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GLI APPARATI SCHELETRICO E ARTICOLARE
LO SCHELETRO
Lo scheletro è la struttura flessibile che da forma al corpo e lo sostiene, protegge gli organi
vitali e fornisce ancoraggio ai muscoli che permettono il movimento.Per secoli le ossa sono
state considerate un’impalcatura senza vita il cui unico scopo era quello di sostenere le parti
molli e attive che lo circondavano. Gradualmente gli scienziati hanno compreso che, al
contrario, sono parti vitali, con propri vasi sanguigni e vengono continuamente rimodellate.
Lo scheletro non è soltanto la struttura di supporto del corpo:le flessibili articolazioni tra le
diverse ossa permettono al corpo di muoversi spinto dai muscoli. Ma lo scheletro ha anche
la funzione importante di proteggere gli organi vitali, come il cervello all’interno del cranio.
Le ossa, inoltre, sono una riserva di calcio (minerale essenziale per il buon funzionamento
di muscoli e nervi) e producono diversi tipi di cellule sanguigne. Alcune parti dello scheletro
sono cartilagine.
DIVERSI TIPI DI OSSA
Le ossa si dividono principalmente in quattro tipi; sono classificate in base a forma e
dimensione: le ossa lunghe, come il femore (l’osso più lungo del nostro corpo), sono adatte
a sopportare situazioni di stress, sono costituite da una parte centrale allungata detta diafisi
che si affusola verso la fine formando l’ epifasi; tra le ossa corte possiamo trovare quelle del
polso e della mano; le ossa piatte, come le costole e il cranio, sono spesso ossa protettive;
infine ci sono le ossa irregolari, tra cui le vertebre.
[ Rebecca]]
LA STRUTTURA DELLE OSSA
-TESSUTO OSSEO
Il tessuto osseo forma le ossa, che concorrono a costituire lo scheletro dei vertebrati,
svolgendo una funzione di sostegno del corpo, di protezione degli organi vitali (come nel
caso della cassa toracica) e permettendo, insieme ai muscoli, il movimento. Inoltre, l tessuto
osseo, è costituito dall' osseina e da sali minerali (soprattutto fosfato di calcio e carbonato di
calcio), al suo interno si trovano piccoli vasi sanguigni e fibre nervose. Interno a piccole
nicchie si trovano le cellule ossee: gli osteociti. Queste cellule sono dotate di sottili
prolungamenti che le mettono in
comunicazione tra loro e con i canali
in cui scorre il sangue, da cui
traggono le sostanze per nutrirsi. Il
tessuto osseo è rivestito da una
membrana di tessuto connettivo detta
periostio, che protegge l' osso e
contribuisce alla sua nutrizione. Nel
periostio ci sono gli osteoblasti
(cellule molto importanti perché
hanno la capacità di fabbricare un
nuovo tessuto osseo sostituendo
quello vecchio demolito da altre
cellule dette osteoclasti).
- CARTILAGINE
La cartilagine è formata da un tessuto connettivo più elastico e flessibile di quello osseo, la quale ricopre le estremità delle ossa di molte articolazioni evitando lo sfregamento tra due di loro e permettendo ai capi articolari di scorrere l' uno sull' altro. Nel tessuto cartilagineo non ci sono vasi sanguigni, però si nutre del tessuto osseo che lo ricopre, accrescendosi e rigene-randosi continuamente. La cartilagine si suddi-vide in tre diverse fasi in base alle fibre in essa presenti:
-cartilagine ialina
-cartilagine fibrosa
[ Sara]]
-cartilagine elastica
-MIDOLLO OSSEO
Il midollo osseo, invece, è una sostanza molle che si trova all' interno delle cavità ossee,
ed ha il compito di formare nuove cellule del sangue (globuli rossi e globuli bianchi).
