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8/10/2019 Programmazione neurolinguistica
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Richard Bolstad
Come utilizzare il potente modello RESOLVE dellaProgrammazione Neuro-Linguistica per aiutare i clienti
ad estendere le proprie scelte e a cambiare efficacemente
P R O G R A M M A Z I O N E N E U R O - L I N G U I S T I C A
LA PNL PER FACILITARECAMBIAMENTI IMPORTANTI
R E SO L VE
Introduzione alledizione italiana di Alessio Roberti
8/10/2019 Programmazione neurolinguistica
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Benvenuto
Un caloroso benvenuto!
Ti ringraziamo per linteresse che hai dimostrato scaricandoquesto e-book.
Nelle pagine che stai per leggere, oltre allindice completo,troverai alcuni estratti significativi del libro, che contengonointuizioni utili da mettere subito in pratica. Potrai da un latofarti unidea di massima del contenuto, e dallaltro testareimmediatamente alcuni strumenti di crescita messi a tua di-sposizione dal testo.
Siamo convinti che i libri siano come amici fidati: da loropossiamo imparare modi per mettere a frutto il nostro talen-to e la nostra intelligenza.Se vuoi, aiutaci a diffonderli. Con un semplice click, con-dividi questo e-book con le persone che ti stanno a cuore.Promuovere la cultura un atto di grande rispetto verso noi
stessi e chi ci circonda.
Buona lettura!
Il team di NLP ITALY e Alessio Roberti Editore
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LAPNL PER FACILITARECAMBIAMENTI IMPORTANTI
Come utilizzare il potente modello RESOLVE della
Programmazione Neuro-Linguistica per aiutare i
clienti ad estendere le proprie scelte
e a cambiare efficacemente
RICHARD BOLSTAD
Alessio Roberti Editore
8/10/2019 Programmazione neurolinguistica
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INDICE
Introduzione alledizione italiana 9
Lautore 11
Prefazione 13
1. Come usare questo libro 17
La necessit di modelli nuovi ed efficaci 17
La PNL e il contesto della psicoterapia 20
Quanto bene funziona la PNL? 23
Il modello RESOLVE 27
Scegliere come usare questo libro 31
2. Istruzioni per luso del cervello 35Luso della neurologia 35
La percezione non un processo diretto 37
Colorare il mondo 39
Modalit e submodalit 42
Livelli pi elevati di analisi 45
Le immagini costruite e quelle ricordate utilizzano glistessi percorsi neurali delle immagini percepite 47
Correlazione tra le modalit 48
Accesso sensoriale e segnali rappresentazionali 50
Ricerche sul fenomeno dei movimenti oculari 55
Strategie 57
Il modello TOTE 59
Meta-livelli nelle strategie 61Stati che determinano altri stati 64
Come gli stati emozionali agiscono sul cervello 65
Le reti neurali sono stato-dipendenti 67
Il cervello e le strategie stato-dipendenti: una sintesi 71
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3. Scelte per il cambiamento 75
Una gamma di scelte di intervento con la PNL 75
Ancorare 78
Installare una nuova strategia 85
Cambiare le submodalit 92
Lavorare con la trance 106
Integrare delle parti 114
Cambiamenti in time-line 126
Ristrutturazione linguistica 136Cambiare le dinamiche interpersonali 145
Cambiare il contesto fisiologico 152
Assegnare dei compiti 157
4. RESOLVE 163
Il modello RESOLVE e la relazione che si instauradurante il cambiamento terapeutico 163
Come le persone cambiano autonomamente 167
Il modello RESOLVE 179
Sintesi del capitolo: utilizzare il modello RESOLVE 259
Conclusione 269
Bibliografia 273
Indice analitico 299
Risorse 303
LAPNL PER FACILITARE CAMBIAMENTI IMPORTANTI8
3Internet: www.pnl.info - Copyright 2008 Alessio Roberti Editore Srl
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Una gamma di scelte di intervento con la PNLI casi di disturbi post-traumatici su cui ho lavorato in Bosnia-
Erzegovina forniscono un buon esempio dei problemi creati da
strategie stato-dipendenti. Nelle persone con PTSD, i ricordi di
un evento traumatico, quale ad esempio un incidente automobi-
listico, sono riattivati da qualsiasi altro evento successivo che
abbia a che fare con le automobili o da qualunque altro eventoche generi un alto livello di adrenalina nel corpo. La persona,
ovviamente, ha avuto molte altre esperienze moderatamente
negative che riuscita a superare con successo nel passato (re-
incorniciando ristrutturando il significato dellevento e
prendendone le distanze quando se ne ricorda, per esempio).
Tuttavia, nel caso del ricordo dellincidente stradale, si scopre
incapace di usare le proprie risorse positive. Questo avviene
perch appena la persona inizia a rivivere levento traumatico,
opera con una rete neurale che non ha connessioni adeguate
con lo stato di benessere. Quando rivive lincidente, non rie-
sce a ricordare le proprie abilit consuete: in grado quindi di
attuare soltanto le strategie che erano associate alle reti neurali
stabilitesi al momento dellimpatto.Usando tecniche basate sulla PNL abbiamo a disposizione nu-
merose scelte per prendere le risorse l dove si trovano, in altre
reti neurali della persona, e trasferirle nelle reti neurali in cui
lincidente stato codificato. Il seguente elenco di questi meto-
3Scelte per il cambiamento
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di, organizzato in categorie, non pretende di essere completo.
La PNL un campo vasto e in costante evoluzione, e questi so-
no solo alcuni dei modelli in uso in questo campo. Inoltre, letecniche spiegate in questa sezione non sono semplicemente
strumenti da prendere singolarmente e da usare sugli esseri
umani. Queste tecniche funzionano quando vengono utilizzate
nel contesto del modello RESOLVE, che verr esaminato nel
prossimo capitolo.
Raggrupper queste tecniche della PNL in dieci categorie di
intervento:
1. Ancorare (per esempio, nei PTSD, far ricordare alla per-
sona unoccasione in cui era rilassata, farle riprovare quel-
le sensazioni e associare il rilassamento con la situazione
che si vuole sanare).
2. Installare una nuova strategia (insegnare alla persona una
nuova sequenza di risposte da attivare ogni volta che pro-
va disagio legato ai PTSD.
3. Cambiare le submodalit (portare la persona a modificare
le qualit dei ricordi che provocano problemi; per esem-
pio, distanziandosi visivamente da essi).
4. Lavorare con la trance (far rilassare la persona e chiede-re al suo inconscio di gestire gli stati legati ai PTSD con
maggiori risorse).
5. Integrare delle parti (mettere in comunicazione la parte
della persona che cerca di proteggerla da pericoli futuri at-
traverso i flashback, con la parte della persona che vuole
farla rilassare).6. Cambiamenti in time-line (ritornare, nella memoria del-
la persona, al momento in cui per la prima volta si ma-
nifestato il problema e cambiare il modo in cui levento
viene ricordato).
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7. Ristrutturazione linguistica (cambiare il modo in cui la
persona ha attribuito un significato agli eventi che ha affron-
tato, in maniera tale che essi non siano pi causa di panico).
8. Cambiare le dinamiche interpersonali (insegnando abi-
lit interpersonali per supportare e soddisfare i propri bi-
sogni in maniere diverse nella vita quotidiana).
9. Cambiare il contesto fisiologico (cambiando la postura
del corpo utilizzata nel ricordare gli eventi: per esempio,
facendo richiamare levento mentre la persona compie ra-pidi spostamenti degli occhi da una parte allaltra, o men-
tre impegnata in unattivit fisica piacevole ed intensa).
10. Assegnare dei compiti (assegnare al cliente un compito
che deve completare in un tempo da lui stesso stabilito, in
modo da produrre uno dei risultati sopradescritti).
Per ciascun caso fornir una base di studio reale sullapplica-
zione della procedura e far alcuni collegamenti tra il modello
PNL ed altri modelli terapeutici che impiegano questo tipo di
tecniche. La maggioranza delle modalit terapeutiche presenta-
no varianti di tutte e dieci le tecniche. Ricordate che la PNL
non tanto un nuovo modello di terapia, quanto un Meta Mo-
dello di come la terapia, in generale, funziona.I lettori pi accorti saranno certamente in grado di riconoscere i
modi in cui gi impiegano queste tecniche, e potranno inoltre im-
parare ad usare queste specifiche procedure di PNL pi facilmen-
te dopo aver letto i casi studiati. Non tuttavia mia intenzione in-
segnare qui tali procedure, che si possono apprendere durante un
corso di PNL in virt del quale si consegue il livello di specializ-
zazione Practitioner. Il mio obiettivo assicurarmi che possiate
comprendere di cosa parlo quando mi riferisco a queste procedu-
re pi avanti nel libro. Nel presentare i diversi casi, fornir degli
esempi duso della procedura trattata in altri modelli di psicotera-
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pia. Ancora una volta, non intendo fornire una trattazione esausti-
va: lobiettivo semplicemente quello di dare ai terapeuti che si
sono formati con altri sistemi le indicazioni necessarie perch co-mincino a vedere la PNL in ci che gi fanno.
Noterete anche, ne sono certo, che queste dieci tecniche non
sono separate, per quanto attiene ai cambiamenti che produco-
no; sono piuttosto dieci strade che conducono allo stesso cam-
biamento. Potrei addirittura affermare che sono dieci diverse
prospettive di un unico cambiamento.
Ancorare
Nel 1890 uno scienziato russo di nome Ivan Pavlov (1849-
1936) stava studiando la digestione dei cani. Osserv che i cani
iniziavano a salivareprima che venisse dato loro il cibo: basta-
va che vedessero la persona che li nutriva, o anche solo che ne
udissero i passi. Pavlov scopr che, suonando ogni volta un dia-pason immediatamente prima che i cani mangiassero, dopo al-
cuni pasti gli bastava suonarlo, perch i cani cominciassero a
salivare. La salivazione avveniva perfino se non cera cibo,
poich era ancorata, nelle loro menti, allesperienza di udire
il diapason (Pavlov, 1927).
