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8/18/2019 Uso Dell'Acqua a Khan Younis-Survey
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Uso dell’acquaa Khan YounisIndagine demografica,
socio-economica e sanitaria.
Piero Ingrosso
Progetto italiano di potabilizzazione e distribuzione dell’acquaa Khan Younis, Striscia di Gaza, PALESTINA, 1996-1999
Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo
DGCS-Ministero Affari Esteri, ROMACISS-Cooperazione Internazionale Sud-Sud, PALERMO
Gaza City, Gennaio 2000- Bozza non tipograf ica -
8/18/2019 Uso Dell'Acqua a Khan Younis-Survey
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Direzione Generale per la Cooperazione allo SviluppoDGCS-Ministero Affari Esteri, ROMA
CISS-Cooperazione Internazionale Sud-Sud, PALERMO
Uso dell’acqua a Khan Younis
Indagine demografica, socio-economica e sanitariaPiero Ingrosso
Progetto italiano di potabilizzazione e distribuzione dell’acquaa Khan Younis, Striscia di Gaza, PALESTINA, 1996-1999
Gaza City, Gennaio 2000- Bozza non tipografica -
Strisc ia di G a za, 199 9
NOTA INTRODUTTIVA
Il presente lavoro si inserisce tra le attività finanziate dalla DGCS delMinistero Affari Esteri, Roma, in favore della popolazione palestinese,residente nella Striscia di Gaza, nell’ambito di due distinti progetti dicooperazione allo sviluppo: il “P rog ramma p i l o ta pe r l a potab ilizzazione d ell’ac qua salma stra a Khan Younis, Strisc ia d i Gaza,e sua d istribuzione nei camp i pro fughi de ll’a rea” che ha avuto la
durata di tre anni (1996-98) ed è stato condotto e realizzato dal CISS-Palermo, ONG affidataria della DGCS-Ministero Affari Esteri, e ilProgetto Ponte dal “programma pilota per potabilizzazione acque sa lma stre a Khan Younis” a lla sec onda fase (1999), della durata di 9mesi, direttamente gestito dalla DGCS. In entrambi progetti, il Dott.Pietro Ingrosso, autore della presente indagine o “survey”, è stato il
capo-progetto in loco.
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INDICE GENERALE
i INDICEvi ACRONIMI
vii RINGRAZIAMENTI
1 I. PREAMBOLO SULL’ACQUA
2 II. INTRODUZIONE
6 III. ANTECEDENTI
6 STRISCIA DI GAZA: CONTESTO STORICO-POLITICO E DEMOGRAFICO
8 La questione Acqua
9 Khan Younis
11 Scarsità - Qualità
13 IV. PROGETTAZIONE E OBIETTIVI
13 Considerazioni generali
14 Obiettivi Generali
15 Obiettivi Specifici
16 V. METODOLOGIA E STRUMENTI
16 Il “Team”
17 TECNICHE UTILIZZATE
17 Tecniche Qualitative
18 Tecniche Quantitative
18 - Unità statistica primaria
19 - Dimensione del campione statistico, o Minimum Sample Size (MSS)
22 - Strategie di campionamento (Clustering).
24 I QUESTIONARI
25 ATTIVITA’ “PRE-SURVEY”
25 Desk Review
27 Formazione e selezione degli intervistatori
28 SURVEY IMPLEMENTATION
28 Processamento e analisi dei dati
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29 VI. ANALISI DESCRITTIVA
29 1. DEMOGRAFIA
29 1.1. Introduzione allo studio demografico29 1.2. Popolazione, sesso, età, Numero (media) dei componenti per famiglia
31 1.3. Composizione della famiglia per num. di bambini da 0 a 5 anni
32 1.4. Indicatori Vitali
33 1.5. Crescita demografica e consumo d’acqua a 5 e 10 anni (proiezioni)
35 1.6. Distribuzione degli abitanti (città/campo profughi)
35 1.7. “Residenti” e rifugiati
36 1.8. Paese di nascita (stato o nazionalità)
37 1.9. Luogo di nascita (tipo di insediamento)
38 2. DATI SOCIO-ECONOMICI
38 2.1. Età di matrimonio delle intervistate
39 2.2. Alfabetizzazioni delle intervistate (sai leggere e scrivere?)
39 2.3. SCOLARIZZAZIONE (tipo di scuola frequentata)
40 2.4. Abitazioni (Housing)
41 2.5 Dimensione abitazioni e densità abitativa (persons per room)
41 2.6. Distribuzione della forza lavoro
42 2.7. Distribuzione geografica del luogo di lavoro
43 2.8. Occupazione & disoccupazione
43 2.9. Assistenza Sociale
44 2.10. Enti assistenziali (Escluse sanità e pensioni)
44 2.11. Reddito mensile medio per famiglia
45 2.12. Variazione dell’”Ingresso Mensile Medio” negli ultimi tre anni
46 3. USO DELL’ACQUA
46 3.1. Introduzione
46 3.2. Fonti di approvvigionamento
46 3.3. Presenza di orto o giardino nel perimetro cittadino
47 3.4. Uso dell’acqua nei terreni irrigui urbani
47 3.5. Acqua per cucinare
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48 3.6. Acqua per il té
49 3.7. Acqua da bere
50 3.8. Contatori d’acqua
50 3.9. La bolletta dell’acqua
51 3.10. Evoluzione della Bolletta dell’Acqua
51 3.11. E’ davvero cara la Bolletta dell’acqua?
52 3.12. Perchè è troppo cara la Bolletta dell’acqua?
52 3.13. Avete notato dei cambiamenti positivi nella qualità dell’acqua?
53 3.14. Pagherebbe di più per avere dell’acqua migliore?
54 4. IGIENE PUBBLICA E SALUTE
54 4.1. Introduzione
54 4.2. Tipo di bagno o ‘toilette”
55 4.3. Presenza dello scarico dell’acqua nei servizi
55 4.4. Smaltimento delle acque usate
56 4.5. Quali malattie?
56 4.6. Bollitura dell’acqua e del latte
56 4.7. Distribuzione delle parassitosi57 4.8. Distribuzione della Fluorosi Dentale
58 4.9. Distribuzione della Sindrome Diarroica
59 VII. ANALISI COMPARATIVA
59 5. INSEDIAMENTI UMANI
59 5.1. Introduzione
60 5.2. Tipo D’insediamento (Città-Campo) / Rifugiato O “Residente”?
62 5.3. Citta’-Campo / Tipo D’istruzione
63 5.4. Citta’-Campo / Diserzioni Scolastiche
63 5.5. Citta’-Campo Profughi / Numero Di Stanze Per Famiglia
63 5.6. Citta’-Campo / Persone Occupate Per Famiglia
64 5.7. Citta’-Campo / Tipo D’occupazione
64 5.7.1. Citta’-Campo / Luogo Di Lavoro
65 5.8. Lavoro Temporaneo O Permanente?
65 5.9. Citta’-Campo / Assistenza Sociale
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65 5.10. Approvvigionamento Idrico
66 5.11. Presenza Di Orto O Giardino
66 5.12. Acqua Per Il Te’, Per Bere E Per Cucinare67 5.13. Il Contatore Dell’acqua
68 5.14. La Bolletta Dell’acqua
69 5.15. E’ La Bolletta Dell’acqua Troppo Cara?
69 5.16. Perche’ E’ Troppo Cara La Bolletta Dell’acqua?
70 5.17. Migliora La Qualita’ Dell’acqua?
70 5.18. Pagherebbe Di Piu’ Per Avere Acqua Ancora Migliore?
71 6. “RESIDENTE” / RIFUGIATO71 6.1. Introduzione
72 6.2. Stato O Nazionalita’ Di Nascita
72 6.3. Refugee Status / Luogo Di Nascita
72 6.4. Istruzione Scolastica
73 6.5. Qualifica Lavorativa
73 6.6. Ingresso Mensile Medio
75 7. ISTRUZIONE - ETA’ DI MATRIMONIO
75 7.1. Introduzione
75 7.2. Sa Leggere E Scrivere?
76 7.3. Che Scuole Ha Frequentato?
77 7.4. Età Di Matrimonio / Luogo Di Nascita
77 7.5. Età Di Matrimonio E Alfabetizzazione
78 7.6. Età Di Matrimonio / Qualificazione Professionale
79 8. DATI SOCIO-ECONOMICI
79 8.1. Introduzione
80 8.2. Qualifica Professionale / Luogo Di Lavoro
82 8.3. Lavoro Temporaneo O Permanente? Dipende Dalla Qualifica!
83 8.4. Qualifica Professionale / Ingresso Mensile Medio
85 8.5. Luogo Di Lavoro / Temporaneo-Permanente
85 8.6. Luogo Di Lavoro / Ingresso Mensile Medio
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86 8.7. Luogo Di Lavoro / Assistenza Sociale
86 8.8. Ingresso Mensile / Assistenza Sociale
87 8.9. Lavoro Temporaneo-Permanente / Assistenza Sociale
88 8.10. Lavoro Temporaneo-Permanente / Ingresso Mensile
89 9. FONTI E USO DELL’ACQUA
89 9.1. Introduzione
91 9.2. Fonte D’approvvigionamento / Contatore Dell’acqua
92 9.3. Contatore Dell’acqua / Bolletta Dell’acqua
92 9.4. Fonte D’approvvigionamento / Bolletta Dell’acqua
93 9.5. Fonte Di Approvvigionamento / E’ Troppo Cara La Bolletta?
94 9.6. Fonte D’approvvigionamento / Perche’ E’ Troppo Cara La Bolletta?
94 9.7. Fonte Di Approvvigionamento / Pagherebbe Di Più
95 9.8. Presenza Del Giardino / Uso Dell’acqua
95 9.9. Irrigazione / Bolletta Dell’acqua
96 9.10. Bolletta Dell’acqua / E’ Troppo Cara?
97 9.11. Quanto Paghi Di Bolletta? / Pagheresti Di Piu’
97 9.12. Consideri La Bolletta Troppo Cara? / Pagheresti Di Piu’?98 9.13. Perche’ E’ Troppo Cara La Bolletta?/ Perche’ Pagheresti Di Piu’?
99 10. IGIENE E MALATTIE VEICOLATE DALL’ACQUA
99 10.1. Introduzione / Sommario
102 10.2. Scarico D’acqua Nel Bagno E Smaltimento Delle Acque Usate
103 10.3. Smaltimento Acque Usate
103 10.4. Pratiche Alimentari: Bollitura Dell’acqua E Del Latte
104 10.5. Durata Dell’allatamento Al Seno Materno
105 10.6. Puo’ L’acqua Trasmettere Delle Malattie?