[ Arianna]]
COM’E' FATTO LO SCHELERTO
Lo scheletro è una struttura rigida formata da un insieme di ossa che sostengono il corpo
umano. Alla nascita lo scheletro umano presenta circa 270 ossa che nell’adulto si riducono a
206 in quanto, durante lo sviluppo, alcune ossa si uniscono tra di loro e vanno a formarne uno
solo. Questo numero è sottoposto a una varietà di differenze anatomiche; per esempio, una
piccola parte della popolazione umana possiede una costa in più, oppure una vertebra
lombare. In un essere adulto medio, lo scheletro rappresenta circa il 20% del peso corporeo.
Lo scheletro può essere suddiviso:
scheletro assile, cioè del capo e del tronco
scheletro appendicolare, cioè degli arti, del cingolo scapola e pelvico
Le funzioni dello scheletro sono molteplici:
sostiene e protegge le parti delicate come l’encefalo e gli organi del torace (cuore e
polmone con i rispettivi vasi)
fornisce equilibrio e movimento, grazie al fatto che le articolazioni e i muscoli, tramite i
tendini, consentono il movimento.
provvede alla produzione del sangue, grazie al midollo osseo in esso contenuto
(funzione emopoietica)
dà forma al corpo (funzione plastica) fornisce una riserva di sali minerali.
Fanno parte dello scheletro, in misura minore, anche le cartilagini, un tessuto connettivo
privo di vasi, flessibile e duro al tempo stesso.
Struttura e aspetto
La sostanza fondamentale delle ossa è costituita da sostanza inorganica (fosfato di calcio,
carbonato di calcio, fosfato di magnesio, fluoruro di calcio) per il 55%, organica od osseina
per il 28% ed acqua nel rimanente 17%.
Lo scheletro del capo
Lo scheletro del capo è costituito dalle ossa del
cranio: frontale, occipitale, parietali, temporali,
sfenoidale, e delle ossa della faccia (14): fra
cui le ossa nasali, etmoidali, orbitale,
zigomatico, mascellare, mandibilare ecc.
Il cranio, che contiene e protegge il cervello, è
formato da 8 ossa piatte unite saldamente tra
loro. Ha la funzione di proteggere il cervello, il
cervelletto ed il tronco encefalico, che sono
contenuti al suo interno, ma alloggia anche
molti organi sensoriali, quali occhi e orecchi, il primo tratto del sistema digerente e di quello
respiratorio. È generalmente diviso nel neurocranio, che si trova nella volta cranica, dove
sono contenute le strutture nervose della testa, e nello splancnocranio, che si trova al di
sotto della fronte, dove si trovano molti altri organi, tra cui quelli sensoriali. È senza dubbio
la struttura ossea più complessa del corpo umano, essendo formato da 25-28 ossa sia pari
che impari, spesso con forma altamente irregolare e connesse fra loro con una certa
variabilità. La maggior parte di queste ossa sono piatte, formate da due tavolati, uno
esterno più spesso, ed uno interno meno spesso, e da uno strato centrale spugnoso a
bassa densità, detto diploe. Lo spessore delle ossa varia generalmente in base alla
copertura muscolare, per cui saranno più sottili (e soggette a fratture) quelle parti del cranio
ricoperte da un numero di muscoli o da una massa muscolare maggiore (OSSO
TEMPORALE) rispetto a quelle relativamente esposte (OSSO OCCIPITALE). Le ossa del
cranio sono intervallate da articolazioni fibrose dette suture, che tendono a chiudersi con
l'invecchiamento.
Lo scheletro del tronco
Lo scheletro del tronco è costituito dalla colonna vertebrale e dalla gabbia toracica.
La colonna vertebrale è formata da 33-34 ossa
sovrapposte, le vertebre, ciascuna delle quali
presenta un foro nella parte centrale; la colonna
vertebrale è quindi attraversata da una specie di
canale, il canale vertebrale, che contiene e
protegge il midollo spinale. Lunga circa 70 cm, la
colonna vertebrale viene suddivisa in cinque
regioni: cervicale, dorsale o toracica, lombare,
sacrale,che è formata da 5 vertebre saldate in un
unico osso (detto osso sacro), e coccigea,
formata da 4-5 vertebre anch’esse saldate in un unico osso (detto coccige).
