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I BARTOLOMEO MAZZOTTA PAVIMENTI LAPIDEI E MUSIVI [RESSO lA VILLA DI CAPO DI BOVE SULlA VIA APPIA ANTICA. CENNI PRELIMINARI AISCOM I Atti dell 'XI Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico Ancona, 16-19 febbraio 2005 I EDIZIONI SCRIPTA MANENT TIVOLI 2006

B. MAZZOTTA, Pavimenti lapidei e musivi presso la Villa di Capo di Bove sulla via Appia Antica. Cenni preliminari, in Atti dell’XI Colloquio Associazione Italiana per lo Studio e

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I BARTOLOMEO MAZZOTTA

PAVIMENTI LAPIDEI E MUSIVI[RESSO lA VILLA DI CAPO DI BOVE SULlA VIA APPIA ANTICA.

CENNI PRELIMINARI

AISCOM

IAtti dell 'XI Colloquio

dell'Associazione Italiana per lo Studioe la Conservazione del Mosaico

Ancona, 16-19 febbraio 2005

I EDIZIONI SCRIPTA MANENTTIVOLI 2006

BARTOLOMEO MAZZOTTA

PAVIMENTI LAPIDEI E MUSIVIPRESSO LA VILLA DI CAPO DI BaVE SULLA VIA APPIA ANTICA.

CENNI PRELIMINARI

Nel gennaio 2002 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha acquistatoin via di prelazionel, una proprietà al civico 222 di via Appia Antica. Oggettodell'acquisto è stata un'area di circa mq 8500 comprendente un parco, un edifi-cio abitativo principale su tre livelli ed uno secondario, già destinato a dépendancedella villa (fig. l).

L'interesse archeologico dell'area era già evidente quando la stessa era inproprietà privata, in quanto erano visibili strutture murarie antiche ed una pavi-mentazione musiva a tessere bianche e nere. I resti, abusivamente portati in luceprobabilmente dall'ultimo proprietario, presentavano evidenti tracce di restauriintegrativi, che in qualche caso hanno pregiudicato una corretta lettura dellemurature antiche.

La proprietà è situata circa m 460 oltre il Mausoleo di Cecilia Metella, sul latoopposto della strada, poco oltre l'antico cippo del III miglio. L'area, interessata inetà romana da monumenti funebri e da strutture a carattere agricolo produttivo/,fu in epoca medievale inclusa nella tenuta di "Capo di Bove"; il toponimo, derivatodai bucrani che ornano il fregio posto alla sommità del sepolcro di Cecilia Metella,è tutt' oggi conservato nella zona.

L'edificio abitativo, riconoscibile nel Catasto Pio Gregoriano del 18183 e nellapianta di Pietro Rosa del 1853-18544, era inserito all'inizio del 1800 in una tenutadi proprietà del Monastero di S. Paolo, data in enfiteusi a Monsignor Fabio DeVecchis e definita "casa ad uso della vigna'". La struttura, architettonicamentetrasformata tra gli anni '50 e '70 del XX secolo, sorge su una cisterna romana.Attualmente è in fase progettuale la ristrutturazione dell'immobile per destinarloa centro di documentazione dell'Appia, dedicato ad Antonio Cede ma, secondo

I La prelazione è stata curata dalla dott.ssa Rita Paris, dall'arch. Luigi Vergatini e dal sig. DomenicoAinis della Soprintendenza Archeologica di Roma, dal dott. Alessandro Bedini e dalla sig.ra RosannaVisentin per la Direzione Generale Beni Archeologici. La procedura si è potuta concludere rapidamenteanche grazie al celere espletamento delle procedure da parte dell'Awocatura Generale dello Stato, inparticolare dell'avv. Paolo Di Tarsia Di Belmonte e dell'aw. Maria Elena Scaramucci.

2 La villa si trova di fronte alla tomba romana definita Torre di Capo di Bove sulla quale è visibilela targa marmo rea che ricorda la misurazione trigonometrica di padre A. Secchi effettuata nel 1855;dinanzi ad essa, all'interno dell'area acquisita, si trovano i resti di un altro sepolcro a torre; varie eranoanche le tenute a carattere agricolo residenziale che insistevano nella zona, prima fra tutte quella diErode Attico.

3 Archivio di Stato di Roma, Catasto Gregoriano, Brogliardo 161 (3°) Agro Romano, princ. dimappa 616.

4 G. TOMASSETT1,La campagna romana, II, Firenze 1975, tav. IIl; cfr. anche L. CANINA,La prima partedella via ApPia dalla porta Capena a Boville, I, Roma 1853, tav. I.

5 Cfr. nota 3.

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un progetto del Comune di Roma d'intesa con la Soprintendenza Archeologicadi Roma ed Italia Nostra".

Dal febbraio del 2003, sotto la direzione scientifica della dott.ssa R. Paris", èstata avviata una campagna di scavo nell'area antistante la villa che, con diverseinterruzioni, è ancora in corso.

L'esplorazione, che ha interessato una superficie complessiva di mq 1200, haportato alla luce parte di un complesso termale (fig. 2) forse relativo ad una villaprivata o ad una struttura pubblica in connessione con la notevole frequentazionedell'adiacente arteria stradale. Va sottolineata l'eccezionalità del ritrovamento el'unicità di un simile impianto in un'area così importante del suburbio romano.Il complesso, tra l'altro, risulta inedito non trovando menzione né su fonti antichené, tantomeno, citazioni su documenti di età moderna''.

Sono emersi, finora, 26 ambienti costruiti in opera cementizia con cortinain opus latericium e in opera mista costituita dall'alternanza di fasce di mattoni epezzame di leucitite basaltica". L'esame delle murature, lo studio del loro moduloe dei bolli rinvenuti sembrerebbero attestarne la prima fase costruttiva alla metàcirca del II secolo d.C. Vi sono comunque evidenti segni di fasi edilizie successiveche documentano la frequentazione dell'impianto e la trasformazione di parti diesso, perlomeno fino al IV secolo; dato confermato anche dal materiale ceramico enumismatico rinvenuto. Lo scavo ha, inoltre, evidenziato fasi di frequentazione piùtarda, probabilmente post medievale, avvalorate dal ritrovamento di tre strutturea carattere agricolo produttivo.

