiesero
loro: Sapete dove sono i miei amici folletti?- Gli uccellini
risposero: -Si trovano nella capanna della strega, seguiteci!-
Appena arrivati alla capanna, gli uccellini beffeggiarono la
strega per distrarla, così il folletto, insieme al principe ,riuscì a
liberare i suoi amici. La strega se ne accorse, ma fu fermata
ancora una volta dagli uccellini, che la beccarono così tante
volte da farla cadere. Il folletto disse al principe: - Da oggi in
poi non sei più al sicuro. Ti passerò, quindi,buona parte dei
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miei poteri. Purtroppo, però, per far si che possa darti i miei
poteri, dovrai superare una prova. Dovrai riuscire a trovare
l’incantesimo “gommosus”, che si trova in cima a una
montagna, grazie al quale il corpo si può allungare fino a
raggiungere,ad esempio, la cima di un albero; e l’incantesimo
“incendium”, che si trova in una collina lontana da qui, il quale
consente di trasformarsi in una torcia umana, così da essere
inavvicinabile-. Il principe, allora, cercò di trovare gli
incantesimi. Non fu facile raggiungere la vetta della montagna
perché i piedi di Harry affondavano nel terreno denso ed
appiccicoso come il vischio. In suo soccorso arrivarono, però,
gli uccellini che, lanciandogli dall’alto una fune, lo tirarono su
facendolo arrivare in cima alla montagna. Il principe riuscì così
a superare la prova.
L’incantesimo “Incendium”, invece, si trovava in una collina
custodita da un drago sputa-fuoco. Harry riuscì a sconfiggerlo
con la sua spada tagliandogli la testa. Il principe, così, riuscì a
portare gli incantesimi al folletto e a ottenere i poteri magici.
Harry tornò al castello molto contento perché sapeva che
adesso era al sicuro ed anche perché c’era una bellissima
principessa ad attenderlo, con la quale visse per sempre felice
e contento. Davide LoVerde
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La comunità di gnomi C’era una volta, in un sottobosco, una piccola comunità di
gnomi. Il sottobosco era fittissimo. Vi erano felci di tutte le
specie, fiori profumati e colorati come il mughetto, il
gelsomino, la violetta e tanti funghi dove gli gnomi scavavano
le loro casette. Ogni gnomo aveva il proprio compito:il lavoro
del fabbro, quello del giardiniere, il panettiere… A capo di
questa comunità vi erano il capo supremo Nostromus, uno
gnomo molto sapiente che garantiva la pace nella sua
comunità. Egli aveva imposto un’importante regola: quella di
non superare il fiume, poiché dall’altro lato sorgeva la foresta
nera che racchiudeva molti pericoli. Tra gli gnomi vi era Alfred,
un ragazzo dai mille sorrisi, con gli occhi verdi e i capelli color
corvino. Alfred era fidanzato con Lilà, la più bella gnometta del
villaggio, con lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. Ma
Alfred non era l’unico ad essere innamorato di lei, poiché
Damon, suo amico, provava un forte interesse per lei. Non
potendo più sostenere questa situazione di tensione, che si
era creata con l’amico, Alfred decise di sfidarlo in una gara
sulle sponde del fiume, all’insaputa di Nostromus. Chi fosse
caduto per primo dentro il fiume avrebbe perso e il vincitore
avrebbe sposato Lilà. La lotta durò ore ed ore poiché entrambi
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erano molto forti ma, approfittando di un momento di
distrazione, Damon spinse Alfred nel fiume, conquistando la
vittoria. Quando Nostromus venne a conoscenza della gara, si
arrabbiò molto con Alfred e gli disse: -Alfred, giovane
temerario, che hai osato infrangere la sacra regola , sarai
bandito per sempre dal nostro regno-. Poi si allontanò con
Damon chiamandolo ‘figliolo coraggioso’. Lilà, allora, in
lacrime, andò da Nostromus e gli spiegò il vero motivo della
lotta e dell’ infrazione di Alfred, causata dalla scorrettezza di
Damon. Gli confessò, inoltre, tutto il suo amore per Alfred.
Nostromus, che aveva un cuore d’oro nonostante il suo
aspetto burbero, li perdonò e raccomandò loro:-Giovani cari,
l’amore spinge gli innamorati a compiere atti sconsiderati ed
io per questo vi perdono ma non fate mai più una simile
sciocchezza che può mettere in pericolo la sicurezza di tutta la
nostra comunità.- Concluse, poi con tono addolorato,
rivolgendosi a Damon: -Tu, invece, che ti sei dimostrato falso e
scorretto sarai allontanato per dieci lunghi anni dalla nostra
comunità.- Qualche mese dopo si celebrarono le nozze tra Lilà
e Alfred. Il ricevimento si tenne nella grande casa del capo
supremo che per l’occasione era stata addobbata con fiori
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profumati e festoni. Alfred e Lilà furono uniti da un “TI AMO” e
vissero per sempre felici e contenti.