I cani non salivavano di proposito. La loro reazione incon-
scia era, in maniera altrettanto inconscia, associata, o anco-
rata, al suono del diapason. Noi tutti abbiamo avuto espe-
rienze simili. Sentire alla radio una canzone che non sentiva-
te da anni pu ancorarvi al ricordo di quando lavete ascolta-
ta anni addietro. Cominciate a percepire le sensazioni che
avevate allora. Lo stato in cui eravate allora viene completa-
mente ri-creato dallancora musicale. Tutte le strategie usatea quel tempo vengono riattivate dallancora (per esempio,
labilit che avete di eseguire un ballo e che non utilizzate
dal tempo in cui avete ascoltato la musica ad esso associata).
Lancoraggio pu avvenire per qualsiasi senso. Uno specifico
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3. Specificit: lancora deve essere specifica. Se i cani di Pa-
vlov avessero sentito il diapason altre volte durante il
giorno, lui avrebbe dovuto trovare un suono pi singolareda utilizzare come ancora.
4. Ripetibilit: se volete riutilizzare unancora, dovete esse-
re in grado di ricrearla. Immaginate se Pavlov avesse usa-
to un enorme gong per produrre il suono: un suono spe-
cifico e, per dimostrare la sua scoperta sui cani allAcca-
demia delle Scienze russa, Pavlov avrebbe dovuto portarecon s anche il gong.
Ancorare: case study
Poich lancoraggio un processo che ha continuamente luo-
go e non avviene in maniera conscia, molte persone hanno
creato e mantengono ancore di cui sarebbe meglio facessero
a meno. Nel mio lavoro di counselor ho assistito molte perso-
ne nel cambiamento di alcune esperienze, usando la procedu-
ra di PNL definita sovrapposizione di ancore (collapsing
anchors). Ecco un esempio.
Tony mi chiese se potevo aiutarlo ad entrare in uno stato miglio-
re durante le prove di matematica. Disse che la matematica lo
rendeva terribilmente ansioso: la associava a molti brutti ricordi,
a occasioni in cui era andato male in matematica da bambino.
Ci lo confondeva, poich sapeva che cerano alcune materie,
come la biologia, in cui si sentiva completamente a proprio agio.
Sapeva di essere abbastanza intelligente da apprendere la mate-
matica, ma qualcosa innescava uno stato negativo. La mate-
matica anche solo osservare problemi matematici scritti an-
corava Tony ad uno stato in cui si sentiva spacciato. Tutte le suerisorse, la sua sicurezza ed intelligenza, non erano disponibili
quando si trovava di fronte ad una prova di matematica.
Spiegai a Tony che avrei usato lancoraggio, facendo pressione
sulle sue nocche per risolvere questo problema. La pressione su
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una nocca sarebbe diventata unancora per affrontare una prova
di matematica e la pressione esercitata su unaltra nocca avreb-
be ancorato rilassamento e sicurezza di s. Una volta stabilite le
due ancore, applicando pressione su entrambi i punti contempo-
raneamente, avrei fatto s che i due stati si ricollegassero nel suo
cervello. In tal modo le risorse di sicurezza e rilassamento si sa-
rebbero automaticamente einconsciamente associate alla mate-
matica. Tony era scettico, ma pronto a provare qualsiasi cosa.
Cominciai ancorando risorse. Chiesi a Tony di ricordare una
volta in cui si era sentito davvero rilassato, ad esempio in vacan-
za. Lo feci entrare nel suo corpo al tempo dellesperienza, come
se fosse stato l, vedendo quello che aveva visto, ascoltando i
suoni che aveva udito e qualsiasi cosa si fosse detto internamen-
te. Lo osservai attentamente mentre riviveva lesperienza. Quan-
do entr nello stato di rilassamento totale (e non nello stato di
pensare al rilassamento), si verificarono cambiamenti nellasua voce, postura, respirazione, colore della pelle, e cos via.
Avevo bisogno di vedere e ascoltare questi cambiamenti, per sa-
pere se Tony si trovava pienamente nello stato che volevo. Ap-
pena ricord nei particolari le cose che vedeva, feci pressione su
una delle sue nocche. Quando ricord le cose che udiva, feci
pressione nuovamente. Quando ricord le sensazioni del proprio
corpo, premetti ancora. Nellesperienza ricordata, Tony non ave-
va un dialogo interno. Avevo dunque ancorato uno stato di rilas-
samento con una specifica pressione sulla sua nocca. Gli chiesi
di alzarsi e stiracchiarsi per pulire lo schermo. Poi seguii la
stessa procedura con unesperienza in cui Tony si era sentito
enormemente sicuro di s. Osservai i segnali non verbali per
confermare che fosse in uno stato di sicurezza di s prima di an-corare di nuovo sulla stessa nocca. Ora avevo accumulato due
stati di risorsa sulla nuova ancora posizionata sulla nocca.
Dopo aver nuovamente ripulito lo schermo, chiesi a Tony di
ricordare se stesso durante una prova di matematica. Tutto il
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suo corpo si tese immediatamente e la sua voce divenne tremo-
lante. Ancorai questo stato su unaltra nocca e gli dissi di puli-
re lo schermo. Ora una nocca era collegata alle sue risorse elaltra alla situazione problematica. Feci semplicemente pres-
sione su entrambe le nocche contemporaneamente e attesi il
cambiamento. Gli occhi di Tony si mossero e cominciai a vede-
re il suo corpo rilassarsi. Tenni attivata per qualche secondo in
pi lancora delle risorse.
Poi chiesi a Tony: Ora, cerca di pensare a quella prova di
matematica.
Tony aggrott le sopracciglia. buffo, disse, trovo difficile per-
fino ricordare come fosse. Ma sembra completamente diverso.
Cerca di riprovare le sensazioni che eri abituato a provare,
suggerii.
No, non ci riesco, disse dopo una pausa.
Eppure ci riuscivi cos bene, gli ricordai.Vero, ma ora mi sento solo rilassato.
Chiesi a Tony di pensare alla sua prova di matematica nel futu-
ro, e chiesi cosa gli succedeva nel farlo. Beh, sorrise imma-
gino che andr bene. Ma non lo so. Te lo dir luned.
Tuttavia il giorno dopo mi comunic alcune importanti novit.
La notte scorsa disse raggiante stavo studiando per la prova
di matematica. E ho pensato, sar una fatica, perch ho sempretrovato difficile la matematica. Ma in qualche modo era del
tutto facile. In effetti mi sono divertito cos tanto che ho stu-
diato tutti gli argomenti relativi alla prova e anche quelli relati-
vi alla prova successiva.
Annuii. Cos ora sei convinto che venerd la prova andr bene.
Beh, aspetter e vedr.Non era una persona facile da convincere, eppure il luned do-
po la prova Tony era finalmente pronto ad accettare il fatto.
Annunci con orgoglio: Per la prima volta nella mia vita mi
sono sentito completamente rilassato durante una prova.
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Per me, in quanto persona che aveva assistito Tony, la cosa pi
entusiasmante era che aveva superato il suo problema con le
proprie risorse. Il suo cervello sapeva gi come rilassarsi ed
essere sicuro di s. Aveva solo bisogno della connessione neu-
rologica tra questo stato e la situazione della prova di matema-
tica. Nonostante la sovrapposizione di ancore sia una delle tec-
niche pi semplici della PNL, io e i miei colleghi labbiamo
impiegata con successo per fobie, disturbi ossessivi, difficolt
di apprendimento, insonnia, depressione e numerose altre si-
tuazioni in cui le risorse delle persone hanno bisogno di essere
riconnesse a nuove aree della loro vita.
Lancoraggio in altri modelli di psicoterapia
Lancoraggio, essendo unespressione diretta dellapprendi-
mento stato-dipendente, alla base della maggior parte di ci
che accade in psicoterapia. In psicanalisi, per esempio, sia iltransfert che il contro-transfert sono risposte ancorate. La rela-
zione terapeutica ri-crea stimoli (ancore) che erano presenti
nelle prime relazioni significative del cliente, portandolo ad
accedere a quelle reti neurali e permettendo al terapeuta di
esplorare e modificare ci che in esse ha luogo (Kernberg,
1986). La rieducazione genitoriale nella scuola cathexis di
analisi transazionale rappresenta un altro uso esplicito di
unesperienza ancorata dellinfanzia (Stewart e Joines, 1987).
Infatti il processo di rieducazione genitoriale la sovrapposi-
zione dellancora positiva del supporto terapeutico allancora
di uno stato problematico del passato. Nella terapia del corpo
di tipo reichiano il terapeuta usa ancore cinestesiche e auditi-
vo-digitali per accedere a potenti stati che vengono espressi incatarsi. Per esempio, un cliente pu essere invitato ad allunga-
re le braccia in avanti ed implorare Mamma!, usando que-
stazione come ancora per accedere ad un potente stato dellin-
fanzia (Lowen e Lowen, 1977, p. 107). Nella psicologia anali-
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tica junghiana il potere dei simboli di evocare (cio ancorare)
intere risposte emozionali viene descritto come il potere della
loro prodigiosit o magia (Jung, 1976, p. 83).Quando si raggiunto laccesso agli stati, molte forme di tera-
pia ancorano tali stati a specifiche parti della stanza in cui la
terapia ha luogo. Per esempio, nello psicodramma e nella tera-
pia Gestalt, si pu chiedere ad un cliente di sedersi su una par-
ticolare sedia e rivivere la forte sensazione di sicurezza di
unesperienza precedente. Lo stato di sicurezza sar ancorato al
fatto di sedere su quella sedia, e, se il terapeuta desidera che il
cliente riacceda allo stato, lo far sedere di nuovo l. Prepara-
re la scena per uno psicodramma un processo che stabilisce
ancore spaziali pronte alluso (Kipper, 1986). Daltro canto
lipnoterapeuta Milton Erickson (1902-1980) descrive di aver
notato come i clienti ancorassero la propria riluttanza a parlare
da una particolare sedia. Facendoli sedere su unaltra sedia, lariluttanza a parlare rimaneva ancorata alla sedia su cui erano
stati seduti precedentemente (Erickson, 1981, p. 9).
