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L’innalzamento delle temperature globali verificatosi negli ultimi 200 anni è un fenomeno anomalo e preoccupante, riconducibile con elevate probabilità all’attività dell’uomo sulla terra, alle nostre abitudini e all’organizzazione delle nostre società. Questa presentazione fornisce una panoramica sul fenomeno scientifico del surriscaldamento della terra, sulle conseguenze drammatiche di un aumento delle temperature e sui principali fattori determinanti di tale fenomeno, con l’obiettivo di chiarire concetti a volte complessi. Viene inoltre approfondito il ruolo dei governi e il recente dibattito politico in vista della Conferenza Mondiale sul Clima di Copenaghen.
Citation preview
Cambiamenti Climatici
Una sfida per l'umanità?
Manuela Bucciarelli, Paolo Lucchino, Salvatore Morelli e Marco Valente
Novembre 2009
www.quattrogatti.info
Il leggendario Passaggio a Nord Est
The Independent, 14 Settembre 2009:
“Un trionfo per l'uomo, un disastro per l'umanità”
A causa dello scioglimento dei
ghiacci ...“Qualcosa di straordinario
è successo al Polo Nord del nostro
pianeta nel corso delle ultime tre
estati. Per poche settimane ogni
anno è possibile condurre
un’imbarcazione dall’Atlantico al
Pacifico passando per l’artico. Mai
è stato possibile fare questo viaggio
nella storia dell’umanità.”
Fonte: State of the World 2009, World Watch
Institute
“Il riscaldamento del clima è inequivocabile”
Fonte: IPCC Fourth Assessment Report (AR4),
Climate Change 2007: The Physical Science Basis
Climate Change : Il cambiamento climatico
Il clima sta cambiando velocemente e sta suscitanndo
preoccupazione, interesse politico ed inziative a livello
globale
Fra tutti i cambiamenti in atto il più importante è
l’aumento della temperatura globale.
Temperatura media globale
Ad esempio i 10 anni più caldi dal 1880 sono tutti dopo
il 1995!
Fonte: NASA
Goddard Institute for Space Studies (GISS)
Dati di J.E. Hansen, R. Ruedy, M. Sato e K. Lo
Ma perché la Terra si sta riscaldando?
Il clima può evolvere a causa di fattori naturali (come, per esempio le variazioni delle radiazioni solari, la
rotazione dell‘orbita terrestre e le eruzioni vulcaniche).
Ma, come vedremo meglio più avanti, la variazione delle temperature terrestri può essere causata anche
da attività umane.
In particolare le attività industriali, cambiando la composizione dei gas contenuti nell’atmosfera, causano
un aumento dell’effetto serra.
Andiamo a vedere di che si tratta....
Il Sole dà energia alla terra con i
suoi raggi e ne determina il clima
Circa il 30% di questi raggi viene riflesso nello spazio
principalmente grazie alle nuvole ed alle particelle presenti
nell’atmosfera (aerosol).
Ed anche grazie alle superfici con colori molto chiari come i
grandi deserti e le superfici ghiacciate.
Il resto delle radiazioni solari raggiungono la terra ed i mari
producendo calore.
L’effetto serra naturale…
Una parte di questo calore della terra viene però intrappolato dai cosiddetti “gas serra” , come il vapore acqueo, l’anidride
carbonica (CO2) ed il metano (CH4)
Si crea il cosiddetto Effetto Serra naturale senza il quale la temperatura sulla Terra sarebbe sotto zero.
L’effetto serra naturale…
…e l'effetto serra causato dall’uomo
Lo sviluppo industriale, però, ha portato l’uomo a bruciare
combustibili fossili (carbone, petrolio etc) per creare energia
ed ad abbattere le foreste.
Questo ha aumentato la concentrazione di “gas serra” come
CO2 e metano nell’aria, causando con molta probabilità un
aumento di temperatura.
Analizzando gli ultimi diecimila anni si nota che l’aumento di CO2
nell’atmosfera è avvenuto in gran parte negli ultimi duecento anni, dal
1800 in poi, cioè con l'inizio della rivoluzione industriale.
Questo aumento di CO2, è principalmente opera dell’uomo.