106 11. FLUOROSI DENTALE (Denti Gialli)
106 11.1. Introduzione-Sommario
107 11.2. Fluorosi Dentale / Tipo Di Insediamento
107 11.3. Fluorosi Dentale / Fonte Di Approvvigionamento Idrico
108 11.4. Correlazione Fluorosi / Parassitosi
109 11.5. Correlazione Fluorosi / Diarreav
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110 12. DIARREA
110 12.1. Introduzione
112 12.2. Distribuzione della Sindrome Diarroica a Khan Younis, 1997-99112 12.3. Distribuzione della Diarrea per Categorie d’Età, 1997
113 12.4. Distribuzione delle forme “Acuta” e “Cronica”, 1999
114 12.5. Richiami demografici sui campioni statistici utilizzati
115 VIII. CONCLUSIONI
115 Premessa
115 Khan Younis: una città/campo
116 Acqua e Ambiente
117 Acqua e Tariffe
118 Acqua e Salute Pubblica
119 BIBLIOGRAFIA
119 ALLEGATI
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LegendaCISS Cooperazione Internazionale Sud-Sud, P alermo
DGCS Direzione Generale per la Cooperazione allo Svilupp, MAE - Roma
ISS Istituto Superiore di Sanità, Roma
KYM Khan Younis Municipality – Gaza Strip
MAE Ministero Affari Esteri - Roma
MEKOROT Compagnia nazionale i sraeliana dell’acqua
MOPIC Ministry of Planning and International Cooperation - Gaza
PCBS Palestinian C entral Bu reau of Statis tics, Gaza-Ramallah
PWA Palestinian Water Authority - Gaza
WRC Water Research Centre (Al Azhar University) - Gaza
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RINGRAZIAMENTIAI nostri amici e tecnici palestinesi innanzi tutto, a cominciare dal Prof. Khaled Essir il quale,
oltre ad una solida conoscenza teorica della scienza statistica, possiede anche una lunga
esperienza di campo. A lui dobbiamo il “design” del “sampling”, del “clustering” e la
supervisione della distribuzione dei questionari, in tutti i rilevamenti statistici effettuati dall’ini-
zio del progetto italiano, cioè dal mese di Febbraio del 1996. Ms. Sana Aqil e Ms. Malika Al
Astal entrambe “graduated”con curriculum scientifico universitario, hanno curato tutto il
lavoro d’entrata, processamento e organizzazione dei dati della “Khan Younis Survey-1999”.
Alla stessa cura, nelle surveys “KY –96” e “KY-97”, si era dedicato Mr. Ani Addada, col labora-
tore palestinese di un’ONG norvegese che opera in Palestina. Le intervistatrici che hanno
condotto le inchieste nel corso delle tre surveys sono state 58. Sedici nel ’96, ventiquattro nel’97 e diciotto nel 1999. Mi piacerebbe elencarle tutte, ma forse è meglio proporre una loro
fotografia, a corredo della presente pagina. Gran parte di loro aveva già avuto esperienza
di rilevamenti tramite questionario, e ciò si è visto nel lavoro di campo quando è brillata la
loro serietà e dedizione al compito assegnato, “ lavorando” oltre 2000 interviste e riempiendo
altrettanti questionari. Del personale italiano in loco la prima mensione va alla Dott.ssa Bene-
detta Oddo, sociologa e arabista, che è stata, nelle surveys KY-96 e KY-97, la persona che ha
curato l’organizzazione del personale locale e tutto il lavoro di “wording” in arabo del que-
stionario. Lo stesso questionario che con piccole variazioni è stato usato anche nel 1999.
Piero Arculeo ed Edoardo Rutigliano, rispettivamente biologo e idrogeologo di Palermo, hanno
invece curato la parte del lavoro che riguardava, “a latere”, le analisi dell’acqua e lo studio
elettro-geofisico del sottosuolo. Tayseer Hamzeh, cittadino i taliano, originario della città di
Nablus è stato il “Muhandis”, l’”ingegnere” del progetto, installando e facendo funzionare
Intervistatrici , Survey KY-99 , 199 9
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gli impianti di osmosi inversa. Il suo apporto nelle questioni tecniche riguardanti la distribuzio-
ne dell’acqua in rete è stato insostituibile.Vanno doverosamente considerati parte integran-
te del team italiano a Khan Younis anche gli i taliani che hanno lavorato per il progetto stan-
do in Italia ma visitando periodicamente gli impianti e i “lavori in corso”, e apportando idee
ed energia alle attività progettuali. Parliamo dell’Ing. Guido Benevento, dell’Unità TecnicaCentrale della DGCS-Roma, coordinatore ministeriale dell’intervento italiano a Khan Younis
e del Dott. Sergio Cipolla, presidente dell’ONG CISS-Palermo. Entrambi sono a giusta ragione
considerati come i principali ideatori e artefici dell’”acqua dolce” a Khan Younis. Ritengo
che tutte le persone menzionate abbiano saputo costituire un gruppo di lavoro ben assortito
e al completo delle “expertises” normalmente richieste in questo tipo di “survey”.
Piero Ingrosso
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PREAMBOLO SULL’ACQUA
La “pervasività” dell’acqua non è una caratteristica solo fisico-chimica ma anche, per così
dire, “extra-fisica”, o “immanente”. In altre parole essa non determina solamente lo stato
fisico e biologico del la realtà materiale (umidità, temperatura, solubilità, ecc.) ma “permea”,
più o meno visibilmente, anche la realtà sociale, economica, politica e culturale dell’esi-
stenza umana. Essa non è solo indispensabile alla vita, ma ne determina continuamente le
forme. Placa la sete e rinfresca, ma è anche il “demone” dei motori a vapore e il “mezzo”
che emana calore dai nostr i caloriferi o che raffredda motori e turbine. Serve per sciogliere
e diluire ma anche per compattare; basti pensare al cemento. Elemento sacrale e liturgico
nei battisteri come nei riti funebri, l’Acqua è anche Santa diventando così mezzo di
purificazione e consolazione. Essa è però anche vettore di morte e distruzione attraverso
cataclismi naturali o p iù semplicemente veicolando veleni e microrganismi patogeni per gliesseri viventi. La sua assenza determina il Deserto, le migrazioni e i conflitti; la sua presenza le
Oasi e le Città. Nonostante la sua semplicità molecolare, H20, l’acqua possiede molte e
complesse proprietà fisico-chimiche. E’ questo un capitolo di scienza ben noto, sebbene
ancora lontano dal potersi definire chiuso o esauriente. A cominciare dal problema della
sua stessa origine sul nostro pianeta. Similmente, ed è questo un postulato del presente lavo-
ro, l’acqua, intesa come bene potabile e r isorsa collettiva genera molte e complesse situa-
zioni socio-economiche, politiche e culturali non sempre ben note o sufficientemente studia-
te. Lo studio dell’acqua, intesa nella sua valenza sociale, diventa dunque studio della socie-
tà stessa. La sua distribuzione rimanda all’assetto urbanistico e demografico, la sua qualità
allo stato igienico e sanitario della popolazione, la sua maggiore o minore disponibilità alle
possibilità di sviluppo economico.
Nella situazione della Striscia di Gaza, il quadro è reso ulteriormente più complesso dalla
storia recente in cui il controllo delle fonti d’approvvigionamento idrico gioca un ruolo fon-
damentale nel processo di pace. Qui, più che in altre parti del mondo affli tte dalla siccità o
dall’esaurimento dei pozzi, il tema della disponibilità-potabilità dell’acqua diventa una que-
stione su cui si misurano culture, religioni e sistemi politico-economici diversi. Qui il tema del-
l’acqua diventa un fattore critico per la pace o per la guerra.
1
Gl obo Terracqueo: Africa-Euras ia ed Oceani
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INTRODUZIONE
La scarsità d’acqua nella Striscia di Gaza, ultimo avamposto di macchia mediterranea incu-neata tra le distese desertiche del Negev e del Sinai, costituisce indubbiamente un proble-
ma quotidiano per la popolazione palestinese che ivi risiede.
Osservando la mappa fisica della regione si comprende facilmente il perché di tale scarsità.
Le acque dolci superficiali, nel più ampio contesto regionale, si limitano al fiume Giordano e
al lago di Galilea, bacini acquiferi che non hanno alcuna influenza sulle riserve idriche locali.
L’unica fonte d’acqua dolce nella Striscia di Gaza è rappresentata dalle falde acquifere
profonde che scendono da nord. Si tratta evidentemente di una fonte non rinnovabile, se si
esclude la ricarica idrica pluviale, già da alcuni decenni inferiore all’acqua pompata in
superficie.
Osservando invece la mappa politica si comprende perché le cause d’ordine geografico-
ambientale si combinano pericolosamente con i conflitti politici e i fattori demografici esocio-economici, presenti in quest’area, determinando una situazione altamente a rischio
per ulteriori conflitti. Poco più di 350 km quadrati di terra e sabbia (di cui il 40% rimane ancora
sotto controllo militare israeliano) che prima del 1948 ospitavano una popolazione che era
meno di un decimo di quella attuale (oltre un mil ione di persone), facendo di questo lembo
di terra uno dei post i più densamente popolati del mondo. Si tratta in sostanza di una situa-
zione che preannuncia scenari catastrofici. Per gli scopi della presente prefazione, è suffi-
ciente evidenziare il complesso e difficile sfondo ambientale e demografico in cui si svolge
questo “dramma del l’acqua” nella Striscia di Gaza.
In questo scenario va collocato l’intervento italiano di cooperazione allo sviluppo, già nel
lontano 1993, quando, ancor prima degli accordi di Oslo, per merito soprattutto dell’ONG
CISS di Palermo e dell’Ufficio UTC competente della DGCS del Ministero Affari Esteri italiano,
fu realizzato uno studio che volgeva l’attenzione su un aspetto del dramma forse non suffi-
cientemente considerato: la QUALITA’ dell’acqua e il suo impatto sulla popolazione in termi-
2
Bazar, Gaza City, 1998
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ni di salute pubblica. Prima dello studio italiano erano state in verità prodotte alcune ricer-
che che denunciavano la grave situazione in atto per quanto r iguardava le malattie causa-
te o aggravate dall’acqua inquinata, soprattutto per mano del Dr. Yousef Abu Safieh, allora
ricercatore dell’Università Al Azhar di Gaza e attuale Ministro dell’Ambiente nel governo del
presidente Arafat. Dati inquietanti erano stati pubblicati anche da autori israeliani, primi fratutti Benvenisti e Nir, verso la fine degli anni 80. Mancava tuttavia una visione sinottica dei
dati disponibili e soprattutto mancavano proposte concrete volte a risolvere o almeno ad
alleviare l’entità del problema. Del resto sarebbe stato molto difficile il contrario, permanen-
do l’occupazione militare israeliana e con l’Autorità Palestinese ancora da istituire. Rimane-
va forse solo la fiducia nell’intervento divino, tradizionalmente molto tenace in questa parte
di mondo e una certa convinzione, almeno da parte palestinese, che il problema dell’ac-
qua si sarebbe automaticamente risolto con la sconfitta del “nemico”. E intanto la penuria
d’acqua andava crescendo in misura proporzionale alla crescita demografica che, in ma-
niera circolare, aumentando la pressione antropica sull’ambiente, amplificava il carico in-
quinante sia chimico che biologico.
