Drenaggio Linfatico

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Anatomia del

sistema linfatico

Il corpo umano è pervaso da un complesso reticolo di canali che portano ovunque i preziosi liquidi di cui esso necessita per alimentarsi, per difendersi dagli attacchi degli elementi patologici, quali per esempio virus o determinati batteri, e per rigenerarsi.

Se il sistema delle vene e delle arterie è conosciuto dai più perché il liquido che vi scorre, il sangue, appare a tutti con il suo purpureo colore, meno noto, ma non per questo meno importante, è il sistema che consente alla linfa di fluire nei tessuti corporei.

LA LINFA: è incolore, trasparente e, in un organismo sano, non supera i due litri e mezzo.

Le funzioni fondamentali della linfa sono quelle di consolidare i tessuti e di proteggere l’organismo nel momento in cui si trova in pericolo.

La linfa è un liquido lattiginoso, composto quasi per il 90% di acqua, che ha origine nei capillari sanguigni.

Attraverso complicati passaggi, durante i quali raccoglie dai tessuti i fluidi eccedenti non completamente riassorbiti dal sangue, come per esempio l’acido lattico e i batteri, si incanala nei vasi linfatici, passa attraverso dei linfonodi che operano una sorta di purificazione, e ritorna poi nel sistema sanguigno attraverso 2 dotti: dotto linfatico destro e il dotto toracico.

La sua composizione non è facilmente determinabile, perché varia in base a quanto essa filtra nel suo passaggio attraverso le diverse parti del corpo

La linfa, come il sangue, è formata da una parte plasmatica costituita da proteine, glucosio, elettroliti, azoto, colesterolo, enzimi, ferro e ormoni, e da una parte cellulare rappresentata soprattutto da linfociti, più comunemente conosciuti come globuli bianchi

La parte cellulare, i linfociti, sono l’elemento fondamentale della linfa; essi rappresentano circa il 3% del peso corporeo di un essere umano e si rinnovano con ritmi rapidissimi.

Essi rivestono un ruolo fondamentale nei processi di difesa dell’organismo dalle infezioni, costituendo un importante componente del sistema immunitario.

Una funzione secondaria, ma non per questo meno significativa, viene compiuta dai macrofagi, cellule “spazzino” capaci di fagocitare residui cellulari e agenti patogeni.

Queste funzioni della linfa giustificano l’interesse di chi si occupa di massaggio linfatico; l’intervento atto a favorire la corretta circolazione della linfa nel corpo, infatti, non può che stimolare e ottimizzare i processi di rinnovamento e di conservazione dei tessuti corporei in generale.

A differenza del sangue, che circola nel corpo grazie soprattutto alla spinta di quella potente pompa che è il cuore, la linfa scorre nei vasi grazie all’azione dei tessuti che la circondano, vale a dire i muscoli

Se tale azione si rivela insufficiente, a causa per esempio dell’eccessiva immobilità, la linfa tende a ristagnare

I vasi linfatici, nel momento in cui entrano in un linfonodo, sono detti afferenti

Quando ne escono assumono la denominazione di efferenti , aumentano il loro diametro via via che si avvicinano al dotto toracico, il più importante canale linfatico, del tutto simile a un vaso venoso o arterioso

Il dotto toracico inizia dalla cisterna di Pecquet

La cisterna di Pecquet è situata anteriormente alla colonna vertebrale, tra la dodicesima vertebra toracica e la seconda lombare

Alla cisterna di Pecquet giungono i vasi linfatici provenienti dalla parte inferiore del corpo, quella situata sotto il muscolo diaframmatico, ma anche dalla parte sinistra del torace, dal braccio sinistro, dalla metà sinistra del capo, del collo e del viso.

La linfa entra nel dotto toracico, lungo una quarantina di centimetri circa, e va a finire sulla vena succlavia di sinistra rientrando così nella circolazione sanguigna.

La linfa proveniente dalla parte destra del torace, dal braccio destro e dalla parte destra del capo, del collo e del viso si riversa tutta nel dotto linfatico destro, e da qui confluisce nella vena succlavia di destra

La linfa che si riversa nel sangue, in un individuo sano, è del tutto sterile

Nei linfonodi infatti, in conseguenza di un piccolo taglio o di una ferita o di una malattia infettiva per esempio, come abbiamo già detto, aumenta la produzione di cellule immunitarie che fagocitano ed eliminano gli agenti patogeni senza alcuna difficoltà.

