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Anno Scolastico 2017-2018
Via A. De Gasperi
– Loc. Bottaro –
89018 Villa San
Giovanni (RC) – Tel. 0965499470 –
Fax 0965499469
Codice Ministeriale:
RCRH100001 –
Codice Fiscale:
80001750803
www.ipalbturvillasangiovanni.it -
rcrh100001@istruzione.it -
rcrh100001@pec.istruzione.it
LA NOTIZIA E’ SERVITA
A conclusione di un anno scolastico particolarmente ricco di attività e di iniziative cul-
turali, con la pubblicazione del secondo numero de “ La notizia è servita” gli alunni
dell’Istituto Alberghiero di Villa San Giovanni hanno ancora una volta testimoniato la
loro efficace presenza sul territorio, che assume particolare significato in un contesto
storico in cui il ruolo della scuola è quanto mai centrale. Uno degli scopi principali del
progetto è stato quello di porre l’alunno in condizioni di esprimersi nella sua originalità
e globalità, attraverso un’attività scolastica quotidiana attenta ai tempi della vita, della
ricerca, della socialità e con un coinvolgimento tale da renderlo attivamente capace di
sviluppare con gratificazione e libertà i talenti di cui è in possesso. La scuola si è rac-
contata, rappresentando momenti molto importanti che hanno consentito il confronto
con altre realtà e hanno ampliato il campo di esperienze, migliorando la formazione
culturale e globale dell’allievo. Il “Giornalino on-line” , inoltre, è stato “il biglietto da
visita” di questo Istituto, contribuendo a testimoniarne l’alta valenza formativa. Tale
attività ha condotto l’allievo a riflettere sul testo, per renderlo più comprensibile e più
interessante ai lettori; il controllo è stato affidato alla Redazione che è diventata un
luogo di apprendimento “naturale”, in cui “l’imparare” si è generato spontaneamente
dal contesto. L’entusiasmo con cui è stato accolto il primo numero di questo Giornalino d’Istituto è stato la migliore
dimostrazione che l’offerta formativa della scuola risponde pienamente ai bisogni del territorio. Un particolare plau-
so va a tutti i docenti che hanno guidato gli alunni in tale attività e a tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato
con la Redazione. Nell’informarvi che dal prossimo anno scolastico sarà attivato anche un corso serale, per offrire la
possibilità di riprendere gli studi a coloro che, per i più disparati motivi, hanno dovuto abbandonarli, auguro a tutti
voi un’estate piena di sole e felicità da trascorrere in completo relax. Alla prossima edizione! La Dirigente Scolastica prof.ssa Carmela Ciappina IL 24 MAGGIO A ROMA CON ANTONELLA CLERI-CI A “LA PROVA DEL CUOCO”. Trasferta capitolina di un paio di giorni per docenti e alunni dell’Alberghiero che, dopo aver assistito all’udienza generale di Papa Francesco, hanno preso par-te ad uno dei programmi culinari più seguiti in Italia. I giovani, dunque, hanno avuto l’opportunità di assistere direttamente alle fasi di preparazione dei piatti ed alle tecniche messe in atto dai protagonisti. Un ricordo desti-nato a rimanere indelebile è la foto di gruppo tra la con-duttrice Antonella Clerici ed i ragazzi dell’IPALBTUR Villa San Giovanni che difficilmente dimenticheranno questa meravigliosa esperienza.
EDITORIALE
N.2
Pag.1……….Editoriale Pag.7………Le ricette dello chef Saverio.
Pag.2……….Il male di vivere dei giovani. Pag.8……….Nessun dorma…
Pag.3……….Apprendimento e felicità. Pag.9……….Un’idea di felicità.
Pag.4……….Borsa di studio Logoteta. Pag.10……..Viaggio d’istruzione a Praga.
Pag.5……….Attività Pag.11……...Reggina, si pensa al futuro.
Pag.6……….La cucina francese. Pag.12……..I saluti della Redazione.
SOMMARIO
L’assunzione errata di alimenti, sia nella quan-
tità che nella qualità, può essere uno dei fattori
principali nella determinazione di stati patolo-
gici quali:ipertensione arteriosa, malattie
dell’apparato cardiocircolatorio, sovrappeso e
obesità, malattie metaboliche (aumento cole-
stero e trigliceridi ematici),diabete tipo 2, oste-
oporosi, litiasi biliare e steatosi epatica (fegato
grasso), carie dentarie, gozzo da carenza iodi-
ca, alcune forme di tumori. Il rischio obesità,
in particolare, è determinato oltre che da un
eccesso di calorie introdotte, rispetto a quelle
consumate, anche da uno stile di vita sedenta-
rio. Tra le attività proposte a noi studenti dai
docenti di Scienza dell’Alimentazione, prof.sse
V.Monica Costantino e Paola Percoco, c’è
stato un incontro a scuola con la proiezione del
servizio delle Iene sulla storia di Sara, venti-
quattrenne veneta malata di anoressia, arrivata
a pesare 25 kg e suicidatasi dopo essere scap-
pata per la seconda volta dall’ospedale, dove
era ricoverata in trattamento sanitario obbli-
gatorio. Quello che colpisce è l’approccio
televisivo alla vicenda della giovane. In un
lungo servizio di 26 minuti, la iena Nadia
Toffa è riuscita a raccontare con umanità e
partecipazione emotiva i vari passaggi della
storia. Ha avvicinato Sara, ha tentato di aiutar-
la e di capire le dinamiche psicologiche che
l’avevano portata a ridursi in quello stato. Non
è servito a nulla, verrebbe da dire, visto che la
fine è stata la peggiore possibile. Giusto,
l’impegno social-televisivo delle Iene non è
servito a nulla, o almeno non a Sara, che si è
tolta la vita ingerendo della soda caustica.
Ma almeno, e non è poco in questo Paese e in
questa televisione, il tentativo fallito di aiuta-
re una ragazza malata si è trasformato in una
cruda e forte testimonianza, in un racconto che è
un pugno in pieno viso al quieto vivere di molti di
noi. Quello scricciolo con i capelli radi e i denti
consumati dal vomito, prima di morire ha traccia-
to un perfetto spaccato di cosa rappresenta quel-
la malattia, delle conseguenze nefaste che provo-
ca, della difficoltà di reagire, anche volendo, a un
meccanismo innescato e che supera la volontà e
l’istinto di autoconservazione. Mentre guardava-
mo il servizio, si era combattuti tra l’umanissimo
fastidio di fronte a quelle immagini e il dolore per
come si è conclusa la vicenda. Alla fine, con gli
occhi lucidi e il cuore pesante, si è sentito comun-
que il desiderio di ringraziare chi ha deciso
di scegliere la visione del servizio. Perché la tv,
che viene criticata (e giustamente) ogni tre per
due, ogni tanto riesce almeno a raccontare i dram-
mi veri della quotidianità, quelli che si consuma-
no lontano dai riflettori e che spesso, troppo spes-
so, coinvolgono le donne. Non ci si scordi di Sa-
ra, per favore. Si faccia in modo che la sua storia
serva a qualcosa. E la tv, tra un talk urlato e
un reality sguaiato, continui a fotografare la
carne viva di una società in difficoltà. Anche se
fa male agli occhi. Anche se provoca turbamento.
Anche se si vorrebbe far finta di nulla.
Domenico Siclari (V E Cucina).
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La notizia è servita– edizione II– numero 2 - a.s. 2017/2018
IL MALE DI VIVERE DEI GIOVANI L’alcol assume il ruolo di facilitatore
poiché i suoi effetti, in apparenza,
possono aiutare il ragazzo a superare
ansie e paure. Allo stesso tempo,
però, un’assunzione reiterata nel tem-
po può originare segni evidenti di
malessere psico-fisico e comporta-
menti pericolosi. Negli ultimi tempi
si è diffuso il ‘binge drinking’, il
consumo di 6 o più bevande alcoli-
che in un’unica occasione. Indagini
recenti hanno mostrato che l’uso di
alcol è frequente già tra gli 11 e i
15 anni di età, nonostante in ambito
medico se ne raccomandi il divieto
almeno fino ai 16 anni. «Solo a parti-
re da questa età, infatti, l’organismo
sarà in grado di metabolizzarlo in
modo corretto. Genitori e insegnanti
dovranno mettere al corrente i ragaz-
zi sui rischi legati all’uso dell’alcol.