Ogni vertebra è collegata all’altra da un disco intervertebrale di cartilagine; ciò conferisce
alla colonna vertebrale una certa flessibilità e consente di attutire gli urti.
La gabbia toracica è formata da 12 paia di ossa piatte e
nastriformi, le coste: sono collegate posteriormente alle
vertebre e anteriormente allo sterno mediante dei
prolungamenti cartilaginei; le ultime due paia di coste
anteriormente non raggiungono lo sterno perciò vengono
dette costole fluttuanti (sono le coste che si fratturano per
prime nei traumi toracici)
Lo scheletro degli arti
Lo scheletro degli arti è costituito dalle ossa degli arti
superiori e inferiori.
Lo scheletro degli arti superiori comprende: l’osso del
braccio, l’omero; le ossa dell’avambraccio, l’ulna e il
radio; le ossa della mano, costituite dal carpo, dal
metacarpo e dalle falangi.
Lo scheletro degli arti superiori si articola allo scheletro
del tronco mediante le scapole (posteriormente) e le
clavicole (anteriormente), che nel loro insieme formano il
cinto scapolare.
Lo scheletro degli arti inferiori comprende: l’osso della
coscia, il femore (l’osso più lungo del corpo); le ossa
della gamba, la tibia e il perone; le ossa del piede,
costituite dal calcagno, dal tarso, dal metatarso e dalle falangi.
Nella parte interiore del ginocchio si trova inoltre la
rotula, osso che permette il movimento della
gamba unicamente all’indietro.
Lo scheletro degli arti inferiori si articola allo
scheletro del tronco mediante tre ossa: l’ileo,
l’ischio, e il pube, e nel loro insieme formano il
cinto pelvico o bacino.
APPROFONDIMENTI SULLO SCHELETRO
I PROBLEMI DELLA SCHIENA
- Il mal di schiena
Il mal di schiena è una patologia la cui origine è legata a diversi fattori che possono interessare la sfera fisica, psicologica e sociale.
Il mal di schiena raramente è legato a problemi alle ossa mentre, nella maggioranza dei casi, è legato a difficoltà di funzionamento di una componente della schiena, che può essere a carico dei muscoli, dei legamenti, del disco, etc. Il mal di schiena, infatti, deve essere considerato come un segnale che il corpo invia per indicare che qualcosa a livello della colonna vertebrale non funziona correttamente. La causa più comune è la tensione generata da una postura errata,ossia gli atteggiamenti sbagliati che assumiamo durante il giorno. Altri fattori rischio sono: lo stress, che provoca un’esagerata tensione muscolare. Il sovrappeso è sicuramente una concausa importante del mal di schiena, così come il fumo. Non molti sanno, infatti, che proprio il fumo causa un aumento delle tossine e dei problemi respiratori riducendo l’apporto di ossigeno ai vari tessuti, compresi quelli che stabilizzano la colonna vertebrale E’ bene ricordare che è necessario imparare a flettere le ginocchia mentre ci si appresta a sollevare un peso ed evitare i movimenti combinati di flessione-rotazione ed estensione-rotazione mentre si spostano o si collocano oggetti. Nella posizione corretta il soggetto si abbassa flettendo le gambe e mantenendo il busto eretto durante tutto l’arco del movimento e risale facendo lavorare gli arti inferiori che lentamente si estendono fino a raggiungere la posizione eretta e una scarsa tonicità della parete addominale , dei muscoli lombari e del dorso. Alcune semplici regole ci possono aiutare a prevenire il mal di schiena:
trasportare pesi alternando l’uso delle braccia
praticare attività fisica
dormire su un materasso duro con cu scino basso
camminare con busto eretto
sedere correttamente nei banchi di scuola
evitare di portare pesi eccessivi nello zaino
tenere il peso sotto controllo.
