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A cura di / Edited by Eleonora Lupo
Raffaella Trocchianesi
P R O G E T T OE M E M O R I A
D E L T E M P O R A N E OD E s I G N
A N D M E M O RYO f T h E E P h E M E R A L
d&chdesign&culturalheritage
Politecnico di Milano, Dipartimento di Design
Volume realizzato con i fondi Miur del Progetto PRIN 2008, “Il design del patrimonio culturale tra storia, memoria e conoscenza. L’Immateriale, il Virtuale, l’Interattivo come materia di progetto nel tempo della crisi”.
© 2013 Politecnico di Milano, Dipartimento di DesignMondadori Electa S.p.A., MilanoTutti i diritti riservatiAll rights reserved
Politecnico di Milano, Department of Design
Volume published with the Miur funds of the PRIN 2008 Project“The design of the cultural heritage through history, memory and knowledge. The Intangible, theVirtual, the Interactive as a design subject in a time of crisis.”
Sommario Contents
5 Introduzione 8 Introduction Alberto Seassaro, Raffaella Trocchianesi
VERSOUNARCHIVIODIGITALE DEGLIALLESTIMENTITEMPORANEI. CULTURADELPROGETTO &AMBIENTEDIGITALE TOWARDSADIGITALARCHIVEOF TEMPORARYEXHIBITIONS. DESIGNCULTURE &DIGITALENVIRONMENT A cura di / Edited by Raffaella Trocchianesi
13 1_CulturadelTemporaneo:presuppostietemi 20 TheCultureoftheEphemeral:assumptionsandthemes Raffaella Trocchianesi
27 2_IstituzioniculturalieDigitalCulturalHeritage. Nuoviparadigmidiacquisizione,conservazionee valorizzazionenelcontestodellaculturadigitale 33 CulturalinstitutionsandDigitalCulturalHeritage. Newparadigmsforacquisition,preservationand valueenhancementinthecontextofdigitalculture Alessandra Spagnoli
39 3_Digital exhibitions.Esperienze,modellieformati perlavalorizzazioneefruizioneonlinediallestimenti digitali/digitalizzati 46 Digital exhibitions.Casestudies,modelsand formatsfortheonlinevalueenhancementand experienceofdigital/digitisedexhibitions Alessandra Spagnoli
53 4_Lospaziodigitaledelsapere:dallaformaarchivio alleknowledge-baseculturali. Aggregazioni,narrazioniemigrazioni 62 Thedigitalspaceofknowledge:fromarchival formstoculturalknowledge-bases.Aggregations, story-tellingandmigrations Letizia Bollini
67 5_Patrimonioculturaledigitale: visitatori,utenti,partecipanti 75 Digitalculturalheritage: visitors,users,participants Sara Radice
81 6_Tecnichediricostruzionevirtualeapplicatead ambientiallestitivi:digitalizzazionetridimensionale dell’allestimentoespositivodi “IneffabilePercezione–Nippon:tramitoerealtà” 88 Virtualreconstructiontechniquesappliedto exhibitionspaces:thethree-dimensionaldigitization oftheexhibition“IneffabilePerfezione–Nippon: tramitoerealtà” Gabriele Guidi, Giorgia Morlando
93 7_L’ArchivioDigitaledegliAllestimentiTemporanei: contestoculturale,motivazioni,questioniaperte 100 TheDigitalArchiveofTemporaryExhibitions: culturalcontext,motivations,openquestions. Raffaella Trocchianesi
107 8_Architetturadeicontenutiepercorsidifruizione. L’ArchivioDigitaledegliAllestimentiTemporanei comespazioconnettivoedesplorativo 114 Architectureofcontentsandexperiencepaths. TheDigitalArchiveofTemporaryExhibitions asaconnectiveandexploratoryspace Alessandra Spagnoli
DOCUMENTAREEVISUALIZZARE ILSAPEREALLESTITIVO: UNMODELLODESCRITTIVO DELL’ALLESTIMENTOCOMEPROCESSO DOCUMENTINGANDVISUALISING THEEXHIBITIONDESIGNKNOWLEDGE: ADESCRIPTIVEMODELOFTHE EXHIBITIONDESIGNASAPROCESS A cura di / Edited by Eleonora Lupo
123 9_Documentareisaperiallestitivi nellarealizzazionediallestimentitemporanei 129 Documentingexhibitionknowledgeduringthe realisationoftemporaryexhibitions Eleonora Lupo
135 10_Spazializzarelaconoscenzaattraversorelazioni: dall’archivioalrepertoriocome“culturalagency” 141 Spatialisingknowledgethroughrelations: fromanarchivetoarepertoireasa“culturalagency” Eleonora Lupo
147 11_Ilprocessodiallestimentodallaproduzione allamessainopera:modelliepratiche 155 Theexhibitionbuildingprocess,fromproduction toinstallation:modelsandpractices Neva Pedrazzini
163 12_Esperienzeallestitive temporaneenellastoria 166 Experiencesoftemporary exhibitionsthroughouthistory Francesca Zanella
169 13_Configurazionitipodelprocessodi realizzazionediunallestimentotemporaneo: attori,relazioni,dinamiche discambiodisapereallestitivo 178 Configurationtypesinthetemporary exhibitionrealisationprocess: actors,relations,dynamicsofexhibition knowledgeexchange Eleonora Lupo, Neva Pedrazzini
185 14_Documentareevisualizzarel’allestimento: casistudioespuntiprogettuali 194 Documentingandvisualisinganexhibition: casestudiesanddesigninspirations Lucia Parrino, Neva Pedrazzini
201 15_Larealizzazionedellamostra“Nerone” aRoma:obiettivi,metodologiaearticolazione delladocumentazionesulcampo 205 TherealisationoftheNeroexhibitioninRome: objectives,methodologyandarticulation ofdocumentationonsite Lucia Parrino
207 16_“Processare”edigitalizzare unprocessoallestitivo:organizzazionee visualizzazionedelsaperedellamostra“Nerone” 213 “Processing”anddigitalisinganexhibition process:theorganisationandvisualisationof exhibitionknowledgeintheNeroexhibit Eleonora Lupo
219 Autori Authors
223 Visualreferences
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G. Deleuze, Differenza e ripetizione, Il Mulino, Bologna 1968 (Italian translation 1972).M. Giovagnoli, Transmedia. Storytelling e comunicazione, Apogeonext, Milan 2013.P. Lévy, Il virtuale, Raffaello Cortina, Milan 1997.G. Lughi, Cultura dei nuovi media. Teorie, strumenti, immaginario, Guerini e Associati, Milan 2006.L. Manovich, Il linguaggio dei nuovi media, Olivares, Milan 2002.J.L. Nancy, Essere singolare plurale, Einaudi, Turin 2001.G. Nuvolati, Popolazione in movimento, città in trasformazione. Abitanti, pendolari, city users, uomini d’affari e flâneurs, il Mulino, Bologna 2002.A. Polveroni, This is contemporary, Franco Angeli, Milan 2007.A. Tolve, Ubiquità. Arte e critica d’arte nell’epoca del policentrismo planetario, Quodlibet, Macerata 2012.A. Tursi, Estetica dei nuovi media. Forme espressive e network society, Costa & Nolan, Milan 2007.D. Weinberger, La stanza intelligente. La conoscenza come proprietà della rete, Codice Edizioni, Turin 2012.
