Pietro Greco Milano, 14 dicembre 2012. Lera della conoscenza Lo aveva già annunciato quasi...

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Pietro Greco

Milano, 14 dicembre 2012

L’era della conoscenza Lo aveva già annunciato

quasi sessant’anni fa Norbert Wiener, il padre fondatore della cibernetica in un libro in cui ne prefigurava le opportunità, ma anche i limiti.

Ma oggi molti ne sono convinti. Siamo entrati (stiamo entrando) in nuova, grande era nella storia della società umana: l’era dell’informazione e della conoscenza.

La terza transizione dell’economia umana

Energia Economia Società Impattoambientale

Conoscenzaapplicata a

La rivoluzione dell’agricoltura

Biologica Agricola NeoliticaStanziale

Paesaggio DomesticazioneMetallurgia

La rivoluzione industriale

Fossile Industriale Stato/Nazione

Clima,Biodiversità

TermodinamicaTrasporti

La rivoluzione della conoscenza

(?)Rinnovabile

ICTBiotecnologieNanotech

Globale/Locale

?

Post-umano?

Sistemi complessi

Era della conoscenza Il valore dei beni e dei

servizi che vengono scambiati non è determinato né dal valore della materia prima, né dal valore del costo del lavoro fisico effettuato dall’uomo.

Il valore dei beni e dei servizi è determinato sempre più dal contenuto di conoscenza che il bene o il servizio contiene.

Capitali tangibili e intangibili

L’economia della conoscenza è non solo la più dinamica del pianeta.

In molti paesi è ormai di gran lunga dominante in termini assoluti.

La gran parte della ricchezza degli Stati Uniti è costituita da capitali non tangibili (scuole, università, centri di ricerca, servizi di trasporto e di comunicazione, eccetera) più che da capitali tangibili (case, fabbriche, macchine).

La scienzanell’era conoscenza Luciano Gallino

(Tecnologia e democrazia, 2007):

L’era della conoscenza, fondata sulla:

produzione incessante di nuova conoscenza scientifica

e su quel tipo di tecnologia che «incorpora volumi senza fine crescenti di conoscenza scientifica».

L’era della conoscenza La scienza (ci ha

sbarcato) nel nuovo mondo

Con tutte le problematiche del caso

Mai il mondo è stato così ricco

Mai nel mondo c’è stata tanta disuguaglianza

Mai l’impronta umana sull’ambiente è stata così insostenibile

La scienza: tre novità strutturali

Negli ultimi 15 anni, secondo la NSF

1. Crescita degli investimenti complessivi in R&S

2. Crescita degli investimenti privati

3. Da un mondo bipolare a un mondo multipolare della ricerca.

19

90

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0

200

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1200

anno

Investimenti mondiali in R&S(in miliardi di dollari a PPA)elaborazione propria su dati OCSE

Spesa in R&S negli Usa

(in milioni di dollari, a dollaro costante 2003)

0

50000

100000

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300000

1953

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1973

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1993

1997

2001

anno

mili

on

i di d

olla

ri

Federale

Industria

Altri

TOTALE

Paese Spesa 2007 (miliardi $ a ppa)

1. Usa 402,0

2. Giappone 142,0

3. Cina 141,4

4. Germania 68,0

5. Corea 41,4

6. Francia 41,1

7. Gran Bretagna 37,2

8. India 33,3

9. Canada 23,7

10. Russia 22,1

11. Italia 18,7

12. Brasile 18,6

13. Taiwan 18,1

Mondo 1.156,0

% laureati sulla popolazione totale (fascia di età 25-34 anni)

0

10

20

30

40

50

60

70

Italia

Francia

Germ

ania

UK

Spagna

Corea

Giappone

US

A

OE

CD

Europa-

19%

3. Ricerca privata Negli ultimi 15 anni,

secondo la NSF

Crescita degli investimenti in R&S

Da 300 a 1.100 miliardi di dollari

Crescita degli investimenti privati

Ribaltamento del rapporto pubblico/privato

Da un mondo bipolare a un mondo tripolare.

La Cina e le otto tigri asiatiche

La scienza non è più una questione transatlantica, ma è sempre più una questione anche indopacifica.