Il livello di CO2 globale negli ultimi diecimila anni
Anni prima del 2005
CO
2 (
pa
rti p
er
milio
ne
)
Ciò è avvenuto nonostante la capacità delle foreste, degli oceani e della superficie terreste di assorbire una grande quantità di
CO2 emessa dall’uomo nell’atmosfera
em
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em
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asso
rbim
en
to
asso
rbim
en
to
Combustibili fossili e
produzione del cemento
Deforestazione e uso del
terreno
Assorbimento da parte
della terra e delle
foreste
Assorbimento da parte degli oceani
Incremento netto di CO2 in atmosfera
Cambiamento annuale in milioni di tonnellate di carbonio (GtC)
Il ciclo dell’anidride carbonica (CO2)
Fonte: World Watch Institute.
Dati: IPCC
La Terra fatica ad assorbire le emissioni di CO2
L’aumento di CO2 degli ultimi 200 anni è anomalo anche se
confrontiamo la storia degli ultimi quattrocentomila anni.
Come si nota dal grafico, infatti, esiste un ciclo naturale della CO2 che
influenza anche la temperatura sulla terra (principalmente tramite
l’effetto serra).
Noi siamo arrivati ormai ad un livello di CO2 nell’aria pari a circa 390
parti per milione (ppm), andando ben oltre il picco naturale che non
ha mai superato i 300 ppm.
Migliaia di anni prima del 2005
CO
2 (p
arti p
er m
ilion
e)
Ca
mb
iam
en
to
tem
pe
ratu
ra
(°C
)
E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo?
Una squadra di scienzati dell’Intergovernmental Panel on Climate
Change (IPCC), un comitato inter-governativo composto da più di
2.500 scienziati da tutto il mondo, utilizzando ben oltre 50 modelli
climatici basati unicamente su fattori naturali (in Blu) non sono
riusciti a replicare l’andamento della temperatura media globale
effettivamente osservata (in nero). Questo tenendo conto anche
dei fattori naturali quali eruzioni vulcaniche, il cambio dell'orbita
terrestre e delle variazione solari.
anno
An
om
alia
de
lla te
mp
era
tura
°C
Fonte: IPCC 2007
Inserendo invece le variabili influenzate dall'uomo, come le
emissioni di CO2, i modelli replicano molto bene la temperatura
osservata (linea rossa). Gli scienziati dell'IPCC ne hanno dedotto,
da un lato, che è estremamente improbabile (meno del 5%)
ottenere andamento della temperatura della terra simile a quello
osservato, senza l'influenza di un fattore esterno. Dall'altro, hanno
dedotto che al 90% il riscaldamento globale degli ultimi
decenni sia da attribuire all’uomo
anno
An
om
alia
de
lla te
mp
era
tura
°C
Fonte: IPCC 2007
E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo?
Inoltre, nel Gennaio 2009, un sondaggio dell’Earth and
Environmental Sciences (Università dell'Illinois), ha chiesto a oltre
3000 scienziati che studiano il clima ed il pianeta terra questa
domanda:
Pensi che l'attività umana sia un fattore che contribuisca
significativamente al cambiamento delle temperature globali
medie?
L'82% ha risposto SI
E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo?
Fonte: Peter T. Doran and Maggie K. Zimmerman (2009)
Quindi la terra si riscalderà?
Sembra proprio di SI.
L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) prevede un
aumento della temperatura media della Terra da 1,2 a 6,4 °C nel
corso di questo secolo a seconda di quanto ci impegneremo a
fermare questo processo.
Riassumiamo....
• Il pianeta diventa più caldo a causa dell’aumento della concentrazione dei gas serra come la CO2
• La maggior parte della comunità scientifica riconosce che la causa principale di questo riscaldamento sia l’attività di noi umani sulla terra.
Inoltre secondo molti scienziati la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è troppo alta e bisogna ridurla o
stabilizzarla per non avere conseguenze disatrose ed irreversibili.
Ma quindi cosa succederà?
Dagli studi recenti del rapporto scientifico IPCC 2007 è emerso che le conseguenze principali potrebbero
essere:
In molti casi i segni di questi cambiamenti si possono vedere già adesso!
• Aumento degli eventi climatici estremi : siccità,
ondate di calore, uragani ed inondazioni.