Il prossimo completamento dello scavo archeologico e soprattutto il prosie-guo dello studio analitico delle strutture murarie e del materiale rinvenuto, potràsicuramente fornire dati più puntuali sull'impianto portato in luce. Tralasciandoquindi problematiche di carattere più strettamente stratigrafico, relative alle diversefasi edilizie e alle funzioni precipue dei singoli ambienti, ci soffermeremo con lapresente comunicazione a descrivere e ad analizzare i pavimenti marmorei e musivifino ad ora rinvenuti.

A causa del succedersi delle spoliazioni la maggioranza degli ambienti risultapriva dei rivestimenti decorativi sia parietali che pavimentali; mancano spesso, quin-di, tracce visibili che possano darei certezza sul tipo di pavimentazione adottata.Rimangono, comunque, porzioni di pavimenti a mosaico e in lastre di marmo.

Passiamo ora alla descrizione di quegli ambienti di cui si conserva totalmenteo parzialmente la pavimentazione e che sono stati sottoposti ad intervento di re-stauro, non ancora completamente ultimato, le cui informazioni sono riportate inuna comunicazione pubblicata in questo volume-''.

6 Una volta ultimati i lavori, è in progetto di trasferire nella villa l'immenso archivio di AntonioCederna recentemente donato dagli eredi alla Soprintendenza Archeologica di Roma.

7 Proprio a lei va il mio ringraziamento per avermi affidato l'assistenza archeologica agli scavi e peraver reso possibile, attraverso la sua disponibilità ed i suoi preziosi consigli, questa comunicazione.

8 Un'indicazione riportata da Lanciani (R. LANCIANl,'Via Appia', in NSc, 1885, pp. 71-72) descri-ve brevemente un ritrovamento di dieci ambienti termali individuati in proprietà Mora, attualmentevicino alla nostra area, che forse potrebbero essere iden tificati con quelli oggi rinvenuti. È in corsouno studio sui documenti d'archivio per cercare di chiarire i limiti ottocenteschi di tale proprietà edeventualmente confermare o meno l'identificazione dei due ritrovamenti.

9 Un confronto di questa tecnica edilizia a carattere misto lo troviamo nella vicina villa dei Quintiliin cui tali murature vengono inquadrate nell'ambito dell'età adrianea: cfr. La villa dei Quintili, Mar-tellago 2000, p. 81.

IO Cfr. I. ARLEITI, M. BARTOLI,A. CIRlLLO,A. DI CLEMENTE,R. PONTI, 'Restauro di pavimenti musivie lapidei nell'area archeologica di Capo di Bove - Roma', in questi stessi Atti.

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Pavimentazioni a mosaico

Dall'ambiente 12 (fig. 2) sono emerse diverse porzioni di mosaico pavimen-tale a piccole tessere bianche e nere (fig. 9) di mm lO x 8 e alte mm 20 ca.; unframmento figurato presenta i resti di una fila di arcate peltiformi rivolte versol'interno con colonnine complete di capitelli; dopo una linea di riquadratura com-posta da tre file di tessere nere, nel campo bianco è presente una scena figurata dicui resta visibile una porzione di fiera (o cane?) ed una testa umana. L'ambiente,che misura cm 340 x 295, non è stato ancora totalmente scavato, si resta quindiin attesa di proseguire l'indagine archeologica nell'eventualità di recuperare altreporzioni dello stesso mosaico che possano darei una lettura più chiara della scenarappresentata. Si rimanda, pertanto, ad una fase successiva l'analisi più approfon-dita di questo motivo decorativo che sembra comunque rientrare nell'ambito delII secolo d.C.

I numeri 15A, 17 e 18 (figg. 2-5) indicano strutture relative ad una tarda faseedilizia dell'impianto termale e si riferiscono, in particolare, a vasche idraulichepavimentate con tessere musive di marmo prevalentemente bianco attualmentericoperte da uno strato di calcare+'. Nella vasca 15A, che misura m 4,78 x 3,14,le tessere sono di grandezze diverse e la misura più ricorrente è mm 30 x 40con un'altezza di mm 25; le tessere della vaschetta 18, che ha un diametro di cm154, misurano mm 25 x 35 con un'altezza di mm 20; ed infine la 17, non ancoracompletamente indagata e che presenta un lato di cm 218, ha tessere di mm 20x 25 alte mm 20. Le tessere musive dei tre pavimenti hanno forme irregolari esembrano realizzate con marmi di reimpiego.

Sul limite nord est dell'area di scavo (fig. 2 n. 14 e fig. 6) è emersa unaporzione di pavimentazione a mosaico di tessere bianche di mm 30/35 x 40/45per un'altezza di mm 25, relativa ad una struttura ancora non chiaramente iden-tificata.

Due sono i mosaici a grandi tessere bianche e nere (figg. 7-8) che bene siinseriscono nel repertorio geometrico che dalla fine del II secolo comprende tuttal'età severiana. In questo periodo, infatti, l'arte musiva rispecchia il generale cam-biamento di gusto decorativo, prediligendo grandi motivi a tessere nere organizzatiin composizioni geometriche che si staccano nettamente dal fondo bianco-". Imosaici in questione costituiscono il piano di calpestio di due ambienti speculari(fig. 2, nn. 5 e 24) prossimi al presunto ingresso dell'impianto termale. Entrambii mosaici mostrano chiari segni di danneggiamento causati dalle arature tra i filaridella vigna presente su quest'area ancora nel XIX secolo, come documentato dalcatasto Pio Oregoriano-f e dallo scavo che ha perfettamente rinvenuto i sulci dicoltivazione larghi circa cm 100 e le relative porcae.

