La storia, la tecnica, la conoscenza -...

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Tra mondo antico e medioevo

La storia, la tecnica, la conoscenza

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Una storia per temi

Per sviluppare un racconto che, compatibilmente con gli spazi e i tempi a disposizione, percorra i tre millenni più recenti nella storia dell’umanità, si è dovuto operare una scelta, che necessariamente ha portato a trascurare anche importanti capitoli della storia delle tecniche.

I temi che si sono scelti, e che in generale fanno esplicito riferimento a delle “cose”, devono essere assunti come paradigmatici: essi servono innanzitutto a fornire i criteri e le metodiche con cui si potranno affrontare anche gli altri argomenti.

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Storia della tecnologia La storia, la tecnica, la conoscenza: tra mondo antico e medioevo

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Tra mondo antico e medioevo

Il forno

L’arco e la volta

L’aratro

L’acquedotto

Il mulino

In guerra

In pace

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Il forno

Tra mondo antico e medioevo

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Una macchina per cuocere

La terra cotta fu uno dei primi manufatti di una tecnologia sorta nel II millennio avanti Cristo.

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La fornace

Le fornaci romane, come questa rinvenuta nei pressi di Piazza Armerina in Sicilia, erano vere e proprie stanze in cui si introducevano grandi quantità di vasi, tegole e condotti da cuocere.

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Le terre cotte

Dall’età del bronzo la produzione di manufatti fittili ebbe una espansione senza precedenti.

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I vetri

I vetri richiedono l’impiego di appositi forni a riverbero che furono sperimentati per la prima volta dai Fenici e poi si diffusero in tutta l’area del Mediterraneo.

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I bronzi

I primi “bronzi” in realtà erano leghe metalliche ricavate dalla riduzione e dalla fusione di materiali rinvenuti allo stato nativo.

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L’arco e la volta

Tra mondo antico e medioevo

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Cortine murarie, porte e architravi

Micene, La porta dei leoni

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Archi e volte/1

Roma, Foro romano, Basilica di Massenzio

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Archi e volte/2

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Archi e volte/3

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I ponti/1

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I ponti/2

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I ponti/3

Città lungo il fiume, (Simeoni, Figure dalla Bibbia, Lione, 1564)

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L’aratro

Tra mondo antico e medioevo

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L’aratro a chiodo

chiodo

timone

ARATRO A CHIODO

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La centuriazione romana/1

Centuriazione romana a Cesena

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La centuriazione romana/2

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La centuriazione romana/3

Castenaso

Canavese (TO)

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La groma

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L’aratro a coltro/1

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L’aratro a coltro/2

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L’aratro a coltro/3

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L’acquedotto

Tra mondo antico e medioevo

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L’approvvigionamento idrico/1

Chi va alla ricerca dell’acqua deve rivolgere la propria attenzione ai diversi tipi di terreno, poiché è in determinati terreni che essa nasce. Nell’argilla la quantità è esigua, sottile e poco profonda. Il suo sapore non sarà particolarmente buono. Nella sabbia di grana rossa sarà ugualmente esigua, ma si troverà ad una maggiore profondità. Sarà limacciosa e di sapore sgradevole.

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L’approvvigionamento idrico/2

Nella terra nera, invece, si trovano umori e gocce sottili che si raccolgono in seguito alle tempeste invernali e si depositano nelle zone compatte e consistenti. Questi hanno un sapore ottimo. Nella ghiaia poi si trovano vene d’acqua modeste e irregolari. Anch’esse hanno un gusto veramente squisito.

(Marco Vitruvio Pollione, De Architectura, VIII, 27)

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La distribuzione dell’acqua/1

Il Pont du Gard, nei pressi di Nimes in Francia

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La distribuzione dell’acqua /2

Il Pondel, ponte-canale romano nei pressi di Aymavillein Valle d’Aosta: probabilmente serviva ad alimentare gli impianti delle miniere di ferro della valle di Cogne.

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La distribuzione dell’acqua /3

Gli acquedotti nella campagna romana, secondo Cassio

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Regole per l’idraulica

Sesto Giulio Frontino, governatore in Britannia, scrive un De re militari, perduto, e gli Stratagemata. Nel 97 d.C. ritornato a Roma è nominato curator aquarum da Nerva: a questa sua esperienza è legata la redazione del De aquaeductu urbis Romae.

Elenca la serie dei moduli, “che sono venticinque, sebbene se ne usino solamente quindici” con i quali si controllano le portate nelle reti di distribuzione urbana dell’acqua: una anticipazione della normativa moderna.

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Il mulino

Tra mondo antico e medioevo

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Macine/1

La prima struttura del mulino da cereali fu quella a doppio cono cha ancora si può vedere negli scavi di Pompei.

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Macine/2

L’impiego di rocce vulcaniche, ricche di porosità fu particolarmente adatto per la macinazione dei cereali i cui chicchi devono essere frantumati e non schiacciati.

L’imbuto superiore serviva da tramoggia, quello inferiore si adagiava su un cono di supporto.

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Macine/3

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Palmenti/1

Con l’impiego delle ruote idrauliche e di quelle eoliche la struttura delle macine palmenti mutò: la forma a doppio imbuto fu abbandonata per quella cilindrica con le facce adiacenti solcate da rigature.

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Palmenti/2

Il grano è introdotto nella tramoggia

La farina è raccolta nell’arreschio

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Palmenti/3

La macina superiore, o giratoria (A) è mossa dall’albero, per mezzo di una chiave trasversale, mentre la macina inferiore, o dormiente (B) è ferma.

A

B

C

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Palmenti/4

Attraverso l’occhio centrale della macina A il grano arriva al meato tra le due pietre dove è macinato progressivamente, muovendosi dal centro alla periferia, dove una specie di botte (arreschio) raccoglie la farina.