Lattenzione da parte del terapeuta essa stessa unancora. Se il
terapeuta annuisce e sorride ogni volta che la persona parla del-
la propria infanzia, questa tender a parlare della propria infan-
zia ogni volta che il terapeuta annuisce e sorride. In questo sen-
so un terapeuta non pu mai essere completamente non-diretti-
vo (Ivey et al., 1996, p. 361). Naturalmente nella terapia com-
portamentale il modello stimolo-risposta pavloviano permette
luso esplicito delle ancore per condizionare le risposte deside-
rate. La desensibilizzazione sistematica un buon esempio del-
luso di unancora di rilassamento per risolvere lansia (Wolpe,
1958). Mary Anne Layden e i suoi colleghi ci hanno fornitomolti esempi delluso di ancore con pazienti a cui erano stati
diagnosticati disturbi della personalit di tipo borderline. Questi
terapeuti fanno effettuare ai propri clienti la ristrutturazione co-
gnitiva mentre utilizzano stimoli non verbali che rappresentano
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conforto e sicurezza per il paziente (Layden et al., 1993, p. 94).
Tra gli esempi che forniscono troviamo quello di un cliente che
da bambino si sentiva bene e al sicuro quando la sua baby-sitterlo lavava e cospargeva di borotalco. Lui si lavava usando la
stessa marca di shampoo e lo stesso talco prima della seduta di
terapia cognitiva. Ad unaltra persona fu detto di ricordare le
volte in cui sua madre la teneva in braccio e le diceva cose con-
fortanti da bambina. La donna veniva invitata a stringersi con le
proprie braccia e a dire a se stessa le cose positive che, ricorda-
va, le diceva sua madre. Questo le permetteva di rielaborare pi
facilmente il significato di ricordi problematici.
Roberto Assagioli, sviluppatore della psicosintesi (1888-1975),
descrive un impiego decisivo della sovrapposizione di ancore
decenni prima dello sviluppo della PNL. Nella prima seduta
della sua tecnica suonava un brano musicale mentre il cliente
parlava dei propri problemi. Durante la seduta successiva face-va parlare il cliente della soluzione ai propri problemi, mentre
suonava un secondo brano musicale. Durante la terza sessione
faceva ascoltare al cliente un brano musicale che combinava
quelli delle due precedenti sedute (Assagioli, 1976, pp. 262-4).
Installare una nuova strategiaIn termini di PNL, qualunque esito generato da una persona
pu essere inteso come il risultato di una strategia un ordine e
sequenza di rappresentazioni interne (Dilts, Grinder, Bandler e
DeLozier, 1980). Ogni strategia ha un inizio o innesco: uno
stimolo che segnala che il momento di dare inizio al proces-
so. Poi la persona agisce in modo tale da cambiare le cose tanto
da poter valutare se lobiettivo sia stato raggiunto o meno attra-verso la strategia. La sequenza (innesco o trigger operazio-
ne test esci) spiega come siano organizzati i comportamenti
complessi allinterno della persona meglio di quanto faccia una
semplice reazione stimolo-risposta.
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Naturalmente anche ogni problema che una persona in grado
di replicare nella propria vita (ad esempio la depressione, lansia
o la dipendenza) avr alla propria base una strategia. Nel caso disimili problemi la persona ricorre frequentemente ad una strate-
gia che ha sviluppato in un momento in cui non era in grado di
usarne altre pi utili, un momento in cui non poteva accedere a
stati-risorsa. Una delle mie opzioni, in termini di PNL, quella
di far effettivamente provare alle persone una strategia pi fun-
zionale nel contesto in cui avevano precedentemente messo in
atto una strategia generatrice di problemi. Di solito alle perso-
ne basta provare una strategia solo poche volte, perch questa si
installi e agisca automaticamente in maniera inconscia.
Pensate allapprendimento di una strategia come quella per la
preparazione di un pasto con una nuova ricetta. La prima volta
potreste aver bisogno di fare molta attenzione, ma dopo tre o
quattro volte iniziate ad agire quasi automaticamente e vi senti-te pi sicuri di quello che fate. Dopo una dozzina di volte, la
nuova strategia procede in maniera cos inconscia che non pote-
te nemmeno ricordarla a livello conscio: la sapete applicare nel-
la situazione, vi viene. Ci significa che la strategia stata
ancorata alla situazione in cui volete usarla. Spesso i numeri
di telefono vengono ricordati cos. Non ci si ricorda il numero
di una persona finch non si ha la cornetta in mano e si sta per
chiamare. A quel punto, la strategia funziona automaticamente.
Le strategie possono anche essere provate immaginandosi di
metterle in atto. Samuels e Samuels (1975) condussero un famo-
so esperimento con tre gruppi di giocatori di basket delle supe-
riori che fecero allenare sui tiri liberi per venti giorni. Il primo
gruppo si esercit fisicamente ogni giorno, il secondo gruppo siesercit a tirare solo il primo e il ventesimo giorno e il terzo
gruppo si esercit fisicamente il primo e il ventesimo giorno, ma
durante gli altri giorni si esercit a visualizzare dei tiri liberi per-
fetti. Al termine dellesperimento, il miglioramento del terzo
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gruppo (del 23%) fu essenzialmente lo stesso del primo gruppo
(del 24%). Provare la strategia nellimmaginazione laveva in-
stallata con altrettanta efficacia di quanto lo avesse fatto provarlafisicamente. Da un punto di vista terapeutico le strategie possono
essere provate direttamente o visualizzate, il che include perfino
le visualizzazioni che avvengono quando le persone ascoltano la
storia di qualcuno che applica con successo una nuova strategia.
Una significativa ricerca sullinstallazione di una strategia basa-
ta sulla PNL il sopramenzionato studio sulla strategia del ri-
chiamo visivo nello spelling (Dilts e Epstein, 1995). In questo
studio degli studenti provavano la nuova strategia apprendendo-
la sullo schermo di un computer. Thomas Malloy dellUniversi-
t dello Utah ha dimostrato il successo dellinstallazione sia del-
la strategia dello spelling (Malloy, 1989) che di quella per il
problem solving (Malloy et al., 1987). Nel secondo caso, tre
gruppi di studenti ricevettero una serie di problemi cognitivi darisolvere. Al primo gruppo vennero forniti esempi di problemi
analoghi prima di cominciare; al secondo gruppo vennero in-
stallate strategie di problem solving basate sulla PNL; il terzo
era un gruppo di controllo. Il gruppo in cui avevano installato la
strategia PNL non solo esegu meglio i compiti assegnati, ma
ebbe anche un punteggio superiore in un test successivo sul me-
todo Piaget di classificazione moltiplicativa (test che indic co-
me il cambiamento avesse prodotto ampi miglioramenti cogniti-
vi). Nellesempio seguente dimostrer come usare questo proce-
dimento per ottenere un semplice cambiamento terapeutico.
Installare una nuova strategia: case study
Jane venne da me perch non ne poteva pi di essere di esserepovera. Quando era piccola i suoi genitori le avevano spiegato
che non era molto importante fare soldi per una ragazza, perch
un marito si sarebbe occupato di lei. Inoltre le avevano detto:
Le persone ricche, di solito, sono egoiste e presuntuose. Jane
SCELTE PER IL CAMBIAMENTO 87
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era troppo giovane per capire che si meritava la felicit tanto
quanto chiunque altro, e cos credette ai propri genitori. Ora, da
adulta, sapeva razionalmente di voler cambiare, ma in qualche
modo non riusciva a fare le cose che le avrebbero permesso di
fare pi soldi. Questo ovviamente era il risultato di una strate-
gia installata in profondit, ed ero curioso di sapere come fun-
zionasse. Le chiesi cosa succedesse quando pensava a guada-
gnare denaro. Jane rispose che iniziava a pensarci sempre a par-
tire dallosservazione di quanto fosse povera. Si creava mental-
mente delle immagini di quanto fosse brutta la sua vita e di
quanto le cose fossero difficili. Poi gridava interiormente a se
stessa in tono severo cose come: Devi uscirne, Dovresti es-
sere in grado di farcela. A volte cercava di immaginare di fare
un lavoro che le procurasse pi denaro, ma vedeva immagini
cupe e opprimenti e si vedeva bloccata in qualche lavoro pesan-
te. Vedere queste immagini la faceva star male, specialmentequando ne visualizzava centinaia: una per ogni giornata che
avrebbe dovuto affrontare. Alla fine si sentiva letteralmente op-
pressa e abbandonava lidea. Non sorprendente che non fun-
zionasse. Come sarebbe stato possibile cambiare le cose?
Prima del cambiamento, Jane si creava due tipi di rappresenta-
zioni interne. Prima pensava a ci che voleva evitare (essere
povera). Questo avrebbe potuto essere un modo abbastanza ef-
ficace per prendere coscienza di cosa fosse sbagliato, ma pi
Jane pensava alla povert, meno tempo le rimaneva per pensa-
re a come creare la vita che desiderava. Jane procedeva nella
vita come un guidatore che guardi esclusivamente nello spec-
chietto retrovisore. Sapeva esattamente da cosa cercava di al-
lontanarsi, ma non dava mai alla propria vettura istruzioni ade-guate in merito a dove dirigersi. Inutile dire che faceva, inevi-
tabilmente, molti incidenti.
In secondo luogo Jane, quando pensava a fare soldi, si vede-
va bloccata a met strada durante lo svolgimento di compiti
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gravosi. Immaginate qualcuno che pensi alle proprie vacanze
vedendosi bloccato mentre cerca di preparare i bagagli. O
qualcuno che sia impaziente di andare ad una festa, che con-tinua a farsi immagini mentali cupe, noiose e statiche di se
stesso che stira la propria camicia.Non cos che il cervello
crea aspettative e trepidazione.
