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r r CRE,TAANTICA 4 2003 CENTRO DI ARCHEOLOGIA CRETESE UNIVERSITA DT CATANTA BOTTEGA D'ERASMO ffi]EF ALDo AUSILIo EDITORE IN PADoVA

F. Carinci, Haghia Triada nel periodo Medio Minoico, Creta Antica 4, 2003, pp. 97-145

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CRE,TAANTICA4

2003

CENTRO DI ARCHEOLOGIA CRETESEUNIVERSITA DT CATANTA

BOTTEGA D'ERASMOffi]EF ALDo AUSILIo EDITORE IN PADoVA

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO-

A distanza di cento anni dall'inizio degli scavi ad Haghia Tiada, traffe conclusioniche non siano ancora prowisorie in rapporto agli sviluppi del sito nella Media Età delBronzo rappresenta un compito pressoché impossibile. È sufficiente prendere in conside-razione le poche pagine dedicate ai precedenti del Medio Minoico nella pubblicazione po-stuma degli scavi riservata ai complessi neopalaziali 1, per capire quali obbiettive difficol-tà si interponessero, fin dagli inizi della ricerca nel sito, a un'indagine su questo periodo.

Nei cento anni trascorsi, la lettura dei dati sul Medio Minoico adHaghiaTriadahaavuto vicende diverse: non è un fatto casuale che, proprio a conclusione dello studio deimateriali della Tholos A, Luisa Banti 2 abbia per la prima volta tentato una sintesi deiproblemi relativi alle produzioni ceramiche della Creta Meridionale, in particolare per ilperiodo MM IA-B, all'epoca così poco testimoniato a Festòs. Con i nuovi scavi di DoroLevi, la situazione si è in qualche modo ribaltata, poiché, almeno per il MM IB e pertutto lo sviluppo del MM II, fino alle fasi intzialt del MM III, è il materiale di Festòs,pur nella controversa sistemazione proposta dal Maestro , a fotnire i riferimenti, non so-

lo numericamente, più consistenti. Ancora nel 1983, in un lavoro di sintesi, G. §7al-berg r, faceya esclusivo riferimento, per il Kamares di Haghia Tùada, ai materiali dellaTholos A, benché già fosse stata pubblicatala prima relazione del nuovo ciclo di scavi,ed anche in questo caso il costante parametro di riferimento era Festòs. In questa com-plementarità tra i due siti, che nell'esperienza della ricerca più recente di anno in annocontinua ad arricchirsi, abbiamo visto e vediamo, uno scambio quasi continuativo diinformazioni, da un lato all'altro delle colline festie, con i nuovi apporti che alle pro-blematiche dell'AM III e del MM IA vengono da recentissime ricerche a Festòs a.

.Desidero esprimere tutta Ia mia gratitudine al-

l'amico Prof. Vincenzo La Rosa, per i preziosi consi-gli ed il costante aiuto, nonché al Prof. Pietro Mili-tello, ai Dott. Massimo Culuaro, Orazio Palio e Si-

mona Todaro, sempre disponibili per suggerimenri,discussioni, proposte. A Orazio Palio un grazre par-ticolare per il tempo dedicato alle ricerche ed al-l'allestimento delle illustrazioni. Ringrazio infineil Direttore della Scuola Archeologica Italiana di

Atene per avermi generosamente ammesso a con-sultare gli archivi della Scuola, concedendomi l'u-so delle riproduzioni fotografiche.

'HarsHrnn et al, 7977, pp. 20-28.

'BaNrr l93O-31, pp. 238-240.rG. \flarerRc, Middle Minoan Prouincial Pottery,

Mainz 1.983, p.92.1V. La Rosa, Festòs 2001, in ASAtene LXXIX

(s. III, 1), 2ool. p. )66.

98 FILIPPO CARINCI

Gnzie al diverso impulso offerto dalle nuove campagne di scavo, e a una più cospi-cua serie di rinvenimenti, siamo oggi in grado almeno di fissare il punto della siruazio-ne e di mettere a fuoco i principali problemi, corroborandoli con una ben più esresa co-noscenza di materiali.