L'ambiente 5 (fig. 2) che misura m 5,12 x 8,32, già portato in luce abusivamentedai precedenti proprietari della villa, presenta una pavimentazione musiva a tesserebianche e nere (fig. 7), parzialmente conservata e con chiari segni di integrazioniempiricamente realizzate. Il mosaico si conserva per una larghezza massima dicirca m 3 e copre tutta la lunghezza dell'ambiente. Le tessere misurano mm 20 x25 e sono alte mm 20. Dopo una larga balza perimetrale a tessere nere, il campo

j] Questi mosaici non sono ancora stati ripuliti, pertanto soltanto dopo l'intervento di restauro saràpossibile determinare con certezza la qualità dei marmi impiegati. Sembra, comunque, predominantel'utilizzo di marmi bianchi per gli ambienti 15A e 18 e di tipologia varia per l'ambiente 17.

12 BECAITI 1961, pp. 328-336; MORRlCONE 1970, pp. 520-526.13 Cfr. nota 3.

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bianco è incorniciato da una linea nera di riquadratura e presenta vasi panciutidal collo cilindrico svasato e dal fondo piatto riuniti in croce diagonalmente. Sulfondo bianco si leggono alcuni motivi di risulta: l'accostamento degli orli dei vasidà origine a stelle a quattro punte dai lati concavi, l'accostamento delle basi aquadrati e quello dei profili a sinusoidi contigue. Non sono attestate comparazionipuntuali di questo motivo, ma un confronto parziale si ha con un mosaico dalladomus Fulminata di Ostial? datato alla prima metà del 111 secolo d.C., con uno dalcomplesso della domus Pactumeiorum sull'Aventino-'' datato dalla fine del II secoloa tutta l'età severiana e con uno dalla villa romana in località Lazzaro di Motta S.Giovanni (RC)16. Una composizione ortogonale a croci di clave, vagamente acco-stabile al nostro motivo, si trova in due mosaici da Aquincum in Ungheria!",

L'ambiente 24 (figg. 2,8), non ancora totalmente indagato, presenta anch'esso'. un mosaico bianco e nero conservato per una larghezza di m 1,60 ca. e per la

totalità della lunghezza dell'ambiente che misura m 7,27. La dimensione mediadelle tessere è di mm 20 x 25 per un'altezza di mm 20. Il mosaico è caratterizzatoda una larga balza perimetrale nera, da una linea di riquadro e dal campo biancodecorato con un motivo a bipenni nere (diametro cm 47) in file diagonali chene delimitano altrettante bianche sul fondo, disposte in senso opposto-I'. Con-fronti puntuali si hanno con cinque mosaici rinvenuti in Italia, tre in Gallia, unoin Spagna, due in Bulgaria e tre rispettivamente in Tunisia, Algeria e Marocco.Dall'Italia: due, di età severiana provengono da Roma, in particolare dai CastraPraetoria19 e da piazza S. Egidi020; uno da Ostia nella terza statio del piazzale delleCorporazioni'", inquadrato tra il II ed il 111 secolo; uno delle terme di TrebulaSuffenas a Ciciliano= nei pressi di Roma, datato tra il 130 ed il 150 d.C.; infineun mosaico è stato rinvenuto sotto la cattedrale di Chiusi=', Dalla Gallia: uno daClerval-", l'antica Velatodurum, della fine II - inizi 111 secolo d.C. ed altri due dallavilla di Séviac a Montréal du-Cers'", forse inquadrabili alla seconda metà del IVsecolo. Un mosaico è stato recuperato nel 1968 presso un edificio di Can Xammar

14 BECATII 1961, p. 108, n. 204, tav, CXIIl; Déc01·, tav. 159, b.15 M. GRANDI, F. OLEVANO, 'Pavimenti del complesso della domus Pactumeiorum sull'Aventino', in

AISCOM II, pp. 361-374, in part. pp. 365-366, figg. 3, lO.16 E. ANORONICO, 'Scoperta di pavimenti musivi in contesto di villa romana di età imperiale in

località Lazzaro di Motta S. Giovanni (Reggio Calabria)', in AISCOM IV, pp. 401-412, in part. p. 408,figg. 5, 6d (vano 4, nicchia). ,

17 Per il primo mosaico cfr. A. Kiss, 'Quelques monuments de la mosaique en Pannonie. Problèmesde style de cet art', in IICollIntMos, pp. 209-217, tav. LXXI, 2; Décor, tav. 159, c; per il secondo cfr. ivi,tav. LXXII, l; Décor Il, tav. 364, b. Per entrambi cfr. À. KIss, Roman mosaics in Hungary, Budapest 1973,pp. 14, 15, figg. 8, 9.

18 Décor, tav. 221, a; H. STERN, 'Répertoire graphique du décor géométrique dans la mosaiqueantique', in BullAlEMA, 4, 1973, nn. 74, 508.

19 V. VINCENTI,'Mosaici inediti dei Castra Praetoria. Cenni preliminari', in AISCOM IX, pp. 253-270,in part. p. 255, fig. 2.

20 S. FOGAGNOLO,'Testimonianze di pavimentazioni a mosaico dal Trastevere', in AISCOM X, pp.681-692, in part. p. 683, fig. 3.

21 BECATII 1961, p. 65, n. 85, tav. CLXXV. Qui lo schema decorativo a bipenni è interrotto da unriquadro centrale figurato.

22 M.G. FIORE, 'La rilettura dei mosaici pavimentali delle terme di Trebula Suffenas (Ciciliano - Ro-ma)', in AISCOM IX, pp. 301-312, in part. p. 306, fig. 8.

23 V. C/POLLONE, 'I mosaici pavimentali rinvenuti al di sotto della cattedrale di Chiusi', in AISCOMV; pp. 161-172, in part. pp. 164-165, fig. 7.

