FORMAZIONE OPERATORI BIBLIOPOLISnet Percorso 2: Elementi di biblioteconomia [A cura della divisione...

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FORMAZIONEOPERATORI

BIBLIOPOLISnet

Percorso 2:

Elementi di biblioteconomia

[A cura della divisione informatica di EXPOITALY]

Indice

Introduzione Le RICA L’Indicizzazione semantica

La Classificaszione Decimale Dewey (CDD) Soggetti

L’ ISBD

Introduzione

Per “schedare un libro” è necessario affrontare tre problemi:

L’intestazione della scheda, che fa capo alle Regole Italiane di catalogazione Autori (RICA)

L’ indicizzazione semantica del libro, che fa capo alla Classificazione Decimale Dewey (CDD) e ai Soggetti

La compilazione della scheda, che fa capo all’Internationa Standard Book Description (ISBD)

RICA

Cosa sono

RICA = Regole Italiane di Catalogazione Autore

Queste regole si preoccupano: di cercare un'intestazione per la scheda, cioè la

parola mediante la quale la scheda sarà alfabeticamente ordinata (e può essere sia il nome di un autore che un titolo);

di formulare questa intestazione nella forma più corretta.

Forme dell'intestazione

Anche se i programmi di archiviazione prevedono le liste di autorità per l’inserimento degli autori, è bene conoscere i fondamenti delle RICA, Ad esempio che:

1. Generalmente l'intestazione è costituita dal cognome e dal nome dell'autore, separati da una virgola, scritti per esteso:

PAVESE, Cesare

2. Ma può essere costituita anche da altri elementi, come un nome, un appellativo, un luogo di origine:

COLA di Rienzo

LEONARDO da Vinci

Forme dell'intestazione3. Il nome "d'arte" in molti casi sostituisce il nome reale. Quindi:

MOLIEREnon POQUELIN, Jean Baptiste

4. Cognome e nome andrebbero sempre espressi nella lingua originale:

CICERO, Marcus Tulliuse non: “Cicerone”, anche se per una biblioteca scolastica questa forma è certamente la più pratica.In ogni caso:

VERNE, Julese non “VERNE, Giulio”.

Forme dell'intestazione

5. Infine bisogna ricordare che i cognomi con prefisso seguono regole diverse a seconda della nazionalità. Ad esempio:

i cognomi francesi conservano come primo elemento qualunque prefisso che non sia la preposizione "de" che viene posta dopo il nome:

MUSSET, Alfred de

i cognomi inglesi conservano sempre il prefisso come primo elemento dell'intestazione:

O'NEILL, Eugene

nei cognomi tedeschi l'intestazione è costituita dal cognome senza alcun prefisso:

HUMBOLDT, Wilhelm von

nei cognomi italiani il prefisso è sempre in prima posizione:

D'ANNUNZIO, Gabriele

DE AMICIS, Edmondo

Ma:

TOMASI DI LAMPEDUSA, Giuseppe

CAVOUR, Camillo Benso, conte di

Forme dell'intestazione

Osservazioni

La liste di autorità tuttavia non esimono il catalogatore dal dover decidere “chi” sia l’autore. Ad esempio:

Le opere il cui l’autore non figura nel frontespizio, ma si può ricavare in qualche modo, si schedano sotto il nome dell'autore

Le raccolte di riproduzioni di disegni, dipinti, ecc. di un artista si schedano sotto il suo nome e non sotto il nome del curatore

Le raccolte di varie opere o le antologie di uno stesso autore si schedano sotto il suo nome

Le antologie di autori diversi, con fini didattici (antologie scolastiche), si schedano sotto il nome del raccoglitore

Se gli autori sono più di tre si usa come intestazione il titolo

Strumenti bibliografici

Ecco alcuni libri per chi volesse saperne di più:

Quaderno RICA. Esempi per lo studio delle Regole Italiane Catalogazione Autore, ICCU, Roma 1981

M. Ribotti Motta, Regole italiane di catalogazione per autore, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1987

Regole Italiane di Catalogazione per Autori , Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche, Roma 1995

L’indicizzazione semantica

Introduzione

L’ indicizzazione semantica consiste nell’ attribuire ai documenti, partendo dall’analisi del loro contenuto, codici numerici, alfabetici o alfanumerici, singole parole o espressioni (le più sintetiche possibili). Questi numeri, codici o parole possono appartenere a: Schemi di classificazione Soggettari

Introduzione

Gli schemi di classificazione suddividono il sapere umano in varie "classi”, indicate da cifre numeriche o codici alfanumerici.