Alcuni dei temi relativi alla situazione di Haghia Trtada nel periodo dei Primi Pa-

lazzt, sono stati brevemente affrontati, qualche tempo fa, da chi scrive in un contriburoche aveva I'intento di considerare in forma preliminare i dati relativi ai rinvenimenti diceramica effettuati nel corso delle nuove campagne di scavot. La sommaria ricognizionedei principali depositi e contesti databili al MM individuati nel sito, consentiva, già inquella occasione, alcune provvisorie conclusioni che, aggiornate con i dati di altre ricer-che sul campo nel frattempo effettuate, si possono riprendere in questa sede, utilizzan-dole come punto di partenza per un'analisi più approfondita della globalità degli ele-menti che caratterizzano Haghia Triada nella Media Età del Bronzo.

II quadro generale è riassunto nella tabella della pagina seguente.

Un semplice sguardo a tale prospetto rende forse superfluo premettere che, non so-

lo rispetto al TM, ma anche all'AM i dati in nostro possesso risultano nell'insieme al-quanto scarsi e non molto puntuali, e consentono solo una serie limitata di osservazionie di ipotesi. Le recenti campagne di scavo hanno però aperto prospettive più promet-tenti e stimolato nuove problematiche, alle quali non sempre è possibile dare risposteche siano esaurienti e totalmente verificabili. Ciò non ostante, non è apparso corretto li-quidare questo periodo, così vitale per le sorti della Creta centro meridionale, con po-che, notarili, registrazioni di dati di fatto, trincerandosi dietro la discontinuità della do-cumentazione. Ciò che avremo concluso, al termine di questa sintesi, potrà solo spin-gerci verso nuove indagini, che proprio da alcune nostre deduzioni avranno modo diprendere le mosse, a loro conferma o smentita.

Le pendici settentrionali e occidentali dell'estremità ovest della breve catena colli-nosa che, assieme a consimili formazioni, chiude Ia pianura della Messarà verso il mareLibico rappresenrano in forma estensiva l'area in cui si sviluppa l'abitato di HaghiaTriada nel periodo proto- e neopalaziale6. Il pendio della collina, come apparc chran-mente dalle curve di livello, è in taluni punti più dolce in altri piìr scosceso. La pen-denza si fa decisamente meno accentuata nella parte più bassa, fino a raccordarsi con la

'CanrNcr 1999, pp. llr-132.u Per una descrizione del territorio cfr.

Harenrnn et al. 1977, pp. 14-11, con veduta area

(fig. A) e carta altimetrica delle colline fexie (fig.7). V. anche J.\il2. Gnanar',r , The Palaces of Crete, Prin-ceton 1962, p. 49 s.

Area Anno/i discavo

Strutture e reperti Cronologia

:otro il Piazzale L0 19t2 Tre vani MM (orotooalziale):orto il Piazzale 10 1 978 Colmata più bassa presente nei vani da ascriversi alla

sistemazìone del nitzzale neì TMIMM senza sequenze

Casa Nord 904 Scarico MM IB.IICasa Est - Pozzo di luce 910 MN{ ]B.II

Est - Vano anristante al 904 MM (protooalaziale)L N della Casa Est 904 Resti di scaletta? MM?{reaaEdelBastione .x')4 Piano pavimenrale MMIBBasrione, sotto la scala a N 904 Scariccr MM (orotooalaziale)Bastione. vani 4 904 Muro e altri resti MMIB-IIBastione, vano l3 1 986 Strati di riempimenro, con grande scarico su un livello

piìr bassoMMIB-II

Bastione, vani 4,8, 12 1986 Muro sotto la fascia Est dei vani (?) - Livelli insequenza,

AM-MM IA-B-MM II

A. S del Bastrone - Vano trapezoìdale 1986 Restr di strutture MM a vari livelli. Riempimento e

oiccolo deoositoRiempimento MM IB-IIDeposito MM III iniziale

Villa - Sala 3 t904 Muretti e frammenti MM IB-II anche di pitbas alcùnivetrificati

Villa - Vano 16 r90t flemPrmento Frammenti vari MM anche egg-shell

Villa - Vano 14 1905 rlemplmenro Frammenti "della fine delorotonalaziale"

