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Pubblicazione realizzata nell'ambito del progetto PLASTiCE supportato dal FESR.
UNA TABELLA DI MARCIA PER AGIRE - DALLA SCIENZA
ALL’INNOVAZIONE NELLA CATENA DEL VALORE
2
3
SOMMARIO
1. PROGETTO PLASTICE 4
2. PRINCIPALI PROBLEMI PER L’EUROPA CENTRALE 5
3. SVILUPPO DELLA CATENA DEL VALORE 7
4. RICERCA E SVILUPPO 11
4.1. Caratterizzazione delle proprietà fisiche allo stato solido dei polimeri disponibili sul
mercato 11
4.2. Caratterizzazione della composizione e della struttura molecolare dei materiali
polimerici disponibili sul mercato 12
4.3. Modifica delle proprietà dei polimeri utilizzando metodi chimici 12
4.4. Modifica delle proprietà dei polimeri utilizzando metodi fisici 13
4.5. Ottimizzazione della lavorazione di polimeri biodegradabili 13
4.6. Sostegno allo sviluppo di processi di produzione industriale 14
4.7. Ricerca sulle proprietà funzionali 15
4.8. Prove di biodegradabilità e di compostabilità 16
5. CONTATTI 17
6. GLOSSARIO 18
APPENDICE – CASI DI STUDIO 23
4
1. PROGETTO PLASTICE
Il Progetto PLASTICE è iniziato nell’Aprile 2011 nell’ambito del Programma “Central Europe”.
In totale, 13 membri – comprendenti aziende, organizzazioni di assistenza alle imprese e
istituzioni di ricerca – in Italia, Polonia, Repubblica Slovacca e Slovenia hanno unito le forze
per identificare le barriere e promuovere lo sviluppo della catena del valore di plastiche
sostenibili, in particolare delle plastiche biodegradabili nell’ambiente.
L’obiettivo generale del progetto è “creare le condizioni per incrementare il mercato delle
plastiche biodegradabili nell’Europa Centrale, come banco di prova per l’applicazione di
nuovi prodotti in ambiti industriali specifici”. Il settore dell’imballaggio (contenitori, pellicole,
reti, vassoi espansi per alimenti) è quello con il maggiore potenziale nell’immediato per le
plastiche biodegradabili. Questo settore include la produzione di sacchi di plastica per la
raccolta e il compostaggio del rifiuto umido e borse per la spesa, che sempre più sono al
centro dell’attenzione rispetto ai problemi ambientali. Le plastiche biodegradabili possono
anche essere usate per vari prodotti generici usa e getta o monouso (piatti e ciotole, tazze
per bevande fredde, posate, etc.) o per applicazioni specifiche (accessori sportivi,
agricoltura, ecc.), sebbene le applicazioni non siano esclusivamente limitate a questi settori.
Questa Tabella di Marcia intende promuovere la cooperazione nel campo delle plastiche
biodegradabili - con obiettivi applicativi - tra le istituzioni di ricerca e le imprese nell’Europa
Centrale. Unendo la conoscenza e le competenze delle rispettive istituzioni, questa Tabella
di Marcia guida le aziende produttrici lungo tutto il processo che va dalla ricerca di nuove
plastiche biodegradabili, alla loro commercializzazione e applicazione. Inoltre, vengono
presentati alcuni casi di studio allo scopo di illustrare gli aspetti più importanti da prendere in
considerazione quando si intenda avviare un’attività che comporti la produzione,
trasformazione, distribuzione, utilizzo e/o smaltimento di plastiche biodegradabili.
Questo documento è stato preparato nell’ambito del “Work Package 3” del progetto “Innovative Value
Chain Development for Sustainable Plastics in Central Europe (PLASTiCE)”, co-finanziato entro il
Programma “Central Europe” dal fondo regionale di sviluppo europeo (European Regional Development
Fund).
5
2. PRINCIPALI PROBLEMI PER L’EUROPA CENTRALE
L’industria delle plastiche nell’Unione Europea è rappresentata da più di 59,000
aziende – la maggior parte delle quali sono piccole e medie imprese – e sta generando un
fatturato di circa 300 milioni di euro per anno.1 Sebbene il declino economico tra il 2008 e il
2012 nell’Unione Europea ha influenzato negativamente il fatturato in molti settori industriali,
il mercato delle plastiche nell’Europa Centrale è ancora in dinamica crescita dopo aver
attraversato due anni di depressione. Abbiamo assistito a diverse fusioni e acquisizioni
nell’industria delle plastiche durante gli ultimi tre anni, così come alla crescita di opportunità
di mercato per nuove applicazioni nel settore automobilistico, aeronautico, medico,
elettronico ed elettrodomestico. Tuttavia, dal punto di vista della sostenibilità ambientale, lo
smaltimento delle plastiche continua ad essere motivo di preoccupazione in Europa. Infatti,
le plastiche vengono applicate quasi ovunque e la loro domanda cresce ogni anno ma solo
una piccola frazione dei rifiuti plastici viene riciclata. Di conseguenza l’impatto sull’ambiente
che deriva dallo smaltimento dei rifiuti sta diventando un problema sempre più rilevante.
Nel Marzo 2013, la Commisione Europea ha lanciato il “Libro Verde sulla strategia europea
per i rifiuti di plastica nell'ambiente”2 come parte di una più ampia revisione della
legislazione Europea in materia di rifiuti. Prima di questo documento, il rifiuto di plastica era
preso in considerazione solo nella Direttiva 94/62/CE sugli Imballaggi e i Rifiuti da
Imballaggio, che comprendeva obiettivi specifici di riciclaggio dei rifiuti domestici. La
Commissione Europea ha compiuto un passo importante verso la responsabilità dei
produttori nel processo di gestione dei rifiuti nella Direttiva sui Rifiuti 2008/98/CE (articolo
8). Nel 2011, l'industria della plastica europea ha lanciato l'idea: “zero plastiche in
discarica” entro il 2020. Se la Commissione europea e i governi nazionali seguissero questa
raccomandazione, questo causerebbe un grave problema per l'Europa centrale, dove gran
parte dei rifiuti di plastica finisce ancora in discarica.
Il Consiglio Mondiale delle Imprese per lo Sviluppo Sostenibile prevede che, per soddisfare
la domanda di prodotti finiti, occorrerà aumentare da quattro a dieci volte l’efficienza delle
risorse entro il 2050.3 Attualmente, oggetti di plastica a basso prezzo, giocattoli, sacchetti
di plastica e altri prodotti monouso sono spesso disponibili a prezzi che non riflettono gli
interi costi ambientali.4 Un sistema che rispecchiasse i veri costi ambientali, dall'estrazione
delle materie prime alla produzione, distribuzione e smaltimento, aiuterebbe a prendere in
considerazione altre soluzioni, ad esempio, l'introduzione di plastiche biodegradabili
nell'ambiente.
1 Plastics – the Facts 2012, An analysis of European plastics production, demand and waste data for 2011, PlasticsEurope, 2012, page 3
2 Green Paper “On a European Strategy on Plastic Waste in the Environment”, Brussels, 7.3.2013, COM(2013) 123 final
3 Communication from the Commission to the European parliament, the council, the European Economic and Social
Committee and the Committee of the Regions, Roadmap to a Resource Efficient Europe, Brussels, 20.9.2011, COM(2011) 571 final, page 2
4 Green Paper “On a European Strategy on Plastic Waste in the Environment”, Brussels, 7.3.2013, COM(2013) 123 final, page 15
6
Sebbene nel complesso l'Europa sia stata un leader mondiale nel campo delle plastiche
biodegradabili negli ultimi dieci anni, gli Stati Uniti d'America e i paesi asiatici stanno
sviluppando in modo dinamico nuove applicazioni. L’Europa Centrale tuttavia è in ritardo
riguardo alla produzione e consumo di plastiche biodegradabili. Le aziende coinvolte nel
progetto Plastice e localizzate in questa area geografica segnalano le seguenti barriere da
superare:
Le proprietà funzionali delle plastiche biodegradabili devono essere migliorate;
Deve migliorare la conoscenza delle modalità che consentono di prolungare la durata
(shelf life) degli imballaggi biodegradabili;
Il processo di trasformazione dalle plastiche tradizionali alle plastiche biodegradabili
deve essere meglio gestito in stretta collaborazione con partner esterni, tra cui fornitori
di materiali e istituti di ricerca;
I sistemi di trattamento dei rifiuti devono essere dotati di infrastrutture per separare
meglio le plastiche biodegradabili dalle plastiche tradizionali.
Secondo le stime di Global Industry Analysts Inc., il mercato globale dei polimeri
biodegradabili potrebbe raggiungere un volume di 1,1 milioni di tonnellate entro il 2017.5 Per
sostenere il processo di sviluppo delle plastiche biodegradabili, la Commissione Europea ha
fissato nella sua Tabella di Marcia per un' Europa Efficiente nell’impiego delle Risorse una
tappa importante: "Entro il 2020, le scoperte scientifiche e l’impegno continuo per
l’innovazione ci avranno consentito di capire meglio come considerare, gestire, ridurre l’uso,
riutilizzare, riciclare, sostituire, salvaguardare e valorizzare le risorse. Questo sarà possibile
grazie ai cospicui aumenti degli investimenti, alla coerenza nell'affrontare la sfida sociale
relativa all’efficienza delle risorse, ai cambiamenti climatici e alla resilienza, ai benefici della
specializzazione intelligente e della cooperazione all’interno dello Spazio europeo della
ricerca.”6 In particolare, tra il 2014 e il 2020, la Commissione Europea incentrerà i
finanziamenti a favore della ricerca sostenendo soluzioni innovative in vari settori, tra cui
quello delle plastiche biodegradabili.
