Forgotten souls

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Porva prova prova

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«Non essere così stupida, Deborah.»«E invece potremmo farcela. Le provviste

sono ormai esaurite, cosa cazzo stiamo aspettan-do, me lo spieghi? Attendiamo forse di arrivareal punto di mangiarci a vicenda, è questo chevuoi?»

«Piantatela di dire stronzate, voi due, cristosanto! Sto cercando di capire che cazzo è quelbagliore» le interruppe Norman, osservando colbinocolo fuori dalla finestra.

Sette anime rinchiuse tra quattro mura.Fuori: il crepuscolo, il vento e le creature.Norman, seduto sopra ad una botte di legno

nella quale filtrava acqua piovana raccolta dauna fessura nel soffitto dell'edificio, osservava lalinea del tramonto; i suoi occhi erano attratti daun bagliore che da un paio di giorni luccicava adovest, appena oltre la collina del cimitero dellaPromontory Hill.

«E se non fossimo soli? Se qualcuno fosse riu-scito a sopravvivere a quelle cose?» chiese Nor-man. I sei sopravvissuti risposero col silenzio.Dentro di sé sapevano che le possibilità di so-pravvivere là fuori erano infinitamente misere.E loro c'erano riusciti fino ad allora solo graziealla fortuna. Per mesi erano rimasti rintanatidentro a quell'edificio, con un'immensa scorta dicibo in scatola, che oramai si stava esaurendo,

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bevendo l'acqua piovana raccolta dalle precipita-zioni atmosferiche.

Le infinite preghiere si erano alternate aipianti isterici, ai tentativi folli di abbandonarel'edificio per scappare chissà dove. Al principioerano dieci. Ora sette. Probabilmente sei, vistoche non avevano notizie di Alan da più di duegiorni.

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Non essere così stupida, Deborah.»«E invece potremmo farcela. Le provviste

sono ormai esaurite, cosa cazzo stiamo aspettan-do, me lo spieghi? Attendiamo forse di arrivareal punto di mangiarci a vicenda, è questo chevuoi?»

«Piantatela di dire stronzate, voi due, cristosanto! Sto cercando di capire che cazzo è quelbagliore» le interruppe Norman, osservando colbinocolo fuori dalla finestra.

Sette anime rinchiuse tra quattro mura.Fuori: il crepuscolo, il vento e le creature.Norman, seduto sopra ad una botte di legno

nella quale filtrava acqua piovana raccolta dauna fessura nel soffitto dell'edificio, osservava lalinea del tramonto; i suoi occhi erano attratti daun bagliore che da un paio di giorni luccicava adovest, appena oltre la collina del cimitero dellaPromontory Hill.

«E se non fossimo soli? Se qualcuno fosse riu-scito a sopravvivere a quelle cose?» chiese Nor-man. I sei sopravvissuti risposero col silenzio.Dentro di sé sapevano che le possibilità di so-pravvivere là fuori erano infinitamente misere.E loro c'erano riusciti fino ad allora solo graziealla fortuna. Per mesi erano rimasti rintanatidentro a quell'edificio, con un'immensa scorta dicibo in scatola, che oramai si stava esaurendo,

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bevendo l'acqua piovana raccolta dalle precipita-zioni atmosferiche.

Le infinite preghiere si erano alternate aipianti isterici, ai tentativi folli di abbandonarel'edificio per scappare chissà dove. Al principioerano dieci. Ora sette. Probabilmente sei, vistoche non avevano notizie di Alan da più di duegiorni.

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Non essere così stupida, Deborah.»«E invece potremmo farcela. Le provviste

sono ormai esaurite, cosa cazzo stiamo aspettan-do, me lo spieghi? Attendiamo forse di arrivareal punto di mangiarci a vicenda, è questo chevuoi?»

«Piantatela di dire stronzate, voi due, cristosanto! Sto cercando di capire che cazzo è quelbagliore» le interruppe Norman, osservando colbinocolo fuori dalla finestra.

Sette anime rinchiuse tra quattro mura.Fuori: il crepuscolo, il vento e le creature.Norman, seduto sopra ad una botte di legno

nella quale filtrava acqua piovana raccolta dauna fessura nel soffitto dell'edificio, osservava lalinea del tramonto; i suoi occhi erano attratti daun bagliore che da un paio di giorni luccicava adovest, appena oltre la collina del cimitero dellaPromontory Hill.

«E se non fossimo soli? Se qualcuno fosse riu-scito a sopravvivere a quelle cose?» chiese Nor-man. I sei sopravvissuti risposero col silenzio.Dentro di sé sapevano che le possibilità di so-pravvivere là fuori erano infinitamente misere.E loro c'erano riusciti fino ad allora solo graziealla fortuna. Per mesi erano rimasti rintanatidentro a quell'edificio, con un'immensa scorta di

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cibo in scatola, che oramai si stava esaurendo,bevendo l'acqua piovana raccolta dalle precipita-zioni atmosferiche.

