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“L’essenza del tempo”

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Questo volume è stato pubblicato in occasione della mostra this vaolume is published in conjunction with the exhibition

Chiostro e sala dell’abbazia di san Pietro aPostolo, via s.Pietro n°7 modena, italy dal 1 al 22 maggio | may 2014

Foto/PhotoCarlo Coppelli

allestimento/CompletionCarlo Coppelli, Carmelo marchi

Impaginazione e grafica catalogo/Catalogue layout stefano mariani

disegni/drawingstefania lai

stampato da/Printed by Nuovagrafica, Carpi (Modena)

ringraziamenti/acknowledgmentsAntonio Venturelli “La Riserva” di Dinazzano (RE), Carmelo Marchi

© 2014 Carlo Coppelli

nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. all rights reserved under international copyright conventions. no part of this book may be reproduced or utilized in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopying, recording, or any information storage and retrieval system, without permission in writing from the publisher.

L’essenza del tempolenzuoli dormienti e dipinti fra le antiche memorie di pietra

Mostra / Installazione di Carlo Coppelli

L’essenza del tempolenzuoli dormienti e dipinti fra le antiche memorie di pietra

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Carlo Coppelli1-22 Maggio 2014

Chiostro e sala dell’Abbazia di S.Pietro Apostolo - Modena

Sull’essenza del fare arte: l’ orizzonte di un possibile senso

L’arte non può essere solo un’espressione individuale, altrimenti non vi sarebbe linguaggio e l’arte non può essere solo un semplice insieme di segni e signi-ficati collettivi, l’ emanazione di un’ estetica condivisa, perché non esiste comunità senza individui.L’arte cura e lenisce i dolori, libera, consola, afferma, ma a volte pure mistifica, illude, manipola. Per questo da sempre l’arte può essere cura di sé e dell’altro, così come vi sono artisti enfatizzati a tavolino dai critici e un mondo dell’arte mera emanazione del mercato.Sotto quest’aspetto, la società in cui viviamo ha accentuato ancor di più la frattura dell’arte, da un lato come necessità individuale, dall’altro invece arte come bisogno collettivo ed arte come merce di scambio, valore monetario.A secondo delle opportunità culturali, storiche, economiche si ritiene, del tutto arbitrariamente di assegnare la capacità creativa più ad un soggetto che invece ad una rete di relazioni, di rapporti umani.Chi governa i meccanismi di attribuzione dei vari significati al fare artistico?Potrebbe esistere una consapevolezza diffusa delle questioni tale da rendere più responsabili questi meccanismi collettivi?Questa esperienza al di là del valore intrinseco, (come sempre, discutibile…e ben venga la discussione!) vuole porre in evidenza questa dualità fra arte intesa come traduzione iconologica di un valore accettato (e talvolta imposto), così come da tradizione precedente alla rivoluzione industriale ed emanazione di una poetica individuale.In realtà la situazione problematica non è così ben definita: infatti, è possibile constatare che la modalità “sociale” di arte commissionata connotava e solo relativamente limitava la capacità espressiva dell’artista, mentre quella contemporanea certamente risente dei connotati sociali di appartenenza.Una possibile via d’uscita probabilmente sta nel confronto fra elementi così diversi, nella dialettica (anche stridente) fra il luogo storico che contiene e una variopinta storia individuale. In questo caso “Mettere in relazione”, quindi, vuole dire, letteralmente, mettere in scena l’inevitabilità dello scivolamento tra questi poli del fare arte.

