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Anno scolastico 2017-2018
Classe III sezione F Scientifico InsegnanteRosalba Cacciatore
I MOSAICI nelle chiese Italiane da
Venezia a Otranto
I MOSAICI nelle chiese Italiane
da Venezia a Otranto
Mosaici
Mosaici parietaliSICILIA• Cappella Palatina, Palermo• Basilica della Trasfigurazione a Cefalù• Cattedrale di Santa Maria a Monreale
MOSAICI DELLA CAPPELLA PALATINA
aPALERMO
Pianta e facciata della Cappella Palatina a Palermo
Pianta di Palazzo dei Normanni
Pianta della Cappella Palatina
Colonne in marmo cipollino e granito
MOSAICI
Vista della navata centrale
Absidi mosaicate nella Cappella Palatina
Cupola, mosaico raffigurante il Dio Pantocratore
Soffitto in legno intagliato, “muqarnas”
Particolare delle “muqarnas”
MOSAICI
La creazione di Eva L’arca di Noè Noè fa sbarcare gli animali
La vigna e L’ebbrezza di Noè La Torre di Babele Abramo adora e ospitai tre angeli
MOSAICI
Abramo e il sacrificio Rebecca condotta in sposa ad Abramo Il sacrificio d’Isacco
Isacco benedice Giacobbe e Esaù
Il sogno di Giacobbe Giacobbe e l’angelo
MOSAICI
Abside sinistra di San Pietro
Abside centrale
Abside destra di San Paolo
Mosaici, Cappella Palatina
La costruzione della Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni di Palermo,
venne iniziata nel 1130, anno dell’incoronazione di Ruggero II a primo re di
Sicilia, fu completata nell’arco di tredici anni e venne consacrata nel 1143 alla
famiglia reale.
E’ una basilica a tre navate dedicata ai santi Pietro e Paolo, fatta costruire per
volere di Ruggero II. Le tre navate sono separate da colonne in granito e marmo
cipollino con ricchi capitelli corinzi dorati, che sorreggono una struttura di archi ad
ogiva.
Di stampo occidentale, seppure influenzati dal gusto meridionale, troviamo i
pavimenti decorati e gli intarsi dei gradini, delle balaustre e della parte inferiore dei
muri.
Ruggero II d’Altavilla
Incoronazione di re Ruggero II, mosaico della chiesa dell’ammiraglio
La costruzione è completata dalla cupola, eretta sopra le tre absidi del santuario.
La cupola e il campanile in origine erano visibili dall’esterno ma vennero inglobati
nel Palazzo Reale in seguito alle costruzioni successive.
La cupola, il transetto e le absidi sono interamente decorate nella parte superiore
da mosaici bizantini, tra i più importanti della Sicilia, raffiguranti il Cristo
Pantocratore, gli evangelisti e scene bibliche.
I mosaici di datazione più antica sono quelli della cupola, risalenti alla costruzione
originaria del 1143.
Il soffitto della navata centrale è in legno, e il sistema di travi delle altre navate,
mostra intagli e dipinti in stile arabo, chiamati “muqarnas”.
La particolarità sta nelle decorazioni comprendenti figure umane.
Gli artisti arabi infatti, nell’atmosfera tollerante della Palermo normanna, si
convinsero ad azzardare questo tipo di figurazioni e così, possiamo distinguere in
esse scene di vita quotidiana.
In questa chiesa, si attua, venne attuata in termini visivi, la fusione dei molteplici
caratteri di cui la Sicilia era formata: l’europeo, il siciliano, il bizantino, l’arabo.
MOSAICI e
BASILICA DELLA TRASFIGURAZIONE a
CEFALÙ
Pianta e Facciata della Basilica della Trasfigurazione
Duomo di Cefalù
Particolare della torre
Il Duomo di Cefalù venne fatto edificare, secondo una leggenda, da Ruggero II, in
seguito al voto fatto al Santo Salvatore, poiché il re era scampato ad una tempesta
ed era approdato sulle spiagge della cittadina. In realtà la Cattedrale fu fondata nel
1131 con la funzione di mausoleo degli Altavilla; infatti all’interno di essa sono
stati collocati due sarcofagi di marmo. Le vicende costruttive furono complesse: a
causa dell’altezza della struttura, ci furono numerose varianti rispetto al progetto
iniziale.
La facciata presenta una zona centrale affiancata da due torri. Nel XV secolo
Ambrogio da Como realizzò il portico con tre archi sorretti da colonne, che aveva
l’originaria funzione di proteggere le pitture laterali. Il portale è impreziosito da un
arco in marmo bianco restaurato. La costruzione della facciata terminò nel 1204.
Il livello superiore è caratterizzato da archetti pensili ed una finestra ogivale
centrale.
Le torri presentano un primo livello privo di aperture, il secondo livello,
caratterizzato da monoforementre nel terzo e quarto livello sono presenti due bifore.
