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La Montaña 3 luglio 2016. “Mio Padre ed io” Miei cari semi, Una coppia di genitori avevano un figlio che era un amore di bambino, ubbidiente, era allegro, quando usciva lo guardavano sempre perchè era sorridente e trasmetteva quell’allegria e quel sorriso a tutti, aveva molti amici e amiche, ma quel sorriso e quell’allegria erano veramente una benedizione, averlo era un piacere, era come dei bei raggi di sole. Un giorno uscì con tutti i suoi amici perché era la festa della città, in quella festa tiravano della farina colorata, era molto particolare e lui, come tutti i suoi amici, era tutto colorato, il corpo, i capelli, e senza volere qualcuno gli tirò della farina in un occhio, gli lavarono subito l’occhio ma non lo pulirono bene, così perse la vista. I genitori erano molto preoccupati, dicevano: Mio Dio! Come lo accetterà nostro figlio, se non vede, come farà a leggere, a giocare, a stare con i suoi amici?”. Così il padre gli disse: “Non ci fermeremo qui, andremo in tutte le città del mondo finché non troveremo la soluzione, nostro figlio deve potersi curare l’occhio e deve vedere”. Così gli diede la mano ed andarono nella città più grande, lo portò suo padre, il viaggio era lungo e il padre gli parlava e gli diceva: “Abbi Speranza, troveremo la soluzione, quel professore, quel maestro, quel medico”.

Mio padre ed io

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La Montaña 3 luglio 2016.

“Mio Padre ed io”

Miei cari semi,

Una coppia di genitori avevano un figlio che era un amore di bambino, ubbidiente, era allegro, quando usciva lo guardavano sempre perchè era sorridente e trasmetteva quell’allegria e quel sorriso a tutti, aveva molti amici e amiche, ma quel sorriso e quell’allegria erano veramente una benedizione, averlo era un piacere, era come dei bei raggi di sole.

Un giorno uscì con tutti i suoi amici perché era la festa della città, in quella festa tiravano della farina colorata, era molto particolare e lui, come tutti i suoi amici, era tutto colorato, il corpo, i capelli, e senza volere qualcuno gli tirò della farina in un occhio, gli lavarono subito l’occhio ma non lo pulirono bene, così perse la vista.

I genitori erano molto preoccupati, dicevano: Mio Dio! Come lo accetterà nostro figlio, se non vede, come farà a leggere, a giocare, a stare con i suoi amici?”. Così il padre gli disse: “Non ci fermeremo qui, andremo in tutte le città del mondo finché non troveremo la soluzione, nostro figlio deve potersi curare l’occhio e deve vedere”. Così gli diede la mano ed andarono nella città più grande, lo portò suo padre, il viaggio era lungo e il padre gli parlava e gli diceva: “Abbi Speranza, troveremo la soluzione, quel professore, quel maestro, quel medico”.

Arrivarono in città, lo guardarono e gli dissero: “Proviamo a operarlo, però non ci sono garanzie e rispose: “Fate tutto ciò che potete, mio figlio è quanto di più prezioso ho in questa vita e in questo mondo”. Il dottore gli fece degli esami, ma non riuscì a curarlo, allora il padre disse: “Non ci fermeremo qui, andremo in un altro paese” e ve lo portò.

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Nel paese chiese dei dottori, cliniche e ospedali più famosi ed era sempre con suo padre, parlavano, commentavano, mangiavano insieme, dovevano affittare una stanza in una locanda o a volte in un hotel piccolino e il padre gli dava sempre Speranza. E il figlio gli diceva: “Non preoccuparti papà, accetterò tutto ciò che mi toccherà”.

Così passò parecchio tempo, finché il padre disperato perché suo figlio non vedeva e non c’erano soluzioni, disse: “Vado a cercare uno sciamano”, lo sciamano gli disse: “Potrò dargli la vista e gli fece dei trattamenti, gli diede delle creme e delle tisane” ma non riuscì a ridargli la vista, non poté recuperarla, era già trascorso un anno e tornarono a casa e dissero alla madre: “Abbiamo girato il mondo intero e non abbiamo trovato soluzioni”.

