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A PAGINA 7
AL SEMINARIOIL CONVEGNOCATECHISTICO
Catania - anno XXXI - n. 35 - 4 ottobre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
settimanale regionale di attualità
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
XXI
MEMORIAL
“LIVATINO,
SAETTA,
COSTA”
a pagina 12
Ibenefici della missione aposto-lica di Papa Francesco negliStati Uniti sono come tanti pic-coli semi che germoglieranno
nel tempo, gocce di rugiada che dan-no refrigerio e portano fertilità nelterreno arido dell’odierna società,che perde valori e insegue le luccio-le del benessere, spesso a scapito esulla pelle di quanti vivono ai margi-ni e sono scartati dal consesso civile.“Casa, terra e lavoro per tutti”. Èquesto l’appello e il monito che dalPalazzo di vetro dell’Onu Papa Fran-cesco ha lanciato e che risuona pertutto il mondo sollecitando i capidelle Nazioni ad abolirela schiavitù e la pena dimorte, abolire il com-mercio d’armi, favorirel’accoglienza a profu-ghi e famiglie, sostene-re la pace, dando a tutticasa e lavoro, terra elibertà orientando lapolitica al bene comunee non alle logiche del-l’economia e dellafinanza.Papa Bergoglio, il quar-to pontefice in visita,dopo Paolo VI nel1965, Giovanni Paolo
II nel 1979 e nel 1995,e Benedetto XVI nel2008, parlando all’as-semblea dell’ONU peril Settantesimo anniver-sario delle NazioniUnite, ha posto al cen-tro del suo discorso: icambiamenti climatici, la crisi ecolo-gica, la distruzione di buona partedella biodiversità, che mettono inpericolo l’esistenza stessa della spe-cie umana, lanciando un grido indifesa dell’ambiente e condannandol’esclusione economico-sociale peruno sviluppo sostenibile dei Paesi.Le nefaste conseguenze di un irre-sponsabile malgoverno dell’econo-mia mondiale, guidato unicamentedall’ambizione di guadagno e dipotere, costituiscono un appello auna severa riflessione sull’uomo,sottolinea il pontefice.Il suo monito affinché non si apra il“vaso di Pandora della guerra” e l’O-nu non deroghi “all’infaticabilericorso al negoziato” è stato benchiaro per tutti i Governanti e Capi di
Stato presenti.Parole pesanti pronunciate con gar-bo, con l’obiettivo non di fare pole-mica, ma per sollecitare a una realecollaborazione. Papa Bergoglio èarrivato a chiedere, di fatto, anche
una riforma dell’Onu. “L’esperienza
di questi 70 anni, al di là di tutto
quanto è stato conseguito, dimostra
che la riforma e l’adattamento ai
tempi sono sempre necessari, pro-
gredendo verso l’obiettivo finale di
concedere a tutti i Paesi, senza ecce-
zione, una partecipazione e un’inci-
denza reale ed equa nelle decisioni”.Secondo il Papa, “la necessità di unamaggiore equità vale in specialmodo per gli organi con effettivacapacità esecutiva, quali il Consiglio
di Sicurezza, gli Organismi finanzia-ri e i gruppi o meccanismi specifica-mente creati per affrontare le crisieconomiche. Questi organismi aiute-ranno a limitare qualsiasi sorta diabuso o usura specialmente nei con-
fronti dei Paesi in via di sviluppo”.Il Papa ha inoltre denunciato formedi corruzione, “penetrate nei diversilivelli della vita sociale, politica,militare, artistica e religiosa, gene-rando, in molti casi, una strutturaparallela che mette in pericolo la cre-dibilità delle nostre istituzioni”.“Alzo la mia voce” - ha sottolineato- per “soluzioni urgenti ed efficaci.
L’adozione dell’Agenda 2030 per lo
sviluppo sostenibile durante il verti-
ce mondiale è un importante segno
di speranza. Confido anche che la
Conferenza di Parigi sul cambia-
mento climatico raggiunga accordi
fondamentali ed effettivi”.
Visitando poi il Ground Zero Memo-rial, in raccoglimento con altri 12leader religiosi, ha pregato per le
2.974 vittime dell’11 settembre: unluogo che da simbolo di morte - hadetto - è capace di “trasformarsi
anche in un luogo di vita, di vite sal-
vate, un canto che ci porta ad affer-
mare che la vita è sempre destinata a
trionfare sui profeti
della distruzione,
sulla morte, che il
bene avrà sempre la
meglio sul male, che
la riconciliazione e
l’unità vinceranno
sull’odio e sulla divi-
sione”.Partecipando poiall’VIII Incontromondiale di Phila-delphia, Papa Fran-cesco ha ricordatoche le famiglie delmondo sono: “fab-
briche di speranza,
vita e resurrezione”.“L’amore è la nostra
missione: la famiglia
è pienamente viva”
tema dell’incontro
mondiale ha focaliz-
zato l’attenzione di
tutti e Papa
Francesco ha aggiunto che “Lafamiglia ha una tessera di cittadinan-za divina. Questa è la festa dellafamiglia oggi”, esclama il Papa, “e lafamiglia ha una tessera di cittadinan-za divina: gliel’ha data Dio finchénel suo seno crescesse sempre di piùla verità, l’amore e la bellezza”.L’invito di Papa Francesco a tutte lefamiglie del mondo ad avere “cura
speciale” per i bambini che “sono il
futuro, la forza che porta avanti” eper gli anziani che sono “la memo-ria”, “coloro che trasmettono la
fede” resta un monito ripetuto e rin-forzato che il Vescovo di Roma dif-fonde quale messaggero di pace,benessere e prosperità.
Giuseppe Adernò
Pace, Casa, Terrae Lavoro per tutti
I frutti del viaggio apostolico di Papa Francesco negli Stati Uniti CELEBRAZIONI
PER IL BEATO
CARD. DUSMET
a pagina 6
SCUOLA di
FORMAZIONE
POLITICA
(2015/16)
a pagina 9
L’indipendenza della Catalognaora è legittima, ha esultato il pre-
sidente catalano uscente Artur Mas, dopoaver trasformato il voto nella regione spagno-la in un vero e proprio plebiscito. Il frontesecessionista (Junts pel Sì + Cup - Candi-datura d’Unitat Popular) ha ottenuto una net-ta maggioranza di seggi, 72 su 135 (maggio-
(segue a pagina 2)
Filippo Cannizzo
Catalogna, vincono gli indipendentisti ma non raggiungono il 50%
Venti di secessione
New York: Papa Francesco pregaal Memorial di Ground Zero.Foto L’Osservatore Romano(www.photo.va) / SIR
Nell’omelia della messesolenne di canonizza-
zione del missionario francescanoPadre Junipero Serra nel SantuarioNazionale dell’Immacolata Conce-zione, a Washington, -Papa France-sco ha detto che il nuo-vo Santo “ha saputovivere quello che è ‘laChiesa in uscita’, que-sta Chiesa che sa usci-re e andare per le stra-de, per condividere latenerezza riconciliatri-ce di Dio”. Egli “hasaputo lasciare la suaterra, le sue usanze, haavuto il coraggio diaprire vie, ha saputoandare incontro a tantiimparando a rispettarele loro usanze e le lorocaratteristiche”. “Haimparato a generare ead accompagnare lavita di Dio nei volti dicoloro che incontravarendendoli suoi fratelli,cercando di difenderela dignità della comu-nità nativa, proteggendola da quantine avevano abusato. Abusi che oggicontinuano a procurarci dispiacere,specialmente per il dolore che pro-vocano nella vita di tante persone”.La linea pastorale e politica (ricercadel bene comune) di Papa Bergogliosi consolida con i sempre più marca-ti tratti di rinforzo ed ogni occasio-ne, ogni viaggio apostolico è un tas-sello significativo per la costruzionedi un progetto di “Chiesa nuova”.Junipero Serra, professore di teolo-gia, scelse di andare tra gli indigeni,li difese, li educò, li amò.“Avanti. Sempre avanti” era il mottoche guidava la sua vita di missiona-rio e apostolo del Vangelo.Fu beatificato da Giovanni Paolo IIil 25 settembre 1988 e Papa France-sco ha deciso di elevarlo agli onoridegli altari, con una canonizzazioneequipollente, in una funzione parte-cipata da numerosi fedeli.Le calde parole esortative e sempli-ci di Papa Francesco raggiungono lemasse, diffondono un positivobenessere, invitano alla gioia, allasperanza, danno conforto e sonocolme di tenerezza: evitare “L’ane-stetizzazione del cuore”, “non adat-tarsi a palliativi che cercano sempli-cemente di assecondare un deside-rio” e poi ancora la declinazione deiverbi aprire, accogliere, andare per:Annunciare senza paura, senza pre-giudizi, senza superiorità, senzapurismi a tutti quelli che hanno per-
so la gioia di vivere; Annunciare
l’abbraccio misericordioso del
Padre”; “Andare da quelli che vivo-
no con il peso del dolore, del falli-
mento, del sentire una vita spezzata;
Annunciare la follia di un Padre che
cerca di ungerli con l’olio della spe-
ranza, della salvezza... Annunciare
che gli sbagli, le illusioni inganne-
voli, le incomprensioni, non hanno
l’ultima parola nella vita di una
persona; Andare con l’olio che leni-
sce le ferite e ristora il cuore”.Secondo Papa Francesco, la missio-
ne “non nasce mai da un progettoperfettamente elaborato o da unmanuale molto ben strutturato e pro-grammato; la missione nasce sem-pre da una vita che si è sentita cer-cata e guarita, trovata e perdonata;nasce dal fare esperienza una e piùvolte dell’unzione misericordiosa di
Dio”. E “la vita – ha concluso ilPapa - si accresce donandola e s’in-debolisce nell’isolamento e nellacomodità”.L’esemplarità del nuovo Santoabbraccia e si lascia abbracciare da
tutti i continenti. Fondatore dinumerose missioni da cui si svilup-parono le principali città california-ne che portano il nome di San Die-go, San Francisco, Los Angeles,Junipero Serra è raffigurato nellasala del Campidoglio di Washing-ton, dove la statua di una personali-tà illustre rappresenta ogni Statodell’Unione, il volto della Californiaè di Junípero.Tra i suoi numerosi messaggi si leg-ge l’elogio del silenzio.Il silenzio è l’arma migliore dello
spirito dopo la preghiera, perché se
abbassiamo la nostra voce, udiamo
quella di Dio. Silenzio con il cuore e
con il corpo, in attesa dell’amore da
ricevere e da dare al Signore, per
trovarci nella pace profonda, piena-
mente disponibili al nostro Signore
Iddio. Egli avvolge la nostra anima,
ci invade del suo Amore, diventiamo
sua proprietà e come sua
proprietà veniamo da Lui
difesi. E nel silenzio, prima
di ogni nostra azione, rac-
cogliamoci in noi stessi per
vedere se quello che stiamo
per fare è accetto al nostro
Creatore. La nostra anima
deve divenire indifferente a
tutto, tranne che al Buon
Dio.
In Italia si è diffuso il Ser-
ra club International chepromuove e sostiene iseminaristi, le vocazionireligiose e i seminari, e dif-fonde il nome, la storia e ilmessaggio del missionariofrancescano d’America.Ogni anno il Serra clubbandisce un concorso pergli studenti e la XII edizio-ne per l’anno scolastico2015-2016 ha come titolo
per la scuola secondaria di II grado:“Dare un pezzo di pane è più chefare un discorso” (S. Weil). Faccia-mo nostro questo invito e proviamoa modificare l’asse di rotazione del-la nostra realtà umana e morale, col-locando l’altro al posto dell’io, ildiverso al posto del simile.Per la scuola secondaria di I grado eper la scuola primaria: È più bellodare che ricevere, perdonare cheessere perdonato. Esprimi il tuopensiero riportando un’esperienzapersonale che possa servire d’esem-pio agli altri.
Il condottiero
Prospettive - 4 ottobre 20152
PRIMO PIANONapoli: Cerimoniadi inaugurazionedell’anno scolastico________3
Primo Cammino RegionaleSicilia a Messina __________3
Concorso Internazionaledi Poesia A. Corsaro _______4
della Cappela Musicaledel Duomo_______________4
La Vergine Marianell’epistolariodi Ignazio di Antiochia _____5
La bellezza disarmatadi don Julian Carrón _______5
INFORMADIOCESINotizie in breve___________6
DIOCESIEsaltazione di Mardocheoa San Nicola L’Arena ______8
Scuola Superiorea Librino e democraziapartecipativa _____________9
Volume di Don FernandoBellelli su Antonio Rosmini ___11
sommario al n. 35
Direzione amministrazione
e redazione:
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Redazione e amministrazione:
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Settimanale associato alla F.I.S.C.(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)
Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 30 settembre 2015
I desideri anestetizzano il cuore
ranza 68) ma arrivando, tuttavia,solo al 47,8% dei voti, che nongarantisce una maggioranza assolutaper una piena legittimità politica. Lalista di Mas, ‘Junts Pel Si’ ha otte-nuto 62 seggi su 135 e dovrà trattarecon quella dei secessionisti di sini-stra della ‘Cup’ che ha conquistato10 deputati. Una trattativa che dovràconcludersi in tempi brevi entro iprimi giorni di novembre, quando èprevista l’elezione del nuovo presi-dente catalano. Superato l’ostacolodella nuova presidenza, il prossimoobiettivo è quello di ottenere l’indi-pendenza entro il 2017 nonostante siprospetti un muro contro muro conil governo centrale che già nei mesiscorsi aveva annunciato una durissi-ma opposizione nel caso avesserotrionfato gli indipendetisti. Una vit-toria sancita da 5,5 milioni di eletto-ri catalani che si sono recati alleurne per una consultazione storica,la più importante e decisiva dalla
fine del franchismo, cosi come reci-tano i maggiori organi di informa-zione di Madrid e Barcellona. Il tut-to sancito da una affluenza recordche ha toccato il 77%, cifra mai otte-nuta in precedenza, 9 punti sopraquella delle elezioni del 2012. Unavittoria che ha annullato la strategiadel Pp del premier popolare spagno-lo Mariano Rajoy, colpevole di avercercato prima delle elezioni solo loscontro senza alcuna volontà dimediazione. Il Partito Popolare inCatalogna invece ha ottenuto solo11 seggi (-8) con l’8,45% dei voti,superato dai socialisti del Psc(12,8% e 16 seggi) e dalla lista diPodemos (8,9% e 11). Anche perquesti ultimi la consultazione si ètramutata in una netta sconfitta. Darilevare come invece il partito mode-rato anti-sistema e anti-secessioneCiudadanos di Albert Rivera, chemira a bypassare il Pp di Rajoy nel-le imminenti politiche spagnole didicembre, ha registrato un sostanzia-le successo arrivando secondo con25 seggi e il 18% dei voti. All’indo-mani dei risultati, però, il premierspagnolo Mariano Rajoy ha affer-mato di essere “disposto ad ascolta-re ed a parlare” con il presidentesecessionista Artur Mas, ma solo“dentro la legge”, escludendo di dis-cutere “dell’unità della Spagna edella sovranità nazionale. I sosteni-tori della rottura non hanno mai avu-to l’appoggio della legge e da ierisappiamo che non hanno neppure
l’appoggio della maggioranza dellasocietà catalana – ha conclusoRajoy”.Ma adesso cosa succederà? Dopoche le forze interne troveranno unaccordo per governare il parlamentocatalano, inizierà il processo di “dis-connessione”: un gesto che il gover-no di Madrid ha annunciato di impu-gnare davanti alla magistratura ordi-naria e costituzionale.A breve, di contro, il parlamentoregionale, potrebbe richiedere unreferendum sulla secessione dopoche la Consulta aveva bocciato nel2014 la possibilità d’una consulta-zione popolare a riguardo. Entro 18mesi, infine, il leader nazionalista,intende proporre una dichiarazioned’indipendenza fiscale (con la“restituzione” di 16 miliardi d’eu-ro), l’istituzione d’un ministero delTesoro, una Banca nazionale catala-na e la nomina, seppur formale, diun ministro degli Esteri con corpodiplomatico al seguito. Altro puntoimportante riguarderà gli accordicon l’Unione Europea che verrebbe-ro rinegoziati o totalmente annullaticome stabilito da una normativaeuropea del 2004. Ma molti Paesidal Belgio alla Francia, dalla GranBretagna alla Romania, dalla Polo-nia alla Grecia, potrebbero opporsiad una adesione della Catalogna perevitare un pericoloso effetto dominointerno.