Infine le torri si concludono con un elemento cuspidato ornato da una merlatura
ghibellina.
La pianta della chiesa è a croce latina, suddivisa in tre navate sorrette da colonne
di marmo. Il transetto ha un’altezza maggiore rispetto alle navate e in esso sono
posti i sarcofagi degli Altavilla.
La decorazione interna è costituita da colonne e capitelli marmorei e di spoglio
sovrastati da archi a tutto sesto, il soffitto è costituito da una copertura a capriate.
A causa della mancanza di una cupola il Pantocratore venne posto nel catino
absidale costituito da vele a crociera.
Interno
MOSAICI
Cristo Pantocratore nell’abside centrale
Presbiterio
Mosaici della volta
“Il Cristo Pantocratore”
Mosaici della volta
La chiesa si conclude con un santuario triabsidato in cui prevale, per importanza,
l’abside centrale, in cui compaiono la Vergine panneggiata scortata dai quattro
arcangeli, affiancati dalle figure di apostoli ed evangelisti e nelle pareti laterali
sono presenti le figure di profeti e santi. L’abside si conclude con la raffigurazione
del “Cristo Pantocrate” che in una mano regge un libro simbolo della parola di
Dio, mentre nell’altra unisce tre dita che simboleggiano la trinità. Ai lati sono
raffigurati l’alfa e l’omega, che alludono all’inizio e alla fine dell’esistenza umana.
Prevalgono i colori blu e oro. È probabile che i mosaici siano stati iniziati intorno al
1145, in relazione alla decisione di Ruggero di destinare la cattedrale di Cefalù alla
sua sepoltura.
La decorazione musiva fu realizzata nel 1170, mentre la parte inferiore e sulla metà
anteriore delle pareti del presbiterio venne completata nel Seicento.
Furono utilizzate tessere regolari, di forma quadrangolare e piuttosto piccole per
ridurre lo spazio fra le singole tessere. Nella figura del “Cristo Pantocrate” le
tessere sono ancora più piccole e di madreperla. A Cefalù le figure sono
rappresentate sul fondo dorato. Quando si intervenne con una pulitura emerse il
fondo argenteo della croce gemmata di Cristo, quindi venne ripristinato il giusto
rapporto fra il volto del Pantocratore e il fondo d’oro. L’altro brano che ha ritrovato
il suo originario equilibrio riguarda la tunica del Cristo.
Nella parte destra si era provveduto ad offuscare le tessere ripassandole con vernici
colorate, ed era stata alterata la morfologia dell’abbigliamento aggiungendo una
striscia scura come bordatura.
MOSAICI e
CATTEDRALE DI SANTA MARIA NUOVA a
MONREALE
Monreale
Pianta e Facciata della Cattedrale di Santa Maria Nuova a Monreale
Facciata della Cattedrale di Santa Maria Nuova a Monreale
Porta di Bonanno Pisano e particolare decorativo absidale
Il Duomo di Monreale, dedicato a Santa Maria Nuova, fu costruito fra gli anni 1172
e 1267 per volere di Guglielmo d’Altavilla. La cattedrale si trova nel comune di
Monreale che dista circa due chilometri da Palermo. La leggenda narra che
Guglielmo, succeduto al padre sul trono di Sicilia, colto dalla stanchezza, si fosse
addormentato sotto un carrubo, in seguito ad una giornata di caccia presso i boschi di
Monreale. In sogno gli apparve la Madonna, a cui era molto devoto, che gli rivelò il
segreto di una “travatura” con queste parole: “Nel luogo dove stai dormendo è
nascosto il più grande tesoro del mondo: dissotterralo e costruiscici un tempio in
mio onore”. In seguito a queste parole Guglielmo diede inizio ai lavori per la
costruzione del Duomo.
L’edificio è caratterizzato da una facciata monocuspidata di dimensioni minori
rispetto alle due torri fortificate che la affiancano, chiaro simbolo dell’influenza
normanna. L’esterno si presenta con una portico a trifora e un ingresso costituito
da un portale bronzeo realizzato da Bonanno Pisano nel 1185. Nel secondo livello
sono presenti decorazioni costituite da archetti ciechi di forma tipicamente
bizantina. La cattedrale presenta una pianta a croce latina suddivisa in tre navate.