Prendendo in considerazione la dichiarazione di cui sopra, fra i principali elementi che
guideranno lo sviluppo della catena del valore della plastica biodegradabile in Europa
Centrale vengono indicati l’aumento della domanda di prodotti monouso e di applicazioni
nell’imballaggio, la maggiore consapevolezza tra i consumatori, la spinta verso il divieto di
smaltimento delle plastiche nelle discariche, i costi petroliferi imprevedibili nel prossimo
decennio e il progresso tecnologico nel campo dei polimeri biodegradabili.
5 Biodegradable polymers. A global strategic business report, 2012 (www.strategyr.com)
6 Communication from the Commission to the European parliament, the council, the European Economic and Social Committee and the Committee
of the Regions, Roadmap to a Resource Efficient Europe, Brussels, 20.9.2011, COM(2011) 571 final, page 9
7
3. SVILUPPO DELLA CATENA DEL VALORE
La struttura della catena del valore per le plastiche biodegradabili nell’ambiente è simile alla
catena del valore per le plastiche tradizionali. Tuttavia, mentre nel caso delle plastiche
tradizionali l’attenzione è maggiormente focalizzata sui processi di riciclo e di riutilizzo, nel
caso delle plastiche biodegradabili nell'ambiente sono i processi di degradazione e
compostaggio ad essere presi maggiormente in considerazione.
In ogni fase della catena del valore, ci sono specifici ostacoli relativi alla ricerca e sviluppo
da superare.
Questa Tabella di Marcia fornisce una prima serie di domande e risposte, utili alle aziende
che intendono costruire un impianto per la produzione di plastica biodegradabile o che de-
siderano modificare gli attuali processi di lavorazione per l'impiego di plastiche biodegra-
dabili in nuove applicazioni.
Per ulteriori informazioni, contattare il punto informativo nazionale (National Info Point – NIP)
presso il vostro paese.
Istituzioni di Ricerca
Forn
itori
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me
Pro
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sti-
che
bio
de
gra
da
bili
Industrie utilizzatrici
(imballaggio
alimentare, cosmetici,
farmaceutici,…)
Distributori, rivenditori di plastiche
biodegradabili
Legislazioni nazionali sulla gestione dei rifiuti
Riu
tiliz
zo,
Ric
iclo
e
Co
mp
ost
ag
gio
Organizzazioni pubbliche e senza scopo di lucro responsabili delle campagne di
sensibilizzazione, formazione e consulenza
Tras
form
ato
ri d
i pla
stich
e
rigi
de
o fl
essi
bili
Distributori, rivenditori
di imballaggi
biodegradabili
Co
nsu
ma
tori
Caratterizza-
zione dei
polimeri
disponibili sul
mercato
Modifiche delle
proprietà dei
polimeri me-
diante metodi
chimici e fisici
Ottimizza-
zione dei
processi di
lavorazione
dei polimeri
Progettazio-
ne di una
produzione
industriale
efficiente
,
Proprietà
funzionali
specifiche per
l’applicazione
Prove di
biodegradabi-
lità e di
compostabilità
8
Quesito 1: Che tipo di polimeri biodegrada-
bili si adattano meglio alla mia tecnologia di
lavorazione?
Dovreste prevedere di effettuare una
caratterizzazione delle proprietà fisiche allo
stato solido dei polimeri disponibili sul
mercato.
Tale attività include la valutazione della
stabilità termica, della temperatura di
rammollimento e delle proprietà
meccaniche.
Questo vi permetterà di selezionare il
polimero disponibile sul mercato più adatto
alla tecnologia di lavorazione attuale e
all'applicazione prevista.
Per maggiori informazioni vedi pagina 11.
D o v r e s t e a n c h e e f f e t t u a r e l a
caratterizzazione della composizione e della
struttura molecolare dei polimeri selezionati
per la vostra applicazione
Quesito 2: Come posso essere sicuro che il
materiale polimerico biodegradabile scelto
abbia proprietà adatte alle mie
applicazioni? Quali parametri dovrei
prendere in considerazione per garantire la
qualità del prodotto e la sua
biodegradabilità a fine vita? Come posso
verificare la riproducibilità del materiale
polimerico che mi viene fornito?
Dovreste prevedere di effettuare una
caratterizzazione della composizione e della
struttura molecolare dei materiali polimerici
disponibili sul mercato.
Tali attività includono una valutazione delle
proprietà del prodotto finale, la
determinazione di eventuali impurezze che
potrebbero influenzare la lavorazione,
nonché il tipo e il contenuto di additivi
presenti nel materiale polimerico.
Questo vi permetterà di selezionare il
materiale più adatto per le vostre
applicazioni e vi garantirà che ogni lotto di
materiale polimerico consegnato dal vostro
fornitore soddisfi gli standard di qualità
previsti. Potrete anche ottenere informazioni
sulle migliori condizioni di conservazione del
materiale polimerico (umidità, esposizione
alla luce, temperatura), sulle condizioni di
lavorazione, nonché sulla durata (shelf life)
di prodotti ottenuti usando tali materiali.
Sarete in grado di ottenere informazioni sulle
frazioni non riciclabili del vostro prodotto.
Per maggiori informazioni vedi pagina 12.
Quesito 3: Come posso adattare alle mie
esigenze di produzione le proprietà dei
materiali polimerici disponibili sul mercato,
mediante modifica chimica?
Dovreste prevedere di effettuare modifiche
delle proprietà del polimero utilizzando
metodi chimici.
Tali attività includono l'applicazione di
estensori di catena, l’introduzione di gruppi
funzionali e la modifica della superficie del
prodotto (per esempio per migliorarne la
stampabilità).
Questo vi permetterà di adattare le
proprietà del materiale alle vostre esigenze
specifiche.
Per maggiori informazioni vedi pagina 12.
Dovreste anche prendere in considerazione
l’opportunità di avviare un progetto di ricerca
che porti ad un processo brevettabile.
9
Quesito 4: Come posso adattare alle mie
esigenze di produzione le proprietà dei
materiali polimerici disponibili sul mercato,
mediante modifica fisica?
Dovreste prevedere di effettuare modifiche
delle proprietà del polimero utilizzando
metodi fisici.
Tali attività includono l’ottenimento di
materiali multi-componente mediante
l'aggiunta di plastificanti, compatibilizzanti,
cariche (tutti preferibilmente biodegradabili)
o mediante miscelazione con un altro
polimero biodegradabile.
Questo vi permetterà di adattare le
proprietà del materiale alle vostre esigenze
specifiche, ed inoltre a diminuirne il prezzo.
Per maggiori informazioni vedi pagina 13.
Dovreste anche prendere in considerazione
l’opportunità di avviare un progetto di
ricerca volto a migliorare sostanzialmente i
parametri di lavorazione, le proprietà finali
e le possibili applicazioni del materiale.
Quesito 5: Che cosa dovrei fare se si
verificano problemi nella linea di produzione
durante la lavorazione?
Dovreste prevedere di ottimizzare le
condizioni di lavorazione dei polimeri
biodegradabili.
Tali attività includono l’identificazione delle
condizioni di temperatura più adeguate per
ciascuna delle fasi produttive. Nella
maggior parte dei casi, i problemi di
lavorazione nascono dalla bassa stabilità
termica delle plastiche biodegradabili. Se
la temperatura di lavorazione è superiore
alla temperatura critica, il materiale può
subire degradazione termica, con
conseguente diminuzione del peso
molecolare e calo di viscosità. Potreste
pensare di abbassare la temperatura di
lavorazione o di diminuire il tempo di
residenza nel macchinario. Se questo non
fosse possibile (per esempio in materiali alto
-fondenti), viene consigliato l’avvio di un
progetto di ricerca applicata mirata a
ridurre gli effetti negativi della
degradazione termica, ad esempio
utilizzando stabilizzatori, estensori di
catena, plastificanti o altro.
Questo vi permetterà di utilizzare la vostra
strumentazione nelle condizioni attuali o con
piccole modifiche della procedura
tecnologica, senza la necessità di investire
in una linea di produzione completamente
nuova.
Per maggiori informazioni vedi pagina 13.
Dovreste anche prendere in considerazione
l’opportunità di avviare un progetto di
ricerca applicata, volto a sviluppare la
procedura che consentirà di lavorare uno
s p e c i f i c o m a t e r i a l e p o l i m e r i c o
b i o d e g r a d a b i l e u t i l i z z a n d o l a
strumentazione disponibile nelle condizioni
di processo ottimali.
Quesito 6: Come dovrei modificare i
parametri di produzione del mio processo
tecnologico?
Dovreste considerare il sostegno allo
sviluppo di processi di produzione
industriale, relativamente al vostro prodotto.
Tali attività includono prove sul materiale
plastico biodegradabile prodotto a scala di
laboratorio, prove su nuovi prodotti a scala
di impianto pilota e adattamento immediato
10
dei parametri tecnici del processo
tecnologico.
Questo vi permetterà di ridurre il rischio di
insuccesso e di minimizzare i costi nella fase
di avvio della produzione.
Per maggiori informazioni vedi pagina 14.
Quesito 7: Come posso ottenere
informazioni sulle proprietà funzionali del
mio prodotto biodegradabile?
Dovreste considerare di analizzare la
risposta funzionale del vostro prodotto in
condizioni concrete di applicazione.