Le infinite preghiere si erano alternate aipianti isterici, ai tentativi folli di abbandonarel'edificio per scappare chissà dove. Al principioerano dieci. Ora sette. Probabilmente sei, vistoche non avevano notizie di Alan da più di duegiorni.

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sono ormai esaurite, cosa cazzo stiamo aspettan-do, me lo spieghi? Attendiamo forse di arrivareal punto di mangiarci a vicenda, è questo chevuoi?»

«Piantatela di dire stronzate, voi due, cristosanto! Sto cercando di capire che cazzo è quelbagliore» le interruppe Norman, osservando colbinocolo fuori dalla finestra.

Sette anime rinchiuse tra quattro mura.Fuori: il crepuscolo, il vento e le creature.Norman, seduto sopra ad una botte di legno

nella quale filtrava acqua piovana raccolta dauna fessura nel soffitto dell'edificio, osservava lalinea del tramonto; i suoi occhi erano attratti daun bagliore che da un paio di giorni luccicava adovest, appena oltre la collina del cimitero dellaPromontory Hill.

«E se non fossimo soli? Se qualcuno fosse riu-scito a sopravvivere a quelle cose?» chiese Nor-man. I sei sopravvissuti risposero col silenzio.Dentro di sé sapevano che le possibilità di so-pravvivere là fuori erano infinitamente misere.E loro c'erano riusciti fino ad allora solo graziealla fortuna. Per mesi erano rimasti rintanatidentro a quell'edificio, con un'immensa scorta di

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cibo in scatola, che oramai si stava esaurendo,bevendo l'acqua piovana raccolta dalle precipita-zioni atmosferiche.

Le infinite preghiere si erano alternate aipianti isterici, ai tentativi folli di abbandonarel'edificio per scappare chissà dove. Al principioerano dieci. Ora sette. Probabilmente sei, vistoche non avevano notizie di Alan da più di duegiorni.

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«Piantatela di dire stronzate, voi due, cristosanto! Sto cercando di capire che cazzo è quelbagliore» le interruppe Norman, osservando colbinocolo fuori dalla finestra.

Sette anime rinchiuse tra quattro mura.Fuori: il crepuscolo, il vento e le creature.Norman, seduto sopra ad una botte di legno

nella quale filtrava acqua piovana raccolta dauna fessura nel soffitto dell'edificio, osservava lalinea del tramonto; i suoi occhi erano attratti daun bagliore che da un paio di giorni luccicava adovest, appena oltre la collina del cimitero dellaPromontory Hill.

«E se non fossimo soli? Se qualcuno fosse riu-scito a sopravvivere a quelle cose?» chiese Nor-man. I sei sopravvissuti risposero col silenzio.Dentro di sé sapevano che le possibilità di so-pravvivere là fuori erano infinitamente misere.E loro c'erano riusciti fino ad allora solo graziealla fortuna. Per mesi erano rimasti rintanatidentro a quell'edificio, con un'immensa scorta di

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cibo in scatola, che oramai si stava esaurendo,bevendo l'acqua piovana raccolta dalle precipita-zioni atmosferiche.

Le infinite preghiere si erano alternate aipianti isterici, ai tentativi folli di abbandonarel'edificio per scappare chissà dove. Al principioerano dieci. Ora sette. Probabilmente sei, vistoche non avevano notizie di Alan da più di duegiorni.

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«Piantatela di dire stronzate, voi due, cristosanto! Sto cercando di capire che cazzo è quelbagliore» le interruppe Norman, osservando colbinocolo fuori dalla finestra.

Sette anime rinchiuse tra quattro mura.Fuori: il crepuscolo, il vento e le creature.Norman, seduto sopra ad una botte di legno

nella quale filtrava acqua piovana raccolta dauna fessura nel soffitto dell'edificio, osservava lalinea del tramonto; i suoi occhi erano attratti daun bagliore che da un paio di giorni luccicava adovest, appena oltre la collina del cimitero dellaPromontory Hill.

«E se non fossimo soli? Se qualcuno fosse riu-scito a sopravvivere a quelle cose?» chiese Nor-man. I sei sopravvissuti risposero col silenzio.Dentro di sé sapevano che le possibilità di so-pravvivere là fuori erano infinitamente misere.E loro c'erano riusciti fino ad allora solo graziealla fortuna. Per mesi erano rimasti rintanatidentro a quell'edificio, con un'immensa scorta di

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cibo in scatola, che oramai si stava esaurendo,bevendo l'acqua piovana raccolta dalle precipita-zioni atmosferiche.

Le infinite preghiere si erano alternate aipianti isterici, ai tentativi folli di abbandonarel'edificio per scappare chissà dove. Al principioerano dieci. Ora sette. Probabilmente sei, vistoche non avevano notizie di Alan da più di duegiorni.

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