• Scioglimento dei ghiacciai
• Innalzamento del livello dei mari
• Acidificazione degli oceani
• Estinzione di numerose specie animali e vegetali
Dal 1950 il numero di ondate di caldo è
aumentato così come il numero di notti ad elevate
temperature.
In generale il numero di giorni con intense
precipitazioni è aumentato, ma non ovunque: la
durata e l’intensità di uragani e tempeste
tropicali sono cresciute dal 1970.
Sono aumentati gli eventi estremi come ondate di
caldo, siccità, uragani e alluvioni?
Fonte: IPCC 2007
Nel 2003, l’ondata di calore che ha colpito
l’Europa ha infranto tutti record: oltre 52.000
vittime in nove paesi. L’Italia da sola ha perso
18.000 persone, 14.800 i morti in Francia.
Ed oltre a diventare più frequenti, questi eventi
sono diventati anche più intensi.
I Ghiacci si sciolgono?
SI e purtroppo molto più velocemente di quanto si
pensasse all’inizio.
I ghiacciai delle Alpi sono dimimuiti di
più del 50% dal 1850 ed entro la fine
del secolo potrebbero scomparire
quasi del tutto!
Secondo Institut de Recherche pour
le Développement (IRD), l’80% dei
ghiacciai del Sud America
scompariranno nei prossimi 15
anni.
PRIMA
ADESSO
Dalle guerre del petrolio alle guerre per l’acqua?
In Asia, 1,3 miliardi di persone
dipendono per l’acqua dai fiumi
dell’Himalaya e degli altipiani del
Tibet.
Il ghiacciaio indiano Gangotri, che
fornisce il 70% dell’acqua del
fiume Gange si sta riducendo a
velocità elevata. Il Gange
potrebbe diventare un fiume
stagionale, alimentato soltanto
durante la stagione delle piogge.
Il ghiaccio rappresenta il 75% di tutte le risorse di acqua dolce del pianeta.
Per esempio, le Alpi sono chiamate “le torri d’acqua d’Europa” perché
alimentano le acque dei maggiori fiumi europei (incluso il Po) proprio
nei periodi più caldi, con le piogge al minimo e la domanda di acqua
al massimo.
Dalle guerre del petrolio alle guerre per l’acqua?
Questa riduzione della quantità di acqua disponibile avrà enormi
conseguenze per le persone e per l'economia e potrebbe
essere la causa di nuovi conflitti tra popoli.
Riduzione di flora e fauna
legati al corso del fiume e
limitata possibilità di
navigazione dei fiumi.
Meno acqua potabile
Minore acqua per l’industria
Meno energia idroelettrica
Meno acqua per l’irrigazione
Questa mappa indica chiaramente un aumento dell’incidenza di
siccità media nel mondo (aree rosse) già in atto.
In particolare l’Italia e l’area mediterranea, come indica il grafico,
hanno una buona parte del territorio seriamente a rischio di
siccità. Questo è vero in particolare per il Sud e le isole dove si
potranno verificare siccità molto severe. Fonte: Dai et al. (2004) e IPCC 2007
Il tutto aggravato da un aumento della siccità
Il livello dei mari è in aumento? SI, e l’evidenza è molto forte.
Il livello dei mari aumenta per due motivi. I ghiacci si stanno sciogliendo e l’acqua aumenta di volume a causa dell’aumento di
temperatura.
Di quanto aumenterà?
La stima di IPCC 2007 dice fino ad 1 metro.
Per la Banca Mondiale, anche un aumento di ‘solo’ 1 metro crerebbe 56 milioni di sfollati nei soli paesi
poveri.
Alcune zone verrebbero completamente inondate, come la foce del Nilo
Il livello dei mari è in aumento?
Ma secondo lo scienziato della NASA James Hansen anche
queste previsioni non sono accurate e il livello del mare potrebbe
salire anche di 7 metri nel corso del secolo!
Insieme, l’Artico e l’Antartico rappresentano il 99% dei ghiacci del
mondo. Se tutti i ghiacci si scogliessero, il livello dei mari si
alzerebbe di circa 65m! Fonte: (IPCC 2007)
L’International Institute
for Environment and
Development (IIED) ha
stimato che quasi 634
milioni di persone
sarebbero costrette
ad emigrare se il
livello del mare salisse
di 10 metri.