8_Architettura dei contenuti e percorsi di fruizione. L’Archivio Digitale degli Allestimenti Temporanei come spazio connettivo ed esplorativoAlessandra Spagnoli
L’archiviodigitaletraconservazioneetrasformazioneLa memoria, intesa come “deposito per la conservazione e la trasmissione del sapere” (Fa-roldi 2008, p. 7), è costituita, nell’universo analogico, da un insieme di opere, documenti, pratiche e testimonianze che musei, archivi e biblioteche hanno contribuito a selezionare, conservare e rendere accessibile. E in quanto memoria vivente, incrementabile e plasmabile, ha sempre, nel corso dei secoli, seguito un ciclo di creazione-ricerca-uso-nuova creazione (o meglio re-interpretazione – UCLA Department of library and information science), che però, nell’attuale epoca dei nuovi media, subisce una progressiva accelerazione. Nel contesto del Digital Heritage, il medium digitale permette infatti un incremento sia dell’accessibilità, della messa a disposizione di questi patrimoni, sia la possibilità di attivare su macro scala la rielaborazione conoscitiva degli stessi. “La memoria è soggetta a un doppio movimento nel mondo del web: da un lato, è un’attività di esternalizzazione che esporta, cioè, i materiali, le testimonianze sulla rete, intesa come supporto conservativo, archivio generale digitalizzato e materia di riuso grezzo; dall’altro è, però, anche una pratica di interiorizzazione e riorga-nizzazione del passato come itinerario conoscitivo, affettivo ed emotivo, frutto della rielabo-razione dei dati conservati e sempre implementabili dalla comunità dei visitatori” (Capaldi 2011, p. 129): rielaborazione conoscitiva che avviene sia ad opera del mediatore (nel caso del progetto dell’Archivio degli Allestimenti Temporanei, il curatore/progettista che seleziona i documenti e ne progetta le modalità di visualizzazione e fruizione), sia ad opera dell’utente.Se in origine il documento archivistico è prevalentemente costituito da una “testimonianza scritta di un fatto di natura giuridica, compilata con l’osservanza di determinate forme che conferiscono al documento pubblica fede e forza di prova”1, oggi il documento perde l’esclusi-vità di supporto fisico-scriptografico a favore di una prospettiva processuale del patrimonio: “si è passati a considerare come ‘documenti’ strumenti, oggetti, case, vestiti, cibi e quant’altro possa rivelarsi come portatore di significati (…) il documento è il frutto della capacità del ricercatore di interrogare un materiale” (Salarelli, Tammaro 2000, p. 17). Nel caso dell’Ar-chivio Digitale degli Allestimenti Temporanei, il valore del patrimonio documentale trattato è dato sia dal valore intrinseco dell’oggetto documentato (schizzi, rendering, modelli, disegni tecnici, tavole di presentazione, video e immagini fotografiche che restituiscono la dimen-sione progettuale e culturale del progetto d’allestimento), sia dal valore aggiunto attribuito dal mediatore in termini di potenziale informativo e culturale. L’immaterialità dei supporti
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dell’informazione e del medium attraverso cui avviene la fruizione sfuma i confini delle già complesse forme della memoria (Colombo 1986): la registrazione, ovvero la memorizzazio-ne di un fatto su supporto attraverso un’immagine che restituisce l’icona, l’aspetto del fatto stesso; l’archiviazione, ovvero la traduzione di un fatto in informazione cifrata e reperibile all’interno di un sistema, come i database informatici che richiamano beni analogici; l’archi-viazione della registrazione, la traduzione di un’immagine-ricordo, di un’icona mnemonica in un segno archivistico e reperibile nel sistema, come nel caso di archivi di beni digitali e/o digitalizzati; la registrazione dell’archiviazione, ossia la riproduzione di segni archiviati per scongiurarne una possibile perdita attraverso backup o copie di archivi. Il progetto dell’Ar-chivio degli Allestimenti si occupa della memoria del progetto del Temporaneo sia nelle sue forme di archiviazione e archiviazione della registrazione attraverso il progetto dell’architet-tura dei contenuti e delle loro modalità di visualizzazione, sia della registrazione e archivia-zione del sapere allestitivo attraverso la proposta di suo un modello descrittivo2.Il ruolo di mediazione e decodifica che spetta al progettista e che lo colloca, all’interno del processo interpretativo, tra la fonte/documento e il suo destinatario/utente pone l’accento sul processo di trasformazione e risemantizzazione che i patrimoni subiscono nel percorso digitalizzazione>archiviazione>fruizione. “In ambiente digitale la mancanza di fisicità degli archivi fa sì che non si conservino oggetti, cose, ma piuttosto la capacità di riprodurli (…) conservare vuol dire continuamente trasformare” (Zanni Rosiello 2009, p. 100); autenticità, cioè la rispondenza a una “verità” originale, e integrità, intesa come immodificabilità dell’ori-ginale, assumono nuovi significati in funzione della necessità di migrazione dei documenti: l’integrità rimane tale quando delle modifiche si dia conto, mentre il concetto di autenticità, nell’universo digitale, non è confrontabile con il primato dell’unicità del bene fisico ma con la conformità tra copie. L’accessibilità di un archivio digitale è direttamente proporzionale agli strumenti che questo offre per la ricerca e visualizzazione delle informazioni, alla qualità e intelligibilità dell’architettura che ne connette i contenuti e, non ultimo, alla decodifica del linguaggio e delle logiche dello standard archivistico. La necessità di realizzare strumenti di diffusione e comunicazione adeguati ed efficaci in relazione a un pubblico vasto e spesso “poco preparato” che si accosta ad archivi del progetto (urbanistica e architettura) è un’esi-genza evidenziata anche da Erilde Terenzoni (Direzione generale per gli archivi)3: gli ope-ratori del progetto e della cultura, che non necessariamente devono possedere competenze archivistiche, spesso subiscono l’inaccessibilità degli archivi tradizionali poiché “in generale manca quasi del tutto l’operazione di mediazione tra l’archivio e il suo utente: una vera pre-sentazione e illustrazione dei materiali in modo da permetterne la comprensione e quindi una soddisfacente fruizione” (Terenzoni 2009, p. 79).