Rachele Lanza
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L’orto di Greg
C’era una volta un contadino di nome Greg, che viveva in un
paese chiamato “Il paese incantato”. Greg era molto ricco
perché il suo orto aveva centinaia di piante. Un giorno, una
strega maligna, che odiava il contadino per via del suo
benessere, fece un incantesimo all’orto di Greg:tutte le piante
sparirono. Greg piangeva e piangeva anche perché era
diventato povero. Un giorno stava cercando aiuto e trovò un
saggio. Greg gli raccontò tutto e il saggio rispose: - Caro Greg,
per far ricrescere le tue piante, devi prendere una pozione
magica, che si trova nel villaggio più antico, Piantopoli, il
villaggio dove vivono tutte le piante. La pozione si trova in una
buca molto nascosta e tu dovrai trovarla. In quella buca ci
sono delle piante carnivore e faranno l’impossibile affinchè tu
non la prenda, ma tu non le dovrai uccidere o altrimenti la
pozione non farà più effetto.- E Greg rispose:-Starò molto
attento, ma qualcuno mi deve aiutare! – Il saggio disse: -Ti
aiuterò io, ma non verrò. Quando sarai in pericolo, pronuncia il
mio nome ed io ti aiuterò. Ti dò un bastone così stordirai le
piante-. Greg ringraziò il saggio e si incamminò per Piantopoli.
Quando arrivò,vide tante belle piante, tra cui tanti bei fiorellini
magici, dentro i quali vivevano tante fatine dai capelli azzurri
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che si chiamavano:Elisabeth, Georgia e Jasmine. Greg chiese
loro aiuto: -Dov’è la buca con la pozione magica?-E le fatine
risposero: - Noi,in realtà, non ti possiamo dire nulla, ma ti
daremo un grande aiuto. - E Greg ringraziò. Le fatine lo
portarono in una strada che conduceva alla buca. La percorse
tutta ma, arrivato alla fine, vide che ce n’erano tante di buche.
Le fatine lo lasciarono. Greg, ora, non sapeva cosa fare, quindi,
pronunciò il nome del saggio. E in un minuto si trovò davanti
alla buca. Nella buca trovò le piante carnivore. Greg cercò di
stordire le piante, ma non ci riuscì. Così pronunciò, per la
seconda volta, il nome del saggio e le piante sparirono; prese
la pozione e ritornò a casa gioioso. Appena tornato, versò la
pozione nell’orto e spuntarono di nuovo delle bellissime
piante,forse più belle di quelle che aveva prima. La strega
maligna,appena scoprì questo, scoppiò dalla rabbia e morì.
Greg, divenne di nuovo ricco, si sposò con Elisabeth e
finalmente visse per sempre felice e contento.
Isa Storniolo
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Alla ricerca del principe azzurro
C’era una volta, in un piccolo paese, una principessa di nome
Cleo, molto gentile e carina.
Da un po’ di tempo era molto triste perché non trovava il
principe azzurro e piangeva. Un giorno il re, suo padre, disse
alla figlia: “Figlia mia, visto che qua non trovi nessun principe
azzurro, andiamo a cercarlo altrove”. La figlia accettò gioiosa.
L’indomani si imbarcarono per partire alla ricerca del principe
azzurro. Cleo e il padre erano felici. Si fermarono in un’isola
buia, che si chiamava “L’isola dei fanciulli”. A Cleo non
convinceva molto il posto, ma dal nome dell’isola capì che il
principe azzurro l’avrebbe trovato subito. Nell’isola incontrò
tanti bei fanciulli, che le facevano la corte. Ma non era come
sembrava: l’isola e i fanciulli erano stregati da una strega
maligna di nome Melinda e il suo compito era quello di
ingannare le principesse, che erano venute a cercare il
principe azzurro, e poi prendere il loro posto dopo averle
eliminate.
Ad un tratto i fanciulli sparirono, il re si congelò e il cielo
divenne ancora più scuro. La principessa, spaventata, si mise
a piangere. Ad un certo punto arrivò la perfida strega Melinda
con uno scettro in mano e rinchiuse la principessa in una
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cella. La strega disse:- “Cara, rinuncia ad essere una
principessa ed io non ti farò niente”-. La principessa rispose:“
No, io non lascerò il mio ruolo di principessa, mai e poi mai!”.