®
(continua da pag. 1)
VENTI...
Washington: canonizzazione del missionario francescano Padre Junipero Serra
Washington: Papa Francesco presiede laSanta Messa e Canonizzazione del BeatoP. Junipero Serra. Foto L’OsservatoreRomano (www.photo.va) / SIR
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Archivio ProspettiveAvviso ai lettori
25° di fondazione
La manifestazione “Tutti
a scuola” per la prima
volta non si è svolta a Roma al Qui-
rinale, ma presso una scuola della
periferia di Napoli intitolata a “Davi-
de Sannino” un giovane di 19 anni,
appena diplomato, ucciso 19 anni fa
(1996) da una gang che aveva rubato
il motorino ad un coetaneo e Davide
aveva avuto il coraggio di guardare
negli occhi gli aggressori.
La memoria del giovane studente,
vittima innocente della violenza e
della malavita, è diventata monito e
lezione di legalità e di impegno
sociale per gli studenti italiani.
Le delegazioni di studenti di tutta
Italia e delle scuole italiane all’este-
ro, hanno partecipato all’evento e i
duemila presenti, in rappresentanza
dei circa otto milioni di studenti d’I-
talia hanno ricevuto il messaggio
augurale del Ministro dell’Istruzio-
ne, Stefania Giannini e del Presiden-
te della Repubblica Sergio Mattarel-
la.
Parole chiare, forti e incisive nei due
discorsi che diventano moniti per un
reale impegno nello studio per gli
studenti e di forte incoraggiamento e
fiducia per gli insegnanti che affron-
tano le innovazioni apportate dalla
riforma della “Buona scuola”.
“Nessuno è solo a scuola”, ha detto il
Ministro, occorre lavorare insieme e
cooperare per il miglior bene degli
studenti, anche dei disabili e degli
extracomunitari. Bisogna «far sì che
l’Italiano sia presto lingua madre e
non matrigna per i 750mila bambini
stranieri che non lo parlano e non lo
sentono parlare in casa propria».
Scuola di tutti e per tutti, messaggio
e monito di Don Milani, di Don
Bosco e degli educatori che hanno
reso grande la pedagogia italiana,
oggi diventa una realtà.
Contro il pessimismo scaturito dal
riesplodere della violenza delle
cosche e delle baby gang, che anco-
ra una volta fanno purtroppo della
città di Napoli un caso nazionale, il
Presidente Mattarella lancia un invi-
to alla speranza e all’orgoglio che
vuole essere in sé un antidoto. «La
camorra e le mafie possono essere
sconfitte», dice. Anzi, aggiunge,
«saranno sconfitte. E voi giovani
sarete alla testa di questa storica vit-
toria. Perché questa capitale meravi-
gliosa ha nella sua storia, e dunque
nel suo Dna, la forza e la cultura per
avviare una nuova stagione da prota-
gonista ed essere traino per le forze
migliori del Mezzogiorno».
«La scuola è presidio di legalità, è il
luogo dove apprendere che possiamo
farcela. Occorre avviare una nuova
stagione da protagonisti ed essere
traino per le forze migliori del Mez-
zogiorno». Rivolto agli studenti ha
detto: “Impegnatevi a coltivare la
speranza di costruire un mondo
migliore, la speranza di un’amicizia
che vinca la sopraffazione, di un
rispetto che riconosca la dignità di
ciascuno, soprattutto di chi oggi ha
di meno”
Le positive testimonianze del giova-
ne cantante catanese Lorenzo Frago-
la, il quale ha intrattenuto il pubblico
con le sue belle canzoni: “Fuori c’è
il Sole” e “Siamo Uguali”, la can-
zone che lo ha portato a Sanremo e
che gli ha fruttato un posto in gara
nella categoria dei Campioni.
Fragola è stato presentato come un
modello da seguire per molti ragazzi
che coltivano il sogno di divenire
cantautori di successo ma – come ha
confermato lui stesso – ha terminato
gli studi, diplomandosi con il voto:
85/100. Non è mai stato rimandato a
settembre, non ha mai ricevuto gravi
insufficienze e ha sempre dimostrato
di saper scegliere le priorità: prima
lo studio, poi la musica…
Le esortazioni di Fabio Insinna, il
quale ha anche letto alcuni brani di
Don Milani e della Costituzione,
hanno dato allo spettacolo inaugura-
le dell’anno scolastico un valenza
educativa di lezioni di vita e positivi
messaggi per vivere bene l’esperien-
za scolastica nella quale occorre star
bene e vivere sereni, come ha spesso
ripetuto Fabrizio Frizzi, che ha con-
dotto il programma intercalando
danze, canti, balletti, armonie di
tamburelli, interviste ai giovani cam-
pioni dello sport, e all’astronauta
Samantha Cristoforetti e un canto
rap sulla legalità, scritto da una
docente di Lettere della scuola “Vir-
gilio” di Paternò, Lina Gandolfo per
i suoi alunni, cantori e attori nella
trasmissione su Rai 1.
Numerose scuole siciliane hanno
partecipato all’evento. In collega-
mento via internet una suola di
Palermo ed in presenza a Napoli: gli
studenti del Liceo “Galilei” di Cata-
nia che hanno svolto anche servizio
di coordinamento e staff organizzati-
vo; i componenti del Consiglio
comunale dei Ragazzi dell’Istituto
“Parini”, gli studenti meritevoli del-
l’Istituto paritario “Sant’Orsola” di
Catania; gli alunni della scuola
media “Virgilio” di Paternò che si
sono esibiti con il canto rap sulla
legalità; una delegazione di studenti
dell’Istituto “Musco” e “San Gior-
gio” di Catania, dell’Istituto “Rizza”
di Siracusa e del circolo didattico di
Pozzallo, di Monreale, di Naro, di
Messina, di Enna e di Trapani.
GiAd
Le Confraternite di Sici-
lia portano la loro sto-
ria, la loro testimonianza a Messina.
L’occasione è il raduno regionale
che per la prima volta vede incontra-
re in un centro tutte le realtà della
nostra terra. La presenza delle Con-
fraternite è capillare nella Chiesa e
nella Società: nelle 18 Diocesi tro-
viamo circa 1.500 Confraternite.
A Messina sono accorsi i massimi
rappresentanti regionali delle Asso-
ciazioni, coordinate dall’ ing. Vin-
cenzo Musumarra, insieme al Presi-
dente Nazionale dott. Francesco
Antonetti per fare il punto sulle atti-
vità svolte e programmare le azioni
comuni.
Sabato, nel Salone delle Bandiere al
Municipio, il Con-
vegno sul tema
trainante del Cam-
mino: “la bellezza
della pietà popola-
re” dove mons
Giovanni Lanzafa-
me, chiamato per
l’occasione da
Siviglia, presenta
diversi spaccati
suggestivi sul
patrimonio storico,
artistico, religioso
delle Confraterni-
te. In serata una magica esibizione
nel Duomo ha concluso la splendida
Giornata: il concerto del “Grande
Organo della Cattedrale” (lo stru-
mento, costruito dalla ditta del Cav.
Tamburini, con 5 tastiere e circa
16.000 canne, in 6 corpi distribuiti
nel santo edificio,è tra i più interes-
santi nel panorama organario).
Domenica è stata la Giornata della
Comunità, della grande affluenza,
iniziata con un appuntamento nella
Chiesa SS. Annunziata dei Catalani
(costruita nel 1150 sulle rovine del-
l’antico tempio di Nettuno – esempio
di architettura arabo–normanna ed
espressione delle diverse dominazio-
ni); il saluto ai partecipanti del Presi-
dente di casa Giacomo Sorrenti che
presenta il ricco programma offerto
dalle Confraternite di Messina agli
ospiti accorsi da ogni parte di Sicilia:
Messina presenta le sue ricchezze,
quelle testimonianze del passato
risparmiate dal terremoto del 1908 e
recuperate. Il Tesoro del Duomo, la
Cattedrale, l’Orologio Astronomico
del Campanile, la chiesa dei Catala-
ni, le Barette, il Monte di Pietà, la
chiesa di Montevergine, la Fontana
Orione ed il Monumento a Don Gio-
vanni d’Austria.
L’appuntamento centrale della
Domenica arriva nel primo pomerig-
gio nella Chiesa di San Francesco
all’Immacolata (edificio del periodo
angioino 1254 le cui possenti absidi
merlate sono raffigurate nel dipinto
La Pietà con tre
angeli di Antonello
da Messina); dopo la
riflessione del Presi-
dente Nazionale “Le
Confraternite quali
risorse per il territo-
rio” migliaia di Con-
frati iniziano ad into-
nare canti popolari
mariani mentre mons
Impoco incensa il
simulacro dell’Imma-
colata.
Parte così il CAMMI-
NO DELLE CONFRATERNITE,
una fila processionale di quasi 2 ore
,con l’artistico “Vascelluzzo” con la
reliquia mariana, portato a spalla e
l’antico e venerato simulacro argen-
teo dell’Immacolata: Uomini e don-
ne, di tutte le età, hanno percorso il
tratto dalla chiesa fino a piazza Duo-
mo, al ritmo dei tamburi, in un tripu-
dio di colori e stendardi, indossando
cappucci mantelli di tradizione
medievale o semplicemente lo sca-
polare e il medaglione. E soprattutto
con la fede nel cuore. «Il Cammino
regionale è occasione per stare insie-
me e un modo per seminare Pace,
facendo Carità». E così i fedeli
seguendo le parole del loro Beato
Pier Giorgio Frassati hanno colto le
giornate per lasciare “IL Segno del
Cammino” raccogliendo offerte per
offrire sostegno all’Help Center del-
la Caritas di Messina per l’acco-
glienza ed aiuto dei più bisognosi.
In Cattedrale, per la prima volta nel-
la storia di Messina, a completamen-
to del corteo, entra il venerato simu-
lacro dell‘Immacolata Concezione
nella commozione di tanti fedeli,
seguito da un incessante applauso al
grido di “VIVA MARIA”. La conce-
lebrazione Eucaristica del Delegato
Arcivescovile segna il momento più
Alto del Cammino: in Ascolto della
Parola ...tutti Insieme alla Mensa del
Signore.
Incontri di preparazione, attenzioni
per l’accoglienza, mostre sulla pietà
popolare, visite guidate nelle Chiese,
al Campanile, al Duomo, il Conve-
gno nella Sala delle Bandiere, gli
articoli e le interviste in decine di
quotidiani e sulla Rai, il concerto, i
suoni, le luci, i volti della processio-
ne ,gli incontri in Chiesa, in Catte-
drale, le raccolte di Carità, nella
magia della Città dello Stretto in Ter-
ra di Sicilia… IL CAMMINO
Grazie Messina, Grazie per la tua
Ospitalità, Grazie per il Cuore dei
tuoi volontari
Vincenzo Musumarra
Coordinatore Regionale
Confraternite di Sicilia
Primo Cammino Regionale Sicilia a Messina
Prospettive - 4 ottobre 2015 3
Tutti a scuola
Cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico a Napoli
Espressioni di pietà popolare
«Il Cammino
regionale è occasione
per stare insieme
e un modo
per seminare Pace,
facendo Carità».
Il Presidente
Mattarella lancia
un invito alla speranza
e all’orgoglio:
«La camorra e le mafie
possono essere
sconfitte», anzi,
aggiunge, «saranno
sconfitte. E voi giovani
sarete alla testa
di questa storica
vittoria»
Foto di archivio
Prospettive - 4 ottobre 20154
PRIMOPIANO
La sera di domenica 20
settembre in Cattedrale
si è tenuto, alla presenza dell’Arci-
vescovo Mons. Salvatore Gristina, il
Concerto del XXV di fondazione
della Cappella Musicale del Duomo,
diretta dal m° prof. mons. Nunzio
Schilirò e all’organo il can. Giusep-
pe Maieli, con un denso programma,
in due tempi di canti sacri e liturgi-
ci, molto significativo e rappresenta-
tivo dell’intensa attività della presti-
giosa Corale polifonica voluta dal-
l’Arcivescovo emerito mons. Luigi
Bommarito, con il compito princi-
pale di svolgere il servizio di anima-
zione canora nella monumentale
chiesa madre dell’arcidiocesi metro-
politana di Catania nelle maggiori
solennità liturgiche.
Nella monumentale e vasta basilica
agatina sono risuonate antiche e
recenti melodie in onore di Sant’A-
gata, del Beato Cardinale Giuseppe
Benedetto Dusmet, di Papa San Gio-
vanni Paolo II, del Santissimo
Sacramento, della Beata Vergine
Maria e di Vincenzo Bellini che han-
no costituito il ricco repertorio sacro
e liturgico del primo quarto di seco-
lo della Cappella: lo storico “Gau-
deamus” gregoriano costituente l’o-
riginario introito della veneranda
messa propria di Sant’ Agata, nel cui
onore sono state eseguiti gli inni
composti dal prof. Schilirò “Salve, o
Martire” e “Orsù, voi devoti” testo
tratto da una lettera pastorale del
santo cardinale; il “Laudate Domi-
num” di Wolfgang Amadeus Mozart
con solista il soprano Marzia Cata-
nia, ex corista ed oggi affermata
cantate lirica; due canti liturgici ese-
guiti da 9 cori diretti dal m° Schilirò
la mattina del 5 novembre 1994 in
via Vincenzo Giuffrida in occasione
della s. messa di beatificazione del-
la suora salesiana madre Maddalena
Caterina Morano presieduta da Papa
Karol Wojtyla e l’inno del Grande
Giubileo dell’Incarnazione, anno
santo 2000.
La seconda parte del
concerto ha spaziato
nel campo strettamen-
te liturgico con brani
eucaristici tratti dallo
stesso direttore e fon-
datore della Cappella
Musicale (“La mia
carne”, solista Ales-
sandro Fiascaro) da
Francesco Conti (“O
Jesu mi dulcissime”),
Michael Haller (“Ego
sum panis”), Cesar
Franck (“Panis angeli-
cus”, solista Sandra
Fallica), la cantata 147
di Johann Sbastian
Bach (molto noto in
italiano come “Resta
con noi”), l’“Ave Maria” di Bona-
ventura Somma.
La straordinaria serata dedicata ai
migliori canti corali liturgici eccle-
siali è stata conclusa d tre pezzi for-
ti della polifonia sacra settecentesca
catanese: la “Salve Regina”, il “Cre-
do” e il “Te Deum” di Vincenzo Bel-
lini, giovanissimo genio musicale.
Mons. Schilirò ha dato appuntamen-
to al prossimo 3 novembre allorché
per il “Bellini Festival” dirigerà per
la 4ª volta un inedito concerto com-
memorativo della nascita del Cigno
con la Cappella Musicale del Duo-
mo e l’orchestra del Teatro Massimo
Bellini con l’esecuzione, per la pri-
ma volta a Catania, di 4 sinfonie bel-
liniane.
L’Arcivescovo si è fatto interprete
dei sentimenti di tutti presenti nel
ringraziare e lodare il maestro-fon-
datore-direttore e l’organista (tutti e
due canonici del capitolo metropoli-
tano della Cattedrale) e tutti i bravi
coristi per il prezioso ed artistico
servizio reso alla Chiesa di Catania
e alla sua sede episcopale ed ha sot-
tolineato la felice coincidenza del
25° anniversario della nascita del
Coro “Cappella Musicale del Duo-
mo” con il giubileo sacerdotale del
parroco della Cattedrale, mons. Bar-
baro Scionti, il quale è stato ordina-
to sacerdote dall’Arcivescovo mons.
Bommarito il venerdì 14 settembre
1990, giorno in cui la novella Cora-
le, diretta da mons. Schilirò, animò
per la prima volta una solenne cele-
brazione liturgica.
®
Celestiali melodie
APalazzo della Cultura
(ex monastero bene-
dettino San Placido) per la II edi-
zione del Buck Festival della picco-
la e media editoria, a cura dell’As-
sociazione “Akkuaria” si è svolta la
cerimonia di premiazione del Con-
corso internazionale di Poesia del
sacerdote “Antonio Corsaro”.