Feci immaginare a Jane se stessa che viveva la vita che vole-
va: un film, grande e luminoso, con la sua musica preferita ad
ispirarla come colonna sonora (la trama di un film che adora-
va). Poi le dissi di parlare a se stessa, ma non nel modo in cui
era abituata a fare. Invece di urlarsi bruschi dovresti e de-
vi, scelse di usare un tono pi invitante e coinvolgente per
dire a se stessa: Non sarebbe magnifico fare questo? Mi
piacerebbe davvero avere questo. Questa la vita che vo-
glio. Poi visualizz un film mentale di se stessa che faceva
il passo successivo verso un nuovo lavoro, e vide quella pel-licola fondersi con limmagine della vita che sognava di vi-
vere. Poteva vedere il film mentale e controllare come la fa-
cesse sentire! Questo semplice piccolo cambiamento le mo-
str che era sulla strada giusta. Prov la nuova strategia pi
volte e not che funzionava automaticamente. Questo s che
le dava una sensazione emozionante.
Ma dunque, farlo sarebbe stato emozionante. Si dava il casoche fosse lo stesso processo che portava Jane a sentirsi piena
dentusiasmo allinizio di una relazione, qualcosa che lei sape-
va gi fare bene. stato proprio in quel contesto che ho indivi-
duato la struttura per questa nuova strategia. La sua strategia
motivazionale di successo si potrebbe scrivere cos in una no-
tazione PNL: Vc
Ad
Vc
Vc/V
c
K.
Vedere lobiettivo (immagini grandi e luminose). Dirsi
quello che si vuole (lentamente, con calma e con voce in-
vitante).
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Vedere il prossimo passo nel raggiungimento dellobiettivo
(immagini grandi, brillanti e in movimento).
Confrontare le immagini e osservare se corrispondono aquanto desiderato.
Sentirsi emozionati.
Effettivamente ci si sentiva emozionati anche solo ascoltando il
cambiamento positivo di Jane. Durante le settimane seguenti,
Jane si scopr a pensare al successo sempre pi spesso. Ora ha
un lavoro: non un lavoro qualsiasi, ma unattivit in cui a
contatto con i bambini (cosa che aveva sempre desiderato) e
che le d il tempo per andare in vacanza e fare le cose che ora
si concede di sognare. Nel suo tempo libero usa la PNL per aiu-
tare altre persone a scoprire il segreto dei loro futuri successi.
Una strategia di problem solving pu essere installata in manie-ra molto pi casuale, ovviamente, facendola provare alla perso-na attraverso una metafora. Joseph OConnor ce ne fornisce unesempio affascinante (OConnor e Seymour, 1994, p. 184).
Laltro ieri sono andato dal giornalaio e ho incontrato unanzia-
na signora che, sconvolta, raccontava alledicolante di come
lavessero appena derubata. Pi proseguiva, pi il racconto peg-giorava. Ho atteso il mio momento, lho interrotta e le ho rac-
contato di come una mia amica fosse stata picchiata in casa pro-
pria e di come, a quanto pare, non riuscisse a dimenticare linci-
dente. Poi, qualche settimana dopo, resasi conto di ci che stava
facendo, aveva detto: gi abbastanza brutto essere stata pic-
chiata, ma maledizione, non dar loro anche la soddisfazione diavermi rovinato la vita. E aveva deciso di spostare lincidente
talmente lontano da s, da farlo sembrare completamente di-
menticato Mi d il Guardian per favore? Lanziana signora
si interrotta, i suoi occhi hanno guardato lontano, il suo stato
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cambiato ed uscita, con calma, dalledicola. La cosa inaspetta-
ta che mentre mi allontanavo con il mio giornale, la persona
dietro di me mi ha sorriso e ha detto due parole: Ben fatto.
Installare una strategia in altri modelli di psicoterapia
La struttura della terapia essa stessa una strategia, e, dagli ini-
zi della psicoterapia, i professionisti hanno guidato i propri
clienti attraverso svariate strategie di problem solving quali la
libera associazione, la catarsi e il rinforzo positivo intermitten-
te. In psicanalisi si forma unalleanza terapeutica tra lego
professionale del terapeuta e una parte dellego del cliente,
che osserva il processo assieme al terapeuta e lo assiste nella ri-
soluzione del problema. Il dottor Stanley Olinick spiega come
questo ego osservatore si identifichi con lanalista e appren-
da la strategia di analisi (Olinick, 1980, pp. 53-61).
In alcune forme di terapia, ad esempio nellanalisi transazionale,questo apprendimento ancora pi esplicito: il terapeuta insegna
il modello al cliente abbastanza in dettaglio e lo incoraggia ad
usarlo per analizzare le proprie transazioni (Stewart e Joines,
1987, p. 8). Spesso la strategia insegnata deriva da uno specifico
sistema sensoriale che viene molto valorizzato dal modello tera-
peutico. Alexander Lowen, terapeuta del corpo, afferma: Tutte
le percezioni hanno inizio con la percezione di s, ossia del pro-
prio corpo Uno degli scopi principali di questi esercizi bioe-
nergetici quello di aiutare la persona a entrare in contatto con il
proprio corpo, a percepirlo (Lowen e Lowen, 1977, p. 46).
Il terapeuta razionale emotivo Albert Ellis lamenta invece come
in alcuni libri la psicoterapia tenda ad essere profondamente
confusa con la fisioterapia (Ellis, 1972, p. 7). Ellis rivela (e co-s facendo fa provare) al cliente la strategia chiave del modello
della terapia razionale emotiva (RET: Rational Emotive Thera-
py), nella quale alcuni stimoli (visivi, auditivi o cinestesici)
conducono le persone a parlare a se stesse (auditivo-digitale). Il
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risultato e il test di questa operazione Ad consistono nella sensa-
zione cinestesica che si prova alla fine. La terapia razionale
emotiva insegna numerose strategie auditivo-digitali per risol-vere i problemi. Infatti nella psicologia cognitiva che linstal-
lazione di strategie trova il proprio principale campo di applica-
zione, sotto nomi quali ristrutturazione cognitiva (Beck ed Eme-
ry, 1985, pp. 190-209) e recitazione comportamentale (Beck ed
Emery, 1985, pp. 271-272). La nozione di strategia facilmente
individuabile allinterno di altri modelli che spiegano come le
azioni abbiano luogo. Nello psicodramma il ruolo definito da
cinque elementi. Questi corrispondono in qualche modo al TO-
TE: cos il Contesto corrisponde allInnesco (Trigger); il Com-
portamento corrisponde allOperazione (Operation); la Convin-
zione corrisponde al Test; e le Sensazioni e le Conseguenze cor-
rispondono lUscita (Esci) (Williams, 1989, p. 58).
Anche allinterno di sistemi centrati sul cliente i terapeuti inse-gnano strategie. Nella famosa sessione filmata in cui il dottor
Carl Rogers (1902-1987) lavora con una cliente di nome Glo-
ria, ha luogo chiaramente una svolta dopo che Rogers ha inse-
gnato alla donna una strategia per risolvere i suoi problemi.
Gloria chiede ripetutamente a Rogers di darle una soluzione;
lui risponde, invece: Ti chiedo una cosa: Cosa vorresti che ti
dicessi?. Gloria risponde: Vorrei che mi dicessi: Vai avanti
e sii onesta. Questa diventa la sua soluzione, e lei user con
se stessa la medesima strategia chiedendosi pi tardi, durante il
colloquio orientato a chiarire cosa far in futuro: Cosa vorrei
che mi dicesse il dottor Rogers?.
Cambiare le submodalitFornire istruzioni dirette per sentirsi felici, di solito, non con-
duce al cambiamento desiderato. Tuttavia, come osservato nella
nostra esperienza con la PNL, si pu insegnare facilmente alle
persone come cambiare le submodalit delle esperienze. I risul-
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tati sono miracolosi quasi quanto lo sarebbe il semplice dire allepersone di essere felici. I clienti riescono ad accedere ad espe-
rienze in cui vorrebbero essere felici e a rendere le immagini pibrillanti, oppure a uscire dalle immagini per prendere le di-stanze da esse. I clienti che affermano di non poter semplice-mente mettere a tacere le proprie voci critiche interne sono co-munque in grado di modificarle facendole suonare come quelledei personaggi dei cartoni animati e abbassandone il volume fi-no a trasformarle in un sussurro. I clienti che hanno il mal di te-sta, di solito, sono in grado di spostarlo di due centimetri sullasinistra e di cambiarne larea di estensione. Simili cambiamentidi submodalit hanno delle implicazioni fondamentali. Ricorda-te che le persone in una camera gialla sentiranno pi caldo chein una blu, perfino se la temperatura pi bassa in quella gialla(Podolsky, 1938). Cambiare le qualit delle nostre rappresenta-
zioni interne cambia il significato di queste ultime.Possiamo semplicemente istruire le persone a cambiare le sub-modalit, ma molte procedure di PNL raggiungono questo ri-sultato in modo pi creativo generando strategie completa-mente nuove, che fissano al posto giusto le submodalit de-siderate. Due esempi di procedure di questo genere sono loswish pattern [reso in italiano, nella maggior parte dei libri
di PNL, con lespressione schema della scozzata, NdT] e lacura veloce delle fobie (Bandler, 1985). La tecnica delloswish pattern ha una vasta gamma di applicazioni. stata usa-ta con successo per risolvere comportamenti compulsivi qualiil mangiarsi le unghie (onicofagia) (Wilhelm, 1991) e la vio-lenza esplosiva (Masters et al., 1991), cos come per gestire
lansia (Andreas e Andreas, 1992). Questa tecnica implica ilfatto di guidare le persone in una visualizzazione in cui lesubmodalit della situazione problematica vengono ridottedi intensit, mentre quelle dellimmaginarsi pieni di risorsevengono aumentate.
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La cura veloce delle fobie la tecnica di PNL su cui sono state
fatte pi ricerche. Ne parler in dettaglio per la sua importanza
nel processo terapeutico. Essa fu sviluppata negli anni 70 in unmodo molto interessante. Il co-creatore della PNL Richard Ban-
dler, semplicemente, mise un annuncio sul giornale con cui cer-
cava persone che avessero avuto delle fobie e che se ne fossero
liberate. Bandler studi il modo in cui queste persone richia-
mavano alla mente loggetto della loro fobia e lo confront con
il modo in cui le persone che soffrivano ancora di fobie richia-
mavano alla mente loggetto del loro panico. La differenza era
assolutamente evidente e costante. In ogni singolo caso di fobia
superata, le persone passavano dal ricordare usando il sistema
visivo ricordato al ricordare usando una costruzione visiva
(visivo costruito). Quando ricordavano la situazione fobica si
vedevano allesterno dellesperienza, piuttosto che allinterno di
essa. Ai ricercatori di PNL divenne subito chiaro che il medesi-mo processo di cambiamento avrebbe funzionato per le fobie
causate da disturbi post-traumatici (riscontrati in persone che
erano sopravvissute alla guerra o ad altri disastri). La fobia
una risposta a unesperienza traumatica (reale o immaginata).