Nei casi più gravi ci si dovrà rivolge-
re a uno specialista». Altri pericoli
derivano dall’uso di stupefacenti e
dal fumo. PERCHÉ IL FUMO IN
ADOLESCENZA? «E’ opportuno
distinguere tra uso saltuario e dipen-
denza, caratterizzata da un forte desi-
derio di fumare e che distrae il ragaz-
zo dai propri impegni quotidiani». Le
sigarette confezionate, a mano o elet-
troniche, sono comunque tutte noci-
ve. LA CANNABIS. Il più impor-
tante principio attivo della cannabis,
il Delta 9 Tetraidrocannabinolo
(THC), agisce su diverse zone del
cervello e causa, tra gli altri, effetti
negativi su memoria e apprendi-
mento, nonché sui sistemi di rego-
lazione dei movimenti. Vale la pena
rovinare la nostra vita e quella delle
persone che ci vogliono bene per
provare un breve piacere che potreb-
be costarci caro,annullando per sem-
pre la nostra capacità di pensare e la
nostra voglia di provare emozioni?
Jennifer Tulisi (III H Sala)
QUEI RAGAZZI “FANTASMA” CHE SI
ISOLANO DAL MONDO Vivono rintanati in cameretta, rinunciano alla
scuola e agli amici: il fenomeno “hikikomori”
Un meccanismo che si inceppa, schiacciato dalle
troppe pressioni e da aspettative sempre più diffi-
cili da realizzare. Cosa succede nella mente di un
ragazzo che all’improvviso inizia a isolarsi dal
mondo è difficile da comprendere ma può portare
una serie di conseguenze devastanti per lui e per la
sua famiglia. Si inizia con il non voler frequentare
più la scuola, nonostante spesso il rendimento sia
ottimo, poi si inverte il ritmo sonno-veglia e si
passa la maggior parte del tempo rintanati in ca-
meretta, con le tapparelle abbassate, fino a quando
non si riesce più a uscire nemmeno per fare la
spesa. È il fenomeno hikikomori, un termine giap-
ponese che significa letteralmente «stare in di-
sparte» e viene utilizzato per riferirsi a chi decide
di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi - da
alcuni mesi fino a diversi anni - rinchiudendosi
nella propria camera da letto, senza aver nessun
tipo di contatto diretto con il mondo esterno.
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VISITA GUIDATA AZIENDA VINICOLA CRISERA’
Potremmo dire che il vero apprendimento avviene nella pratica,
oppure che la teoria si concretizza nella pratica. Quest’anno le nostre
insegnanti hanno preparato per noi delle U.D.A., cioè unità di
apprendimento, sulle tradizioni calabresi ed il nostro vino; per questo
il 10 aprile 2018 le classi 3GS, 3E Art, 4GS si sono recate alla casa vinicola Criserà a Catona (RC). Appena arrivati il signor
Tramontana ha introdotto la storia della crescita della casa vinicola. Producono vino in Calabria da 5 generazioni. Nata alla fine
del 1800, vanta una lunga tradizione familiare di amore e dedizione alla propria terra, al culto della terra e del buon vino. Una
famiglia calabrese di antiche radici. La casa propone al mercato una gamma di vini I.G.T. Criserà ha ottenuto premi e
riconoscimenti nazionali ed esteri. Gli allievi presenti sono rimasti affascinati dai macchinari e dalla presentazione e dall’uso di
imponenti cisterne. Dopo la spiegazione di come vengono fatti i vini con metodi diversi, ci siamo spostati alla zona di
imbottigliamento, etichettatura e immagazzinamento. Una volta arrivati nella cantina abbiamo visto le botti, di dimensioni
diverse. Ci ha illustrato i vari vini che producono e anche una grappa. I vini rossi che producono sono: Arghillà – Armacia –
Calabria rosso - Cirò rosso – Duale rosso – Nerone di Calabria –Pellaro – Scilla. I vini bianchi sono: Cirò bianco – Costa viola –
Duale bianco – Lige bianco. I vini rosati sono: Cirò rosato – Duale rosato – Lige rosato. La casa vinicola usa esclusivamente
vitigni autoctoni calabresi fatta eccezione per un paio di bianchi in cui le uve locali sono in blend con Chardonnay e Sauvignon.
Alla casa vinicola abbiamo degustato due vini. C’è stato proposto un antipasto a base di formaggi, salumi, tartine di (olive e
funghi); con l’antipasto abbiamo degustato un vino bianco di nome Greco di bianco con una gradazione alcolica di 13% vol. La
professoressa Malavenda ci ha preparato un primo a base di sugo con variazione piccante; a questo piatto abbiamo abbinato un
vino rosso di nome Armacia sempre con gradazione alcolica di 13% vol.
L’esperienza è servita a noi allievi per approfondire le nostre conoscenze e apprendere l’attività lavorativa che è necessaria fino a
giungere al prodotto finito e alle sue vendite.
Un grazie va ai docenti che hanno pensato e fatto realizzare quest’esperienza, proff:ri Anna Durante, Francesca Malavenda,
Giovanni Musolino, Maria Carmela Rafano, Angelo Raso, Brunella Scaramuzzino.
Alunni III G Sala
FELICI COME UNA PASQUA
Da un antico detto popolare,
ha tratto il titolo uno dei tre
progetti per l’inclusione
realizzati nell’anno in corso.
Si è trattato di un laboratorio
di pasticceria curato dagli
alunni della classe III F, che
ha coinvolto gli studenti con
bisogni educativi speciali ed
alcuni minori della fascia a
rischio, frequentanti il centro
diurno “Il Girasole” di Reggio
Calabria. I ragazzi della III F,
coordinati dal professore
Giovanni Pitasi e dalle
docenti di sostegno Mancuso e Paladino, hanno preparato biscotti, dolcetti e uova di cioccolato, affiancando i compagni meno
esperti e cimentandosi nell’arte della decorazione delle uova pasquali. Obiettivo del progetto: la valorizzazione delle capacità di
ciascun partecipante, promuovendo l’effetto cordata, per il quale l’alunno in difficoltà è inserito all’interno di un contesto,
immaginato come una linea continua, in cui ogni ragazzo si situa in un determinato punto rispetto alle sue capacità, che vengono
così sostenute e valorizzate all’interno del gruppo dei pari. I ragazzi della III F , oltre ad essere abili pasticceri, hanno dimostrato
una profonda sensibilità, accogliendo con entusiasmo gli ospiti del centro diurno “ Il Girasole” e condividendo con loro, non solo
le tecniche di decorazione attraverso il cioccolato, ma anche e soprattutto l’amore per lo studio, la voglia di fare bene e di esserci
per gli altri. Il progetto si è concluso con un momento conviviale e con la donazione delle uova di Pasqua ai piccoli ospiti… tra
sorrisi, abbracci, qualche lacrima e la promessa di ritrovarsi al più presto.