Il dott. Francesco Giordano, gior-
nalista-saggista, ha tratteggiato, a
venti anni dalla morte, la straordi-
naria ed anticonformista figura del
clero catanese, padre Antonio Corsa-
ro, il sacerdote nato nel 1909 a Cam-
porotondo Etneo, laureato all’Uni-
versità Cattolica del Sacro Cuore di
Milano con una tesi sulla “Storia
dell’umanesimo in Sicilia nei secoli
XII-XIII”, intellettuale, scrittore,
giornalista, docente universitario di
letteratura francese, poeta di fama
europea, educatore, amico degli
umili, dei poveri, degli artisti e dei
poeti.
Antifascista, rifiutò di andare nella
colonia italiana d’Etiopia come cap-
pellano militare, seguì con accorata
partecipazione la guerra civile spa-
gnola e collaborò con le maggiori
riviste letterarie italiane ed estere.
Dopo un lungo girovagare nell’Euro-
pa dell’Est e l’esperienza determi-
nante milanese, ritornò a Catania
dove insegnò lettere al Seminario
arcivescovile dei chierici e latino e
greco all’Istituto San Benedetto del
monastero delle monache di clausu-
ra dell’Adorazione Perpetua del San-
tissimo Sacramento e al Liceo Clas-
sico Statale “Nicola Spedalieri”,
religione cattolica al Liceo “Mario
Cutelli” e all’Istituto statale d’arte,
organizzò recital di poeti al Circolo
Artistico, fondò il Piccolo Teatro di
Catania. Durante la guerra rifiutò
ancora di fare il cappellano militare
preferendo operare nell’Ospizio dei
Ciechi “Tommaso Ardizzone Gioe-
ni”.
Espresse il suo dissenso critico sul
piano sociale e religioso verso l’Ar-
confraternita dei Bianchi di cui fu
cappellano e durò poco la sua pre-
senza come assistente ecclesiastico
nella FUCI, tra i Laureati Cattolici,
nell’Azione Cattolica Giovanile.
Spirito inquieto, curioso, operoso e
creativo, fu tra i fondatori del perio-
dico catanese “Art Club” e non smi-
se mai di favorire i movimenti spiri-
tuali rivoluzionari e d’avanguardia.
Nel 1952 fu incluso nella vallecchia-
na “Antologia della poesia religiosa
contemporanea”, diresse la rivista
letteraria “Cammino” dell’editrice
“Camene”.
Fino al 1967 frequentò a lungo gli
ambienti culturali e giornalistici
parigini. Pellegrino a Lourdes con
Treno Bianco ne scrisse per il quoti-
diano “La Sicilia”, dove durante la
repressione sovietica in Ungheria
pubblicò il “Responsorio magiaro”.
Nel 1959 fondò la rivista “Inciden-
za” e diede alle stampe “Diario di un
prete”che provocò grande “scanda-
lo” per aver proposto un dialogo tra
cattolici e comunisti e criticato la
formazione seminaristica; fu sospeso
dall’insegnamento in Seminario.
Nelle “Collana Poeti di Incidenza”
presentò tra i primi giovani Salvato-
re Mirone, Maria Salmeri che sareb-
bero diventati prestigiosi direttori
delle principali biblioteche catanesi.
Fu un convinto sostenitore del Con-
cilio Ecumenico Vaticano II, tradut-
tore di Pascal.
Diresse “Sicilia oggi” rotocalco
quindicinale di politica, economia
e cultura. Furono ristampati i suoi
volumi di poesie religiose: celebri
“Il Figlio dell’Uomo”, “Storia dei
Papi” e “La Vergine delle Resurre-
zione” con un’orazione corale alla
Madonna della Sciara. Molto cele-
bre e popolare il testo dell’inno del
XVII centenario del martirio di
Sant’Agata “Inneggiamo alla gran-
de eroina...”. L’arcivescovo mons.
Domenico Picchinenna l’incaricò
di scrivere il testo del nuovo prefa-
zio della messa di Sant’Agata. Il
prof Corsaro collaborò attivamente
e prestigiosamente alla redazione
del nostro settimanale diocesano
“Prospettive” e rimase fino alla
morte appassionato sacerdote di
Cristo.
La poetessa e titolare della casa
Editrice Akkuaria, Vera Ambra, ha
parlato della preziosa esperienza
acquisita quando ebbe il privilegio
e l’onore di conoscere padre Corsa-
ro e ha presentato gli autori delle
poesie premiate. Primi classificati
ex aequo: Controtempo, Maria Gra-
zia Patanè; Ad occhi bassi, Giusep-
pe Stefano Proiti. Secondi classifi-
cati ex aequo : La poesia urbana,
Bojana Bratiç; Ho Cancellato il tuo
profumo, Daniele Brinzaglia. Terzi
classificati ex aequo: Come il padre
che non ho, Alessandra Felli; Ulivo
selvatico, Rosaria Brocato. Premio
speciale della giuria: Nel colore
ametista del mattino, Rosa Maria
Di Salvatore; Con il tuo sentimen-
to, Giusi Baglieri. Opere finaliste.
(Dis)soluzioni, Beatrice Gradassa;
Cosa resta?, Antonella Cardella;
Crono, Alfredo Sorbello; Vele lista-
te a lutto, Antonio Magnolo; La
maschera, Marta Limoli; Cos’era,
Mariaconcetta Lo Re; Bellezza,
Flavia Ricucci; Sena Ali, Pippo
Nasca; Di verso in verso, Antonio
Contoli; Rinnovarsi, Claudio Ram-
pin; Riemersa, Alba Gnazi; La
Parola incontra il poeta, Tanino
Platania; In certi luoghi, Fiorella
Giovannelli; La donna, Consolato
Chiara; Turisti, Gabriele Andreani;
L’Undici della Felicità, Carmelo
Mazzaglia; Tu e stì paroli, Fabio
D’Angelo; UOMO, Salvatore Di
Dio; La donna, Consolato Chiara;
Emozioni e rimpianti, Melania
Sciabò Vinci; Mandaci tua figlia,
Chiara Locatelli.
Antonino Blandini
Sacerdote, uomo di cultura, giornalista
Buck Festival Letterario Concorso Internazionale di Poesia A. Corsaro
La serata dedicata
ai migliori canti corali
liturgici ecclesiali è
stata conclusa da tre
pezzi forti della
polifonia sacra
settecentesca catanese:
la "Salve Regina",
il "Credo" e il "Te
Deum" di Vincenzo
Bellini, giovanissimo
genio musicale.
collaborò attivamente
e prestigiosamente alla
redazione del nostro
settimanale diocesano
"Prospettive" e rimase
fino alla morte
appassionato sacerdote
di Cristo
Il prof. Corsaro
Concerto nel 25° della fondazione della Cappela Musicale del Duomo
Il martire Ignazio di Antio-chia, morto presumibil-
mente nel 107, la cui memoria è cele-brata dalla Chiesa il 17 ottobre, era unpastore che desiderava fortemente diunirsi a Cristo, come dimostrano le suesette lettere scritte nel viaggio versoRoma, dove lo attendeva la sentenzacapitale nel circo per essere sbranatodalle fiere (Rom. 4,1). Ignazio, che èstato anche uno dei primi testimoniinoppugnabili per l’inserimento di ele-menti dottrinali concernenti la Madredi Gesù nel patrimonio della fede del-la Chiesa, era vescovo di Antiochia,che in quel tempo, oltre ad essere unagrande metropoli, era anche la capita-le della Siria, dove Pietro e Paolo ave-vano svolto il loro ministero e dove Pie-tro era stato anche il primo vescovo diquella Chiesa. Nella lettera agli Efesi-ni, Ignazio scrive: <<Non c’è che unsolo medico, materiale e spirituale,generato e ingenerato, fatto Dio in car-ne, vita vera nella morte, nato da Mariae da Dio, prima passibile poi impassi-bile, Gesù Cristo nostro Signore>>(Efes. 7,2). L’accenno alla madregarantisce la piena umanità, mentrel’assenza del padre rivela indiscutibil-mente che il concepimento è stato vir-ginale. Da questa lettera emerge inmodo univoco che la divinità di Gesù èin connessione causale con il suo con-cepimento virginale. Leggiamo nellalettera di Paolo ai Galati: <<Quandovenne la pienezza del tempo, Dio man-dò il suo Figlio, nato da donna, natosotto la legge>> (4,4), pur non parlan-do di concepimento virginale, ilrestante parallelismo è mantenuto.Ancora ai cristiani di Efeso, Ignazio
ripresenta come misteri clamorosi,compiuti nel silenzio di Dio e taciuti aidemoni, la verginità di Maria, il parto,la morte del Signore: <<Al principe diquesto mondo rimase celata la vergini-tà di Maria e il suo parto, similmente lamorte del Signore, i tre misteri clamo-rosi che furono compiuti nel silenzio diDio>> (Efes. 19,1). In questo passo, ilvescovo fa emergere l’importante cor-relazione tra la nascita virginale e lamorte del Signore e con ciò il consape-vole coinvolgimento della Madre nel-l’avvenimento della salvezza. La stes-sa cosa esprime anche la lettera allacomunità di Smirne. Nella lettera ai cri-stiani di Smirne, Ignazio glorifica Cri-
sto perché questa comunità èpienamente convinta:<<…del Signore nostro, cheè veramente della stirpe diDavide secondo la carne,Figlio di Dio secondo lavolontà e la potenza di Dio,nato realmente dalla vergine,battezzato da Giovanni, per-ché ogni giustizia fosse com-piuta da lui, Egli, sotto Pon-
zio Pilato e il tetrarca Erode, per noi fuveramente inchiodato nella carne e dalfrutto di ciò e dalla sua divina e beatapassione noi siamo “nati” per innalza-re per sempre, con la sua risurrezione,uno stendardo sui suoi santi e i suoifedeli, giudei e pagani, nell’unico cor-po della sua Chiesa>> (Smir. 1,1-2). Inquesto brano Ignazio, che fa un chiaroriferimento alla lettera di Paolo aiRomani (1,3) e al vangelo di Matteo(Mt 1,3; 3,15; 1,18.25), mette le fon-damenta per il futuro “Simbolo”, conl’accenno delle due figure storiche chedovevano garantire la realtà dell’avve-nimento salvifico. Qui la tendenzaantidoceta di Ignazio è messa in evi-
denza dall’avverbio “veramente” ripe-tuto ben cinque volte in poche righe.Con uguale fermezza il santo vescovo,nella lettera ai cristiani di Filadelfia,scrive contro il giudaismo che minac-cia il mistero di Cristo dal punto di vistaopposto: <<Se qualcuno spiega il giu-daismo non ascoltatelo. È meglio udi-re il cristianesimo da un circonciso, cheil giudaismo da un incirconciso>> (Fil.6,1). Ignazio nel suo epistolario haindicato in modo chiarissimo le duefondamentali eresie cristologiche emariologiche che per secoli determi-narono le dispute dogmatiche: il giu-daismo e la gnosi. Il giudaismo negavaa Gesù la via verso l’alto, verso il tronodel Padre, negava la divinità. La gnosicontestava la vera incarnazione, soste-nendo che la redenzione consistevasolo nella liberazione della scintilla diluce, tenuta nel carcere del corpo,mediante l’istruzione. Contro le dueeresie Ignazio si batté appassionata-mente. Contro la gnosi egli sottolineòcontinuamente la realtà della nascita diGesù. Contro i Giudei, nella lettera agliEfesini, affermò: <<Il nostro Dio,Gesù Cristo, è stato portato nel seno diMaria, secondo l’economia di Dio, delseme di David e dello Spirito Santo>>(Efes. 18,2). Ma né la polemica anti-doceta né quella antigiudaica portanoIgnazio a sacrificare la sua fede nelconcepimento virginale di Gesù. Per ilvescovo di Antiochia la nascita virgi-nale di Gesù è un elemento della Tra-dizione della Chiesa riconosciuto e adessa rimanda con sicure espressioni aguisa di formule (Efes. 7,2; 18,2; Trall.9,1; Smir. 1,1). Ciò, però, non significache egli si sia semplicemente “trasci-nato” dietro questo elemento di dottri-na, che sta al centro delle sue convin-zioni. La nascita virginale è propria-mente il vero segno salvifico dellafede in Cristo.Dal punto di vista della storia dei dog-mi, Ignazio ha consapevolmente incor-porato e subordinato la mariologia allacristologia e alla soteriologia ed haacuito l’attenzione delle sue comunitàper la posizione storico-salvifica diMaria. La sua esortazione ai cristiani diMagnesia: <<Cercate di tenervi bensaldi nei precetti del Signore e degliapostoli perché vi riesca bene tuttoquanto fate nella carne e nello spirito,nella fede e nella carità, nel Figlio, nelPadre e nello Spirito, al principio e allafine, che è tanto degno e con la prezio-sa corona spirituale dei vostri presbite-ri e dei diaconi secondo Dio>> (Magn.13,1), non lascia dubbi sul fatto che eglie le sue comunità erano convinti dipoggiare su un solido fondamentobiblico. Le lettere di Ignazio, che eranomolto lette e spesso citate dagli altriPadri posteriori, rivelano che sin daallora c’erano gli elementi mariologicidel dogma anche se in germe, nella tra-dizione della Chiesa antica, e cioè ilconcepimento “attivo” di Maria e la suadignità di Madre di Dio, erano indi-scutibilmente parte integrale dellacomune coscienza di fede della Chiesa.
Diac. Sebastiano Mangano
Milano, settembre 2015. «Ma noi cri-stiani crediamo ancora nella capacitàdella fede che abbiamo ricevuto diesercitare un’attrattiva su coloro cheincontriamo e nel fascino vincentedella sua bellezza disarmata?». Cosìdon Julian Carrón concludeva un suointervento su un quotidiano italianodopo la strage di Charlie Hebdo. Eproprio «la bellezza disarmata» delcristianesimo dà il titolo a questa rac-colta di riflessioni che non solo hannosegnato la storia del movimento di CLin questi dieci anni dalla scomparsa delfondatore, il Servo di Dio don LuigiGiussani, ma sono entrati con umiltà ecoraggio nel dialogo pubblico e nelleferite profonde del nostro tempo.Il terrorismo, le persecuzioni dei cri-stiani, la crisi economica, l’Europa e lapolitica, l’emergenza educativa, ildramma delle migrazioni, perfino ledebolezze e gli errori commessi dapersone di CL: Julian Carrón non sisottrae alla domanda profonda chequeste sfide pongono all’esperienzadella fede e al carisma di don Giussa-ni. Al contrario, affonda lo sguardo allaradice di esse, in quel «crollo delle evi-denze» in cui Papa Benedetto XVI hamagistralmente sintetizzato la crisiantropologica dell’Occidente odier-no e che corrode anche il cristianesi-mo, se si lascia ridurre a ideologiainvece che riproporsi come esperienza,come avvenimento sperimentabile ecorrispondente al cuore dell’uomo.Nel crollo delle evidenze, dice Carrónlungo la riflessione condotta in questidieci anni con e per gli amici di Comu-nione e Liberazione ma anche «per tut-ti i nostri fratelli uomini», l’urto pro-vocatorio della realtà continua a esse-re la via maestra e misteriosamenteprovvidente che ridesta nell’io la ver-tiginosa domanda di verità e di signi-ficato, anche per chi crede. «L’unica
condizione per essere sempre e vera-mente religiosi è vivere sempre eintensamente il reale, senza rinnegaree dimenticare nulla» scriveva donGiussani nel suo libro più famoso, Ilsenso religioso, e il suo successorescommette totalmente su questomagistero della realtà che sottoponeanche la fede alla verifica dell’espe-rienza.Solo se l’avvenimento cristiano sidimostra capace di risvegliare l’io, difarlo rinascere in tutte le sue dimen-sioni - ragione, affezione, libertà -e dimantenerlo nella posizione adeguataper affrontare l’intera esistenza, con lesue prove e la sua problematicità, puòrisultare credibile e suscitare l’inte-resse dell’uomo contemporaneo.Per questo Carrón mette l’accento sul-la fede come testimonianza di un ioafferrato dall’amore di Cristo: comericorda Papa Francesco, «solo così si
può proporre nella sua forza, nella suabellezza, nella sua semplicità, l’an-nuncio liberante dell’amore di Dio edella salvezza che Cristo ci offre». Quiè tutta la stoffa della presenza cristiananel mondo e così l’incontro con i“testimoni” di Gesù, oggi come due-mila anni fa, continua a essere possi-bilità presente e viva che la domandache urge nel cuore di ogni uomo trovifinalmente il suo compimento.Che cosa infatti può strappare al nullaomologante e riaprire alla speranza?Solo l’incontro con persone nella cuivita si documentino una coscienzanuova e più profonda di sé e della real-tà, in tutte le dimensioni del vivere(educazione, famiglia, lavoro, politi-ca), un desiderio interamente dispie-gato, una capacità di gratuità, di letiziae di costruttività normalmente irrepe-ribili, perché originati dal dono di unAltro. Non è forse questo l’incontroche tutti anche inconsapevolmenteattendiamo? Questo è allora il contri-buto che i cristiani sono chiamati adare oggi più che mai: la testimonian-za di una «bellezza disarmata», di unapienezza di vita possibile, perché sal-vata da Cristo.La bellezza disarmata propone glielementi essenziali della riflessione didon Julian Carrón a partire dal 2005,anno della sua elezione a presidentedella Fraternità di Comunione e Libe-razione, dopo che don Giussani stesso,l’anno prima, lo aveva chiamato dallaSpagna a condividere con lui laresponsabilità di guida del movimen-to. Gli scritti, nati in occasioni diverse,sono stati ampiamente rielaborati eordinati dall’autore per offrire il con-tributo di una esperienza di vita a
chiunque sia alla ricerca di ragioniadeguate per vivere e costruire spazi dilibertà e di convivenza in una societàpluralistica. Come scrive l’Autore:
«Non c’è altro accesso alla verità senon attraverso la libertà. La storia è lospazio del dialogo nella libertà: chenon vuol dire spazio vuoto, deserto diproposte di vita. Perché del nulla non sivive. Nessuno può stare in piedi, ave-re un rapporto costruttivo con la realtà,senza qualcosa per cui valga la penavivere».Il volume è in distribuzione nellelibrerie a partire dal 17 settembre. Èdisponibile anche in formato eBook.