Tali attività includono la determinazione
dell’invecchiamento fisico, delle proprietà
barriera (permeazione ai gas), di quelle
termo-meccaniche e della durabilità dei
materiali polimerici di interesse.
Questo vi permetterà di offrire sul mercato
un prodotto che soddisfi i requisiti specifici di
trasporto, di conservazione, di durata e di
compostabilità.
Per maggiori informazioni vedi pagina 15.
Quesito 8: Come posso confermare che il
mio prodotto è veramente compostabile
secondo gli standard di compostaggio
industriali o domestici?
Dovreste considerare di effettuare prove di
biodegradazione e di compostabilità.
Tali attività includono la determinazione del
contenuto di metalli pesanti, prove di
disintegrazione e di frammentazione e prove
di eco-tossicità (crescita di piante su
compost) sui materiali polimerici.
Questo vi permetterà di sapere se il vostro
prodotto può ottenere la certificazione e il
relativo marchio. Sarete in grado di
informare il consumatore finale sulla
compostabilità del vostro prodotto.
Per maggiori informazioni vedi pagina 16.
Quesito 9: Come posso determinare la
percentuale di carbonio rinnovabile/
biogenico nel mio prodotto?
Dovreste prevedere di effettuare la
determinazione del contenuto di Carbonio
proveniente da fonte rinnovabile (biogenico)
secondo la norma ASTM D6866.
Tali attività includono la determinazione del
contenuto di carbonio e la determinazione
del contenuto di carbonio rinnovabile
utilizzando uno dei metodi descritti in
ASTM D6866 per la determinazione del
contenuto dell’isotopo radioattivo 14C.
Questo vi permetterà di ottenere
informazioni sulla percentuale di Carbonio
rinnovabile (bio-based) nel vostro materiale,
che è importante sia per la certificazione che
per le attività di promozione dei vostri
prodotti come sostenibili.
11
4. RICERCA E SVILUPPO
Qui troverete una panoramica delle attività di ricerca e sviluppo da prendere in
considerazione quando si intenda sviluppare la produzione di polimeri, di prodotti plastici
e/o di imballaggi biodegradabili.
4.1. Caratterizzazione delle proprietà fisiche allo stato solido dei polimeri disponibili
sul mercato
Se volete… …considerate la seguente attività di ricerca … per ottenere più
informazioni su…
Tempo
stimato
Selezionare un
polimero con
caratteristiche di
stabilità termica
appropriate
Analisi della stabilità termica (temperatura
di degradazione) dei materiali singoli o multi
- componente (mediante analisi termogravi-
metrica, da temperatura ambiente (Tamb) a
900°C, in atmosfera inerte o in aria)
L'intervallo di temperatura
in cui il polimero può
essere lavorato in modo
sicuro
3 giorni
(campione
singolo)
7-14 giorni
(fino a 10
campioni)
Conoscere il
comportamento di
degradazione
termica di un
polimero
Analisi della stabilità termica con analisi
delle sostanze volatili emesse mediante
spettrometria di massa (TGA-MS, da Tamb a
900°C). Analisi dei cambiamenti di peso
molecolare (mediante Cromatografia di
Permeazione su Gel, GPC)
I prodotti di degradazione
rilasciati dal polimero
durante il trattamento
termico
3 giorni
(campione
singolo)
7-14 giorni
(fino a 10
campioni)
Valutare la
temperatura di
rammollimento
specifica di un
polimero
Analisi delle transizioni termiche (vetrosa,
cristallizzazione e fusione) mediante la
determinazione delle temperature caratteri-
stiche, delle entalpie di cristallizzazione e di
fusione. La tecnica utilizzata è la calorimetri-
ca differenziale a scansione (DSC): intervallo
di temperatura da -100°C a 250°C, raffred-
damento con azoto liquido, 2 scansioni per
ogni campione
La finestra di temperatura
di lavorazione, l'imposta-
zione dei parametri di
lavorazione e la tempera-
tura di impiego di un
oggetto lavorato
14-30 giorni
(in base al
numero di
campioni)
Verificare le
proprietà
meccaniche del
materiale
polimerico
Valutazione delle proprietà meccaniche a
temperatura ambiente (modulo elastico,
sforzo e deformazione sia a snervamento
che a rottura, mediante prove di trazione
con analisi statistica dei risultati per un
minimo di 8 campioni)
Prestazioni dei materiali in
termini di resistenza,
rigidità e deformabilità
14-35 giorni
(in base al
numero di
campioni)
Verificare il
comportamento
termo-meccanico
del materiale
polimerico in
condizioni
specifiche
Determinazione dei rilassamenti viscoelastici
(mediante analisi dinamico-meccanica in
modalità a singola o a multi-frequenza
nell'intervallo di temperatura da -150°C a
250°C)
Comportamento del
materiale a lungo termine
(potenziale di invecchia-
mento); risposta del mate-
riale alle sollecitazioni
vibrazionali
21-30 giorni
Determinare se
una frazione del
polimero è
cristallina
Analisi strutturale della fase cristallina
(mediante tecnica di diffrazione a raggi X ad
alto angolo per polveri)
Dipendenza del compor-
tamento del materiale allo
stato solido dal contenuto
di fase cristallina
14 giorni
12
4.2. Caratterizzazione della composizione e della struttura molecolare dei materiali
polimerici disponibili sul mercato
4.3. Modifica delle proprietà dei polimeri utilizzando metodi chimici
Se volete… …considerate la seguente attività di ricerca … per ottenere più
informazioni su…
Tempo
stimato
Ottenere una
valutazione sulla
composizione di
materiali insolubili
o reticolati
Determinazione delle proprietà allo stato
solido utilizzando la Spettrometria Infrarossa
a Trasformata di Fourier (FTIR)
Il tipo di polimero e i
gruppi funzionali presenti 7-14 giorni
Determinare se il
materiale è
caricato
Caratterizzazione della solubilità del mate-
riale e determinazione della percentuale di
polimero nella plastica
Il contenuto e il tipo di
carica insolubile 7-21 giorni
Conoscere la
composizione
della frazione
solubile del
materiale
Caratterizzazione del polimero nella plasti-
ca mediante spettroscopia NMR (Risonanza
Magnetica Nucleare)
La struttura chimica del
polimero (contenuto di
unità specifiche)
7-21 giorni
Determinare se il
materiale
polimerico ha un
peso molecolare
adatto per
l’applicazione
specifica
Valutazione del peso molecolare del poli-
mero con la tecnica GPC (Cromatografia di
Permeazione su Gel)
La massa molare media, la
distribuzione delle masse
molari e il grado medio di
ramificazione
7-21 giorni
Identificare quali
additivi organici
contiene la vostra
plastica
Analisi degli additivi mediante la spettrome-
tria di massa (spettrometro di massa ibrido,
LCMS-IT-TOF)
La struttura chimica degli
additivi organici 7-21 giorni
Determinare se il
vostro materiale
(PHA) è una
miscela fisica o un
copolimero
Analisi della sequenza dei monomeri utiliz-
zando tecniche NMR e di spettrometria di
massa
L'omogeneità di
composizione chimica del
campione
7-21 giorni
Se volete… …considerate la seguente attività di ricerca … per ottenere più
informazioni su…
Tempo
stimato
Conoscere le
proprietà finali
del materiale e i
parametri di
lavorazione
Determinazione di proprietà fisiche dei ma-
teriali polimerici
Proprietà meccaniche,
viscosità, curve di flusso,
permeazione ai gas e
infiammabilità del
materiale
3-14 giorni
Capire come
modificare le
proprietà del
materiale dispo-
nibile in commer-
cio
Modifica dei polimeri per ottenere proprietà
specifiche, ad esempio, migliorare la resi-
stenza ai solventi mediante reticolazione
chimica
Lo sviluppo del materiale
con proprietà mirate
all’applicazione
30 giorni
(fino a 2 anni
nel caso di
progetto di
ricerca appli-
cata)
Capire come
ottenere proprietà
di superficie spe-
cifiche
Modifica dei polimeri al fine di ottenere
proprietà specifiche, come migliore stampa-
bilità tramite aumento della polarità della
superficie, modifica delle caratteristiche di
adesione, della stabilità termica e ossidativa
Lo sviluppo di materiali
con proprietà superficiali
mirate all’applicazione.