In Italia, le zone costiere più a rischio sono la zona Padano
Veneziana, la Versilia, Fondi e la pianura Pontina con danni al turismo, la perdita di spiagge,
campi coltivati e danni alle infrastrutture e servizi.
(Fonte: Italian Report on Demonstrable Progress under Article 3.2 of The Kyoto
Protocol)
Alcune tra le città più grandi del mondo come Shanghai,
Calcutta, Londra e New York potrebbero essere inondate parzialmente o del tutto, e ci sarebbe anche il rischio di
perdere vaste zone agricole produttive e fertili.
Il livello dei mari è in aumento?
Inoltre, i mari diventeranno anche più acidi
Gli oceani, come visto prima,
assorbono una buona parte della
CO2 emessa nell’atmosfera. Più
assorbono anidride carbonica più
diventano acidi.
Questo rischia di distruggere
ecosistemi unici al mondo (per
esempio le barriere coralline) e
causare forti riduzioni nella quantità
di pesce da pescare.
Più in generale, l’IPCC ha riportato
che un innalzamento della
temperatura di anche ‘solo’ 1°C
metterà a rischio di estinzione il
30% di tutte le specie viventi.
..e saranno i Paesi più poveri ad essere più colpiti
Rispetto ad una persona nata in un paese “ricco”, chi vive in un paese
“povero” è 79 volte più a rischio di essere affetto da uno dei disastri
ambientali che abbiamo discusso.
Inoltre, il cambiamento climatico potrebbe limitare il potenziale di
sviluppo umano ed economico: ad esempio in Niger un bambino nato
durante una siccità ha il 72% di probabilità in più di divenire rachitico (UNDP and Climate Change, 2009)
Secondo l'agenzia ONU (UNDP),
a causa del cambiamento
climatico il prezzo del grano
potrebbe aumentare del 70-194%.
La Banca mondiale ha invece
stimato che fino a 400 milioni di
persone in più potrebbero soffrire
la fame; ulteriori 2 miliardi di
persone potrebbero invece non
avere più acqua a sufficienza (WDR 2010).
Ma quanto ci costerà il cambiamento climatico?
Oltre ai danni ambientali e umani, ci saranno anche grandi costi economici.
Secondo la ben nota Stern Review – condotta dall’ex economista capo della Banca Mondiale – i costi a lungo termine per i
cambiamenti climatici potrebbero eccedere del 20% il prodotto interno lordo (PIL) del mondo.
Invece, i costi nel medio termine relativi al taglio delle emissioni di gas serra necessario a stabilizzare il clima sono, secondo Stern,
pari all’1% del PIL mondiale.
Anche se queste stime sono state criticate ed in alcuni casi migliorate da altri studiosi, la sostanza non è cambiata.
Il costo del “non fare nulla” è estremamente più alto di quello di “fare qualcosa” per invertire la rotta.
Riassumendo... I cambiamenti climatici in corso comporteranno con molta probabilità maggiori siccità, ondate di calore ed uragani,
innalzamento del livello dei mari, acidificazione degli oceani, scioglimento dei ghiacciai ed estinzione di numerose specie
animali e vegetali.
Gli effetti del riscaldamento globale sono molto seri, con
conseguenze per l’economia ed il sostentamento delle
persone, le nostre abitudini quotidiane e la sicurezza delle
nostre società. E saranno i paesi meno sviluppati a pagarne il
prezzo più elevato.
Inoltre, la velocità del cambiamento continua a sorprendere gli
esperti e molte delle previsioni fatte solo due anni fa sono già
state superate. E’ proprio questo che preoccupa alcuni scienziati e
li spinge a volte a parlare di disastri e catastrofi.
Ma perché si pensa alla catastrofe?
E’ perché bisonga tener conto dei pericolosi effetti domino.
Per esempio: come abbiamo visto, i
ghiacchi aiutano a respingere le radiazioni
solari. Ma se i ghiacchi si sciolgono verrano
respinte meno radiazioni e più calore verrà
inglobato dalla terra tramite i gas serra.
Quindi, si può innescare una pericolosa
spirale negativa.