L’intervento italiano può a ragione vantare di essere stato pioniere nel proporre ed attuare
soluzioni concrete al problema della potabilizzazione dell’acqua nella Striscia di Gaza. Si
può oggi affermare senza tema di smentite che il progetto italiano “Programma Pilota per la
potabilizzazione dell’acqua salmastra a Khan Younis e sua distribuzione nei campi profughi
dell’area” ha dimostrato che è possibile migliorare le condizioni sociali e sanitarie di una città
di 150.000 abitanti fornendo una provvista d’acqua (15 litri/giorno pro-capite), sicuramente
potabile, sufficiente ad assicurare le necessità alimentari del la popolazione e abbattendo di
conseguenza alcuni indici di morbili tà e mortalità legati alle malattie trasmesse dall’acqua.
Il tutto con un budget relativamente contenuto se comparato con altri progetti “strategici”
di tutt’altra portata finanziaria, di cui si parla da anni ma senza alcun atto concreto di pro-
gettazione esecutiva.
Le linee portanti del “Progetto Pilota” italiano possono essere riassunte in tre idee guida:
3
Visita all’impianto dell’Eas tern Well da parte del Cons ole
Generale d’Itali a a Gerusalemme ( centro della f oto) , 1999
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01- Conoscere, studiare e misurare la situazione di partenza, all’avvio del progetto in loco, itraguardi intermedi e i risultat i ed effetti finali conseguiti. Implicita in tale idea guida era
la necessità di scegliere indicatori appropriati da utilizzare con le misurazioni effettuate.
02- Fornire la tecnologia adeguata (2 impianti di dissalazione ad osmosi inversa capaci ditrattare ognuno 120 metri cubi/ora) e formare il personale locale che ne avrebbe ga-rantito il funzionamento e la manutenzione. Corollario di tale obiettivo formativo era
coinvolgere l’istituzione locale, la Municipalità di Khan Younis, nella gestione quotidia-
na, tecnica ed amministrativa degli impianti, al fine di assicurare un regolare approvvi-
gionamento d’energia e di materiali di consumo e di iniziare un’efficace politica di
recupero dei costi e di auto-sostenibilità dell’impresa.
03- Attivare campagne informative e di sensibilizzazione, rivolte alla popolazione, sui temidella salute pubblica legata all’uso alimentare d’acqua insalubre, risparmio e uso cor-
retto dell’acqua, igiene e profilassi.
Il trasferimento di tecnologia e relativo “know how”, il passaggio di mano della gestione
tecnica e amministrativa degli impianti alla Municipalità di Khan Younis e la promozione
della partecipazione popolare sono stati obiettivi conseguiti con successo e sono attual-
mente operativi a tempo pieno. Trattandosi della prima iniziativa di dissalazione dell’acqua,
su scala significativa, nei territori palestinesi, il progetto italiano, all’inizio guardato con un
certo scetticismo, ha conquistato progressivamente attenzione e interesse tra i “decision
makers” e gli esperti del settore che pure avevano guardato con un certo disinteresse all’in-
tervento italiano. Si è trattato evidentemente di un indubbio avanzamento socio-sanitario,
molto apprezzato dal la gente di Khan Younis e p ertanto difficilmente reversibile.
4
Visita agli impianti italiani, operanti nella Striscia di Gaza, del Cons ole
Generale d’Ital ia a Gerusalemme(nel centro del la f oto) con i tecnici espertii tal iani e palesti bes i , 1999
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Per quanto riguarda il lavoro di “intelligence” riguardante il problema dell’acqua nella Stri-
scia di Gaza e in particolare a Khan Younis, gran parte degli studi previsti dal programma
italiano sono stati realizzati e pubblicati. Se ne riportano qui di seguito i titoli :
- M. Abu Jabal, P. Ingrosso, B. Oddo, Groundwater in Israel, Palestine and Sinai (Selected
Bibliography) (1985-1996), Jerusalem, 1996- V. Agnesi, E. Rutigliano, Geophysical study of the southern sector of the Gaza Strip, Jerusalem,
1997
- P. Ingrosso, R. Al Khoudari, Chemical and Microbyological Water Analisys in Khan Yunis Area,
Jerusalem, 1998.
In considerazione dell’interesse specialistico delle pubblicazioni menzionate s’invitano gli
eventuali lettori interessati, a farne richiesta al CISS-Palermo, Via Noto, 12 - 90141 Palermo /
tel. 091-6262004, oppure presso la DGCS, all’Ufficio UTC-Roma di riferimento.
Tra gli studi previsti e non ancora terminati rimaneva il presente lavoro frutto di circa 4 anni di
paziente collezione e analisi dei dati riguar-
danti il multiforme universo dell’acqua e
del suo uso, a livello di nucleo famigliare,nella città di Khan Younis. Nei capitoli suc-
cessivi vengono illustrati con l’aiuto di ta-
belle, grafici e immagini gli obiettivi, me-
todi e risultati di tale lavoro.
Vale infine la pena ricordare che, essen-
do ancora in corso una programmazione
riguardante l’intervento italiano nel setto-
re “acqua potabile” nella Striscia di Gaza,
ed essendo probabile una nuova fase
progettuale di estensione dell’esperienzapilota di Khan Younis anche alle città di
Gaza e Rafah, è possibile prevedere una
futura edizione aggiornata del presente
lavoro in lingua inglese, peraltro già pre-
disposta e impostata per un ulteriore giro
di raccolta dati (nel corso dell’anno 2000)
che integrerebbero quelli già raccolti ne-
gli ultimi 4 anni e che sono oggetto del
presente lavoro. Essendo i dati raccolti su
base annuale, sarebbe in verità molto in-
teressante poter avere altri dati, omoge-nei con quelli già raccolti e pertanto
comparabili. Per i calcoli di tendenza in
realtà i dati d’ogni nuovo anno aggiun-
gono maggiore precisione e capacità di
previsione, su base statistica beninteso, dei
fenomeni che si vogliono “misurare”.
5
Soldato israeliano.
Sorgenti del fiume Giordano, 1992
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ANTECEDENTISTRISCIA DI GAZA
CONTESTO STORICO-POLITICO E DEMOGRAFICO
La Striscia di Gaza, è un lembo di terra che costeggia il Mediterraneo sud-orienta-
le per 42 chilometri, larga in media nove, con una superficie totale di 365 km
quadrati, attraversata per tutta la sua lunghezza dal tratto più meridionale
della strada litoranea che, prima della nascita d’Israele, congiungeva
l’Egitto al Libano, attraverso il terr itorio palestinese. Detto lembo di co-
sta è quanto resta, dopo le conquiste israeliane del 1948-49, di un’al-
tra regione che il piano di spartizione dell’Onu destinava allo Sta-to arabo-palestinese; regione che, nel piano, si estendeva a
Nord fino ad includere le città portuali di Al Mandai (oggi
Ashqelon) e Isdud (oggi Ashdod) e comprendeva una
parte del Neghev, a ridosso della frontiera egiziana.
Presidiata e amministrata dall’Egitto, fu occupata
una prima volta dagli israeliani nel 1956 nel cor-
so della Guerra di Suez. Nel 1957, a seguito
delle forti pressioni internazionali, fu restitu-
ita, per essere occupata nuovamente
nel 1967 in seguito alla cosiddetta
“Guerra dei sei Giorni.Nel 1994, con lo spegnersi
dell’Intifada (“Guerra delle
Pietre”), e com’effetto
degli accordi d’Oslo
tra Rabin e Arafat, il
61 % della Striscia
passa sotto
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il controllo dell’Autorità Palestinese. Si tratta di una realtà radicalmente diversa da quella
della Cisgiordania, sia sotto l’aspetto fisico, che è quello caratteri stico dei territori mediterra-
nei aventi alle loro spalle i l deserto, sia dal punto di vista socio-economico - scarsità di risorse,
economia prevalentemente rurale, forte peso della tradizione islamica - sia, infine, per il peso
schiacciante di una sovrappopolazione creata dagli eventi bellici. Tra il 1948 e la fine del1949, per effetto dell’afflusso di profughi da città e vil laggi della costa più a Nord e dell’inter-
no, occupati da Israele, la popolazione passò da novantamila a duecentonovantamila
persone. Nel 1986, il totale della popolazione era stimato in 633.000, dei qual i 544.000 profu-
ghi (182.000 in otto grandi campi: Jabaliya, Deir El Balah, Maghazi, Khan Younis, Nuseirat,
Breij, Rafah, Shatti); la densità era di 1.400 persone per chilometro quadrato, la più alta del
mondo dopo quella di Hong Kong. Il reddito per abitante era valutato nell’equivalente di
circa 1000 dollari l’anno.
La presenza di grandi masse proletarizzate ha fatto della Striscia il fronte principale della
lotta nazionale palestinese. Già nel 1956-57, la popolazione era stata protagonista di un’espe-
rienza di resistenza armata unica nel suo genere, che le valse, con il r itorno degli egiziani, la
conquista di forme d’autonomia e la presenza di un embrione di esercito palestinese.
Quest’esperienza si è ripetuta con la seconda occupazione, dopo il 1967 e fino al 1971,
quando, grazie a una strategia che ha unito una dura repressione militare, un riassetto dei
campi profughi, trasferimenti di popolazioni, leggi speciali e un’aggressiva politica di
insediamenti ebraici, Israele ha potuto porre fine alla lotta armata.
Schiacciati da una disoccupazione che nel ’67 era salita all’83 per cento rispetto al livello
prebellico, gli abitanti si sono visti costretti ad offrirsi come manodopera sottopagata a Tel
Aviv e in altre città israeliane. Nel 1982, il fenomeno si era esteso ad oltre la metà della forza-lavoro, mentre un gran numero di residenti in possesso di titoli di studio superiori (nella Striscia
opera un’efficiente rete scolastica, gestita dall’UNRWA) era costretto ad emigrare. Nono-
stante il sovraffollamento, Israele ha confiscato oltre un terzo della terra e oltre metà delle
risorse idriche per i coloni, raggruppati in diciannove insediamenti, i m aggiori dei quali sono
Neve Deqalim e Katif Bloc, nel Sud della Striscia, legati ad un programma di sfruttamento
turistico della riviera. Gaza (circa 400.000 abitanti, insieme con il campo profughi di Shatti,
nel 1992) è la sola città della Striscia che abbia un posto nella storia meno recente. Khan
Yunis (150.000 con il campo profughi), Rafah (100.000) e Deir Balah (50.000), erano poco più
che dei villaggi prima del 1948.