Guardarono il figlio e gli dissero: “Sei il nostro bene più prezioso, puoi contare su di noi, saremo sempre qui” ed erano molto dispiaciuti, ma il figlio li guardò e disse loro: “Se sapessi papà quanto sono felice, per un anno sei stato al mio fianco, per un anno abbiamo parlato, per un anno abbiamo convissuto, ho potuto vederti, apprezzarti ed amarti molto ed anche riconciliarmi con te, e vedere che anche se molte volte tornavi stanco, hai sempre lavorato per offrirmi il meglio, gli studi, gli abiti, la mia stanza, ho tutti i confort grazie a te e al tuo sforzo, ma ciò che più apprezzo è la tua compagnia, ho vissuto un anno con te e questo non ha prezzo e non lo dimenticherò mai”.

Il bambino tornò ad uscire per strada con i suoi amici, emanava una luce speciale, qualcosa che lui aveva. Miei semi, sapete cos’era? L’Amore immenso che riempiva il suo cuore, la sua bontà e la sua umiltà, e quella luce può uscire dall’interno della persona quando non ha gelosie, quando non ha invidie ed aiuta gli altri. La riconciliazione, chiudere i

cicli, vivere con suo padre, riconoscere che il padre era tutto per lui.

Miei cari semi, mie stelle, quel bambino aveva un amico, già grande, lavorava in un’azienda molto brillante e molto conosciuta, viaggiava moltissimo, aveva tutto, fama, amici, era intelligente, un

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portamento gradevole, però non era felice. Si era sposato, aveva avuto tre figli ma non era felice, poi divorziò, tornò ad incontrare quell’anima gemella, ma sapeva che non andavano d’accordo e sapeva molto bene che non erano fatti l’uno per l’altro, così ebbe altre anime gemelle e non era mai soddisfatto né felice, trovava sempre delle scuse e ancora una volta mentiva a se stesso.

Un giorno la sua famiglia era molto preoccupata e gli chiese: Cos’hai?” e rispose “Niente, niente, sto bene, la mia azienda funziona a meraviglia, ho del benessere, ho tutti i confort, non ho nessuna preoccupazione, però continuo a ricordare una ragazza che ho lasciato e per questo motivo non sto bene”. La sua famiglia gli disse: “Magari hai la soluzione, sposati con lei, vivi con lei”, “No, no, è che non lo voglio”; “Allora perché non vivete insieme, così potrete vedere se siete fatti l’uno per l’altro”, “E’ che non so esattamente ciò che voglio”, “Ahhh! E cos’è che cerchi?” e non seppe rispondere, cercava sempre una scusa per calmare la sua coscienza, per tranquillizzarla.

Mie stelle quando farete l’ultimo viaggio non vi porterete dietro tutto ciò che non volete, quindi perchè complicarsi la vita? Vivete e lasciate vivere, vivete l’istante, il giorno e l’oggi, adesso e ringraziate sempre per quello che avete, magari domani lo cercherete e non lo troverete, questa è la meraviglia, godere del presente; sì la nostra vita sarà più bella, la futura.

Miei giovani, miei bellissimi giovani, riconciliatevi con i vostri genitori, tutti abbiamo vissuto la rivoluzione della gioventù e dell’adolescenza e domani voi sarete genitori e i vostri figli vi faranno le stesse cose. Chiaro oggi siete saggi e non potete comprendere, però La Jardinera sarà sempre al vostro lato per dirvi che vi amo e che siete esseri straordinari.

Sono nell’angolo dell’Universo e c’è una pace straordinaria, in piena estate, gli uccellini stanno ancora cantando, si stanno svegliando i gufi, e i cerbiatti che ci sono qui attorno.

Felice Domenica! Preparatevi per iniziare la settimana.

Con tutto il mio amore,La Jardinera

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