Un altro esempio che preoccupa gli
scienziati è il potenziale scioglimento
del permafrost, quello strato di
terreno permanentemente ghiacciato
da migliaia di anni che ricopre ad
esempio buona parte di Russia e
Canada…
Effetto domino: scioglimento del permafrost
Infatti, sotto il permafrost si stima siano custoditi ben 1000
miliardi di tonnellate di CO2…più di tutta quella presente oggi
nell’atmosfera (700 miliardi)! Per capirci, l’uomo ne produce “solo”
6,5 miliardi ogni anno!
Immaginate il potenziale effetto domino sulla temperatura globale!
La situazione diventerebbe fuori controllo
Proprio per evitare effetti domino come questi, la
comunità scientifica ha spesso indicato che entro
il 2100 l’aumento di temperatura non deve
superare i 2ºC rispetto all'epoca pre industriale.
Ma cosa bisognerebbe fare per non superare i
2ºC?
Non superare i +2ºC
Cosa serve per non passare la soglia +2ºC?
Dai dati IPCC (2007),
per stare quasi
sicuramente al di sotto
di +2ºC rispetto agli
anni pre-industriali,
bisogna stabilizzare
la CO2 tra 350 e 390
parti per milione
(ppm) entro il 2100.
Oggi siamo a circa 390 ppm!
E se continuiamo senza nessun intervento arriveremo ad oltre
800 ppm entro il 2100.
Stabilizzare a 450 ppm entro il 2100
Scenario di alte emissioni ; oltre 800 ppm
Emissioni al 2007 : 387 ppm
Migliaia di anni prima del 2007
CO2
(ppm)
Quest’anno, durante il G8 all’Aquila, i capi delle 17 maggiori
economie mondiali hanno preso l’impegno di tagliare le emissioni
globali del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990 e questo
impegno è compatibile con un livello di 450-490 ppm circa.
I governi hanno anche aggiunto che questa misura servirebbe ad
evitare che l’aumento di temperatura superi i 2ºC entro il 2100.
Tuttavia, analizzando i dati dell’IPPC, un taglio del 50% entro il 2050
causerebbe più plausibilmente un aumento di temperatura
dai 2,5ºC ai 3ºC. (Fonte:IPCC 2007 e Carlo Carraro ed Emanuele Massetti, 2009)
Anche la Banca Mondiale conferma che, con un livello di 450ppm la
probabilita' di un surriscaldamento globale al di sotto di 2ºC e'
inferiore al 50%. (Fonte: WDR 2010)
L'obiettivo dei Governi: verso 450ppm ?
L'obiettivo dei Governi: taglio delle emissioni del 50%
I governi si muovono verso un taglio globale più timido del
50%, nonostante sia necessaria una riduzione nell’ordine
del 80% entro il 2050 per avere buone probabilità di evitare
la catastrofe (non andare oltre +2ºC)
Infatti, come si vede nel grafico
(linea rossa), se si cominciasse a
ridurre le emissioni nel 2010 fino
a raggiungere “meno 80%” entro
il 2050, la probabilità di superare
+2ºC sarebbe molto bassa (9-
26%).
Il grafico mostra anche (linea blu)
che basterebbe un ritardo di
azione di soli 5 anni per
aumentare questa probabilità di
quasi il doppio.
(Fonte: Baer and Mastrandrea (2006)
Riassumendo, finora sembra che I'azione dei nostri governi,
volendo idealmente limitare l'aumento della temperatura di non
oltre 2ºC, voglia limitarsi ad un taglio delle emissioni globali
del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990
Ma come abbiamo visto, con questo livello di tagli, la probabilità
di un surriscaldamento globale inferiore a 2ºC è inferiore al
50%. Non si lascia quindi, nessuno spazio ad errori. (WDR
2010)
Ma finora cosa abbiamo fatto?...
L'obiettivo dei Governi: verso 450ppm ?
Il Protocollo di Kyoto
Il primo accordo globale operativo per combattere i cambiamenti
climatici è stato il “Protocollo di Kyoto”
Nel 1997, il Protocollo di Kyoto fu un accordo fra i governi di 150 Paesi
inclusi quelli Europei, ma non fu ratificato dagli USA.
L'obiettivo era diminuire globalmente le emissioni di CO2 del 5.2%
entro il 2012 rispetto ai liveli del 1990.