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La mostra proposta: L’essenza del tempo

Gli elaborati qui esposti sono la sintesi di una fase più recente del mio lavoro, entro la quale ho cercato un recupero della dimensione spaziale e di una certa forma di “pittura automatica”.Il materiale di supporto sono semplici lenzuoli di cotone o canapa di diversa provenienza, dalla mia abitazione, o regalate da amici o recuperate in mercati e pesche di beneficenza; a volte fresche di lavatrice, a volte lasciate sporche o comunque “usate” e ognuna con tenitrice di una propria storia.Il colore è tempera acrilica murale, dai costi contenuti e facilmente reperibile. Il “gioco” pittorico consiste in una sovrapposizione di strati di pennellate nel supporto bagnato.Altre volte partono da tracce precedenti che vengono poi completate, rielaborate o coperte parzialmente.Come si può vedere, si tratta pur sempre di presenze lasciate da altri, il più delle volte implicite, in quanto tracce non percepibili nel bianco dei lenzuoli: sedimentazioni di vite e memorie precedenti, spazi dove altre persone hanno dormito, riposato, letto, fatto l’amore, contenitori di corpi dormienti e di sogni… A volte, invece si tratta di tracce esplicite, pittoriche o grafiche, lasciate intenzionalmente da altri, in un recupero della dimensione legata alla suggestione della memoria e dell’immaginazione.Il senso della proposta nelle sale del complesso abbaziale di San Pietro a Modena, appartiene soprattutto alla logica del dialogo fra due spazi segnati dalla memoria, quella individuale del pittore e quella storica dell’abbazia: fra lo spazio della tela e lo spazio definito dalle mura della struttura architettonica; fra il monocromo austero delle mura e delle volte a il variopinto del tessuto. Ciò attraverso il dialogo fra l’antico e il contemporaneo. In questo senso gli spazi del chiostro dell’Abbazia di S. Pietro sottolineano la loro vocazione di luogo di contempla-zione e raccoglimento e contenitore di immagini e immaginazione, nel confronto fra sacro ed espressione artistica.In questo processo la pittura aiuta a definire l’indefinito e l’intuitivo, per la sua capacità di rievocare ancor più che descrivere e per la sua essenza di contenitore. Conseguente, quindi, l’idea di chiamare la mostra (e relativo laboratorio annesso) “L’essenza del tempo”. E in questo contenitore aperto sarebbe gratificante che il visitatore potesse dialogare con le immagini attraverso le proprie intuizioni e rievocazioni, in quel sottile gioco di specchi naturale nella relazione tra chi osserva e l’opera osservata.

I laboratori espressivi a margine della mostraIl 3 e il 17 maggio, rispettivamente presso il chiostro e la Spezieria del complesso abbaziale di S. Pietro, si svolgeranno due laboratori espressivi con tecniche di arte terapia, condotti da Luigi Curcio e Carlo Coppelli, basati sulle opere esposte e sulla sinestesia fra colori ed odori, utilizzando tecniche grafico- pittoriche e la suggestione di essenze anche presenti nel luogo, nell’orto officinale interno. Si specifica che laboratori analoghi sono stati già effettuati in altri contesti ed occasioni, ad esempio durante il festival della filosofia del 2005 ( “il profumo della pittura” presso il palazzo Ducale di Sassuolo) e a S. Benedetto Po.

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Carlo CoppelliPresentazione individuale

Attività professionale nell’ambito dell’arteVivo a Modena dove insegno “Discipline Plastiche” all’ Istituto Superiore d’Arte ed esercito anche la professione di arte terapeuta. Attività precedente all’insegnamento, assistente sociale, (dal 1980 al 1983), con specializzazione in Assistente Sociale Psichiatrico. Mi occupo dalla metà degli anni ’70 di arte come forma di linguaggio e necessità primaria avendo elaborato la mia tesi sull’analisi dei disegni di schizofrenici dell’Ospedale Psichiatrico di Imola. Questa ricerca è stata poi approfondita in un periodo, dall’83 all’86, in cui ho lavorato in un atelier pittorico dell’ ex O.P. di Trieste. Negli ultimi 20 anni ho maturato varie esperienze in attività espressive laboratoriali indirizzate a varie fasce di utenza e di età. Attualmente mi occupo di aggiornamento per insegnanti, formazione e organizzazione di rassegne, seminari e convegni, didattica museale, conduzione di gruppi soprattutto nell’ambito clinico, carcerario educativo e nella prevenzione del disagio giovanile. Per 6 anni, dal 2005 al 2010, sono stato docente a contratto dell’ Università agli Studi di Modena- Reggio Emilia. Da 4 anni sono arte terapeuta formatore presso la Scuola di arte terapia della Cittadella di Assisi.