L’ArchivioDigitaledegliAllestimentiTemporanei:dall’architetturadeicontenutialprogettodellafruizioneL’Archivio degli Allestimenti connette e rende fruibili in un ambiente digitale materiali re-lativi al progetto di allestimenti temporanei con l’obiettivo di restituire, attraverso una sele-zione e rimediazione dei complessi documentali, una panoramica sul processo di progetta-zione del temporaneo e una nuova modalità di fruizione ex post di eventi effimeri, non più esperibili fisicamente perché destinati al disallestimento. Si tratta di immagini fotografiche e testimonianze audio-video digitali/digitalizzate, che documentano un articolato sistema di processi, tecniche, materiali, progetti e progettisti relativi alla cultura del temporaneo. Il focus del progetto riguarda quindi una vasta selezione di sistemi allestitivi temporanei dallo spiccato valore culturale, in termini sia di contenuti (beni culturali esposti), sia di dispositivi
ostensivi o scenici (strumento di mediazione tra il contenuto e il fruitore, essi stessi di carat-tere culturale), in grado di mettere in evidenza l’intreccio tra la dimensione processuale del progetto – dal brief, al concept all’esecutivo di progetto – la dimensione scenica – dispositivi ostensivi, dispositivi multimediali, progetto grafico, materiali, rapporto tra dispositivo sceni-co e opere, loro ordinamento – e la dimensione relazionale – rapporto tra opere, sistema al-lestitivo e contesto/contenitore, rapporto tra sistema allestitivo e fruitore. L’analisi dello stato dell’arte, con un particolare focus sulla tematica degli archivi del progetto, l’individuazione di best practices nel campo della conservazione e valorizzazione del Digital Heritage, l’indi-viduazione di nuovi profili di utente culturale sui quali modellare diversi paradigmi di “fru-izione digitale” e, infine, la definizione dei prerequisiti necessari agli allestimenti per essere considerati, in questo contesto, rappresentativi di una cultura del progetto del temporaneo, sono state le azioni intraprese nella prima fase teorico-analitica del progetto dell’Archivio degli Allestimenti.La seconda fase, di ordine metaprogettuale, ha successivamente avuto come obiettivi la de-finizione dei criteri per la scelta dei progetti di allestimento dei e nei patrimoni archivistici e la definizione di un sistema di indicizzazione e mappatura dei patrimoni documentali in grado di coesistere con gli standard descrittivi propri della disciplina archivistica. Questa fase ha portato alla selezione e analisi, a partire dalle immagini d’archivio, di circa duecento progetti d’allestimento temporanei. La selezione dei patrimoni archivistici è quindi avve-nuta tenendo conto del valore culturale, sia del bene esposto, che del sistema allestitivo nel suo complesso ed è stata finalizzata alla valorizzazione di una serie di esperienze espositive paradigmatiche, nel contesto italiano, dell’exhibition design come disciplina “autonoma”, in termini contestuali, di pratiche e processi consolidatisi attraverso la prassi progettuale e la specializzazione di competenze e professionalità. A questo scopo sono stati individuati tre grandi ordini di appartenenza degli allestimenti: allestimenti progettati da firme storiche, maestri del design e dell’architettura, che rappresentano la storia della cultura del progetto italiano (ad oggi sono state analizzate le figure di Franco Albini, Luciano Baldessari, i BBPR, i fratelli Castiglioni e Carlo Scarpa); allestimenti, spesso autoriali, che, susseguendosi in uno stesso contesto invariante, hanno operato una “riscrittura allestitiva” del luogo trasforman-done la percezione visiva, propriocettiva ed emozionale (sono state selezionate le serie di mostre temporanee ospitate dal Triennale Design Museum, dalle Fruttiere di Palazzo Te a Mantova, dal Museo di Castelvecchio di Verona nella sala Boggian, dalla Basilica palladiana e della chiesa sconsacrata di San Silvestro a Vicenza)4; e infine mostre temporanee firmate da professionisti del progetto di cui è stato possibile effettuare una diretta esperienza sul campo5. Nel progetto dell’interazione dell’Archivio queste tre macroaree vanno a costituire le categorie di ordinamento degli allestimenti e contemporaneamente a proporre tre chiavi di lettura e visualizzazione dei documenti compresenti e alternative: firme storiche, contesti in-varianti e testimonianze del contemporaneo. La selezione nei patrimoni archivistici è invece avvenuta attraverso la ricerca, per ciascun allestimento individuato, di un corpus di materiali già divulgati (attraverso pubblicazioni o reperibili dai cataloghi online di fondazioni, archivi pubblici e privati e siti web dei progettisti), ma smembrati su piattaforme differenti e non co-municanti. L’Archivio Digitale degli Allestimenti assume, quindi, il ruolo di collettore di con-tenuti digitali situati su piattaforme altre, connessi e risemantizzati in un contesto di com-plessiva valorizzazione del progetto del temporaneo: una sorta di archivio inventato (Vitali 2004), assemblaggio di riproduzioni digitali di documenti di varia natura e provenienza tolti dai relativi contesti di appartenenza per essere ricomposti in un nuovo universo di senso. I documenti digitali selezionati (che spaziano da schizzi a materiali di progetto semilavorato
