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Il corso prevedeva come esame finale la realizzazione di un marchio, riferito a qualsiasi città o luogo, che cogliesse lo spirito e la particolarità del luogo stesso; inoltre la realizzazione di un book formato A5 relativo al lavoro svolto e che comprenda tutte le fasi di ricerca, analisi (storica e fotografica), brainstorming, studio della griglia e del layout.
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City Branding
Castel del Monte
Beatrice Castaldo
Facoltà di Archite� ura
Corso di Laurea in Disegno Industriale
Atelier di Design II
a.a. 2012/2013
Prof.ri A. Casale, L. Paris, D. Piscitelli, A. Serra
Beatrice Castaldo
La storia 3
La stru� ura 5
L’interno 5
L’esterno 6
Il cor� le 7
Il mistero del castello 9
Ricerca fotografi ca 10
Il concept 14
Brainstorming 15
Il marchio 16
L’evoluzione 16
Gli schizzi 17
Il risultato fi nale 18
Indice
3
Castel del Monte, ele! o a Patrimonio dell’Uma-
nità dall’UNESCO, è situato nella ci! adina di An-
dria, capoluogo insieme a Barle! a e Trani, in Pu-
glia. Essa, nel XIII secolo, fu fedele al dominio
svevo e fu residenza del re Federico II, che nei
pressi fece costruire il celebre castello, sul sito del-
la precedente abbazia benede" na normanna.
Federico II Hohenstaufen apparteneva alla nobile fa-
miglia sveva degli Hohenstaufen e discendeva per
parte di madre dalla dinas# a normanna degli Altavilla,
regnan# di Sicilia. Conosciuto con gli appella# vi Stupor
Mundi, appella# vo che deriva dalla sua ines# nguibile
curiosità intelle! uale, o Puer Apuliae, Federico II era
dotato di una personalità poliedrica e aff ascinante che
lo portò allo studio delle più importan# e facoltose
materie le! erarie e scien# fi che. Il suo regno fu prin-
cipalmente cara! erizzato da una forte a" vità legisla-
# va e di innovazione ar# s# ca e culturale, e, convinto
prote! ore di ar# s# e studiosi, la sua corte fu luogo di
incontro fra le culture greca, la# na, araba ed ebraica.
La storia
L’origine dell’edifi cio si colloca uffi cialmente il 29 gen-
naio 1240, quando Federico II Hohenstaufen ordinò
a Riccardo da Montefuscolo che venissero predispos�
i materiali e tu� o il necessario per la costruzione di
un castello. Ideato inizialmente come residenza del re,
alla morte di Federico II (avvenuta nel 1250) l’eddifi cio
non era ancora terminato. Così, a par� re dal XVII se-
colo seguì un lungo periodo d’abbandono, durante il
quale il castello venne spogliato degli arredi e delle de-
corazioni parietali di marmo e divenne oltre che car-
cere anche un ricovero per pastori, brigan� e profughi
poli� ci. Nel 1876 il castello venne infi ne acquistato
(per la somma di 25.000£) dallo Stato italiano in condi-
zioni di conservazione estremamente precarie, che ne
predispose il restauro a par� re dal 1879. Nel 1996 l’U-
NESCO lo ha inserito nella lista dei Patrimoni dell’u-
manità per la perfezione delle sue forme e per l’ar-
moniosa unione degli elemen� culturali del nord
Europa, del mondo islamico e dell’an� chità classica, � -
pico esempio di archite� ura militare del medioevo.
4
La struttura
Lo spazio interno è suddiviso in due piani, e la co-
municazione tra il piano inferiore e quello superiore
è assicurata dalla presenza, non in tu� e le o� o torri,
delle scale a chiocciola. Le scale si sviluppano secon-
do un senso an� orario e constano di 44 gradini tra-
pezoidali che si dipartono, ognuno in un unico masso
lapideo, da una colonna centrale del diametro di circa
22 cen� metri. Il piano superiore, per quanto ricalchi la
stru� ura del piano inferiore, si presenta più raffi nato
e curato: i costoloni che sorreggono le volte sono più
slancia� , ed ogni sala è vivacemente illuminata dalla
presenza delle fi nestre bifore o, in un caso, trifora. La
par� colarità di queste fi nestre è la presenza di gradini
e di sedili che le fi ancheggiano. Lungo le pare� di ogni
sala corre un sedile al di so� o della base delle colonne.
Degno di par� colare a� enzione, all’interno del castel-
lo è il marchingegno di manovra dell’an� ca saracine-
sca di chiusura del portale principale, visibile con tu�
i cavedi necessari, all’interno della muratura portante,
per lo scorrimento delle catene che lo sostenevano.
L’interno
Tromba di una delle scale a chiocciola.
