View
25
Download
0
Category
Preview:
Citation preview
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 1
Conduzione dell’apiario: l’importanza di dati
per le decisioni e per la documentazione
I dati qualitativi
Quando andiamo in apiario e visitiamo le famiglie di api raccogliamo sempre un grande numero di da-
ti di tipo qualitativo: ci facciamo un’idea se la famiglia è forte o debole, se le scorte di miele sono suf-
ficienti, se le api sono mansuete o aggressive, osserviamo attentamente se sono visibili sintomi di pa-
tologie... In base a tutte queste osservazioni libere ci facciamo un’idea sulle nostre colonie di api e
anche complessivamente sul nostro apiario.
I dati quantitativi
E’ meno frequente che l’apicoltore raccolga in modo sistematico anche dati quantitativi. Tuttavia tutti
i sistemi complessi (e le famiglie di api sono super-organismi di grande complessità biologica) per es-
sere ben governati e gestiti richiedono il trattamento di entrambi i tipi di dato. Non mi dilungo in que-
sto articolo sui dati qualitativi perché essi fanno parte del tradizionale modo di lavorare
dell’apicoltore. Un uso corretto, preciso, sistematico ed efficace di dati quantitativi è invece un fatto
meno frequente e non fa parte della cultura e del modo di lavorare dell’apicoltore medio. Tuttavia an-
che i dati quantitativi sono molto importanti
Essi possono avere due origini:
1. osservazioni sistematiche fatte dall’apicoltore con tecniche e strumenti ben precisi
2. misurazioni con strumentazione
I dati quantitativi derivanti da osservazioni sistematiche
Immaginiamo per un momento di voler annotare la quantità di covata di ciascuna famiglia di api. Ver-
rebbe spontaneo dire che basta contare il numero di favi di covata di ciascuna famiglia. Tuttavia sap-
piamo per esperienza che c’è favo e favo: talvolta la covata occupa solo una piccola rosetta del dia-
metro di 10 centimetri al centro di una sola faccia del favo, talvolta invece è molto estesa su entrambi
i lati. Queste differenze sono particolarmente marcate in primavera presto. Un metodo per la valuta-
zione in campo dell'entità della popolazione delle covate e delle scorte è quello dei sesti: l'area di un
telaio da nido viene suddivisa, con del fil di ferro, in sei rettangoli uguali, l'apicoltore, sovrapponendo-
lo al favo dell'alveare valuta la covata, le scorte o le superfici coperte da api per ogni rettangolo. In
questo modo il sesto di favo diventa la nostra unità di misura. Le osservazioni sono sistematiche
solo se sono ripetute ed attuate secondo un preciso protocollo e con l’utilizzo di appositi strumenti
come nell’esempio di cui sopra. Possiamo anche prendere come unità di misura il favo completo attri-
buendo per stima una frazione per i favi non completi. Controllare alcuni parametri quantitativi è di
fondamentale importanza.
Associazione Apicoltori Fiemme e Fassa
Associazione Apicoltori Valsugana Lagorai
Associazione Apicoltori delle Valli di Sole, Pejo e Rabbi
Apicoltori in Vallagarina Associazione
Notiziario n. 10 dicembre 2015
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino
Sommario
Conduzione dell’apiario: l’importanza di dati
per le decisioni e per la documentazione (Melixa System) pag. 1-3
Un esempio (buona pratica) pag. 3-11 Tieniti aggiornato! Consulta i siti: apival.net — www.apisole.it — www.apifiemmefassa.it — www.apinvallagarina.it
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 2
Alcuni dati quantitativi fondamentali rilevabili senza strumentazioni particolari:
quantità di covata,
quantità di miele,
quantità di api,
quantità di varroa in caduta naturale,
età della regina
I quaderni per la gestione dell’apiario stampati da FEM sono un primo tentativo per portare attenzione
e strumenti verso questa tematica. I dati derivanti da misurazioni con strumenti dedicati (Melixa system)
Ad oggi l’apicoltore ha a disposizione ben pochi strumenti di misurazione: per quello che riguarda la
dotazione dell’apicoltore medio mi viene in mente solo il rifrattometro per misurare la quantità di ac-
qua presente nel miele.