Il più conosciuto è la Classificazione Decimale Dewey. Secondo questo schema, ad esempio:

la narrativa italiana = 853

Introduzione

I Soggettari sono vocabolari controllati che raggruppano in ordine alfabetico “soggetti”, ossia brevi “rappresentazioni” indicative del contenuto dei documenti. In Italia il più diffuso è quello che raccoglie i soggetti utilizzati dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Indicizzazione semantica:la Classificazione Decimale Dewey

Che cos'è la CDD

CDD = Classificazione Decimale Dewey “Dewey” dal nome dall'americano Melvil Dewey che la

ideò nella seconda metà dell’Ottocento. Oggi viene aggiornata da un apposito comitato internazionale.

“Decimale” perché divide tutto lo scibile umano in 10 classi contrassegnate da 0 a 9: Ogni classe contiene 10 divisioni Ogni divisione è formata da 10 sezioni Il numero minimo è di 3 cifre ma, dopo un punto di separazione è

possibile aggiungere altri numero fino ad arrivare alla disciplina più particolare.

Le 1000 sezioni

Il sistema BIBLIOPOLISnet mette a disposizione i mille “numeri base” del Dewey, cioè le mille sezioni da 000 a 999.

Questi 1000 numeri possono bastare per la classificazione dei libri di una biblioteca, ma è comunque necessario che il bibliotecario ne conosca la corrispondenza, per poterli attribuire.

Vediamo dunque in sintesi i fondamenti della CDD.

Le 10 CLASSI 000 Generalità 100 Filosofia e discipline connesse 200 Religione 300 Scienze sociali 400 Linguaggio 500 Scienze pure 600 Tecnologia (Scienze applicate) 700 Arti 800 Letteratura 900 Geografia e Storia generali

Le 100 DIVISIONI

Esempio: 800 - Letteratura

810 Letteratura americana in inglese 820 Letteratura in inglese e anglosassone 830 Letteratura delle lingue germaniche 840 Letteratura delle lingue romanze 850 Lett. Italiana, romena, delle lingue ladine 860 Letteratura spagnola e portoghese 870 Letterature italiche. Latina 880 Letterature elleniche. Greca 890 Letterature di altre lingue

Le 1000 SEZIONIEsempio: 850 - Letteratura italiana

850 Lett. Italiana, romena, delle lingue ladine 851 Poesia italiana 852 Letteratura drammatica (=Teatro) italiana 853 Narrativa italiana 854 Saggi italiani (Attenzione! NON è la “saggistica”) 855 Discorsi italiani (=Oratoria) 856 Lettere italiane (=Epistolografia) 857 Satira e umorismo italiano 858 Miscellanea italiana (Attenti al termine “miscellaneo”!) 859 Letteratura romena, lingue ladine

Osservazioni

Dunque il numero minimo richiesto per ogni classificazione è composto di tre cifre. Ma possono essere anche di più: in questo caso dopo la terza si mette un punto.Esempio: un libro sulla coltivazione del riso sarà contrassegnato con:

633.18 (6=scienze applicate; 3=agricoltura; 3=coltivazioni erbacee; 1=cereali; 8=riso).

Tuttavia noi ci fermeremo alle prima tre cifre, quindi ai 1000 numeri base che sono disponibili in BIBLIOPOLISnet.

Classificazione/Collocazione

Ora, se applichiamo il codice numerico di classificazione sul dorso del libro, questo può indicare anche la sua collocazione.

Se i libri sono disposti secondo un ordine progressivo (così come è nelle biblioteche a “scaffale aperto” tipiche delle biblioteche scolastiche) sarà facile accedervi attraverso un numero che è, insieme, di classificazione e di collocazione.