Prof.ssa Melania Lingria
APPRENDIMENTO E FELICITA’
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La notizia è servita– edizione II– numero 2 - a.s. 2017/2018
12^ BORSA DI STUDIO “MALLAMACI– LOGOTETA” Sabato 28 aprile 2018 alle ore 9.30, presso l’ Auditorium Nicola Calipari
del Palazzo del Consiglio Regionale di Reggio Calabria, “l’Associazione
Culturale Giuseppe Logoteta” ha organizzato il Convegno pubblico “Il
Viaggio Valoriale universale dello Sport dall’antica Atene a PyongChang
2018”. Sono intervenuti, tra gli altri, Gaetano Gebbia ,allenatore di Ba-
sket, e Giusy Versace. A conclusione dei lavori, si è svolta la cerimonia
di premiazione dei vincitori della 12ª edizione della “Borsa di studio Giu-
seppe Logoteta”. Il concorso, rivolto agli studenti degli ultimi anni delle
scuole superiori della Regione Calabria, ha riscosso, ancora una volta,
grande successo con la presentazione oltre 240 fra elaborati ed originali
produzioni artistiche. Anche il nostro Istituto ha partecipato e due allievi
hanno ricevuto un riconoscimento particolare per il lavoro svolto: Dome-
nica Cambareri, classe V G Sala, è stata premiata con “menzione di meri-
to” per la sezione elaborati e Bruno Crea, classe V A Cucina, ha ricevuto
una targa per l’originalità della sua creazione ( una zucca intagliata
raffigurante il discobolo). Insieme a loro c’eravamo tutti noi e ab-
biamo ricevuto un attestato di partecipazione che è stato donato
anche alle due docenti, le prof.sse Angelina Biamonte e Brunella
Scaramuzzino, nostre guide nel lavoro di preparazione alla parteci-
pazione al concorso e solerti e valide accompagnatrici.
Si è trattato veramente di un bel Convegno, perché non abbiamo
ascoltato le solite espressioni piene di enfasi e retorica che spesso
caratterizzano tali manifestazioni, bensì testimonianze da cui tra-
boccava coraggio e insieme dolore. Intenso e appassionato è stato
l’intervento di Giusy Versace, atleta paraolimpica, conduttrice
televisiva e neo parlamentare, che ha raccontato senza retorica la sua tragedia, il risveglio in ospedale, dodici anni fa, dopo un terribile inciden-
te stradale nel quale perse entrambe le gambe. L’aggrapparsi alla vita con le unghie e con i denti. “Nel risvegliarmi dal coma ho pianto”, ha
detto. “Ho pianto perchè ero viva”. “A volte – ha aggiunto – si fa l’errore di sottovalutarla la vita e di capirne il valore invece solo quando ti
mette in ginocchio”. Quanto allo sport, ha aggiunto, è una grandissima opportunità soprattutto per chi vive con la disabilità, una grande terapi-
a, un veicolo di messaggi importanti, uno strumento per imparare il rispetto delle regole, il rispetto per sé e per gli altri”. Poi ha ringraziato i
presenti, esortandoli ad amare la vita, anche se spesso può essere dura, a non dare mai nulla per scontato, a sorridere nonostante il dolore. Pri-
ma di lei aveva ricevuto molti applausi e un “bravo”risuonato ancor di più nel silenzio generale, l’allenatore di basket Gaetano Gebbia, che,
invitando i giovani a praticare qualsiasi attività sportiva, perché lo sport abitua al rispetto delle regole e dei ruoli ed è palestra di vita, non ha
risparmiato rimproveri a tutti i politici che purtroppo non creano condizioni
migliori in quest’ambito. Ha anche, con molto coraggio, rivelato l’altro volto del
falso sport, quello che non premia il merito ma predilige la raccomandazione.
Proprio come nella vita reale. E qui c’è stata una vera ovazione. In prima fila
c’erano i ragazzi su carrozzella facenti parte della squadra paraolimpica di ba-
sket a cui i presenti hanno rivolto un affettuoso applauso di ammirazione per il
coraggio avuto nel trasformare il loro dolore in nuova forza. Al concorso hanno
partecipato 35 istituti scolastici di tutte le province della Calabria: 158 studenti
per la sezione letteraria e 70 per la sezione artistica, che si sono cimentati sul
tema appunto dello sport come valore e come cultura.
Per noi tutti è stata veramente un’esperienza veramente speciale!
Gli alunni partecipanti:
Carmelo Barillà (V ACucina), Antonino Cartisano (V GSa-
la),Bruno Crea (V A Cucina), Domenica Cambareri (V G
Sala), Rita De Arcangelis Del Forno( V A Cucina) , Alessio
Delfino (VA CUCINA), Maurizio Francesco Marcianò
(V A Cucina), Thomas Marino (V G Sala), Carmelo
Moschitta (V A Cucina), Davide Papalia (IV H Sala),
Caterina Scopelliti (IV C Cucina), Daniele Scopelliti (V
G Sala), Alicia Irene Stelitano (V A Cucina).
ATTIVITA’
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La notizia è servita– edizione II– numero 2 -a.s. 2017/2018
La sigla FAI sta per Fondo per l'Ambiente Italiano. Il FAI è una fonda-
zione senza scopo di lucro nata nel 1975 con il fine di tutelare e valoriz-
zare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano. La mission
del FAI si definisce nei seguenti punti: cura in Italia luoghi speciali per
le generazioni presenti e future., promuove l’educazione , l’amore, la
conoscenza e il godimento per l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio
storico e artistico della nazione; vigila sulla tutela dei beni paesaggistici
e culturali, nello spirito dell’articolo 9 della Costituzione.
Nel corso degli anni il Fai ha ricevuto, per donazione, eredità o comoda-
to, ben 57 beni storici artistici e paesaggistici che sono stati restaurati e
aperti al pubblico grazie all’opera di oltre 7500 volontari.
Moltissimi sono gli eventi che vengono organizzati al fine di portare
avanti gli scopi del FAI: ad esempio, celebri sono le Giornate FAI di
Primavera, giunte alla ventiseiesima edizione, che si svolgono ogni anno
in Primavera, e le mattinate FAI d’Autunno, che consentono la visita di
beni normalmente chiusi al pubblico. La realizzazione di questi eventi è
resa possibile non solo grazie all’opera dei tanti volontari, ma soprattutto
grazie all’opera di migliaia di studenti, gli Apprendisti Ciceroni.
Si tratta di un progetto di formazione nato nel 1996 che oggi coinvol-
ge oltre 40.000 studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Le finalità
del progetto sono quelle di sensibilizzare i giovani alla “presa in carico”
del patrimonio culturale, storico e artistico; ampliare la consapevolezza
intorno alle tematiche legate alla gestione di un Bene d’Arte e integrare
conoscenze teoriche con una esperienza pratica altamente formativa. Tra
questi 40.000 studenti ci siamo anche noi, alunni dell’Istituto Alberghie-
ro di Villa San Giovanni. Il nostro Istituto ha infatti aderito al progetto
nell’anno scolastico 2016-17. Grazie a questo progetto abbiamo preso
parte attiva alle Mattinate FAI d’Autunno e alle Giornate Fai di Prima-
vera organizzate dal FAI nella provincia di Reggio Calabria. Questa
esperienza ci ha permesso innanzitutto di conoscere alcuni dei beni
culturali presenti nella nostra provincia e di arricchire , così, il nostro
bagaglio culturale; inoltre ci è stata data la possibilità di realizzare un
percorso di alternanza scuola-lavoro in quanto abbiamo offerto un vero e
proprio servizio di guida turistica alle centinaia di persone, studenti e
adulti, pervenuti nei luoghi in cui sono state organizzate le giornate FAI
d’ Autunno e Primavera negli anni scolastici 2016-17 e 2017-18.
Lo scorso anno, la nostra attività di apprendisti ciceroni è stata espletata
presso l’Ipogeo di Piazza Italia a Reggio Calabria e Forte Siacci, una
fortezza militare umbertina situata a Matiniti superiore.