Melixa System (Arnia intelligente http://melixa.eu/ ) apre oggi nuove prospettive per la misurazione
di 6 dati di fondamentale importanza:
1. Peso dell’arnia
2. Flusso delle api in uscita
3. Flusso delle api in ingresso
4. Temperatura interna
5. Temperatura esterna
6. Pioggia (parametro di tipo si/no non viene misurata la quantità di acqua)
Questi dati quantitativi assieme a quelli che può raccogliere l’apicoltore possono fornire un quadro ve-
ramente completo. Ovviamente il sistema va montato su un’arnia che contenga una famiglia di api
media che possa fornire indicazioni generalizzabili per tutto l’apiario. Per individuare questa colonia è
sufficiente analizzare i dati
dell’ultima visita, calcolare la
media di covata, di favi coperti
da api e di scorte e individuare
fra tutte le arnie quella che più
si avvicina a quelle medie. Cre-
do che i tre parametri presi in
considerazione siano più che
sufficienti, se uno o più parame-
tri non tornano precisamente si
può anche intervenire aggiun-
gendo o togliendo api e/o cova-
ta fino a raggiungere il risultato
voluto.
Un esempio:
Nella tabella a fianco si analizza
un apiario di 20 arnie nella pri-
ma decade di aprile. L’arnia n. 3
si avvicina molto alla media per
tutti i valori. Potrebbero andare
bene anche la n. 6 o la 17 to-
gliendo un po’ di scorte.
Se si vuole fare un lavoro an-
cora più raffinato si può pren-
dere in considerazione anche
l’età della regina. In questo
caso non possiamo ovviamen-
te riferirci alla media,
Apiario 1
arnia favi di covata favi di api favi di scorte Età regina (anni)
1 5 8 3 1
2 4 7 3 1
3 4,5 8 2,5 1
4 5,5 10 2 1
5 4 7,5 2,5 2
6 4,4 8 3 1
7 3 6 2 2
8 4 7 3 1
9 5,5 10 3,5 1
10 4 8 2 1
11 5 9 3 1
12 5,5 8 2 1
13 4 6,5 2 2
14 4 7 2 1
15 3 6 3 1
16 4 8 2 2
17 4,5 8 3 1
18 4 9 2,5 1
19 5 10 2 3
20 5 9 1 1
media 4,395 8 2,45 1,3
Presentazione di Melixa System (arnia intelligente) agli apicoltori della Valsugana nella riunione mensile di dicembre a Pergine. Sala piena e grande
attenzione per questo prodotto innovativo, al termine molte domande da parte dei presenti.
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 3
conviene prendere come riferimento la moda cioè il valore che si ripete con maggiore frequenza
quindi nel nostro caso una regina di un anno.
Una volta individuata e preparata l’arnia il sistema ci fornirà i dati sopra elencati, quanto più l’arnia
scelta rappresenta la media dell’apiario tanto più i suoi dati saranno rappresentativi dell’apiario stes-
so. Nel corso dei prossimi articoli tecnici vedremo come questi dati possono essere utilizzati as-
sieme a quelli qualitativi per prendere decisioni di tipo tecnico sul da farsi.
Preparare bene l’annata successiva: un esempio
di corretto utilizzo dei dati raccolti con osservazioni sistematiche
A completamento di quanto pubblicato sul notiziario n. 9 della Federazione Associazioni Apicoltori del
Trentino, numero dedicato al controllo autunnale della varroasi, propongo questo articolo tecnico cen-
trato su quanto sperimentato da un apicoltore nell’annata 2015.
I raccolti estivi terminano in pianura e collina a fine giugno con la fioritura del castagno e del tiglio ed
entro la prima decade di luglio in montagna con il rododendro e il prato. Da questo momento in poi
bisogna pensare all’anno successivo perché ormai il raccolto è terminato. Puntare alla produzione
di melata ritardando ulteriormente gli interventi estivi contro la varroa è un rischio che forse si può
correre, ma eventualmente solo con una piccola parte delle proprie famiglie di api.
Da fine giugno, primi di luglio fino a fine novembre si lavora per preparare l’anno successivo. Consi-
glio di operare subito alla fine del raccolto sia che si attui solo un blocco della covata sia che lo si
abbini alla messa a sciame. Come evidenziato nel notiziario n. 9 la messa a sciame abbinata al blocco
della covata consente di aumentare il numero delle arnie raddoppiando o aumentando di un terzo a
seconda di quanto si voglia spingere sulla messa a sciame. Questa rimonta ci dà del margine sul
numero di arnie da mantenere e ci permette anche di riunire di più in autunno invernando famiglie
molto forti.