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Prospettive - 4 ottobre 2015 5
PRIMOPIANO
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La bellezza disarmata
Gesù vero uomoVERO DIO NATOda Maria Vergine
In un libro le riflessioni di don Julian Carrón di fronte al “crollo delle evidenze” della nostra epoca
La Vergine Maria nell’epistolario di Ignazio di Antiochia
Nella lettera
agli Efesini l'accenno
alla madre garantisce
la piena umanità,
mentre l'assenza
del padre rivela
indiscutibilmente
che il concepimento
è stato virginale,
da cui emerge
la divinità di Gesù
"L'unica condizione
per essere sempre e
veramente religiosi è
vivere sempre e
intensamente il reale,
senza rinnegare e
dimenticare nulla"
scriveva don Giussani
in “Il senso religioso”
Concluse presso la Basili-
ca Cattedrale S. Agata
V.M le celebrazioni annuali in onore delBeato Cardinale Giuseppe Benedetto
Dusmet, Arcivescovo di Catania dal1867 al 1894, esempio fulgido di caritàcristiana. Un’intensa settimana di pre-ghiera che ha coinvolto l’intera comu-nità ecclesiale della diocesi. Il triduo dipreparazione alle festa liturgica ha avu-to inizio martedì 22 settembre con la
recita del Rosario seguita dalla trasla-zione delle reliquie del Beato Dusmetall’altare maggiore e dalla messa pre-sieduta dal parroco don Antonino
Nicoloso, animata dalla comunitàecclesiale di Nicolosi. Mercoledì 23 set-tembre, invece, è stata la comunità par-rocchiale “Beato Dusmet” di Monte-palma – Misterbianco - ad animare lamessa presieduta dal parroco don
Ambrogio Monforte. Mentre giovedì24, a conclusione del triduo, l’eucarestiaè stata presieduta dal nuovo postulatoredella causa di canonizzazione, donFausto Grimaldi, a cui è seguita unaveglia di preghiera animata dagli istitu-ti di vita consacrata. Culmine dei festeg-giamenti è stata la solenne celebrazioneeucaristica, venerdì 25 settembre, pre-sieduta da S. E. Rev. Mons. Salvatore
Gristina, Arcivescovo di Catania, cheha conferito per l’occasione anche leordinazioni diaconali. Presenti nume-rosi sacerdoti e diaconi, tra gli altri, donPiero Galvano, direttore della Caritas
Diocesana, i diaconi Gino Licitra,vice-direttore Caritas, responsabile delCentro di Ascolto Diocesano e Gianni
Corriere che presta servizio all’HelpCenter Caritas. Alla giornata dedicata alVolontariato hanno partecipato anche
gli operatori ed i volontari della CaritasDiocesana, nonché quelli delle Caritasparrocchiali e delle associazioni eccle-siali di volontariato nelle opere “Segno”dell’Arcidiocesi.Significativa la liturgia della parola cheattraverso la prima lettura ((Is 61, 1-3),il Salmo responsoriale (Salmo 111) e ilbrano evangelico (Mt 25, 31-40) haricordato ai presenti l’importanza dellacarità cristiana che si esplicita nellacura dei più poveri e dei più bisognosi,verso i quali il Beato Card.Dusmet ave-va una predilezione particolare animataproprio dal Vangelo.Nell’omelia, Mons. Gristina, ha ricor-dato come il 26 settembre 1998, giornodella beatificazione del ‘Servo dei pove-
ri’, San Giovanni Paolo II, lo descris-se così: “Egli si erge quale testimone
della carità evangelica in tempi partico-larmente tormentati per la vita dellaChiesa, in mezzo ad accesi conflitti diparte e a profonde alterazioni del tessu-to politico e sociale del Paese, in unaregione sconvolta dal susseguirsi dipaurose calamità naturali: epidemie dicolera, terremoti, inondazioni, eruzionidell’Etna, oltre a quella costante evastissima calamità che è la miseria deidiseredati. Il Cardinale Dusmet, decoro
e gloria del monachesimo, dell’episco-pato e del Sacro Collegio Cardinalizio,ci trasmette così il messaggio profeticodi una autentica solidarietà evangelica e
di una docile e operosa fedeltà al cari-sma della propria vocazione, vissute edespresse nella realtà fattiva del donototale di sé sull’itinerario tracciato dal-
le orme di Cristo Salvatore”. Proprio ilBeato, ha continuato l’Arcivescovo,deve rappresentare un modello daseguire durante il Giubileo straordi-
nario della Misericordia istituito daPapa Francesco e che prenderà il via ilprossimo 8 dicembre. “Ogni giornodobbiamo riconoscere il volto di Gesùnei fratelli bisognosi che incontreremoper attualizzare il brano del vangelo chesempre Papa Francesco ha spiegato nelpresentare le intenzioni dell’anno dellaMisericordia (la Bolla di indizione del-lo scorso 11 aprile ndr): “È mio vivodesiderio che il popolo cristiano riflettadurante il Giubileo sulle opere di mise-ricordia corporale e spirituale. Sarà unmodo per risvegliare la nostra coscien-za spesso assopita davanti al drammadella povertà e per entrare sempre di piùnel cuore del Vangelo, dove i poverisono i privilegiati della misericordiadivina. La predicazione di Gesù ci pre-senta queste opere di misericordia per-ché possiamo capire se viviamo o nocome suoi discepoli”. Parole che Mons.Gristina ha rivolto direttamente ai dia-coni “affinché fortificati dallo SpiritoSanto possano compiere l’opera delproprio ministero nelle tante personeche nelle periferie sociali ed esistenzia-li attendono una risposta di carità”.Chiamandoli, poi, ad uno ad uno pernome ha rivolto ai 12 diaconi (unotranseunte e undici permanenti) unaffettuoso incoraggiamento nel prose-guire con “la diaconia nell’evangeliz-zazione, nella catechesi, nella carità aipoveri, nell’attenzione alle famiglie,alle nuove generazioni e agli immigra-ti. Urgenze che ci rendono consapevolianche delle nostri fragili forze – ha con-tinuato l’Arcivescovo – ma che ci ricor-dano anche come il Signore non abban-dona i suoi figli. Infine l’invito “a confi-dare in Lui, di amarlo e servirlo con cuo-re sincero nella Chiesa di Sant’Agata, diSant’Euplio e del Beato CardinaleDusmet”. La settimana dei festeggia-menti si è conclusa, domenica 27 set-tembre, con la XXII Giornata di pre-ghiera per la vita consacrata. Alle ore 11si è svolta la messa per le vocazioni allavita consacrata con la partecipazione delCircolo Cittadino S. Agata e dell’As-
sociazione S. Agata in Cattedrale.Da segnalare che a margine dei festeg-giamenti religiosi nei giorni 25, 26 e 27settembre nelle navate della BasilicaCattedrale e della Basilica Collegiata,per volontà del parroco Mons. Barba-
ro Scionti,è stata promossa una raccol-ta alimentare animata dall’Associazio-ne S. Agata in Cattedrale e del CircoloCittadino Sant’Agata (solo alla Colle-giata) il cui ricavato è stato devoluto allaCaritas Diocesana per l’assistenza allefamiglie bisognose della diocesi.
Filippo Cannizzo
L’arcivescovo Mons.Salvatore Gristina ha
nominato nuovo parroco della par-rocchia matrice Santa Maria degliAmmalati in San Gregorio di Cata-nia il sacerdote Ignazio Ezio Coco,che è stato insediato per la relativa“presa di possesso canonico” pressogli uffici del Vicariato generale del-l’arcidiocesi alla presenza del Vica-rio generale mons. Salvatore Genchi,del Cancelliere arcivescovile sac.Ottavio Musumeci, del parroco diSant’Antonio abate in Belpasso can.Orazio Scuderi e di alcuni laici: Pip-po Coco e Maria Vera Strano, Inno-cenzo Auteri e Maria Grazia Masca-
gni, Rosario Traina eAdele.Don Ignazio, nato aCatania il 27 ottobre1976, originario diZafferana Etnea esacerdote dal 17maggio 2008, è statoparroco a San Cristo-foro alle Xiare inCatania. Hanno avuto un peso note-vole nell’iter vocazionale del novel-lo parroco di San Gregorio diverseesperienze ecclesiali ed umane: lafrequentazione dell’AGESCI a Sarroe del Movimento giovanile missio-nario, il servizio ai poveri più pove-
ri, la formazione scolastica per ilconseguimento del diploma di geo-metra all’Istituto Tecnico StataleGiovanni Battista Vaccarini, gli studi
allo Studio Teologico interdiocesano“San Paolo”, il corso per missionaria Verona, l’impegno presso il centrodiocesano di orientamento vocazio-nale, l’esperienza missionaria aMigoli in Tanzania.
A.B.
SAN GREGORIO DI CATANIA PARROCCHIA MATRICE
Prospettive - 4 ottobre 201566666
Lunedì 5
•• Ore 12.00 Catania: benedice inuovi locali in cui verrà accoltala Comunità del Propedeutico.
Martedì 6•• Ore 9.30 Catania, Seminario: pre-
siede il Consiglio presbiterale.•• Ore 19.00 Biancavilla, Chiesa
madre: celebra la S. Messa per lafesta di S. Placido.
Mercoledì 7
•• Ore 17.00 Fleri, parrocchia S.Maria del Rosario: celebra la S.
Messa.Giovedì 8
•• Ore 9.00 Arcivescovado: udien-ze.
•• Ore 11.00 Catania, Stazione Fer-roviaria - Deposito Locomotive:Celebra la S. Messa e benediceun’Edicola Votiva.
Venerdì 9
•• Ore 10.00 Curia, Salone dell’E-conomato: presiede l’incontrocon i Vicari foranei.
•• Ore 18.30 Catania, Seminario:assiste ad una commemorazione
per il 25° anniversario del SerraClub e celebra la S. Messa.
Sabato 10
•• Ore 19.00 Paternò, parrocchia S.Michele: celebra la S. Messa.
Domenica 11
•• Ore 10.00 Catania, parrocchiaDivina Maternità: celebra la S.Messa in occasione della festapatronale.
•• Ore 20.00 Catania, Basilica Col-legiata: celebra la S. Messa.
®
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Notizie in breve dal 5 all’11 ottobre
La cura dei più poveriè il segno della carità cristiana
Da sx don Ignazio Coco, ArcivescovoMons. Salvatore Gristina, don SalvatoreScarpato
Celebrazioni in onore del Beato Card. Dusmet
NUOVO PARROCO
Arcivescovo 095 31.26.20
Segreteriaarcivescovile 095 25.04.306
Segreteriaarcivescovile 346 3842521
Vicariogenerale 095 25.04.309
Centralinocuria 095 25.04.311
095 715.90.62
346 38.42.808
FAXSegreteriaArcivescovo 095 25.04.357
Curia 095 25.04.358
Ufficioscolastico 095 25.04.359
Economato 095/25.04.360
&entralino CuriaArcivescovile di CT
I 12 novelli diaconi
Don Vincenzo Catania della Comunità Ecclesiale “Chiesa-Mondo”,
che s’avvia al sacerdozio; don Paolo Milano e don Salvatore Caruso,
celibi provenienti dalle parrocchie Santa Maria della Salette in
Catania e Santa Maria dell’Alto in Paternò. Gli altri nove sono spo-
sati con figli: don Alfio Daquino, Madonna del Riparo in Bronte;
don Carmelo Patronaggio Maria Santissima Immacolata in Belpas-
so; don Domenico Ruggiero, Santa Maria della Salute Catania; don
Giuseppe Calantropo, San Nicolò in Misterbianco; don Giuseppe
Spampinato, Sant’Angela Merici in Misterbianco; don Nunzio
Nicotra Santa Maria della Mercede in Catania, don Silvio Marletta,
Santa Maria degli Ammalati in San Gregorio; don Vito Privitera,
San Giovanni Battista in San Giovanni di Galermo.