Che le persone reagiscano a un evento immaginario in cui ci sia
un ragno o ad una reale violenza sessuale, il modo in cui ar-
chiviano i loro ricordi, a generare i vari sintomi dei PTSD.
Numerose ricerche hanno confermato il successo del metodo di
Bandler. Ne menzioner qui solo alcuni esempi. La psicologa
Marla Beth Libermann (1984) dellUniversit di St. Louis ha
studiato dodici soggetti con specifiche fobie, usando un gruppo
di controllo a cui veniva chiesto di immaginare scene piacevo-
li. I soggetti trattati con la PNL dimostrarono una riduzionedella paura in generale e delle reazioni a paure specifiche, as-
sieme alla diminuzione di una vasta gamma di sintomi proble-
matici. Un test della suscettibilit ipnotica ha dimostrato come
questo risultato non fosse correlato alla propensione allipnosi.
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Nel 1988 presso la University of Miami Phobia and Anxiety Di-
sorders Clinic (Clinica universitaria di Miami per lo studio delle
fobie e dei disturbi dansia) venne confermato il valore della tec-nica nel suo stadio di sviluppo finale (usata, in questo caso, in
combinazione con lipnosi ericksoniana). Vennero studiati tren-
tuno clienti con fobie specifiche, fobie sociali o agorafobia. Tutti
compilarono il test sulla depressione di Beck ed il questionario
di Mark sulle fobie. I questionari vennero somministrati prima e
dopo una media di due o tre sessioni. I clienti mostrarono note-
voli miglioramenti sia nei questionari relativi alle fobie che in
quelli relativi ai sintomi depressivi (Einspruch e Forman, 1988).
Nel suo libro The Trauma Trap il dottor David Muss documenta
il suo vasto impiego dei processi di PNL per lavorare sui traumi
riportati da vittime di PTSD. Un poliziotto coinvolto nella trage-
dia di Hillsborough del 1989 nel Nord dellInghilterra quando
durante una partita di calcio novantasei tifosi rimasero schiaccia-ti nella ressa per entrare allo stadio descrive come i suoi fla-
shback (improvvisi e drammatici ricordi dellevento traumatico),
linsonnia e labuso di alcol fossero scomparsi nel giro di due
sessioni. Una paziente (Barbara Drake) racconta come una sola
sessione con il dottor Muss sia stata in grado di risolvere com-
pletamente flashback e altri sintomi dovuti ad unesperienza di
abusi sessuali subiti. Questi ed altri casi documentati dal dottor
Muss sono simili alle nostre esperienze in qualit di Trainer e
Master Practitioner di PNL. Muss afferma: So che ha funziona-
to con tutti i pazienti con cui ho lavorato finora, senza eccezio-
ni. (Muss, The Trauma Trap, 1991, p. 10). Muss effettu uno
studio pilota con settanta membri della polizia del West Mi-
dlands che erano stati testimoni di gravi disastri, quali linciden-te aereo di Lockerbie in Scozia nel 1988; tra questi, a diciannove
erano stati diagnosticati PTSD. Il periodo di tempo intercorso fra
il trauma ed il trattamento variava da sei settimane a dieci anni.
Tutti i partecipanti studiati furono completamente liberati da ri-
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cordi intrusivi e da altri sintomi di PTSD. I test di follow-up ven-nero effettuati da tre mesi a due anni dopo, e tutti i benefici della
terapia erano rimasti nel tempo.La cura veloce delle fobie e dei traumi cambia svariate sub-modalit del ricordo traumatico. Tra queste notiamo, ad esem-pio, la distanza (o il cambiamento di posizione percettiva daassociata a dissociata) e il colore. Di seguito presento unalista di alcune delle pi comuni submodalit che un esperto diPNL pu modificare in modo da alterare lesperienza dei ri-cordi del cliente.
Submodalit visive
Numero: Una o pi immagini?
Simultaneit /sequenzialit: Se ci sono pi immagini, vengo-
no viste contemporaneamente?Localizzazione: Dove viene vista limmagine
nello spazio?
Distanza: Quanto lontana limmagine?
Dimensioni: Le dimensioni sono reali, pigrandi o pi piccole?
Contorni: Limmagine ha o meno deicontorni?
Tipo di contorni: Se ha dei contorni, sono chiario sfumati?
Colore: a colori o in bianco e nero?
Tipo di colore: Se a colori, i colori sonotenui o vivaci?
Luminosit: Quanto luminosa o scura?
Messa a fuoco: Quanto a fuoco?
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Variazione della messa a fuoco: Una parte (ad esempio il centro) pi a fuoco delle altre?
Movimento: Limmagine ferma come unafoto o in movimento come unfilm?
Associato/dissociato: Viene vista attraverso i propriocchi, o si vede se stessi nel-limmagine?
Profondit: a tre dimensioni o piattacome una fotografia?
Submodalit auditive esterne
Numero: un unico suono, o pi di uno?
Localizzazione: Da dove proviene il suono?Volume: Quanto alto il volume?
Tempo: I suoni sono lenti o veloci?
Ritmo: I suoni sono ritmati o continui?
Estensione vocale I suoni hanno un tono alto o(su toni alti o bassi): basso?
Chiarezza Quanto sono chiari?
Submodalit auditive digitali (dialogo interno)
Numero: C una sola voce interna o pidi una (dialogo interno)?
Localizzazione: Da dove proviene la voce?Volume: Quanto alto il volume della
voce interna?
Tempo: lenta o veloce?
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Ritmo: ritmata?
Tono: Il tono alto o basso?
Chiarezza: Quanto chiara la voce?
Submodalit cinestesiche
Localizzazione: Dove avviene la percezione nelcorpo?
Movimento: La sensazione si muove o ferma?
Ritmo del movimento: Se la sensazione in movimen-to, c un ritmo nel movimento?
Intensit: Quanto forte il movimento?
Temperatura: La sensazione di calore o di
freddo?
Umidit: una sensazione di asciutto odi umido?
Consistenza: una sensazione di morbidez-za/durezza/ruvidezza/levigatez-za, etc?
Submodalit olfattivo/gustative
Odore Allesperienza associato unodore?
Intensit dellodore Se s, quanto intenso?
Localizzazione dellodore Da dove proviene?Gusto Allesperienza associato un gusto?
Intensit del gusto Se s, quanto intenso?
Localizzazione del gusto Dove viene percepito?
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Cambiare le submodalit: case study
In un articolo introduttivo alla PNL, Steve e Connirae Andreas
presentano una trascrizione del lavoro svolto con una donna di
nome Kate che soffriva dansia da quando aveva assistito ad
un incidente mortale (Andreas e Andreas, 1992, pp. 24-8). Ka-
te disse che durante la giornata continuava a zoomare sul-
limmagine del volto delluomo morto. Lo schema della sub-
modalit visiva (zoomare) avrebbe rappresentato il fulcro del-
lintervento di Connirae. Per prima cosa aiut Kate a creare
unimmagine di una Kate che gestiva molto bene quel genere
di situazione Una Kate con le risorse per gestirla con effica-
cia Si vede dallespressione del suo viso, dal modo in cui si
muove, dalla respirazione e dai gesti, dal suono della sua voce,
etc.. Steve e Connirae spiegano:
Connirae sapeva cosa provocava il panico in Kate: il ricor-do della zoomata sul volto delluomo. Lei aveva inoltre gi
aiutato Kate a creare unimmagine di se stessa con tutte le
risorse necessarie Il passo successivo consisteva nel colle-
gare queste due immagini nella mente di Kate, in maniera ta-
le che ogniqualvolta Kate avesse pensato al volto delluomo,
questo si sarebbe trasformato automaticamente nellimmagi-
ne di se stessa con le risorse per gestire quel tipo di situazio-
ni la PNL insegna molti modi per collegare le immagini
nella nostra mente e ciascuno di noi ha un modo unico e per-
sonale di ottenere il miglior risultato con uno o un altro di
questi metodi. Connirae sapeva gi che zoomare aveva un
forte impatto su Kate, cos decise di usare questo elemento
per collegare le due immagini. Prima cerc di scoprire seKate si sentisse pi attratta dalla Kate del futuro piena di ri-
sorse portando limmagine pi vicina e zoomando su di es-
sa. Quando Connirae prov questa procedura Kate sorrise e
disse S. Poi Connirae le chiese di ripulire il suo schermo
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visivo mentale per prepararsi a collegare le due immagini.
Ora guarda luomo privo di sensi da vicino e fai una zoo-
mata sullimmagine. Appena lo vedi, guarda anche unim-
magine molto piccola della Kate piena di risorse apparire al-
lorizzonte Ora zooma rapidamente (ingrandendola) sul-
limmagine della Kate del futuro e, al tempo stesso, zooma
allindietro (allontanando e rimpicciolendo) limmagine del-
luomo dellincidente, portandola lontano fino a non poterla
vedere pi.
Kate espresse dei dubbi sul fatto di star realmente vedendo
quelle immagini e Connirae la rassicur che bastava solo far
finta di vederle. Continu poi: Ora pulisci e svuota il tuo
schermo visivo interno e ripeti la stessa procedura altre cin-
que volte. Dopo aver messo in atto questa procedura, detta
swish, Connirae test come si sentisse Kate: la donna sisentiva molto meglio quando pensava allincidente, e fu ad-
dirittura in grado di guidare fino a casa passando per il luogo
in cui esso era avvenuto senza venir presa dal panico di cui
soffriva abitualmente. Sette anni pi tardi, nella fase di fol-
low-up, Kate rifer di non aver pi avuto il problema. La tec-
nica dello swish cambia le submodalit dellevento originale;
in questo caso, lo fa spostando le immagini ricordate molto
lontano. Lo swish pattern impiega inoltre la stessa submoda-
lit, al contrario, per installare un immagine di s come per-
sona piena di risorse.