Villa - Vano 7-7b 905 Sotto le fondamenta Frammento MM IBVilla - Masazzini Nord (5. 6.64-67 905 Riemoimenti MM (orotooalazialeVilla-aSMacàzztno61 905 Riempimento MM II assieme a TM IVilla - Vano 66 1980 Angolo nord oyest di un vano Riempimento misto

MM IB.MM IIIMM II-MM III iniziale

Yllla - vani 65 e 62 1 980 Denosito MM III-TM IA inizialeVilla . Corridoio 74 - Saggìol 1977 Riempimento e restl di una srrurlura - Deposito di

f<rndazioneMM IB-MM lII, con TM I -

Struttura MM II(?); Deposito difondzione MM III avanzato

Villa - Avancorpo orientale 1c)05 Resti di casa o case, pavimento di stucco rosso MMVilla - Avancorpo orienrale r971 Resti di pavimento in stucco fosso con elementi

dipinti in bianco -MM II con rimaneggiamenti nel MMIII avanzato

Sacel lo 1939 e 1958 Resti di struttrrre MM II e MM IIISacel lo r978 Residui precedenti alla fondazione di una casa MM, si

cu.i rimangono due ambienti e parte di un terzo. Resridi pavimenti in stucco rosso. Strati di frequentazionesrrccessivi alla distrrrzione

Residui AM e MM IAMMIB-IIMMIII

Area a Nord del Bastione - Edificiociclonico

1979 Riempimenti - colmate MM, in prevalenza MM III, con TMI

A O della Casa del lebete 1 905 scaflco MM (nrotooalaziale)A S del vano F, fra il muro ciclopico e ilcanale n. 3

t979 Deposito ceramiche e troncone di muro MM III, muro MM di data incerta

Area a Nord della Villa - Vano I t984 Colmata MM III-TM IAArea a Nord deÌla Villa - Sotto il VanoO - Cma della soslia alabastrina

r984 Resti di edificio con distruzione per incendio MM III avanzato

Area a Nord della Vil.la - Sotto ilMuraslione a denti

1984 Colmata MMII-MMIIi

Area a Nord della Villa - Edificio W I 989 Strati: VIIi = colmata di livellamento; IX = scafico ColmataMM-TM IScarico MM IIB

Settore Nord Esr - Area della tombadeeli Ori

1989-90 Strada e area lastricata collegate da una rampa MM IIB. con rifacimenti della stradanel MM III

Settore Nord Est - Area del Complessodella Mazza di Breccia. Sotto vano a

r989 Scivolmento MM III con TM I

Settore Nord Est - Area del ComplessodellaMazza di Breccia, Trincee L-L3-L4

t990-t9L)2 Strati 3 I (scarico), 32 (scivo.lamento per alluvione) MMII

Settore Nord Est - Area del ComplessodellaMazza di Breccia, Trincee N4 M4,sotto D. sotto o.

\993,1995 Depositi vari MMII.MMIII

Necropoli Tholos A r904 Terzo e quarto livello di deoosizioni MM IA. MM IB-IINecropoli Tholos A - Annessi tqol AM III-MM IANecropoli A Sud della tholos, A -Camerette

L9o4 e 1991 -99 Vari rifacimenti di vani di servizioScarico

Livelli pavimentali ultima fase MMIAMM IR

Necropoli A Sud della tholos A - areadei betili

1999 Struttura con ìastricato e berili MM IA.MM II

Necropoli Tholos B I 903 P rima ttìlizzazione della tomba MM IB (o IA rardolMM Il

Taerlra: DEposrrr Mroro MrNorcr AD HAGHTA Tnraoa.

100 FILIPPO CARINCI

pianura dove scorre il tratto terminale dello Ieropotamo, che lambisce le estreme pro-paggini settentrionali della collina in una zona prossima a quella della necropoli. II rap-porto tra insediamento e fiume è un tema da non trascurare: il fatto che la necropoli si

interponga t:aI'abttato più recente e il corso d'acqua potrebbe essere indicativo di unadiversa realtà nella fase iniziale dell'occupazione dell'arca, dal momento che le rombepossono rappresentare una maniera di marcare il territorio della comunità. D'altro can-to vantaggi di diverso tipo devono aver suggerito la collocazione delle strutture che pos-sono aver preceduto la Villa nell'area più raccolta e ripanta alla base delle pendici occi-dentali della collina, certamente più defilata rispetto al fiume. La diversa pendenza de.terreno può inoltre essere posta in rapporto con le potenzialità di impianto dei diversisettori dell'abitato non solo per le difficoltà strutturali, che tuttavia possono sfrurtarevantaggiosamente una tecnica di terrazzamento, ma anche per la velocità di scorrimen-to delle acque piovane con una più forte capacità di erosione, e in casi eccezionali anchecon rischio di inondazione, che richiede abilità di controllo.