L’Arte TerapiaUn famoso pittore americano, Edward Hopper affermava di non dipingere quello che vedeva, ma quello che provava. L’arte, da sempre, è stata un modo per “rappresentare”: rappresentare la realtà del mondo, certamente, ma pure dare forma alla realtà del nostro piccolo/grande mondo così come viene percepito al nostro interno oppure dagli altri. Con questa premessa è possibile maturare l’esperienza di un laboratorio espressivo, basato sulle tecniche dell’arte terapia, in grado di coinvolgere un gruppo eterogeneo di ”non addetti ai lavori”. L’arte terapia è un modo concreto e colorato di attivare risorse che tutti noi abbiamo; è la capacità di elaborare il proprio vissuto e di trasmetterlo creativamente agli altri attraverso un’esperienza visiva comune. Lo stile del seminario è interattivo e consente la partecipazione di ognuno secondo i ritmi e al livello che più gli sono congeniali. Non ha finalità psicoterapeutiche e non è richiesta un’abilità artistica ma è indirizzato allo sviluppo del potenziale creativo del singolo e del gruppo.

Arte come comunicazioneDa sempre ho considerato l’espressività artistica un efficace mezzo di comunicazione visiva, intendendo con ciò le possibilità di dialogare, metaforicamente o concretamente, attraverso le immagini. Questo, anche soprattutto, allorquando la parola risulta insufficiente o inefficace nella relazione fra le persone e fra le persone e le loro emozioni.Per me il termine “ARTE” non allude a niente di trascendente ed enfatico o esclusivo patrimonio di pochi eletti, ma la possibilità concreta di tutti noi di accedere ad un potenziale inespresso, un “tesoro nascosto” seppellito sotto la nostra inconsapevolezza. Inoltre va considerata l’importanza del mezzo visivo per creare identità, coesione, empatia, e possibilità di riconoscersi fra simili. è questo perciò, che mi ha portato verso una formazione personale entro la quale ritrovare ed integrare sia aspetti percettivi, formali, estetici, che didattici e dinamici.

Ricerca artistica individualeParallelamente all’arte come professione, è continuata la mia ricerca artistica personale. Negli ultimi anni è emersa la necessità di mettersi maggiormente in gioco sotto questo punto di vista, continuando a scrivere, dipingere, scolpire ma anche entrando nell’idea di esporre quanto prodotto. Il progetto che sto cercando di portare avanti in questi ultimi anni è l’organizzazione di una serie di mostre senza alcuno scopo commerciale ma di natura culturale, obbedendo a due diverse e complementari esigenze:-per cercare un confronto con l’osservatore, individuo per lo più sconosciuto in grado perciò di rispecchiarsi o meno con l’immagine esposta;-per cercare un dialogo fra l’immagine esposta e i diversi ambienti espositivi, cercando, con questa premessa, di evitare i luoghi “neutri”, normalmente deputati all’esposizione di opere come le consuete gallerie d’arte. Obbediscono a questa logica le esposizioni riportate in coda a questa presentazione.

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Mostre ed eventi su arte ed arte terapia

Prima mostra collettiva:” Arteterapeuti in arte” presso la Sala degli Almadiani di Viterbo, dal 21 al 31 dicembre 2002, organizzata dall’Associazione ”Camminando insieme” e dal Comune di Viterbo.

Seconda mostra collettiva:” Arteterapeuti in art 2” presso la Sala degli Almadiani di Viterbo, dal 9 al 16 novembre 2003, con laboratorio di arte terapia aperto al pubblico (n.3 ore) organizzata dall’Associazione ”Camminando insieme” e dal Comune di Viterbo.

Terza mostra collettiva: ”Arteterapeuti in arte 3” presso la Sala degli Almadiani di Viterbo, dal 14 al 29 luglio 2004, organizzata dall’Associazione”Camminando insieme” e dal Comune di Viterbo.