Un simile cambiamento di submodalit impiegato nella cura
veloce delle fobie/traumi con la PNL. Nellesempio seguente,Margot Hamblett descrive il suo impiego della cura veloce del-
le fobie PNL con una cliente. Si noti come il procedimento in-
segni al cervello della cliente come cambiare la sua prospettiva
sullevento traumatico. La nuova prospettiva viene definita, nel
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linguaggio della PNL, dissociata, e implica una presa di di-stanza dallevento. Hamblett spiega:
Jane madre di tre bambini che frequentano le elementari.
Quattro anni fa il suo figlio pi piccolo, che allora aveva due
anni, sub un grave e doloroso incidente domestico mentre gio-
cava. Da quel giorno, bench suo figlio fosse guarito comple-
tamente, Jane ha sofferto dei tipici sintomi di PTSD.
Quando prov a descrivere quello che era successo a suo fi-
glio, scoppi a piangere e si turb molto. La calmai e le dissi
che poteva parlarmene pi tardi. Mi rifer che era costante-
mente ansiosa riguardo alla propria famiglia, specialmente per
i bambini, ma anche nei confronti di suo marito. Immaginava
continuamente che accadessero loro le cose pi terribili, era
sempre in tensione e sentiva il bisogno di conoscere sempre
tutti i loro movimenti. Riusciva rilassarsi solo se i bambini ri-manevano fermi e tranquilli, cos tendeva a bloccarli e a sgri-
darli se facevano qualunque normale attivit rumorosa. I gri-
dolini di un bambino intento a giocare le causavano il panico.
Se uno dei suoi figli subiva il minimo piccolo infortunio o si
procurava qualche taglio, lei rimaneva impietrita dal terrore e
non riusciva ad essere daiuto. Era arrivata a pianificare la
propria vita in modo che ci fosse sempre un altro adulto pron-
to a sostituirla quando il panico la paralizzava.
Jane desiderava intensamente riuscire a rimanere rilassata con
i propri bambini, a godere delle loro avventure e ad incorag-
giarli a viverle, a portarli a sciare e anche a lasciare loro degli
spazi. Le dissi di immaginare se stessa seduta comodamente a
casa dove solitamente guardava la tv. Rendi lo schermo dellaTV molto piccolo, quasi come un giocattolo. Ora, su quel pic-
colo schermo laggi, visualizza una piccola immagine di te,
proprio dove e come sei ora. Falla diventare in bianco e nero.
facile, giusto?
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S.
Ottimo! Ora immagina di essere in piedi appena fuori casa;
stai guardando attraverso la finestra. Puoi vederti seduta suldivano mentre guardi lo schermo Dallesterno ti accorgi di
avere in mano il telecomando e di guardare semplicemente
lei sul divano, mentre le fai vedere qualche filmato speciale.
a suo agio l? Puoi vedere la sua nuca? Ottimo Ora
falle guardare unimmagine statica in bianco e nero di se
stessa nel momento tranquillo e sicuro appena precedente
lincidente, mentre se ne sta rilassata e felice a casa E ora
sostituisci limmagine per lei, fagliene vedere una di un mo-
mento tranquillo dopo lincidente, un momento in cui sa che
di nuovo tutto a posto. Lei si pu sentire serena, dal mo-
mento che tutto finito. Ok? Ora mostrale il video di quel-
lo che accaduto, dalla prima immagine tranquilla allultima
immagine tranquilla. Fai scorrere il video piuttosto veloce-mente, e osservala mentre guarda e impara ci di cui ha biso-
gno per prendere distanza da tutto questo.
Jane a volte mostr un po di tensione durante la procedura,
ma rimase abbastanza tranquilla e complet questa fase.
Com andata?Non troppo male. Pi facile di quanto pensassi.
Ottimo. Ora vorrei che immaginassi di poter fluttuare laggi,
prima sopra e poi dentro limmagine finale di tranquillit, co-
me se fossi allinterno dellesperienza, vedendo attraverso i
tuoi occhi, ascoltando con le tue orecchie Mettici i colori.
Ora vai molto rapidamente allindietro lungo lesperienza, co-me durante il riavvolgimento di una videocassetta, fino alla
prima immagine di tranquillit. Mettici uno o due secondi.
Zip! Poi ritorna ad essere in piedi fuori casa, mentre guardi an-
cora allinterno attraverso la finestra. Com andata?
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Bene.Annu. La guidai ancora attraverso questultima fase, poi
le chiesi di ripeterla da sola, molto rapidamente, qualche volta
ancora, fino a che limmagine non fosse scomparsa o non si fossedisintegrata, cos da non poter pi ripetere il procedimento.
Dopo alcuni istanti lei annu: Ok.
Ottimo. Beh, a dire il vero, bene o male quasi tutto qua. Ja-
ne rise, incredula.
Bene, vediamo. Ora cerca di ricordare lincidente e scopri in
che modo diverso, adesso.
andato a finire laggi nel passato disse, facendo spallucce.
So che successo, ma semplicemente laggi.
Puoi provare nuovamente le sensazioni che provavi? Prova
davvero, e vedi se puoi o no.
Rise e disse: Non mi sono mai sentita cos rilassata in vita
mia. Le chiesi di immaginare un bambino che urla mentre
gioca. Lei fece nuovamente spallucce e disse: del tutto nor-male. Solo un bambino che gioca.
Mettendo alla prova i cambiamenti che aveva effettuato e con-
fermandoli, Jane scopr che riusciva facilmente ad immaginare
se stessa mentre si occupava con serenit ed efficacia dei pro-
pri figli dopo che questi avevano riportato tagli o graffi; pote-
va ora anche godere dei loro giochi e dei loro sport pi avven-
turosi. Provava emozione allidea di un week-end rilassante
con la famiglia. Si mise perfino a pensare a come avrebbe
spiegato ai propri bambini quanto sarebbe stata diversa con lo-
ro adesso, ed era certa che si sarebbero meravigliati molto e si
sarebbero chiesti cosa mai potesse esserle successo.
E quindi cosa accadde al tuo bambino? Le chiesi. Questa vol-
ta mi raccont la storia, rimanendo calma. Quando ebbe termi-nato, disse che il racconto laveva resa un po triste, ma che
comunque era a suo agio. Era veramente sorpresa di essere in
grado di riparlarne e di sentirsi cos calma e rilassata.
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Cambiamento di submodalit in altri modelli di
psicoterapia
Le submodalit sono fondamentali funzioni del cervello cherendono possibili i vari meccanismi difensivi dellego di cuisi occupa la letteratura psicanalitica. Ad esempio, la sostitu-zione un meccanismo di difesa mediante il quale loggettodesiderato viene rimpiazzato da un altro oggetto simile. Aquesto proposito, Freud potrebbe dire: Una giovane donna,
attratta fortemente dal proprio fratello alto, biondo e con oc-chi azzurri, pu instaurare pi rapidamente profondi legamisentimentali con ragazzi alti, biondi e con gli occhi azzurri(Solomon e Patch, 1974, p. 503). La donna ottiene questo ri-sultato classificando dei giovani con le stesse submodalit(colore, stazza etc) del fratello. Un altro meccanismo di di-fesa facilmente riconoscibile come cambiamento di submo-
dalit lidentificazione . In questo caso, la persona vede at-traverso gli occhi della persona con cui si identifica e perce-pisce lesperienza dalla posizione occupata dal corpo di essa. esattamente il contrario del cambiamento di submodalitoperato dalla cura veloce delle fobie/traumi. Quando uno psi-canalista dipana un meccanismo di difesa, mette in atto uncambiamento di submodalit.Nelle terapie attive quali lo psicodramma e la terapia Gestalt, lesubmodalit visive e cinestesiche possono essere sfruttate edalterate grazie allimpiego delleffettivo movimento del cliente.Fritz Perls (1893-1970) descrive come altera un piccolo movi-mento fatto dal cliente (che rappresenta una strategia limitataed oscurata da submodalit ridotte). Si chiede al paziente di
esagerare ripetutamente il movimento, rendendone cos solita-mente pi evidente il significato nascosto (Levitsky e Perls,1982, p. 152). Il campo della sociometria, nello psicodramma,comprende processi che suscitano e modificano submodalitquali la distanza, laltezza e le dimensioni, usando degli attori
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per rappresentare gli elementi dellesperienza interna che viene
studiata. Ai clienti viene chiesto di collocare gli attori ausiliari
e se stessi in maniere che rivelino chiaramente la posizione del-le loro submodalit interne (Starr, 1977, pp. 75-87).
Nella psicologia cognitiva troviamo una gamma di suggeri-
menti ed idee per cambiare le submodalit negli altri sistemi
sensoriali. Per esempio Beck ed Emery raccomandano di inse-
gnare ai clienti a modificare le immagini visive che li disturba-
no. Suggeriscono di mettere fuori fuoco certe zone dellimma-
gine, di collocare questultima su uno schermo televisivo e di
modificarne la luminosit, o addirittura di cambiare canale o
esagerare in maniera caricaturale gli elementi che la compon-
gono (Beck ed Emery, 1985, pp. 222-4).