Secondo il primo censimento palestinese realizzato dal Palestinian Central Bureau of Statistics,
nel 1996 la popolazione presente nella S triscia di Gaza ammonta a 963.000 persone, distribu-
Scene da’”Intif ada”in occas ione del la commemorazione
della “Nakba” o Disf atta del 1948, Gaza, 1 9 9 8
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ite su una superficie totale di 365 Km2 (l’area di Gaza rappresenta 1’8% dell’area della West
Bank). Khan Younis attualmente conta una popolazione di circa 150.000 persone. Un terzo
della popolazione vive nell’omonimo campo profughi, mente i testanti due terzi sono insediati
in un’area urbana sovrapopolata.
La Questione Acqua
Dal 1967 il governo israeliano ha gestito, a tutti i livelli (legislativo, amministrativo e giudizia-
rio), le risorse idriche dei T.O., adottando
una politica di supersfruttamento dell’ac-
qua a favore della popolazione israelia-
na. L’aumento vertiginoso del numero di
coloni ha comportato ovviamente
un’enorme richiesta d’acqua sia per uso
domestico sia agricolo (ricordiamo cheun israeliano consuma mediamente da
4 a 5 volte di più di un palestinese).
Il recentissimo “ri-accordo” di pace
(Sharm El Sheikh) non ha ancora modifi-
cato questa situazione, pur individuando
la necessità di garantire alla popolazio-
ne palestinese una certa autonomia nel-
la gestione di questa risorsa. I problemi
degli attuali Territori Autonomi Palestinesi
vanno quindi dalla disastrosa situazione
dell’agricoltura a quella dell’acqua po-tabile, dello scarico delle acque usate,
all’inquinamento. Diverse malattie infet-
tive che colpiscono la popolazione
palestinese, sono diretta conseguenza
della scarsezza d’acqua potabile, degli
elevati tassi di sali (particolarmente i ni-
trati) in essa disciolti, e d’altri problemi
connessi all’igiene pubblica. Tutti questi
problemi però si acuiscono particolar-
mente a Khan Younis. Qui i pochi pozzi
rimasti ai palestinesi sono pozzi general-mente più superficiali, quindi meno ricchi
d’acqua. Anche la qualità dell’acqua è
incomparabilmente migliore negli
insediamenti israeliani, soprattutto nel-
l’area sud dove si situano Khan Younis e
Rafah. In particolare il massiccio prelievo di acqua da parte dei pozzi profondi israeliani
espone i pozzi che ri forniscono di acqua potabile al fenomeno dell’intrusione di acqua
marina, con conseguente trasformazione dell’acqua da dolce in salmastra, molto inadatta
ad un uso potabile. Il fenomeno è aggravato dal fatto che i palestinesi, data la mancanza
d’acqua, si vedono costretti a pompare il massimo possibile dai pozzi, rendendoli così sem-
pre più salmastri. D’altra parte anche il supersfruttamento dei pozzi da parte dei coloni com-
“Mappa dell’acqua”, rielaborata
e semplificata, da
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porta la salinizzazione dei pozzi palestinesi perché indirettamente fa diminuire la loro portata.
La città-campo profughi di Khan Yunis, di tutta la Striscia di Gaza, rappresenta l’agglomera-
to umano che più versa in situazione drammatica rispetto alla quantità e, soprattutto, alla
qualità del l’acqua disponibile per uso alimentare. E’ situata a circa 30 Km da Gaza, in dire-
zione sud e si presenta geograficamente come il capoluogo naturale di parte dell’AreaCentrale e di tutta l’Area Sud.
Khan Younis
L’area di Khan Yunis, nonostante la relativa poca distanza da Gaza, riceve circa un terzo di
pioggia in meno di questa nel corso dell’anno: 371 mm contro 259 mm annui. Il suo naturale
sbocco al mare è per lo più impedito dalla lunga fascia di colonizzazioni israeliane (Netzer
Hazani, Katif, Ganei Tal, Neve Dekalim, ecc.) che separa da Nord a Sud l’entroterra, abitato
dai palestinesi, dalla costa presidiata da “settlers”. E’ da notare che qui importanti riserve
acquifere di buona qualità sono esclusivamente riservate agli insediamenti israeliani. Ed èdai pozzi israeliani, gestiti dal Mekorot (l’ente acquedotto israeliano), che viene venduta alla
Municipalità di Khan Yunis l’acqua dolce con cui è mescolata l’acqua più salmastra di alcu-
ni pozzi per renderla, in questo modo, più palatabile. Si tratta di una Municipalità poverissi-
ma, con poco personale e pochi mezzi. I problemi dei rifiuti, delle fognature ed in generale
dei servizi pubblici sono identici, e forse ancor più gravi, che nella città di Gaza. Per motivi
climatici e di minore disponibilità di acqua nel sottosuolo, esiste un problema di scarsezza
maggiore che nelle aree nord della Striscia. Anche il problema dell’inquinamento chimico-
Khan Younis , la Moschea Grande, 1996
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biologico della falda acquifera sembra essere, nella migliore delle ipotesi, allo stesso livello di
drammaticità della città di Gaza
Le fonti di approvvigionamento idrico di Khan Yunis sono costituite dai sei pozzi, ubicati tutti
entro il per imetro della città: Ex Saada, El Amal, ElHarash, Aya, Eastern Well e New Well. Que-
st’ultimo è un pozzo entrato in funzione solo da tre anni ed è l’unico provvisto di un acquadefinibile potabile, secondo gli standard dell’OMS. Tuttavia anche in quest’unico pozzo «po-
tabile» sono in corso violente intrusioni saline e di nitrati, con relativo corteo di inquinanti. Se
nel 1989, anno di apertura del pozzo, la quantità di cloruri era di 140 mg/litro, nel Febbraio
del 1993 essa risulta già raddoppiata (240 mg/litro); lo stesso dicasi per i nitrati: 27 mg/li tro nel
1989, 51 mg/litro nel 1993. Quest’ultimo valore, nel 1999, è più che raddoppiato (120 mg/
litro).
La quantità media dei cloruri e dei nitrati negli altri cinque pozzi della città si aggira intorno a
600 mg/l per i cloruri e 300 mg/l per i nitrati. Bisogna però sottolineare come le cifre fornite
dall’UNRWA indicano valori d’inquinamento ben più elevati; per i nitrati, ad esempio, si ripor-
tano valori medi che in alcuni pozzi arrivano a circa: 700 mg/l. Da ricordare che le quantità
massime raccomandate dall’OMS sono di 250 ml/litro per i cloruri e di 10 mg/l per i nitrati.
La quantità totale d’acqua pompata dai sei pozzi ammonta (al settembre 1999) a circa
4.000.000 m3. A questi vanno aggiunti i 950.000 m3 che la Municipalità compra annualmen-
te dal Mekorot, d’accordo con la quantità dichiarata disponibile dagli israeliani che, in ge-
nere, varia da 2.000 a 3.000 m3 il giorno. Il consumo pro-capite medio giornaliero è di circa
110 litri . Detta quota giornaliera è però comprensiva anche di buona parte del consumo per
uso agricolo, in quanto gli appezzamenti di terra degli agricoltori di Khan Yunis sono fram-
mentati e dispersi nell’ambito dello stesso perimetro abitato (orti e micro-appezzamenti di
pochi dunums o frazioni di dunum -— 1 DUNUM=1.000 m2-—) o nelle immediate adiacenze.
Il costo dell’acqua per m3, comprata dalla municipalità al Mekorot, è di 0.8 NIS (circa un
quarto di dollaro), e pertanto ogni mese la città di Khan Yunis esborsa agli israeliani una cifra
Kha n Younis, il Cas tello, 1996
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media di 60.000 NIS, equivalenti a poco più di 22.000 U.S.$ mensili, cioè a 264.000 U.S.$ an-
nuali.
L’approvvigionamento dell’acqua alla
popolazione avviene mediante una retedi distribuzione ben ramificata che rag-
giunge praticamente la quasi totalità del-
le famiglie. La connessione con il Mekorot
avviene in tre distinti punti della rete e non
sembra soffrire di particolari problemi, a
parte la costanza di afflusso. La presenza
di acqua corrente nella rete di dist ribuzio-
ne varia da due a 12 ore il giorno, secon-
do le stagioni.
Le tariffe dell’acqua sono così concepite:da O a 20 m3, il nucleo familiare paga una
bolletta mensile fissa di 21 NIS; da 21 a 30
m3, ogni m3 costa 0,9 NIS mentre, superati
i 30, ogni m3 ha un prezzo di 1 NIS. Ogni
mese la municipalità invia alle famiglie
della città circa 13.000 bollette (vi è una
bolletta unica per acqua e consumi di elet-
tricità). La cifra complessiva delle bollette
è di 144.000 NIS, di queste però solo il 70%
vengono regolarmente riscosse, mentre
per il restante 30% è attualmente impossi-bile riscuotere il pagamento. Da sottoline-
are inoltre che esiste oltre il 50% di perdite o appropriazione indebita di acqua, attraverso
connessioni illegali, contatori manomessi o assenti, ecc.
Scarsità - Qualità
Il problema della disponibilità d’acqua nella Striscia di Gaza, rappresenta uno degli interro-
gativi più inquietanti circa il futuro di quel milione di persone che vive nella regione all’alba
del 2000. Infatti, all’incremento demografico annuo della popolazione non corrisponde
un’analoga crescita della disponibilità di acqua, anzi è già oggi un grave problema garan-tire l’attuale scarso flusso di pompaggio ed erogazione.
Il deficit tra le risorse idriche reali e rinnovabili, calcolate in 70 milioni di m3 annui, e l’attuale
domanda di 110-120 milioni causa un vero e proprio disastro ecologico che sta portando
all’esaurimento di diversi pozzi, alcuni dei quali ormai già completamente secchi. Le conse-
guenze del sovra-pompaggio non sono solamente di ordine quantitativo ma anche
qualitativo, infatti, l’acqua dei pozzi diventa sempre più salmastra e inquinata.
Rispetto agli standards raccomandati dall’OMS, nella Striscia di Gaza dal 75 all’85% dell’ac-
qua consumata dalla popolazione sarebbe non potabile sia per le sue caratteristiche chimi-
che, che per quelle microbiologiche. Su di un punto non sembrano esistere dubbi né
discordanze tra i r icercatori arabi, israeliani o di a ltra provenienza: la tossicità sia chimica sia
Torre Idrica Sa’ada Well, Khan Younis , 19 99
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microbiologica dell’acqua nella Str iscia di Gaza è ulteriormente in netto e rapido aumento.
