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Il vetro come “pelle” da disegnare e coloraredi Valeria Tatano
Una “pelle” da disegnare e colorare
Mani e braccia decorate con polvere di henné
secondo il rito del Mehndi, termine indiano usato
per indicare un tatuaggio temporaneo che viene
realizzato su mani e piedi della sposa e delle altre
donne della famiglia durante il rito nuziale, secondo
una tradizione in uso nel Nord Africa e in India.
Festa di Holi o festa dei colori. Ricorrenza che segna la fine
dell'inverno e l'avvicinarsi della primavera, tipica delle regioni
settentrionali dell’India, durante la quale è uso dipingersi
interamente la faccia e il corpo con polveri colorate.
Disegnare e scrivere
sul vetro
Biblioteca dell’Università Tecnica di Brandeburgo
Archh. Herzog & de Meuron
Cottbus, Germania, 1993 - 2005
Disegnare il vetro per decorare la facciata
Antesignana delle superfici -scritte- può essere considerata la Biblioteca Sainte-Geneviève a
Parigi, di Pierre François Henri Labrouste, realizzata tra il 1843 e il 1850. La facciata contiene
centinaia di nomi di autori del panorama culturale occidentale, incisi sulla pietra di rivestimento
Biblioteca della Scuola Tecnica di Eberswalde, Germania, J. Herzog & P. de Meuron, 1997-1999.
Centro sportivo Pfaffenholz St. Louis, Francia, J. Herzog & P. de Meuron, 1989/1993.
Dettaglio del sistema di rivestimento esterno, realizzato mediante pannelli in fibre di legno
mineralizzate cui sono state sovrapposte lastre di vetro serigrafate che riproducono lo stesso disegno.
Appartamenti in Rue Emile Durkheim, Parigi, arch. Francois Soler, 1994-1997
Biblioteca Universitaria di Utrecht (Olanda), Wiel Arets Architect & Associates, 2001–2004.
L’edificio è racchiuso da superfici vetrate e in calcestruzzo, che si alternano riproducendo il
medesimo disegno: un motivo di rami di salice basato su una fotografia dell’artista Kim Zwar ts
Gioielleria De Beers, Beverly Hills, Los Angeles,
Antonio Citterio and Partners, 2005.
Le lastre di vetro sono del tipo extrachiaro (“Optiwhite” della Pilkington), basso emissivo, incise sul lato
interno (spessore 8/1,5/12 mm).
Schermi pubblicitari. Palazzo Garibaldi a Milano, rivestito con 886 pannelli di pellicola adesiva
(“One Way” della 3M), riproducente l’immagine di un campione di salto con l’asta.
Disegnare il vetro per schermare la luce
Kunstmuseum di Stoccarda
Mercedes-Benz Museum, Stoccarda, UNStudio, 2001-2006
Colorare il vetro
Soffitto di Unity Church, Chicago Oak Park USA
Frank Lloyd Wright, 1906
Asilo infantile Avery Coonley: vetrata,
Frank Lloyd Wright , 1912
Riqualificazione dell’area dei Frigoriferi Milanesi, Milano, architetti 5 + 1AA, 2003-2007
Istituto farmaceutico del Kantonsspital, Basilea, J. Herzog & P. de Meuron, 1995-1997.
Le facciate dell’edificio sono rivestite con un sistema di pannelli vetrati contraddistinti dal colore
verde, impresso sui vetri mediante tecnica serigrafia.
Stazione di polizia e vigili del fuoco di Berlino
Sauerbruch Hutton Architects
Berlino, Germania, 2002 - 2004
La composizione cromatica della facciata, tratto distintivo
delle opere di Sauerbruch e Hutton, varia dai toni del verde a
quelli del rosso, creando una forte immagine finalizzata, in
questo caso, a comunicare la funzione dell'edificio,
specificando la parte del complesso adibita a caserma di
Polizia e quella in uso ai Pompieri.
Le lastre vetrate dell’involucro, alte 65 centimetri e con una
lunghezza variabile dai 1 ai 2,5 metri, si conformano
all’edificio, curvandosi in corrispondenza delle direttrici non
rettilinee dell’ingombro volumetrico.
Esse risultano costituite da vetro stratificato di sicurezza e
presentano un rivestimento in smalto colorato sulla parte
posteriore. L’85% delle lamelle, in prossimità delle parti
cieche, sono colorate mentre le aree rimanenti,
corrispondenti alle aperture, sono tamponate con vetri
traslucidi.
Quando le lamelle sono chiuse le lastre proiettano i densi
colori del loro rivestimento verso gli interni dell’edificio,
lasciati bianchi per assorbire i delicati effetti cromatici.
Quando sono aperte, i muri interni vengono permeati dalla
luce diffusa del cielo, assumendo una colorazione più neutra.
L’involucro vetrato si relaziona in chiave contemporanea
all’edificio preesistente, pur rivendicandone dichiaratamente
un distacco formale e materiale, così come avviene per i due
colori scelti che oltre a relazionarsi con le funzioni dell’edificio
rappresentano una mediazione tra le tinte presenti
nell’ambiente circostante: il verde del parco confinante e il
rosso della facciata in muratura a vista.
MUSAC, Contemporary Art Museum di Castilla Y León, Spagna, Luis Mansilla ed Emilio Tuñón,
2001-2004.
Libreria Peckham, Londra, William Alsop, 1997-2000.
Particolare del fronte nord dell’edificio realizzato con una facciata continua in cui si alternano pannelli di vetro
stratificato trasparenti e colorati in giallo, arancio, verde e rosso. I vetri colorati sono ottenuti dall’inserimento di
intercalari in PVB (polivinilbutirale) all’interno delle lastre in vetro stratificato. Gli intercalari sono singoli o multipli
per ottenere diversi effetti cromatici.
Pellicole colorate
Complesso per uffici “La Defense”, Almere, Paesi Bassi, Ben Van Berkel, UNStudio, 1999-2004.
Le vetrate sono realizzate con vetri stratificati al cui interno è posta una pellicola (“Radiant Color Film”, della 3M) in grado
di produrre effetti diversi a seconda del punto di vista dell’osservatore. I film utilizzati, CM 500 e CM 590, sono realizzate
con polimeri sintetici e producono due gamme di colori: i toni del blu, del magenta e dell’oro il primo, del ciano, del blu e
del magenta, che combinati tra loro producono effetti diversi, anche in funzione dell’angolo di incidenza dei raggi solari.
Edificio Forum 3, Novartis Campus, Basilea,
Diener & Diener Architekten, 2003–2005
Riferimenti bibliografici
Andrew Moor, Contemporary stained glass: a guide to the potential of modern
stained glass in architecture, Mitchell Beazley, London, 1989.
David Batchelor, Cromofobia. Storia della paura del colore, Bruno Mondadori,
Milano, 2001Moor, Colours of architecture. Coloured glass in contemporary
buildings, Mitchell Beazley, London, 2006.
Michel Pastoureau, Blu. Storia di un colore, Ponte delle Grazie, Milano, 2002.
Valeria Tatano (a cura di), Oltre la trasparenza. Riflessioni sull’impiego del
vetro in architettura, Officina, Roma, 2008.
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