24 H. STERN, Recueil; I, 3, p. 60, n. 314, B, tavv. XXVII, b; XXXI.25 C. BALMELLE,Recueil, IV, 2, p. 164, n. 288, A-B, tavv. XCII, CIV, ev.

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a Matarò in Spagna-" e due provengono dalla villa di Ivailovgrad in Bulgaria-". Dalnord Africa un mosaico, datato tra la fine del III e gli inizi del IV secolo d.C.,proviene dalle Terme d'Estate di Thuburbo Majus in Tunisia-", uno dal frigidariumdi Henchir Safia in Algeria29 ed uno da Lixus in Marocco dove il motivo a bipenniincornicia un grande mosaico geornetrico'".

Sono note numerose altre attestazioni del motivo a doppia ascia realizzatoin bianco e nero o con tessere policrome, con disposizione diversa da quella delnostro mosaico o con le bipenni associate ad altri motivi. Si veda in propositol'appendice in calce all'articolo.

Pavimentazioni in lastre marmoree

Gli ambienti 3 e 20 (fig. 2), originariamente vasche del frigidarium rivestite conlastre marmoree, sono stati obliterati e sull'interro è stato gettato un pavimento inlastre di marmo di cui restano le tracce di allettamento; ciò ha generato un radicalecambiamento d'uso di questa porzione dell'impianto termale. Nell'ambiente 20 lelastre erano tagliate in forme rettangolari e in grandezze diverse e, probabilmente,si trattava di materiale di riutilizzo così come sono le lastre ancora visibili nell'at-tiguo ambiente lO. Presso il lato curvo si conservano ancora un piccolo tratto dipavimentazione e porzioni della zoccolatura in marmo bianco. Anche l'ambiente 3presenta le tracce di un rivestimento pavimentale di lastre marmoree probabilmentedi reimpiego, di forma rettangolare e di misure diverse; presso l'angolo nord ovestsi conserva una breve porzione della zoccolatura in marmo bianco. La cronologia ditali pavimentazioni e di quella dell'ambiente lO, in seguito descritto, sono relativead una stessa fase edilizia inquadrabile, per ragioni di carattere stratigrafico, nonprima della metà del 111 secolo d.C.

L'ambiente 19 (fig. 2) largo cm 237 e lungo cm 478, con funzione di passag-gio verso le sale riscaldate, conserva le tracce della pavimentazione man;norea apiccole lastre con modulo rettangolare di cm 58 x 30.

L'ambiente 21 (figg. 2, lO) che misura cm 510 x 468, conserva il piano dellesuspensurae, i tubuli in terracotta alle pareti e, parzialmente crollato, il rivestimentopavimentale in opus sectile di marmi policromi'". A scavo non ancora ultimato, sonostate recuperate alcune lastre di fior di pesco (marmor chalcidicum).

Infine l'ambiente lO (fig. 2) che presenta una pavimentazione in lastre mar-moree relativa ad una fase secondaria dell'impianto edilizio. Se ne conservanosoltanto due piccole porzioni, una presso il lato nord (fig. 11) e l'altra presso illato sud (fig. 12) e restano ampiamente visibili i segni di allettamento delle lastre.Al di sotto di questi ultimi è presente la preparazione di una primitiva pavimen-

26 X. BARRAL, Les mosaiques romaines et médiévales de la regio laietana (Barcelone et ses environs), Barcel-lona 1978, p. 112, n. 116, tav. LXXII.

27]. MLADENOVA, 'Les mosaiques de la villa d'Ivailovgrad (Bulgaria)', in IIIColUntMos, pp. 149-166,in part. p. 154, fig. 5; p. 165, fig. 15.

28 A. BEN ABED-BEN K.HADER,M. ENNNFER, M. SPIRO, M.A. ALEXANDER, Thuburbo Maius, in CMT,II,2, 1985, pp. 13-17, n. 142 B, tav. IV, pianta 3.

29 Décor, tav. 221, a;]. LAssus, 'L'archeologie algérienne en 1958', in Libyca, VII, 2° semestre 1959,pp. 223-346, in part. pp. 336-337, fig. 94.

30 M. TARRADELLY MATEU, 'Museo Arqueològico de Tetuàn (Marruecos)', in MemMusAProvinc, IX,1948, pp. 187-190, tav. LVII.

31 L'ambiente non è stato ancora completamente indagato, quindi si rimanda ad una fase successivala possibile ricostruzione del tipo e del motivo delle lastre pavimentali.

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tazione, sempre di lastre marmoree, andata completamente perduta. Il pavimentopiù recente è formato da lastre tagliate in forme rettangolari di misure irregolarie di diversa qualità di marmo; si riconosce il marmo bianco, il verde antico, ilpavonazzetto, il cipollino e il greco scritto. Si tratta di lastre di riutilizzo, tra lequali una frammentata e in marmo lunense (cm 30 x 16, spessore cm 2,2) si èrivelata particolarmente interessante. Un'epigrafe in caratteri greci, è stata tagliatae riutilizzata capovolta come lastra pavimentale (fig. 13). Il testo su tre linee, recitaPHrIAAA/TO <l>QCTHC/OIKIAC. Conosciamo altre tre iscrizioni nelle quali Regillaviene definita "luce della casa"32. I caratteri paleografici rimandano alla metà deln secolo d.C. e la citata Annia Regilla è la consorte di quell'Erode Attico presentea Roma proprio tra l'età di Antonino Pio e quella di Marco Aurelio. Ancora ogginon sono chiari i limiti delle sue proprietà poste dalle fonti antiche proprio alterzo miglio della via Appia e quindi prossime all'area indagata. La presenza del-l'iscrizione all'interno delle strutture murarie rinvenute, potrebbe essere un indiziochiarificatore circa l'attribuzione dell'impianto termale.