Quest’anno, nel mese di dicembre, abbiamo partecipato come
“apprendisti Ciceroni” alle Mattinate FAI d’Inverno presso il “Piccolo
museo San Paolo” a Reggio Calabria e alle Giornate Fai di Primavera
presso il “Parco archeologico Collina degli Angeli e Trabocchetto”
nelle vicinanze del santuario di Sant’ Antonio (RC) . Questa esperienza
è stata molto formativa sia dal punto di vista scolastico sia dal punto di
vista personale, perché, grazie al contatto diretto con i visitatori, molti di
noi hanno superato alcune difficoltà caratteriali come timidezza e insicu-
rezza; abbiamo imparato a lavorare in squadra e a sostenerci l’uno con
l’altro. Questa opportunità che il nostro Istituto ci ha offerto ci ha regala-
to molte soddisfazioni e particolari emozioni e i risultati ottenuti sono
molto positivi, sotto tutti i punti di vista. Ringraziamo la nostra ex diri-
gente scolastica, prof.ssa Barbalace che per prima ha creduto in questo
progetto; la nostra Dirigente scolastica Carmela Ciappina che ha voluto
riproporlo e la prof.ssa Caterina Votano, che ci ha seguito in questi due
anni, per l’opportunità che ci hanno dato di accrescere il nostro bagaglio
culturale, di formarci professionalmente, di crescere moralmente e psi-
cologicamente ed infine per averci offerto la possibilità di sentirci citta-
dini attivi al servizio dell’arte e del nostro territorio. Grazie a questa
esperienza abbiamo capito che la nostra provincia ha tanto da offrire,
che c’è tanta gente desiderosa di conoscere e siamo orgogliosi di essere
parte attiva in questo processo di valorizzazione del nostro patrimonio
artistico e culturale. Sicuramente ci sentiamo persone più mature e re-
sponsabili, consapevoli che bisogna conoscere per amare e tutelare le
bellezze che ci circondano.
La classe F.A.I.
Classe amica FAI 2017-18
Progetto APRENDISTI CICERONI
Docente referente CATERINA VOTANO
Classe IV I Accoglienza Turistica: FAMILARI CARMELA,
GARRA MARIA FRANCESCA, LA MANTIA SHARON, NE-
SCI SALVATORE, OLIVERIO ANNALISA, POLIMENI
GIUSEPPE, REPACI FEDERICA, ROMANO ALESSANDRA,
VAZZANA MICHELA ROBERTA, ZITO SARA.
III E Accoglienza Turistica: CARRIAGO MAURIZIO, MANCI-
NELLI ALESSIA, MANDUCA ALESSIA, MUSICO’ STEFA-
NIA ELISABETTA, PITASI CRISTINA, PRINCI LUANA.
A conclusione del progetto, gli allievi delle classi terze e
quarte dell’Istituto hanno ascoltato le testimonianze dirette
degli intervenuti, dott. Paolo Ramondino (Giudice presso il
Tribunale dei Minori di Reggio Calabria); prof. Mimmo
Nasone (Referentedell’Associazione Libera); padre Pasqua-
le Macchia (Parrocchia Maria S.S. del Rosario di Villa San
Giovanni). In particolare, l’avvocato Nasone ha offerto pa-
recchi spunti di riflessione sul tema, richiamando alla me-
moria dei presenti l’esempio di don Italo Calabrò, grande–
umile servitore della Chiesa e della società, impavido com-
battente della “malavita organizzata” a difesa delle nuove
generazioni. Accorato l’appello di padre Pasquale a conser-
vare nella nostra “coscienza” i valori trasmessi soprattutto
dalla nostra mamma, generosa datrice di vita e d’amore.
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La notizia è servita– edizione II– numero 2 - a.s. 2017/2018
CUCINA FRANCESE
I dolci tipici nella cucina Barocca : Il Babà
La cucina barocca è stata lo specchio della società di
allora, fatta di maschere e apparenza, di prestigio socia-
le, composta da ingredienti e tecniche culinarie che sot-
tolineavano la loro ricercatezza, piuttosto che il gusto o
il piacere sensoriale
RICETTA
BABA AU RHUME
Ingrédients pour 6 personnes
130 gr de farine, 60gr de sucre, 3 oeufs, 2 cuillerées à
soupe de lait, 1 sachet de levure chimique, sel,
beurre
Pour le sirop :200gr de sucre en poudre, 50cl d’ eau, 6
cuillerées à soupe de rhum
Réalisation :Difficulté facile Préparation :20 min Cuis-
son :30min Temps totale :50 min
Préparation
Allumez le four à 180 ° C. Dans un saladier, fouettez les
jaunes d’ oeufs et le sucre jusqu’ à ce que le mélange
blanchisse .Ajoutez le lait, puis la farine tamissée avec
la levure sans trop écraser la préparation .Montez les
blancs d’ oeufs en neige avec une pincée de sel . Incor-
porez-les délicatement à la pâte, en soulevant la masse
pour éviter de l écraser . Beurrez le moule à saverin et remplissez-le avec la pâte à baba au rhum.Il ne doit être rempli qu’ aux
¾.Faites cuire pendant 20 min environ dans le four à 180 °C. Démoulez le baba au rhum à la sortie du feu puis replacez-le tout
chaud dans son moule pendant la préparation du sirop. Faites bouillir l’ eau avec le sucre pendant 2 min puis portez hors du feu.
Ajoutez le rhum. Répartissez le sirop sur le baba directement dans son moule Lorsque le baba au rhum a obserbé tout le sirop,
démoulez-le dans un plat de service .Servez le baba au rhum une fois refroidi
Crème chantily
Un peu d’ histoire...Conosciuta fin dal Cinquecento, anche se all’ epoca venne chiamata “neve di latte”. Il nome chantilly le
venne affibbiato nel Settecento, quando il cuoco Fançois Vatal, alla corte del re di Francia, la preparò per un banchetto sontuoso
organizzato nel castello di Chantilly, un comune francese nella regione della Piccardia. La leggenda narra che il cuoco, non a-
vendo più uova, si dovette accontentare di preparare la crema per la farcitura della torta solo con farina e zucchero e , nonostante
pensasse di fare una brutta figura, il Re e tutti gli invitati apprezzarono molto il dolce e gli chiesero il nome di quella crema dolce
e soffice.
Recette
Ingrédients (6 personnes) ½ gousse de vanille, 80gr de sucre glace, 50 cl de crème entière liquide
Préparation
Dans un bol d’ un mixeur versez la crème fraîche liquide entière.
Fendez la vanille dans la longuer, grattez les grains de vanille et ajoutez ces grains de vanille à la crème fraîche
Montez la crème chantilly à vitesse moyenne, en utilisant le fouet de votre robot
Quand la chantilly devient mousseuse, ajoutez en deux fois le sucre. Continuer à monter la chantilly à vitesse vive pendant
30 secondes
Lorsque votre chantilly est bien ferme, situez-la et placez-la au frigo si vous ne l’ utilisez pas tout de suite
LE ORIGINI DEL BABA’
Benché nell’immaginario collettivo sia associato al Sud dell’Italia, il babà , il cui nome deriverebbe da quello di Alì Babà, trova
le sue origini nell’Europa centrale: sembra infatti che alla corte del Ducato di Lorena il polacco Stanislao Leszczinski, suo-
cero di Luigi XV di Francia avendone sposato la figlia Maria, amasse consumare una fetta di kugelopf, tipico dolce alsazia-
no dall’impasto simile al panettone ma senza uvette e canditi. Leggenda vuole che, stanco del solito sapore, avesse intinto il
dolce nel Madeira, un vino marsalato e liquoroso: et voilà, l’antenato del babà è servito. Pochi anni più tardi il pasticcere di
corte Nicholas Stohrer aprirà a Parigi – dove nel frattempo la famiglia reale si è trasferita – un laboratorio dolciario al nume-
ro 51 di rue Montorgueil: ancora oggi, in questo negozio, si fa la fila per il babà, servito a forma di ciambella con frutta fre-
sca al centro e ora intinto nel rhum invece che nel madeira. A portarlo a Napoli furono i “monsù”, come venivano chia-
mati gli chef che prestavano servizio presso le famiglie nobili napoletane. Si arriva così alla fatidica data del 1836, quando il
babà appare come dolce tipico napoletano nel primo manuale di cucina italiana scritto da Angeletti.
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Perle di Venere alla Saverio Ingredienti:per la pasta 300 gr farina 00, gr. di farina di grano tenero; 3 uova.
Salsa:
1 kg. di pomodoro; 400 gr. di panna; 50 gr. di burro; 50 gr. di farina; 100 cl. di vino
bianco; 50 cl. di cognac; 3 litri d'acqua; 50 cl. di olio; 6 gamberoni; peperoncino fre-
sco tritato e in polvere.