Allora la strega le lasciò cinque minuti per farla riflettere e se
ne andò. Dopo che la strega se ne andò, Cleo pianse perchè
non sapeva come salvare il padre e i fanciulli. Le sue lacrime
arrivarono a terra e…la cella si sciolse. L’ aveva aiutata la
Speranza che aveva! La principessa cercò di scappare, ma la
strega la vide. Allora la principessa corse verso di lei e prese il
suo scettro e la strega cadde a terra. La
principessa,intelligente, la minacciò con lo scettro, dicendo:
“Con questo scettro farò l’incantesimo che ti farà diventare
una rana per sempre. Non lo farò solo se tu non mi farai
niente, scongeli mio padre e lasci liberi tutti i fanciulli”. La
strega, impaurita, accettò. All’improvviso divenne tutto
normale: il re si scongelò, i fanciulli ritornarono liberi, il cielo
ritornò azzurro con un bel sole splendente e la strega sparì. La
principessa era felicissima e, mentre stava esultando, arrivò il
principeArtù che la ringraziò. Si conobbero e il principe disse
a Cleo:“Cara principessa, vorresti essere la mia principessa e
vorresti che io fossi il tuo principe azzurro?” Cleo, felicissima,
disse: “Sì” e si unirono con un bacio. Il giorno stesso si
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celebrarono le nozze. Artù e Cleo erano gioiosi e il padre era
felice per la figlia. Dopo la promessa delle nozze, fecero una
bella festa e si divertirono da matti. Vissero per sempre felici
e contenti.
Isa Storniolo
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La ragazza magica
C’era una volta una bambina di nome Eder, che era stata
abbandonata dalla sua vera mamma ed era stata adottata da
una giovane donna che Eder credeva fosse sua madre.
Eder,un giorno, si arrabbiò con sua madre e uscì fuori a
passeggiare. Quando tornò, vide tutto distrutto. La casa era
sottosopra, i muri distrutti, i mobili a pezzi. Allora cercò sua
madre, ma non la vide e, invece, vide un mostro che sembrava
una lucertola gigante. Subito apparve un guerriero, con i
capelli biondi e gli occhi azzurri, che uccise, con un colpo di
spada nel collo, la lucertola-mostro e portò Eder in un rifugio,
nascosto in una foresta, dove le persone non potevano
entrare. Quando furono lì, il guerriero di nome Francesco,le
parlò:”Eder, tu non sai dove sei e chi sei! In realtà quella donna
non era tua madre perchè tua madre è morta qui per
difendere te da quel cattivo di tuo padre”. Eder rispose:”Io non
credo che la donna, che mi ha accudito e cresciuta, non sia mia
madre!” Il guerriero le mostrò il rifugio e lì conobbe Simon, un
guerriero alle prime armi. Eder rimase lì molto tempo e si
chiedeva sempre se Francesco avesse detto la verità.
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Poi una sera, mentre Simon voleva dire a Eder cosa provava
per lei, la trovò abbracciata a Francesco a guardare lo
spettacolo che c’era nella serra. Tutti i fiori sbocciavano
insieme formando mille colori e profumi di ogni tipo. Il mattino
dopo Simon disse a Eder:”Io, ieri, ti stavo per rivelare i miei
sentimenti ma quando sono venuto a cercarti e vi ho visti
abbracciati ci sono rimasto male.” Eder chiese:”Cosa mi dovevi
dire?” Simon disse:”Ti dovevo dire …Ti Amo”.
A questo punto Simon scappò ed Eder rimase sola.
Durante la notte Edernon pensava alle parole di Simon ma
alla sua casa e a sua madre. Decise, allora, di tornare a casa e
di vivere come sempre con sua madre. Si alzò dal suo letto e,
mentre si dirigeva verso l’uscita del rifugio segreto, scoprì una
stanza nascosta dietro un muro. Al buio, tastando il muro, fece
cadere i mattoni e… meraviglia… si presentò davanti ai suoi
occhi una stanza bellissima, tutta d’oro, con al centro un libro
su un leggio. Eder vide nel libro le immagini tipo 3d. Guardò
attentamente, mise una mano sul libro ed uscì un’immagine
che rappresentava una tazzina. A questo punto una persona,
dietro di lei, disse: ”Allora non bloccava solo la memoria ma
anche i tuoi poteri come quelli di tua madre“. Appena Eder si
girò, la persona scappò via. L’indomani mattina partì verso casa
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sua. Arrivata lì, si accorse che ormai ci abitava una vecchina,
che Eder conosceva bene: ”Dammi quei libri di cui mi hai
parlato tanto, quando c’era mia mamma!” le disse.
Però, prima che li prendesse,Eder svenne per un duro colpo . Si
ritrovò in una grotta, dove suo padre aveva creato una sfera
magica che invocava gli spiriti maligni.
Nelle segrete venivano sempre tanti spiriti maligni. Simon e
una sua amica cercavano di chiudere il portale attraverso una
leva a cui mancava un ingranaggio.
Mentre Eder tentava di prendere il calice, come suo padre le
aveva ordinato, arrivò Francesco che combatté contro il padre
di Eder, che era cattivo. Eder uscì il calice e lo buttò in un
teletrasporto,il padre si buttò e nelle segrete, Simon prese
l’ingranaggio, lo mise nella leva, chiuse il portale. Eder e i
suoi amici avevano vinto! Vissero così per sempre felici e
contenti.