Osservazioni

Risulta subito evidente che molti libri possono avere lo stesso numero Dewey. Tutti i libri di narrativa italiana, ad esempio, sono contrassegnati dal numero:

853(8 = letteratura, 5 = Italia, 3 = narrativa).

In questo caso i libri saranno disposti, negli scaffali, in ordine alfabetico per autore aggiungendo al codice Dewey le prime lettere del cognome dell’autore. Qualunque romanzo di Alberto Moravia avrà così il codice:

853 – MOR

Osservazioni

I vantaggi fondamentali della CDD: Il sistema è internazionale: si rimedia così al

problema che affligge molte biblioteche: i bibliotecari che si avvicendano riordinano i libri secondo il modo che a loro sembra più funzionale, e la biblioteca diventa inconsultabile in loro assenza.

Questo sistema, mettendo vicini i libri che trattano lo stesso argomento, permette la “consultazione a vista”, in alcuni casi senza nemmeno il bisogno di ricorrere al catalogo.

Un esempioAbbiamo un libro che parla di piramidi. Bene, domandiamoci:

È un libro storico? (chi le ha costruite, perché, che significato avevano, ecc.)Allora andiamo alla classe 900 (=Storia) e cerchiamo la storia dell'antico Egitto 932

Il libro ne analizza il profilo architettonico?Allora cerchiamo, all'interno della classe 700 (=Arte) il numero dell'Architettura (=720), e all'interno del 720 la storia dell'architettura egizia 722.2.

La piramide è studiata dal punto di vista del calcolo delle strutture?Allora è un libro di ingegneria, e va in 620 (=Ingegneria) e in particolare ingegneria strutturale 624.1

Alcune regole Un libro si classifica in base alla disciplina e non

all'argomentoEsempio: i dizionari e le enciclopedie non sono una disciplina e perciò non vanno posti gli uni accanto agli altri, bensì distribuiti negli scaffali accanto ai libri della stessa disciplina: una Enciclopedia della scienza andrà collocata in “Scienza”, una Enciclopedia della letteratura in “Letteratura”.

L'opera che tratta due soggetti in relazione fra loro va classificata col soggetto su cui si esercita l'azione.Esempio: uno studio sull'influsso di Petrarca in Leopardi si classifica in Leopardi.

Se due soggetti sono trattati nella stessa opera con pari importanza, si classifica l'opera col soggetto che nella CDD viene prima.Esempio: un libro che parli di Italia e Francia si classifica nella storia di Francia perché 944 (storia della Francia, appunto) viene prima di 945 (storia d'Italia).

Se un'opera tratta di tre o più soggetti si classifica con il numero che li include tutti.Esempio: un libro che metta insieme storia del Portogallo (946.9), della Svezia (948.5) e della Grecia (949.5) si classifica sotto: Storia d'Europa (940).

Alcune regole

Indicizzazione semantica:

Soggetti

Che cos’è un “Soggetto”

Un soggetto si compone di uno o più elementi detti “descrittori”, ciascuno dei quali è separato dal precedente e dal seguente da un trattino tra spazi:

primo descrittore (spazio) – (spazio) secondo descrittore ecc.

Strumenti bibliografici

Per evitare che chiunque “inventi” soggetti a suo piacere, è stato compilato un Soggettario Italiano, a cura della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze:

Soggettario per i Cataloghi delle Biblioteche italiane, a cura della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, 1956 + le Liste di aggiornamento 1956-1980, Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze 1982

Ma può essere consultato anche : Giuliano Vigini, Nuovo Soggettario Italiano,

Bibliografica, Roma 1978

BIBLIOPOLISnet e i Soggetti

In BIBLIOPOLISnet: si può utilizzare l’apposito campo se si

intende conservare la soggettazione tradizionale, utilizzando la tabella collegata, selezionando la stringa suggerita con il tasto di scelta rapido.

L’ISBD( International Standard Book Description )

Che cos'è

ISBDInternational Standard Book Description

Consiste in una struttura “normalizzata” che individua gli elementi per descrivere e identificare un documento, li articola in aree, assegna loro un ordine e stabilisce per essi un sistema di interpunzione convenzionale.Si propone di rendere interscambiabili registrazioni provenienti da fonti diverse, in modo che le registrazioni prodotte in un paese possano essere accolte in cataloghi di biblioteche o altri elenchi bibliografici in ogni altro paese.