Per effettuare un corretto massaggio linfatico è indispensabile individuare in quali parti del corpo si raggruppano i linfonodi così da intervenire nelle zone interessate al problema da risolvere, sia esso di natura medica o estetica, e per agire nella direzione adeguata al fine di ottenere il drenaggio ottimale

Nella parte inferiore del corpo i vasi linfatici convergono verso due diversi raggruppamenti di linfonodi: le stazioni linfatiche inguinali superficiali e le stazioni poplitee

Le prime sono localizzate nella piega dell’inguine e ricevono la linfa che proviene dagli arti inferiori, dai legamenti rotondi e dal fondo dell’utero, dai genitali esterni, dalla zona dei glutei e del perineo, dalla parete del tronco al di sotto della linea ombelicale

Le seconde invece sono localizzate sia a livello superficiale sia a livello profondo nella cavità poplitea, cioè nella parte posteriore del ginocchio, e raccolgono la linfa che proviene dalla pelle e dai tessuti più profondi degli arti inferiori.

Le stazioni ascellari superficiali, raggruppate intorno ai vasi sanguigni ascellari ricevono la linfa che scende dalla parte inferiore della nuca, dalla parte finale degli arti superiori, dalla fascia cutanea del dorso e del torace e dalle ghiandole mammarie.

Vale ora la pena scoprire gli effetti dell’intervento manuale, cioè il massaggio, effettuato sull’organismo, in corrispondenza dei raggruppamenti di linfonodi oppure dei vasi linfatici più importanti.

L’effetto che si vuole in genere ottenere con questo intervento viene definito dagli specialisti come “drenaggio”.

Il drenaggio linfatico favorisce lo scorrimento all’interno dei capillari linfatici di tutti i residui presenti nei tessuti, elimina il ristagno della circolazione linfatica, stimola la fuoriuscita dai linfonodi delle cellule immunitarie che, passando nel sangue, aumentano le capacità di difesa dell’intero organismo contro le infezioni di qualunque tipo .

GLI EFFETTI DEL DRENAGGIO

EFFETTO ANTIEDEMATOSO

L’azione più significativa del linfodrenaggio è quella antiedemizzante.

Gli edemi, cause di gonfiore, possono interessare una o più zone del corpo: la parte edematosa si presenta tumida, tesa, liscia, quasi lucente; una pressione manuale determina un infossamento che tarda a scomparire.

L’edema può essere provocato da un ristagno del sangue nelle vene o dall’aumento di cloruro di sodio e acqua nel sangue, da disturbi cardiaci oppure da malattie dei vasi sanguigni quali per esempio flebite.

Gli edemi di questo tipo si localizzano in genere lungo gli arti, sia inferiori sia superiori, oppure anche nella zona del collo.

EFFETTO CICATRIZZANTE

Il drenaggio linfatico accelera la corrente del flusso linfatico.

Quando su una parte del corpo sono presenti delle ferite o delle ulcerazioni, l’arrivo di linfa fresca, ricca di cellule ricostruttrici, favorisce il processo di cicatrizzazione .

Il linfodrenaggio si rivela dunque utile nei casi di ulcere varicose, di piaghe da decubito, di ustioni e dopo interventi operatori.

EFFETTO IMMUNIZZANTE

L’aumento delle difese immunitarie è senza dubbio uno dei processi più importanti che la linfa riesce a stimolare.

EFFETTO RIGENERANTE

Il drenaggio contribuisce a nutrire meglio i tessuti ed e’ in grado di restituire equilibrio idrico nelle zone disidratate.

La pelle grigiastra, tipico segno di invecchiamento, riacquista a poco a poco un colorito roseo e luminoso; la pelle secca, squamosa recupera compattezza e tono; i tessuti ossei, interessati a fratture, si rinnovano velocemente.

L’effetto rigenerante è fondamentale in campo estetico, non solo per soddisfare il desiderio di mantenere il più a lungo possibile un aspetto “giovane”, ma anche per restituire ai tessuti una vitalità nuova, soprattutto quando gli anni portano con sé i primi acciacchi .

EFFETTO RILASSANTE

Il trattamento manuale, molto lento e ritmato, assicura sempre un effetto rilassante sia sui singoli muscoli, interessati da contratture o strappi, sia sull’organismo in generale.

Chi si sottopone a massaggio linfatico completo, soprattutto se ansioso o affaticato, riesce a recuperare un benessere psicofisico generale e a ritrovare il sonno perduto. .

EFFETTO STIMOLANTE A LIVELLO

DELLA MICROCIRCOLAZIONE

La manipolazione che stimola il passaggio della linfa nei vasi linfatici è in grado di aumentare la capacità intrinseca che ogni vaso ha di contrarsi; i capillari, liberati dal liquido interstiziale in eccesso, consentono ai tessuti una migliore ossigenazione.

Una maggiore presenza di ossigeno consente una sorta di rivitalizzazione dei tessuti, fondamentale per la prevenzione e il trattamento dei disturbi quali cellulite o couperose.