Carl Rogers (1902-1987) not che nella sua terapia centrata
sul cliente avevano luogo alcuni caratteristici cambiamenti
nelle percezioni dei clienti (in Shostrom, 1965). Per esempio,prima di lavorare con una cliente di nome Gloria, nel 1965,
afferm: Da uno stato di distacco dalla propria esperienza,
distacco da ci che accade dentro di lei, possibile che evol-
va verso una maggiore immediatezza dellesperienza dal
costruirsi la vita in schemi piuttosto rigidi e in bianco e nero,
potrebbe passare a modi pi espansivi e meno rigidi di creare
la propria esperienza e di vederne il significato. Questi sono
cambiamenti di submodalit, e sono supportati dal modo in
cui Rogers riformula le cose lavorando con Gloria. Non appe-
na apre bocca, Gloria dimostra subito il suo modo di parlare
in bianco e nero e unattenzione concentrata sugli eventi
passati. Dice di sua sorella: Le ho mentito e da allora questo
fatto mi torna sempre in mente, perch mi sento cos colpevo-le ad averlo fatto; non lo faccio mai e voglio che lei si fidi di
me. Rogers replica suggerendole di concentrarsi su come si
sente ora nella sua relazione attuale, e di essere meno rigida
nel definire le cose (usando parole come pi o meno, una
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sorta di, etc). Il terapeuta continua dicendo: Il punto la
preoccupazione che hai riguardo a tua sorella e il fatto che tu
non sei davvero bugiarda; che questa relazione aperta esi-stita tra di voi, ed ora senti che come danneggiata. S ri-
sponde lei, accettando i sottili cambiamenti di submodalit
implicati nella riformulazione della frase.
Lavorare con la trance
Il modello di lavoro con la trance usato in PNL stato svi-
luppato dagli studi effettuati da Richard Bandler e John Grin-
der con Milton Erickson (1902-80; v. Bandler e Grinder, 1975).
Erickson inizialmente riteneva che:
Quello che lipnosi in effetti pu essere spiegato per ora
solo in termini descrittivi. Pu dunque essere definita come
uno stato di suggestionabilit artificialmente indotto e somi-gliante al sonno, nel quale sembra avere luogo una normale
dissociazione degli elementi consci della psiche da quelli
inconsci. Questa dissociazione limitata temporalmente ed
in relazione allo stimolo e si manifesta in uno stato di quie-
scenza del conscio che stimola il sonno naturale, e in una de-
lega allinconscio del controllo soggettivo delle funzioni
dellindividuo, normalmente gestito dalla mente conscia.
(Erickson, 1980, Vol. III, p. 611)
Vaste ricerche dimostrano il potere terapeutico della comunica-
zione con la mente incoscia in uno stato di ipnosi o trance.
Svariati studi dimostrano che lipnosi pu superare quelle che
altrimenti vengono considerate condizioni congenite incurabi-li. Per esempio ilBritish Medical Journal pubblic nel 1952
uno studio relativo ad un ragazzo di diciassette anni con ittiosi
eritrodermica congenita. La sua pelle era coperta di strati cor-
nei e suppurava fluidi dalle articolazioni.
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Una settimana dopo lintervento ipnotico piccole aree del cor-
po furono liberate da questo problema e il risultato si estese al
resto del corpo durante la seconda settimana (Crasilneck eHall, 1985, p. 376).
Ernest Rossi svilupp un modello di ipnosi basato sulle reti
neurali stato-dipendenti. Rossi afferma che Tutti i metodi di
guarigione mente-corpo e lipnosi terapeutica operano acce-
dendo e ristrutturando la memoria stato-dipendente ed i sistemi
di apprendimento che codificano sintomi e problemi (Rossi e
Cheek, 1988, p. 111). Quindi le aree della mente note prece-
dentemente come subconsce o inconsce vengono ora rico-
nosciute da Rossi come semplici reti neurali dissociate dalla
consapevolezza abituale a causa dello stato molto diverso da
quello in cui sono state codificate abitualmente. La comunica-
zione con queste reti neurali pu essere effettuata ristabilendo
lo stato in cui sono state codificate (cio creando uno stato alte-rato o di trance). Rossi sottolinea come queste reti neurali
siano spesso scarsamente connesse alla corteccia e alle aree au-
ditive-digitali (verbali) del cervello; suggerisce che pi facile
comunicare con esse impiegando dei segnali dati da movimenti
delle dita o altri simili movimenti del corpo. Simili sistemi di
comunicazione con linconscio vengono chiamati, nella lettera-
tura specialistica, segnali ideomotori, poich le idee delle re-
ti neurali vengono trasferite direttamente in risposte motorie
prive di pensiero conscio.
David Cheek, autore con Ernest Rossi diMind-Body Therapy, ha
svolto molte ricerche sui fenomeni ideomotori. Ha dimostrato,
per esempio, che era in grado di suscitare movimenti delle mani
corrispondenti al s e al no in risposta alle sue domande inun migliaio di pazienti ospedalieri in anestesia generale (Cheek,
1981). Milton Erickson impar per la prima volta a creare se-
gnali ideomotori da Leslie Le Cron negli anni 20. Impiegava
diversi metodi: il movimento delle mani, il sollevarsi delle dita,
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lannuire e il movimento di un pendolo tenuto tra le dita (Erick-
son, 1981, pp. 111-80). Il metodo di Erickson per suggerire se-
gnali psicomotori, cos come il suo metodo di induzione di tran-ce, era specifico per ogni singolo cliente. Descriveva le sue con-
versazioni coi clienti come un processo di utilizzazione. Gli
specifici schemi linguistici da lui impiegati per facilitare la tran-
ce furono analizzati da Bandler e Grinder (1975) e definiti Mil-
ton Model. Gran parte del suo impiego del linguaggio era basa-
to sulle presupposizioni. Per esempio, Erickson poteva dire a un
cliente, Sei in una trance pi profonda della trance in cui sei en-
trato mentre ti addormentavi, o una trance pi leggera per ades-
so?. Rispondendo alla domanda s oppure no il cliente era
costretto a presupporre di essere gi in trance.
Lavoro con la trance: case study
Craig poteva a malapena camminare quando entr nel mio uf-ficio per la sua prima seduta di ipnoterapia basata sulla PNL.
Tre anni prima si era infortunato alla schiena ed era finito
bloccato a letto, impossibilitato ad alzarsi per dodici mesi.
Gradualmente si era riabilitato e aveva cambiato professione,
passando da un lavoro manuale e pesante ad unattivit di
counselor e trainer. Appena si sent pi sicuro, cominci a fre-
quentare una palestra e a sentire la sua forza che tornava. Poi
un giorno fatidico, tre mesi prima di venire da me, si spinse
troppo oltre. Mentre era in palestra ebbe un crollo: non riusci-
va pi a muoversi e provava forti dolori. Durante questi tre
mesi le sue condizioni non erano migliorate di molto, e temeva
di dover affrontare un altro anno bloccato a letto, nellattesa di
riprendersi. Iniziai col chiedergli, come counselor, cosa pensa-va stesse accadendo alla sua schiena. Rispose: Penso che la
mia mente inconscia mi stia punendo perch mi sono sforzato
troppo. E forse vuole dirmi che devo mantenere il mio nuovo
lavoro e non tornare al lavoro manuale.
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Wow, replicai stupito avrei piuttosto detto che la tua mente
inconscia ti sta proteggendo amorevolmente dagli infortuni. Ti
invia messaggi di dolore per metterti in allerta quando seiprossimo a un incidente, e ti rende i muscoli flaccidi cos da
evitare che ti danneggi ulteriormente. Penso che prima di ini-
ziare sarebbe bene rendersi conto di quanto ti ha aiutato e rin-
graziarla. Voglio che la tua mente inconscia sappia che capisco
che ha unintenzione positiva in quello che fa. E, naturalmen-
te, potrebbe essere daiuto in ulteriori modi, se sapesse per cer-
to di avere la tua disponibilit a cooperare. Sei daccordo?
Craig assent. interessante come si sia rivelato poi facile invi-
tarlo a rilassarsi e ad entrare in uno stato di profonda trance. Par-
lai in maniera sempre pi lenta, ricordando a Craig esperienze
che aveva avuto in passato, quando era stato pienamente rilassa-
to. Sottolineai che la sua mente inconscia sapeva come farlo ri-
lassare per permettergli di dormire ogni notte, cosa che non po-teva certo fare mediante diretto controllo cosciente. Gli sollevai
un braccio e suggerii che sarebbe rimasto sospeso dinnanzi a lui,
mentre la sua mente inconscia lo sosteneva tendendo i muscoli
da entrambi i lati e producendo cos una catalessi del braccio.
La reazione fu intensissima. Craig si rese conto, costernato, di
non poter assolutamente muovere la mano. Io sottolineai: Que-
sto dimostra quanto facilmente la tua mente inconscia possacambiare il tuo corpo quando le permetti di aiutarti.
Poi chiesi alla mente inconscia di Craig di sollevare un dito di
quella mano quale segnale per il s e lindice si sollev, men-
tre le altre dita rimanevano perfettamente immobili; unimpresa
quasi impossibile consciamente, ma facile per la mente incon-
scia. Io ringraziai linconscio e gli chiesi di muovere un altrodito per il no. Questa volta il suo mignolo rispose sollevan-
dosi verso un lato. Craig guard verso di me divertito e confu-
so. Chiesi alla sua mente inconscia: Ricordando come hai cu-
rato la schiena di Craig lultima volta che successo, sai cosa
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devi fare per metterlo nuovamente in condizioni di camminare
e muoversi confortevolmente?. Il dito del s si alz. E sei di-
sposta a farlo, premesso che Craig si impegna a svolgere la sua
professione attuale e che eseguir gli esercizi in palestra gra-
dualmente entro i limiti che hai stabilito?. Il dito del s si mos-
se ancora. Bene, dissi allora vorrei che iniziassi a farlo subi-
to. Hai gi iniziato a fare questi cambiamenti?
Un altro movimento affermativo mi port a porre la mia do-
manda finale: E completerai questo processo di guarigione in
una settimana?. Il dito del s si mosse ancora. Ringraziai la
mente inconscia di Craig, le suggerii di svegliarlo subito e le
dissi di restituire a Craig la mobilit del braccio e della mano.
Craig rilass il braccio e lo lasci cadere in grembo con un
certo sollievo, poi inarc la schiena per verificare come si sen-
tisse. La sento gi molto migliorata not. In effetti usc dal-
lufficio camminando con scioltezza, e dopo tre giorni fu ingrado di riprendere la sua vita abituale e le sue attivit. Un an-
no pi tardi non aveva pi avuto problemi.