Appendice

Il motivo della doppia ascia, molto diffuso nel repertorio decorativo antico,trova diverse attestazioni in tutto il bacino del Mediterraneo= dalla metà del nsecolo d.C. a tutto il periodo tardo antico. Ne abbiamo documentazione in Italia:un mosaico è stato trovato nel complesso dei SS. Felice e Fortunato a Vicenzaè",uno proviene dalla basilica di Monastero di Aquileiaé'' ed altri due, sempre daAquileia, rispettivamente dal salone nord del frigidarium delle Grandi Terrne'f e daun'aula del vescovo Teodoro del complesso cultuale della basilica-"; un mosaico daCividale del Friuli è datato non oltre gli inizi del III secolo d.C.38; tre provengo-no dalla basilica di S. Leucio a Canosa di Puglia='; uno policromo, della secondametà del In secolo, dal frigidarium delle Terme Centrali di Nora in Sardegna='';da Ravenna, uno dalla stanza G del "Palazzo di Teodorico'<', uno dalla chiesa diSant'Andreav, un altro dall'ex refettorio del convento di S. Vitale43; un mosaico,

32 CIL, VI, 6,1,1342; IG, III, 2,1417,3638.33 Elenchi parziali di mosaici in cui compare il motivo a bipenni sono riportati da: C. BALMELLE,

S. DOUSSAU, 'La mosaique à l'Océan trouvée à Maubourguet (Hautes-Pyrénées)', in Gallia, XL, 1982,fase. l, p. 168, nota 46; S. ANGIOLILLO, Sardinia, Roma 1981 (Mosaici Antichi in Italia), p. 15; BARRAL1978, cito a nota 24, p. llO.

34 P.L. ZOVAITO, Mosaici paleocristiani delle Venezie, Udine 1963, p. 41, fig. 36.35 L. BERTACCHl, 'La Basilica di Monastero di Aquileia', in AN, XXXVI, 1965, pp. 79-134, in part.

pp. 99-100, fig. 17.36 P. LOPREATO, 'Le grandi terme di Aquileia. I mosaici del frigidarium', in NColUntMos, pp. 87-99,

in part. p. 96, tav. XLIX, 2; Décor, tav. 155, C.

37 G. BRUSIN, P.L. ZOVAITO, Monumenti paleocristiani di Aquileia e di Grado, Udine 1957, p. 76, fig. 32.38 G. BRUSIN, 'Tessellati di Cividale del Friuli', in MemStorFriuli, XLIV, 1960-1961, p. 16, figg. 14, 14a.39 G.M. CAsTELFRANCHI FALLA, 'Le principali fasi architettoniche del San Leucio di Canosa di

Puglia', in Commentari, XXV, 1974, p. 4, fig. 6; R. MORENO CAsSANO, 'Mosaici paleocristiani di Puglia',in MEFRA, LXXXVIII, 1976, l, pp. 277-373, pannello 2, figg. 13, 54, 56 (motivo a squame e bipennipolicrome); pannello 9, figg. 17, 54, 60 (motivo a bipenni policrome); pannello 18, figg. 23, 54, 66(Décor, tav. 155, d).

40 ANGIOLlLLO 1981, cit. a nota 31, pp. 14-15, tav. XXXII, 7.41 F. BERTl, Regione VIII, Ravenna, I, Roma 1976 (Mosaici Antichi in Italia), pp. 63, 64, n. 37, tav.

XXXIII (inizi VI d.C.).42 S. MURATORI, 'Antiche notizie archeologiche. I. Gli scavi di Sant'Andrea (1825)', in FR, XXXII,

1927, pp. 42-60, in part. p. 56, tav. 2.43 R. FARIOLI, Pavimenti musivi di Ravenna paleocristiana, Ravenna 1975, p. 23, fig. 8.

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datato all'ultimo quarto del VI secolo, dalla navata centrale della chiesa di S. Severopresso Classe44, uno con bipenni e squame da Cesena'", uno è stato recuperatoa Faenzat", un altro dalla villa romana in località Lazzaro di Motta S. Giovanni(RC)47, uno di età severiana è stato scoperto ad Anzi048 ed un altro, con bipennia colori contrastanti, proviene da Loano (SV)49. Da Roma, mosaici provengonodal Palatino in costruzioni di età severiana-"; da una villa della Cecchignola'i': daambienti oggi al di sotto della chiesa di S. Lorenzo in Lucina'<; due da scavi sottoil chiostro di S. Savina53 ed infine due mosaici con bipenni nere che formano unfiore quadripetalo, inquadrabili alla prima età severiana, provengono da via Siciliae da via Statilia't". Da Ostia, quattro mosaici provengono dalla Schola del Traiano,inquadrati in età severiana'", dal cubicolo A della domus di Amore e Psiche, datato trafine 111 e prima metà del IV secolo'", e dall'ambiente 4 della casa delle Ierodule=";bipenni a tessere bianche, come motivo di risulta, sono visibili in un mosaico dalladomus del Protiro=. Il motivo è fortemente attestato anche in Gallia: un mosaico,della prima metà del 111 secolo d.C., proviene da Camblanes'v; uno dall'Aquitaniameridionales", due da Loupian (Hérault)61 ed un altro da Montréal-Le GZésiaf52; due,con motivo a bipenni policrome, rispettivamente da Saìnt-Cricq-Villeneuve'< e dallavilla di Mouneyres di Sarbazanv"; quattro dalla villa di Séviac a Montréal du-Gers65;altri da Auch/", da Maubourguet'", da Bordeaux'< e da Loupiac (Saint-Romain) 69.