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 4
Un esempio (buona pratica)
Le operazioni più importanti
Si presenta qui un esempio di conduzione coerente con quanto illustrato nel notiziario n. 9. Le carat-
teristiche salienti della conduzione sono:
1. Blocco della covata con messa a sciame (raddoppio delle famiglie) attuato per tempo
(fine giugno)
2. Nutrizione abbondante delle parti messe a sciame.
3. Nutrizione autunnale di tutte le famiglie di api con nutritori a depressione
4. Trattamenti tampone autunnali ripetuti in settembre – ottobre – novembre con acido os-
salico sublimato
5. Dal punto di vista metodologico raccolta di dati qualitativi e quantitativi e loro utilizzo
per le scelte da operare
Punti della conduzione dell’apiario nel dettaglio:
Apiario composto in primavera di 13 arnie
Svernamento in pianura
Nutrizione stimolante con sciroppo zuccherino
Controllo della sciamatura non del tutto efficace con l’uscita di 4-5 sciami
Fioritura della robinia in pianura (Veneto)
Fioritura della robinia in Valsugana
Fioritura di prato in montagna (1300 m.s.l.)
A fine giugno primi di luglio blocco della covata abbinato alla messa a sciame attuato su quasi
tutte le famiglie. A questo punto l’apiario è composto di 31 arnie
Trattamento immediato delle famiglie messe a sciame con acido ossalico gocciolato
Nutrizione abbondante delle famiglie messe a sciame in luglio, agosto (due mezzi nutritori a
settimana)
Trattamento delle famiglie in blocco di covata al ventiquattresimo giorno con acido ossalico
gocciolato
Nutrizione delle famiglie in blocco dopo aver rimosso i melari (meno abbondante)
Spostamento delle famiglie di api in Valsugana (Telve)
Trattamenti tampone autunnali ripetuti (ottobre – novembre) con acido ossalico sublimato
Nutrizione stimolante autunnale con nutritori a depressione per tutte le famiglie sia quelle
messe a sciame sia quelle derivate dal blocco di covata.
Invernamento togliendo tutti i favi non coperti di api introducendo ai lati del glomere due dia-
frammi e riempiendo gli eventuali altri spazi vuoti con pannelli coibentanti che non assorbano
l’umidità
Riunione di 4 famiglie in occasione dell’invernamento e tre cedute a titolo gratuito a un giova-
ne apicoltore durante l’estate
Vengono invernate quindi 24 famiglie di api a fine novembre pronte per il trasporto nella zona
di svernamento,
I risultati a fine novembre
Partiamo dai risultati, come si presentano le 24 famiglie di api a fine novembre. Qui l’apicoltore ha
opportunamente scelto di affiancare le classiche note scritte con una documentazione fotografica di
ciascuna famiglia di api scattando una fotografia del nido aperto e inserendo anche un cartellino con il
numero corrispondente alla famiglia sopra ai favi.
Va detto che le fotografie sono state scattate in una giornata calda quando il glomere era sciolto, que-
sto fa si che in linea di massima le famiglie appaiano tendenzialmente un po’ più forti di quanto non
siano realmente (le stesse famiglie di api fotografate con le api in glomere sembrerebbero meno bel-
le). Un secondo fattore riguarda l’uso del fumo che può spingere le api verso il basso o la tendenza
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 5
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 6
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre pag. 7
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 8
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 9
Messa a sciame abbinata al blocco di covata fatta per tempo alla fine della fioritura
La messa a sciame abbinata al blocco di covata è stata attuata su tutte le famiglie fatta eccezione per
7 colonie più deboli per le quali si è realizzato il solo blocco di covata con telaino orizzontale. Qui si fa
riferimento alla messa a sciame classica attuata realizzando due nuove colonie da ogni famiglia origi-
naria una con api e regina, ma completamente priva di covata, l’altra orfana con tutta la covata.
L’operazione è stata attuata in data 30 giugno e 1 luglio nelle postazioni di montagna in cui si trova-
vano le arnie in quel momento.
Per approfondimenti su questa tecnica consiglio un articolo specifico pubblicato sul sito APIVAL:
http://nuke.apival.net/Portals/0/articoli/scelta_tecnica_condizionata.pdf
Nutrizione autunnale con nutritori a depressione
La nutrizione stimolante, proprio perché simula una importazione di nettare, deve essere lenta e gra-
duale: sarebbe del tutto inutile fornire grandi quantitativi in poco tempo perché il flusso nettarifero
naturale è graduale e le api impiegano del tempo per bottinare molto nettare.
Questa considerazione ci fa capire che se nutriamo con nutritori normali è necessario farlo spesso
(ogni 2-3 giorni) con piccoli quantitativi di sciroppo.