La navata centrale, le cui dimensioni sono il triplo rispetto a quelle laterali, è divisa
dalle stesse tramite colonne con capitelli di vari stili. Molto importanti sono quelli
decorati con clipei di divinità che sostengono archi a sesto acuto. Le navate
terminano con un ampio santuario triabsidato, preceduto da un imponente arco di
trionfo, rivestito da mosaici a fondo oro. Nell’abside di sinistra si trovano tre tombe di
marmo reali di Margherita di Navarra, moglie di Guglielmo I, e quelle dei loro figli
Ruggero ed Enrico. E’ presente la Cappella del Crocifisso, di forma poligonale,
decorata da marmi, bassorilievi e statue. Nell’abside a destra, sono conservati il
sarcofago di Guglielmo I e quello di Guglielmo II: il primo costituito da marmo
bianco, istoriato, mentre il secondo, di spoglia pietra scura di porfido. Da una cancellata
si giunge alla cinquecentesca cappella di San Benedetto rivestita di tarsie marmoree e
rilievi, narranti la storia della vita del Santo. Infine la terza abside, contiene i mosaici
più rilevanti del Duomo. Fra i mosaici, spicca quello raffigurante “Cristo
Pantocratore”. Quest’ultimo regge in una mano un libro che rappresenta il dono
fattogli da Dio, ovvero la capacità di parlare. L’altra mano tiene unite tre dita simbolo
della trinità. Ai lati notiamo la presenza di due lettere greche, l’alfa e l’omega, che
indicano rispettivamente l’inizio e la fine della vita umana. Tutto intorno si trovano le
rappresentazioni di alcuni personaggi importanti nella storia della religione cattolica tra
cui la Vergine con il bambino e alcuni santi. Altri due importanti raffigurazioni sono:
“Guglielmo II offre alla Vergine il modello della chiesa” e “Incoronazione di
Guglielmo II da parte di Cristo”, realizzati per esaltare il potere del sovrano.
L’iconografia situata sulla parete destra raffigura Guglielmo II, leggermente
genuflesso, nella tenuta imperiale bizantina, mentre offre alla Vergine il modello
della chiesa. Quest’ultima accetta il dono chinando il capo mentre nel livello superiore
si intravede la mano di Dio che benedice il dono e invia degli angeli ad assistere alla
processione. Nella prete sinistra compare Cristo nell’atto di incoronare Guglielmo II,
sempre in tenuta imperiale bizantina. Cristo è seduto su un trono e tiene in mano un
libro. Sopra di lui, vi sono due angeli di cui uno tiene fra le mani un martello, mentre
l’altro il simbolo della consacrazione del mondo.
MOSAICI
mosaici della navata centrale
MOSAICI
Vista dei mosaici della navata centrale
Vista dei mosaici dell’abside
Vista dei mosaici dell’abside
MOSAICI
Vista dei mosaici dell’abside
Cristo pantocratore
L’offerta del modello del Duomo da parte di Guglielmo II Cristo incorona Guglielmo II
La cattedrale mostra un soffitto a volta a crociera di tipo bizantino, a pianta
quadrata e senza cupola. I soffitti sono a travature scoperte dipinti nelle navate e
a stalattiti di tipo arabo nella crociera, quest’ultimi rifatti nel 1811, dopo un
incendio che aveva distrutto parte del tetto. Tutto questo non è visibile dall’esterno,
dal quale è possibile intraveder unicamente la cattedrale un tetto a forma di carena
di nave, costituito da tronchi scolpiti con fregi d’oro.
Copertura lignea
Il chiostro adiacente al Duomo
Il chiostro adiacente al Duomo
Il chiostro adiacente al Duomo
Addossato al lato meridionale del Duomo, si trova il chiostro del vecchio
convento benedettino eseguito sul finire del XII secolo. È un portico in
prevalenza romanico, a pianta quadrata con colonne binate su cui insistono
degli archi ogivali a doppia ghiera. Le colonne sono decorate con motivi
geometrici dorati e mostrano fusti e capitelli diversi tra loro. I capitelli, sono
decorati con scene bibliche, motivi vegetali e uccelli.
Le colonne e i capitelli del chiostro
Nell’angolo occidentale del chiostro è situata una fontana a forma ottagonale
interamente rivestita di marmo chiaro. Dal centro della vasca si innalza una colonna a
forma di palma stilizzata, decorato a Chevron, simbolo dell’acqua e quindi anche del
battesimo. Al di sopra della colonna si trova una sfera di marmo decorata da vari
elementi quali teste umane, teste leonine, figure umane musicanti e foglie in rilievo.
Ognuno di questi elementi ha un suo particolare significato. Infatti mentre le teste
umane alludono al Creatore, che ha plasmato gli esseri umani a sua immagine, le
teste leonine, simboleggiano la resurrezione del peccato. Infine le figure umane
danzanti svolgono una funzione apotropaica, ovvero allontanano il male. L’acqua
fuoriesce in sottili getti dalle varie bocche leonine e umane.
Particolare della fontana
funzione apotropaica
resurrezione dal peccato
La fontana a sua volta si trova all’interno di un chiostro di piccole dimensioni
rispetto a quello principale e situato nell’area sud-occidentale di quest’ultimo.