Anche l’Italia si impegnò a ridurre le emissioni del 6.5% rispetto al 1990
entro il 2012 ma dal 1990 al 2007 le nostre emissioni sono aumentate
del 7,4 (Dati UNFCC).
Tuttavia, come abbiamo visto, serve qualcosa di più ambizioso di
Kyoto per il futuro…
-20%
-10%
0%
10%
20%
30%
40%
Luss
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Finland
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o Unito
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Ger
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Por
toga
llo
Belgio
Sve
zia
Il Protocollo di Kyoto
Anche perché, guardando dal 2000-2007, solo pochi paesi hanno ridotto
le loro emissioni!
L’Italia dovrà ridurre la CO2 del 18% entro 4 anni, pena il pagamento di
circa 555 milioni di euro di multa all'UE
Chi pagherà? Noi contribuenti Italiani con circa 40 euro di aumento
annuo nella bolletta elettrica.
Fonte: International Energy Agency
Dopo Kyoto: Copenaghen, Dicembre 2009
Copenaghen 2009 e’ la 15º conferenza internazionale sul
cambiamento climatico che si terrà dal 7 al 18 Dicembre 2009.
E’ ritenuta cruciale perché si dovranno raggiungere accordi
lungimiranti e condivisi da tutti i paesi.
.
Inoltre. a differenza di Kyoto, i maggiori paesi inquinanti (gli Stati
Uniti, Europa e Cina) dovranno svolgere un ruolo chiave.
Adattamento e Mitigazione
Ma bisogna semplicemente aspettare che i cambiamenti
climatici diventino realtà, accettarne i costi ed adattarsi
(Adattamento), oppure impegnarsi fortemente per
tagliare le emissioni inquinanti (Mitigazione)?
Oppure entrambi?
Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ?
Adattamento
E’ ormai chiaro che anche tagli drastici delle emissioni potrebbero
non essere sufficienti per evitare che alcune delle conseguenze
del cambiamento climatico, come siccità, ondate di calore,
innalzamento dei mari ed eventi atmosferici estremi si manifestino
almeno in parte.
Bisogna dunque prepararsi ai cambiamenti
Un nodo chiave delle negoziazioni sarà infatti il finanziamento,
da parte dei paesi ‘ricchi’ (con più alte emissioni di CO2), di
progetti per aiutare i paesi meno sviluppati ad adattarsi ai
cambiamenti.
Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ?
Mitigazione
Ma il nodo principale delle negoziazioni è quello di trovare un
accordo per chiudere a monte il “rubinetto”, cioè mitigare la causa
del riscaldamento globale tagliando le emissioni di CO2.
Una decisione seria, che ci metta al riparo dalla catastrofe
climatica, dovra’ ottenere, in linea con le raccomandazioni
dell’IPCC, un taglio nell’oridine l’80% delle emissioni entro il
2050
Inoltre come abbiamo visto in precedenza, bisogna cominciare il
prima possibile! Difatti, anche se smettessimo oggi stesso di
inquinare, i gas serra (compresa la CO2) resterebbero
nell’atmosfera anche per diversi secoli, contribuendo al
riscaldamento globale.
Ma andiamo a vedere chi inquina di più...
Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ?
Germania
3%
Regno Unito
2%
Stati Uniti
20%
Cina
21%
Canada
2%
Russia
6%
India
5%
Italia
2%
Resto del Mondo
30%
Iran
2%
Korea
2%
Giappone
5%
Ma chi inquina di più?
Insieme, i principali paesi industriali generano più di due
terzi delle emissioni mondiali.
Fonte: UN Statistics Division
Come vediamo nel grafico, Cina e Stati Uniti producono
quasi metà della CO2 emessa nell’aria ogni anno.
Chi inquina di più? Le emissioni per persona
Ma guardare alle emissioni di ogni paese potrebbe dare
false impressioni, perché non tiene conto del numero
degli abitanti in ogni paese.
E’ quindi utile andare a vedere le emissioni di CO2 pro
capite, cioè le emissioni generate dallo stile di vita di
ogni singola persona in ciascun paese.
1 Americano
Inquina come...
2 Italiani = 4 Cinesi = 14 Indiani = 502 Ciadensi
Chi inquina di più? Le emissioni per persona
1 Italiano
Inquina come...