Davide Bonardi
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La figlia che non rideva mai
C'era una volta il re Alessandro che aveva una figlia di nome
Sara, che non rideva mai. Un giorno il re andò dalla maga di
nome Maria e le chiese: - Dove posso trovare la pozione
magica chiamata “Ridi e sorridi“?- La maga gli rispose: - La
pozione si trova alla fine di un arcobaleno nella casa di uno
gnomo -. Il sovrano andò di corsa sul posto. Lo gnomo, però,
per dargli la pozione gli disse: "Ti assegnerò tre prove: la prima
quella di uccidere un orso molto grande; la seconda quella di
immergerti in un fiume e prendere una perla d'oro e la terza
quella di salire su una montagna altissima e prendere un fiore
sacro". Il re Alessandro, che non sapeva come fare, andò dalla
maga Magò e le chiese: “Aiutami tu, cara Magò”. La maga con
la sua bacchetta magica lo rese un cavaliere abile e forte. Il re
andò nella caverna dove trovò l'orso e, dopo una lunga lotta,
lo uccise con la sua spada. Si immerse, poi, nel fiume e prese la
perla d'oro di un’ostrica gigante che chiudeva le sue valve
continuamente. Intorno c’erano i resti di tanti cavalieri morti,
ma il re Alessandro fu più veloce e riuscì a farcela. Per ultimo
salì sulla montagna ma nevicava forte, allora pensò alla figlia e
riuscì a salire e a prendere il fiore sacro. Il re ritornò contento
dallo gnomo che gli diede la pozione. Durante la strada del
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ritorno incontrò uno stregone che lo voleva uccidere per
derubarlo della pozione magica ma, per fortuna, il re riuscì a
scamparla con la sua lunga spada e lo tagliò in due. Ritornò al
palazzo e fece bere la pozione alla figlia. Dopo pochi minuti la
principessa si mise a ridere. Un ragazzo, sentendo la dolce
risata, se ne innamorò, allora il re organizzò le nozze. I due si
sposarono e vissero tutti felici e contenti.
Alessandro Suriano
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I migliori
C'era una volta un gruppetto di eroi che usavano i loro poteri
per difendere la città. Si chiamavano: Justin, Alex, Elasten,
Gresy e Mr. Bravissimo.
Justin poteva volare, Alex aveva la supervista, Gresy poteva
trasformarsi in qualunque cosa, Elasten era la donna elastica e
Mr. Bravissimo proteggeva la città.
Un giorno, mentre erano in missione, un ladro chiamato Max
mise la telecamera nel mantello di Mr. Bravissimo, ma lui non
se ne accorse.
Dopo alcuni giorni Mr. Bravissimo si accorse di questa
telecamera perché sentiva parlare e la prese. Maxdiceva :"Noi
insieme dobbiamo creare un robot". Mr. Bravissimo, anche se
non sapeva chi fosse, accettò. Dopo pochi minuti Max disse,
attraverso la telecamera, che si dovevano vedere al centro
della città perché lì c'era un laboratorio segreto, inventato da
lui e che nessuno conosceva.
Dopo un'ora i due si incontrarono e decisero di creare un
robot. La moglie di Mr. Bravissimo, Elasten, si preoccupò, visto
che non lo vedeva da molto tempo, e chiamò l'amico di suo
marito, John. Egli rispose : “Non so dove sia, ma nella mia
tuta c’è un G.P.S”. Lo attivarono. L’allarme suonò ma Mr.
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Bravissimo non lo sentì perché stava lavorando al robot.
Quando lo finirono, Max lo legò ad una sedia, si prese il robot
e scappò via. Non si ricordò, però, che Mr. Bravissimo era un
supereroe e quindi poteva liberarsi da solo. Mr. Bravissimo si
liberò e andò da sua moglie. Quando sua moglie lo vide si
emozionò cosi tanto da diventare più forte di prima.
Appena Max si accorse che Mr. Bravissimo era tornato dalla
sua famiglia mandò la sua banda di ladri armati fino ai denti.
La famiglia riuscì a sconfiggerli. Appena Max se ne accorse
andò personalmente ma anche lui venne sconfitto perché
Justin volò velocemente sopra di lui e lo fece confondere.
Gresy lo strinse forte, Elasten lo legò e in fine Mr. Bravissimo
lo gettò in mare. E vissero felici e contenti.
Martina Porto
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Il mondo fatato
C’erano una volta,in un regno lontano lontano, delle fate e
delle fatine. Un giorno arrivarono nel regno due bellissime
sorelle Miriam e Chanel, anch’esse fate. Queste due ragazze
erano molto belle, cosi tanto che, quando entrarono nel
regno, colpirono tutti gli uomini, soprattutto due John e
Stefan.
Arrivò l’estate e le ragazze conquistavano sempre più i due
ragazzi ma conquistavano anche l’invidia di tutte le altre fate.