Spesa in R&S negli Usa

(in milioni di dollari, a dollaro costante 2003)

0

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100000

150000

200000

250000

300000

anno

mili

oni d

i dol

lari Federale

Industria

Altri

TOTALE

Le promesse infrante Nessun trionfalismo

Molte - troppe - sono, come sostiene Joseph Stiglitz (In un mondo imperfetto, 2001), le promesse infrante della globalizzazione, compresa la globalizzazione della conoscenza.

Troppo spesso la scienza e la tecnologia vengono usate come nuovi fattori di esclusione sociale.

Crescita del Pil in Italia in rapporto a quello medio europeo (EU=15)

Fig. 2 Andamento della variazione % del Pil UE = 1

0.9985

0.999

0.9995

1

1.0005

1.001

1970

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1974

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1992

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1996

1998

2000

2002

2004

2006

Fig. 1 Italia: Andamento del Pil pro capite UE(15) = 1

0.90.920.940.960.98

11.021.041.061.08

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: Eurostat

Tasso di attività.Differenza percentuale tra la media dell’Unione Europea e l’Italia

Fig. 2.a: Tasso di attività - Differenza tra la media dei Paesi UE e l'Italia.

0

2

4

6

8

10

12

Intensità energetica

Fig. 8.1 - INDUSTRIA - Intensità energetica (kep/valore aggiuto in leuro 95)

0,11

0,115

0,12

0,125

0,13

0,135

0,14

0,145

0,15

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

UE (15)

Italia

Retribuzione media per addetto

Fig. 10 - Retribuzione media per addetto

15

20

25

30

35

40

45

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

Media 7 paesi UE

Italia

ItaliaAndamento dell'indice di Gini

32,533

33,534

34,535

35,536

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004In

dic

e d

i Gin

i

Export hi-tech

Andamento storico della spesa in R&S

0

1

2

3

4

1994

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Italia

UE-15

Usa

Giappone

Per una società democratica della conoscenza Servizi

Immateriali

Beni

Immateriali

Materiali

Valore: simbolico

Valore: conoscenza hi-tech

La conoscenza,bene comune

La conoscenza è un bene con una natura strana.

A differenza del petrolio o del pane è “non rivale” (se la utilizzo io, non impedisco ad altri di utilizzarla) e, almeno tendenzialmente, “non appropriabile”: a differenza di un pezzo di pane nessuno può facilmente appropriarsene e confinarla.

Quindi, tendenzialmente, è un “bene pubblico” che può essere utilizzato per uno sviluppo senza limiti.

L’era della conoscenza Le forze del mercato che si sono

imposte nell’economia mondiale negli ultimi decenni hanno tentato, talvolta con successo, di limitare il valore della conoscenza come “bene comune”.

In particolare hanno cercato con

un successo non totale ma molto vasto di “appropriarsene”. Hanno tentato di ridurre la conoscenza da “bene pubblico” a “bene privato”.

L’economia della conoscenza

Un’operazione che ha accompagnato, favorito e caratterizzato l’affermazione di un modello economico fondato sui consumi privati, in cui spesso il valore dei beni scambiati è “simbolico” e non agganciato ad alcuna realtà sostanziale.

L’era della conoscenza La risposta non può essere

di tipo luddista: “abbattiamo i centri di produzione della conoscenza”.

Al contrario, deve “liberare” tutte le potenzialità della “risorsa infinita”. Dobbiamo creare una “società democratica della conoscenza” e, nel medesimo tempo una “società ecologica della conoscenza”.

I = P A T Per la sostenibilità

ecologica

I = P A T

“Lo sviluppo felice” Lo sviluppo felice

Meno beni privati materiali Più beni pubblici immateriali

Francis Bacon “La scienza non deve essere

a vantaggio di questo o di quello, ma dell’intera umanità”

Due principi 1) la conoscenza è un bene pubblico

non rivale la cui non appropriabilità deve essere salvaguardata. In altri termini deve essere accessibile a tutti e da tutti utilizzabile

2) dobbiamo passare da un modello economico fondato sui consumi individuali di beni materiali a un modello economico fondato sullo sviluppo di beni pubblici immateriali.

Nuovi dirittiLa cittadinanza scientifica

ì Quattro dimensioni

La dimensione culturale

La dimensione sociale

La dimensione politica

La dimensione economica

Nuova solidarietàNuovi valori Per una società

democratica della conoscenza

Aumentare i servizi di tutela

Aumentare la sostenibilità ambientale

Aumentare la produzione di beni pubblici immateriali