Organizzazione e coordinamento espositivo della mostra “Usa l’arte per non essere in disparte”, dal 3 al 14 ottobre 2005, presso il centro “MEMO” del Comune di Modena; organizzata dall’Università degli studi di Modena- Reggio E.

Mostra personale ed evento spettacolo “Il mondo in una stanza- tele e vele lungo rotte inesplorate tra letteratura, poesia e pittura”, nell’ambito della rassegna ”i pittori hanno incontrato la scrittura”; evento :20 maggio e mostra: dal 20 maggio al 5 giugno 2007; presso la libreria TUMA’ S di Roma.

Organizzazione e partecipazione personale alla mostra: “Lo sguardo della comunità e le mani del gruppo-4 artisti tra cura, identità e individualità dell’arte” aperta dal 16 febbraio al 2 marzo 2008 presso la “Sala dei cervi” del Castello dei Pio di Carpi (MO).

Allestimento e cura della mostra:”Farfalle di pietra”, oppressione e leggerezza nelle immagini dei ricoverati dell’O.P. S. Lazzaro di Reggio E. presso il Castello dei Pio di Carpi, dal 1 al 20 giugno 2009; nell’ambito del 6° convegno nazionale sulle arti terapie.

Organizzazione e ideazione delle iniziative legate alla giornata europea dei musei del 18 febbraio 2013, in collaborazione con la Fondazione Campo Fossoli e il Comune di Carpi comprendente: a) la mostra personale di poesie visive “Le ore lunghe” (dal 18- 05 al 5- 06- 2013) presso la ex sinagoga di Carpi; b) il laboratorio di arte terapia “Nero è l’albero dei ricordi, azzurra l’aria” ( il 18- 05- 2013 dalle 21 alle 23,30), presso il museo al deportato di Carpi.

Carlo Coppelli

1957

Al lenzuolo che mi ha generatolontanodal vivido chiaroredell’Alba Nunzialealla nebbia, alle brumepadanecoperta silente della selvaombrosa della mia infanzia

Alla voce sommessadei miei smarrimentitra le isole sommersedella mia apparente giovinezzaAll’imperturbabile presenteA colui che raccoglie e contieneGherigli di memoriaGhermisce rantola e rigettachiedoun sillabato silenzioun opaca oscura trasparenzaRintocchi ritmatidei miei stridulicinquantasette cuori metalliciSabbia sulle mie scarpeE sabbia sulle mie parole.

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IL LENZUOLO

Il lenzuolo che con molta cura hai dispiegatoOdora di tiglio e nasconde un fiore di sambucoL’hai steso sul letto verticale del cielo notturnoE così disposto sembra una tenda dietro la portaSocchiusa dalle tante carezze di un sogno risolto Nel muro dipinto una palla di ghiaccio e una lunaVigilano un sonno agitato dal presagio del giornoE osservano le impronte dei tuoi passi sulla strada

Il mio desiderarti è controventoMa basta poco, un poco di caloreChe il fiore maturi in bacca scuraE questa intinga il bianco tessuto In macchie di passione vermigliaIn quella piccola camera nei muriOndeggiano i papaveri nei campi Come il grano prima del raccolto

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INDICE

sull’essenza del fare arte: l’ orizzonte di un possibile senso p. 4la mostra proposta: l’essenza del tempo p.5carlo coppelli presentazione individuale p.7tarassaco p.8cambiamento p.9-10variazioni (l’arte della fuga) p.11una lontana domenica al mare p.12Who is the third p.13noi tre p.14occhio alle castagne p.15armonia di sguardi mancati p.16la via dei mandala p.17meglio sole che male accompagnate p.18mandala 2 p.19mandala 3 p.20mandala 4 p.21mandala 5 p.22

obliquo ondulato p.23lampi p.24pesci p.25senza titolo p.26nero leggero p.27scorci p.28senza titolo p.29clessidra p.30senza alcun fine p.31senza titolo p.32Quadrato ondulato p.33uomo con cappello p.34silhouette p.35senza titolo p.36calendario bretone p.37mostre ed eventi su arte ed arte terapia p.391957 p.40il lenzuolo p.41

con il patrocinio

Comune di Modena

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