Un giorno una fata dal nome Bianca, invidiosa, come le altre
delle sorelle Miriam e Chanel, decise di fare un pozione per
fare innamorare i due uomini delle sue sorelle Azzurra e Stella.
Finita la pozione, andò a farla bere a John e Stefan. Bianca si
diresse direttamente in un recinto dove c’erano i ragazzi a
cavallo, prese l’incantesimo e lo versò in due bevande, li portò
ai ragazzi dicendo: - John e Stefan, vi vedo molto stanchi e
assetati, volete che vi prenda due bevande?- I ragazzi assetati
dissero: -Certo Bianca, ci faresti un grande piacere.- A quel
punto Bianca uscì fuori le due bevande e le fece bere ai ragazzi
che improvvisamente scesero dal cavallo e andarono
direttamente da Azzurra. A quel punto Miriam e Chanel,
stranite dal comportamento di john e Stefan, capirono che
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c’era qualcosa che non andava. Decisero, quindi, di farsi
aiutare dallo gnomo della saggezza. - E’ un incantesimo senza
rimedio- rispose lui. Le ragazze lo implorarono e: - Beh,
veramente, esiste un rimedio ma molto pericoloso!- aggiunse
ancora lo gnomo. Le ragazze si misero a piangere e
commossero il saggio che le fece andare nel mondo fatato.
Arrivate nel mondo fatato, volavano sui pericoli come orsi,
bestie feroci, draghi sputa fuoco… ma non sapevano che dietro
di loro c’era un’aquila gigantesca. Miriam e Chanel, allora,
presero le loro bacchette e trasformarono l’aquila gigantesca
in un coniglietto innocuo. Continuarono a volare e videro una
bambina in pericolo. Scesero con l’intento di salvarla ma la
bambina non aveva bisogno di loro anzi le aiutò dando loro
due bellissime collane che rendevano, coloro che le
indossavano, invulnerabili . Diede loro anche delle scarpe con
delle bombe che uscivano dai tacchi a spillo. Ringraziarono la
bambina e volarono via. Videro, dopo, in un cestello,
abbandonato su un prato verde smeraldo, la formula per far
svanire l’incantesimo. Stavano per prenderla ma sbucarono
fuori le tre fate cattive e le attaccarono. Miriam e Chanel,
invulnerabili, non sentivano i colpi delle nemiche e le
sconfissero facendo uscire dai tacchi a spillo delle loro scarpe
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tre razzi micidiali che colpirono in pieno Azzurra, Stella e
Bianca. Miriam e Chanel presero la pozione e la fecero bere ai
ragazzi che ritornarono a essere se stessi. Finalmente vennero
apprezzate da tutte le fate e vissero tutti felici e contenti…
Roberta Trovato
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La bellissima Principessa C’era una volta una ragazza molto povera di nome Chiara. Il
suo sogno era che da grande voleva diventare ricca e
bellissima. Un giorno la ragazza ricevette un invito per il
castello ma lei disse: -No, perché ho soltanto stracci e mi
vergognerei senza vestiti eleganti-.
Il giorno dopo spuntò un folletto dal nome Goblin: - Devi
superare due prove e combattere con un drago di cristallo per
essere una principessa bellissima. La prima prova è trovare un
cece d’argento. Lo puoi trovare nel bosco dei fantasmi. Dopo
che avrai trovato il cece, e solo allora, ti dirò in cosa consiste la
seconda prova - le disse. La ragazza spaventata si mise in
cammino e trovò un fantasma che aveva un cece d’argento: -
Puoi darmi il cece?- gli chiese Chiara. Il fantasma le disse:- Io
ti do il cece e tu mi dai le tue scarpe-
- Ok- rispose la ragazza .
Si mise in cammino per la seconda prova. Il folletto le disse: -
Vai nella foresta e prendi la scimmietta più luccicante. La
ragazza, quando arrivò nella foresta, vide una montagna di
scimmiette di vetro. In cima vide una scimmietta di vetro
molto più luccicante delle altre. Velocemente si arrampicò
sulla montagna di vetro e afferrò la scimmietta , prima che
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l’animale scappasse via. Il folletto Goblin disse: - Sei stata
brava e svelta! Il drago d’oro si trova nella montagna di
Dracula-. La povera Chiara aveva molta fame così mangiò le
fragole che crescevano nella montagna e cadde a terra
morta. Dopo poco spuntò un bellissimo principe a cavallo. Il
principe vide Chiara e si innamorò di lei perciò le diede un
bacio e… meravigliosamente lei si svegliò. Il principe,
sbalordito dalla bellezza della ragazza , le disse: - Raccontami
tutta la storia.- E la ragazza rispose :- Si, mio principe!- Il bel
principe, dopo averla ascoltata attentamente, le disse: - Verrò
insieme a te - I due ragazzi si misero in cammino. Videro, ad
un tratto, il drago che leggeva un libro. Il principe sguainò la
sua spada e lo uccise. I ragazzi, contenti, ritornarono nella loro
città. Il principe sposò Chiara e, quando tutti i cittadini videro
la bellezza della ragazza, la chiamarono” la bellissima
principessa”.