2 Cinesi = 6 Indiani = 213 Ciadensi
Chi inquina di più? Le emissioni per persona
In altre parole…
Se gli abitanti dei paesi meno
sviluppati consumassero energia
come gli americani o i canadesi
occorrerebbero 9 pianeti per
assorbire tutte le emissioni di CO2
del mondo.
Ma ne abbiamo soltanto uno.
Forse la risposta è: soprattutto chi ha contribuito maggiormente
dall’inizio a creare questo problema. E cioè europei e americani
che sono responsabili quasi del 60% di tutte le emissioni dal
1850.
E chi deve ridurre di più le emissioni?
E chi deve ridurre di più le emissioni?
Tuttavia i paesi meno sviluppati non possono tirarsi indietro
per diversi motivi:
1) Anche se non sono responsabili storicamente e se hanno un livello di
emissioni di CO2 procapite molto basso si tratta di paesi molto popolosi.
Quindi il totale delle emissioni rimane consistente.
2) La responsabilita' storica dei paesi sviluppati e' certa. Tuttavia, è pur
vero che si è trattato di un’azione largamente inconsapevole dei rischi
sul clima globale, almeno inizialmente.
3) Secondo la Banca Mondiale (WDR 2010) le Nazioni in via di sviluppo
dovranno sopportare tra il 75 e l'80 % dei costi dei danni ambientali.
4) L' assenza di collaborazione dei paesi emergenti potrebbe rendere
molto difficile l' obiettivo di stabilizzazione del clima da parte dei soli
paesi industrializzati.
Mentre scriviamo, tutti i segnali sembrano indicare che non ci
sarà un accordo vincolante alla conferenza.
Ad esempio, come evidenziato da un recente sondaggio del
giornale britannico “The Guardian”, l'80% degli esperti ambientali
interpellati sono convinti che i governi non riusciranno a trovare
un accordo che eviti buona parte dei rischi ambientali elencati.
Tuttavia, circa il 60% di loro ritiene sia ancora tecnicamente
possibile farlo!
Questo è molto preoccupante, e dovrebbe rafforzare la nostra
motivazione come cittadini a far si che si mettano in moto le forze
necessarie per evitare la catastrofe.
Conclusione: Cosa succederà ?
Conclusione: Serve un cambiamento profondo
Serve un grande cambiamento al livello globale, e per questo è
essenziale un patto a livello governativo a Copenaghen 2009.
Ma l’urgenza del rischio catastrofe climatica e l’ambiziosità dei tagli di
CO2 da implementare, dovrebbe indurci a ripensare al modo in cui
viviamo, alle nostre abitudini e all'organizzazione delle nostre
società.
C’è bisogno dello sforzo di tutti
Misure efficaci dovranno includere adattamento, mitigazione ed
innovazione:il settore privato con i giusti incentivi si deve orientare verso
un economia a basso impatto (low carbon economy); il settore publico e
la cooperazione tra gli stati devono puntare al raggiungimento di
obiettivi comuni,
Ma cosa possiamo fare NOI?
Noi? Noi intanto facciamo la nostra parte!
Alcuni consigli per informarsi, diffondere, prendere parte
Calcola la tua impronta ecologica :
http://www.feem-project.net/pandora/impronta_eco.php
http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/calcolatore_htm/calcolatore.htm
http://www.myfootprint.org/en
Consigli per ridurre l'impatto ambientale con semplici gesti:
http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/ecoconsigli.htm
Diventa una persona ad impatto zero compensando le tue emissioni:
http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/calcolatore.asp
Calcola la tua impronta di carbonio WWF
http://www.improntawwf.it/main.php
Calcolatore tradotto in italiano
http://www.carbonfootprint.com/calculator.aspx
Noi? One planet living (inglese): http://calculator.bioregional.com/lstep01.php
Per i giovani e i più piccoli:
Iniziative giovani
http://ec.europa.eu/environment/climat/campaign/index_it.htm
Giochi online
http://www.managenergy.net/kidscorner/it/o11/games.html
Iniziative:
100 piazze per il clima http://www.100piazze.it/
Petizione in inglese per un accordo forte a Copenhagen www.sealthedeal2009.org
Per la conferenza di Copenhagen http://en.cop15.dk/frontpage
Per saperne di più (in Inglese)
www.ipcc.ch
www.realclimate.org
www.nasa.gov
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