44 G. BERMONDMONTANARl,La chiesa di S. Severo nel territorio di Classe, Bologna 1968, pp. 44-48,figg. 27, 28.

45 Décor, tav, 220, g; G.A. MANSUELLl,s.v. 'Cesena', in EAA, II, p. 527, fig. 725 (datato al III d.C.).46 M. BOLLlNI, 'Per la storia urbana di Faenza: i mosaici romani', in Studi faentini in memoria di

mons. Giuseppe Rossini, Faenza 1966, pp. 125-163, in part. p. 160, n. 38, fig. 19.47 Cfr. nota 16.48 MORRICONESCRlNARl 1975, pp. 75-76, n. 58, figg. 9-11.49 E. PICCARDI,'Il mosaico di Loano (SV): una proposta ricostruttiva', in AISCOM IX, pp. 731-746,

in part. p. 735.50 MORRICONE1967, n. 79, Terme, corridoio A, p. 86, fig. 39, tav, XVI; DécOT, tav. 220, f.51 P.E. ARlAs, 'Villa repubblicana presso la Cecchignola', in NSc, 1939, pp. 731-746, in part. p. 735,

fig. 7.52 M.E. BERTOLDI, 'L'area archeologica di San Lorenzo in Lucina', in Bd'Arch, 13-15, 1992, pp.

127-134, in part. pp. 128, 131, fig. lO.53 P. CHI I, 'Lacerti di mosaico rinvenuti negli anni '30 sull'Aventino', in AISCOM Iv, pp. 759-772,

figg. 10-12.54 P. CHINI, 'L'archivio storico della Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma come

fonte di conoscenza: testimonianze musive altrimenti dimenticate', in AISCOM IX, pp. 237-252, figg. 5, 7.55 DécOT, tav. 160, a; BECATTI 1961, p. 201, nn. 381-382, tav. LIII.56 BECATTI1961, n. 46, p. 28, tav. L; Décor, tav. 155, C.

57 S. FALZONE,A. PELLEGRINO,Le pitture della casa delle Ierodule ad Ostia, Roma 2003, pp. 9-10, fig. 6.58 BECATTI1961, p. 211, n. 403, tav. LI (datato alla seconda metà del III sec. d.C.).59 MJ. COUPRY,'Circonscription d'Aquitaine', in Gallia, XXVII, 1969, fase, 2, pp. 352-354, fig. 15.60 C. BALMELLE,'Province d'Aquitaine', in Recueil, IV, l, pp. 120-121, n. 114 D.61 M.H. GALLET, 'Circonscription de Montpellier', in Gallia, XXII, 1964, p. 493, fig. 22; H. LAVAGNE,

R. PRUDHOMME,D. RouQUETTE, 'La villa gallo-romaine des Près-Bas à Loupian (Hérault)', in Gallia,XXXIV, 1976, pp. 215-235, in part. p. 231, fig. 13.

62 BALMELLE1987, pp. 198-199, n. 313, tavv, CXLIV, CXLV.63 Ivi, pp. 111-113, n. 236, tav. LXV.64 Ivi, p. 128, n. 250, tav. LXXVII.65 Ivi, pp. 167-170, n. 291 A-B, tavv, CVlIl, CX, CXI; p. 179, n. 297, tavv, CXXIV, CXXV (DécOT, tav,

221, d); pp. 190-191, n. 307, tavv, CXXXVI, CXXXVII.66 BALMELLE1987, pp. 220-221, n. 359,tav. CLVIII.67 BALMELLE,DOUSSAU1982, cit. a nota 33, p. 159, fig. 7 e p. 168, nota 46.68 R. MAGNE , Le Vieux quartier Saint-Chritoly, Bordeaux 1963, p. 32.69 MJ. COUPRY,'IX Circonscription', in Gallia, XII, 1954, pp. 208-209, fig. 14 a p. 210.

371

Dalla S~agna: uno dalla villa romana di Santervàs del Burgo a Soria?", quattro daMerida l, uno da Sabinillas (Manilva) 72 e due mosaici dall'atrio della villa romanapresso Torre Llauder a Matarò ". Un pavimento musivo con motivo geometrico incui sono inserite le doppie asce proviene da Aquincum in Ungheria, dove è puredocumentato il ritrovamento di un altro mosaico con motivo a bipenni?". Duemosaici sono stati recuperati dal palazzo di Diocleziano a Spalato in Croazia'".Dall'Africa: tre sono stati trovati a Hippona in Algeria'"; uno, come partizione diun tappeto musivo più ampio, è stato scoperto a Lixus in Marocco?". In Tunisiail motivo a bipenni è presente in un mosaico policromo dalle Terme dei Mesi aThina78, in alcuni pavimenti scoperti a Bulla Regia (uno policromo dalla sala norddel quartiere del Tempio Imperiale?", uno sempre policromo dalle Termeé", unobianco e nero dalla Casa di Venere''! e uno dalla Casa del Pavone82 datato allaseconda metà del III secolo d.C.) e in mosaici dalle Terme di Bir el Caid83, dallaCasa delle Protomi di Thuburbo MajusH e da Cartagine'".

70 Décor, tav. 221, c; J. M. BlAZQUEZ, T. ORTEGO, 'Mosaicos romanos de Soria', in GME, VI, 1983,p. 45, n. 45, tav. 20.

71 A.B. FREIJEIRO,'Mosaicos romanos de Merida', in GME, I, 1978, p. 33, n. 12, tav. 23 b (policro-mo, IV secolo d.C.); p. 42, n. 28, tav. 54 b (casa dell'Anfiteatro, III d.C.); p. 43, n. 33, tavv. 66 b, 67(casa dell'Anfiteatro, III d.C., Décor, tav. 155, c); p. 48, n. 54, tav. 86 (casa-basilica, II d.C., Décor, tav,155, d).

72 J.M. BlAZQUEZ, 'Mosaicos romanos de Cordoba, Jaen y Malaga', in CME, III, 1981, p. 99, n. 69,tav. 76.

73 BARRAL1978, cito a nota 26, pp. 103-111, nn. 102-103, tavv. LVII, LVIII, LIX.74 Décor, tav. 214, d; À. KIss, 'Mosaiques de Pannonie', in IGollIntMos, pp. 297-304, fig. 4; Ktss 1973,

cito a nota 16, pp. 12, 33, figg. 5, 22.75 R.E. KOlARIK, 'Tetrarchic floor mosaics in the Balkans', in IVGollIntMos, pp. 171-183, in part. p.