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o definitivo, da riproduzioni delle maquette a renderizzazioni, immagini e video delle fasi di montaggio, dell’allestimento compiuto, del progetto grafico fino a testimonianze dei proget-tisti) sono stati indicizzati mantenendo un ordinamento “per unità di progetto”, e non per serie tipologiche come negli standard tradizionali, concependo l’inventario come un vero e proprio regesto dei progetti (Ciagà 2004). Questa metodologia ha permesso di rileggere le te-stimonianze documentali come un unicum narrativo-descrittivo di iter progettuali compiuti e di andare ad analizzare i singoli allestimenti, scomponendoli in unità informative: dalle più denotative come nome della mostra, anno, sede, progettisti, curatela/committenza, tema della mostra e tipologie di beni culturali esposti, alla più analitica e sofisticata descrizione del sistema allestitivo, suddiviso in dispositivi ostensivi, materiali, dispositivi multimediali, spazio contenitore, sistema dei percorsi, progetto della luce e trattamento grafico.La terza e ultima fase, di ordine progettuale-applicativo, si è concentrata sulla messa a punto di nuovi scenari e modelli di fruizione digitale della cultura del temporaneo e, infine, sulla produzione di una demo esemplificativa. L’eterogeneità e vastità dei documenti selezionati è stata organizzata per essere fruibile attraverso tre diversi modelli di navigazione (per ricerca, per navigazione attraverso mappe interattive, per approfondimenti specialistici e verticali), declinati in cinque differenti “porte di accesso” alla consultazione dei documenti. Da un lato, le unità informative sono andate ad articolare le categorie di ricerca semplice o combinata, abilitando così una navigazione per addetti ai lavori, una know-item seeking (approccio alla ricerca consapevole), i cui codici linguistici oscillano tra diversi livelli di specializzazione; dall’altro lato, una serie di mappe cronologiche e tematiche permettono al fruitore, surfer e non specialista, di sperimentare una navigazione per esplorazione attraverso progetti, pro-gettisti e contesti culturali. La modalità di fruizione per esplorazione è abilitata dalla mani-polazione di un grande atlante generale degli allestimenti, collocati su un’apparentemente disordinata linea temporale, dagli anni trenta a oggi; la timeline, inintelligibile nella sua interezza, diventa accessibile solo attraverso zoom successivi e trascinamenti che ne eviden-ziano le porzioni selezionate dalle quali è possibile richiamare descrizioni e documenti re-lativi all’allestimento scelto. Sulla base di questa prima e complessiva mappatura, vengono proposti, in seconda battuta, due atlanti tematici finalizzati a focalizzare rispettivamente i grandi maestri del progetto e i più significativi contesti culturali ciclicamente reinterpretati da mostre temporanee. Questi ultimi hanno la funzione di porta di accesso o ponte tra una navigazione rizomatica per allestimenti isolati e una modalità di fruizione per tematiche codificate. Le pagine di approfondimento del singolo maestro o contesto assumono l’aspet-to di wall multimediali, costituiti da una selezione di documenti d’archivio, citazioni, testi descrittivi e videoracconti animati (brevi filmati, montaggio di immagini, video d’archivio e una voce narrante che restituisce storia, poetica ed evoluzioni di progetti e progettisti). È in questo livello di approfondimento che emerge chiaramente l’impostazione curatoriale e narrativo-interpretativa dell’Archivio: ogni documento incrementa, infatti, il proprio valore quando è selezionato e inserito in contesti di fruizione differenti, quando la sua “ricolloca-zione” amplia e incrementa le sue potenzialità comunicative, quando è percepito come una casella di una sceneggiatura, una regia comunicativa compiuta. Un ulteriore modello di na-vigazione all’interno dei patrimoni documentali è costituito da approfondimenti-mappature scriptografiche in grado di restituire la complessità delle relazioni tra saperi allestitivi nel processo di realizzazione di un allestimento temporaneo6. Le pagine di approfondimento del singolo allestimento rappresentano, infine, l’ultimo livello di mediazione tra l’utente e la visualizzazione del documento digitale e ricalcano un ordinamento processuale-espositivo: piccole preview dei documenti sono ordinate secondo la logica “cronologica” dell’iter proget-
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tuale, dallo schizzo al semilavorato di progetto, dalla documentazione della posa in opera alla registrazione dell’allestimento compiuto fino ad arrivare a eventuali opere divulgative, quali cataloghi o regesti. Le preview, richiamando i documenti dal loro “contesto di origine” (siti dei progettisti, fondazioni e archivi digitali), ne garantiscono autenticità e integrità, mante-nendo inalterati i riferimenti alle fonti e ai fondi archivistici.
EsitidelprogettoetemiapertiIl progetto dell’Archivio Digitale degli Allestimenti Temporanei, come “luogo immateriale” in grado di raccogliere, documentare e rendere fruibili ex post patrimoni documentali relativi ad allestimenti effimeri destinati, per loro stessa natura, a scomparire, rappresenta una prima spe-rimentazione di nuove modalità di fruizione di una tematica ancora ampiamente da esplorare, quale la documentazione e archiviazione della cultura del progetto temporaneo. Il paradigma di navigazione e fruizione proposto dall’Archivio è risultato quindi dal progetto integrato di: _nuove modalità di fruizione, in grado di restituire la dimensione complessiva dell’evento
espositivo e “repertoriarne” l’esperienza, in ambito digitale, attraverso il progetto di percorsi tematici originali in grado di restituire traiettorie e narrazioni trasversali;
_nuove “porte di accesso” ai patrimoni documentali, accessibili anche a un pubblico non avvezzo alla decodifica dei linguaggi adottati dai sistemi di indicizzazione tradizionali;
_e infine “nuovi materiali” interpretativi e descrittivi, adatti alla restituzione di letture criti-che e sintetiche dell’iter progettuale, degli elementi di originalità, delle tematiche affronta-te, dell’approccio utilizzato dai diversi progettisti in relazione al progetto di mostre e alle-stimenti temporanei.