Chiara Vitale
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Il padre e la sua famiglia
C’era una volta una bella famiglia che uscì per fare un pic-nic.
Al padre venne un febbrone da cavallo, allora la famiglia
tornò subito a casa. Il padre, che si chiamava Rai, si coricò nel
letto. Poi, dopo qualche giorno, arrivò uno stregone cattivo
che gli fece perdere la vista. Quando arrivò la moglie nella sua
stanza, lui nemmeno se ne accorse. L’indomani si svegliò
senza febbrone, però, ancora non aveva la vista. Allora arrivò
una fata e gli disse: “Vuoi riavere la vista?”, il padre rispose:
”Si!”. Lei aggiunse: “Allora devi fare una prova. Devi buttarti
da un aereo poggiando i piedi lentamente”. Rai, nonostante
fosse ancora cieco, ce la fece lo stesso. La fata, allora, gli
ridiede la vista. Il padre tornò a casa felice e raccontò tutto
alla sua famiglia che, però, non gli credette. I suoi familiari
pensavano che Rai avesse sognato. Dopo un giorno la fata gli
donò, però, un grandissimo castello e uno scettro d’oro per
proteggerlo dal male. Rai e la sua famiglia vissero, così, nel
castello felici e contenti.
Danilo Pavone
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La strega malvagia
C’era una volta un bambino di nome Ciccio che aiutava sempre
le persone. Un giorno una strega gli fece bere una pozione
magica e il bambino divenne schiavo della strega. La strega lo
comandava e gli diceva: ”Vai da Lucia e falla piangere, vai da
Luca e portalo da me”. Un giorno, un orco lo rapì,ma
quell’orco era un’invenzione dei genitori di Ciccio per salvarlo.
Allora Ciccio pensò allo sbaglio fatto, cioè quello di obbedire
alla strega e quindi decise di andarci per vendicarsi. I suoi
genitori, però, non volevano, così lui rimase fermo. Un giorno
sentì dire che tutti i bambini,rapiti dalla strega, lo stavano
andando a prendere. Ciccio, allora, decise di scappare e andò
nel bosco, ma lì incontrò la strega con l’orco, che lei aveva
fatto schiavo, e così Ciccio scappò e incontrò una fata che lo
ospitò nella sua casa per sicurezza. La fata gli diede tante armi
e una bacchetta magica. Allora Ciccio uscì e pian piano fece
diventare tutti i bambini normali. La strega vide Ciccio, lo
prese di sorpresa e lo legò, ma poi arrivò la fata e la sconfisse
con una freccia magica. Il bambino voleva tornare a casa, ma
la fata non voleva perché ancora non era il momento giusto e
allora gli disse: “Vai nella casa della strega cattiva e prendi
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tutto quello che ha”. Ciccio per arrivare nella casa della strega
doveva trovare la chiave della porta. Camminando incontrò un
uomo di nome Marco che lo aiutò a trovare la chiave. Dopo
cinque ore trovano la chiave, nascosta in un cespuglio sopra
un monte altissimo. Allora Ciccio ringraziò Marco, andò a casa
della strega cattiva e prese tutto quello che aveva e lo donò
alla fata rendendola invincibile dal male. La fata mandò a casa
Ciccio. Appena incontrò i suoi genitori, Ciccio raccontò loro
tutto quello che gli era successo. Loro lo perdonarono per la
sua disobbedienza e vissero per sempre felici e contenti.
Alessio Murabito
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Carlo e i genitori
C’era una volta un ragazzo che era molto contento perché
aveva dei genitori, degli amici con cui giocare e dei fratelli con
cui passare il tempo a casa. Un giorno, però, mentre era a fare
una passeggiata, subì un incantesimo dal mago Card, invidioso
della felicità della famiglia di Carlo. L’incantesimo consisteva
nel far diventare Carlo per sempre triste. Il ragazzo iniziò a
piangere così la madre gli chiese: - Come mai sei diventato così
triste?-
- Un mago mi ha fatto un incantesimo-rispose Carlo. La madre
Giovanna consultò almeno dieci libri di magia ma non riuscì ad
aiutare il figlio. Allora la madre chiese al padre: - Sai come
spezzare l’incantesimo che ha subito Carlo?-
-Si- rispose il padre -Conosco il monte dove vivono Card e i
suoi amici maghi. - Il padre, la madre e Carlo andarono verso il
monte dei maghi dove incontrarono un pericolo, quello del
mostro-elefante. Non sapendo come ucciderlo rimasero
bloccati dal mostro ma una fatina venne loro in aiuto: - Vi
regalerò tre spade per combattere contro il mostro perché
possiate, con la forza dell’unione familiare, sconfiggere le
avversità!- Con le spade tagliarono la testa al mostro ma lui
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non moriva anzi diede loro un colpo di proboscide. Carlo,
allora, gli conficcò la spada nel cuore e il mostro morì. Arrivati
dai maghi chieseroloro: -Potete ora spezzare l’incantesimo?-
-No!- risposero i maghi invidiosi. Così tornarono a casa tutti
tristi e malinconici. Giovanna, però, continuava a chiamare la
fatina buona finchèun giornola stessa fatina, che aveva
regalato loro le spade, venne a casa di Carlo e gli spezzò
l’incantesimo dicendo: -Mai permetterò che la perfidia degli
invidiosi distrugga la tua gioia e quella della tua famiglia! –
Carlo tornò a ridere e vissero tutti felici e contenti.