Foto di Antonino Blandini
Prospettive - 4 ottobre 2015 7
DIOCESI
7
Un’ampia partecipazio-ne di catechisti e cop-
pie di sposi ha caratterizzato il Con-vegno Catechistico del 18 e 19 set-tembre scorsi, tenutosi presso ilSeminario Arcivescovile dei Chiericidi Catania alla presenza di S.E.Mons. Salvatore Gristina. “In ascol-
to della famiglia, la Chiesa diventa
famiglia – Educarsi per educare al
grande mistero dell’Amore” è stato iltema portante attorno al quale sisono sviluppati gli interventi deirelatori, invitati ad arricchire le espe-rienze dei partecipanti con orienta-menti e speranze nuove per unnecessario quanto indispensabile rin-novamento degli itinerari d’inizia-zione cristiana per fanciulli e ragaz-zi. Questo Convegno, nato dal con-fronto e dalla collaborazione tral’Ufficio Catechistico Diocesano,guidato da Padre Gaetano Sciuto, el’Ufficio per la Pastorale Familiare,guidato da Padre Salvatore Bucolocon Giorgio e Rosetta Amantia, vuo-le essere un invito, un annuncio diliberazione e misericordia nellacomunità ecclesiale, un’aperturamissionaria verso il mondo, una pro-posta di dialogo tra la Chiesa e laFamiglia. Famiglia che ha ricevuto ilsigillo di Dio per essere luogo in cuiavvengono la prima evangelizzazio-ne e le prime esperienze concrete dieducazione all’amore. Si avverte lanecessità di chiedere alla famiglia:“Chi sei nel progetto di Dio?” Comeha affermato Don Renzo Bonetti, laChiesa oggi è chiamata a far risco-prire a ogni uomo, e in modo parti-colare alla famiglia, la carta d’identi-tà sacramentale. I genitori si recanoin parrocchia per chiedere i sacra-menti per i loro figli, ma in realtàchiedono accoglienza, ascolto, ami-cizia, chiedono di riscoprire il signi-ficato sacramentale del loro matri-monio, specialmente attraverso ilriconoscimento di essere parte attivadella comunità cristiana. La famigliachiede un ideale di vita! In modoparticolare le coppie cristiane, a dif-ferenza delle coppie laiche, chiedonoche Cristo e la santità di vita che neconsegue diventino i loro ideali divita. Compito precipuo dei catechistiè annunciare la Parola di Dio. Essisono indispensabili “comunicatori diidee e parole di vita eterna, accelera-tori del dono della Grazia di Dio”. Igenitori sono invece “comunicatoridi azioni, di gesti, realtà comunicati-va dell’amore di Dio, educatori dellafede all’interno del progetto origina-rio.” La coppia offre quotidianamen-te ai figli un “catechismo di carne”,dove Dio si rivela non come un con-cetto astratto ma come vita incarnatanella famiglia, forma educativa pen-sata per educare all’amore. Un amo-re che è “mistero della presenza diDio”, un amore che si esprime attra-verso il dono della paternità e dellamaternità che, come la Chiesa, rendecapaci di amare tutti come fratelli, diannunciare l’unica profezia d’eterni-tà per costruire la famiglia definitivae colmare così tutte le incompiutez-ze. Dio, presente nel mondo attraver-so il dono generativo della coppia,vuole costruire il suo “corpo” attra-verso la missione della famiglia.Nella lettera agli Efesini S. Paoloindica come la coppia, nel sacramen-to del matrimonio, riceve lo SpiritoSanto e come essa è chiamata adamare sull’esempio dell’amore cheCristo nutre per la sua Chiesa. I geni-tori che non si chiedono che postoavranno i loro figli nella Chiesa, checonsapevolezza possiedono del loro
essere figli di Dio, non amano i lorofigli, poiché non li percepisconocome figli di Dio. Don Paolo Sartorha invece focalizzato l’attenzione sucome la Chiesa può, nella societàcontemporanea, diventare famiglia.È sotto gli occhi di tutti l’inevitabilecambiamento di atteggiamenti neiconfronti della persona umana, con-siderata tale in relazione alla sua for-ma fisica e al suo potere di seduzio-ne. Citando Bauman, Sartor continuaaffermando che nella misura in cui ilegami familiari si indeboliscono,aumenta “la produzione di collezio-
nisti di esperienze che sono anche
efficienti consumatori” di pseudovalori e relazioni variabili, cangiantiin base alla moda del momento.Bisogna dunque riscoprire una“visione di comunione”, praticarecon rinnovata fiducia un dialogo trafamiglie e responsabili educativi percostruire “relazioni fondate sulla
continuità, la gratuità, la semplicità,
la stima per ciò che le famiglie rea-
lizzano nella loro dedizione ai figli”(CEI, Incontriamo Gesù, 2014, n.59). Le giovani generazioni osserva-
no con gli occhi e con ilcuore i valori e gli idealinutriti nelle azioni quoti-diane dei loro genitori eeducatori, proprio per-ché hanno estremo biso-gno di una “catechesiesperienziale”, da vivereall’interno di una rete direlazioni, di amicizie e dicomunicazioni valorialied educative edificanti.Da parte sua l’educatoreha il dovere di guidare ibambini, i ragazzi, gliadolescenti verso l’unità,ad accettarsi pienamen-te, a vedersi così comeDio li ha pensati e voluti.L’“etica dell’amore” pre-suppone dei cammini
“impraticabili” e dei contenuti“impronunciabili” da proporre conequilibrio. La catechesi, vista come“tempo della tenerezza”, deve esserecapace di accogliere, accarezzare enon possedere per poi abbandonare.L’alleanza educativa fra genitori ecatechisti è possibile. Certamentenon si pretende di avere la ricetta perrisolvere i problemi familiari, ma sioffre l’opportunità di vivere insiemei luoghi per “co-educare”, confron-tarsi, aiutarsi, supportarsi, per bandi-re il “silenzio fra educatori e genito-ri”, osando e scommettendo nuoviitinerari “a servizio della felicità del-le giovani generazioni e delle lorofamiglie.” Si ha bisogno di famigliereali e non ideali, che sappiano testi-moniare nella semplicità di un bacio,di un abbraccio, la bellezza dellafedeltà e del sacramento del matri-monio cristiano, accogliendo cor-dialmente tutte le realtà coniugaliche bussano alla misericordia di Cri-sto resa tangibile attraverso la Chie-sa. L’azione pastorale delle Chieseparticolari ritroverà nuova linfa daquesta agognata collaborazione tra
famiglia e comunità nel quadro di unintervento unitario. “Si tratta di nonlasciare sole le famiglie, ma diaccompagnarle, aiutando i genitori atrasmettere ai loro piccoli uno sguar-do credente con cui leggere imomenti della vita” (CEI, Incontria-
mo Gesù, n. 60). A conclusione deigruppi di confronto animati dai par-tecipanti al convegno, l’Arcivescovodi Catania, Mons. Salvatore Gristina,ha offerto tre piste di lavoro comuneche “investano mente, cuore e risor-se”, auspicando per l’avvenire unacollaborazione continua tra UfficioCatechistico e Ufficio per la Pastora-le Familiare, affinché “annuncio evita familiare, catechesi ed esperien-za quotidiana diventino sempre piùlinguaggi convergenti”. Anche iVicariati, attraverso catechisti e cop-pie si sposi, sono stati invitati a dive-nire punto di riferimento per gli ope-ratori di base e “cinghia di trasmis-sione tra il centro diocesano e le real-tà locali”. Infine le parrocchie sonostate invitate a “valorizzare più diquanto non si fa ora le coppie di spo-si e la loro ministerialità negli ambi-ti della preparazione al matrimonio,della pastorale battesimale e delleprime età 0-6 anni, dell’accompa-gnamento dei genitori durante il per-corso catechistico dei figli, del soste-gno alle famiglie che hanno figlipreadolescenti e adolescenti”. NellaEvangelii Gaudium, al n° 274, PapaFrancesco ci invita a “condividere lavita con la gente e donarci generosa-mente”, perché ogni persona, creataa sua immagine, “riflette qualcosadella sua gloria”. Ogni fratello “èimmensamente sacro e merita ilnostro affetto e la nostra dedizione.Perciò se riesco ad aiutare una solapersona a vivere meglio, questo è giàsufficiente a giustificare il dono del-la mia vita”.
Giuseppe e Mariella Magrì
La Famiglia offre unCatechismo di carne
Questo Convegno,
nato dalla
collaborazione
tra l’Ufficio
Catechistico Diocesano
e l’Ufficio per la
Pastorale Familiare,
vuole essere
un’apertura
missionaria verso il
mondo, una proposta
di dialogo tra la
Chiesa e la Famiglia
Dal 21 al 24 settembre, acura della comunità
ecclesiale della parrocchia matrice“San Giovanni Battista” di San Gio-vanni di Galermo, affidata alle curepastorali di padre Giuseppe Catalfo,e dell’Istituto Comprensivo statale“Padre Santo Di Guardo” e “Salvato-re Quasimodo”, diretto dal dirigentescolastico prof. Maria Nunzia Maz-zarino, è stato degnamente ricordato,con diversi momenti di preghiera edi riflessione, il compianto ed amatosacerdote missionario catanese,padre Santo Di Guardo, del PIME enativo di San Giovanni di Galermo.Padre Santo si dedicò con zelo apo-stolico al lavoro pastorale con parti-colare predilezione alla formazioneumana e cristiana dei bambini, allacura degli ammalati e all’aiuto deisenza casa, musulmani o cristianiche fossero. L’ex dirigente scolasticoscomparso qualche anno fa, il dottor
Simone Caruso, compagno d’infan-zia di Padre Santo, volle intitolareall’amico missionario il CircoloDidattico di San Giovanni di Galer-mo, dove fece apporre un quadro chelo ritrae e una lapi-de alla memoria.Nel pomeriggio dilunedì 21, nellachiesa madre ilprof. Alfio Di Bellaha guidato unincontro su “PadreSanto: l’apostolodel dialogo interre-ligioso nelle Filip-pine”, seguito dal-l’inaugurazione diuna mostra suPadre Di Guardonei locali parroc-chiali. Nei giornisuccessivi la mostra è stata visitatadagli studenti delle classi della scuo-
la secondaria del suddetto IstitutoComprensivo, accompagnati dairispettivi docenti. La sera di merco-ledì 23, si è tenuta una veglia parroc-chiale vocazionale, nel giorno parti-
colarmente caroai devoti di SanGiovanni Batti-sta: infatti, laChiesa Cattolica,in Occidente,celebra il 23 set-tembre la memo-ria dei santigenitori del Pre-cursore di Cri-sto, Zaccaria edElisabetta, aiquali il 28 feb-braio di que-st’anno è stataintitolata la nuo-
va grande chiesa con complesso par-rocchiale di San Giovanni di Galer-
mo, filiale della matrice.La mattina di giovedì 24, nel 40°anniversario della morte, gli alunnidella scuola intitolata alla veneratamemoria di Padre Santo hanno depo-sto un omaggio floreale sulla tombadel missionario concittadino pressoil locale cimitero; successivamentenella palestra della stessa scuola èstata celebrata la santa messa, consuccessivi momenti preparati daglialunni. Di sera, dopo la celebrazioneeucaristica, è avvenuta la consegnadel ricavato di iniziative benefichecome sostegno economico per unseminarista filippino del PontificioIstituto Missioni Estere. La vegliamissionaria diocesana di quest’anno(la sera del 24 marzo 2015) è statapresieduta dall’Arcivescovo Mons.Salvatore Gristina, nella chiesa SantiZaccaria ed Elisabetta.
Blanc
L’apostolo del dialogo interreligioso nelle Filippine
Al Seminario arcivescovile si è svolto il Convegno Catechistico
40° annivesario della morte di Padre Santo Di Guardo
Il trionfo della musica
barocca italiana ha carat-
terizzato la magica serata di lunedì
14 settembre 2015 nel massimo tem-
pio cattolico e benedettino di Catania
e della Sicilia. Nell’edizione di “Pro-
spettive” del 13 luglio 2014, in un
articolo dedicato all’insigne musici-
sta barocco, Giuseppe Geremia, ave-
vamo auspicato la riscoperta di que-
sto grande artista catanese, quasi del
tutto dimenticato anche nella sua
stessa amata città natale.
Un successo strepitoso per il concer-
to “L’esaltazione di Mardocheo”
dopo 239 anni dalla sua scrittura
riproposto a Catania nel grandioso
tempio abbaziale benedettino San
Nicola l’Arena, nel giorno una volta
sacro ai monaci cassinesi cittadini,
custodi della reliquia del Santo Chio-
do per la ricorrenza liturgica dell’E-
saltazione della Santa Croce.
Oltre 10 minuti di applausi ininter-
rotti di circa 400 spettatori entusiasti
e commossi hanno inaspettatamente
e trionfalmente concluso la brillante,
magistrale e meravigliosa esecuzione
musicale di alto livello del concerto
“L’esaltazione di Mardocheo”, com-
ponimento per musica a quattro voci
e più strumenti del musicista catane-
se Giuseppe Geremia, con lusinghie-
ri commenti ed apprezzamenti per
l’orchestra e i cantanti. Tutti i presen-
ti sono rimasti favorevolmente
impressionati dalla presenza del San-
to Chiodo posto sull’altare maggiore
ed opportunamente illuminato per la
personale e illuminata iniziativa del
rettore della chiesa San Nicola l’Are-
na, prof. Gaetano Zito.
Molta gente, alla conclusione del
concerto, ha voluto vederlo da vici-
no: oltre ad apprezzare la fattura del
prezioso e artistico reliquiario sette-
centesco in oro e gemma di Saverio
Corallo, conservato nel tesoro della
nostra Cattedrale e per secoli gelosa-
mente custodito e venerato a San
Nicola, non pochi hanno pregato,
baciato e chiesto anche la benedizio-
ne.
Con questo brillante esordio -affidato
alla bravura dell’Ensemble Seicento-
novecento con Maria Chiara Chizzo-
ni (Mardocheo), Paola Cigna (Amal-
tea), Elena Cecchi Fedi (Abimelec-
co) soprani, Antonio Giovannini
(Alimano) contraltista, Walter Testo-
lin maestro del coro e Flavio Colusso
maestro concertatore e direttore- ha
preso il via il terzo ciclo di concerti
che segnano la ripresa, dopo la pausa
estiva, delle attività nella magnifica e
massima chiesa monastica di Catania
e della Sicilia. Tale ciclo è segnato
dalla collaborazione con il Festival
Internazionale del Val di Noto
“Magìe Barocche”, alla sua quinta
edizione e al suo decimo anno di atti-
vità. La sfavillante orchestra si è esi-
bita con accoppiamenti concertanti di
oboi, flauti traversi, corni, fagotto,
trombe, timpani, violini e violoncel-
lo, clavicembalo ed organo.
Si è trattato dell’accurata riproposi-
zione dell’opera di Giuseppe Gere-
mia, insigne maestro concittadino
titolare della Cappella Musicale del
Duomo e di fatto anche di quella di
San Nicola, oratorio sacro scritto in
onore dell’abate dom Filippo Maria
Hernandez dell’Abbazia nicolina
catanese ed eseguito per la prima vol-
ta “nella chiesa del venerabile mona-
stero di S. Nicolò l’Arena in quella chiarissima e fedelissima Città di
Catania” il 14 settembre 1776, solen-
nità del Santissimo Chiodo, e poi una
seconda nel 1780 e nel 2014 eseguito
in anteprima a Roma presso l’Orato-
rio del Caravita. Finalmente la prege-
vole opera del m° Geremia, su testo
del sac. Raimondo Platania, profes-
sore nel seminario dei chierici, è
ritornata nella monumentale chiesa
monastica in cui è stata eseguita la
prima volta e nell’identica data della
sua ragione compositiva, la festa
liturgica dell’Esaltazione della Santa
Croce, ormai entrata nel DNA dei
catanesi, come ha dimostrato ancora
una volta la corale ed irrefrenabile
emozione suscitata dall’ostensione
della preziosissima e taumaturgica
reliquia del Santo Chiodo, uno dei
chiodi della crocifissione di Gesù
Cristo -proclamato dal civico Senato,
il 5 aprile 1669, Patrono e Protettore
di Catania minacciata dalle colate
laviche- esposizione accompagnata
da una musica di grande valore arti-
stico.
La scelta del personaggio dell’orato-
rio sacro, di cui parla il libro biblico
di Ester, è assai significativa per la
comprensione del tempo in cui l’ope-
ra venne rappresentata come del
significato profondo anche per oggi
della festa in onore del Santo Chio-
do: “nel giusto Mardocheo che, per
difendere il suo popolo sottomesso al
re di Persia Assuero, rischia di essere
condannato a morte per volere del
primo ministro Aman, è prefigurato il
giusto Gesù di Nazareth – ha com-
mentato il prof. Zito che riveste
anche l’ufficio di Vicario episcopale
per la cultura dell’arcidiocesi di
Catania- ingiustamente crocifisso, di
cui i monaci conservavano una testi-
monianza insigne: il Santo Chiodo”.
“In Mardocheo -ha aggiunto mons.
Zito- è pure semplificato il giusto
abate Hernandez che, assieme ai con-
fratelli benedettini, rischiava di esse-
re condannato a lasciare il monastero
in ottemperanza agli orientamenti
politici del ministro Bernardo Tanuc-
ci, identificato con Aman. Anche lui
subisce, però, l’iden-
tica sorte di Aman,
estromesso dal
governo del regno,
mentre il giusto
Mardocheo-Hernan-
dez viene esaltato”.
Di costui, degno “di
ricordanza eterna”
come ricorda lo sto-
rico Francesco Fer-
rara, “Catania fu
beneficata negli anni
della carestia, perché
al Senato della città
prestò senza interes-
si 12mila scudi <ed
inoltre esibì la
pignorazione di tutti
i vasi sacri della sua
chiesa, e del suo pin-
gue monastero in
aiuto di Catania>”.
“Riprova ulteriore”,
ha concluso mons.
Zito, “che abbiamo
bisogno di scrollarci
di dosso ancora l’i-
poteca posta sui benedettini di questo
monastero da Federico De Roberto
nel romanzo <I vicerè> che, per
quanto romanzo storico è romanzo e
non storia”.
Se la sera dello straordinario concer-
to ha permesso ai catanesi di parteci-
pare ad un evento di straordinaria
valenza culturale qual è l’oratorio
sacro “L’esaltazione di Mardocheo”,
come ha attentamente evidenziato
mons. Zito, già preside dello Studio
Teologico interdiocesano “San Pao-
lo” di Catania, infaticabile e geniale
ideatore e promotore di iniziative
culturali in sintonia col significato
religioso che le origina e le motiva,
dobbiamo essere grati alla ben nota
sensibilità a tutela del patrimonio
culturale del prof. Giovanni Puglisi
che, in qualità di presidente della
Fondazione Sicilia, ha concesso un
contributo straordinario esteso anche
agli altri concerti a San Nicola con
“Magie Barocche”. La richiesta del
contributo è stata condivisa e soste-
nuta dall’avv. Caterina Carrubba, dal
prof. Benedetto Matarazzo e dal prof.