Ripieno: 200 gr. di coda di rospo;
200 gr. di filetti di sogliola; 50 gr. di parmigiano; 100 gr. di provola; 200 gr. di ma-
scarpone e un pizzico di noce moscata.
Procedimento: Sfoglia: preparare la sfoglia impastando la farina e le uova secondo la
tradizione. Tagliare a dischi rotondi.
Salsa: formare una salsa vellutata di pesce aggiungendo il pomodoro cotto e passato.
Sgusciare i gamberoni e soffriggerli con aglio sfumando col cognac. Aggiungere la vellutata, il pomodoro, la panna e il peperon-
cino fino ad ottenere una salsa rosè.
Impasto: bollire tutti gli ingredienti in 3 litri d'acqua. Togliere la polpa dalla coda di rospo e dal filetto e passare al tritatutto ag-
giungendo la provola e fino ad ottenere un impasto omogeneo. Spennellare un disco di sfoglia con bianco d'uovo montato a neve
aggiungendo al centro l'impasto e chiudendo con un'altra sfoglia a festone rotondo. Cuocere le perle in abbondante acqua. Con-
dirle col sugo lasciandole insaporire. Cospargere di parmigiano e servire. Guarnire con gamberoni .
La carbonara Lo sapevate che la carbonara è una delle ricette più cucinate al mondo,anche se ognuno
…..la fa a modo suo?
Il 25 ottobre è la giornata della pasta, il 6 aprile però i riflettori sono tutti per lei: la si-
gnora della cucina! La carbonara Italiana (e non solo!).
Per alcuni questo piatto della tradizione avrebbe origine più recenti di quanto si creda; si
pensa addirittura che l’abbiano inventata gli Americani: sarebbe nata nel 1944
dall’incontro fra la pasta italiana e gli ingredienti della “razione k’ dei soldati americani
(tuorlo d’uovo in polvere e bacon). Risalendo la penisola, i militari americani accompa-
gnavano la “razione k’ agli spaghetti per integrare la dose di carboidrati.
L’evento del 6 aprile è voluto da AIDEPI( ass.delle ind. del dolce e della pasta italiana)
e IPO (international pasta organisation).
RICETTA
Guanciale o pancetta? Pasta corta o lunga? Formaggio grana o pecorino? Il pepe ci va? La tradizione prevede solo 5 ingredienti:
guanciale,pecorino, uovo, sale e pepe.
Una ricerca dei pastai di AIDEPI ha scovato le versioni più curiose: in Inghilterra è popolare quella con le zucchine, in Cina e
Malesia con il pollo, in Spagna con il pesce, in Italia quella tradizionalista e nell’alta cucina, in Francia e Norvegia, si va oltre,
con preparati liofilizzati all’aroma di carbonara pronti in 5 minuti.
COLAZIONE TRADIZIONALE DEL NOSTRO TERRITORIO
Spuntino mattutino primaverile
Ingredienti: pecorino fresco, olive in salamoia, lardo (guanciale), fave fresche crude, capicollo locale.
Mettete tutti questi alimenti sulla tavola e tagliateli a piacere. Accompagnate con del vino rosso locale.
Colazione invernale
Ingredienti per 1 persona: olive in salamoia (1 manciata), fichi secchi (una manciata), pane fresco (un crostone), salame maturo (un pezzo).
Alternare gli alimenti con boccate d’aria pura!
Pane caldo del contadino
Ingredienti per quattro persone: Pane di grano kg.1, peperoncini freschi gr.200, origano, sale, micciunate gr.250, pomodori da filo gr.100, cipolla 1, agli 2, uova 4, olio d’oliva gr.100.
Questo piatto offre il massimo del sapore quando il pane è caldo. Affettate la cipolla e gli agli, buttateli in una pentola con olio caldo e fate appassire; private il peperoncino del picciolo, schiacciate i pomodori con un forchettone e buttateli in pentola, ag-giungete il sale e un pizzico di origano. Togliete il pane dal forno e, mentre è ancora caldo, tagliatelo in due parti a mo’di torta, cospargete una metà con mucciunate e col composto in pentola, aggiungete, infine, le uova che precedentemente avete saltato in padella e chiudete con l’altra metà. Dividete in quattro spicchi uguali.
LE RICETTE DELLO CHEF SAVERIO CAROLEO
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La notizia è servita– edizione II– numero 2 - a.s. 2017/2018
L’anno scolastico sta ormai per concludersi e noi continuiamo a dare testimonianza di professionalità ogni volta che partecipiamo ad eventi come quello che si è tenuto a Reggio di Calabria il 19maggio dal titolo “Nessun dorma...risvegliamo la creatività”. Tutti i settori in cui è articolata la nostra offerta formativa (enogastronomia, sala, accoglienza turistica) hanno attirato l’attenzione dei presenti con una performance eccellente dal nome “Creazioni e produzioni FATA MORGANA, mare e monti”, a base di bergamotto. Gli allievi sono stati accompagnati e guidati dalla nostra vicaria, prof.ssa Enza Loiero, e dai proff.ri Carlo Pa-squalino, Pietro Francomano e Giovanni Musolino. Sono stati pro-prio impeccabili i nostri ragazzi nelle loro divise! Impeccabili ed eccezionali!
Assegnato all’IPALBTUR di Villa San Giovanni un prestigioso premio Il 28 maggio a Roma si è svolta, nella prestigiosa Aula Magna del
Rettorato dell’Università “La Sapienza”, la cerimonia di premiazio-
ne per la XVI edizione del concorso Nazionale “Primi in sicurez-
za”, campagna promossa dall’Anmil e dal mensile OKAY!
L’istituto Professionale Alberghiero Turistico di Villa San Gio-
vanni è stato selezionato quale vincitore di un premio, assieme ad
altre 24 scuole di tutta l’Italia, tra più di 500 istituti scolastici di
ogni ordine e grado. Grande soddisfazione per gli allievi Trunfio
Antonino, Paladino Antonino, Gioffrè Francesco, Latella Glo-
ria, Barillà Carmen e Quattrone Chiara, entusiasti di aver porta-
to a casa un riconoscimento nazionale che conferma il loro serio
impegno creativo relativo all’importante tematica, tremendamente
attuale, degli infortuni sul lavoro. La delegazione di discenti è stata
accompagnata dal Prof. Turano Salvatore Davide (ideazione e
supervisione elaborati), che ha curato e coordinato le attività dei
ragazzi nella preparazione al concorso.
L’IPALBTUR di Villa San Giovanni tra i 25 istituti scolastici
vincitori della XVI edizione del Concorso "Primi in sicurez-
za" promosso da ANMIL e dal mensile per le scuole "OKAY!
" Il 28 maggio a Roma la premiazione nell'Aula Magna
del Rettorato de "La Sapienza"
L’importante è partecipare!!!!! Ma se dopo aver partecipato si scopre che la propria idea è stata così tanto apprezzata al punto da ritrovarsi tra i vincitori in un Concorso Nazionale, allora si mettono in moto tutte quelle iniziative che rompono la monotonia della quotidianità scolastica e la arricchiscono di emozioni e contenuti significativi. Sono addirittura due i progetti presentati dal nostro Istituto che saranno premiati il 28 maggio 2018 nella prestigiosa Aula Magna del Rettorato dell’Università “La Sapien-za” di Roma. Nella classe II C tre brillanti ragazze, Latella Gloria, Barillà Carmen e Quattrone Chiara, hanno scritto di proprio pugno la sceneggiatura di un cortometraggio dal titolo “La Caduta della Speranza”, mix di ironia e comicità che, tuttavia, porta alla riflessio-ne sui temi legati alla Sicurezza negli ambienti lavorativi; nella classe II F, invece, tre ragazzi, Trunfio Antonino, Paladino Antonino e Gioffrè Francesco, si sono cimentati nella ricerca di informazioni più tecniche relative sempre al tema della Sicurezza, successivamente sintetizzate in una presentazione PowerPoint, arricchite attraverso immagini significative tali da rendere la tematica chiara e fruibile per i propri coetanei. Sarà il Prof. Turano Salvatore Davide (regia e montaggio per il cortometraggio “La Caduta della Speranza” e supervisione tecnica per l’elaborato PowerPoint) ad accom-pagnare questa delegazione di discenti alla Premiazione Nazionale. Un plauso, dunque, ai ragazzi dell’alberghiero e al Prof. Turano per il lavoro compiu-to, selezionato tra migliaia di partecipanti, e per la soddisfazione di portare l’IPALBTUR di Villa San Giovanni tra i grandi d’Italia a Roma!!!