Focalizzando l’attenzione sulle esigenze di differenziazione e accessibilità per i nuovi emer-genti pubblici culturali digitali, che navigano la rete con un approccio al sapere e alla cono-scenza orizzontale, ondivago e discontinuo, il progetto accoglie sì le istanze di conservazione e salvaguardia di questi “patrimoni progettuali”, ma sposta l’attenzione sulla loro valorizza-zione e divulgazione, grazie alla creazione di percorsi didattici e analitici. L’Archivio degli Allestimenti, avviando e stimolando un dibattito sul tema del progetto del temporaneo da un punto di vista storico-disciplinare, ha voluto istituirsi come mediatore e intermediario tra gli specialisti delle diverse discipline che concorrono al progetto, tra professionisti e – nelle sue sezioni maggiormente divulgative – non addetti ai lavori. La materia, complessa e multisfaccettata, si presta a importanti e stimolanti approfondimenti teorici e progettuali quali, per citarne alcuni, l’apertura degli archivi del progetto a nuove forme di diffusione e valorizzazione dei propri patrimoni (con modalità che possano calarsi in situ, nelle istituzio-ni coinvolte, come azioni complementari alla fruizione in remoto), l’individuazione di nuovi modelli di esperienza fruitiva immersiva, a partire, per esempio, dalla virtualizzazione di allestimenti passati, oppure la definizione di strumenti e pratiche per la conservazione della memoria del progetto, sperimentando azioni di interpretazione e documentazione di mostre ancora in corso.
1 Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Direzione Generale degli Archivi (http://www.archivi.beniculturali.it/tools/DGA-glossario/)2 Sul tema del sapere allestitivo, si veda la Parte seconda: “Documentare e visualizzare il sapere allestitivo: un modello descrittivo dell’allestimento come processo”, a cura di Eleonora Lupo.3 Dall’intervento al convegno “Documentare il contemporaneo. Archivi e Musei di architettura”, Roma 2008.
4 Per quanto riguarda la riflessione sul ruolo dell’allestimento nel rapporto con un contenitore invariante e la sua valen-za storico-architettonica, si vedano le pubblicazioni: M. Borsotti, G. Sartori, Il progetto di allestimento e la sua officina. Luogo, memoria ed evento: mostre alle Fruttiere di Palazzo Te, Mantova, Skira Milano 2009; A. Di Lieto, F. Bricolo (a cura di), Allestire nel museo. Trenta mostre a Castelvecchio, Marsilio, Venezia 2010; D. Battilotti, S. Polano (a cura di), Allestimenti tra le quinte di Palladio, Electa Architettura, Milano 2008.5 Per l’approfondimento di quest’ultima categoria, denominata testimonianze contemporanee, si veda la Parte seconda “Documentare e visualizzare il sapere allestitivo: un modello descrittivo dell’allestimento come processo”.6 Per l’approfondimento di quest’ultima sezione si veda la Parte seconda “Documentare e visualizzare il sapere allestiti-vo: un modello descrittivo dell’allestimento come processo”.
RiferimentibibliograficiD. Battilotti, S. Polano (a cura di), Allestimenti tra le quinte di Palladio, Electa Architettura, Milano 2008.M. Borsotti, G. Sartori, Il progetto di allestimento e la sua officina, in Luogo, memoria ed evento: mostre alle Fruttiere di Palazzo Te, Mantova, Skira Milano 2009.A. Bruschi (a cura di), La memoria del progetto. Per un archivio dell’architettura moderna a Roma, Gangemi Editore, Roma 2006.D. Capaldi, Un “generale convivio”. Strategie e migliori pratiche del Digital Heritage, in D. Capaldi, E. Ilardi, G. Ragone, I cantieri della memoria. Digital Heritage e istituzioni culturali, Liguori Editore, Napoli 2011.G.L. Ciagà, Gli archivi di design e di architettura. Metodologie di riordino e catalogazione, in F. Celaschi, R. Trocchia-nesi (a cura di), Design & Beni Culturali. La cultura del progetto nella valorizzazione del bene culturale, Edizioni POLI.Design, Milano 2004.F. Colombo, Gli archivi imperfetti. Memoria sociale e cultura elettronica, Vita e Pensiero, Milano 1986.D. Dernie, Design espositivo, Logos, Modena 2006.A. Di Lieto, F. Bricolo (a cura di), Allestire nel museo. Trenta mostre a Castelvecchio, Marsilio, Venezia 2010.E. Faroldi (a cura di), Memoria progetto tecnologia, Allemandi & Co., Torino 2008.M. Ferraris, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Editori Laterza., Bari 2009.P. Jeudy, Fare memoria. Perché conserviamo il nostro patrimonio culturale, Giunti, Firenze 2011.M. Mastropietro (a cura di), Progettare mostre. Dieci lezioni di allestimento, Lybra, Milano 1991.A. Piva, P. Galliani (a cura di), Gli archivi del progetto, Lybra, Milano 2005.S. Polano, Mostrare, Lybra, Milano 2000.A. Salarelli, A.M. Tammaro, La biblioteca digitale, Bibliografica, Milano 2000.E. Terenzoni, Forum “Gestire, conservare, comunicare. Strategie”, in M. Guccione (a cura di), Documentare il contempo-raneo. Archivi e musei di architettura. Atti della giornata di studio (Roma, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, 21 gennaio 2008), Gangemi Editore, Roma 2009.S. Vitali, Passato digitale. Le fonti dello storico nell’era del computer, Bruno Mondadori, Milano 2004.I. Zanni Rosiello, Gli archivi nella società contemporanea, Il Mulino, Bologna 2009.