172, tav. XCI, 3; C. SMITH, 'The roman mosaics', in Diocletian's Palace, III, Spalato 1979, pp. 139-146,tavv. 2, c; 3, d.

76 E. MAREC,Monuments chrétiens d'Hippone, ville episcopale de Saint Augustin, Parigi 1958, p. 89, fig.12, p. 91, fig. a (Décor, tav. 155, d), p. 92, fig. a, p. 118 (sala K2).

77 M. TARRADELLY MATEU, 'Lixus, El-Araich, Larrache (Mauretania Tingitana, Spanish Marocco)',in Fasti, IV, 1949, pp. 403-404, n. 4029, fig. 91 a p. 407.

78 Décor, tav. 221, b; M. FENDRl, 'Les thermes des mois à Thina', in GT, XII, nn. 45-46, 1964, pp.47-57, fig. Il.

79 R. HANOUNE, 'Inventaire des mosaiques de Bulla Regia (Tunisie)', in Mémoire de l'École Françaisede Rome (dattiloscritto), Roma 1969, n. 18, p. 48.

80 HANOUNE 1969, cit. a nota 79, n. 65, p. 109; IDEM,Recherches archéologiques franco-tunisiennes à BullaRegia, Les Architectures, II,!, Les Thermes Memmiens, Roma 1993 (CEFR, 28/11), pp. 245-246, fig. 224.

81 HANOUNE 1969, cit. a nota 79, n. 268, p. 370.82 R. HANOUNE, Recherches archéologiques franco-tunisiennes à Bulla Regia, Les mosaiques, IV, l, Gollection

de 1'EFR, 28/1V, Roma 1980, p. 76, 2, fig. 143.83 Décor, tav. 214, e; L. FOUCHER, Thermes romains des environs d'Hadrumeie, Tunisi 1958, tav. I, a.84 A. BEN ABED-BENKHADER,"Thuburbo Majus', in GMT, II, 3, 1987, pp. 23-24, n. 264, A, tavv. XIII,

LXV, pianta 3.85 M.N. DUVAL, M.A. LÉZINE, 'La Chapelle funéraire souterraine dite d'Astérius a Carthage', in

MEFRA, 71, 1959, pp. 339-357, tav. I, fig. 4.

Foto realizzate dall'Autore e di proprietà della Soprintendenza Archeologica di Roma.

372

PAESE LUOGO DI RITROVAMENTO TIPOLOGIA DATAZIONE BIBLIOGRAFIA

Anzio Décor, tav. 214, d età severiana cfr. nota 48

Aquileia, basilica di Monastero - - cfr. nota 35

Aquileia, basilica, aula di Teodoro Décor, tav. 221 - cfr. nota 37

Aquileia, Grandi Terme, frigidarium cfr. Décor, tav. 155, c - cfr. nota 36

Canosa di Puglia, basilica di S. Leucio Décor, tav. 220, f fine V - metà VI d.C. cfr. nota 39

Canosa di Puglia, basilica di S. Leucio cfr. Décor, tav. 221, c fine V - metà VI d.C. cfr. nota 39

Canosa di Puglia, basilica di S. Leucio Décor, tav. 155, d fine V - metà VI d.C. cfr. nota 39

Cesena Décor, tav. 220, g - cfr. nota 45

Chiusi, Cattedrale Décor, tav. 221, a fine II - inizi III d.C. cfr. nota 23

Ciciliano (RM), terme di Trebula Suffenas Décor, tav. 221, a 130-150 d.C. cfr. nota 22

Cividale del Friuli - non oltre inizi III d.C. cfr. nota 38

Classe, S. Severo - ultimo quarto VI d.C. cfr. nota 44

Faenza Décor, tav. 220, g - cfr. nota 46

Italia Lazzaro di Motta S. Giovanni (RC) - seconda metà II d.C. cfr. nota 16

Loano (SV) Décor, tav. 221, a - cfr. nota 49

Nora, terme centrali, frigidarium Décor, tav. 221, c seconda metà In d.C. cfr. nota 40

Ostia, casa delle Ierodule Décor, tav. 155, c metà n d.C. cfr. nota 57

Ostia, domus di Amore e Psiche Décor, tav. 155, c fine III - prima metà IV d.C. cfr. nota 56

Ostia, domus del Protiro - seconda metà Ill d.C. cfr. nota 58

Ostia, piazzale delle Corporazioni Décor, tav. 221, a 190-200 d.C. cfr. nota 21

Ostia, Schola del Traiano Décor, tav. 160, a età severiana cfr. nota 55

Ravenna, "Palazzo di Teodorico", stanza G - inizi VI d.C. cfr. nota 41

Ravenna, S. Andrea cfr. Décor, tav. 214, e - cfr. nota 42

Ravenna, S. Vitale cfr. Décor, tav. 221, b età giustinianea cfr. nota 43

Roma, Castra Praetoria Décor, tav. 221, a età severiana cfr. nota 19

Roma, Palatino Décor, tav. 220, f età severiana cfr. nota 50

Roma, piazza S. Egidio Décor, tav. 221, a fine II - inizi III d.C. cfr. nota 20(jO<r(jO

<..>o'T,.,. PAESE LUOGO DI RITROVAMENTO TIPOLOGlA DATAZIONE BIBLIOGRAFlA

Roma, S. Lorenzo in Lucina - età severiana cfr. nota 52

Roma, S. Sabina - età severiana cfr. nota 53

Roma, S. Sabina - età severiana cfr. nota 53

Roma, via Appia antica 222 Décor, tav. 221, a prima età severiana ivi, p. 376Italia