30 giorni
(fino a 2 anni
nel caso di
progetto di
ricerca appli-
cata)
13
4.4. Modifica delle proprietà dei polimeri utilizzando metodi fisici
4.5. Ottimizzazione della lavorazione di polimeri biodegradabili
Se volete… …considerate la seguente attività di ricerca … per ottenere più
informazioni su… Tempo stimato
Modificare le
proprietà aggiun-
gendo additivi a
basso peso mole-
colare
Modifica delle proprietà di un particolare
polimero mediante l’aggiunta di additivi a
basso peso molecolare, come plastificanti,
estensori di catena, stabilizzanti,
o mediante miscelazione con piccole quan-
tità di un altro polimero per ottenere le pro-
prietà desiderate
Lo sviluppo di materiali
con proprietà mirate
all’applicazione
30 giorni
(fino a 2 anni nel
caso di progetto
di ricerca appli-
cata)
Modificare le
proprietà median-
te la miscelazione
con altri polimeri
Miscelazione di due polimeri su tutto l’inter-
vallo di concentrazioni. Il raggiungimento
delle proprietà desiderate potrà essere otte-
nuto anche mediante modifica dell'interfac-
cia e compatibilizzazione dei componenti
Lo sviluppo di materiali
con proprietà mirate
all’applicazione
30 giorni
(fino a 2 anni nel
caso di progetto
di ricerca appli-
cata)
Modificare le
proprietà con
l'aggiunta di cari-
che
Preparazione di compositi a matrice polime-
rica con proprietà specifiche, ottenute me-
diante la modifica dell'interfaccia
La possibilità di abbas-
sare il costo globale
del materiale mediante
l’aggiunta di additivi a
basso costo con modi-
fiche solo marginali o
nulle delle proprietà
30 giorni
(fino a 2 anni nel
caso di progetto
di ricerca appli-
cata)
Se volete… …considerate la seguente attività di ricerca … per ottenere più
informazioni su… Tempo stimato
Ottimizzare il
metodo di lavo-
razione di un
particolare mate-
riale polimerico
Determinazione dei parametri di lavorazio-
ne dei materiali polimerici selezionati
I parametri della nuova
linea di produzione da
installare o di quelli da
impostare per la pro-
cedura tecnologica
sulla vostra linea di
produzione attuale
7-30 giorni
14
4.6. Sostegno allo sviluppo nei processi di produzione industriale
Se volete… …considerate la seguente attività di ricerca … per ottenere più
informazioni su…
Tempo
stimato
Stabilire se la
vostra linea di
produzione sarà
in grado di lavo-
rare il materiale
polimerico scelto
per la produzio-
ne di film
Produzione di film su scala di laboratorio
(comprensiva della l’ottimizzazione dei
parametri di lavorazione e di miscelazione),
produzione di ‘master batches’ combinati
con lo stampaggio ad iniezione, produzione
di campioni da analizzare e analisi
reologica
Le condizioni per la
lavorazione del materiale
su scala pilota
7-14 giorni
Stabilire se la
vostra linea di
produzione sarà
in grado di lavo-
rare il materiale
polimerico scelto
per la produzio-
ne di imballaggi
flessibili
Produzione su scala di laboratorio di imbal-
laggi flessibili
Il comportamento a fusione
e a filmatura in bolla del
prodotto che si intende
formare
7-14 giorni
Identificare i pa-
rametri di lavora-
zione più ade-
guati
Assistenza alla produzione su scala pilota in
loco
I parametri di lavorazione
che vi consentono di
minimizzare i rischi legati
alla qualità e al costo
1-45 giorni
Conoscere i pos-
sibili cambia-
menti delle pro-
prietà fisiche del
materiale che
potrebbero veri-
ficarsi dopo la
lavorazione
Controllare le proprietà meccaniche del
prodotto, ad esempio effettuando prove di
trazione
La probabilità che avven-
ga degradazione e/o
cristallizzazione sia nella
fase di lavorazione che di
stoccaggio del prodotto,
nonché gli eventuali addi-
tivi da utilizzare
7-14 giorni
Verificare se le
proprietà mole-
colari dei mate-
riali cambiano
durante la lavo-
razione
Controllare il peso molecolare del prodotto
dopo il processo di produzione
Il grado di degradazione
del materiale durante la
lavorazione
7-21 giorni
15
4.7. Ricerca sulle proprietà funzionali
*Tempo medio richiesto, che comprende la preparazione dei campioni polimerici, l’analisi e
la relazione sui risultati. I tempi possono variare in base alla reale disponibilità del
laboratorio al momento della richiesta (lavori in coda)
Se volete… …considerate la seguente attività di ricerca … per ottenere più
informazioni su… Tempo stimato*
Conoscere la
durabilità del pro-
dotto in condizioni
specifiche di
conservazione e
utilizzo
Metodo Xenotest utilizzato per determinare
il comportamento del materiale in condizioni
naturali
Durata (shelf life) del
prodotto 120 giorni
Conoscere l'im-
patto ecologico
del materiale
Determinazione del carbonio organico tota-
le e del contenuto biobased del materiale
polimerico
Quanto carbonio da
fonte rinnovabile è
presente nel vostro
materiale
30 giorni
Capire come i gas
vengono trasmessi
attraverso il pro-
dotto
Prove di permeabilità al vapore acqueo,
all’ossigeno e all’anidride carbonica
Possibili applicazioni
del prodotto nell’indu-
stria (cibi freschi, sur-
gelati)
14 giorni
Identificare possi-
bili applicazioni
dei materiali e dei
prodotti da essi
ottenuti
Determinazione delle proprietà tensili (sforzo
a rottura, allungamento a rottura, modulo
elastico, ecc)
Determinazione della resistenza allo strappo
Determinazione della resistenza all'urto me-
diante il metodo del ‘free-falling dart’
Proprietà meccaniche
( per es. durabilità) per
specifiche applicazioni
14 giorni
Capire di più sui
possibili modi per
chiudere e/o sigil-
lare il vostro ma-
teriale o prodotto
Proprietà di sigillatura (massimo carico a
rottura, resistenza alla sigillatura, ecc.)
Prove di ‘Hot-tack seal’
Modalità di sigillatura
del materiale 14 giorni
Ottenere informa-
zioni sulle proprie-
tà fisico-chimiche
del prodotto
DSC (calorimetria differenziale a scansione)
e FT-IR (spettroscopia infrarossa)
Le temperature di ap-
plicazione del vostro
prodotto e la sua ido-
neità per applicazioni
specifiche
7 giorni
Determinare se il
prodotto è adatto
per applicazioni in
campo alimentare
Analisi sensoriale
Prove di migrazione totale e specifica delle
sostanze a basso peso molecolare dal ma-
teriale ai prodotti alimentari
Come il sapore e l’o-
dore sono trasferiti dal
materiale al prodotto
alimentare
Quali sostanze migra-
no dal materiale al
prodotto alimentare
30-60 giorni
Verificare la pre-
senza di impurez-
ze pericolose
Prove sul contenuto di monomero in materia-
li plastici e sull'emissione di sostanze volatili
I rischi in fase di lavo-
razione che possono
compromettere l’otte-
nimento di certificazio-
ni
30 giorni
16
4.8. Prove di biodegradabilità e di compostabilità
Se volete… …considerate la seguente attività di ricerca … per ottenere più
informazioni su…
Tempo
stimato
Verificare quanto
velocemente il
vostro materiale
si disintegra nel
compost
Prove di disintegrazione in condizioni di
laboratorio: prove preliminari di biodegra-
dazione sul materiale da imballaggio, utiliz-
zando condizioni di compostaggio simulate
su scala di laboratorio, secondo la norma
EN 14806:2010
Il potenziale di composta-
bilità del vostro materiale 120 giorni
Capire come il
vostro materiale
biodegrada
Degradazione in condizioni di laboratorio:
prove di degradazione idrolitica in acqua o
in una soluzione tampone
Il potenziale di degrada-
zione del vostro materiale
in ambienti specifici
Fino a 180
giorni
(a seconda
del tipo di
materiali e
delle prove
standard di
riferimento)
Capire come il
vostro materiale
biodegrada
Prove di degradazione e compostabilità in
condizioni di laboratorio: degradazione in
compost utilizzando un prove respirometri-
che secondo la norma PN-EN ISO 14855-
1:2009
Il potenziale di composta-
bilità del vostro materiale
Fino a 180
giorni
(a seconda
del tipo di
materiali e
delle prove
standard di
riferimento)
Ottenere
informazioni sulla
possibilità che il
vostro prodotto
riceva la
certificazione e i
marchi
corrispondenti
Prove di (bio)degradazione e di composta-
bilità in impianti di compostaggio industriale
(prove in mucchio di compostaggio
(‘composting pile’) industriale o in contenito-
re per compostaggio KNEER)
Le condizioni per ottenere
il certificato del prodotto e
ottenere il diritto di con-
trassegnarlo con marchio
di compostabilità
Fino a 180
giorni
(a seconda
del tipo di
materiali e
delle prove
standard di
riferimento)
17
5. CONTATTI
Per ulteriori informazioni, contattare:
Per l’Italia e
l’Austria
Università di Bologna, Dipartimento di Chimica ‘G. Ciamician’
Mariastella Scandola, Professore Ordinario, Coordinatore del Gruppo di
Scienza dei Polimeri
Tel./Fax: +39 0512099577/+39 0512099456
E-mail: mariastella.scandola@unibo.it
Per la
Repubblica
Ceca e la
Repubblica
Slovacca
Polymer Institute of the Slovak Academy of Sciences
Ivan Chodak, Senior scientist, Professor
Tel./Fax: +421 2 3229 4340 / +421 2 5477 5923
E-mail: upolchiv@savba.sk
Slovak University of Technology in Bratislava
Dušan Bakoš, Professor
Tel./Fax: +421 903 238191, +421 2 59325439, fax +421 2 52495381
E-mail: dusan.bakos@stuba.sk
Per la
Slovenia e
gli Stati
Balcanici
National Institute of Chemistry, Laboratory for Polymer Chemistry and
Technology
Andrej Kržan, Senior research associate
Tel./Fax: +386 1 47 60 296
E-mail: andrej.krzan@ki.si
Center of Excellence Polymer Materials and Technologies (CO PoliMaT)
Urska Kropf, Researcher
Tel./Fax: +386 3 42 58 400
E-mail: urska.kropf@polieko.si
Per la
Polonia e i
Paesi Baltici
Polish Academy of Sciences, Centre of Polymer and Carbon Materials
Marek Kowalczuk, Head of the Biodegradable Materials Department
Tel./Fax: +48 32 271 60 77/+48 32 271 29 69
E-mail: cchpmk@poczta.ck.gliwice.pl
COBRO—Packaging Research Institute
Hanna Żakowska, Deputy Director for Research
Tel./Fax: +48 22 842 20 11 ext. 18
E-mail: ekopack@cobro.org.pl
18
6. GLOSSARIO
Polimero - macromolecola composta da molte unità ripetitive.