Maurizio Caserta. Anche la ditta
“Artigiana Organi” di Francesco Oli-
veri è intervenuta finanziariamente.
La copertura finanziaria è stata com-
pletata grazie alla sinergia con il
Festival Internazionale del Val di
Noto “Magie Barocche”, fondato e
diretto dal prof. Antonio Marcellino
che ha saputo coinvolgere in questa
operazione il dott. Salvatore Maugeri
e il m° Flavio Colusso per la trascri-
zione e la revisione della partitura
con la collaborazione del m° Claudia
Patanè per la segreteria artistica.
Mons. Zito per il testo e per la parti-
tura ha ringraziato il Comune di
Catania, al quale entrambi apparten-
gono; sono accuratamente conserva-
ti: il testo presso le Biblioteche Riu-
nite “Civica e A. Ursino Recupero”,
affidata alle cure della dott.ssa Rita
Carbonaro, la partitura presso il
Museo Civico Belliniano, diretto dal
dott. Silvano Marino.
Antonino Blandini
Mercoledì 23 settem-
bre, giorno anniver-
sario dell’immatura morte di Vin-
cenzo Bellini, la cittadinanza ha
reso il tradizionale commosso
omaggio al Cigno catanese con il
partecipare di mattina, nella basili-
ca Cattedrale, alla celebrazione
della s. messa in memoria del
grande musicista concittadino,
presieduta dal parroco e delegato
arcivescovile, mons. Barbaro
Scionti, con l’assistenza del grup-
po liturgico della parrocchia gui-
dato dal vicario parrocchiale, can.
Giuseppe Maieli, organi-
sta della Cappella Musi-
cale del Duomo.
Assieme all’assessore
comunale ai Saperi e alla
Bellezza condivisa prof.
Orazio Licandro in rap-
presentanza del sindaco,
al sovrintendente del Tea-
tro Massimo Bellini dott.
Roberto Grossi e al diret-
tore artistico dello stesso
ente lirico m° Francesco
Nicolosi, al direttore del
Museo Civico Belliniano
dott. Silvano Marino, al
cerimoniere del Comune
comm. gr. uff. Luigi Mai-
na, al m° prof. Domenico
De Meo uno dei massimi
studiosi filologi bellinia-
ni, hanno partecipato alla
Divina Liturgia gli stu-
denti del vicino Convitto
Nazionale “Mario Cutel-
li”, con gli insegnanti e il
labaro del celebre istituto
educativo.
La straordinaria anima-
zione liturgica è stata
curata dal Coro del Teatro Massi-
mo Bellini diretto dal m° Ross
Craigmile, che ha eseguito alcuni
struggenti canti liturgici per orga-
no: “Laudate” di Knut Nystedt
all’introito, “Kyrie” dalla messa in
sol minore di Bellini, l’Alleluja
gregoriano, “Eccomi” di Marco
Frisina all’offertorio, “Sanctus” di
Michele Bonfitto, “Ave verum” di
Colin Mawby alla Comunione,
“Jesus bleibet meine Freude dalla
cantata 147 di Johann Sebastian
Bach al congedo.
All’omelìa il celebrante si è com-
piaciuto della significativa presen-
za di tanti studenti e ha additato, in
particolare, il bello e il buono che
la città di Catania ha avuto in ere-
dità spirituale dal nostro Bellini, le
cui spoglie riposano in basilica
come quelle della veneratissima
patrona Sant’Agata vergine e mar-
tire e del beato cardinale arcive-
scovo Giuseppe Benedetto Dusmet
SOB, che volle installare in Catte-
drale un nuovo organo, ora posto
sulla cantoria d’ingresso, e della
cui memoria la città è grata e fiera.
Subito dopo il rito eucaristico, c’è
stato un breve ma
intenso momento di
preghiera con incen-
sazione ed aspersione
con l’acqua benedetta
davanti al monumen-
to sepolcrale del
sommo artista cata-
nese -ornato delle
corone d’alloro del-
l ’Amminis t razione
comunale e del Tea-
tro Massimo Bellini
sotto la scritta tratta
da “La Sonnambula:
Ah! Non credea
mirarti sì presto
estinto, o fiore” e
presidiata dal servi-
zio d’onore di quattro
vigili urbani in alta
uniforme- guidato da
mons. Scionti con la
partecipazione di
musicisti, musicofili,
cantori, melomani,
comuni cittadini e
turisti.
Memorex
L’eredità spirituale del cigno
Duomo: Suffragio e omaggio a Bellini
Prospettive - 4 ottobre 20158
DIOCESI
8
Accurata riproposizione dell’opera di Giuseppe Geremia
Esaltazione di Mardocheo a San Nicola L’Arena, un auspicio avverato
Le “Giornate sociali dio-cesane”, che l’Ufficio
per i problemi sociali dell’Arcidio-cesi di Catania organizza con caden-za annuale sin dal novembre 2005,hanno puntato a formare le personealla partecipazione attiva alla vitasociale e politica. Durante le “Gior-nate”, però, non solo sono stati offer-ti momenti rilevanti di formazione,ma sono state elaborate anche propo-ste concrete, perché i fedeli laici etutte le persone di buona volontàpotessero di fatto impegnarsi perdare il loro apporto per il consegui-mento del bene comune della polis.La creazione degli Osservatorisocio-politici in alcuni vicariati del-l’arcidiocesi, si può annoverare tra leiniziative più significative in quantoattua ciò che i vescovi italiani scrive-vano già parecchi anni or sono: laparrocchia si deve porre come “sog-getto sociale” nel territorio. È nell’o-rizzonte di questa democrazia parte-cipativa che si può collocare l’espe-rienza dell’Osservatorio del VIIvicariato, che da parecchi anni èimpegnato, in collaborazione soprat-tutto con i dirigenti scolastici del ter-ritorio, affinché in un quartierepopoloso come quello di Librino(circa 80.000 abitanti) venisse realiz-zata una scuola superiore, evitandocosì ai ragazzi le difficoltà di pren-dere tre o quattro autobus ogni mat-tino per raggiungere le scuole supe-riori del centro della città, con ladrammatica conseguenza che un’altapercentuale di alunni, già a febbraio,abbandonavano gli studi. In partico-lare, su questo argomento vogliamoricordare l’assemblea pubblica chel’Osservatorio organizzò nel salone-teatro della parrocchia Madonna delDivino Amore nel marzo 2010. Inquella occasione fu organizzata unatavola rotonda alla quale, oltreall’Arcivescovo, Mons. Gristina,parteciparono il presidente della Pro-vincia, G. Castiglione, il sindaco, R.Stancanelli, il provveditore agli stu-di, R. Zanoli, e gli assessori S. Arci-diacono, M. Belluardo, G. Ciampi eG. Pagano. All’incontro presero par-te anche i dirigenti scolastici C.Cascio e S. Molino, A. Chiarenza,direttrice del centro di prima acco-glienza presso il tribunale dei minoridi Catania, il segretario generale del-la Cisl A. Giulio, e vari rappresen-tanti del consiglio di quartiere. Ildibattito tra i rappresentanti delleIstituzioni e l’assemblea fu moltointenso e costruttivo. Dopo alcunimesi sembrava che la strada per rea-lizzare a Librino una scuola superio-re fosse appianata. Ma gli immanca-bili intoppi burocratici e per alcunianche una vera mancanza di volontàpolitica determinarono il blocco del-l’iniziativa. Nonostante ciò, l’impe-gno dell’Osservatorio, dei dirigentiscolastici del territorio e di altreassociazioni, non solo non si è spen-
to, ma ha continuato con determina-zione, tanto che a settembre del
2014, l’Osservatorio organizzò unaltro incontro con l’assessore R.D’Agata, presente anche il segretariodella Cisl-scuola Pippo Denaro, perfare il punto della situazione. In talmodo si è arrivati alla delibera della
Giunta Bianco delnovembre del 2014, chedava il via libera alla rea-lizzazione “di istituti omnicompren-sivi con attivazione di indirizzi distudio di 2 grado (…) in via speri-mentale”, e mettere “al contempo incampo tutte le azioni per la istituzio-ne di una Scuola superiore” a Libri-no. È nota a tutti la polemica che si èaperta in città, in seguito a questadelibera, e l’ opposizione di alcunipresidi delle scuole superiori dellacittà. Anche in questa occasione,l’Osservatorio è intervenuto, con una“Nota” per invitare a smorzare i tonidella polemica nell’interesse dei gio-vani, invitando ad un’azione sinergi-ca tra amministrazione comunale,scuole, sindacati, parrocchie, asso-ciazioni e università, puntando all’o-biettivo finale di istituire una scuolasuperiore autonoma con diversi indi-rizzi, ritenendo, però, utile la fase disperimentazione degli Istituti omni-
comprensivi, per puntare a creareuna scuola superiore di “eccellenza”,così da attrarre anche i giovani dialtre zone della città. Finalmente,con l’inizio del nuovo anno scolasti-co 2015/2016, Librino vede la realiz-zazione del liceo musicale e dell’isti-tuto alberghiero, presso gli istitutionnicomprensivi Musco e Pestaloz-zi. Lo stesso Sindaco Bianco, parlan-do alla stampa, ha voluto sottolinea-re l’azione di collaborazione tra levarie associazioni del territorio el’Osservatorio del VII vicariato. Cisembra che aver contribuito a dareuna risposta a un’esigenza cosìimportante per i cittadini di Librino,quale quella di una scuola superiore,sia l’esempio che la democrazia par-tecipativa è una via da percorrereoggi di fronte a una politica che ten-de a chiudersi in se stessa: da un
nostro modo nuovo di percepirci cit-tadini si può alimentare la speranzadi vedere un autentico rinnovamentoetico e politico. E le “Giornate socia-li diocesane” sono state, e continua-no a costituire, uno stimolo formati-vo per tutta la comunità cristiana chenon può voltare le spalle all’impegnopolitico per il vero bene integraledell’uomo.
Piero Sapienza
Prospettive - 4 ottobre 2015 9
DIOCESI
9
LA PARROCCHIA“soggetto sociale”NEL TERRITORIO
Per il quarto anno conse-cutivo, l’Ufficio pro-
blemi sociali e lavoro dell’Aricidio-cesi di Catania, in collaborazionecon lo Studio Teologico S.Paolo,propone la Scuola di formazioneall’impegno sociale e politico. L’ini-ziativa, che negli anni scorsi hariscosso un notevole successo, èrivolta a tutti gli uomini e le donne dibuona volontà che vorrebbero vederela politica, non come un’occasioneper gestire un potere, ma come deveessere davvero un’attività che miraal bene comune di tutti i cittadini, acominciare dagli ultimi. La Scuola ènata come conseguenza delle “Gior-nate sociali diocesane”, in cui pertanti anni, l’Ufficio per i problemisociali ha puntato a formare cittadiniconsapevoli della loro responsabilitàsociale e politica, che non volevanoessere travolti dalla corrente dell’an-tipolitica, che produceva personedisinteressate davanti all’impegnopolitico, chiuse nel proprio indivi-
dualismo e nei propri interessi. Laformazione alla democrazia parteci-pativa ha fatto sorgere in molti ilbisogno di una formazione adeguata,per potere essere cittadini attivi nellapolis. La Scuola offre non solo alcu-ni strumenti essenziali per leggere larealtà, per intervenire sulle questionipiù urgenti, ma si preoccupa anchedi formare una forte coscienza etica,tanto necessaria oggi in un contestosociale e politico in cui il tarlo dellacorruzione sfilacccia il tessuto socia-le dal Nord al Sud del Paese, e a tut-ti i livelli: da quelli personali e digruppo a quelli istituzionali. Senzaun recupero di eticità non si puònemmeno parlare di ripristino dellalegalità. E dove mancano virtù etichee legalità è inutile sperare in un rilan-cio della vita economica del Paese,come aveva ben capito A. Genovesi,grande economista del XVIII secolo:“....sono ostinato nel credere non vipotere essere economia, né politica,né arte, né industria, né nulla di
bene, dove non vi
sia una soda e
rischiarata vir-
tù”. Per l’annoa c c a d e m i c o2015/2016, laScuola presentaqualche novità.Si articola in unpercorso di base,dove agli allievivengono propo-ste alcune coor-dinate fonda-mentali: come adesempio, la dot-
trina sociale della Chiesa, l’eticasociale. Con il secondo semestre,invece, ogni anno si affrontano dellenuove problematiche, legate al con-testo territoriale o al dibattito politi-co nazionale o locale. In questomodo, l’itinerario della Scuola vienemodulato e si dà la possibilità a colo-ro che hanno partecipato negli anniprecedenti di continuare la loro for-mazione con approfondimenti sutemi specifici. La questione ambien-tale, lanciata da Papa Francesco nel-
la enciclica “Laudato sì”, in questoanno accademico sarà approfonditanelle sue diverse articolazioni: eti-che, economiche, politiche, antropo-logiche, religiose. I docenti: AgatinoCariola e Giuseppe Vecchio dell’U-niversità di Catania, Piero Sapienza,Giuseppe Schillaci e Gaetano Zitodello Studio Teologico S. Paolo, Sal-vatore Latora e Rosaria Rotolo.Le lezioni si terranno ogni sabatodalle ore 9,00 alle ore 12,00, pressoil Seminario arcivescovile di Catania(viale O. da Pordenone 24). Il corsosi suddivide in due parti: dalla fine diOttobre a metà Dicembre e poi dametà Gennaio a metà Maggio. Aconclusione sarà rilasciato un atte-stato di partecipazione. La metodo-logia ai articola in lezioni frontali,laboratori, seminari di approfondi-mento e tavole rotonde con relatoriesterni su alcuni temi di particolarerilievo.Le iscrizioni sono già aperte pressola segreteria della Scuola (Ufficioproblemi sociali e lavoro, Via Vitto-rio Emanuele 159). L’inaugurazionedell’anno accademico è fissata persabato 24 ottobre 2015, alle ore 9,00.Anche se gli orizzonti politiciappaiono molto spesso offuscati,nessuno può esimersi dal dare il pro-prio apporto per migliorare la vitadella polis. A tal proposito, PadreSorge, alcuni anni or sono, scriveva:“Grava su tutti – governanti e cittadi-ni – il compito di dare un’anima eti-ca e culturale ai nuovi scenari politi-ci”.
Piero Sapienza
Salone parrocchiale Madonna delDivino Amore, 5.3.2010: incontro
dell’Osservatorio del VII vicariato conle Istituzioni: Sindaco Stancanelli eassessori Belluardo e Arcidiacono,
Presidente della Provincia Castiglione eassessori Ciampi e Pagano,
Provveditore agli studi Zanoli. PresiedeS.E. Mons. Gristina
Diventare cittadini attivi nella polis
... da un nostro modo
nuovo di percepirci
cittadini si può
alimentare la speranza
di vedere un autentico
rinnovamento
etico e politico
SCUOLA DI FORMAZIONE POLITICA (2015/2016)
La Scuola offre non
solo gli strumenti per
leggere la realtà, per
intervenire sulle
questioni più urgenti,
ma si preoccupa anche
di formare una forte
coscienza etica, tanto
necessaria oggi in un
contesto sociale e
politico in cui il tarlo
della corruzione
sfilacccia
il tessuto sociale
Isstruzione Superiore a Librino e democrazia partecipativa
Durezza del cuore
Alcuni farisei si avvicinano a Gesùper metterlo alla prova. Quella chechiedono a Gesù è una cosa ovvia erisaputa: «se è lecito a un maritoripudiare la moglie». Chiaro che sì,tutta la tradizione religiosa, avallatadalla Parola di Dio, lo permetteva.Ma Gesù, come al suo solito, giocaal rialzo, porta la questione su di unpiano più alto: per la durezza del
vostro cuore Mosè scrisse per voi
questa norma.Gesù prende le distanze dalla legge,la relativizza, afferma che non tuttala legge ha autorità divina, talvoltaessa è solo il riflesso di un cuoreduro e non della volontà di Dio. C’èdell’altro, più importante, più vitaledi ogni norma.Ritorniamo a riflettere sulla Paroladi Dio.L’intensità di un’ autentica esperien-za ecclesiale non può che incremen-tare un’intelligenza della fede auten-tica riguardo alla Parola di Dio; reci-procamente si deve dire che leggerenella fede le Scritture fa crescere lastessa vita ecclesiale. Da qui possia-mo cogliere in modo nuovo la notaaffermazione di san GregorioMagno: «le parole divine crescono
insieme con chi le legge». L’ascoltodella Parola di Dio introduce edincrementa la comunione ecclesialecon quanti camminano nella fede.