[ Greta]]
- L’ età scolare L’età evolutiva è caratterizzata da un continuo sviluppo corporeo . Il paramorfismo è uno scorretto atteggiamento posturale ai danni della morfologia corporea dell'organismo. Esso ha origine da squilibri muscolari-legamentosi dovuti prevalentemente ad uno stile di vita sedentario, a malsane abitudini posturali e può essere corretto con esercizi specifici mentre il dimorfismo sono delle patologie vere e proprie della colonna. I paramorfismi più comuni sono:
atteggiamento che può evolvere in scoliosi ipercifosi iperlordosi ginocchio valgo o varo Piede piatto Scapole alate
- La scoliosi
La scoliosi è una forma di dismorfismo ed è una condizione che implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale. La rotazione delle vertebre determina il gibbo, se non vi è questa rotazione si tratta di atteggiamenti scoliotici
Le scoliosi che superano un certo grado sono curabili con l’uso di corsetti o nel caso peggiore con interventi chirurgici.
- Ipercifosi e iperlordosi Osservando la colonna vertebrale nella sua interezza, si potrà notare che essa non è perfettamente diritta, ma presenta la cifosi, una curvatura fisiologica dorsale della colonna vertebrale, osservabili lateralmente. Quando l'angolo della cifosi supera i 35° si parla di ipercifosi, (dorso curvo). In età adolescenziale può essere causata da una postura errata, mentre in età avanzata è spesso conseguenza dell'osteoporosi,ciò causa problemi alla respirazione e una diminuita elasticità della gabbia.
La lordosi, è invece caratterizzata da un infossamento profondo della colonna vertebrale nella regione lombare che proietta il bacino e il rachide cervicale verso i punti di baricentro del corpo.
La iperlordosi (aumento patologico della lordosi) può essere provocata da un'anomalia del bacino a causa della quale il soggetto porta i glutei indietro e gli
addominali in avanti. Date le cause che provocano la iperlordosi è possibile instaurare un trattamento terapeutico preventivo, che consiste nel porre attenzione al regime alimentare, all'attività fisica all'aperto e al sole, allo sviluppo muscolare specie addominale, dei legamenti, respiratorio e psicosomatico. Ipercifosi e iperlordosi richiedono dunque un buon trattamento posturale e cinesiologico (di movimento) per rafforzare i muscoli indeboliti e distendere quelli più contratti. Negli individui di muscolatura e ossatura non molto robusta il rachide può presentare eccessivamente appiattito. In tal caso è opportuno irrobustire la muscolatura affinché si ripristinino le curvature fisiologiche.
- Le scapole alate
Le scapole alate generalmente si evidenziano nell’età puberale per debolezza dei muscoli fissatori delle scapole e tendono a scomparire col tempo. Spesso però le troviamo associate ad altri paramorfismi come il dorso curvo, il portamento rilassato o l’atteggiamento scolastico. Si hanno le scapole alate nel caso in cui il margine vertebrale e l’angolo inferiore della scapola risultino slittati in avanti sulla gabbia toracica. L’origine di questo atteggiamento è dovuto principalmente ad un marcato aumento dei muscoli pettorali a scapito di quelli dorsali, che provoca un aumento della distanza tra le scapole.
- Il piede piatto I piedi piatti sono una patologia molto sentita in ortopedia in quanto le persone che
soffrono di disagi dovuti al piede piatto sono molte ed è una problema del piede più
diffuso di quanto si possa credere.
Il piede piatto è una deformità caratterizzata da un abbassamento della volta
plantare dei piedi con la possibile associazione, di una deviazione in valgismo del
retropiede ed in pronazione dell'avampiede. Da un punto di vista clinico il piede
piatto può essere di varie forme e cause, ma la principale solitamente è il piede
piatto per cause congenite e nel piede piatto congenito l'appianamento della volta
plantare può essere determinato da un anomalo rapporto tra astragalo e calcagno,
per cui si determina un piede piatto convesso ovvero in cui cioè l'arcata plantare è
convessa e curva verso il basso, quasi'come fossa l'appoggio di una sedia a dondolo
oppure anche da malformazioni ossee per cui si ha un piede piatto contratto.