I movimenti delle mani di un massaggiatore, che interviene sulle diverse parti del corpo del suo paziente per ottenere il cosiddetto drenaggio linfatico, possono trarre in inganno l’occhio di chi non ha esperienza .

Più simili a carezze e a sfioramenti che a manipolazioni vere e proprie, gli interventi manuali hanno la delicatezza necessaria a mettere in moto la linfa che circola a livello superficiale e che, a sua volta, stimola quella che circola a livello profondo.

L’abilità di un vero massaggiatore sta proprio nella capacità di “sentire” qual è il giusto livello di pressione delle mani, che non deve superare i 30mm/mercurio.

Le manipolazioni linfatiche sono tuttavia, al di là dell’apparenza, delle vere e proprie spinte, esercitate sulla pelle senza che però ci sia frizione o scivolamento.

Una fase iniziale di contatto, durante la quale il terapeuta appoggia soltanto la mano sulla zona da trattare, una seconda fase di spinta vera e propria e una terza fase di rilassamento sono la corretta sequenza del movimento fondamentale della manipolazione linfatica

Le sequenze si susseguono le une alle altre con andamenti diversi, che possono essere circolare, ellittico o a spirale e vengono effettuate con il palmo delle mani e le dita, in modo che la superficie di contatto con il corpo del soggetto trattato sia la più ampia possibile.

IL CORRETTO USO DELLE MANI

Per effettuare un massaggio linfatico si utilizzano le mani nel loro insieme oppure le dita.

Le mani hanno una funzione avvolgente e sono in grado di drenare zone piuttosto ampie del corpo; le dita invece riescono a intervenire in punti più specifici e a drenare quindi zone limitate

Le prime sono in genere più adatte per intervenire sulle gambe, sugli arti inferiori, sul torace o sul dorso.

Le seconde consentono interventi al collo, alle mani, ai piedi, tra le costole, sul viso.

La posizione avvolgente delle mani sul corpo comprime in modo non costrittivo nella direzione in cui viaggia la linfa e cioè verso il dotto toracico o il dotto linfatico collettore.

Ciò facilita il processo di travaso dei liquidi in eccesso dai tessuti ai capillari linfatici e di conseguenza ai vasi che si dirigono ai linfonodi dove i liquidi stessi vengono depurati.

Le mani fungono da stimolatore del processo circolatorio che viene accelerato fino a 20 volte rispetto alla condizione normale.

Nel massaggio linfatico entra inoltre in gioco il polso, che, in alcune situazioni, svolge la parte più faticosa del lavoro.

Le mani assumono un andamento quasi passivo mentre il movimento del polso determina il peso della pressione.

I MOVIMENTI DI BASE

I movimenti sempre molto lenti e ripetuti, si avvicendano sulle diverse parti del corpo con grande armonia, seguendo spesso il ritmo cardiaco: non esiste una soluzione di continuità nel trattamento così da non interrompere quella condizione quasi magica di rilassamento che il drenaggio linfatico riesce a produrre sia nel paziente sia nel massaggiatore.

I movimenti, lievi, assumono a volte nomi pittoreschi, presi in prestito dalla natura o capaci di evocare immagini efficaci: volo di farfalla, passo del gatto, ventaglio…

I movimenti di base, quelli studiati dalla scuola di Emil Vodder, sono sostanzialmente quattro.

Poiché questi però possono essere legati fra di loro in fase operativa, esiste una notevole quantità di combinazioni che l’operatore, in base all’esperienza, sceglie a seconda della situzione.

Ogni massaggiatore, inoltre, con la pratica acquisisce la capacità di adattare i movimenti più classici a seconda delle caratteristiche del soggetto e del tipo di problema che deve risolvere, introducendo manualità simili.

Il primo movimento, di tipo statico, detto a cerchio fisso oppure a cerchio fermo, prevede in genere un dondolio ad andamento leggermente ellittico, effettuato con le 4 dita della mano, escludendo quindi il pollice, appoggiate in piano sopra la zona da trattare.

All’inizio del movimento a dondolo, la pelle è appena sfiorata; a poco a poco però le dita esercitano una pressione crescente per ritornare alla situazione di partenza, e cioè allo sfioramento, in modo progressivo.

Il dondolio segue il ritmo cardiaco: i tessuti si distendono, i muscoli si rilassano e la linfa raccoglie gli umori con maggiore facilità.

Lo stesso tipo di movimento può essere effettuato anche con le mani sovrapposte, con le palme e la base delle dita, con i polpastrelli delle dita semiflesse oppure ancora con i pollici.

Il lavoro maggiore è delegato ai polsi del massaggiatore mentre le mani o le dita assumono un atteggiamento del tutto passivo.