Che cos'è

Gli standard dell’ISBD si dividono in varie sezioni specifiche, a seconda del materiale trattato, tra cui:  ISBD(G): lo standard generale di riferimento per tutti i tipi di

materiale documentario ISBD(S): lo standard di riferimento per i periodici ISBD(NBM): lo standard di riferimento per il materiale non

librario ISBD(A): lo standard di riferimento per il libro antico

In particolare a noi interessa: lo standard di riferimento per le monografie = ISBD(M)

Che cos'èL’ ISBD(M) si propone di descrivere il libro senza preoccuparsi di creare alcuna intestazione. La descrizione si articola in 7 aree separate tra loro da una speciale interpunzione: area del titolo e della responsabilità area dell'edizione area della pubblicazione area della descrizione fisica area della collana (o serie) area delle note area del numero standard (ISBN) e delle condizioni

di disponibilità

Punteggiatura della descrizione

Titolo del libro : eventuale sottotitolo / Prima formulazione di responsabilità (cioè l'autore o gli autori) ; Altri tipi di responsabilità (prefazione, traduzione, ecc.). – Luogo di pubblicazione : Edizione. – Pagine, Tavole, Illustrazioni. – (Collana). – Note

Esempio

Il peperone e il pomodoro : La cucina vegetariana / Marta Bonelli, Marco Gallini ; pref. di Lorenzo Cotignoli. - 2a ed. / con un supplemento dietetico di Antonia Ciardi. - Milano : Edizioni del Ghiottone, 1991. - XII, 156 p., ill. ; 24 cm. - (La buona cucina per tutti ; 9). - Il libro manca delle ultime 3 pagine

Area titolo e responsabilità

Il titolo va riportato "così com'è", compreso l'articolo iniziale: non dimentichiamo che quest'area è di "descrizione". Un eventuale sottotitolo sarà aggiunto dopo uno spazio, due punti, uno spazio.

Gli autori vanno trascritti come appaiono sul frontespizio e il primo autore va distinto dal secondo da una virgola più uno spazio vuoto.

I curatori, traduttori, ecc. vanno distinti dall'autore o autori principali da uno spazio, un punto e virgola, uno spazio.

Area titolo e responsabilità

L'ultima indicazione di responsabilità, anche nel caso sia l'unica, non va seguita da nessuna punteggiatura.

Le indicazioni di responsabilità che non appaiono sul frontespizio devono essere scritte tra parentesi quadre: Tavole logaritmiche [di Paolo Baldassarri].

Nel caso in cui sul frontespizio del volume appaiano più autori, si può scrivere nella forma: Giuseppe Palmieri [et al.], che significa “et alii” cioè “e altri”.

Area dell'edizione

È l’area in cui va indicata l’edizione.

Esempio:

3. ed.

Nuova ed.

4. ed. riveduta e corretta

Nuova ed. (7.) interamente riveduta.

Area della pubblicazioneLa data di pubblicazione si trova in genere a fianco o dietro al frontespizio, o anche in fondo al volume.Nel caso non sia possibile trovare l'anno di pubblicazione, si può usare la data del copyright (c1978); se manca anche questa si può usare la data di stampa (stampa 1978). Se proprio non è possibile ricavare alcuna data ne scriveremo, tra parentesi quadre, una approssimativa: [ca 1978].Il luogo di edizione NON è quello di stampa ma quello della sede legale e non “fisica” dell'editore. (Nel retro del frontespizio accanto al nome dell'editore quasi sempre c'è anche indicata la sede legale). Se non c'è luogo scriveremo [s.l.] vale a dire: sine loco Se non c'è l' editore scriveremo: [s.n.], vale a dire: sine nomine

Area descrizione fisica

Quest'area raccoglie informazioni sul numero di pagine, sulle illustrazioni, sulle dimensioni del volume

Area note

Nell'area delle note vanno riportate tutte quelle informazioni che non hanno trovato una collocazione nelle aree precedenti

FINE