Piede piatto e piedi piatti
Il piede piatto convesso è sostenuto il più delle volte da una sublussazione in avanti e
medialmente dall'astragalo.
Correzione del piede piatto:
La correzione di tale deformità si può inizialmente ottenere con appositi plantari e calzature
ortopediche, ma è opportuno ricorrere, in un secondo momento, ad un intervento chirurgico
di artrodesi.
Mentre il piede piatto contratto è sostenuto più spesso da sinostosi o fusioni ossee
delle ossa del tarso.
Purtroppo questo tipo particolare di piede piatto non è evidente alla nascita, ma sì manifesta
durante la crescita de terminando delle contratture muscolari e per questo puo risultare
estremamente doloroso.
Anche in questa forma di piede piatto la cura sarà inizialmente ortopedica con manovre di
correzione e con gessi che mantengono la correzione stessa seguita poi dall'uso quotidiano di
plantari correttivi ed in un secondo momento potrà essere necessario ricorrere ad interventi
chirurgici di artrodesi.
Le fasi di evoluzione del piede piatto
La prima è detta del piede piatto funzionale ed in questa fase si puo' osservare come,
benché la deambulazione appaia normale, le scarpe si presentino usurate più sul bordo
mediale e il calcagno tenda a sfondarle lateralmente.
E tale fase può essere confermata da un semplice esame eseguito su uno speciale
apparecchio, detto podoscopio, con il quale si potrà verificare l'iniziale alterazione delle
volte plantari.
Dopo questo segue la fase detta di contrattura.
Ed essa può manifestarsi improvvisamente o far seguito alla prima fase.
Si caratterizza per la presenza di dolori vivi, irradiati alla faccia anteriore della gamba e
spesso risulta molto dolorosa anche facendo semplici movimenti ad esempio in particolare
la salita delle scale in quanto, in questo movimento, l'appoggio dei metatarsi sui gradini
aggrava l'appianamento della volta plantare.
Segue poi la fase del piede piatto inveterato che non rappresenta altro che la fase
terminale della malformazione e a questo punto ormai l'attitudine sbagliata del piede è
divenuta permanente e la deambulazione è molto difficoltosa.
E l'appoggio avviene tutto sul bordo interno del piede e a questa eccessiva richiesta
funzionale corrisponde una serie di alterazioni quali la comparsa di discheratosi e di borse
con dolori più o meno acuti e spesso in questo caso può capitare che il soggetto arrivi a
camminare con le punte dei piedi divaricate e non riesca nemmeno a stare in equilibrio e
possono apparire anche dei crampi muscolari alla gamba ed alla coscia ed in alcuni casi
anche alla regione lombare, oltre ai dolori fisici del piede.
Deformità in varismo-valgismo
Cosa sono le deformità del ginocchio?
In un ginocchio normale, correttamente allineato, il peso del corpo è trasmesso dall’anca giù
per il centro del ginocchio e della caviglia. In realtà, anche nel ginocchio normale, circa il
60% del peso passa per la parte interna ed il 40% per quella esterna. Quando il ginocchio
non è ben allineato, è definito “ varo ” (curvo) o “ valgo ” (a forma di X). Nel ginocchio varo ,
c’è uno squilibrio nella ripartizione del peso che grava troppo sulla parte interna. Questo
provoca un notevole sovraccarico sulle strutture interne dell’ articolazione come il menisco, i
legamenti e, soprattutto, la cartilagine e l’osso sottostante. Se la deformità è accentuata ed
il paziente è in sovrappeso, le forze eccessive portano alla progressiva degenerazione del
menisco , fino alla sua rottura, ed a modifiche nei legamenti e nell’osso che diventano più
spessi e più rigidi. Quando le forze superano il livello di resistenza della cartilagine del
compartimento interessato comincia l’ artrosi , con la cartilagine che dapprima si frammenta
e si assottiglia ed, infine, scompare del tutto ( artrosi grave). Questo provoca un
peggioramento della deformità ed un ulteriore aumento del sovraccarico. Nel ginocchio
valgo accade il contrario, con sovraccarico del compartimento esterno e delle sue strutture
articolari.