Le zone in cui si applica con maggior efficacia questo tipo di massaggio sono i piedi, le mani, le ginocchia, i gomiti, le zone inguinali e ascellari, il collo, il viso, la testa e la nuca.

Il secondo movimento, di pompaggio, detto anche a tocchi attingenti prevede in genere che la parte da trattare venga avvolta nel palmo della mano, tra pollice e indice; il pollice ruota dolcemente sopra la zona interessata avvicinandosi all’altro dito così che una vera e propria ventosa stimoli i processi linfatici .

Perché abbia effetto questo trattamento deve essere fatto nella giusta direzione e su tutta la zona interessata, spostando il pollice ogni 6 o 7 rotazioni, ma in modo da non tralasciare neppure una piccola parte della superficie.

Lo stesso movimento può essere effettuato anche con le altre dita della mano.

Le zone da manipolare con questo tipo di trattamento sono in genere le gambe, le braccia, le cosce, i fianchi.

Una variante, da utilizzare soltanto per gli avambracci e le gambe, prevede una fase in più e cioè un movimento laterale delle dita verso l’esterno a partire dal dito indice che, comunque, rimane fermo.

Il terzo movimento è in realtà la combinazione dei primi due, esso prevede che vengano utilizzate entrambe le mani; il pollice e il centro del palmo della mano, con andamento circolare, provocano una pressione e un’aspirazione sulla zona da trattare.

Il pollice e la mano girano obliquamente rispetto alla superficie cutanea esercitando una pressione che aumenta fino a raggiungere i 20-30 mm/mercurio per poi diminuire con lo stesso ritmo.

Si tratta di manipolazioni delicate ma decise che si ripetono ritmicamente 5 o 6 volte prima che si modifichi la superficie di appoggio sulla quale agire.

Questo movimento è indicato per le stesse parti del corpo da trattare con il movimento precedente, quello di pompaggio.

Il quarto movimento, rotatorio, dinamico, prevede quasi sempre che si appoggino entrambe le mani sulla superficie della zona da trattare.

Le dita sono leggermente divaricate, il pollice è distanziato il più possibile, l’indice segue l’andamento della linfa e determina quindi la direzione del massaggio.

La spinta a carattere rotatorio viene ottenuta soprattutto con le dita, senza che i polpastrelli però ostacolino il movimento; la rotazione termina nel momento in cui tutte le dita si riuniscono con il pollice.

Il massaggio rotatorio può essere eseguito anche con una sola mano ed è particolarmente indicato per il petto, il ventre, la schiena, i glutei.

LA DIREZIONE DEL MASSAGGIO

L’efficacia del massaggio linfatico oltre che dalla precisione della spinta, che si impara soprattutto con l’esperienza, dipende da un secondo elemento: la giusta direzione.

La linfa segue un percorso a senso unico durante il quale passa nei linfonodi, dove avviene un processo di purificazione, prima di giungere al dotto toracico e al dotto linfatico dx per poi tornare nel sangue attraverso le vene succlavie sx e dx.

Per accelerare il processo rivitalizzante è dunque necessario agire in modo da liberare i linfonodi più vicini nella zona di confluenza della linfa con il sangue.

Quando, per esempio, si vuole massaggiare la parte superiore del corpo, sopra il diaframma, appena sotto l’ombelico, bisogna cominciare sempre dalla zona immediatamente precedente la base del collo, in corrispondenza delle stazioni linfatiche, per passare poi alla regione ascellare.

Quando invece si vuole trattare la parte inferiore del corpo si deve iniziare il massaggio dalle zone inguinali, caratterizzate anch’esse dalla presenza di stazioni linfonodali importanti.

All’interno di ogni regione, dopo aver effettuato il trattamento per svuotare quanto più possibile i linfonodi, si agirà sulla zona immediatamente vicina, quella prossimale, allontanandosi poco a poco verso la cosiddetta zona distale, ma facendo attenzione a seguire il flusso della linfa.

Vale perciò la pena ricordare che la linfa di tutta la parte inferiore del corpo e di tutta la parte superiore sx si riversa nel dotto toracico mentre quella che proviene dalla parte superiore dx si riversa nel dotto linfatico dx.

PREPARARSI AL MASSAGGIO

Il massaggio è generalmente un momento rilassante, durante il quale il rapporto tra l’operatore e il soggetto è molto intenso; passa attraverso il contatto fisico che, anche in una dimensione professionale, crea un legame profondo attraverso il quale si stabilisce una comunicazione attiva.

E’ perciò necessario che il contesto all’interno del quale si compie questo “rito” sia il più possibile adeguato e confortevole; ogni dettaglio dovrà dunque essere curato perché sia il terapeuta sia chi si sottopone al massaggio si trovino a proprio agio.