Lavorare con la trance in altri modelli di psicoterapia
Storicamente ci sono state numerosissime proposte di spiega-
zione di cosa siano la trance o lipnosi. Il guaritore francese
Franz Anton Mesmer (1734-1815) credeva che il fenomeno fos-
se dovuto al magnetismo animale, energia elettrica che indu-
ceva i clienti in uno stato di empatia magnetica con il guarito-
re. Nel 1784 una commissione scientifica dichiar di non aver
trovato prove della presenza di elettromagnetismo nelle terapie
carismatiche di Mesmer, e che i risultati da lui ottenuti erano
dovuti allimmaginazione. Fu La Fontaine, un magnetistasvizzero formatosi con Mesmer, che, nel 1841 a Manchester in
Inghilterra, introdusse il dottor James Braid a questo tipo di pra-
tiche. Braid (1795-1860) coni il termine ipnosi per descrive-
re il fenomeno (dal greco hypnos, sonno).
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In tutta Europa altri studiarono il lavoro di Braid e rifiutarono il
modello di Mesmer per spiegare lipnosi a loro modo. In Fran-
cia il dottor August Libeault (1823-1904) e il professor Hippo-lyte Bernheim (1837-1919) proposero che lordinaria sugge-
stione fosse la spiegazione degli effetti che venivano attribuiti
a questa sorta di speciale stato ipnotico. Il libro di BernheimDe
la Suggestion, pubblicato nel 1884, sosteneva che la trance
fosse semplicemente il nome attribuito ad un fenomeno del tutto
normale. Contemporaneamente, allUniversit di Salptrire, il
dottor Jean-Martin Charcot prese la strada opposta, sostenendo
che lipnosi era una nevrosi indotta artificialmente.
Due giovani neurologi che avevano studiato sia con Charcot che
con Bernheim pubblicarono nel 1895 una teoria integrativa del-
lipnosi nellopera Studies on Hysteria. Erano Joseph Breuer
(1842-1925) e Sigmund Freud (1856-1939). Lanno seguente
Freud coni il termine psicanalisi per la teoria e lespressionelibere associazioni per il modus operandi che aveva sviluppa-
to dal suo originale metodo ipnoterapeutico. Continu a descri-
vere lo stato che viene causato da questo metodo in termini di
ipnosi. Diceva, ad esempio, che le libere associazioni dissocia-
no lattenzione del paziente dalle sue ricerche e riflessioni con-
sce (in Rossi, 1996, p. 186). Raccomandava agli psicanalisti di
rimanere in uno stato di trance, come si legge di seguito:
Lesperienza ha presto dimostrato che lattitudine che lo psi-
canalista poteva adottare con maggior vantaggio era quella di
arrendersi alla propria attivit mentale inconscia, entrando in
uno stato di attenzione diffusamente sospesa, per evitare il pi
possibile riflessioni e la costruzione di aspettative consce,cercando di non fissare in maniera particolare nella propria
memoria alcuna delle cose ascoltate, riuscendo cos a cogliere
il dipanarsi dellinconscio del paziente per mezzo del proprio
inconscio. (Freud, 1923, p. 239)
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Tutta la storia della psicoterapia occidentale si intreccia con
levoluzione dei nuovi metodi ipnoterapeutici. Carl Jung (1875-
1961), anchegli esperto ipnoterapeuta, svilupp un metodo perindurre uno stato ipnotico chiamato immaginazione attiva nel
quale la persona instaurava un dialogo con unimmagine signifi-
cativa di un sogno o di una fantasia (v. Rossi, 1996, p. 187). Si-
mili compiti immaginativi, molto vicini ai dialoghi dellultima
Gestalt (Levitsky e Perls, 1982, p. 149) e allespressione di desi-
deri infantili di tipo reichiano (Lowen e Lowen, 1977, p. 107),
sono compiti che richiedono alla persona di dimostrare feno-
meni ipnotici quali la regressione e lallucinazione. Ernest
Rossi sottolinea che questi metodi sono leggeri rituali di indu-
zione che evocano uno speciale stato di comunicazione e aspet-
tativa terapeutica (Rossi, 1996, p. 190).
Jacob Moreno (1892-1974) sviluppa le applicazioni dellipnosi
allo psicodramma (Moreno, 1950). Il suo lavoro ricco di me-todologie ipnoterapeutiche tradizionali. Per esempio, nella regia
di uno psicodramma alla Prima Conferenza Internazionale di
Psicodramma a Parigi, Moreno guida la protagonista allinterno
di un sogno facendola distendere, mettendole la mano sulla
fronte e dicendole ripetutamente: Dormi, dormi profondamen-
te, dormi profondamente, dormi profondamente, profondamen-
te, sempre pi profondamente, cerca di dormire. Questa, ov-
viamente, uninduzione ipnotica classica. Nel presentare il fil-
mato di questa sessione, Moreno descrive anche il pubblico del-
lo psicodramma in questo modo: tutti coinvolti, erano prati-
camente ipnotizzati dalla procedura (Moreno, 1964). Lo stu-
dioso teorizza lipnosi come metodo per esercitarsi in un ruolo
mentre si in uno stato di rilassamento (Moreno, 1977, p. 160).Carl Rogers (1902-1987) studi lipnosi mentre lavorava come
psicologo clinico alla Rochester Society for Prevention of
Cruelty to Children negli anni 30 (in Suhd, 1995, p. 11). Come
Freud, Rogers rifiutava lipnosi in s in quanto temeva impli-
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casse il rischio della sostituzione dei sintomi (preoccupandosi
che la mente inconscia della persona potesse fare resistenza al-
lipnosi). Ma in un famoso filmato degli inizi degli anni 60Rogers spiega, a seguito della sua seduta di counseling,
[] in genere non ricordo pi di una o due affermazioni, n par-
ticolari del colloquio. So semplicemente che ero molto presente
nella relazione e che la stavo vivendo nel momento del suo veri-
ficarsi; e mi rendo conto che dopo un po di tempo potrei comin-
ciare a ricordarmene nuovamente; ma al momento ho un ricordo
davvero non-specifico dellintero colloquio. (in Shostrom, 1965)
Questo lo stesso stato di trance terapeutica che Freud racco-
manda, e la descrizione di Rogers coincide con le nostre espe-
rienze di lavoro con la trance basato sulla PNL.
La psicologia comportamentale spesso viene contrapposta allepsicoterapie dinamiche quali lipnosi. In effetti ipnosi e tera-
pia comportamentale sono collegate da un rapporto di lunga
data. Ivan Pavlov studi gli stati ipnotici sia nei cani che negli
uomini e propose che fossero il risultato di uninibizione loca-
lizzata della corteccia, simile ma pi ridotta di quella che ha
luogo durante il sonno (in Crasilneck e Hall, 1985, pp. 26-7).
Nel 1933 il comportamentista americano Clark Hull (da cui
Milton Erickson apprese lipnoterapia) scrisse Hypnosis and
Suggestibility, confutando il modello di Pavlov e argomentando
che non fossero necessari stati speciali del cervello per ottenere
le reazioni tipiche della trance basate sulle suggestioni.
La terapia cognitivo-comportamentale ha accolto con maggiore
riluttanza il metodo ipnotico, nonostante Beck ed Emery (1985,p. 249) siano concordi nellaffermare che il rilassamento ipno-
tico sia unopzione molto utile per ridurre lansia. Ancora una
volta, molte tecniche della terapia cognitiva sono, in effetti, ip-
notiche. Il terapeuta ericksoniano Michael Yapko analizz la
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trascrizione di una sessione del terapeuta cognitivo Aaron Beck
in questi termini e rilev in essa la presenza di tutte le maggio-
ri tecniche ipnoterapeutiche. Identific luso, da parte di Beck,di suggestioni indirette, presupposizioni e visualizzazioni gui-
date del tipo di quelle impiegate nelle induzioni ipnotiche. No-
t che Beck descriveva il successo della cliente come dimostra-
to dal fatto che fosse in grado di provare (ipnoticamente) latti-
vit desiderata e di immaginarne le varie fasi senza alcuna in-
terferenza cognitiva (Yapko, 1992, pp. 61-74).
Integrare delle partiDescrivendo la trance, precedentemente, Milton Erickson aveva
fatto una distinzione tra mente conscia e mente inconscia.
Questo riconoscimento di due sub-personalit separate allin-
terno del cervello uno specifico esempio di un modello pi am-
pio, che descrive quelle che in PNL vengono definite parti. Ainostri fini la parola parte si riferisce a qualsiasi rete neurale
stato-dipendente tale da mettere in atto delle strategie senza ve-
nir controllata da parte del resto del cervello. In questo senso la
mente conscia una parte tanto quanto lo linconscio.
Il primo modello di lavoro sulle parti usato in PNL fu chiamato
six-step reframing (ristrutturazione in sei fasi). Bandler e Grin-
der spiegarono gli assunti fondamentali di questa procedura in
una delle loro prime dimostrazioni, scrivendo:
Questo ha senso solo se avete un sistema di convinzioni che
dice: Guarda. Se avesse un controllo cosciente di questo com-
portamento, lo avrebbe gi cambiato. Dunque qualche parte
di lui che non conscia sta provocando questo schema di com-portamento Io presuppongo anche che la parte di voi che ge-
nera X anche se consciamente X non vi piace stia agendo
cos per fare qualcosa nel vostro interesse, qualcosa che vi
utile in qualche modo. (Bandler e Grinder, 1979, pp. 139-40)
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Sulla mano destra. Distese la mano destra, palmo in su, e io
feci lo stesso con la mia mano sinistra, rispecchiando la sua.
Se la parte di cui abbiamo detto fosse sulla tua mano proprioora, che aspetto avrebbe? Pam rise guardando intensamente la
propria mano.
Sono io con unespressione feroce sul volto.
E come la sentiresti? La mano leggera o pesante, calda o
fredda?
pesante e piuttosto calda.
Ottimo. E se le chiedessi qual il suo proposito nel farti gri-
dare, cosa direbbe e che tipo di voce avrebbe? Pam guard di
lato, vicina alle lacrime.
Per farli sentire dispiaciuti per quello che mi fanno; per fargli
capire. Disse con voce tremante.
Vorrei rin
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