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ThedigitalarchiveamidpreservationandtransformationMemory, intended as a “deposit for the preservation and transmission of knowledge” (Faroldi 2008, p.7), in the analogical universe is constituted by a set of works, documents, prac-tices and testimonies which museums, archives and libraries have contributed to selecting, preserving and rendering accessible. Insofar as a living memory which is augmentable and mouldable, over the course of the centuries it has always followed a cycle of creation-search-use-new creation (or rather reinterpretation - UCLA Department of library and information science), a cycle which in the current era of new media is experiencing progressive accelera-tion. In the context of Digital Heritage, the digital medium in fact allows the increased ac-cessibility and availability of cultural heritage, and the improved possibility to activate the cognitive redefinition of cultural heritage on a macro scale. “The memory plays a twofold role in the world of the web: on one hand it is an activity of objectification which exports materi-als and testimonies from the web, intended as a supportive tool for preservation, a digitised general archive and as matter for raw reuse; on the other hand however it is also the practice of internalising and reorganising the past as a cognitive, affective and emotional itinerary, the fruit of the elaboration of preserved information which can always be implemented by the community of visitors” (Capaldi 2011, p.129): a cognitive redefinition which occurs both through the work of the mediator (in the case of the project for the Archive of Temporary Exhibitions, this is the curator/designer who selects the documents and designs the methods of visualisation and fruition) and of the user.Whilst in its original state an archived document is predominantly constituted by a “writ-ten testimony about a fact of a legal nature, compiled in observance of certain forms which grant the document public credibility and evidential weight”1, today the ‘document’ has lost the exclusivity of a physical-scriptographic support in favour of a process-based perspective of cultural heritage: “we have now moved on to consider ‘documents’ to be instruments, objects, homes, clothing, food and anything else which may prove to be a carrier of mean-ings (...) a document is the fruit of the capacity of the researcher to interrogate a material” (Salarelli, Tammaro 2000, p.17). In the case of the Digital Archive of Temporary Exhibitions, the value of the documentary heritage handled is provided by both the intrinsic value of the documented object (sketches, renderings, models, technical designs, presentation drawings, videos and photographic images which reproduce the design and cultural dimension of the
8_Architecture of contents and experience paths. The Digital Archive of Temporary Exhibitions as a connective and exploratory spaceAlessandra Spagnoli
exhibition) and by the added value attributed by the mediator, in terms of its informative and cultural potential. The intangibility of information supports and the medium through which experience occurs, blur the boundaries of the already complex forms of memory (Co-lombo 1986): registration, or rather the storage of a fact in a supportive tool, through an image which reproduces the icon, the appearance of the fact itself; archiving, or rather the translation of a fact into ciphered information which is retrievable from within a system, like computer databases which recall analogical assets; archiving of registration, the translation of an image-memory, of an mnemonic icon into an archival sign which is retrievable from within a system, like in the case of archives of digital and/or digitised assets; the registra-tion of archiving, or rather the reproduction of archived signs to prevent their possible loss, through backups or copies of archives. The Archive of Exhibitions project deals with the memory of design of the Ephemeral both in their archived form and through the archiving of their registration, by designing an architecture of contents and methods of visualisation of both the registration and archiving of exhibition knowledge, proposing its own descriptive model2.The role of mediation and decryption bestowed upon the designer, and which within the interpretive process positions him/her between the source/document and its recipient/user, emphasises the process of transformation and resemantisation which cultural heritage expe-riences in the digitalisation>archiving>experience process. “In the digital environment, the absence of physicality in archives means that it is not objects and things which are preserved, but rather the capacity to reproduce them (...) preserving means continuously transforming” (Zanni Rosiello 2009, p.100); authenticity, or rather correspondence to an original “truth”, and integrity, intended as the impossibility of modifying the original, assume new meanings given the need to migrate the documents: integrity is maintained when modifications are recognised, whilst the concept of authenticity, in the digital universe, must not be compared to the physical asset’s quality of uniqueness, but rather to the level of conformity between copies. The accessibility of a digital archive is directly proportional to the tools it provides for the search and visualisation of information, to the quality and intelligibility of the archi-tecture connecting the contents, and last but not least, to the decryption of the register and logics of the archival standard. The need to create tools for diffusion and communication, suitable and efficient for a broad and often “non-expert” public wishing to search design archives (urbanistic and architectural) is a need which was also highlighted by Erilde Teren-zoni (General Directorate of Archives)3: design and culture operators, who don’t necessarily need to possess archiving skills, often encounter the inaccessibility of traditional archives given that “in general, the action of mediation between the archive and its user is entirely missing: a genuine presentation and illustration of materials, capable of allowing compre-hension and therefore satisfying experience needs” (Terenzoni 2009, p.79).