Un polimero (dal greco poly-mer : poly - molti, meros - parti) è normalmente considerato un
composto organico, sebbene esistano anche polimeri inorganici. I polimeri possono
contenere migliaia di unità ripetitive (monomeri) distribuite secondo strutture lineari o
ramificate che possono raggiungere pesi molecolari superiori ad un milione di Dalton (Dalton
= g/mol).
I polimeri si trovano in natura, ma possono anche essere realizzati in modo sintetico/
artificiale. I polimeri naturali (= biopolimeri) sono gli elementi costitutivi specifici degli
organismi viventi.
Si tratta principalmente di polisaccaridi (es. cellulosa, amido, glicogeno) e proteine (es.
glutine, collagene, enzimi) anche se si conoscono molte altre forme come la lignina ed i
poliesteri. I polimeri sintetici rappresentano un gruppo ampio e diversificato di composti non
disponibili in natura. Vengono sintetizzati tramite metodi chimici o biochimici. La produzione
annuale mondiale di polimeri sintetici nel 2011 si aggirava sui 280 milioni di tonnellate
(Plastics – The Facts 2012).
L’uso principale dei polimeri sintetici è per la produzione di plastiche. I polimeri si distinguono
dalle plastiche in quanto sono dei composti puri, a differenza delle plastiche che sono
materiali pronti all’uso a base di polimeri.
Biopolimero – polimero prodotto da organismi viventi.*
I biopolimeri (=polimeri naturali) come ad esempio le proteine, gli acidi nucleici e i polisacca-
ridi sono i principali costituenti degli organismi viventi. Sono principalmente polisaccaridi (es.
cellulosa, amido, glicogeno) e proteine (es. glutine, collagene, enzimi), anche se si conosco-
no molte altre forme come la lignina, i poliesteri, ecc.,
Definizione Alternativa di Biopolimero: polimero completamente o parzialmente biobased
(CEN/TR 15932:2009)
* Adattamento da PAC, 1992, 64, 143 (Glossario di termini usati in biotecnologia per chimici, IUPAC
Recommendations 1992), definizione a pagina 148.
Plastica – materiale a base polimerica caratterizzato dalla sua plasticità.
Il principale componente delle plastiche (dal greco: plastikos - adatto alla formatura, plastos
– modellato, formato) è il polimero, che è “formulato” mediante l’aggiunta di additivi e
riempitivi allo scopo di ottenere un materiale tecnologico, la plastica. Le plastiche sono
definite in base alla loro plasticità – uno stato di fluido viscoso che si presenta ad un certo
stadio durante la lavorazione.
Secondo la definizione EN ISO 472: Plastica – Materiale che contiene un polimero come
costituente principale e che può essere modellato a un certo punto della sua lavorazione per
ottenere un prodotto finito.
19
Biodegradazione – degradazione di una sostanza tramite attività biologica.
La biodegradazione coinvolge necessariamente l’azione di organismi viventi nel processo di
degradazione; tuttavia, essa può essere combinata con altri processi abiotici. La biodegra-
dazione avviene per azione di enzimi coinvolti nei sistemi digestivi degli organismi viventi e/
o di enzimi isolati o secreti. Gli organismi attuano la biodegradazione su substrati che
riconoscono come cibo e che costituiscono fonte di nutrimento. I prodotti finali della
biodegradazione sono prodotti comuni della digestione come anidride carbonica, acqua,
biomassa o metano. Questo stadio finale è conosciuto come biodegradabilità finale o
mineralizzazione biologica. Per scopi pratici dovrebbero essere noti la velocità di biodegra-
dazione ed i prodotti finali della biodegradazione.
Plastiche biodegradabili (plastiche biodegradabili nell’ambiente) – plastiche suscettibili di
biodegradazione.
Il processo di degradazione delle plastiche biodegradabili può comprendere stadi biotici e
abiotici in parallelo o in sequenza, ma deve comunque sempre includere la mineralizzazione
biologica. La biodegradazione della plastica avviene se il materiale organico della plastica
viene utilizzato come fonte di nutrimento dal sistema biologico (organismo).
Le plastiche biodegradabili possono derivare da fonte rinnovabile/biomassa (es. amido) o
non rinnovabile/fossile (es. petrolio). Esse sono ottenute rispettivamente mediante processi
biotecnologici o chimici. L’origine (biomassa o fossile) e il tipo di processo mediante il quale
le plastiche biodegradabili vengono prodotte non influenza la classificazione come plastica
biodegradabile. La velocità di biodegradazione di un oggetto in plastica dipende, oltre che
dalla specifica formulazione della plastica, anche dal rapporto superficie-volume, dallo
spessore dell’oggetto, etc.
Plastiche compostabili – plastiche che biodegradano secondo le condizioni e i tempi di un
ciclo di compostaggio.
Il compostaggio è un trattamento dei rifiuti organici condotto in condizioni aerobiche (in
presenza di ossigeno) in cui il materiale organico si converte ad opera di microrganismi
presenti in natura. Durante il compostaggio industriale, la temperatura nel mucchio di
compostaggio può raggiungere i 70°C. Il compostaggio si realizza in condizioni umide e il
processo richiede alcuni mesi. E’ importante comprendere che le plastiche classificate
biodegradabili non sono necessariamente plastiche compostabili (infatti possono biodegra-
dare in tempi più lunghi o in condizioni differenti), mentre le plastiche compostabili sono
sempre biodegradabili. Definire criteri chiari per poter classificare una plastica come
compostabile è importante, perché i materiali non compatibili con il compostaggio possono
peggiorare la qualità finale del compost. Le plastiche compostabili sono definite da una se-
rie di norme standard nazionali ed internazionali (es. EN13432, ASTM D-6900), che si riferi-
scono al compostaggio industriale. La EN13432 definisce la caratteristiche dei materiali pla-
stici da imballaggio che possono essere considerati compostabili e possono essere riciclati
20
mediante compostaggio di rifiuti solidi organici. La EN 14995:2006 estende lo scopo di tali
plastiche anche a campi diversi dall’imballaggio. Questi standard sono alla base di svariati
sistemi di certificazione.
Secondo la EN 13432, un materiale compostabile deve possedere le seguenti caratteristiche:
Biodegradabilità: capacità del materiale compostabile di essere convertito a CO2
grazie all’azione di microrganismi. Questa proprietà è misurata seguendo lo standard
EN 14046 (pubblicato anche come ISO 14855 - biodegradabilità in condizioni di
compostaggio controllato). Al fine di dimostrare la biodegradabilità completa, il livello
di biodegradazione deve raggiungere almeno il 90% in meno di 6 mesi.
Disintegrabilità: frammentazione fisica e perdita di visibilità nel compost finale,
misurata in un impianto di compostaggio a scala pilota seguendo la norma EN 14045
Assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio.
Bassi livelli di metalli pesanti e assenza di effetti negativi sul compost finale.
Il compostaggio domestico differisce da quello industriale per le più basse temperature
raggiunte nel mucchio di compostaggio durante il processo. Un materiale plastico deve
essere sottoposto a prove specifiche per dimostrarne la compostabilità in condizioni di
compostaggio domestico.
Bioplastica – un materiale plastico che è biodegradabile o è biobased oppure che soddisfa
entrambe le condizioni.*
Il termine, nella sua definizione primaria è molto usato in ambito industriale ma meno dalla
comunità scientifica.
Uso alternativo 1 del termine bioplastica: plastica biocompatibile (CEN/TR 15932).
Uso alternativo 2 del termine bioplastica: materiale plastico naturale. Ci sono poche
bioplastiche note. Un esempio sono i polidrossialcanoati – poliesteri termoplastici naturali.
* definizione da European Bioplastics (http://en.european-bioplastics.org/)
Plastica bio-based – plastica derivata da biomassa (escludendo le biomasse fossili).
Le plastiche possono derivare completamente o parzialmente da biomasse (=risorse
rinnovabili). L’uso di risorse rinnovabili dovrebbe portare ad una maggiore sostenibilità delle
plastiche. Sebbene anche le risorse fossili siano naturali, non essendo rinnovabili non sono
considerate come fonte di plastiche bio-based. Per definire in che misura una plastica è
bio-based, vedi la sezione relativa al contenuto di carbonio bio-based. Spesso ci si riferisce
ai materiali bio-based come a biomateriali, anche se in senso stretto i due termini non sono
sinonimi (vedi Biomateriali). L’uso del termine ‘biomateriale’ come sinonimo di plastica
bio-based dovrebbe essere disincentivato, in quanto inappropriato.
Biomassa – materiale di origine biologica escludendo i materiali fossilizzati o geologici
(= risorse rinnovabili).
I termini biomassa e risorsa rinnovabile hanno lo stesso significato in termini di tipo di fonte da
21
cui il materiale è ottenuto e di tempo di ricostituzione della stessa. Una risorsa rinnovabile è
una risorsa che può essere ricostituita ad una velocità confrontabile con quella del suo sfrut-
tamento. La biomassa può essere di origine animale, vegetale o microbica.
Biobased – proveniente da biomassa.
Contenuto di carbonio bio-based – contenuto di carbonio derivato da biomassa, come
frazione in peso del carbone organico totale presente in un materiale.
Il contenuto di carbonio bio-based viene determinato in maniera precisa mediante la misura
del contenuto dell’isotopo 14C (il 14C nelle risorse rinnovabili è molto più alto che in quelle
fossili, visto che ha tempo di dimezzamento di 5730 anni). Questo metodo è alla base dello
standard ASTM D-6866: Metodo di prova standard per la determinazione del contenuto
bio-based di campioni solidi, liquidi e gassosi tramite analisi del carbonio radioattivo.