L’ABBIGLIAMENTO

La condizione ideale per sottoporsi al massaggio linfatico è senza dubbio la nudità.

In questo modo l’operatore potrà più facilmente individuare le parti del corpo del suo paziente sulle quali deve intervenire.

Il tocco delle sue mani si rivelerà inoltre più efficace perché la mancanza di tessuti gli consentirà di dosare al meglio la pressione delle mani o delle dita.

A volte però le persone avvertono una sorta di disagio a sottoporsi nude al massaggio e vale la pena di non forzare la situazione, almeno durante le prime sedute.

La persona soggetta al trattamento dovrebbe comunque indossare pochi indumenti, possibilmente di fibra naturale, come il cotone: un paio di mutandine e una semplice maglietta oppure un body leggerissimo.

E’ indispensabile inoltre che chi riceve il massaggio al viso, nella zona degli occhi in particolare, abbia tolto gli occhiali o le lenti a contatto.

Anche gli orecchini, l’orologio, le collane e in generale i gioielli devono essere tolti perché possono rappresentare un ostacolo al linfodrenaggio.

L’ATTREZZATURA

Un lettino semplice, rivestito di spugna e di un lenzuolo monouso, da cambiare rigorosamente dopo ogni seduta, situato in un ambiente confortevole, caldo (la temperatura dovrà comunque aggirarsi intorno ai 25°C) accoglierà il soggetto e permetterà al massaggiatore di operare in tutta tranquillità. .

LE POSIZIONI

Chi riceve il massaggio linfatico si stenderà completamente sul lettino in posizione prona o supina a seconda della situazione; potrà sollevarsi leggermente solo se il massaggio verrà applicato al viso, al collo o alla nuca.

La pelle, lungo la superficie da trattare, dovrà essere rilassata e non tesa così da facilitare i movimenti del linfodrenaggio.

L’AMBIENTE

L’ambiente gioca spesso un ruolo importante nella riuscita del massaggio: dovrà essere privo di elementi di disturbo quali per esempio il telefono; dovrà essere illuminato di luce indiretta (luce verde e quella blu sono le più riposanti); anche una musica rilassante, a un volume piuttosto basso, contribuisce a creare un’atmosfera piacevole .

IL MOMENTO ADATTO

Il momento migliore per sottoporsi al massaggio è sempre lontano dai pasti e almeno un’ora dopo che sia stato effettuato un intenso sforzo fisico.

Un bagno rilassante prima del massaggio ne accentuerà l’efficacia.

I TEMPI DEL MASSAGGIO

Qualsiasi trattamento che prevede l’uso del massaggio linfatico richiede tempi d’intervento abbastanza lunghi.

Un trattamento completo, effettuato su tutto il corpo e che rispetta i diversi passaggi, prevede da 75 a 90 minuti circa di manipolazione complessiva.

Questo tipo di intervento però non viene quasi mai effettuato in misura completa.

I trattamenti specifici, quelli che si occupano di una parte del corpo, prevedono invece, per ogni seduta, almeno mezz’ora di intervento.

Nei casi più difficili da risolvere il massaggio linfatico può essere quotidiano, almeno in una prima fase, mente nei casi meno complessi il trattamento può essere bisettimanale.

CONTROINDICAZIONI E

PRECAUZIONI DEL

MASSAGGIO LINFATICO

Asma bronchiale: il linfodrenaggio ha un’azione vagotonica e ciò può scatenare crisi di asma nel paziente che ha predisposizione alla malattia o ne è affetto in modo cronico.

Eczemi: non reagiscono positivamente ad alcuno stimolo meccanico e quindi neppure a un intervento di massaggio qualunque esso sia.

Infezioni: il massaggio è controindicato in tutte le infezioni nella fase acuta, ma quando esse diventano croniche l’intervento può essere invece particolarmente positivo.

Insufficienza cardiaca: il linfodrenaggio aumenta il carico di lavoro del cuore stesso. Prima di intervenire è necessario dunque essere certi che eventuali edemi non dipendono da disturbi cardiaci.

Insufficienza renale: solo quando la fase acuta dell’insufficienza renale si è risolta è possibile praticare il massaggio linfatico, sempre però sotto il diretto controllo del medico.

Ipertiroidismo: la manipolazione linfatica può stimolare il passaggio di ormoni nel sangue con pericolo di peggioramento dei sintomi. È necessario perciò evitarla soprattutto nelle zone del collo e delle braccia.

Tubercolosi: la stimolazione della circolazione linfatica nei soggetti portatori di tubercolosi potrebbe aumentare la diffusione del bacillo nell’organismo con un aggravamento della malattia.