Gabriele Murabito
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Il principe Arturo C’era una volta un re che era triste per suo figlio Arturo perché
non si era ancora sposato. Un giorno nel castello del re venne
una strega che gli disse: “Se non mi darai tutti i tuoi beni più
preziosi maledirò te e il tuo castello.” Il re chiamò subito le
guardie e mandò via la strega. Il giorno dopo succedevano
cose strane al castello. Le guardie erano sparite e gli oggetti
fluttuavano. Il re capì che era stata la strega allora mandò suo
figlio a cercarla per dirle di annullare la maledizione. Durante il
suo cammino il principe Arturovide un viandante che gli disse:
“Torna indietro”. Il principe non lo ascoltò e proseguì. Il
viandante gli diede un anello e gli disse:”Questo anello ti sarà
sempre d’aiuto”. Allora il principe rispose: “ Ti sarò grato per
tutta la mia vita” e proseguì il suo cammino. Arturo, durante il
suo cammino, trovò un ostacolo nella foresta. C’erano dei
folletti molto pericolosi che conoscevano le arti magiche. Il
principe scappò, ma i folletti lo inseguirono. Volevano farlo
diventare una statua. L’avevano quasi preso ma, ad un tratto,
l’anello che aveva al dito, si trasformò in uno scudo che ritorse
contro i folletti l’incantesimo e questi si trasformarono in
statue. Il principe fece un sospiro e continuò il suo cammino.
Finalmente arrivò dalla strega. Il posto, dove viveva, era un
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castello oscuro pieno di trappole. Arturo entrò nel castello. Al
primo passo scattò una trappola. L’anello del principe, allora,
creò una barriera protettiva che lo protesse. Il principe arrivò
dalla strega e le disse: “Per favore annulla la maledizione”. Ma
la strega non volle annullare l’incantesimo: “Giammai” gli
rispose. Arturo la insultò: “Vecchia strega!” La strega lo
attaccò ma il principe trasformò l’ anello in uno scudo che lo
protesse e poi la uccise con la sua spada. Ad tratto, però, il
principe vide la figlia della strega che era una bellissima
ragazza. Si innamorò follemente di lei e se la portò nel suo
castello. Dopo qualche giorno si sposarono e vissero per
sempre felici e contenti.
Mario Pandetta
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Un fenomeno piccolo
C'era una volta un bambino di nome Luca. Questo bambino
aveva 6 anni. A lui piaceva molto il calcio. Una volta suo padre,
mentre stava andando a lavorare, vide un campo da calcio con
tanti bambini che giocavano insieme. Suo padre, così, lo
iscrisse in quella squadra e lui era felice. Passò un anno. Luca
aveva 7 anni e andò a fare la prima partita, la seconda, la
terza,...Così lo volle una squadra di nome Milan. Sua mamma,
quando venne a sapere che lo voleva il Milan, la squadra per
cui tifavano lei e suo marito, fu contenta. Luca a 12 anni giocò
l'ultima partita di campionato e si infortunò. Purtroppo subito
dopo avevano anche la finale della Coppa dei Campioni, ma
non poté giocare. Passarono due anni e Luca tornò a giocare.
Sua mamma e suo papà erano contenti. A 15 anni lo
chiamarono di nuovo nella squadra del Milan. Questa volta il
Milan vinse la finale perché Luca fece una tripletta. Vissero,
così, tutti felici e contenti.
Carmelo Tiralongo
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Il pallone magico
C’era una volta un bambino di nome Boddy che era molto
triste perché i suoi genitori erano morti. A Boddypiaceva
giocare a pallone. Un giorno, mentreera in un bosco molto
grande, gli apparve l’anima di sua madre che si chiamava
Jasmin. Sua madre gli diede un pallone magico però lui non
sapeva della magia del pallone. Un giorno scoprì che quel
pallone era magico egli parlò: “Io voglio diventare un
calciatore”. Boddy si addormentò e si svegliò nelcampo di
calcio di una squadra di nome Inter. Questa squadra era stata
molto importante, manon riusciva più a vincere. Quando
Boddyaveva una partita, segnava sempre, dava coraggio ai
compagni e l’Inter ricominciò a vincere. Un giorno, però,un
mago invidioso lo rinchiuse in una gabbia. L’anima di sua
madre, allora, andò da Boddy e sullesue ali lo riportò nel
campo calcio. Il ragazzo era molto felice, ma la sua felicità finì
perchè il mago se ne accorse e lo riportò in gabbia. Boddy si
mise a piangere e vide cadere dal cielo una spada con un
biglietto dove c’era scritto:”A mio figlioBoddy da tua madre
Jasmin”. Si asciugò le lacrime, prese la spada e uccise il mago.