Studio
«Sia dunque lo studio delle Sacre
Pagine come l’anima della Sacra
Teologia»: questa espressione dellaCostituzione dogmatica Dei Verbum
ci è diventata in questi anni semprepiù familiare. Possiamo dire che l’e-poca successiva al Concilio VaticanoII, per quanto riguarda gli studi teo-
logici ed esegetici, ha fatto frequenteriferimento a quest’espressionecome simbolo del rinnovato interes-se per la sacra Scrittura.E in questa prospettiva, i Padri han-no riconosciuto con gioia l’accre-sciuto studio della Parola di Dio nel-la Chiesa lungo gli ultimi decenni edhanno espresso un vivo ringrazia-mento ai numerosi esegeti e teologiche con la loro dedizione, impegno ecompetenza hanno dato e danno uncontributo essenziale all’approfondi-mento del senso delle Scritture,affrontando i problemi complessiche il nostro tempo pone alla ricercabiblica. Sentimenti di sincera grati-tudine anche per i membri della Pon-
tificia Commissione Biblica che sisono succeduti in questi anni e che,in stretto rapporto con la Congrega-zione per la Dottrina della Fede, con-tinuano a dare il loro qualificatoapporto nell’affrontare questioni par-ticolari inerenti allo studio dellasacra Scrittura.Il Sinodo ha sentito, inoltre, il biso-gno di interrogarsi sullo stato degliattuali studi biblici e sul loro rilievonell’ambito teologico. Infatti, dalfecondo rapporto tra esegesi e teolo-gia dipende gran parte dell’efficaciapastorale dell’azione della Chiesa edella vita spirituale dei fedeli. Perquesto è importante riprendere talu-ne riflessioni emerse nel confrontoavuto su questo tema nei lavori delSinodo. È necessario riconoscere ilbeneficio derivato nella vita dellaChiesa dall’esegesi storico-critica edagli altri metodi di analisi del testosviluppati nei tempi recenti.
Per la visione cattolica della sacraScrittura l’attenzione a questi metodiè imprescindibile ed è legata al reali-smo dell’incarnazione: «Questanecessità è la conseguenza del prin-cipio cristiano formulato nel Vangelosecondo Giovanni 1, 14: Verbum
caro factum est. Il fatto storico è unadimensione costitutiva della fede cri-stiana. La storia della salvezza non èuna mitologia, ma una vera storia edè perciò da studiare con i metodi del-la seria ricerca storica».
Metodi di indagine
Pertanto, lo studiodella Bibbia esige laconoscenza e l’usoappropriato di questimetodi di indagine.Se è vero che questasensibilità nell’am-bito degli studi si èsviluppata più inten-samente nell’epocamoderna, benchénon dappertutto inmodo uguale, tutta-via, nella sana tradi-zione ecclesiale, vi èsempre stato amoreper lo studio della«lettera». Basti quiricordare la culturamonastica, cui dob-biamo ultimamenteil fondamento dellacultura europea, allacui radice sta l’inte-resse per la parola. Ildesiderio di Dioinclude l’amore per
la parola in tutte le sue dimensioni:«poiché nella Parola biblica Dio è incammino verso di noi e noi verso diLui, bisogna imparare a penetrarenel segreto della lingua, a compren-derla nella sua struttura e nel suomodo di esprimersi. Così, proprio acausa della ricerca di Dio, diventanoimportanti le scienze profane che ciindicano le vie verso la lingua».Il Magistero vivo della Chiesa, alquale spetta «d’interpretare autenti-camente la Parola di Dio, scritta o
trasmessa», è intervenuto consapiente equilibro in relazione allagiusta posizione da avere di fronteall’introduzione dei nuovi metodi dianalisi storica. Ci riferiamo in parti-colare alle encicliche Providentis-
simus Deus di Papa Leone XIII eDivino afflante Spiritu di Papa PioXII. Fu Giovanni Paolo II a ricorda-re l’importanza di questi documentiper l’esegesi e la teologia in occasio-ne della celebrazione rispettivamentedel centenario e cinquantenario della
loro promulgazione. L’ intervento di Papa Leone XIIIebbe il merito di proteggere l’in-terpretazione cattolica della Bib-bia dagli attacchi del razionali-smo, senza però rifugiarsi in unsenso spirituale staccato dallastoria. Non rifuggendo la criticascientifica, si diffidava solamente«dalle opinioni preconcette chepretendono di fondarsi sullascienza ma che in realtà fannouscire subdolamente la scienzadal suo campo». L’Enciclica Divino afflante Spir-
itu, con grande sensibilità, haevitato di ingenerare l’idea di unadicotomia tra l’«esegesi scientifi-ca» per l’uso apologetico e l’in-terpretazione spirituale riservataall’uso interno, affermando inve-ce sia la portata teologica delsenso letterale metodicamentedefinito», sia l’appartenenza del-la «determinazione del senso spi-rituale … al campo della scienzaesegetica».
P. Angelico Savarino
Prospettive - 4 ottobre 201510
Riflessioni sul Vangelo
Paolo esortando gli Ebrei, che chiama fra-
telli santi, ricorda loro di essere partecipi di
una vocazione celeste e di prestare attenzio-
ne a Gesù, che definisce apostolo e sommo
sacerdote delle fede che noi professiamo.
Egli è degno di fede per colui che l’ha costi-
tuito tale cioè Dio, come lo fu anche Mosè in
tutta la sua casa. Gesù, in confronto a
Mosè, è stato giudicato degno di una gloria
tanto maggiore quanto l’onore del costrut-
tore della casa supera quello della casa stes-
sa, perché ogni casa viene costruita da qual-
cuno; ma colui che è autore di tutto è Dio.
In verità Mosè fu degno di fede, in tutta la
sua casa come servitore, per dare testimo-
nianza di ciò che doveva essere annunciato
più tardi. Cristo invece lo fu come figlio
posto sopra la sua casa. E la sua casa siamo
noi, se conserviamo la libertà e la speranza
di cui ci vantiamo
L.C.
San Paolo in briciole
NON È BENE CHE L’UOMO SIA SOLO
La casa di Dio Eb 3,1-6
Il peccato? Trasgredire il sogno di Dio
La vicenda dell’uomo e della donna sulla
terra si gioca tutta sulla solitudine. Non
possono uomo e donna stare soli, tranne la
scelta volontaria della consacrazione; ma
anche questa è discutibile perché vi sono
aspetti da discutere.
Vi è la solitudine dovuta alle vicende della
vita quale la morte o incidenti, ma l’uomo
e la donna non sono stati creati per la soli-
tudine, la famiglia è l’associazione prima-
ria che rende uomo e donna comuni nella
condivisione di un progetto di vita, nel
trasmetterla, nel crescerla e nell’avviare i
figli ad essa. Ciò è possibile per l’amore
che nasce e si coltiva nei cuori di due gio-
vani o di due adulti.
Si lascia anche la famiglia d’origine per
formare la nuova.
Non è lecita la divisione tra i due. Si chie-
de a Gesù se è possibile per qualsiasi
motivo lasciare la propria donna ed Egli,
rifacendosi alle origini afferma che non è
possibile. Il libello di ripudio Mosè lo con-
cesse per la durezza del cuore, ma all’ini-
zio non era così. Nel caso in cui i due si
lasciano per altri commettono adulterio
entrambi.
Inoltre la non accoglienza dei bambini è
tremenda. Il regno di Dio appartiene a
loro, non si può accogliere il regno se non
si accolgono i bambini. Sia la solitudine
sia l’accoglienza presuppongono il supera-
mento di se stessi, del proprio orgoglio e
della propria superbia: solo così si vince
la solitudine.
Superare se stessi significa donare, dare e
aprirsi agli altri. Questo è possibile trami-
te la sofferenza affrontata da Gesù per la
nostra salvezza. Ha superato se stesso per
vincere la solitudine e dare a noi i para-
metri della vita: “perché per la grazia di
Dio egli provasse la morte a vantaggio di
tutti… rendesse perfetto per mezzo delle
sofferenze il capo che guida alla salvezza”.
Leone Calambrogio
XXVII DOM T.O. / B - Gn 2,18-24; Sal 127/128,1-6; Eb2,9-11; Mc 10,2-16
DIOCESI
Gesù getta le basi per la libertà del cristiano: norma di comportamento che non è mai una legge esterna
Il volume di Don Fernando Bellelli,
“Etica originaria e assoluto affetti-
vo. La coscienza e il superamento
della modernità nella teologia filo-
sofica di Antonio Rosmini”, edizio-
ne Vita e Pensiero 2014, è diviso in
due ampie parti: la prima analizza in
modo molto approfondito il pensiero
di Rosmini, la seconda lo pone nel-
l’alveo della riflessione contempora-
nea riguardo alla post-modernità e lo
fa istruendo un confronto con la teo-
ria della coscienza credente elabora-
ta dalla “Scuola di Milano” della
Facoltà Teologica dell’Italia Setten-
trionale ed in particolare da Mons.
Pierangelo Sequeri.
Il lavoro di Don Bellelli è senza dub-
bio coraggioso, sia perché pone in
primo piano l’opera di Rosmini la
quale, pur vivendo finalmente in
questi ultimi anni una più ampia dif-
fusione porta ancora radicato in sé il
ricordo delle ferite del passato, sia
perché non si limita a dare il giusto
onore (anche) intellettuale al Beato
di Rovereto nel suo contesto tempo-
rale di origine, quanto mira a porlo
in dialogo con la post-modernità e lo
fa utilizzando come termine di con-
fronto la teoria della coscienza cre-
dente, teoria non cristallizzata ma in
se stessa dinamica ed in continua
fase di sviluppo. L’autore che si
pone sul crinale tra modernità e post-
modernità, scelto da Bellelli, come
cifra della fenomenologia e crocevia
degli autori e delle problematiche in
causa, è Levinas; un inserimento del-
la trattazione rosminiana su questo
tema dell’etico-morale qualifica
quindi la riflessione in un contesto
certamente post-moderno e di inte-
resse per l’uomo contemporaneo.
Il metodo originale elaborato e pro-
posto è quello che, riarticolando dal
di dentro teologia, metafisica, onto-
logia, fenomenologia ed ermeneuti-
ca, mette in evidenza il sentimento
fondamentale e la corporeità in
un’ottica di riconfigurazione episte-
mologica del rapporto tra scienze
umane e scienze filosofico-teologi-
che. Questa scelta rende lo studio
iscrivibile in quel percorso che è
conosciuto come la quarta fase degli
studi rosminiani. La prima fase è
segnata dalle controversie che ci
furono riguardo al pensiero di
Rosmini quando egli era ancora in
vita e si conclude quindi con la sua
morte. La seconda fase riguarda
invece le difficoltà di interpretazione
che la sua opera incontrò successiva-
mente, che gli valsero la definizione
di Kant italiano, e che coincisero con
la condanna esplicita della autorità
ecclesiale di alcuni suoi scritti (40
proposizioni tratte da varie opere)
che rese di fatto limitata e difficolto-
sa la diffusione del pensiero rosmi-
niano soprattutto in ambito ecclesia-
le. La terza fase, che si concretizza
con la nota della Congregazione per
la Dottrina della Fede del 2001 fir-
mata dall’allora prefetto Card.
Joseph Ratzinger in cui vengono
considerati ormai superati i motivi di
preoccupazione e di difficoltà dottri-
nali e prudenziali che avevano porta-
to alla condanna delle 40 Proposizio-
ni, coincide con la riscoperta dei
testi di Rosmini tramite una lettura
più autentica e scevra di pregiudizi
della sua opera, per coglierne il sen-
so proprio dei testi, e si conclude con
la beatificazione nel 2007. Da lì
prende il via quella che può appunto
essere definita la quarta fase
degli studi rosminiani che vuo-
le porre il Roveretano in dialo-
go con la filosofia contempora-
nea.
L’impresa perseguita nel volu-
me di Bellelli si può dire riu-
scita e l’attenta opera di scavo
dei testi rosminiani ha permes-
so di ritrovare perle di raro
valore che parlano anche
all’uomo contemporaneo, anzi
possiamo dire che proprio nel
contesto post-moderno hanno il
più pieno significato. Esame
attento del pensiero di Rosmini
quindi e messa in luce della sua
ricchezza e attualità ma anche
opera di lievitazione di un pen-
siero creativo quanto è quello
di questo autore che, rifiutando
l’avvinghiamento della maggioranza
della teologia del suo tempo con il
razionalsmo, non ha rifiutato invece
il confronto con la modernità ma in
essa si è immerso sviluppando un
pensiero colto, creativo e credente,
che è sempre rimasto ancorato alla
Chiesa cattolica e alla Santa Sede, e
a servizio del Magistero e della
Rivelazione, oltre che dell’uomo.
Nel libro si intrecciano questioni
cruciali quanto quella, di sempre
viva attualità, del rapporto tra ragio-
ne e fede, e quella degli affetti, così
importanti nella definizione della
vita dell’uomo post-moderno.
Il centro dell’analisi riguardo alla
metafisica e alla teologia rosminiana
è sul sintesismo delle tre forme del-
l’essere e sull’essere morale e gran-
de attenzione viene posta alla que-
stione antropologica, ai temi degli
affetti e della sensibilità che in chia-
ve rosminiana è riflessione sul senti-
mento fondamentale.
Nel percorso viene ripresa la teoria
della coscienza credente originaria,
che abbia quindi la sua logicità nel-
l’affrontare il religioso. Questa
coscienza credente di struttura meta-
fisico-affettivo-simbolica è il centro
della vita dell’uomo, è lo scrigno del
suo essere, è lo spazio-tempo in cui
trovano sintesi il suo intelletto, il suo
affetto e la sua volontà, ricomprese
anche nell’ambito teologico, specifi-
camente in ciò che Rosmini esprime
con la inoggettivazione. Nel sistema
rosminiano vero, bello e bene vanno
concordi nell’uno triadico-trinitario
come a passo di danza, permettendo
una valorizzazione della persona in
grado di tenere in debito conto tutte
le istanze ormai insopprimibili di
valorizzazione di sé e libertà dell’uo-
mo post-moderno, incluse le trappo-
le di una visione che escluda la por-
tata e le implicazioni filosofiche del
peccato nelle scelte pratiche: la
coscienza riflessa è proprio il giudi-
zio speculativo di un giudizio prati-
co. Non può forse una visione antro-
pologica così fondata dare spunti e
suggerimenti per percorrere quelle
strade ardite e nuove che Papa Fran-
cesco tanto spesso auspica anche
all’interno della vita della Chiesa e
della missione nell’ottica del nuovo
umanesimo prospettato dai Vescovi
italiani?
Senz’altro, questo di Bellelli, è un
testo che merita attenta riflessione in
ambito scientifico e accademico.
Gianni Picenardi
Centro Studi rosminiani - Stresa
Prospettive - 4 ottobre 2015 11
Chioccola la fonte Are-
tusa col suo lento ed
eterno mormorio e pare che attraver-
so quella musica dell’acqua soave ed
eterna suggerisca parole d’amore.
Oh, Siracusa, patria della civiltà gre-
ca, fondatrice di città, amabile cultri-
ce del bello e dell’armonia, soltanto
tra le tue vetuste pietre e tra i tuoi
boschi dell’antichità, poteva sorgere
una storia passionale molto intensa
trasformata in un perpetuo gorgoglio
acquatico.
E queste eterne immagini del mito le
ho incontrate nella patria dello scien-
ziato Archimede, del commediogra-
fo Epicarmo e del poeta
bucolico Teocrito che
Virgilio chiama “mio
maestro”.
E così quel giorno ho
incontrato Alfeo. La sua
sembianza di giovane
dalle membra fortificate
nella vita all’aria aperta
e la sua esistenza dedita
all’attività venatoria
sembrava lo avessero
reso vigoroso e felice.
Eppure qualcosa di sot-
tile e impalpabile lo
faceva malinconico,
come se avesse deside-
rato un oggetto impossi-
bile da raggiungere.