5
L’esterno
Panorama visibile dall’entrata orientale del castello.
Il portale di ingresso principale si apre sulla parete
orientata ad est, di fronte al punto in cui sorge il sole in
coincidenza degli equinozi di primavera e d’autunno.
Ad esso si accede a� raverso due rampe di scale sim-
metriche, disposte ai la� dell’ingresso. A diff erenza
del semplice ingresso secondario dalla parte oppo-
sta, orientata a ponente, dell’edifi cio (cos� tuito da
un semplice portale ad arco a sesto acuto), l’ingresso
principale è decorato con due colonne che sorreggono
un fi nto architrave su cui si imposta un frontone di for-
ma cuspidale. Ogni parete presenta due fi nestre: una
monofora in corrispondenza del primo piano e una
bifora per il secondo piano. Da questa regola si disco-
stano le facciate orientale ed occidentale (quelle in cui
sono pos� i due portali) che non presentano la mono-
fora, e la facciata se� entrionale, che presenta la trifora
rivolta verso Andria, per il secondo piano. Ad ulteriore
prova della perfezione stru� urale dell’edifi cio si può
notare come le tangen� ai la� del cor� le interno si in-
contrano precisamente al centro delle torri o� agonali.
6
In alto:vista del cor� le interno
In alto a destra:accesso al cor� le.
Nel cor� le interno la compa� ezza delle mura è a� e-
nuata solo dalla presenza di tre ingressi nella parte
inferiore e tre “porte fi nestre” nella parte superio-
re. La sensazione all’interno del cor� le è che tu� o il
primo piano funga da zoccolo per il piano superiore,
alleggerito dalla presenza di archi ciechi. Si pensa
che al centro di questo cor� le in precedenza ci fosse
una vasca anch’essa o� agonale, cos� tuita da un uni-
co blocco di marmo che secondo la leggenda doveva
rappresentare il Sacro Graal che sarebbe rimasto per
un periodo all’interno di questo castello. So� o la va-
sca, al centro del cor� le, al di so� o del piano di cal-
pes� o è presente una grande cisterna per la raccolta
delle acque piovane, aspe� o tenuto in gran conto in
questo edifi cio tanto che erano presen� altre cinque
cisterne di raccolta all’interno delle torri; quella al di
so� o del cor� le interno è l’unica rimasta funzionante.
Le alte pare� da cui è formato il cor� le interno dan-
no l’idea di trovarsi all’interno di un pozzo, che nella
simbologia medioevale rappresentava la conoscenza.
7Il cortile
Il mistero del castello
Malgrado sia comunemente defi nito “castello”, l’esat-
ta funzione dell’ edifi cio è tu� ora sconosciuta. Privo
di elemen� militari e di fossa� , posto in una posizio-
ne non strategica, l’edifi cio non fu probabilmente né
una dimora residenziale, né una fortezza. Ad esempio
le scale a chiocciola nelle torri sono disposte secondo
un senso an� orario (a diff erenza di qualunque altra co-
struzione difensiva dell’epoca), situazione che me� eva
in svantaggio gli occupan� del castello contro eventuali
assalitori perché sarebbero sta� costre� ad impugna-
re l’arma con la sinistra. A causa dei for� simbolismi di
cui è intrisa, è stato ipo� zzato che la costruzione po-
tesse essere una sorta di tempio del sapere in cui dedi-
carsi indisturba� allo studio delle scienze. L’assenza di
corridoi che perme� essero l’accesso alle singole sale in
modo indipendente hanno infa� suggerito l’idea che
il castello e le sue sale fossero sta� proge� a� per es-
sere frui� a� raverso una sorta di “percorso” obbligato,
probabilmente legato a criteri astronomici, e che ogni
stanza fosse adibita allo studio di una specifi ca materia.
8
Ricerca fotografi ca
Primo piano
9
10
A sinistra:
cor le intravistodalla porta interna;
vista di una parte di cor le dall’alto;
par colare fi nestra che raccoglie la luce.
So! o:
portale da cui inizia il percorso del castello.
11
Secondo piano
In alto:
fi nestra esterna principale
del secondo piano.
Sopra:
vista del cor! le dalla principale fi nestra del secondo piano.
Accanto:
fi nestra interna che aff accia sul
cor! le.
12
L’o� agono su cui è basata la pianta del comples-
so e dei suoi elemen� è una forma geometri-
ca fortemente simbolica: si tra� a della fi gura in-
termedia tra il quadrato, simbolo della terra, e
il cerchio, che rappresenta l’infi nità del cielo, e
quindi segnerebbe il passaggio dell’uno all’altro.