TheDigitalArchiveofTemporaryExhibitions:fromthearchitectureofcontentstothedesignofexperienceThe Archive of Exhibitions connects materials relative to temporary exhibition projects, mak-ing them available for fruition in a digital environment. Through the selection and remedia-tion of documentary complexes, the objective is to reproduce an overall view of the design process of temporary projects and to create a new ex-post method of experience for ephemeral events, no longer physically achievable as these are destined for disassembly. The archive in-cludes photographic images and digital/digitised audio-video testimonies which document an articulated network of processes, techniques, materials, designs and designers relative to
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the culture of the Ephemeral. The focus of the project therefore concerns a broad selection of temporary exhibition systems with a high cultural value, both in terms of content (heritage assets exhibited) and ostensive and scenic devices (tools for mediation between the content and the user, themselves of a cultural nature) capable of highlighting the storyline between the process-based dimension of the design - from the brief, to the concept, to the final de-sign - the “scenic” dimension - ostensive devices, multimedia devices, graphic design, building materials, relationship between the scenic device and works, their organisation - and the “re-lational” dimension - relationship between works, exhibition system and context/container, relationship between exhibition system and user. The analysis of the state of the art, with a particular focus on the theme of archives on the design issue, the identification of best prac-tices in the field of the preservation and enhanced value of Digital Heritage, the identification of new cultural user profiles upon which to model different “digital experience” paradigms, and finally, the definition of the prerequisites needed for exhibitions to be considered, in this context, representative of the culture of the design of Ephemeral, were the actions undertaken during the first theoretical-analytical phase of the Exhibition Archive project.The objectives of the second, metadesign phase, were subsequently the definition of the criteria for the selection of exhibition designs of and in archival cultural heritage, and the definition of an indexing and mapping system for documentary cultural heritage, capable of coexisting with the descriptive standards of the archival discipline itself. This phase led to the selection and analysis, based on archived images, of approximately 200 temporary exhibition projects. The selection of archival cultural heritage was therefore made taking into account the cultural value of both the exhibited asset and the exhibition system as a whole, the purpose of which was to enhance the value of a series of paradigmatic exhibition experi-ences in the Italian context of exhibition design, considered as an “autonomous” discipline in contextual terms, and of the practices and processes consolidated through the design pro-cedure, as well as the specialisation of skills and competencies. For this purpose, three broad exhibition categories were identified: exhibitions designed by historical authors, masters of design and architecture who represent the history of the culture of Italian design (as at today, Franco Albini, Luciano Baldessari, the BBPR, the Castiglioni brothers and Carlo Scarpa have been analysed); exhibitions, often authorial, held consecutively within the same invariable context, which “rewrote” the place through the exhibition itself, transforming the visual, pro-prioceptive and emotional perception (a series of temporary exhibitions housed at the Trien-nale Design Museum, the Fruttiere di Palazzo Te in Mantova, the Museo di Castelvecchio of Verona in the Boggian sala, the Basilica palladiana and the deconsecrated Church of San Silvestro in Vicenza were selected)4; and finally temporary exhibitions by design profession-als for which it was possible to enjoy a direct experience onsite5. In the Archive’s interactive design, these three macro areas constitute the exhibition categories, and at the same time propose three reading and viewing keys for co-present and alternative documents: historical authors, invariable contexts and testimonies of the contemporary. The selection in archival cultural heritage instead occurred through a search, for each identified exhibition, of a cor-pus of already popularised materials (through publications, or which were retrievable from the online catalogues of foundations, public and private archives and designer websites) but which were broken down across different, non-connecting platforms. The Digital Archive of Exhibitions therefore assumes the role of a collector of digital contents situated on other platforms, connected and resemantised within the context of enhancing the overall value of the design of the Ephemeral: a type of invented archive (Vitali 2004), an assembly of digital reproductions of documents of a various nature and origin, removed from their relative con-
texts and recomposed in a new universe of meaning. The digital documents selected (which range from sketches to semi-finished or final design materials, reproductions of drafts to renderings, images and videos of assembly phases, completed exhibitions, graphic designs and designer testimonies) were indexed using a “per project unit” type of organisation rather than being organised according to typologies, as per traditional standards, thereby conceiv-ing the inventory as a genuine projects chronological list (Ciagà 2004). This methodology made it possible to reread documentary testimonies as a narrative-descriptive unicum of the design processes performed, and to analyse individual exhibitions by breaking them down into informative units: from the most denotative such as the name of the exhibition, year, place, designer, curatorship/client, exhibition theme and type of heritage asset exhibited, to the most analytical and sophisticated description of the exhibition system, divided into os-tensive devices, materials, multimedia devices, container space, types of itineraries, lighting designs and graphic handling.The third and final phase, of a design-application nature, was focused on the refinement of new scenes and digital experience models of the culture of the Ephemeral, and finally, on the production of an example demo. The heterogeneity and vastness of the selected docu-ments has been organised in such a way as to allow fruition through three different naviga-tion models (by search, by navigation through interactive maps, by specialist and vertical in-depth analyses), separated into five different “entry doors” providing access to the docu-ments. On one hand the informative units articulated the simple or combined search catego-ries, thereby enabling a type of navigation for insiders, a know-item seeking (knowledgeable search approach) where linguistic codes oscillate between different levels of specialisation; on the other hand a series of chronological maps and themes allow users, surfers and non-specialists to experience navigation through the exploration of projects, designers and cul-tural contexts. The exploratory browsing is enabled by the manipulation of a large general atlas of exhibitions, positioned on an apparently disorderly timeline, from the thirties until now; the timeline, unintelligible in its entirety, becomes accessible only through subsequent zooming and dragging, highlighting selected portions from which it is then possible to ex-tract descriptions and documents relative to the selected exhibition. On the basis of this initial and complex mapping, two thematic atlases are then proposed, the aim of which is to focus respectively on the great masters of design and the most significant cultural contexts, cyclically reinterpreted by temporary exhibitions. These last two function as an entry door or bridge between a rhizomatic navigation for isolated exhibitions, and a fruition method for codified themes. The in-depth analysis pages of individual masters or contexts assume the appearance of a multimedia wall constituted by a selection of archival documents, cita-tions, descriptive texts and animated video-accounts (short films, collage of images, archival videos and a narrative voice which recounts the history, poetics and evolution of designs and designers). It is in this level of analysis that the curatorial and narrative-interpretive arrange-ment of the Archive clearly emerges: the value of each document is in fact enhanced when it is selected and inserted into different experience contexts, when its “repositioning” ampli-fies and increases its communicative potential, when it is perceived as a scene in a script, a communicative and accomplished production. Finally, one last model of navigation inside the documentary cultural heritage is constituted by in-depth analyses/scriptographic map-pings, capable of restoring the complexity of the relationships between forms of exhibition knowledge in the process of creating a temporary exhibition6. The in-depth analysis pages of the individual exhibition represent the last level of mediation between the user and the visualisation of the digital document, and retrace a process-based/exhibitive system: small
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previews of documents are arranged according to the “chronological” logic of the design process, from the sketch to the semi-finished design, from the documentation to installation and the registration of the completed exhibition, and finally to informative publications such as catalogues or educational books.. The preview, recalling documents from their “original context” (websites of designers, foundations and digital archives) guarantees authenticity and integrity, without altering references to sources and archival funds.