Il problema specifico che si è inteso quindi r isolvere con il programma italiano, è stato quello
dell’immediata potabilizzazione delle acque distribuite per uso familiare a Khan Yunis e nei
campi profughi della zona ed il contenimento dei gravi effetti sanitari causati dall’utilizzazio-ne d’acque inadatte all’uso potabile.
Come si dirà più diffusamente in seguito, tale problema specifico è stato affrontato12, e in
parte risolto, grazie agli interventi della cooperazione italiana (1996-1999). Si trattava di un
compito indubbiamente molto complesso in quanto, soprattutto nel settore dell’acqua, è
d’obbligo un approccio di tipo integrato e multidisciplinare. Uno strumento formidabile per
portare a buon fine il compito è stato lo studio analitico del contesto economico e sociale in
cui vive la popolazione e una più precisa “misurazione” delle varie condizioni che determi-
nano l’uso, più o meno razionale, dell’acqua a livello famigliare. Questo lavoro vorrebbe
essere dunque un contributo alla divulgazione del problema acqua e del le possibili soluzioni
-concrete-, che possono essere messe in campo.
Progetto i tal iano “Potabilizzazione e distribuzione dell’acqua a Khan Younis”.
Impianto di diss alazi one ad osmosi inversa “Sa’ada Well”, Khan Younis , 199 9
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PROGETTAZIONE E OBIETTIVI
Considerazioni generaliLa progettazione del presente studio rappresenta il punto d’arrivo di due distinti percorsi di
ricerca: da un lato la necessità di misurare con una certa precisione i volumi d’acqua effet-
tivamente distribuiti alla popolazione di Khan Younis, cosa relativamente semplice se riferita
al computo della quantità d’acqua pompata dai sei pozzi municipali ma alquanto compli-
cata se riferita alle quantità medie d’acqua erogata ai rubinetti domestici; dall’altro lato la
scelta di fornire un quadro attendibile, aggiornato e di dettaglio sui principali parametri
demografici, socio-economici e sanitari connessi con l’uso dell’acqua, che permettessero
di armonizzare i dati retrospettivi esistenti con i nuovi dati selezionati e raccolti avendo in
mente proiezioni future e risultati di valore applicativo per i “decision makers” politici e ammi-
nistrativi locali.Nel primo caso ci si avvale normalmente di tecniche quantitative aventi dati numerici quali,
ad esempio, volumi di pompaggio, orari e durata d’apertura dei rubinetti, individuazione dei
punti di perdita e così via.
Nel secondo caso sono necessarie anche tecniche cosiddette qualitative che non preve-
dono cioè il solo computo numerico delle risposte negative o affermative, o comunque
misurabili (maschio/femmina ad esempio, oppure età, grado d’istruzione, ecc.), ma d’opi-
nioni (quali malattie possono essere causate dall’acqua inquinata? pagherebbe di più per
avere dell’acqua migliore?, e così via).
In entrambi i casi era chiaro che bisognava operare delle scelte rispetto alla rilevanza e
“valore d’uso” delle informazioni da raccogliere. Scegliere purtroppo spesso significa anche
rinunciare e così è stato anche per il presente lavoro. Una decisione molto sofferta in sede di
progettazione della “Survey” è stata ad esempio quella di rinunciare allo studio del profilo
Rubinetto “condominiale”, Khan Younis, 1998
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eziologico delle diarree causate dall’acqua inquinata. Le tecniche di ricerca epidemiologica
sono, in effetti, molto più lunghe e complesse di quel le normalmente utilizzate per la misura-
zione dei principali parametri demografici e socio-economici sia in termini di logistica (ne-
cessità di laboratori microbiologici bene attrezzati, ad esempio) che d’organizzazione com-
plessiva del personale (medico) e degli strumenti (questionari, formulari, campionamento
dei gruppi bersaglio, ecc.). Per rimediare in parte a tale rinuncia sono stati concepiti e intra-
presi altri due studi più specialistici, direttamente in ambito medico-sanitario (ospedale diKhan Younis) e in collaborazione con un gruppo di medici locali. Uno centrato appunto sulla
Sindrome Diarroica e un altro sulla Metaemoglobinemia, malattia anemizzante dei lattanti,
causata dalla presenza di forti quantità di nitrati nell’acqua usata per sciogliere il latte in
polvere. Entrambi i due studi saranno pubblicati a parte. Basti qui ricordare che, soprattutto
per quanto riguarda la Sindrome Diarroica, i dati raccolti intervistando le madri (numero dei
casi di diarrea a livello famigliare) rispecchiano con sorprendente precisione i dati raccolti
usando le tecniche epidemiologiche più sofisticate usate in ambiente medico.
OBIETTIVI GENERALI
1) Fornire agli operatori italiani e alla Municipalità di Khan Younis un supporto conoscitivo
demografico, socio-economico e sanitario statisticamente aggiornato, significativo e
attendibile per meglio orientare le future scelte tecniche del Dpt. Acque
2) Fornire elementi di valutazione economica e gestionale per favorire le scelte più
appropriate ed efficaci per il recupero dei costi correnti necessari per i l funzionamento e
mantenimento degli impianti d’osmosi inversa installati dal Progetto italiano.
3) Misurare i cambiamenti nelle conoscenze, attitudini e pratiche della popolazione citta-
dina rispetto all’uso dell’acqua, comparando dati omogenei, raccolti prima e dopo
l’introduzione della tecnologia di potabilizzazione dell’acqua.
Vicolo del quartiere “Bir Sharqi”, Khan Younis, 1998
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OBIETTIVI SPECIFICI
1) Misurare le tendenze in atto riguardanti crescita demografica, indicatori vitali e distribu-zione dei Rifugiati nella città di Khan Younis.
2) Fornire un quadro di riferimento circa il grado d’istruzione scolastica delle madri (princi-
pali “managers” dell’acqua a livello famigliare)
3) Disegnare una mappa dettagliata della distribuzione dell’acqua pompata dai pozzi
municipali e dell’acqua proveniente dal Mekorot (ente israeliano gestore delle risorse
idriche, N.d.R.), da pozzi privati o dal mercato dell’acqua imbottigliata.
4) Disegnare un profilo socio-economico delle famiglie in termini d’ingresso mensile medio,
stato occupazionale e luogo di lavoro.
5) Misurare l’entità media della bolletta mensile dell’acqua, la proporzione delle famiglie
che la pagano regolarmente e la presenza/assenza dei contatori dell’acqua.
6) Investigare le conoscenze, attitudini e pratiche della popolazione circa l’uso dell’acqua
sia per uso alimentare (bere, cucinare) che per uso i rriguo.
7) Fornire un profilo epidemiologico relativo a due delle principali sindromi patologiche
trasmesse dall’acqua inquinata: diarrea e fluorosi dentale (o denti gialli causati da un
eccesso di fluoro)
Gara di disegno nelle Scuole di Khan Younis,1997Disegno N. 13
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METODOLOGIA E STRUMENTI
Il “Team”Insieme allo scrivente (medico cooperante internazionale, con background di “Study
designer” in salute pubblica e ambientale) che ha coordinato le varie attività, molte altre
persone hanno prestato il loro lavoro per la realizzazione del presente studio. Come si dice in
queste occasioni, impossibile elencarle tutte. Proveremo a ricordare almeno quelle che ci
hanno più direttamente aiutato nelle varie fasi dell’indagine statistica. I nostri amici e tecnici
palestinesi innanzi tutto, a cominciare dal Prof. Khaled Essir il quale oltre ad una solida cono-
scenza teorica della statistica possiede anche una lunga esperienza di campo, avendo già
lavorato in questo settore per alcune organizzazioni internazionali. A lui dobbiamo il Design
del “sampling” e “clustering”, e la supervisione della distribuzione dei questionari, in tutte le
ricognizioni effettuate dall’inizio del progetto italiano. Ms. Sana Aqil e Ms. Malika Al Astalentrambe con curriculum scientifico universitario, hanno curato tutto il lavoro d’entrata, e
organizzazione dei dati della “Khan Younis-1999”. Alla stessa cura, nelle surveys “KY –96” e“KY-97”, si era dedicato Ani Addada, collaboratore palestinese di un’ONG norvegese che
opera in Palestina. Le intervistatrici che hanno condotto le inchieste nel corso delle tre surveys
sono state 58. Sedici nel ’96, ventiquattro nel ’97 e diciotto nel 1999. Gran parte di loro aveva
già avuto esperienza di rilevamenti tramite questionario, e ciò si è visto nel lavoro di campo
quando è brillata la loro serietà e dedizione al compito assegnato, “lavorando” oltre 2000
interviste e riempiendo altrettanti questionari. Del personale italiano in loco è impossibile di-
menticare qualcuno. Benedetta Oddo, sociologa e arabista, è stata, nelle surveys KY-96 e
KY-97, la persona che ha curato l’organizzazione del personale locale e tutto il lavoro di
“wording” in arabo del questionario. Lo stesso questionario che con piccole variazioni è sta-
to usato anche nel 1999. Piero Arculeo ed Edoardo Rutigliano, rispettivamente biologo e
idrogeologo di Palermo, hanno invece curato la parte del lavoro che r iguardava, “a latere”,
Funzionari e Tecnici ital iani e palestinesi in una f oto di gruppo, Gaza, 1998
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le analisi dell’acqua e lo studio geofisico del sottosuolo. Tayseer Hamzeh, cittadino italiano,
originario della città di Nablus è stato il “Muhandis”, l’”ingegnere” del progetto, installando e
facendo funzionare gli impianti di osmosi inversa. Il suo apporto nelle questioni tecniche ri-
guardanti la distribuzione dell’acqua in rete è stato insostituibile. Vanno doverosamente con-
siderati parte integrante del team italiano a Khan Younis anche gli italiani che hanno lavora-to per il progetto stando in Italia, visitando periodicamente gli impianti e i “ lavori in corso” e
apportando idee ed energia alle attività progettuali. Parliamo dell’Ing. Guido Benevento,
dell’Unità Tecnica Centrale del la DGCS-Roma, coordinatore ministeriale dell’intervento ita-
liano a Khan Younis e del Dott. Sergio Cipolla, presidente dell’ONG CISS-Palermo. Entrambi
sono a giusta ragione considerati come i principali ideatori e artefici dell’”acqua dolce” a
Khan Younis.