Credeva che non ce l’avrebbe fatta per la finale della sua
squadra, ma corse molto e arrivò nel campo appena in tempo.
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Si mise maglietta, pantaloncini e scarpette e scese in campo.
L’Inter stava perdendo 2 a 0. Appena i compagni di squadra lo
videro, si rincuorarono e si sentirono più forti. Boddysi
impegnò e vissero, così, tutti felici e contenti.
Samuel Vitale
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Il Castello Multicolor
C'era una volta, in un paese molto lontano, un castello
incantato che si illuminava di notte. Ci vivevano la principessa
Sofia, dai capelli rossi e lunghi, sua madre e suo padre, un
uomo molto severo. La principessa era molto bella e per
questo tutti la volevano in sposa, ma lei non ne voleva sapere
niente di nessuno. Le piaceva, infatti, soltanto un ragazzo che
si chiamava Fabio. Purtroppo, però, non lo poteva sposare
perchè era povero e faceva il calzolaio, infatti portava le
scarpe alla principessa. La principessapossedeva una pianta
magica che, quando lei era felice, si illuminava di molti colori e
colorava tutto il castello facendolo diventare multicolor. Tutto
il regno guardava con ammirazione il castello dai mille colori. Il
padre venne a sapere che si era innamorata di Fabio, così lo
chiese alla figlia: “Sofia, è vero che ami uno squallido
calzolaio?”, ma lei non rispose e se ne andò nella sua stanza.
Suo padre la seguì e le disse: "Non puoi sposarlo perchè è un
calzolaio e tu devi sposare solo un principe”. Passarono tre
anni e Sofia diventava sempre più triste e magra, non
mangiava più e non rideva mai. La pianta magica aveva perso
tutti i suoi colori, così il castello era diventato grigio e triste
come la principessa infelice. Il padre, commosso, le
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disse:”Adesso puoi sposare il tuo Fabio perchè ho imparato la
lezione e ho capito la grandezza del tuo amore”. La principessa
propose a Fabio di sposarla e lui, che l’aveva sempre
aspettata, accettò. Il re lo nominò principe e vissero tutti felici
e contenti nel castello dai mille colori.
Sofia Sefora Drago
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L' Elisir C’era una volta un ragazzo di nome Cristian, molto forte e
molto alto. Un giorno dovette partire perche' la sua migliore
amica, di nome Vanessa, voleva l'elisir della giovinezza che si
trovava dall'altra parte del mondo. Allora, il giorno dopo, il
ragazzo parti' e arrivò dopo 7 giorni. Il ragazzo era molto
stanco e si riposo' in un albergo dove aveva alloggiato il re di
un villaggio molto grande di nome Coccolandia nel quale
vivevano persone molto accoglienti. Il giorno dopo il ragazzo
chiese a molte persone dove avrebbe potuto trovare l'elisir.
Una vecchia strega rispose: “Lo troverai sul monte Olimpo.
Allora il ragazzo andò sull'Olimpo e su una roccia grigia come
l’acciaio vide una bottiglia di cristallo che conteneva l'elisir, ma
non riusciva a prenderlo perché, ogni volta che toccava la
bottiglia, prendeva una scossa di 180w. Dopo un’oretta sentì
una voce roca che disse: "Portami la persona più vecchia del
mondo". Allora il ragazzo le portò la vecchia strega e dopo un
paio di minuti la voce si trasformò in un vecchio, che prese
l'elisir e lo diede al ragazzo. Cristian andò all’aereoporto e per
prendere il biglietto appoggiò per terra l'esilir. Un ladro lo
afferò e scappò via però il ragazzo lo inseguì fra la folla
incuriosita dell’ aeroporto e riuscì a fermarlo afferrandolo per
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il giubotto. Cristian ando' dalla polizia e il commissario gli
disse: “Non prendere l'aereo subito perchè ci saranno dei
temporali molto violenti”. Il ragazzo non ascoltò il commissario
e prese l'aereo che precipitò in mare. Il ragazzo non si arrese e
si mise a nuotare finchè raggiunse la terra. Appena arrivò
dall’amica, la trovò in lacrime perché lo credeva morto.
Vanessa gli gettò le braccia al collo e lo riempì di baci. Cristian
le diede l'elisir e dopo un giorno Vanessa diventò giovane. I
due giovani si sposarono e vissero felici e contenti.
Andrea Marino
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