Prof.ssa Daniela Tavilla
NESSUN DORMA...PER RICEVERE PREMI
La notizia è servita– edizione II– numero 2 -a.s. 2017/2018
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UN’IDEA DI FELICITA’ - Luis Sepùlveda, Carlo Petrini
Alimentazione e politica, o me-
glio: l’ alimentazione è politica.
Questo sembra essere l’ assunto
principale che Luis Sepúlveda e
Carlo Petrini mettono in luce in
Un’idea di felicità” , libro pubbli-
cato da Guanda e Slow Food®
Editore. L’uno, Sepúlveda, scrit-
tore, poeta, giornalista, è una del-
le voci più note e incisive della
letteratura contemporanea suda-
mericana; l’altro, Petrini, gastro-
nomo e scrittore, fondatore
dell’associazione Slow Food. Tra
i due, nati entrambi nel 1949, si
instaura un dialogo che, partendo
proprio dal comune interesse per
il cibo, arriva ad abbracciare i
diversi ambiti di interesse degli
autori, fino a convergere in
“un�idea di felicità” che è il frut-
to maggiore di un rapporto rispet-
toso con l’ ambiente e le risorse
naturali. Nel confronto che apre il
libro, Sepúlveda ritorna sulla fi-
gura della lumaca, protagonista
del suo ultimo racconto (Storia di
u n a l u ma c a c he sco p r ì
l’importanza della lentezza,
Guanda 2013) e non a caso ani-
male scelto come logo di Slow
Food: “In tanti diversi contesti
etnici la lumaca è simbolo di e-
quilibrio. Perché la lumaca pos-
siede il giusto, solamente il giu-
sto. Ha lo spazio esatto in cui
abitare, il suo esoscheletro: se
deve crescere di due millimetri il
suo esoscheletro cresce due milli-
metri, non di più”. Questa imma-
gine è poetica ma anche molto
concreta per avvicinarsi al tema
dell’equilibrio naturale. Anche
Petrini mette in gioco la sua espe-
rienza evidenziando il ruolo svol-
to da Slow Food nel mondo e esponendo un’importante declinazio-
ne del concetto di“gastronomia”,
molto distante dai modelli ormai
diffusi in tutte le programmazioni
televisive: “Se penso a che cos’è
per me la gastronomia, finisco
con il concludere che è una serie
di relazioni, proprio come la feli-
cità. Anche il cibo è una rete.
Dietro a un alimento, a un piatto,
ci sono le storie di tutte le perso-
ne che hanno concorso a portarlo
fino alla mia bocca [...].
Nel Paese del Dente di Leone, una comunità di lumache
conduceva la propria vita lentamente, molto lentamente.
Tra loro non si davano nomi: si chiamavano semplicemen-
te “lumaca”, così che, quando qualcuna volesse parlare ad
un’altra e la chiamasse “lumaca”, tutte si giravano creando
gran confusione. Alla lumaca che voleva raccontare una
storia, allora, toccava muoversi con la sua indescrivibile
lentezza e raggiungere la sua interlocutrice. Le lumache
erano consapevoli della loro lentezza e così anche della
propria vulnerabilità, sapevano che la loro vita era fragile
e non sarebbe stato certo il guscio che si portavano dietro a
poterle difendere dalle calamità, ma accettavano tutto que-
sto con muta rassegnazione. Tra di loro, però, ce n’era una che, pur accettando la propria
debolezza e la propria vulnerabilità, voleva conoscere il motivo della loro lentezza. Comin-
ciò a fare domande, a chiedere il perché di quell’andatura lenta ed il perché nessuna di loro
avesse un nome. Le sembrava poco giusto che, mentre tutte le altre cose fossero immediata-
mente identificabili da un nome, loro dovessero vivere in quello stato di indeterminatezza.
Ma le lumache più vecchie non le davano ascolto, la consideravano un elemento di disturbo
nella loro comunità, le facevano capire, isolandola, che quelli non erano interrogativi con cui
avessero piacere ad intrattenersi e che per essere felici a loro bastava vivere nel Paese del
Dente di Leone, impegnate a mantenere il corpo umido ed ingrassare per meglio resistere ai
morsi dell’inverno. La piccola lumaca non si rassegnò a questa ostilità ed annunciò che a-
vrebbe fatto un viaggio durante il quale, certamente, avrebbe avuto risposte per tutte le sue
domande ed avrebbe avuto anche un nome che la distinguesse dal gruppo. Durante il suo
viaggio, la lumaca incontrò tanti altri animali che vivevano sul prato, ebbe un nome e conob-
be i piani degli uomini che mettevano in pericolo il Paese del Dente di Leone. Ribelle, que-
sto il suo nuovo nome, tornò alla sua comunità per incitare le altre lumache a lasciare quel
posto, ma solo in poche la seguirono poiché tutte le altre, che fossero anziane o avessero
semplicemente paura delle idee rivoluzionarie di Ribelle, preferirono rimanere a crogiolarsi,
fintanto che fosse possibile, nella loro abitudine. Da qui iniziò un nuovo viaggio alla ricerca
di un posto migliore. Alla ricerca di un nuovo Paese del Dente di Leone…Il nostro cammino
è irto di ostacoli, grossi macigni si frappongono fra noi e le nostre aspirazioni, fra noi e la
realizzazione dei nostri desideri. A volte tocca scendere a patti con l’impossibilità di vederli
realizzati, ma non prima di aver esaurito tutte le cartucce della nostra volontà, spostato mari
e monti per cambiare la prospettiva ai macigni, deviato il corso dei fiumi perché la corrente
ci scivolasse a valle. Quella della piccola Ribelle è una storia di buona volontà, una favola
per piccoli e grandi sognatori che non si accontentano di quello che vedono ed hanno sempre
bisogno di scavallare il colle per scoprire cosa nasconde al nostro sguardo. In un’epoca di
omologazioni in cui è più rassicurante sentire il tepore del gregge piuttosto che il freddo di
un solitario viaggio di scoperta, Ribelle ci insegna che l’abitudine è il peggiore dei mali, il
più grande assassino della curiosità e che la vera via per sentirsi liberi è nella libertà dei no-
stri pensieri, nella rottura degli schemi preconcetti, nella capacità di destrutturare le idee
preconfezionate e di non accettarle se non ci soddisfano, di criticarle se non hanno fonda-
mento, di stracciarle se ci imprigionano. Ribelle, col suo guscio, rinuncia alla vita tranquilla
da lumaca senza nome per dare risposta alle sue domande e provare cosa sia amare
l’umanità, una comunità più grande in cui razze e specie fanno tutte parte dello stesso creato.
Una denuncia contro l’isolamento e l’indifferenza che rendono deboli, ciechi ed ostili; un
inno al rispetto per il prossimo ed il suo cosmo. Così, con una storia lieve, Luis Sepúlveda ci
disegna intorno un mondo piccolo e lento, fatto di dettagli cui prestare attenzione; un con-
traltare alla nostra esistenza frenetica che si perde le sfumature del cielo, gli sguardi, i sorri-
si, la sofferenza dove c’è la gioia che si annida nel vorticoso scivolare da un giorno all’altro.
Una favola ambientalista che con tenerezza infantile si ancora graniticamente alla convinzio-
ne che un altro mondo è possibile, se i principi umani di solidarietà, rispetto e fratellanza
restano vivi tra gli esseri umani. La forza dei sogni e la caparbietà della volontà ci restitui-
scono una morale altissima, alla quale tornare sempre: “In questo viaggio che è iniziato
quando ho voluto avere un nome ho imparato tante cose. Ho imparato l’importanza della
lentezza e, adesso, ho imparato che il Paese del Dente di Leone, a forza di desiderarlo, era
dentro di noi”.