Riteniamo che tutte le persone menzionate abbiano saputo costituire un gruppo di lavoro
ben assortito e al completo del le “expertises” normalmente richieste in questo tipo di “survey”
TECNICHE UTILIZZATE
Il presente studio ha utilizzato, per la raccolta dei dati, sia tecniche qualitative che quantitative,
facendo ricorso essenzialmente alle principali “tecniche di valutazione rapida” (Rapid
Appraisal Techniques) normalmente usate nelle indagini di tipo statistico o di marketing. Molte
delle tecniche, soprattutto quel le qualitative, sono essenziali già nelle fasi preliminari di “design”
dello studio, quando si tratta cioè di mettere a punto uno strumento indispensabile e fonda-
mentale per l’indagine: il questionario.
Tecniche Qualitative
Le tecniche qualitative sono state
usate innanzi tutto per identificare
e valutare la rilevanza dei dati da
raccogliere. Esse hanno incluso l’os-
servazione diretta dei quartieri del-
la città (strade non servite da rete
idrica, scuole, servizi igienici, ecc.), i
“focus groups” ovvero interviste
strutturate con gruppi di persone del
quartiere (preferite le madri e le
donne in generale) e le intervistenon strutturate, con informatori-
chiave quali insegnanti, religiosi, pri-
vati professionisti e amministratori
comunali. Vanno considerati “focus group” anche le innumevoli riunioni formali tra il team
italiano e gli operatori politici e tecnici locali, in particolare gli amministratori comunali e i
tecnici del Dpt. Acque della Municipalità di Khan Younis. Singolarmente e di concerto tali
tecniche hanno indubbiamente aiutato molto nel disegno e redazione finale del questiona-
rio, permettendo una più integrata visione dei problemi, la generazione d’ipotesi congrue e
attendibili e la formulazione delle relative domande, soprattutto di quelle riguardanti cono-
scenze, attitudini e pratiche delle persone da intervistare. Come è noto, particolarmente
agli operatori e intervistatori delle “opinion pools”, la “confidence” o affidabilità statistica
Una delle madri intervistate, Khan Younis , 199 9
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delle r isposte, basate sulle opinioni di persone scelte a caso, dipende in gran parte da l lavo-
ro prel iminare di “rifinitura semantica” e formulazione calibrata delle domande. E’ questo un
settore che richiede molta attenzione ed esperienza in quanto le “opinions”, tanto utili ed
essenziali nel “marketing”, vanno poi interpretate alla luce della realtà culturale sia degli
intervistati, sia degli intervistatori; in definitiva le opinioni della gente hanno sempre un lorofondamento o riferimento nell’ambiente fisico e sociale in cui la gente stessa vive. Chi inter-
preta i dati è chiamato a cogl iere tali fondamenta o riferimenti.
Tecniche Quantitative
Le tecniche quantitative hanno invece fatto la parte del leone laddove erano richieste in-
formazioni precise e puntuali. Gran parte delle domande erano “closed”, ovvero chiuse alla
possibilità di richiedere più di una risposta (si, no, non so, dato numerico). Tutte le domande
comparivano in una unica bozza di questionario strutturato in tre sezioni principali: Demografia,
Parametri socio-economici (ivi includendo informazioni circa l’uso dell’acqua a livello
famigliare) e Informazioni igienico-sanitarie.
- UNITA’ STATISTICA PRIMARIA o PSU (Primary Sample Unit)
Essendo interessati alla composizione e struttura dei nuclei famigliari, nonché alle informazio-
ni riguardanti l’uso dell’acqua a livello famigliare, l’unità statistica di riferimento è stata la
famiglia o “household” definita come segue: “gruppo di persone unite generalmente da
legami di parentela che vivono insieme sotto un singolo tetto o all’interno di uno spazio
comune strutturato e che compartiscono la stessa fonte di alimentazione “ (Casley, 1989).
Così intesa, specialmente in un contesto fortemente islamizzato quale quello di Khan Younis,
la famiglia o nucleo famigliare organizza praticamente la totalità della popolazione, mentre
i “singles” e le famiglie mononucleari, sebbene in rapido aumento, rappresentano ancora
Consultorio medico, Khan Younis , 1997
Adunata, Khan Younis , 1998
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una frazione quantitativamente trascurabile dell’intera popolazione. All’interno delle fami-
glie la madre, o chi accudisce ai bambini, è stata identificata come la persona più adatta
da essere intervistata. E ciò in considerazione del fatto che sono proprio le madri le principali
“managers” dell’acqua in ambito famigliare; esse inoltre rappresentano il principale gruppo
bersaglio nelle campagne di prevenzione della diarrea e di sensibilizzazione sull’uso raziona-le e controllato dell’acqua.
- DIMENSIONE DEL CAMPIONE STATISTICO o MSS (Minimum Sample Size)La strategia adottata per il
campionamento s i è basata
necessariamente sulle infor-
mazioni a nostra disposizione
al momento dello “Study
Design” o progettazione del
lavoro. Per una fortunata
coincidenza, nelle stesse set-timane in cui si impostava il
presente studio (aprile 1996),
il Palestinian Central Bureau
of Statistics (PCBS) metteva a
punto gli ultimi ritocchi a pro-
tocolli e formulari che sareb-
bero stati utilizzati nel
processamento dei dati del
primo censimento della po-
polazione dei Terri tori Palestinesi, dopo l’ultimo realizzato dagli israeliani nel 1967. Molto inte-
resse ed attenzione circondavano l’esito di tale censimento. Tutte le statistiche riguardanti ilprofilo demografico e socio-economico realizzate nel corso dei 27 anni di occupazione mi-
litare israeliana altro non erano che aggiornamenti e proiezioni del censimento realizzato nel
1967, subito dopo l’occupa-
zione, dagli israeliani stessi.
D’altro canto, le statistiche
fornite dai palestinesi erano
spesso in conflitto con quel-
le degli occupanti (variando
la stima del l’indice di cresci-
ta da utilizzare nelle proiezio-
ni statistiche). In tale conte-sto, grazie anche all’inter-
vento dell’Università Al
Azhar, controparte ufficiale
del Progetto italiano, fu pos-
sibile avere in anticipo sulla
pubblicazione finale del
PCBS, alcune informazioni
preziose riguardanti la struttura demografica e abitativa (“housing”) della città di Khan Younis.
Sulla base di tali informazioni confidenziali si è così proceduto in tempo ad “armonizzare” i
parametri dei nostri indicatori, e relativa fonte dei dati, con quelli del PCBS e degli Enti nazio-
nali ad esso collegati (essenzialmente i ministeri palestinesi del Piano, dell’Istruzione, dell’Am-
Pianificazione e Mappatura dei “Clusters”,
Muniicpal ità di Khan Younis , 1996
SA’ ADA WELL, Khan Younis , 199 8
19
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biente e della Salute) che producono i dati di base per le statistiche palestinesi nonché per
le organizzazioni internazionali affiliate alle Nazioni Unite.
Per armonizzare statistiche idealmente comparabili si adottano come è noto: (a) comuni
definizioni, nomenclature e criter i di classificazione delle unità, (b) criter i di produzione delle
statistiche che permettano il confronto tra le stesse, ossia i criteri di rilevazione e dicampionamento devono avere gli stessi riferimenti metodologici, (c) dettaglio territoriale e
temporale tale da rendere possibili le necessarie aggregazioni e disaggregazioni. Le classifi-
cazioni adottate per la rilevazione delle variabili più complesse (istruzione scolastica, malat-
tie causate dall’acqua, professioni, uso dell’acqua, ecc.), denominate classificazioni-tipo,
sono state, per quanto possibile modificate o aggiornate d’accordo alle classificazioni del
PCSB. Ove possibile, sono state usate le stesse “matrici” del PCSB.
Contemporaneamente si è proceduto con il calcolo della “dimensione minima del campio-
ne”, o Minimum Sample Size (MSS), nonchè di altri parametri statistici necessari. Il MSS fu
calcolato in vista dei seguenti presupposti e requisiti: il livello di “confidence” o affidabilità
dei dati da raccogliere non doveva essere inferiore al 95%, dunque veniva tollerato un erro-
re relativo massimo del 5% per ogni “set” di risposte.
Per garantire alla campionatura una robusta consistenza, ipotizzando che imprevisti e/o im-
prevedibili fattori di disomogeneità nell’universo statistico considerato, potessero abbassare
la percentuale di “confidence” desiderata, fu assunto, per ogni caratteristica investigata, il
50% di prevalenza, massimo valore possibile nella formula matematica del MSS. Da tenere
presente in proposito che, nel calcolo del MSS, se si assume che una data caratteristica sia
presente in più del 50% dei casi, per ragioni matematiche sulle quali evitiamo di soffermarci,
la prevalenza da considerare si calcola sottraendo da 100 il valore percentuale della carat-
TABELLA A.
AREE N. di Clusters eliggibili N. di Clusters selezionati
Khan Younis –CITTA’ 30 10
KhanYounis –CAMPO PROFUGHI 14 5
Totale 44 15
“UNRWA SCHOOL”, Khan Younis , 19 98
20
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teristica di riferimento. Ad esempio, se si assume che in una data popolazione le femmine
costituiscono i l 51% dell’intero campione, il numero di prevalenza che bisogna inserire nella
formula del MSS sarà 49. Un altro piccolo artificio che ha permesso di garantire una maggio-
re dimensione del campione e dunque una maggiore probabilità che delle caratteristiche
poco frequenti avessero le stesse probabilità di essere evidenziate rispetto a quelle più fre-quenti, è consistito nell’assegnare il massimo valore possibile di “design effect” al MSS. Come
gli operatori statistici ben sanno, esso può variare da 1 a 2 e designa un fattore matematico
che calcola il grado di omogeneità del campione. In pratica, un “design effect” uguale a 2
equivale ad ipotizzare che il campione considerato presenti il massimo di disomogeneità. Un
fattore uguale a 2 praticamente raddoppia il valore numerico del MSS.
Osservando dunque la formula del MSS:
MSS = p x q (E/1,96)2dove
p=tasso di prevalenza o presenza di una data caratteristica (=50 %)
q=100-p (=50)E=margine di errore tollerato (=5%)
Abbiamo che: 50 x 50 (5 / 1,96)2 = 384.
Applicando un fattore 2 di “design effect” (384 x 2) il risultato finale è di 768.Un numero di 768 famiglie rappresenta dunque il MSS o campione statistico minimo richiesto.
In vista degli inevitabili errori che si realizzano normalmente nel corso delle interviste, soprat-
tutto nella compilazione dei questionari, fu deciso di aumentare di un ulteriore 5% le dimen-
sioni del campione minimo e sufficiente. In effetti dopo la revisione completa dei questionari
solo 769 risultavano idonei, ovvero completamente e correttamente redatti. Il numero 769
risulta dunque essere il numero totale dei questionar i ammessi ad essere processati.