Il numero o� o ricorre inoltre in vari elemen� : la forma
o� agonale della costruzione, del cor� le interno e del-
le o� o torri ai ver� ci, le o� o stanze interne, la vasca
interna che doveva essere o� agonale, o� o quadrifogli
sulla cornice sinistra del portale di ingresso, altri o� o
sulla cornice inferiore, o� o foglie sui capitelli delle co-
lonne, ed o� o foglie di vite, di acanto e di fi co sulle
diverse chiavi di volta delle stanze. Due volte l’anno
(l’8 aprile e l’8 o� obre, ed o� obre in quel tempo era
considerato l’o� avo mese dell’anno), inoltre, un rag-
gio di sole entra dalla fi nestra nella parte sudorienta-
le e, a� raversando la fi nestra che si rivolge al cor� le
interno, illumina una parte di mure dove prima era
scolpito un bassorilievo raffi gurante azioni di caccia.
Il concept13
OTTOOttagono
SIMBOLO
STORIASCIENZA
GIOCO MISTERO
SAPERE
GEOMETRIA
CASTELLO
PUGLIAFORMA
FUNZIONE
studio
astrologia
andria
8
cultura
patrimonio
umanita’
unesco
federico II
29stupor mundi
Piantapuer apuliae
latinogreco
luce
arabo
ebraico
torri
equinozioprimavera
chiocciola
autunno
feritoie
tempio
cielo
terra quadrato
cerchio
eterno
infinito
cielo
infinito
tempio
valore
STORIA
CASTELLO
ricerca
castel del monte
8
8
8
8
88
8
cielomagia
Com’è nato?
Per quale u� lizzo?
Perchè nessunostudioso è riuscito a
capire per quale scopo
fu costruito?
Il numero o� o è il conce� o su
cui l’intero complesso
è stato basato.
L’intero castello è
intriso di for�
simbolismi, il più
importante tra tu�
l’o� agono.
La forma geometrica
del castello è fortemente
simbolica:
si tra� a della fi gura
intermedia tra il quadrato
e il cerchio.
Tu� o nel castello è
geometricamente perfe� o.
Per questo il logo rispe� a a pieno
questa cara� eris� ca.
Il quadrato, simbolo della terra,
e il cerchio, che rappresenta
l’infi nità del cielo,formano l’o� agono, che quindi
segnerebbe il passaggio dall’uno
all’altro.
Dopo aver quindi deciso di concentrarmi sul-
la cara� eris� ca di questo simbolo, ho pensa-
to che nulla cogliesse meglio la par� colarità
dell’o� agono della sua stessa forma geometrica.
Per questo ho cominciato a studiarla, incontrando
molte diffi coltà durante la realizzazione non solo
dell’o� agono centrale, ma delle o� o torri a esso col-
legate. Il primo risultato è stata la rappresentazio-
ne geometrica completa di tu� o il complesso (fi g.
1), che consideravo però troppo banale. Ho notato
invece che lasciando indefi nite alcune delle linee si
andava a creare nel disegno una sorta di stella ebrai-
ca; ho così deciso che non tu� a la geometria sareb-
be stata visibile ma che parte di essa sarebbe stata
solo accennata, in modo da dare al logo un eff e� o
incompleto, disegnato. A� raverso tra� eggi, campi-
ture e sfumature sono arrivata al risultato desidera-
to (fi g. 2), che rispecchia secondo me il mistero e la
storia incompleta cela� dietro le mura del castello.
Il marchio
Gli schizzi15
Fig. 1 Fig. 2
16L’evoluzione
Una volta creato il mio logo, ho ridisegnato questo su
Autocad in modo da poter valutare le diverse opzioni
di colorazione, linea e forma. Partendo dal mio dise-
gno iniziale, avevo per primo focalizzato l’importanza
su una sola delle o! o torri (fi g. 3), lasciando il resto vo-
lutamente incompleto. Mi sono però accorta che mal
rendeva l’idea iniziale, in quanto facendo risaltare solo
una delle o! o torri il logo sarebbe stato troppo diffi cile
da interpretare e poco dire! o. Così, dopo varie prove,
ho messo in risalto sia le due torri che le qua! ro torri
centrali superiori (fi g.4; fi g. 5); e lo spazio che le colle-
gava. Ho poi creato una campitura all’interno di essi,
facendo varie prove di scala, grandezza e colore. Le
possibili scelte sono ricadute così su i due loghi dove
erano in risalto, grazie alla campitura nera, due delle
torri, e quello dove erano invece in risalto qua! ro delle
o! o torri (fi g.6, fi g. 7). Gli ul$ mi aspe% da considerare
erano quindi il colore e l’eff e! o a ma$ ta. Volevo infa%
che il logo di Castel del Monte avesse un colore forte,
deciso e che avrebbe potuto cara! erizzarlo al meglio.
Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5
Fig. 6 Fig. 7
Il risultato fi nale
Castel del Monte
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