Se si vuole rendere la nutrizione veramente lenta e graduale come avviene in natura è necessario u-
sare nutritori a depressione che offrono un triplice vantaggio:
1. Possono essere costruiti artigianalmente anche con materiali di recupero
2. Hanno un rilascio molto graduale dello sciroppo zuccherino
3. Per chi pratica il nomadismo o ha apiari molto lontani vi è la possibilità di usare nutritori a de-
pressione di grandi dimensioni come ad esempi taniche da 5 litri che permettono alla famiglia
una autonomia di svariate settimane
Se nutriamo utilizzando i nutritori normali e riempiamo di sciroppo alla sera le api in una sola notte lo
svuotano completamente. In queste condizioni il flusso non è lento e regolare e l’effetto stimolante è
minore. I nutritori a depressione hanno un rilascio lento e molto regolare che può essere finemente
messo a punto a seconda del numero e del diametro dei buchi attraverso chi le api possono succhiare
lo sciroppo.
Nel caso specifico la nutrizione con nutritori a depressione è avvenuta nel periodo dal 5 di settembre
al 10 di ottobre e ha interessato tutte le famiglie sia quelle messe a sciame sia quelle derivanti dal
blocco di covata.
Trattamenti tampone autunnali contro la varroa
Dopo i trattamenti canonici sulle parti messe a sciame e su quelle su cui è stato attuato il blocco della
covata l’infestazione autunnale è stata tenuta sotto controllo con un ciclo di trattamenti tampone con
acido ossalico sublimato nel periodo settembre novembre. Questa tecnica consente di tenere sotto
controllo anche le re infestazioni.
Per utilizzare come nutritori taniche che forniscano una certa autonomia fra un riem-
pimento e l’altro è necessario aumentare l’altezza del copri favo con apposite cornici
come in figura o con un melario vuoto.
Nutritore a depressione realizzato con una bottiglia di plastica
riciclata. I fori sono stati realizzati verso il basso dove sono
visibili le api che stanno succhiando il liquido.
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 10
Il rapporto fra favi di covata e numero di varroe sulle api
L’aumento significativo delle cadute di varroa inizia con la prima decade di ottobre nel momento in cui
la covata sta calando al di sotto dei tre favi ( 9 ottobre media favi covata apiario 2,5 come evidenziato
nella tabella qui sotto). A fine ottobre la covata si era ridotta a meno di un favo (media 0,17) e in
questo periodo fino alla prima decade di novembre abbiamo la massima caduta di varroa. Il periodo
più critico per l’infestazione da varroa inizia quindi quando la covata scende sotto i tre favi di covata e
continua fino a 7-10 giorni dopo che essa è sparita del tutto.
Vi è infatti una relazione diretta fra diminuzione della covata e aumento delle varroe sulle api. Consi-
dero i tre favi di covata autunnali come un indicatore di attenzione: da quel momento in poi le
varroe sulle api cominciano ad essere molte ed è quindi un buon momento per intervenire perché esse
sono finalmente vulnerabili. I trattamenti tampone possono iniziare in questo periodo e terminare
quando le cadute tornano a numeri molto bassi.
Numero medio di varroe cadute nei trattamenti (8) tampone effettuati
nei mesi di settembre, ottobre e novembre su 24 famiglie a Telve
Trattamenti 1° tratt.2° tratt.3° tratt.4° tratt.5° tratt. 6° tratt. 7° tratt.8° tratt.
Data 28-set 07-ott 15-ott 22-ott 30-ott 06-nov 14-nov 21-nov
Media varroe 18,9 61,6 55,7 189,8 285,9 249,6 114,5 26,9
50
100
150
200
250
300
350
Serie1
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 11
Il numero di favi coperti da api (spopolamenti autunnali da varroa)
Il numero di favi coperti da api è un indicatore significativo solo se lo si considera come varia-
zione nel tempo. L’esperienza ci ha insegnato che il numero di api presenti può avere un calo drasti-
co nel periodo che va da fine agosto fino a novembre.
Se in autunno il numero di favi coperti da api rimane costante significa che esse sono api sane con
una buona aspettativa di vita. Nei casi peggiori di forte infestazione da varroa non controllata e nelle
annate peggiori alcuni apicoltori hanno visto le loro famiglie di api passare da 8-10 favi coperti di api
in agosto arrivando fino a uno due favi a fine ottobre: famiglie che non possono certo svernare e van-
no necessariamente riunite.
Nel nostro caso il 6 settembre avevamo nell’apiario una media di 7,66 favi coperti da api (vedi tabella
in alto). Nel controllo avvenuto fra il 22 e il 30 ottobre la media di favi coperti da api era 7,16 con una
diminuzione veramente minima. Quando le api autunnali sono sane la diminuzione della popolazione è
molto bassa.