A

B

C

La leva C regola l’altezza della mola superiore e di conseguenza anche la finezza della farina.

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Energia animale

Mulino mosso dalla forza di due cavalli, secondo Mariano di Jacopo, detto il

Taccola (sec. XV)

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Energia idraulica

Mulino idraulico con ruota alimentata

dall’alto, secondo Francesco di Giorgio

(sec. XV)

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Ruote dentate di legno

Ricostruzione del mulino idraulico con ruota

alimentata dall’alto, secondo Francesco di

Giorgio (sec. XV)

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Energia eolica

Mulino con ruota eolica e torretta mobile, secondo

Francesco di Giorgio (sec. XV)

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Mulini galleggianti

Mulino idraulico

galleggiante, con ruota ad

asse verticale, secondo

Francesco di Giorgio

(sec. XV)

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Energie “alternative”

Diverse soluzioni furono proposte per muovere le macine in alternativa all’acqua: energia di contrappesi o energia animale…

G.A.Boeckler, 1662

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Palette ricurve

Soprattutto in montagna e per la loro semplicità costruttiva che non richiedeva l’impiego di alcuna ruota dentata, i mulini ad asse verticalee con ruote a palette ricurve (antenate delle più recenti turbine) si diffusero ampiamente a partire dal Medioevo.

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L’utilità del volano

Nei mulini mossi a mano da un manovellismo è necessaria la presenza di un volano per regolarizzare il moto e superare i punti morti.

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Le opere di presa/1

Un mulino, a meno che non sia galleggiante, ha bisogno di essere alimentato dall’acqua di un canale, opportunamente regolata nella sua portata e velocità.

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Le opere di presa/2

Opera di presa e diga di tracimazione

Canale di derivazione

Flusso dell’acqua

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In guerra

Tra mondo antico e medioevo

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Il trabocco/1

La più grande macchina ossidionale del Medioevo fu il trabocco: con essa si riuscivano a scagliare masse di alcune centinaia di chilogrammi a distanze superiori a 200-300 metri. Il tiro del proietto era parabolico e per tale ragione le mura difensive si innalzarono, permettendo così agli assediati, da posizioni più elevate, di raggiungere più facilmente gli assedianti.

Trabocco, briccola, bricole, trebuchet, chatte,…

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Il trabocco/2

bricole 1360, Delboulle, Notes lexicographiquesinédites, (Manuscript déposé à la Sorbonne), (-gole), “machine de guerre”; 1680, P.Richelet, Dictionnaire françois contenant lesmots et les choses, Genève 1680-1759, “courroie de machine”; Richer, “ricochet”; XVI° s., Monluc, fig. “bagatelles”; XVII° s., “tromperie”; de l'ital. briccola , d'origine obscure. | bricoler 1480, Datations etdocuments lexicographiques, sous la direction de B.Quemada, Paris 1959-, “ricocher, alleren zigzag”, (jusq'au XVII° s.);

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Il trabocco/3

1854, Privat d’Anglemont, “travailler”. | bricolagefin XIX° s. | bricoleur 1778, de La Conterie, “qui va ça et là”. | bricolier 1751, Encyclopédie ouDictionnaire raisonné des sciences, des arts etdes métiers (1751-1771), de bricole, courroie.

(Albert Dauzat et al., Nouveau dictionnaireéthymologique et historique, (Larousse), Paris 1971).

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Il trabocco/4

briccola1 s.f. Nome dato talvolta alla macchina da guerra detta mangano. [Dim. di bricco “montone”, con applicazione semantica militare come in ariete].

briccola2 s.f. Palo o gruppo di pali che si pianta nella laguna veneta come segnale per la navigazione. [dal veneziano bricola, incr. con bricca 'ronchione, macigno scheggiato'].

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Il trabocco/5

bricolage s.m., fr. In generale piccoli lavori eseguiti in casa per hobby o divertimento. [Der. di bricoler “passare da un’occupazione all’altra, eseguire piccoli lavori”, da bricole “lavoro fatto a intervalli” (in origine “catapulta”)]. bricoleur Chi si dedica al bricolage.

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Il trabocco, nella sua funzione si comportava come una gigantesca fionda, spinta dall’energia accumulata nel contrappeso.

Il trabocco/6

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Il trabocco/7

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Il trabocco/8

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Il trabocco/9

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In pace

Tra mondo antico e medioevo

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Il monastero/1

Fonte Avellana, sull’Appennino

Umbro-Marchigiano

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Il monastero/2

Un monastero camaldolese

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Il monastero/3

Lo scriptorium

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Il monastero/4

Royaumont, a nord di Parigi

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Il monastero/5

Monastero di Maulbronn

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Il monastero/6

La pianta del monastero di San Gallo in Svizzera rappresenta la mappa ideale del sistema sociale, culturale, produttivo ed economico che si sviluppa in queste comunità.

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Il monastero/7

LEGENDA

Medicina e farmacia: orto dei semplici

Istruzione e formazione: scuola e noviziato

Accoglienza pellegrini: foresteria

Chiesa e dipendenze

Attività agricola e di allevamento

Impianti tecnologici: mulini, frantoi, forni e laboratori

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I semplici/1

Nata da tradizioni antiche la produzione di farmaci si sviluppò nei monasteri dove negli “orti dei semplici” (simplices = erbe medicinali) si incominciò sistematicamente a produrre una varietà di sostanze e a scrivere numerosi ricettari e trattati, da cui nascerà la moderna farmacologia.

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I semplici/2

L’impiego di forni e alambicchi è il segno di come questa disciplina facesse tesoro delle tecniche più aggiornate.

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