Roma, via Sicilia cfr. Décor, tav. 155, c prima età severiana cfr. nota 54

Roma, via Statilia cfr. Décor, tav. 155, c prima età severiana cfr. nota 54

Roma, villa della Cecchignola - - cfr. nota 51

Vicenza, SS. Felice e Fortunato - metà IV d.C. cfr. nota 34

Aquitania meridionale - - cfr. nota 60

Auch - IV d.C. cfr. nota 66

Bordeaux - - cfr. nota 68

Camblanes - prima metà III d.C. cfr. nota 59

Clerval, Velatodurum Décor, tav. 221, a inizi III d.C. cfr. nota 24

Loupiac (Saint-Romain) cfr. Décor, tav. 155, d - cfr. nota 69

Loupian (Hérault) cfr. Décor, tav. 221, a V d.C. cfr. nota 61

Francia Maubourguet - - cfr. nota 67

Montréal du-Gers, villa di Sèviac Décor, tav. 221, a seconda metà IV d.C. cfr. nota 25

Montréal du-Gers, villa di Sèviac Décor, tav. 221, a seconda metà IV d.C. cfr. nota 65

Montréal du-Gers, villa di Sèviac cfr. Décor, tav. 155, d seconda metà IV d.C. cfr. nota 65

Montréal du-Gers, villa di Sèviac Décor, tav. 221, d seconda metà IV d.C. cfr. nota 65

Montréal - Le Glésia - IV d.C. cfr. nota 62

Saint-Cricq-Villeneuve cfr. Décor, tav. 221, c - cfr. nota 63

Sarbazan, villa di Mouneyres cfr. Décor, tav. 221 prima metà V d.C. cfr. nota 64

Matarò, Can Xammar Décor, tav. 221, a - cfr. nota 26Spagna

Matarò, Torre Llauder cfr. nota 73- -

PAESE LUOGO DI RITROVAMENTO TIPOLOGIA DATAZIONE BIBUOGRAFlA

Matarò, Torre Llauder cfr. nota 73

Merida, strada legio X Décor, tav. 221, c IV d.C. cfr. nota 71

Merida, casa Anfiteatro III d.C. cfr. nota 71

Spagna Merida, casa Anfiteatro Décor, tav. 155, c III d.C. cfr. nota 71

Merida, casa Basilica Décor, tav. 155, d II d.C. cfr. nota 7l

Sabinillas (Manilva) cfr. Décor, tav. 221 cfr. nota 72

Soria, Santervàs del Burgo Décor, tav. 221, c cfr. nota 70

Ivailovgrad Décor, tav. 221, a cfr. nota 27Bulgaria

Ivailovgrad Décor, tav. 221, a cfr. nota 27

Aquincum, Palazzo del Governatore Décor, tav. 214, d età adrianea-inizio età severiana cfr. nota 74Ungheria

Aquincum inizio II d.C. cfr. nota 72

Spalato, Palazzo di Diocleziano cfr. Décor, tav. 221 età dioclezianea cfr. nota 75Croazia

Spalato, Palazzo di Diocleziano cfr. Décor, tav. 221, c età dioclezianea cfr. nota 75

Bir el Caid Décor, tav. 214, e cfr. nota 83

Bulla Regia, Casa del Pavone Décor, tav. 221, b seconda metà III d.C. cfr. nota 82

Bulla Regia, Casa di Venere cfr. nota 81

Bulla Regia, quartiere Tempio Imperiale cfr. nota 79Tunisia Bulla Regia, Terme Décor, tav. 221, b metà IV d.C. cfr. nota 80

Cartagine cfr. nota 85

Thina, Terme dei Mesi Décor, tav. 221, b cfr. nota 78

Thuburbo Majus, Casa delle Protomi cfr. Décor, tav. 221, c inizi IV d.C. cfr. nota 84

Thuburbo Majus, Terme d'Estate Décor, tav. 221, a fine III - inizi IV d.C. cfr. nota 28

Henchir Safia, frigidarium Décor, tav. 221, a cfr. nota 29

Hippo Regius Décor, tav. 155, d cfr. nota 76Algeria

Hippo Regius cfr. Décor, tav. 155, d cfr. nota 76

Hippo Regius cfr. Décor, tav. 155, d cfr. nota 76

Lixus Décor, tav. 221, a cfr. nota 30Marocco

Lixus Décor, tav. 221, c cfr. nota 77<..>o<r(J<

Cartina dei ritrovamenti del motivo a bipenni.

376

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Fig. l -Roma, Villa Capo di Bave: planimetria generale (rilievo Studio MCM).

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Fig. 2 - Roma, Villa Capodi Bove: planimetria del-l'area di scavo (rilievoStudio MCM).

Fig. 3 - Ambiente 15A, mosaico a grandi tessere bianche come pavimento di una vascaidraulica.

378

Fig. 4 - Mosaico a gran-di tessere bianche di unapiccola vaschetta circola-re, n. 18.

Fig. 5 - Ambiente 17,mosaico a grandi tessereparzialmente scavato.

Fig. 6 - Mosaico a granditessere bianche sul latonord est dell'area di sca-vo, n. 14.

379

Fig. 7 - Ambiente n .. 5, mosaico con vasi panciuti dal collo cilindrico.

Fig. 8 - Ambiente n. 24, mosaico con motivo a bipenni in file diagonali.

380

381

Fig. 9 - Ambiente n. 12, mosaico figurato.

Fig. lO - Ambiente n. 21, crollo delle suspensurae con resti del pavimento a lastre marmo-ree.

Fig. 12 - Ambiente n. lO lato sud, particola-re della pavimentazione a lastre di marmodi reimpiego.

Fig. 11 - Ambiente n. lO lato nord, particolare della pavimentazione alastre di marmo di reimpiego.

382

Fig. 13 - Lastra con iscrizione di AnniaRegilla, riutilizzata per la pavimentazionedell'ambiente lO.