Rita De Arcangelis Del Forno (V A Cucina)
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La notizia è servita– edizione II– numero 2 - a.s. 2017/2018
VIAGGIO D’ISTRUZIONE A PRAGA
Quest’anno le classi quinte dell’Istituto Alberghie-
ro hanno effettuato un viaggio d’Istruzione a Praga
e a Desdra., accompagnati dai proff.ri Giovanni
Condorelli, Giusy Coppola e Antonio Messina.
Praga è una delle città più belle e ricche di storia in
tutto il mondo. Essendo capitale della Repubblica
Ceca, è la città che molti scelgono di visitare se
fanno un viaggio nell’est europeo. Chiamata anche
Stare Mesto, la Città Vecchia è uno dei quartieri
più antichi di Praga. Case, chiese e altri edifici
risalgono al 13° secolo, e si può passare un’intera
giornata nel quartiere senza finire la lista delle cose
da vedere. La cattedrale gotica, che rappresenta il
simbolo spirituale dello Stato ceco, fu fondata nel
1344 al posto di una rotonda romanica originaria.
La sua costruzione durò quasi 600 anni e si con-
cluse definitivamente solo nel 1929. Nel suo inter-
no imponente si trovano, tra l’altro, la Cappella di
San Venceslao con la tomba di San Venceslao, adornata da dipinti e pietre semipreziose, una cripta sotterranea dove sono sepolti i re boemi e
la Camera della Corona, dove vengono conservati i Gioielli della Corona. Una delle piazze obiettivamente più emozionanti per articolato
costrutto e inarrivabile estetica è la celeberrima Piazza della Città Vecchia a Praga, uno spazio frequentatissimo, storicamente pregno e altiso-
nante specialmente per la presenza di uno dei grandi simboli della città, vale a dire l’orologio astronomico d’estrazione medievale
(lo Staroměstský Orloj), il più antico ingranaggio ancora in grado, poiché incredibilmente funzionante, di scandire il tempo con invidiabile
precisione e puntualità. Ogni giorno, i visitatori e gli abitanti locali fanno una sosta per ammirare l’ orologio astronomico costruito nel 1490.
Dalle 8 del mattino fino alle 8 di sera, le botole sull’orologio si aprono e mostrano un breve spettacolo di statuine in legno allo scoccare di ogni
ora. Alcuni credono che l’orologio sia stato costruito dagli occultisti allo scopo di nascondervi un messaggio.
La Chiesa Cattolica di Santa Maria di Týn (Týnský Chrám) sembra uscire da una fiaba. Lo stile è ricercato ed è caratterizzato da guglie goti-
che, decorazioni rinascimentali e interni barocchi. Questo luogo di culto altamente rappresentativo è una delle attrazioni più fotografate di Pra-
ga. Se ti interessa l'architettura, la storia o l'iconografia religiosa visita la Chiesa di Santa Maria di Týn. È una chiesa attiva fin dal XIV secolo.
Il nome completo della cattedrale è Nostra Signora di Tyn. Il punto migliore per guardare la chiesa è dalla Piazza della Città Vecchia, dove
potrai osservare l'edificio incastonato nel centro medievale della città. Inizia passeggiando attorno alla chiesa per provare a percepirne la sua
maestosità. L'Ungelt è il cortile dei mercanti cinto da mura che si trova proprio dietro la chiesa. Le due torri che adornano la facciata della chie-
sa raggiungono gli 80 metri di altezza. Ognuna è decorata con quattro leggere guglie. Abbiamo poi visitato Desdra, città tutta racchiusa nella
magnifica Theaterplatz: un mondo di stili diversi, di epoche diverse, tutto meticolosamente ricostruito dopo il terribile bombardamento che
ridusse la città in macerie durante la seconda guerra mondiale. A uno dei massimi esponenti della letteratura novecentesca è dedicata u-
na mostra permanente che ne glorifica l’operato , si tratta di Franzk Kafka, autore di romanzi e racconti come "La metamorfosi", "Il
processo" e "Il castello", è uno dei massimi interpreti del Novecento. Esponente del romanzo
esistenzialista e del realismo magico europeo, i suoi libri racchiudono gli incubi e i dolori di una
vita drammatica - Davanti alla sinagoga spagnola vi è la statua di Franz Kafka. Egli è raffigurato
seduto sulle spalle di suo padre che voleva decidere del suo futuro lavorativo, difatti i piedi che guida-
no i passi sono del padre, mentre Kafka è solo una conseguenza del suo volere; inoltre ,suo padre viene
ideato senza mani e senza testa per due motivi: la mancanza di mani sta ad indicare il mancato rapporto
padre-figlio, mentre la mancanza della testa richiama alla forma femminile.
Nella sinagoga "vecchio - nuova" non si può entrare perchè dentro si dice che giaccia il GOLEM.
TRIANGOLO DELLA MAGIA BIANCA: PRAGA-LIONE-TORINO
TRIANGOLO DELLA MAGIA NERA: SAN FRANCISCO-LONDRA-TORINO
Il golem è una figura antropomorfa immaginaria della mitologia ebraica e del folclore medievale. Il termine deriva probabilmente dalla parola ebraica gelem, che significa "materia grezza", o "embrione", presente nel Tanakh(Salmo 139,16) per indicare la "massa ancora priva di forma", che gli ebrei acco-munano ad Adamo prima che gli fosse infusa l'anima. In ebraico moderno golem significa anche robot, difatti Rabbi Levi, suo creatore, lo generò utilizzandolo come servo al fine di difendere il popolo ebrai-co dai suoi persecutori. Il rabbino lo evocava attraverso una combinazione di lettere alfabetiche ma un giorno perse il controllo del gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava. Il Golem, non come deità ma come una sorta di angelo, la cui natura nella Qabbalah è segreta, però creato dal maestro in grado di unirne il potere spirituale alla Volontà di Dio, si racconta operasse anche per la difesa di alcune comunità ebraiche dell'Europa orientale.
Luigi Catalano (V A Cucina) e Domenico Siclari (V E Cucina)
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La notizia è servita– edizione II– numero 2 -a.s. 2017/2018
Reggina, si pensa al futuro dopo una stagione tra alti e bassi. Dopo il fallimento, la ripartenza dai dilettanti, il ripescaggio e le due salvezze in serie C, per la
Reggina è tempo di alzare l'asticella degli obiettivi. La giovane società del presidente Praticò, che si
avvia verso il quarto anno di età dopo l’era dell’ex presidente Foti, ha raggiunto l’obiettivo minimo
per una piazza come Reggio Calabria, centrando la salvezza con due giornate di anticipo in un
campionato travagliato e caratterizzato da alti e bassi. La stagione era partita con una rivoluzione
tecnica, tanto scetticismo da parte dei tifosi ed un progetto improntato prettamente sui giovani. Il
nuovo team targato
B a s i l e - M a u r i z i
(rispettivamente direttore
sportivo e allenatore)
a v e v a i n i z i a t o a
raccogliere i primi frutti
c o n l a s q u a d r a
illusoriamente proiettata
in zona play-off dopo 12
giornate. La stagione si
era aperta al ‘Granillo’
con la vittoria in Coppa
Italia contro il Catanzaro
(battuto anche in
c a m p i o n a t o d u e
settimane dopo) che
aveva un po’ riacceso
l’entusiasmo in città e dato il via a sei risultati utili consecutivi. La squadra, bene organizzata in campo, ha offerto un gioco
propositivo con i tanti debuttanti in categoria affiancati da qualche figura di spessore come Bianchimano, De Francesco, Porcino.