Le 769 madri intervistate rappresentano approssimatamente il 2,5% di tutte le persone da
intervistare potenzialmente eleggibili (poco più di 30.000, donne sposate di età inferiore a 60
anni) e poco più dello 0,5% di tutta la popolazione di Khan Younis.
Si tratta dunque di un solido campione statistico e probabilmente, il margine d’errore assun-
to come accettabile (5%), potrebbe essere anche errato per eccesso.
Forno con f ornaio, Khan Younis , 199 7
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-STRATEGIE DI CAMPIONAMENTO (Sampling and Clustering)
Nel corso di due delle tre “surveys” (KY-1996 e KY-1999) grande attenzione è stata posta alle
procedure di campionamento e nell’adozione di criteri e procedure omogenee. Dovendo
descrivere e comparare dati raccolti in momenti diversi diventa essenziale che essi siano
omogenei, ossia formulati, raccolti e processati nella stessa maniera. Si rimanda all’Allegaton. 03 “Sampling Strategy” del Prof. Essir, per i dettagli riguardanti la procedura adottata. Basti
qui ricordarne alcuni dati
essenziali. Osservando la
Tab. A, possiamo avere
una visione d’insieme dei
“grappoli” o Clusters, e la
loro distribuzione.La suddivisione in due di-
stinte aree e le relative pro-
porzioni assegnate, 10 alla
“Città” e 5 al Campo Pro-
fughi, non sono ovviamen-
te casuali. La suddivisione
inoltre, non è fittizia
perchè, pur trattandosi, in
entrambi i casi, di un uni-
co comune spazio urba-
no, esistono in realtà pro-
TABELLA B.
Data delle "Surveys" N. di questionari
distribuiti
N. di questionari
classificati validi
N. di
intervistatoriMaggio 1996 600 569 16
Luglio 1997 900 851 24
Maggio 1999 800 769 18
“Pane al la pietra”, Khan Younis , 1997
Trasporto del pane, Khan Younis , 1997
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fonde differenze sia nell’urbanistica che nelle infrastrutture e nel tessuto sociale tra la città
propriamente detta, ossia le costruzioni “fuori dal campo”, e lo spazio f isico ben delimitato su
cui è andato crescendo il Campo stesso. D’accordo con le stime UNRWA le persone che
vivono nel Campo Profughi corrispondono ad un terzo (48 mila persone circa) della popola-
zione totale di Khan Younis. Un terzo dei Clusters è stato conseguentemente assegnato alCampo. I 44 Clusters nel loro complesso sono comprensivi dell’intera area urbana di Khan
Younis (150.000 persone). Ogni Cluster rappresenta una popolazione 3.400 persone raggrup-
pate mediamente in 425 famiglie. Di conseguenza ogni Cluster, costituito da 51 famiglie da
intervistare, toccava il 12% delle famiglie residenti nel Cluster o sub-area selezionata a caso.
La procedura di selezione delle aree e sub-aree si è basata sulla “multistage cluster sampling
technique with probability proportionate to size (PPS)” (Lemeshow, 1988) ovvero un tipo di
campionamento probabilistico dove, ad ogni unità della popolazione, è attribuita una pro-
babilità positiva e nota di far parte del campione. Dal punto di vista operativo, tale proce-
dura comporta l’utilizzazione in modo appropriato delle tecniche per la selezione casuale
del campione (random). L’appl icazione di queste tecniche è finalizzata all’ottenimento del-
l’indipendenza del campione da qualsiasi variabile, interna o esterna all’indagine, compre-so in particolare, l’orientamento di colui che sta predisponendo il campione.
La selezione random delle famiglie da intervistare è stata operata utilizzando le apposite
tabelle fornite nei manuali di statistica (OMS, 1992); essa inoltre è stata applicata in tre stadi
successivi (multistage) del campionamento:
Stadio 1 : Selezione delle sub-aree all’interno delle due aree principali (città-campo)
Stadio 2 : Selezione degli agglomerati edilizi e strade all’interno delle sub-aree selez ionate
Stage 3 : Selezione delle famiglie da intervistare (unità statistiche primarie).
Poiché il registro anagrafico di Khan Younis era di scarso aiuto in quanto incompleto e spesso
inutilizzabile, perchè privo di informazioni essenziali quali toponomastica e/o numero civico
Formazione delle in tervistatr ici , Khan Younis , 199 9
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delle abitazioni, la selezione è stata fatta adottando scelte anonime e utilizzando un proto-
collo di procedure e criteri previamente discussi e sperimentati in piccola scala con le stesse
intervistatrici (vedasi in Allegati 03 e 04). In ogni serie di scelte random doveva dunque
essere identificato un punto di partenza, ad esempio un incrocio stradale o una moschea,
scuola ecc. Da questo punto di partenza alle intervistatrici veniva comunicato un numero acaso da applicare, in sequenza, nel la scelta delle abitazioni a cui bussare per chiedere
l’intervista.
I QUESTIONARI
I tre questionari usati nel corso delle tre “surveys”
(maggio 1996, luglio 1997 e maggio 1999) pur con-
cepiti per fornire dati comparabili tra di loro, non
sono completamente sovrapponibili (vedasi Alle-
gato 05). Due di essi infatti (1996 e 1999) presenta-no piccole variazioni, su punti secondari, mentre
l’altro (1997), ha in comune solo le sezioni
demografica e sanitaria, essendo stato usato in
funzione di “filtro” (filter) e di aggiornamento
demografico e scocio-sanitario.
In questo paragrafo si focalizzerà l’attenzione solo
sull’ultimo questionario (maggio 1999), che pur ri-
calcando in gran parte i primi due, si presenta
come il punto di arrivo di un lungo lavoro di revisio-
ne e aggiustamenti del testo (wording).
Come già detto il questionario KY-99 è stato suddi-viso in 3 sezioni:
Sezione demografica, con particolare attenzione dedicata alla distribuzione dei profu-
ghi registrati UNRWA. In questa sezione oltre all’età, sesso, luogo di nascita, numero di
persone che vivono sotto lo stesso tetto, sono compresi anche i cosiddetti “indicatori
vitali” (natalità, mortalità e crescita naturale), e l’”housing” ovvero tipo di abitazione e
indice di “densità abitativa media per stanza”.
- Sezione socio-economica, comprendente domande sul grado d’istruzione delle intervi-
state, l’occupazione del capo famiglia (“breadwinner”) e le caratteristiche essenziali
dell’occupazione stessa (temporanea/ permanente, in Israele o a Gaza, ecc.). In que-sta sezione può essere considerata una sub-sezione speciale quella dedicata alle do-
mande sull’uso dell’acqua e la sua “percezione” negli usuari in termini di servizio, costi,
conoscenza, e pratiche d’uso.
- Sezione igienico-sanitaria comprendente una rapida ed essenziale “survey” sui due prin-
cipali indicatori di “sanitation” (tipo di “toilette” presente nella casa e smaltimento delle
acque usate) e un’altrettanto rapida ed essenziale “ricognizione” epidemiologica su
due questioni clinico-sanitarie connesse con l’ingestione abituale e protratta di acqua
inquinata: Fluorosi Dentale (denti gialli) e Diarrea. Si rimanda ad uno studio parallelo e
specifico (M. Awni, P. Ingrosso, 1999), pubblicato in Appendice del presente lavoro, ri-
guardante il quadro epidemiologico della “metaemoglobinemia” o “Blue Baby
Bagnanti, Gaza, 1998
24
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Syndrome” dei lattanti, una forma di anemia causata principalmente da un eccesso di
nitrati nell’acqua supposta potabile. Si tratta di un avvelenamento spesso mortale. Una
sua indagine epidemiologica avrebbe richiesto, un “design” complesso di “follow-up” e
assistenza laboratoristica specializzata che esulava dalle possibili tà e finalità del presen-
te lavoro.
Redatto inizialmente in lingua inglese, il questionario è stato successivamente tradotto in
arabo e, per così dire, “aggiustato” alla lingua colloquiale di Khan Younis. Vale la pena ricor-
dare che, specialmente in contesti linguistici extra-europei, uno degli errori abbastanza fre-
quenti fra i ricercatori internazionali è quello di non curare abbastanza la traduzione dalla
lingua europea, generalmente l’inglese, alla lingua locale, l’arabo nel nostro caso. Come è
noto, esistono diversi tipi o livelli di arabo parlato, come per tutte le altre lingue, ma la diffe-renza più saliente rispetto alle lingue europee è nel fatto che l’arabo può essere scritto solo in
lingua classica, lingua che nessuno parla nella vita quotidiana. Il dialetto arabo-palestinese
ha sì la caratteristica di non essere molto distante dalla lingua classica ma, come tutti i dia-
letti, pur ricchissimo di parole ed espressioni idiomatiche, è spesso carente di parole “tecni-
che” (ad es. nomi delle malattie, unità di misura, termini giuridici, ecc.). Si tratta dunque di
dedicare molta attenzione al “wording” della domanda, ovvero alla sua formulazione chia-
ra e precisa e utilizzando parole universalmente comprensibili.
Il numero di questionari distribuiti nelle tre surveys è riassunto nella seguente Tabella B.
Da annotare infine, che tutti i questionari prevedevano l’anonimato delle persone intervista-
te ed erano contrassegnati solo dal numero di cluster, data di compilazione e numero pro-
gressivo.
ATTIVITA’ “PRE-SURVEY”
“Desk Review”
La progettazione si è basato necessariamente sulle informazioni a disposizione al momento
della messa in cantiere del lavoro stesso, cioè dopo poche settimane dall’avvio dell’inter-
vento italiano nella Striscia di Gaza (febbraio 1996). E’ forse opportuno rammentare che
nella primavera del 1996, quando comincia il “Progetto Pilota Acqua Potabi le Khan Younis”,
Suq, Gaza, 1996
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finanziato dal Ministero Affari Esteri italiano e realizzato dall’ONG CISS di Palermo, è passato
poco più di un anno e mezzo dagli accordi di Oslo che avevano portato all’insediamento
dell’Autorità Palestinese a Gaza. Si trattava dunque di un periodo in cui molti studi, indagini
conoscitive e “surveys”, venivano messe in cantiere, soprattutto da parte delle agenzie in-
ternazionali di cooperazione e dei neonati “ministeri” palestinesi. La letteratura “tecnica” estatistica pubblicata, esistente al momento del ritiro da Gaza delle truppe israeliane, era
universalmente considerata generica e contraddittoria su molti temi e in particolare su quel-
lo delle risorse idriche. Le controversie tra autori “filo-palestinesi” e “filo-israeliani” riguardava-
no praticamente qualsiasi tema, a cominciare dagli stessi dati demografici .