OutcomesofprojectandopenthemesThe project for the Digital Archive of Temporary Exhibitions, an “intangible place” capa-ble of collecting, documenting and rendering usable ex-post documentary cultural herit-age relative to ephemeral exhibitions, which by their very nature are destined to disappear, represents the initial experimentation of new experience methods of a theme which is still yet to be widely explored: the documentation and archiving of the culture of the design of the Ephemeral. The browsing and experience paradigm proposed by the Archive is therefore the result of a project integrated by: new methods of experience capable of reproducing the overall dimension of the exhibition event and to “repertoire” its experience, in a digital envi-ronment, through the design of original thematic itineraries capable of reproducing trans-versal trajectories and storylines; new “entry doors” to documentary cultural heritage, also accessible to a public unaccustomed to deciphering the register used by traditional indexing systems; and finally, “new interpretive and descriptive materials” suitable for allowing the critical and synthetic reading of the design process, original elements, themes dealt with, and approaches used by designers in relation to the design of temporary exhibitions and displays.Focusing the attention on the need for differentiation and accessibility for new, emerging dig-ital cultural audiences who surf the web using a horizontal, wavering and discontinuous ap-proach to knowledge and awareness, the project welcomes the preservation and safeguarding of this “design heritage”, but also shifts the attention onto their value enhancement and popu-larisation, thanks to the creation of educational and analytical itineraries. The Archive of Exhi-bitions, triggering and stimulating a debate on the theme of the design of the Ephemeral from a historical-disciplinary perspective, is intended as a mediator and intermediary between the experts of various disciplines which contribute to the project, between professionals and - in its predominantly popularising sections - non-insiders. The complex and multifaceted subject lends itself to important and stimulating theoretical and design-based analyses, including, to quote just a few, the opening of design archives to new forms of diffusion and the enhanced value of their cultural heritage (using methods which may be incorporated onsite, in the in-stitutions involved, as actions complementary to remote experience), the identification of new models of immersive experiences, for example based on the virtualisation of past exhibitions, or the definition of tools and practices to preserve the design memory, experimenting interpretive actions and the documentation of exhibitions still underway.
1 Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Department of Cultural Heritage Assets and Activities). Direzione Generale degli Archivi (General Directorate of Archives) (http://www.archivi.beniculturali.it/tools/DGA-glossario/)2 On the theme of exhibition knowledge, see part II “Documenting and viewing exhibition knowledge: a descriptive model of exhibitions as a process”.3 From the speech at the conference “Documentare il contemporaneo. Archivi e Musei di architettura”, Rome 2008.4 In regards to a reflection on the role of an exhibition in the relationship with an invariable container and its historical-architectural worth, see the following publications: Borsotti M., Sartori G., Il progetto di allestimento e la sua officina.
Luogo, memoria ed evento: mostre alle Fruttiere di Palazzo te, Mantova, Skira, Milan 2009; Di Lieto A., Bricolo F. (eds.), Allestire nel museo. Trenta mostre a Castelvecchio, Marsilio, Venice 2010; Battilotti D., Polano S. (eds.), Allestimenti tra le quinte di Palladio, Electa Architettura, Milan 2008.5 For an in-depth analysis of this last category, named contemporary testimonies, see part II “Documenting and viewing exhibition knowledge: a descriptive model of the exhibition as a process”.6 For an in-depth analysis of this last section, see part II “Documenting and viewing exhibition knowledge: a descriptive model of the exhibition as a process”.
ReferencesD. Battilotti, S. Polano (eds.), Allestimenti tra le quinte di Palladio, Electa Architettura, Milan 2008.M. Borsotti, G. Sartori, Il progetto di allestimento e la sua officina, in Luogo, memoria ed evento: mostre alle Fruttiere di Palazzo Te, Mantova, Skira Milan 2009.A. Bruschi (ed.), La memoria del progetto. Per un archivio dell’architettura moderna a Roma, Gangemi Editore, Rome 2006.D. Capaldi, Un “generale convivio”. Strategie e migliori pratiche del Digital Heritage, in D. Capaldi, E. Ilardi, G. Ragone, I cantieri della memoria. Digital Heritage e istituzioni culturali, Liguori Editore, Naples 2011.G.L. Ciagà, Gli archivi di design e di architettura. Metodologie di riordino e catalogazione, in F. Celaschi, R. Trocchia-nesi (eds.), Design & Beni Culturali. La cultura del progetto nella valorizzazione del bene culturale, Edizioni POLI.Design, Milan 2004.F. Colombo, Gli archivi imperfetti. Memoria sociale e cultura elettronica, Vita e Pensiero, Milan 1986.D. Dernie, Design espositivo, Logos, Modena 2006.A. Di Lieto, F. Bricolo (eds.), Allestire nel museo. Trenta mostre a Castelvecchio, Marsilio, Venice 2010.E. Faroldi (ed), Memoria progetto tecnologia, Allemandi & Co., Turin 2008.M. Ferraris, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Editori Laterza., Bari 2009.P. Jeudy, Fare memoria. Perché conserviamo il nostro patrimonio culturale, Giunti, Florence 2011.M. Mastropietro (ed.), Progettare mostre. Dieci lezioni di allestimento, Lybra, Milan 1991.A. Piva, P. Galliani (ed.), Gli archivi del progetto, Lybra, Milan 2005.S. Polano, Mostrare, Lybra, Milan 2000.A. Salarelli, A.M. Tammaro, La biblioteca digitale, Bibliografica, Milan 2000.E. Terenzoni, Forum “Gestire, conservare, comunicare. Strategie”, in M. Guccione (ed.), Documentare il contemporaneo. Archivi e musei di architettura. Atti della giornata di studio (Roma, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, 21 gennaio 2008), Gangemi Editore, Rome 2009.S. Vitali, Passato digitale. Le fonti dello storico nell’era del computer, Bruno Mondadori, Milan 2004.I. Zanni Rosiello, Gli archivi nella società contemporanea, Il Mulino, Bologna 2009.
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Modelli di documentazione e visualizzazione del Temporaneo _ Archivio Digitale degli Allestimenti Temporanei: progetto dell’interfaccia e modalità di fruizione._ La mostra “Nerone”: caso studio di mappatura delle componenti di sapere allestitivo e del processo di realizzazione di un allestimento.
Documentation and visualisation models of the Ephemeral
_ Digital Archive of Temporary Exhibitions: interface design and cultural experience models._ The “Nero” Exhibit: Case study of mapping of exhibition knowledge components and process of developing an exhibition.
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