Guardava la fonte Aretusa e con le
sue diafane mani raccoglieva quel-
l’acqua limpida e dolcemente si
bagnava il roseo volto e la fluente
chioma castana dei suoi serici capel-
li. Sembrava un dio greco sceso dal-
l’Olimpo per far innamorare le gio-
vani donne che nell’età della pubertà
scoprono le dolcezze dell’amore.
L’ho invitato a parlare e a rivelarmi il
suo tenero struggimento.
<<Sono figlio degli dei, e come i
miei genitori fruisco dell’immortali-
tà; ho amato profondamente la cac-
cia, fino a disdegnare le gioie dell’a-
more. Viaggiavo da regione a regio-
ne attraversando i tunnel sotterranei.
Persino il dio Mercurio, il messagge-
ro degli dei, lo psicopompo, l’ac-
compagnatore delle anime nell’oltre-
tomba, ha una punta d’invidia nei
miei riguardi, per la velocità dei miei
spostamenti e per il mio fascino al
quale volutamente non chiedevo cor-
rispondenza>>.
Alfeo, lei mi ha riferito del suo dis-
interesse riguardo all’amore, ma
noto che guarda a questa fonte con
struggente desiderio, come se si rela-
zionasse con una donna.
<<La dea Venere, si addolorava per
il mio comportamento e allora si
rivolse al figlio il dolce e
crudele Eros che scaglia le
frecce per far sciogliere i
cuori di tanti giovinetti e di
fanciulle in erba>>.
Cosa accadde?
<<L’astuto figlio della dea
della bellezza, mi portò in
sogno in una terra meravi-
gliosa, florida di boschi e
di ruscelli gorgoglianti, la
Sicilia e in particolare
Siracusa. Ivi notai un det-
taglio davvero curioso: tra
i rami fronzuti facevano il
nido delle quaglie dal piu-
maggio aureo. Che feno-
meno straordinario! Volli
subito recarmi in questa
terra magica e allora dall’Arcadia,
ove mi trovavo, viaggiando per sen-
tieri sotterranei, giunsi in quel posto
incantevole e vi trovai gli uccelletti
d’oro. Uno di questi mi venne incon-
tro e colpito dalla spietata freccia di
Cupido, si trasformò in una stupenda
fanciulla>>.
E lei se ne innamorò?
<<Ahimè, la ragazza per un incante-
simo dell’alato dio figlio di Venere,
ripudiava l’amore e allora fuggiva
dal mio desiderio, tanto che per sot-
trarsi per sempre alle mie voglie
chiese al padre Zeus di essere tra-
sformata in acqua.
E lei sta qui, a gorgogliare eterna-
mente tra questi papiri. Io mi volli
congiungere con lei se non nello sta-
to umano, in quello liquido, diventa-
re anch’io fluido, trasparente. Dalla
pietà del padre degli dei (a volte que-
sti esseri immortali sanno essere
compassionevoli), venni trasformato
in fiume, che velocemente dalla
regione della Grecia attraverso lo
Ionio e mi getto tra queste chiare
sorgenti aretusee. Mia cara Stefania,
l’amore vero non finisce e anche se
trasformato vive e per sempre>>.
Detto questo svanì. Nell’aere che
andava a imbrunire la musica della
fonte cristallina.
Stefania Bonifacio
Tra modernità
e post-modernità
l’intervista
L’amore vero vive per sempreIndietro nel tempo intervistando Alfeo
Don Fernando Bellelli pubblica un volume su Antonio Rosmini
L’autore mira a porre
Rosmini in dialogo
con la post-modernità
e lo fa utilizzando
come termine di
confronto la teoria
della coscienza
credente, teoria non
cristallizzata ma in se
stessa dinamica ed in
continua fase
Fonte Aretusa, Siracusa
di sviluppo
“Non abbiamo fatto
nulla di ecceziona-
le, solo il nostro dovere”, costruendo
così una società più giusta e combat-
tendo così la mafia, messaggio
dominante veicolato dalle personali-
tà presenti che hanno ricevuto rico-
noscimenti al Premio Internazionale
“Rosario Livatino, Antonino Saetta e
Gaetano Costa”, organizzato dall’o-
monimo comitato spontaneo Anti-
mafie di Riposto (giunto quest’anno
alla XXI edizione), nel cui ambito
viene anche assegnato il Premio spe-
ciale in memoria di Antonietta Labi-
si, fondatrice dell’Istituto medico
psicopedagogico “Lucia Mangano”
di S. Agata li Battiati, una donna
sempre attenta ai bisogni della gente
e pronta a donarsi a favore degli
emarginati dei quartieri “ghetto”
dove ha operato per diversi anni,
assistendo minori e anziani con
impegno e dedizione. La cerimonia
di premiazione (presieduta dal com-
missario Polizia di Stato Carmelo
Cavallaro, dal presidente Attilio
Cavallaro, dal vice Ugo Tomaselli,
e dal presidente onorario Corrado
Labisi, Angelo Iannone, ex colon-
nello del ROS, collaboratore di Gio-
vanni Falcone nelle indagini sul
patrimonio di Totò Riina, e per due
anni infiltrato all’estero in organiz-
zazioni di narcotrafficanti colombia-
ni legati a camorristi, autore del libro
“Aspettando…giustizia”), si è tenuta
al Teatro comunale “Leonardo Scia-
scia” di Aci Bonaccorsi, comune
scelto per i suoi trascorsi “virtuosi” e
di buona politica premiato nella per-
sona del Mario Alì che ha fatto gli
onori di casa salutando autorità civi-
li, religiose, militari e studenti del
liceo scientifico “Archimede”, rin-
graziando il Comitato per aver scelto
di far tappa nel suo paese. Unita-
mente a magistrati e alti esponenti
delle forze dell’ordine, con il Comi-
tato “Livatino, Saetta, Costa” si sta
organizzando il tour della legalità,
presso 21 scuole, coinvolgendo
8.000 studenti delle scuole di Cata-
nia. Un maxischermo ha proiettato le
dolorose immagini della strage di
Capaci e del funerale di Giovanni
Falcone e della sua scorta e poi il rito
della benedizione e il Salve Regina
composto dal Maestro Francesco
Palmeri, hanno dato il via alle pre-
miazioni. Prestigiose pergamene a
nomi illustri nel panorama naziona-
le: magistrati, uomini delle forze del-
l’ordine, giornalisti, associazioni,
movimenti che operano impegnando
la loro vita per l’affermazione dei
valori della legalità, nella lotta alla
mafia ed alla criminalità organizzata
e per l’affermazione di una libera
informazione. Il caporedattore de La
Sicilia Giuseppe Di Fazio, premia-
to, ha osservato: “In Sicilia la vera
rivoluzione è la normalità”. La pre-
senza di studenti delle medie e del
liceo di Aci Bonaccorsi ha testimo-
niato, attraverso alcuni interventi, la
vicinanza “spirituale” e “culturale”
ai tre coraggiosi e onesti magistrati
celebrati, uccisi senza pietà dalla
mafia, sacrificando se stessi e
lasciando come ricordo nella comu-
nità siciliana e non solo, la cultura di
quella Giustizia. La premiazione è
stata arricchita da un intervento
musicale del maestro Salvo Troina
(sovr. Polizia di Stato, favola antipe-
dofilia “Pierino e il lupo”) che con la
cantante Patrizia Palmieri ha ese-
guito “Il cerchio della vita”. Fra i
tanti premiati Olimpia Orioli madre
di Luca, morto insieme alla fidanza-
ta Mariarosa Andreotta in circostan-
ze non ancora chiarite il 23 marzo
del 1988; l’ex questore Walter
Fazio; Corrado Lembo, procurato-
re capo di Salerno; Nunzio Martel-
lo, comandante Capitaneria di Porto;
Angiolo Pellegrini, generale dei
Carabinieri, autore del libro “Noi
uomini di Falcone”; la squadra dei
“Falchi” degli anni ’70; Giovanni
Bracchitta, Giuseppe Faraone,
Albaro Cavezza. E ancora autorità
militari che hanno dato un grande
contributo alla lotta contro la crimi-
nalità Giuseppe Pisano capo Dire-
zione amministrativa antimafia Cal-
tanissetta, Tommaso Stasi dirigente
Asp 3 Catania, Vittorio Perella,
Antonio Curcio. Per la sanità Vin-
cenzo Panebianco e Giuseppe Lon-
go (Ospedale S. Vincenzo di Taormi-
na), Giovanni Puglisi Dipartimento
Farmacia Catania, Massimo Busce-
ma presidente Ordine Medici Cata-
nia, Fausto Piazza dirigente Ispetto-
rato Lavoro, Salvatore Ranno medi-
co chirurgo e Direttore cattedra Uro-
logia Università Catania, Gianfran-
co Amato, i Luogotenenti Vittorio
Perella, Comando prov. Carabinieri
di Messina e Antonio Curcio Cata-
nia, Manuela Romano educatrice
Casa Circondariale Giarre (ritira il
premio Ispettore Tumino), il sovrin-
tendente Domenico Trimigno,
Filippo Di Francesco Polizia di Sta-
to Catanzaro, Santo Mangione,
Polizia di Stato Randazzo, Marco
Provenzale, Davide Romano auto-
rità portuale Catania, Brigadiere
capo Giuseppe Lipari, Vincenzo
Mucimarra Polizia Stradale Ran-
dazzo, l’Appuntato scelto dell’Arma
dei Carabinieri di Messina Sebastia-
no Altadonna, Salvatore Ragusa,
Claudio Felice D’Amico imprendi-
tore, Francesca Labisi Istituto
Medico Psico Pedagogico Lucia
Mangano, Rosario Pennisi Croce
Rossa Guardia di Finanza; il regista
Vincenzo Cosentino, Lorenzo
Costanzo, Alessio Quattrocchi,
campione di Kickboxing; Orazio
Fresta, Francesco Gangi, Giusep-
pe Cucchiara, Questore Messina,
Maresciallo della Finanza Nicola
Proietto, Assistente di Polizia
Domenico Trimigno, Marco Pro-
venzale, il Colonnello Carabinieri
Salvino Paternò.
Per il giornalismo Michele Salomo-
ne; Lucio Gambera (La Sicilia) e
Giovanni Ciancimino decano dei
giornalisti siciliani. Per l’editoria
Enzo Stroscio, rivista Globus Maga-
zine, e Armando Siciliano (che ha
presentato tre scrittori: Francesco
Marchese, Francesca Spadaro,
Adriana Antoci), Sidro Barbagallo
rivista “Vita Forense”. Una giornata
per ricordare e dare sostegno alla
legalità e bontà cristiana, ma anche
un avviso di sfratto che si dà alle
mafie e un impulso a tutti i cittadini
e amministratori che lavorano per
una Sicilia libera dall’oppressione
della criminalità organizzata.
Lella Battiato
Prospettive - 4 ottobre 201512
RUBRICHE
Tra dovere quotidianoe impegno sociale
Aci Bonaccorsi: XXI Memorial “Livatino, Saetta, Costa”
La “stagione” celebrativa
del “Cigno di Catania”
è breve, come fu la sua vita, percor-
rendone a ritroso l’alfa (nascita, 3
novembre 1801) e l’omega (morte
23 settembre 1835). Il 180° della
morte è stato celebrato nel luogo nel
quale riposano le sue spoglie terrene
(il Duomo di Catania) con cerimonia
liturgica musicale, e nel suo teatro
(Massimo “Bellini”) con un concer-
to per orchestra coro e voci sole nel
corso del quale sono state eseguite la
Sinfonia in Re minore, quattro Tan-
tum ergo (in Mi maggiore, Fa mag-
giore, Sol maggiore, Re maggiore)
poi, tratte dalla Messa in Sol minore,
(Kyrie eleison, Gloria in Excelsis
Deo, Laudamus Te, Domine Deus,
Qui tollis, Qui sedes, Quoniam cum
Sancto Spiritu). L’orchestra è stata
diretta da Giovanni Ferrauto, mae-
stro del coro Ross Craigmile; voci
soliste Piera Bivona (soprano),
Patrizia Perricone (contralto), Ric-
cardo Palazzo (tenore), Dainele
Bartolini (basso). Composta ed effi-
cace l’esecuzione studiata e voluta
da Ferrauto che, con gesto esperto,
ha saputo trarre, sottolineandole, le
atmosfere create in musica dei vari
momenti di ispirazione dell’immor-
tale musicista. Parlando di Bellini, è
un hazard distinguere tra opere gio-
vanili e della maturità, ma sta di fat-
to che le composizioni a carattere
religioso liturgico appartengono al
primo periodo, fino al 1825; arrivato
alla lirica, il Nostro si è ispirato a
tematiche secolari. Viene da osser-
vare che le musiche religiose liturgi-
che hanno avuto funzione formativa
(come in letteratura il romanzo di
formazione): la necessità di rispetta-
re canoni e criteri compositivi è
palestra utile ed efficace per una
conoscenza approfondita degli stru-
menti e degli effetti sonori comples-
sivi. La cifra, lo stile di Bellini già si
presenta, sublima e ammalia in esse:
questo ci ha detto in musica Gio-
vanni Ferrauto, assecondato o
obbedito da Craigmile. Le voci soli-
ste sono state all’altezza del compi-
to loro assegnato esprimendo effica-
cemente la dolcezza della musicalità
di Bellini. Il concerto, lungamente
applaudito dal pubblico affluito
numeroso, ha avuto il sapore di una
ricorrenza intima, familiare, senti-
mentale.
Anche altrove, e con qualche antici-
po, il 180° della morte di Vincenzo
Bellini è stato ricordato. Segnalia-
mo: Lucca, Sala Ademollo di Palaz-
zo Ducale, con il concerto per piano
e canto Alla luna organizzato dal-
l’Accademia Calliope, nel quale si
sono esibite le soprano Paola Mas-
soni, Barbara Luccini e Simona
Bertini, pianista Aliano Frediani;
Venezia, teatro La Fenice Norma in
scena dal 27 agosto al 19 settembre.
Carlo Majorana Gravina
180° della morte di Vincenzo Bellini
Torna a Catania da mer-
coledì 30 settembre a
sabato 3 ottobre 2015 il Trailer-
sFilmFest, il festival dei trailer cine-
matografici diretto da Stefania
Bianchi, giunto alla sua tredicesima
edizione, unico festival in Italia ed
in Europa che premia i migliori trai-
ler e le loro case di distribuzione. Si
tiene nell’ex Monastero dei Bene-
dettini, sede del Dipartimento di
Scienze Umanistiche Università
Catania e presso il Cine-Teatro
Metropolitan. Workshop, incontri
con i professionisti della promozio-
ne, lezioni sui mestieri del cinema,
rassegne di trailer e proiezioni di
lungometraggi in anteprima italiana.
Non mancheranno i concorsi dei
migliori trailer, 30 lavori selezionati
tra i film usciti nelle sale italiane
nella stagione 2014-2015, divisi per
le tre sezioni Italia, Europa e World
con una giuria di qualità, premi
anche alla migliore locandina cine-
matografica, al miglior videogame
trailer e quindi il concorso per il
miglior booktrailer, che vedrà Gian-
rico Carofiglio. Due gli omaggi di
questa edizione del festival: da una
parte gli 80 anni del Centro Speri-
mentale di Cinematografia, dall’al-
tra il regista Gianni Amelio, che
sarà protagonista dell’incontro sui
mestieri del cinema e di cui sarà
proiettato il film Così Ridevano,
Leone d’Oro al Festival di Venezia
nel 1998. Da segnalare la particola-
rità del festival che offre spazio alle
idee degli autori indipendenti con il
concorso Pitch Trailer, novità asso-
luta in Italia, attraverso un trailer
realizzare un film e ancora la sezio-
ne TrailersLab dedicata al laborato-
rio creativo per progetti cinemato-
grafici e televisivi in collaborazione
con il Dipartimento di Scienze Uma-
nistiche di Catania. Per l’accoglien-
za nelle sale, sinergia con l’Istituto
Alberghiero “Karol Wojtyla” diri-
gente scolastico Daniela Di Piazza,
che vedrà coinvolti
attivamente gli alun-
ni. Durante le quat-
tro serate presentate
dall’attrice Anto-
nella Salvucci (L’e-
ducazione sentimen-
tale di Eugenie), al
Cine-Teatro Metro-
politan avrà tra gli
ospiti, i registi
Gianni Amelio ed
Eleonora Danco.
Artemisia
Creatività e strumenti progettualiCatania: XIII edizione Trailers FilmFest
Trailers-FilmFest-Conferenza-Stampa
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