Coloro che hanno un ginocchio varo o valgo hanno quindi maggiori probabilità di sviluppare
un’ artrosi , rispetto alle persone con un ginocchio diritto.
Quali sono le cause?
La maggior parte delle persone ha solo piccoli difetti di allineamento degli arti inferiori, con
struttura e funzionalità sostanzialmente normali. Inoltre, in alcuni periodi dell’accrescimento
il varismo ed il valgismo delle ginocchia sono normali. Infatti, a causa della diversa velocità
con cui si sviluppano le varie parti del corpo, la maggior parte dei bambini intorno ai 3 anni,
ha un ginocchio varo . Negli anni successivi accade il contrario, con il ginocchio che diviene
progressivamente valgo , finché, intorno ai 7 anni, comincia a raddrizzarsi e ad assumere la
sua conformazione definitiva.Un leggero valgismo è normale. Nella donna, a causa della
maggiore larghezza del bacino, è maggiore che nell’uomo. Questo può contribuire a
spiegare perché il valgismo patologico è più frequente nelle donne.
I casi che possono portare alla necessità di un trattamento ortopedico derivano, la maggior
parte delle volte, dalle seguenti condizioni:• disturbi della crescita (displasia epifisaria) che
può essere però parte di un disordine dello sviluppo più generalizzato postumi di un trauma
che abbia provocato un danno alla cartilagine di accrescimento del femore o della tibia a cui
segue uno sviluppo asimmetrico dell’osso• patologie ossee (rachitismo, morbo di Paget)
precedente asportazione completa di un menisco (meniscectomia totale)
A prescindere dalle cause che hanno provocato il disallineamento, l’eccesso di peso
corporeo accentua significativamente i sintomi. Questo perché aumenta le forze applicate
sull’osso e sulla cartilagine del ginocchio.
LE ARTICOLAZIONI
Le articolazioni [dal greco arthron = giunzione] sono formazioni anatomiche localizzate nei
punti in cui i segmenti scheletrici si avvicinano, ed hanno il compito, oltre che di
collegamento delle ossa, anche quello di movimento. Si possono distinguere in fisse, mobili
e semimobili.
Articolazioni Fisse:
mediante un saldo tessuto connettivo uniscono due o più ossa vicine tra loro (come le
ossa del cranio e del bacino).
Articolazioni Semimobili: uniscono due o più ossa, tramite tessuti cartilaginei elastici,
permettendo, però, movimenti più limitati.
Articolazioni Mobili: sono quelle più comuni. permettono di compiere movimenti
reciproci e ampi (come femore e bacino o scapola e omero). sono strutturate in modo
ben preciso, dove alla parte concava, corrisponde la parte convessa.
Gli elementi più caratteristici delle articolazioni sono le superfici articolari, rivestite da
cartilagine, anche questa elastica e resistente, che permette un perfetto scorrimento delle
parti di contatto. Le cartilagini articolari sono rivestite da una membrana molto sottile, che
compiendo il movimento, produce un liquido (liquido sinoviale).
Questa membrana è formata da due strati concentrici: la capsula fibrosa all'esterno e la
membrana sinoviale all'interno. Spesso la capsula è formata da vari legamenti, interni o
esterni, che permettono una posizione corretta del corpo durante il movimento.
Sono anche presenti tendini e menischi articolari, che facilitano queste funzioni articolari.
Le articolazioni mobili e i movimenti
Tra i movimenti possibili permessi dalle articolazioni mobili, si distinguono in:
movimenti di flessione ed estensione, quando due ossa si avvicinano o si
allontanano
movimenti di adduzione, quando gli arti si allontanano o si avvicinano dalla linea
mediana del corpo
movimenti di rotazione (esterna o interna) dove i segmenti ossei girano attorno al
proprio asse
movimenti di inclinazione (destra e sinistra)
movimenti di circonduzione, dove un arto, compiendo movimenti ampi, passa per
due punti opposti nello spazio
[ Chiara]]
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