Il secondo chiostro ha una pianta quadrata ed è decorato all’esterno da alcuni
archi a sesto acuto, a loro volta sostenuti da colonne binate. Quest’ultime sono
decorate da motivi geometrici in oro e variano dalle colonne poste ai quattro
angoli, i cui capitelli scolpiti a bassorilievo raffigurano ciascuno un mese
dell’anno. Ad ogni mese viene attribuito un lavoro e nella parte superiore
dell’immagine si trovane scritte latine con funzione esplicativa.
Il secondo chiostro
Le rappresentazioni dei mesi nei capitelli
Dicembre - MarzoMarzo – Giugno
Dicembre è raffigurato con un uomo, a capo scoperto e con la barba, in posizione
curva nell’atto di abbattere un maiale. La figurazione allude al momento in cui ci si
preparava a formare le riserve alimentari per affrontare l’inverno. L’immagine di
Gennaio è un uomo anziano dalla lunga barba; seduto su una poltrona, e ricoperto da
un’ampia e lunga veste con le mani protese in avanti nell’atto di riscaldarle al fuoco.
La figurazione allude al riposo della natura nella stagione fredda.
Il bassorilievo che raffigura Febbraio mostra un giovane potatore dal volto imberbe,
che indossa una tunica al ginocchio nell’atto di potare la vigna defogliata. La figura
mostra la fase di preparazione della natura al risveglio della primavera.
L’immagine di Marzo rappresenta una creatura dalle sembianze umane con i capelli
spettinati da cui spuntano un paio di corna, che sostiene con le mani due olifanti in cui
soffia. Tale figurazione allude al subbuglio delle forze naturali, prima di placarsi al
giungere della primavera. Nel bassorilievo che rappresenta Aprile un giovane passeggia
tenendo con la mano destra un ramo fiorito appoggiato alla spalla. La mano sinistra
in posizione sollevata tiene un attributo non identificabile perché corroso. I fiori portati
in mano simboleggiano il senso di rinnovamento e il rigoglio della natura nella fase
avanzata della primavera. Maggio è rappresento un uomo accanto ad un cavallo. Il
volto risulta molto rovinato e poco leggibile nei dettagli , gli arti della figura umana, e la
testa del cavallo. Nel mese di Giugno viene rappresentato un uomo in posizione eretta
con il torso nudo e che indossa una tunica sopra il ginocchio annodata alla cintola.
Giugno – Settembre Settembre – Dicembre
L’immagine di Luglio ritrae un mietitore in posizione semicurva, ricoperto da una
breve tunica, colto nell’atto di afferrare un fascio di spighe con la mano sinistra. La
figurazione rappresenta la conclusione dello sviluppo e maturazione della
vegetazione, nei mesi caldi dell’estate, che ha portato il chicco a diventare spiga,
pronta per essere raccolta. L’immagine di Agosto viene rappresentato da un bottaio
nell’atto di pareggiare con un mazzuolo, che tiene nella mano destra, le teste delle
doghe di una botticella da vino. La figurazione illustra il mese più caldo e luminoso
dell’anno ma al tempo stesso la presenza della botte, che servirà successivamente a
raccogliere la bevanda estratta dalla vigna, annuncia l’arrivo dell’autunno. Settembre
è raffigurato da un vendemmiatore a torso nudo che porta sulla spalla destra un cesto
intrecciato di vimini ricolmo d’uva. Contemporaneamente comprime con il
piede sinistro l’uva vendemmiata, contenuta dentro un tino di legno. La
figurazione della vendemmia rappresenta l’ultimo sforzo della natura per
portare a termine l’opera di maturazione dei frutti prima di distendersi e
riparare nell’autunno pieno. In Ottobre il seminatore viene colto nel tipico
gesto di lanciare a “spaglio” con la mano destra un pugno di grano, mentre
sostiene sul braccio sinistro una cesta da cui attingere la granaglia. La
figurazione simboleggia la fiducia dell’uomo nella forza fecondatrice e
protettiva della madre terra, che proteggerà con la sua coltre il chicco di
grano dai rigori del freddo, sia dell’autunno sia dell’inverno. A Novembre un
pastore, ricoperto da una tunica e da un tipico mantello con cappuccio,
conduce al pascolo in un bosco,
simboleggiato da un albero, un cinghiale. La figurazione allude all’arrivo dell’inverno
in cui, smesse le attività agricole, si espletano le attività pastorali.
Nei mosaici pavimentali sono presenti più tecniche, tra cui quella della tarsia
marmorea, in cui specialisti erano gli artisti comacini; compaiono rappresentazioni
della genesi ad Otranto o semplici rappresentazioni di vita come i Giocatori di
Scacchi, a Piacenza.
I mosaici pavimentali talvolta hanno una funzione didattica. I più antichi con
funzione laica si possono ammirare nella Villa del Casale, che trattano scene
mitologiche e di caccia.
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