Per avere api sane in autunno è però necessario:
1. aver attuato il blocco di covata per tempo abbassando drasticamente il numero di varroe
in luglio
2. aver tenuto sotto controllo con trattamenti tampone le varroe nel periodo autunnale
(settembre-ottobre) come nell’esempio qui riportato.
Conclusioni
Per preparare bene l’annata successiva mi sembrano cruciali quattro elementi:
1. Attuare il blocco di covata (o il blocco con messa a sciame) per tempo cioè negli ultimi gior-
ni di fioritura ed eseguire i trattamenti abbinati.
2. Produrre un certo numero di nuove famiglie per assorbire eventuali riunioni autunnali o perdi-
te invernali (rimonta)
STATISTICA AUTUNNALE FAMIGLIE
N° Famiglia N° F. api F. cov. F. api F. cov. F. api F. cov. F. api F. cov. F. api Valutaz. Scorte Canditi
06-set 06-set 27 sett. 9 otto. 22-30 otto. 10-nov 25-ott 25-ott1 1 (+ N° 14 il 4-11) 7 2 6,5 4 6,5 2 5,5 0 9,5 M B Bene
2 2 (ex 3 lilla) 8 4 8 4 8 3 8 0 B Abbastanza 13 3 azzurro 9,5 4 9,5 5 9 2 7,5 0 M + Bene4 4 9,5 3 8,5 3 9 2 9 1,5 M B M. Bene5 5 9 3 9,5 4 8,5 3 8 0 B Bene6 6 6,5 4 7,5 4 7,5 4 7 1 M Bene7 7 8,5 4 9 4 8 3,5 7,5 0 M + M. Bene8 8 7,5 4 6,5 4 7 3 6,5 0 S + Abbastanza 19 9 6 4 7 4 7,5 2 7 0 M Bene
10 10 7 3 7,5 2 7 2 7,5 0 M + Bene11 11 (ex2 rosa) 7,5 3 8 4 8,5 3 8 0 B Abbastanza 1
12 12 8,5 5 7,5 4 9 4 8,5 0 M B Bene13 13 (ex 17 vecchio) 5,5 3 8,5 3 8,5 2 6,5 0 S + M. Bene14 14 (ex 24 curva) 7 4 7 4,5 6,5 4 7 0 M Bene15 15 (ex 19 Regole curva) 7,5 5 8 5,5 8,5 2 8,5 0 M B Bene16 16 (ex 2 Rom.) 9 4 9 3 8 2 8 1? B M. Bene17 17 (ex 0 verde mus) 9 3,5 9,5 4 7 3 8 1 B Bene18 18 9,5 4 8,5 4 8 2 7,5 0 M + Bene19 19 Visint. rosso 6 4 6,5 3 6 1 6 0 8 B Bene20 20 (ex 0 rossa Vis.) 4 2 6,5 3 6 2 6 0 8 B Bene21 21 7 4 8,5 3 7,5 1,5 7,5 0 M + Bene22 22 7,5 5 8,5 4 8 3 8 0 B Abbastanza 123 23 (azzurr-verde) 9 4 9 4 8 3 7,5 0 M + Bene24 24 (ex 23 rosso) 9 3 6,5 4 8 2 7,5 0 M + M. Bene
ELIMINATI
14 10 6 8,5 4 8 4 5,5 0 Riunito 4-11 Nel N° 1
2 rosso 6,5 3 6,5 3 6,5 0 5,5 0 Riunito 2-11 Nei 19 e 20
15 7 3 6,5 2 6 0 6 0 Gabriele 26-10 Nelle sue fam.
16 6,5 3 6 3 6,5 3 5,5 0 Gabriele 26-10 Nelle sue fam.
06-set 06-set 27-set 27-set 09-ott 09-ott B e MB 12
Medie apiario 7,66 3,69 7,81 3,67 7,6 2,5 7,16 0,17 M e M+ 10
Totale apiario 214,5 103,5 219 103 213 26 201 S e S+ 2
D 0
Tot: 24
Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 12
3. Controllare con trattamenti tampone l’infestazione autunnale da varroasi
4. Nutrire le famiglie di api in modo appropriato.
Nel caso specifico nessuno di questi elementi è stato sottovalutato e il risultato finale (foto di docu-
mentazione di fine novembre) è decisamente soddisfacente.
Ringrazio l’apicoltore per i dati forniti e per la documentazione fotografica
A cura di
Romano Nesler
Recommended