Tumori maligni: in questo caso si può ricorrere al linfodrenaggio solo sotto stretto controllo medico.

Vagotonia: nei soggetti vagotonici, soggetti a sbalzi di pressione, ogni trattamento, non deve superare i quindici minuti per seduta.

IL TRATTAMENTO DELLE

DIVERSE PARTI DEL CORPO

IL COLLO

È la zona da trattare prima di operare l’intervento in altre zone del corpo, perché proprio nel collo avviene il passaggio della linfa nel sistema venoso; i gangli linfatici di questa zona, superficiali e ben visibili, devono essere svuotati così da rimanere il più possibile liberi per accogliere la linfa proveniente da ogni parte del corpo.

IL VISO

Il viso viene trattato in fase finale dopo il massaggio di tutto il corpo; abbiamo preferito però presentarlo qui perché il suo trattamento è direttamente legato a quello del collo.

Il linfodrenaggio del viso è indicato in numerose situazioni patologiche o di disagio determinate, per esempio, dall’intolleranza ai prodotti cosmetici, dall’acne, dalle ustioni, dai postumi degli interventi di chirurgia maxillo-facciale, di trapianto dei capelli, di plastica facciale.

IL TORACE

Il trattamento del torace consente di ridare elasticità ai tessuti dopo un trattamento di lifting o lipoaspirazione; è inoltre indicato per ridurre la tensione mammaria in periodo premestruale.

È coadiuvante nella prevenzione della formazione delle smagliature e delle ragadi durante la fase di allattamento; difende dal cedimento dei tessuti del seno durante le diete dimagranti.

È consigliato nella terapia post-operatoria di mastectomia, nella cura delle mastopatie fibrocistiche, dopo un trauma costale o per combattere i postumi dell’herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio).

GLI ARTI SUPERIORI

Il drenaggio delle braccia e degli avambracci consente di ridurre gli edemi provocati da ritenzione di liquidi in fase premestruale o da reazioni di tipo allergico alle creme per le mani o per i detersivi; permette di ridurre l’intorpidimento delle dita per chi soffre di disturbi di carattere circolatorio. È un ottimo supporto nella cura della sindrome del tunnel carpale.

Contribuisce a eliminare le rigidità articolari, gli eczemi, le ragadi delle dita, l’epicondilite dell’avambraccio; è consigliato nella terapia post-operatoria della mastectomia radicale.

L’ADDOME

Il massaggio di questa zona (da evitare durante le mestruazioni e le malattie a carico degli organi interni) è particolarmente consigliato in caso di stitichezza e diarrea per un trattamento specifico del colon; è altrettanto valido per prevenire le antiestetiche smagliature, per ridurre la cellulite e in caso di tensione premestruale.

L’addome racchiude importanti organi interni, delegati a funzioni fondamentali per l’intero organismo. Intestino, utero e ovaie sono particolarmente sensibili al massaggio linfatico.

IL DORSO

Un completo trattamento di massaggio linfodrenante ha l’effetto di indurre un benefico rilassamento generale.

Questo diventa particolarmente significativo quando il massaggio si concentra soprattutto sulle spalle e sul dorso, la parte del corpo lungo la quale si trova la colonna vertebrale.

L’intervento sulla schiena consente di ottenere una distensione generale e favorisce la riduzione di tutti quei dolori che sono spesso provocati dalle rigidità e dalle contratture muscolari, dall’artrosi cervicale e dorsale.

LE ZONE LOMBARI E I GLUTEI

Soprattutto in ambito estetico i glutei e le zone lombari rappresentano spesso un problema da non sottovalutare.

Le ansie e le insicurezze di una donna che presenta inestetismi evidenti in queste parti del corpo possono infatti incidere sul suo stato di benessere psicofisico.

Vale allora la pena di effettuare il drenaggio di tali zone, che consente di prevenire e ridurre la cellulite e gli edemi, soprattutto quelli dovuti agli interventi di liposuzione delle cosce.

Per chi invece soffre di dolori localizzati, il drenaggio favorisce la riduzione delle lombalgie e può affiancarsi alla cura dell’ernia del disco.

GLI ARTI INFERIORI

Gli arti inferiori sono sottoposti spesso a tensioni e a condizionamenti innaturali: la continua posizione eretta di chi lavora, l’uso di calzature che impediscono la libera circolazione del sangue e della linfa, l’immobilità.

Un trattamento generale delle gambe è dunque particolarmente utile per restituire a tutti i tessuti la loro funzionalità.

Il linfodrenaggio è indicato per la cura e la prevenzione della cellulite, ma soprattutto per eliminare gli edemi di diversa origine, per ridurre il pericolo di varici, per i trattamenti successivi agli interventi di lipoaspirazione, contro i crampi notturni e gli eczemi.