Nello stesso anno, come già ricordato, si svolgeva nei Ter ritori Palestinesi il primo censimento
generale della popolazione araba, dopo circa 28 anni dall’ultimo censimento fatto dagli
israeliani nel 1967.
Bisogna purtroppo anche rammentare che, nonostante i rinnovati e accorati auspici da
parte di tutte le agenzie internazional i e governative, a collaborare attivamente nello scam-
bio delle informazioni, molto raramente è successo che tali auspici si siano realizzati. Così è
stato anche nello scambio d’informazioni tra le stesse agenzie e istituzioni palestinesi. Come
spesso accade in questi casi è inevitabile un certo spreco delle r isorse (duplicazione di unostesso lavoro, ad esempio e conseguente aumento dei costi). Nel caso specifico del proget-
to italiano bisogna dire che, essendo la controparte locale l’Università Al-Azhar di Gaza, ogni
studio appariva ed era assolutamente appropriato e referenziale e per di più inserito in una
attività istituzionale di interesse generale. A ciò si aggiunga anche la proficua assistenza
fornitaci dal PCBS (Palestinian Central Bureau of Statistcs) nella definizione degli indicatori e
relativi parametri. In definitiva la gran parte dei dati retrospettivi esistenti è stata resa disponi-
bile al progetto italiano senza alcuna difficoltà di rilievo.
Smal ti mento acque us ate, Khan Younis , 1996
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Formazione e selezione degli intervistatori
Grazie a contatti di vecchia data con la FAFO, agenzia norvegese di ricerca e cooperazio-
ne internazionale che opera in Palestina da oltre 10 anni e che ha pubblicato varie indaginiconoscitive e statistiche riguardanti la realtà palestinese, è stato possibile assumere nel no-
stro gruppo di lavoro il già menzionato Prof. Khaled Essi r, “cittadino-profugo” di Khan Youinis
nonché insegnante di matematica in una scuola secondaria superiore dell’UNRWA, con espe-
rienza di ricognizione statistica e tecniche di campionamento (“multistage cluster sampling
technique”). Si è poi proceduto alla selezione di 18 intervistatrici e al loro successivo
coinvolgimento nell’indagine statistica in cantiere, e nell’addestramento sulle tecniche d’in-
tervista. La quasi totalità delle donne selezionate avevano in verità già svolto tale tipo di
lavoro e solo per due di loro è stato necessario istruire un pre-test attitudinale. Grazie alla
disponibilità di personale già formato nel corso dei nostri seminari e incontri con le intervistatr ici,
abbiamo potuto concentrare la nostra attenzione sulla “rifinitura” del questionario e in parti-
colare sulle domande “qualitative” e le domande “filtro”, ovvero su quelle domande che
potessero generare margini d’equivoco nella persona intervistata. Il “wording” o formulazio-ne ottimale delle domande ha costituito un momento importante del lavoro di squadra.
C’erano in realtà due traduzioni da effettuare: quella dall’inglese all’arabo scritto, ovvero
classico, e quella dall’arabo scritto all’arabo parlato “variante Khan Younis” dell’”arabo
palestinese”. L’”ottimizzazione” dell’arabo è stata condotta preferendo la parola dialettale,
nei casi di possibile confusione tra la lingua classica e quella parlata. Infine si è eseguito un
test preliminare, direttamente sul campo, per verificare il buon funzionamento del questio-
nario nell’intervista e il suo successivo processamento. Nel corso del test si è anche messa
operativamente a punto la metodica di selezione dei “Clusters” e delle unità statistiche (vedasi
Allegati 03 e 04).
“Shebab”, Khan Younis , 199 6
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“SURVEY IMPLEMENTATION”
“D’accordo con il protocollo finale di campionamento e “clustering” sono state selezionateprima le “sub-aree” in cui inserire i “grappoli” (cfr. “Strategie di campionamento”). Una volta
tirate a sorte le sub-aree, si è provveduto ad assicurare la logistica (trasporto e attività post-interviste) dei 9 gruppi composti da due intervistatrici, tutte di sesso femminile. Si rammenta
che nella survey “KY-1996” avevamo impiegato gruppi di 3 intervistatori, composti da due
donne e un uomo, e che il fatto aveva generato, in qualche caso, delle suscettibilità, soprat-
tutto negli ambiti più tradizionalisti, quelli per intenderci che, secondo una poesia araba,
“vedono con sospetto anche l’avvicinarsi della notte”. Per evitare ogni inutile motivo d’in-
comprensione nell’ultima survey si è dunque optato per i gruppi d’intervistatrici formati da
due sole donne. Le interviste sono state eseguite nell’arco continuato di 3 settimane, a par-
tire dal 21 Maggio ’99. Vale la pena ricordare che la survey “Khan Younis-1996” era stata
appunto messa in marcia nello stesso periodo, a cavallo di maggio e giugno, quando cioè
è già arrivato il caldo ma nei pozzi si è avuta una certa ricarica d’acqua da parte delle
pioggie invernali e primaverili. Dunque un periodo in cui il problema della scarsità/qualità
dell’acqua non è molto acuto e anzi forse nemmeno paragonabile a ciò che si ha a settem-
bre, quando la forte insolazione estiva e il maggior consumo d’acqua hanno portato il livello
dei pozzi ai minimi valori dell’anno, aumentando di conseguenza la salinità relativa dell’ac-
qua e il relativo corteo d’inquinanti chimici. La supervisione del lavoro delle in tervistatrici, ivi
inclusa la revisione giornaliera dei questionari già riempiti, è stata a carico del Prof. Essir e
dello scrivente. Per il trasporto sono stati utilizzati i veicoli a disposiz ione del progetto italiano,
pur con la frequente integrazione d’altri veicoli della Municipalità di Khan Younis.
Processamento e analisi dei dati
Il “data entry” e la registrazione elettronica dei dati sono state effettuate ogni giorno, alla
fine di tutte le interviste programmate. Nella stessa giornata venivano anche analizzate, seppur
sommariamente, le risposte ottenute e selezionati i questionari ammissibili per il computo
finale. Nel corso del “data entry” venivano inoltre fissate le sub-categorie relative alla voce
“Other”, cioè “altro”. I programmi software impiegati sono stati “Excel 98” e “StatView 4”. Da
menzionare anche, per meglio configurare il “contesto”, le frequenti interruzioni
nell’erogazione d’energia elettrica che hanno spesso messo a dura prova il buon umore dei
lavoranti e il buon esito del lavoro.
“Shebab” in riga, Khan Younis , 1996
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ANALISI DESCRITTIVA
1. DEMOGRAFIA1.1. Introduzione allo studio demografico
Questa sezione è dedicata alla disamina delle principali strutture demografiche (popolazio-
ne totale, sesso, età, media dei componenti per famiglia) e di alcuni indicatori pr imari, cosid-
detti “vitali” quali natalità, mortalità e crescita naturale. Un piccolo esercizio matematico
riguarderà infine le proiezioni a 5 e a 10 anni della popolazione di Khan Younis e i relativi
consumi d’acqua ipotizzabili per quegli anni.
L’arco di tempo in cui sono state effettuate le m isurazioni è di 3 anni (maggio 1996 – maggio1999). Come si può osservare dalla Tabella 01, la dimensione dei campioni varia nei due
rilevamenti, a causa di un differente “design” del campione statistico (design effect). En-
trambi i rilevamenti adottano però gli stessi parametri matematici per quanto riguarda il
livello di “confidence” (95%) e il relativo margine di errore tollerato (± 5%). Le medie e le
percentuali dei due campioni sono pertanto perfettamente comparabili.
1.2. Popolazione, sesso, età,Numero (media) dei componenti per famiglia
Il primo dato che vale la pena sottolineare (confermato anche dagli indicatori di crescita
naturale e da altre osservazioni che vedremo in seguito), è costituito dalla diminuzione della
media del numero dei componenti per famiglia. Infatti mentre nel 1996 viene rilevata una
media di 8,7 persone per famiglia, tre anni dopo tale media si abbassa a 8,37. Tale dato,
apparentemente poco significativo in termini assoluti, risalta invece nel suo significato se si
considera che, nello stesso periodo di tempo, c’è stato un certo aumento dell’età media
matrimoniale e di conseguenza una più lunga permanenza nella famiglia d’origine e un
minor numero relativo di nuove famiglie. Molte cause possono essere invocate per tale feno-
meno. Sicuramente non secondarie appaiono quelle legate all’insufficiente creazione di
* In KY-96 il gruppo di età era 0-12 anni
Ta be lla 01.
POPOLAZIONE KY-1999 KY-1996Num. diPersone
Media, %,per famiglia
Num. diPersone
Media, %,per famiglia
Dimensione del campione 6.434 8,37 4.954 8,70
Maschi 3.227 50,22% 2.488 50,16%
Femmine 3.207 49,78% 2.466 49,84%
Bambini 0-5 anni 1.150 1,50 1.034 1,81
Bambini 6-14* anni 1.595 2,07 919 1,61
Morti / Anno (base 1000) 51 0,07 33 0,06
Nati / Anno (base 1000) 183 0,24 185 0,33
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nuove abitazioni per i futuri sposi da un lato, e al progressivo aumento della scolarizzazione
secondaria delle giovani donne dall’altro. Da notare anche che i l dato relativo alla compo-
sizione media delle famiglie, calcolato nella nostra indagine, risulta nettamente super iore a
quello pubblicato nel censimento ufficiale del 1996 (PCBS-96). Il PCBS-96 riporta, per tutta la
Srtiscia di Gaza, una media di 7,81 persone per famiglia. Si t ratta di una differenza significa-tiva che può essere in parte spiegata con due considerazioni: 1) Khan Younis, in tema di
“programmazione” delle nascite, è da sempre considerata molto più conservatrice e
tradizionalista rispetto alle altre città della Striscia di Gaza, in pratica non esiste una program-
mazione delle nascite (la parola “controllo” delle nascite non viene mai usata nei documen-
ti palestinesi (cfr dati in KY-77…); 2) la componente demografica del campo profughi, con
le sue famiglie poli-nucleari (fino a 30 e oltre componenti per famiglia!), contribuisce note-
volmente ad elevare la media generale. Altra differenza macroscopica tra i dati PCBS-96 e
quelli rilevati nelle “surveys” del progetto italiano si riferisce alla fascia di popolazione che va
da 0 a 15 anni. Secondo i dati del censimento palestinese tale fascia demografica rappre-
senta il 50,5% di tutta la popolazione della Striscia di Gaza. Nella realtà di Khan Younis ci si
aspetterebbe dunque una percentuale anche maggiore e invece, tra la sorpresa generale,
risulta di molto infer iore: 43% (Grafico 01).
E’ opportuno ricordare che i dati da noi raccolti, essendo orientati in senso epidemiologico
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