Ulteriori metodi standard di questo tipo sono attualmente in fase di sviluppo. Sono disponibili
certificati e loghi di certificazione basati sullo standard ASTM D-6866-08 per materiali con
diverso contenuto bio-based.
Termine con significato analogo è “contenuto bio-based” (ASTM D-6866-08). Il termine
“contenuto di biomassa” è definito come frazione in peso del materiale originata da
biomassa (CEN/TR 15932:2009).
Biomateriale – materiale per applicazioni in campo biomedico.
Si vedano le definizioni fornite dalla Società Internazionale dei Biomateriali:
http://www.biomaterials.org/index.cfm
Sostenibilità – termine generale che descrive il fardello, in termini di risorse, associato ad un
processo o prodotto.
Ci sono due ambiti principali in cui si affronta la sostenibilità. Il più ristretto si focalizza
esclusivamente sull’uso di materiali e risorse energetiche. Il più ampio tiene conto anche di
aspetti di tipo sociale e considera la sostenibilità come composta da elementi di tipo
economico, sociale ed ambientale. Quest’ultima definizione è considerata più vaga a causa
della natura arbitraria dei parametri e criteri utilizzati, mentre la prima ha un carattere più
tecnico. La definizione più comunemente usata per la sostenibilità è quella presentata alla
conferenza di Rio sul cambiamento climatico: L’ uso delle risorse che non comprometta la
possibilità delle generazioni future di usarle a loro volta. Un’altra definizione (derivato dal
sole in tempo reale), che si incentra sulla rinnovabilità dei materiali e dell’energia è stata
coniata da R. Baum. Il punto cruciale in entrambe le definizioni è che la sostenibilità non è
compatibile con il consumo di risorse fino al loro esaurimento totale e definitivo. La seconda
definizione riconosce che il sole è la sola sorgente di energia (di cui c’è bisogno anche per la
creazione di biomassa).
22
Gli strumenti chiave identificati per valutare la sostenibilità possono essere raggruppati in
quattro categorie principali:
1. Strumenti di governo sostenibili (es. GGP);
2. Metodi e strumenti per la valutazione degli impatti ambientali, economici e sociali (es.
LCA);
3. Strumenti per la gestione e la certificazione ambientale (es. EMAS);
4. Strumenti per la progettazione sostenibile (es. ecodesign).
La sostenibilità viene comunemente misurata utilizzando il Life Cycle Assessment (LCA), un
metodo sistematico ed obiettivo per valutare e quantificare l’energia, le conseguenze
ambientali ed i potenziali impatti associati con un prodotto/processo/attività attraverso il suo
intero ciclo di vita, dal reperimento delle materie prime fino alla fine della sua vita (“dalla
culla alla tomba”). In questa tecnica, tutte le fasi del processo produttivo sono considerate
come correlate ed interdipendenti, rendendo possibile valutare gli impatti ambientali
cumulativi. A livello internazionale, l’LCA è regolamentata dagli standard ISO 14040 e ISO
14044. L’LCA è il principale strumento per applicare il ‘Life Cycle Thinking’ (LCT). L’LCT è un
approccio culturale fondamentale perché prevede di considerare l’intera catena produttiva
ed identificare quali miglioramenti ed innovazioni possono essere apportati. L’LCA è anche
nota come “analisi del ciclo di vita”, “eco-bilancio” e “analisi dalla culla alla tomba”.
Fonti:
1. Plastics – The Facts 2010, European Plastics, 2010 http://www.plasticseurope.org/
documents/document/20101006091310-final_plasticsthefacts_28092010_lr.pdf
2. IUPAC. Compendium of Chemical Terminology, 2nd ed. (the "Gold Book"). Compiled
by A. D. McNaught and A. Wilkinson. Blackwell Scientific Publications, Oxford (1997).
XML on-line corrected version: http://goldbook.iupac.org (2006-) created by M. Nic,
J. Jirat, B. Kosata; updates compiled by A. Jenkins
3. EN ISO 472 Plastics - Vocabulary
4. Technical report CEN/TR 15932: 2010 Plastics - Recommendation for terminology and
characterisation of biopolymers and bioplastics, European Committee for Standardiza-
tion, Brussels, March 24, 2010
5. ASTM D883 - 11 Standard Terminology Relating to Plastics (including literature related
to plastics terminology in Appendix X1)
6. EN 13193:2000 Packaging – Packaging and the environment – Terminology
7. EN 13432:2000 Packaging - Requirements for packaging recoverable through compo-
sting and biodegradation
8. EN 14995:2006 Plastics: Evaluation of compostability
9. Council of the European Union, Improving environmental policy instruments. Council
conclusions, Brussels, 21 December 2010
23
APPENDICE — CASI DI STUDIO
Nelle pagine seguenti si riportano in forma di ‘Poster’ alcuni Casi di Studio realizzati
nell’ambito del Progetto PLASTiCE, allo scopo di illustrare gli aspetti più importanti da
prendere in considerazione quando si intenda avviare un’attività che comporti la
produzione, trasformazione, distribuzione, utilizzo e/o smaltimento di plastiche
biodegradabili. I Casi di Studio sono stati presentati in questa forma durante la Conferenza
“3rd International PLASTiCE Conference-Future of Bioplastics”, tenutasi a Varsavia (Polonia)
in Ottobre 2013.
CS 1A — Testing of markers for easy identification of biodegradable plastics in the waste
stream
CS 1B — Testing of markers for easy identification of biodegradable plastics in the waste
stream
CS 2B — Systematic approach for sustainable production for bioplastics - Composting
CS 3 — Sustainable plastics materials in hygiene products
CS 4&5 — Production of packaging for eggs made from BDPs
CS 6A — Introduction of biodegradable plastics into drinking straw production
CS 6B — Introduction of biodegradable materials into production of twines for
agriculture
Innovative value chain developement for sustainable plastics in Central Europe
INTRODUCTION
Biodegradable plastics when properly disposed with organic waste are in appearance indistinguishable from non-degradable plastics. In some
processes they are excluded from the organic waste stream and are incinerated or landfilled. This completely annihilates the potential of biodegradable
plastics to be integrated in the natural material cycles. A solution is the introduction of a labelling method that is simple for application to different
compostable materials, simple for use in the waste management system and should be as specific as possible to avoid counterfeit products were tested.
PROCESS
CONCLUSION
Printing on biodegradable materials is feasible both in laboratory and industrial scale
The main risk is verification of the separation of biodegradable bags marked with markers from nonbiodegradable due to the to small amounts of
printed material to be tested in real situation of waste management.
When using dyes for marking biodegradable materials/products it is feasible to use existing technology and materials that are already available on
the market. This way we can solve the identification problem of biodegradable plastics in the waste management system and make sure that
compostable plastics do not end up in the landfills but are properly disposed.
UV marker printing should be no more than 48 hours after extrusion process for better print quality.
CS 1A—Testing of markers for easy identification of biodegradable plastics in the waste stream
U. Kropf1, S. Gorenc2, P. Horvat3, A. Kržan3
1Centre of excellence Polymer Materials and Technologies PoliMaT, Tehnoloski park 24, 100 Ljubljana 2Plasta production and trade, Kamnje 41, 8232 Šentrupert 3National Institute of Chemistry, Hajdrihova 19, 1000 Ljubljana
IR DYES
IR dyes are an attractive option since the IR spectral range is less occupied
than the UV spectral range. No commercial IR dye was directly available.
An IR pigment (100 g in total) that was turned into dye which was modified
several times in order to achieve the most suitable texture and adhesive
properties to be applied on the selected plastic materials—Bio PE and PLA.
As printing substrate two bioplastic materials (bioPE and PLA) in form of a
40 μm thick film on a roll were used. Both materials were treated with
corona on the surface to achieve better printing results.
PRINTING and DETECTION
Laboratory IGT printing was used to simulate flexography.
Printing on paper Printing on plastics
NO problems Very thin film—extension and twisting
Bad adhesion of the dye—issue solved with
modification of the dye
Figure 1 From top: 1) paper with
normal dye 2) paper with IR dye 3) PLA with
IR dye 4) PLA with normal dye 5) PE with
normal dye 6) PE with IR dye (paper be-
hind)
Under visible light different materials printed with different dyes have the
same appearance. Trouble with adhesiveness can be observed in Figure 1.
With an IR detector normal black dye is invisible and the IR black dye is
visible as black. Detection is possible with an IR camera.
IR spectrum of the print without IR dye and with IR dye on paper and PLA
film
Figure 2 IR reflection spectrums of the
paper samples. Through the entire UV the
sample is black (very low reflection), VIS
and NIR if the dye does not contain IR
pigment. With the addition of the pigment
one can observe no changes in UV or VIS
but a significant difference in IR where the
reflection increases.
UV DYES
A commercially available UV dye was tested.
SELECTION OF THE MATERIALS and PRODUCTION OF FILMS
Two materials certified as biodegradable were selected:
Ecovio F FILM EXP (supplier BASF AG) and Prismabio 91319 (supplier
FIPLAST srl). The total quantity of material used for testing, was approx.
600 kg. The transformation of materials was made from LDPE MFI 2 to
biodegradable material – without problems – only correction was
reduction of temperature profile to 150 °C. Prior to processing it was very
important to dry materials (3 hours at 55 °C to 60 °C). Films used for
production of UV marked biodegradable bags were prepared by the
blown film extrusion process on a mono-layer KUHNE line:
PRINTING and DETECTION
Flexography UV pr int ing was
performed on Kleine 2+2 equipment.