LINFODRENAGGIO E BELLEZZA

Il volto è lo specchio dell’anima; questa semplice affermazione, più di ogni altra, riesce a spiegare l’esigenza che ciascun essere umano ha di essere “bello”.

Non si tratta di un capriccio legato solo alla moda o alla vanità ma di un’esigenza profonda: ogni persona nel proprio aspetto trova la sua identità e di conseguenza la sua sicurezza.

I PROBLEMI ESTETICI

L’ACNE

L’acne, che si manifesta attraverso pustole, papule, foruncoli, cisti e qualche volta cheloidi cicatriziali è una vera e propria patologia del tessuto cutaneo, una dermatosi che è spesso sintomo di malattie più profonde o di squilibri ormonali.

Le zone colpite sono in genere il viso, il dorso e il torace. Vero e proprio incubo degli adolescenti, l’acne colpisce spesso anche gli adulti e rappresenta un problema estetico non indifferente, a volte difficile da risolvere.

Quando però l’acne si rivela refrattaria a qualunque terapia o altro intervento farmacologico un massaggio linfatico continuo e regolare può rivelarsi la soluzione migliore.

LE CICATRICI

Dopo che a livello superficiale si è prodotta una ferita, i tessuti interessati vanno incontro a un processo di ricostruzione che richiede tempo.

L’intervento di massaggio linfatico, capace di ridurre tale accumulo, si rivela efficace soprattutto quando viene effettuato in tempi non troppo lontani dal momento del trauma.

LA COUPEROSE

L’antiestetico arrossamento della pelle, che si acuisce quando questa non è protetta dai raggi del sole o dal vento, presente specie in chi ha un’epidermide chiara e delicata, dipende soprattutto da disfunzioni della circolazione sanguigna a livello dei capillari.

L’intervento di massaggio linfatico prevede il trattamento non tanto delle zone direttamente interessate, molto sensibili a qualsiasi tipo di tocco, ma soprattutto delle zone limitrofe quali, per esempio, il collo e la nuca.

LE BORSE SOTTO GLI OCCHI

Il gonfiore a livello della zona sottorbitale può essere determinato da fattori diversi, alcuni legati a patologie gravi, come per esempio le disfunzioni cardiache o renale o più semplicemente causato da uno stato di malessere da affaticamento o da intossicazione alimentare.

Si tratta comunque di un edema che interessa la zona sottorbitale, priva in genere di tessuto connettivo ma all’interno della quale si concentrano residui interstiziali.

LA CELLULITE

Problema tipicamente femminile, la cellulite può presentarsi a tutte le età con ingrossamento più o meno evidente e, in qualche caso, anche indolenzimento, di una o più parti del corpo; ne sono colpite in genere le cosce e i fianchi, ma anche braccia, spalle e qualche volta nuca non ne sono indenni.

Il tessuto cellulitico si presenta in parte fibroso e in parte edematoso con formazioni nodulari, chiaramente visibili anche in superficie.

Il tessuto, dal caratteristico aspetto “a buccia d’arancia”, soffre di problemi circolatori, spesso, infatti, alla cellulite si aggiunge l’ematoma che compare spontaneamente alla minima pressione.

La cellulite può ricevere notevole giovamento da un intervento di linfodrenaggio molto più delicato.

GLI EDEMI

Gli edemi di cui si occupa il massaggio linfatico manuale in ambito estetico sono quelli tecnicamente definiti “idiopatici”, che non sono cioè sintomo di una patologia grave o specifica, ma che possono essere provocati dall’immobilità, dalla situazione climatica, da una condizione di affaticamento generale.

L’intervento di massaggio linfatico, particolarmente efficace per prevenire o eliminare i gonfiori, va comunque esercitato dall’operatore, vale la pena di sottolinearlo, solo dopo che sono state definite in modo certo le cause degli edemi.

INTERVENTO SUL VISO

LINFODRENAGGIO E TERAPIA

Il massaggio linfatico si rivela molto efficace anche quando non si deve risolvere un problema prevalentemente estetico, ma ci si trova di fronte a situazione patologiche lievi per cui non vale la pena ricorrere a terapie farmacologiche.

Suggeriremo il massaggio adatto per eliminare fastidiosi disturbi quali mal di testa, tensione mammaria o il formicolio agli arti solo per fare qualche esempio.

Le ricerche sulla funzione del massaggio linfatico in ambito terapeutico hanno messo in evidenza che i campi d’intervento sono molteplici: disturbi d’origine neurologica, disturbi d’origine reumatica, malattie cutanee, malattie a carico degli organi interni come per esempio la stitichezza, edemi di natura diversa come i fleboedemi e i linfoedemi.