All’undicesima giornata la squadra amaranto ha toccato il culmine della sua stagione con la vittoria sul Catania (2-1) che
sembrava la potesse proiettare verso il paradiso, divenuto invece inferno qualche settimana dopo in seguito ad un mix di
eccessivo entusiasmo e giovane presunzione. La stessa gara con il Catania, inoltre, è stata il punto di non ritorno per il tifo
reggino, entrato ‘in sciopero’ per protesta verso alcuni provvedimenti dell’autorità giudiziaria che hanno interessato una frangia
della tifoseria organizzata. Da lì in poi, un black-out protrattosi per nove partite in cui la Reggina ha sfigurato, complice il
distacco tra parte della squadra e allenatore. La società amaranto, a questo punto, ha deciso di optare per una scelta piuttosto
insolita: rinnovare il contratto all’allenatore mandando via parte dei giocatori dissidenti. Così, dopo aver varato la seconda
rivoluzione tecnica in sei mesi, iniettando stavolta tanta esperienza all’organico, la Reggina ha ripreso, seppur a fatica, a
conquistare i punti necessari per la salvezza. Dopo aver raggiunto l'obiettivo, la società amaranto ha iniziato a pensare al futuro
con l’avvento del club manager Branca e del nuovo
ds Taibi (in sostituzione dell’esonerato Basile).
Riportare il pubblico allo stadio è il primo punto da
cui la società vuole ripartire, con l’ambizione di
puntare ai playoff e la necessità di rivoluzionare
ancora una volta l’organico. Dopo due anni passati
all’ombra in serie C, per la Reggina è il momento
di uscire allo scoperto e tornare ai fasti di un tempo
riportando il nome di Reggio Calabria in
palcoscenici nazionali più prestigiosi.
Antonio Calafiore (IV B Cucina)
Pirlo, la notte del Maestro, grandi emozioni per l’addio al calcio di uno dei
migliori calciatori al mondo. Ricordi indimenticabili con la maglia della Reggina. Giorno 21 maggio ha smesso ufficialmente di giocare a calcio. Andrea Pirlo lo
ha fatto in una partita di beneficenza insieme ai più grandi giocatori del mondo.
In campo tantissime leggende, che hanno reso omaggio a uno dei più grandi
campioni del calcio italiano; tante scene che hanno portato grande nostalgia, ma
una è stata particolarmente commovente per i tifosi della Reggina: all’ingresso
delle squadre in campo un bambino con la maglia amaranto. Sì, perchè il club
calabrese per Andrea Pirlo è stato come un trampolino di lancio, una delle
migliori stagioni prima di diventare protagonista assoluto con le maglie di
Milan e Juventus. Pirlo con la maglia della Reggina, ricordi indimenticabili, con
una piccola lacrima sul volto dei tifosi amaranto.
FORZA REGGINA 1914!
I SALUTI DELLA REDAZIONE
Ormai siamo alla fine di quest’anno scolastico e, stanchi ma soddisfatti per essere riusciti,ancora una volta, a dare voce e forma ai vostri inte-ressi, vi salutiamo dandovi un’attestazione di come abbiamo lavorato insieme a voi in modo interattivo. Apparteniamo a classi diverse e la funzione della Redazione, intesa come un’unità organizzativa e di lavoro, è stata quella di raccogliere le informazioni, valutarle e selezionarle, affidando loro maggiore o minor rilievo. Essa poi ha scritto, titolato, illustrato, selezionato e impagina-to le foto, con il prezioso contributo di collaboratori esterni La realizzazione del Giornalino d’Istituto è un’attività che è nata dal desiderio di esprimersi, di comunicare e di far conoscere il pensiero dei ragazzi che frequentano la nostra scuola e che sono sempre stati i pro-tagonisti nelle fasi di progettazione e di realizzazione de “La notizia è servita” per raccontare esperienze, esprimere le proprie idee, saper co-municare riflessioni e pensieri, consigliare la lettura di libri o la visione di film, riportare i dati di un’indagine svolta, realizzare interviste. Per fare un giornale ci vuole una Redazione, ossia un gruppo di lavoro in cui mettere insieme tanti e diversi interessi e attività delle 27 classi della nostra scuola. T u t t i hanno avuto la possibilità di confrontarsi e farsi portavoce di idee, argomenti e proposte per gli articoli che hanno composto il giorna-lino. Gli argomenti proposti da ciascuna classe per la pubblicazione sono stati discussi, analizzati e organizzati. La redazione è stata come una squadra in cui tutti hanno lavorato per permettere l’uscita del giornale nei tempi stabiliti e per favorire una partecipazione responsabile alla vita della scuola. Altra cosa è stata, invece, la stampa ed i tempi dovu-ti al recapito delle copie da consegnare ad ognuno di voi, come segno di appartenenza e dono empatico. Ringraziamo la Dirigente, prof.ssa Carmela Ciappina, che ci ha permes-so di continuare questa bella esperienza formativa, guidati con profes-sionalità ed affetto dai nostri tutor. Ci siamo confrontati e abbiamo avuto modo di manifestare liberamente le nostre idee nel rispetto reciproco. Molteplici sono stati i nostri impegni scolastici tra alternanza, viaggi d’istruzione, visite guidate, banchetti da allestire durante Convegni organizzati da Enti esterni, partecipazione a Concorsi e riconoscimenti pubblici. Sarebbe stato magnifico riuscire a raccontare tutto ciò che abbiamo fatto con sacrificio e dedizione; comunque, abbiamo colto gli eventi più significativi man mano che si svolgevano e ci venivano segnalati dagli altri allievi che, spesso, hanno scritto articoli pubblicati nei due numeri di questo periodico, facendolo diventare veramente espressione di una comunità che lavora in sinergia col territorio, rivendicando con forza lo spazio comune, contraddistinto da disponibilità ma anche orgoglio per ciò che solo l’Istituto Alberghiero può offrire.
In una società come quella in cui viviamo, sempre alla ricerca di nuove forme di divertimento e di emozioni, spesso senza limiti, ci è sembrato opportuno mostrare quanto di positivo avviene nel nostro percorso scola-stico e le doti che ogni alunno dovrebbe possedere: disponibilità verso tutti, rispetto delle regole, gioia di vivere questa fase molto preziosa della nostra esistenza con la voglia di apprendere il più possibile in modo da essere sicuri della nostra professionalità in un mondo del lavoro sem-pre più competitivo. Ragazzi, se vogliamo veramente costruire in modo dignitoso il nostro futuro, senza ricevere mortificazioni e soprusi, dobbiamo avere la possi-bilità di conoscere quali sono i nostri diritti ma anche i nostri doveri. Solo così potremo essere veramente liberi di tenere sempre lo sguardo alto. Cogliamo, dunque, con gioia l ’opportunità che ci forniscono i nostri genitori con i loro sacrifici, e i docenti con la loro professionalità e lascia-moci guidare! Non roviniamo le nostre vite con l’ozio, che è il padre di tutti i vizi! Partecipiamo alle attività didattico- formative che ci vengono proposte. Noi lo abbiamo fatto con curiosità! Vi salutiamo con affetto e vi diamo appuntamento al prossimo anno scolastico. Ai ragazzi delle classi quinte auguriamo un immediato inserimento nel mondo del lavoro.
I vostri amici della Redazione:
Noemi Borrello, Luigi Catalano, Rita De Arcangelis Del Forno, Paola
Marino, Maria Megalizzi, Stefania Musicò, Davide Papalia, Pietro Pel-
legrino, Domenico Siclari, Jennifer Tulisi.
I docenti Angelina Biamonte, Saverio Caroleo, Loredana Laganà e
Rosanna Zumbo, insieme al tecnico del laboratorio d’Informatica Save-
rio Verduci, ringraziano la Dirigente Scolastica, prof.ssa Carmela Ciap-
pina, il Direttore dei Servizi Amministrativi, Enrico Germanò, e tutto il
personale dell’Istituto per avere collaborato con la Redazione e avere
contribuito alla realizzazione di questo giornalino scolastico. Un grande
abbraccio va a tutti i docenti e a tutti gli alunni che hanno suggerito
argomenti da trattare, scritto articoli e inviato foto riguardanti le varie
attività scolastiche ed extra– scolastiche, le loro passioni ed i loro inte-
ressi culturali.
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