For UV printing it is possible to use
solvent or water based printing inks.
For the purposes of this study (part of
detection with UV ink) we have
decided to use solvent based printing
ink Termosac Rivelatore UV 012465,
manufacturer Colorprint srl. Printing did
not cause any additional problems.
Figure 5: Left: Control of print during flexoprinting. Right: UV photo of the Ecovio bag printed with UV marker.
Type of extruder Φ70 mm with 30D
Balloon diameter Max. 1600 mm
Type of screw low temperature screw
Die head Φ 250 mm with GAP 1,2 mm
Capacity up to 260 kg/h
Winder 2x Kolb 1800 mm
Thickness 7 - 40 μm Figure 3: Blown film extrusion
Figure 4: Blown film extrusion
This project is immplemented through the Central Europe Programme co-financed by the ERDF
25
Innovative value chain developement for sustainable plastics in Central Europe
INTRODUCTION
The case study concerned the testing of markers for biodegradable plastic products to improve the identification of biodegradable materials in the
municipal waste stream. A producer of biodegradable bags and a composting facility for biodegradable waste were involved. After selection of
commercially available markers, printing and identification tests were performed on plastic bags. The participants in the case study focused on the
development process of biodegradable plastic products with markers with the aim to verify viable solutions for future application. Cooperation between
the Centre of Polymer and Carbon Materials on the one hand and the Institute of Low Temperature and Structural Research Polish Academy of Sciences
and the Faculty of Environmental Engineering of the Wrocław University of Technology on the other hand, allowed to verify ava ilable solutions on the
market and to prepare masterbatches containing different types of markers. With the selected markers the company Bioerg performed coloration of
granulate for the preparation of labeled bags (MaterBi with 10% masterbatches, final content of marker 1%).
PROCESS
CONCLUSION The case study showed that these kinds of markers do not fit for manual selection of biodegradable bags in traditional waste streams. However they could be applied in full automated selection systems.
CS 1B—Testing of markers for easy identification of biodegradable plastics in the waste stream
M. Musioł, W. Sikorska, G. Adamus, M. Kowalczuk, J. Rydz, M. Sobota Polish Academy of Sciences, Centre of Polymer and Carbon Materials 34. M. C. Sklodowska St., 41-800 Zabrze, Poland
This project is immplemented through the Central Europe Programme co-financed by the ERDF
Three kinds of plastic bags (GP2, BP2, GP1) with different types
of masterbatches—exposition tests
In the next stage Bioerg produced labeled bags and delivered them to the
Centre of Polymer and Carbon Materials for composting tests under laboratory scale.
The laboratory degradation test of labeled bags no. B-P2 was
performed in Micro-Oxymax respirometer (COLUMBUS INSTRUMENTS S/N 110315), to
see the behaviour of the bags in laboratory compost. During the
incubation, the samples gradually disintegrated, however the particles were still able to
emit light. This is an important finding in case this kind of bags end up in regular waste
streams:
Respirometer Micro-Oxymax COLUMBUS INSTRUMENTS S/
N 110315 and composting tests at the laboratory scale
Testing of the segregation effectiveness was conducted at the Sorting and Composting Plant in
Zabrze. The labeled bags after UV irradiation were placed on the moving belt. After turning off the
lights, the waste stream was observed. The test showed that acceptable results could only be reached
under full dark room conditions, what is difficult to achieve in existing waste selection plants.
26
Innovative value chain developement for sustainable plastics in Central Europe
CONCLUSION
The experiences in the case studies showed that the joint R&D scheme is necessary to initiate a wide cooperation process between all partners in the biodegradable plastics value chain in Central Europe.
Additionally one of the critical success factors is the full cooperation of the staff of company.
Some cooperation initiatives highlighted new issues and framework conditions for successful production of biodegradable packaging, implementation of these kinds of packaging under market conditions and
selection and final composting of such packaging.
CS 2B—Systemic approach for sustainable production for bioplastics - Composting
M. Musioł, W. Sikorska, G. Adamus, M. Kowalczuk, J. Rydz, M. Sobota Polish Academy of Sciences, Centre of Polymer and Carbon Materials 34. M. C. Sklodowska St., 41-800 Zabrze, Poland
INTRODUCTION
The international project PLASTiCE is devoted to the promotion of new
environmentally friendly and sustainable plastic solutions. The main goal of
this Project is elaboration a transnational roadmap for technology transfer
from science to biodegradable plastics industry based on a joint R&D
scheme. A roadmap for a transnational R&D scheme will allow companies
to enter much quicker into a technology transfer process in the future and to
relay on the expertise from a transnational team of researchers.
The communication present the results one of the case study 2B „Systemic
approach for sustainable production for bioplastics - Composting“, which
concerns mainly the selective organic waste collection and studies of the
biodegradation process of plastic packaging.
PROCESS
The idea behind the case study 2B is to set up a separate waste stream
process by way of delivering grocery shops and super markets
biodegradable waste bags (from Bioerg company) to select organic waste
at the source. The Społem chose two shops as a place for implementation
of this case study. Waste bins with the bags were installed near fruit and
vegetable departments. The super market staff disposed organic waste to
the bins. Waste was collected in the period 01.08 - 30.09.2012 with a
frequency of once a week. The total amount of collected waste was 1280
kg, this means an average of 640 kg of organic waste per month from two
stores. Next, the composting facility in Zabrze (A.S.A company) received
organic waste from the selected stores in order to perform composting
process.
The containers consisted approximately of 40% kitchen organic waste,
20% leaves, 20% branches and 20% grass. The conditions in container
were computer-controlled, which allowed to read the current temperature
of the process. [M. Musiol M; J. Rydz; W. Sikorska; P. Rychter; M.
Kowalczuk Pol. J. Chem. Tech. 2011, 13, 55]
This project is immplemented through the Central Europe Programme co-financed by the ERDF
Waste bins with biodegradable bags in Społem shops and schematic diagram of the organic recycling of
packaging materials
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Innovative value chain developement for sustainable plastics in Central Europe
INTRODUCTION
Hygiene products are mostly single use/disposable products and are therefore contributing to large amounts of plastic waste. A short market research
identified compostable tampon applicator, biodegradable surgical tweezers, blisters, diapers for children and elderly and also pet products as possible
bioplastics applications. According to market demand we have selected to perform test production of biodegradable tampon applicators and single use
surgical tweezers.
PROCESS
MATERIAL REQUIREMENTS
The most important requirements for those products is their safety. A product that comes in contact with human body must not have any negative effects.
Within the EU tampons have to follow the European General Product Safety Directive 2001/95/EC on general product safety. The directive holds
manufacturers responsible for providing products that are safe to use. Article 2 of the directive sets requirements that need to be fulfilled for a product to
be recognized as safe (safe product). Technical and processing requirements: only few processing changes can be made.
SELECTION OF THE CS APPLICATIONS AND TEST PRODUCTIONS
Based on the market demand, material properties and molding requirements we have selected the following two applications: tampon applicator and
surgical tweezers.
CONCLUSION
The production of biodegradable tampon applicators and biodegradable tweezers was not fully successful, however is developed further. It is time
consuming to find the right material for production of specific hygiene/medical device products and the process must be taken case by case. Because
bioplastics have different processing properties some adjustments in the production process are necessary (time, pressure, molds, etc.).
With adjustments processing of bioplastics is possible with conventional equipment. Introduction of bioplastics into production of hygiene products is time
consuming but feasible.
CS 3—Sustainable plastic materials in hygiene products
A. Zabret1, U. Kropf2, P. Horvat3, A. Kržan3,
1 Tosama, Vir, Šaranovičeva cesta 35, 1230 Domžale, Slovenia 2 Centre of excellence Polymer Materials and Technologies PoliMat, Tehnoloski park 24, 100 Ljubljana, Slovenia 3 National Institute of Chemistry, Hajdrihova 19, 1000 Ljubljana, Slovenia
TAMPON APPLICATORS
Tampon applicator is a simple tool for inserting a tampon into the human
body. A tampon applicator consists of two tubes, one bigger and one
smaller and is presented in the picture below. At the moment tampon
applicators are made from PE. The current market demand for tampons in
the EU is approximately 15-20 billion tampons per year.
TEST PRODUCTION OF TAMPON APPLICATORS
Tampon applicators are produced by injection molding. Technical
requirements are given according to processing limitations of the existing
production technique.
6 materials were tested: 3 starch based materials and 3 PHA materials.
An acceptable
prototype on which
artificial ageing is
currently carried out.
This project is immplemented through the Central Europe Programme co-financed by the ERDF
SIMULATED COMPOSTING
Project partner 11 established a method for simulated composting of plastic materials described according to the standard EN 14806 “Packaging -
Preliminary evaluation of the disintegration of packaging materials under simulated composting conditions in a laboratory scale test.
Figure: Left: Glass reactors for determination of disintegration (one is full, three are empty – photo taken in the
middle of the preparation) Reactors are placed into large thermostatic chamber kept at 58 oC ± 2 oC. Total
capacity of the box is up to 15 reactors (more if smaller reactors are used). The box itself was custom made for
the intention of determination of disintegration within the PLASTiCE project. Right: Thermostatic chamber for
determination of disintegration of plastic materials in controlled laboratory conditions.
SURGICAL TWEEZERS
Tweezers are a useful and simple tool, used in medicine. We decided to
produce tweezers from a PHA-based material because they are resistant
to higher temperatures and would likely be suitable for steam sterilization.