La migliore forma di cura è senza dubbio la prevenzione.

Lo sanno bene gli orientali, la cui medicina, che affonda le sue origini nella notte dei tempi, attribuisce importanza fondamentale a questo tipo di atteggiamento nei confronti del benessere del corpo.

Lo sanno ormai anche gli occidentali che hanno scoperto, forse con qualche ritardo, il suo valore fondamentale.

Il massaggio linfatico offre una serie di possibilità: il mantenimento dell’equilibrio idrico del corpo, una corretta circolazione sanguigna e linfatica, sono elementi di prevenzione da non sottovalutare.

L’EDEMA DOPO

UNA MASTECTOMIA

L’intervento di mastectomia radicale, cioè di asportazione del seno, ha spesso come conseguenza una scarsa o nulla funzionalità dei gangli ascellari; si verifica così una presenza di gonfiore a carico dell’avambraccio che fatica a scomparire.

In tale situazione è quindi opportuno intervenire non solo a livello preventivo ma anche quando l’edema è già in atto per eliminare il problema.

Il trattamento periodico degli arti superiori nel loro complesso si rivela infatti particolarmente utile per stimolare lo scorrimento della linfa e il drenaggio dei tessuti.

LA SINDROME DEL

TUNNEL CARPALE

IL TRATTAMENTO DELL’ADDOME

L’intervento manuale sul sistema linfatico dell’addome agisce sia a livello superficiale, sui tessuti sottocutanei, sia a livello profondo, vale a dire sull’intestino, più precisamente sul colon.

Proprio l’incidenza sulla motilità del colon permette di curare un disturbo comune alla maggior parte delle persone: la stitichezza.

LA STITICHEZZA

Il massaggio linfatico, operato con movimenti lenti, armoniosi, ma profondi, mai bruschi, in abbinamento alla respirazione addominale del soggetto, è in grado di operare una sorta di rieducazione della motilità peristaltica della muscolatura del colon, una delle cause fondamentali della stitichezza.

Il colon è dotato di una intrinseca capacità di muoversi, che gli permette di rimescolare il suo contenuto (le scorie intestinali) e di portarlo a contatto con la mucosa delle pareti, dove avviene il riassorbimento di una grande quantità di liquidi.

Le pareti sono pervase di noduli e di canali linfatici che scaricano la linfa nelle stazioni linfonodali dei diversi distretti attraversati dal colon.

Il massaggio ha una funzione curativa essenziale ma dev’essere accompagnato da quegli accorgimenti che permettono la piena funzionalità di tutto l’intestino, come per esempio un regime alimentare corretto, ricco di fibre.

IL TRATTAMENTO DEGLI

ARTI INFERIORI

Il massaggio linfatico degli arti inferiori consente di risolvere molto efficacemente situazioni di malessere localizzato.

Gli edemi sono certamente il disturbo più ricorrente assieme alla cellulite di cui abbiamo già ampiamente trattato nel capitolo dedicato al massaggio estetico.

LE VARICI

Le varici sono in genere la conseguenza di un ristagno del sangue venoso che può essere provocato da una vita troppo sedentaria ma che si manifesta spesso in persone già predisposta la problema, soprattutto in fasi particolari della vita, come per esempio il periodo della gravidanza e quello della menopausa.

IL TRATTAMENTO DELLE ZONE LOMBARI

E DEL DORSO

Quest’ampia zona del corpo è spesso protagonista di fastidiosi disturbi d’origine reumatica come le artrosi o di contratture muscolari.

L’ARTROSI

Gli esperti distinguono in genere l’artrosi in primaria e secondaria.

La prima è una vera e propria alterazione a carico del tessuto cartilagineo che diminuisce le sue capacità di resistenza.

La seconda è invece un’alterazione a carico delle articolazioni intervertebrali che si riducono via via di spessore, provocando un avvicinamento delle vertebre e uno schiacciamento delle terminazioni nervose, come nel caso dell’ernia al disco.

Queste affezioni si accompagnano spesso a rigidità muscolari e contratture dolorose.

Il valore terapeutico del massaggio linfatico, che dovrà essere sempre delicato, si manifesta proprio in tale ambito, per la sua capacità di restituire una condizione di rilassamento.

IL TRATTAMENTO DEL VISO

LA CEFALEA

Non c’è persona al mondo che non abbia sofferto almeno una volta nella sua vita di cefalea, vale a dire mal di testa.

Il massaggio linfatico positivamente nel comune mal di testa sia per la funzione rilassante, sia per la sua capacità di eliminare microscopici edemi che talvolta si formano negli spazi interstiziali dei vasi sanguigni.

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