TEST PRODUCTION OF TWEEZERS
Tweezers are produced with injection
molding. One injection cycle produces
16 tweezers and each cycle uses cca.
100 g of the material although the mass
of each tweezer is only 4.7 g; 25g of
the material goes for a massive sprue.
Processing temperature of PHA was
lower than the temperature for conven-
tional plastics. Also the overpressure at
the end of the extruder was lower (5X)
and the pressure profile in the extruder
is lower. The obtained tweezers were
well formed and had acceptable
performance.
ADDITIONAL PROCESSING OF THE TWEEZERS
Because tweezers used in medical applications need to be sterile we
tested how the water steam sterilization influences the products. Steam
sterilization negatively affected closing and torsion of the forceps and the
brittleness of the material increased. Other methods of sterilization might
be better suited for this material.
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Innovative value chain developement for sustainable plastics in Central Europe
INTRODUCTION
This case study concerned the preparation of compostable material suitable for processing by blistering technology possessing the required mechanical
properties and acceptable price. The aim was to develop fully compostable packaging for eggs, serving as an example of successful application for
other companies that are not sure about benefits of these kind of applications.
CS 4 & 5— Production og packaging for eggs made from BDPs
Polymer Institute of the Slovak Academy of Sciences (Slovakia)
University of Technology in Bratislava,(Slovakia)
PROCESS
The material made from biodegradable plastics was adjusted on laboratory scale for packaging for eggs, especially regarding ultimate properties, price and processing parameters. Pellets made from a new biodegradable blend (based on PLA and PHB) was prepared in four slightly different alternatives mainly differing in processing details, with the aim to various processing parameters to be able to adjust the blend for fixed conditions in the pilot experiment.
Twin-screw extruder for pellets preparation
Product prototypes
The four compositions were tested under laboratory conditions regarding
foil extrusion and consequent vacuum thermoforming. All compositions
showed good processability both in extrusion and in thermoforming of
6-pack egg packaging, similar to reference materials, namely polystyrene
(used nowadays) and polylactic acid (standard biodegradable material
supposed to be easily processed).
In the meanwhile an external company made a thorough economic
analysis (feasibility) of the production for three different kinds of packaging.
Thermoforming process study
CONCLUSIONS
Biodegradable material suitable for vacuum thermoforming was tested and
packaging for eggs has been produced under laboratory conditions. This
case study confirmed that industry and the research sector can overcome
specific challenges in the production process and that it is possible to
develop new biodegradable blends in a relative short period of time.
This project is immplemented through the Central Europe Programme co-financed by the ERDF
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Innovative value chain developement for sustainable plastics in Central Europe
CS 6A—Introduction of biodegradable plastics into drinking straw production
P. Horvat1, A. Kržan1, U. Kropf2, M. Erzar3
1National Institute of Chemistry, Hajdrihova 19, 1000 Ljubljana 2Centre of excellence Polymer Materials and Technologies PoliMaT, Tehnoloski park 24, 100 Ljubljana
3 Pepiplast d.o.o., Cesta goriške fronte 46, 5290 Šempeter pri Gorici
INTRODUCTION
Drinking straws are disposable single-use products with a long history and although straws are small they result in a substantial amount of plastic waste
that is often dispersed in nature. Biodegradable plastic straws offer the same convenience as classic drinking straws with no or limited downside of the
plastic waste issue. With this CS we could ease the transition of drinking straw production from conventional materials to bioplastics.
PROCESS
CONCLUSION
From food contact testing results we can conclude that bioplastics can be used for food contact, important is that we take into consideration actual use
conditions and do not use all materials for all purposes.
Although the material was intended for production of straws some processing adjustments e.g. temperature, pressure, screw rotation, production speed,
etc. were necessary. Because production of straws from biodegradable materials is already well established elsewhere the producer of the material
could offer us the right material.
The implementation of biodegradable plastics into straw production was fast and simple because we had a partner with long history of production of
biodegradable straws. The company is also producing their own equipment for production of straws and knows how the machines are working and their
wealth of experiences was also one of the main reasons why this case study was concluded so quick.
We conclude that there is a significant benefit when the operator has long time experiences with production of similar or the same products, knows the equipment and if we have the material intended for exactly this product.
The main advantage is the existence of the material intended for specific use, which allowed CS 6A to proceed with relative ease.
FOOD CONTACT TESTING
Drinking straws are a product that is intended to come in contact with
foodstuff. Due to lack of information regarding overall migration from
bioplastics we tested several products made of bioplastics to see if they
are suitable for use in food contact applications.
We analyzed the overall migration of non-volatile substances from
bioplastic items such as packaging and utensils into aqueous food
simulants. The tested samples were commercially available products made
of polylactide (PLA) and thermoplastic starch (TPS). For all 7 tested items
and/or materials it can be expected that they may come in contact with
foodstuffs. Testing was performed according to the standard EN 1186 in a
laboratory accredited according to EN ISO/IEC 17025. Test methods for
overall migration into aqueous food simulants a) by article filling, b) by
total immersion, and c) by cell were used. The materials were exposed to
aqueous solutions simulating actual use conditions and up to three
migration cycles were performed. FT-IR spectroscopy was used for sample
characterization and for identification of migrated substances. Total
migration was quantified using the evaporation method.
Figure 1: Migration cell,
dismantled (left) and during the migration (right)
The migration of non-volatile substances from bioplastics was determined
by evaporation method. Overall migrations from all PLA samples and most
TPS samples was below the level of detection, only one overall migration
from TPS foil was above the legal limit but the product was not intended to
come in contact with foodstuff (bags).
PRODUCTION OF STRAWS
Conventional straws are made from PP and the plan was to replace PP
with a bio-based and biodegradable material which was already
prepared to be used for production of this specific product. The used
material was PLA based blend MaterBi CE01B.
In the conventional production the set-up of the system was well optimized
and the system was very stable. This is crucial since a very high throughput
(900 pcs/min) must be reached in order to have a sustainable production.
When switching to the bioplastics optimizing the new set-up of the system
was quite complicated. A number of times the system collapsed only one
step before it was set up. After suitable conditions were found the system
was stable.
The production temperatures were lower than for PP. The biggest
difference when comparing PP straws and straws made from bioplastics is
in mass (biodegradable is approx. 50 % heavier) but this could still be
improved. We also tested production of straws with hinges (knees) and
observed no problems.
Figure 2: Introduction of melt through the
cooling system and into the haul-off.
Figure 3: Left: The production line from the extruder to the haul-off (first
part) and the rotary cutter (second part) Middle: System for collection of
straws, Right: PepiPlast/PLASTiCE biodegradable straws
This project is immplemented through the Central Europe Programme co-financed by the ERDF
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Innovative value chain developement for sustainable plastics in Central Europe
The company involved in the Case Study produces polypropylene twines for agricultural use and joined the Case Study with the intention to substitute the
polyolefin used for production with a biodegradable polymer.
Material change over time for twine production
Selection of the polymer
All materials taken into account as potential candidates were thoroughly characterized using a range of techniques (DSC, DMTA, TGA, TGA-MS, XRD,
SEM, FTIR, mechanical properties etc.), in order to allow final selection of the materials to be processed at the company’s p lant. Only two potential
candidates were selected for twine production, based on proven soil biodegradability and commercial availability:
Polyester (A)
Polyester Blend (B)
Twine processing trials and characterisation of the product
After some trials with Polymer A at the factory’s production line, where
problems with polymer film stretching after extrusion were experienced,
laboratory trials on a small-size extrusion machine (fig. 1) were carried out.
The results using Polymer A were encouraging and a demonstration twine
was produced (fig. 2). Mechanical properties of the thread were in the
range expected for the twine application.
Polyester B didn’t provide good results.
CONCLUSION
Important points to be taken into consideration for potential substitution of the presently used polyolefins with biodegradable polymers for twine
production are:
Biodegradability in soil is a fundamental requirement
The material must stand the applied high draw ratio after the extrusion
The twine mechanical properties (strenght) must comply with application requirement
Price of new polymer is a crucial factor
CS 6B—Introduction of biodegradable materials into production of twines for agriculture M. Scandola, I. Voevodina
University of Bologna, Chemistry Department “G. Ciamician”, Selmi 2, 40126 Bologna, Italy
This project is immplemented through the Central Europe Programme co-financed by the ERDF
Advantages of twines from biodegradable polymers for
agricultural applications:
Ploughing-in of soil-biodegradable twines after use instead of
collecting them from the field and disposing as waste
Improving the quality of the soil by using twines with added
fertilizers to be released in soil in a controlled manner
Main parameters considered in selection of biodegradable polymers for
their use in twine production:
biodegradation in soil
appropriate mechanical properties
acceptable price
Steps of the Case study:
analysis and selection of biodegradable polymers available in the
market
characterization of physico-chemical properties of selected
polymers
twine processing trials
characterization of the product
Simplified scheme of production line
for twines at the company site
Figure 1 Figure 2
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La plastica è un compagno di viaggio della vita moderna con cui abbiamo un rapporto ambivalente:
l’apprezziamo per la sua convenienza, ma la detestiamo perché inquina l’ambiente. Le bioplastiche
sviluppate di recente sono biodegradabili o derivate da fonti rinnovabili, dunque sono più sostenibili.
PLASTiCE promuove i sistemi di ricerca congiunta che espongono ai produttori le possibilità offerte
dalle bioplastiche ed i piani d’azione che portano alla commercializzazione di nuovi tipi di plastica.
La plastica migliore produce meno rifiuti
www.plastice.org
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