Alcune esili tracce di possibile occupazione documentate nelle vicinanze dell'areasuccessivamente utilizzataper f impianto della "Villa Realer, sono finora riferibili sia aialcuni momenti dell'AM- sia al MM IA, mentre i resti di case AM IIA avanzatolllB ini-ziale appaiono decisamente spostati verso Est 8. Dove si trovasse la Haghia Triada prepa-laziale non è al momento appurabile con sicurezza, benché la collocazione della necropo-li costituisca un riferimento topografico non secondario. Tracce di occupazione della finedi tale periodo sono ravvisabili, in forma sparsa, sulle pendici occidentali della collina.ma anche altrove: in questo senso parlano i frammenti di ceramica rinvenuti lungo lependici stesse, a Sud-Est e ad Est della Villae, e un deposito fortuitamente recuperaropresso la chiesa di Haghia Triada, a Sud-Ovest, in una posizione decisamente più distan-ztata'0. Cosa fosse, ancota nel MM IA, il nostro centro rispetto a Festòs non è facile dire.Certamente ad Haghia Triada non si è rivelata finora lafitta serie di sovrapposizioni, in-dice di una attività edllizia e di una densità abitativa ben diversa, recentemente messa inluce a Festòs nellazona a Sud della rampa minoica". In questo momento tale centro era

già, con antecedenti significativi a partrre dal Neolitico Finale, vn aggregato maggior-mente denso, se non altro per la superiore salubrità (ed eventuale difendibilità), quandoper Haghia Triada si dovrebbe ipotizzare, al contrario, un abitato sparso che nella Gran-de Tholos trovava un punto di riferimento primario". Questa forma di insediamento po-

'Cfr. Tooano, in questo volume.8In generale per Ia situazione nell'Antico Bron-

zo, v. Tooano in questo volume; F. Canlucr, Le case

prepalaziali a Sud-Est della necropoli di HaghiaTriada, di prossima pubblicazione io Creta Antica 1.

e Canrucr 1999, pp.ll9,124.

ro CanrNcr 1999, p. l2l." V. La Rosa, Festòs 2001, loc. cit. a nota 4, ma

altri interessantissimi dati sono emersi anche nellacampagna del 2002.

'2 Si vedano i contributi di S. Tooano e M. Cur-rnano, in questo volume.

Area di possibile estensioue dell'abitato MMArea con resti di insediamento

Scarichi e cohnate

Necropoli

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO 101

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Ftc. 1 - PraNtt'.tErnta cENERALE oi HacHra Tnraoa coN rNDrcAZloNE DELLE AREE Dr TNSEDIAMENTo E DI

NEcRopoLr pRoropALAZrA.Lr (nraronazroNE DELL,{ nLANTMETRTA or B. Sarlmnr, ARcHrvio S.A.I.A.).

teva essere estremamente funzionale a un capillare sfruttamento delle risorse agricole a

vantaggio di piccole comunità, ma sarebbe risultato, da un lato, meno adatto, senzaun'efficiente organizzazione di controllo, a pratiche di centralizzazione della gestione deibeni'3, dall'altro meno difendibile. In questo senso si può ipotizzare, prima della fonda-

1i IJna concentraztone di mano d'opera in pochiabitati, con uno spostamenro giornaliero della me-desima sulle terre coltivabili, potrebbe rappresen-tare il modello ,ttilizzato nella prima sperimenta-zione del sistema palaziale, basato su una gerarchiaterritoriale verosimilmente già determinatasi, a li-vello di distretti locali, nel periodo prepalaziale.Ciò può giustificare Ia più forte concenrrazione ne-

gli abitati e un relacivo mantenimento dell'inse-diamento sparso, con presenza piuttosto di stabili-menti ruraÌi (per una prima esposizione di dati cfr.L.V. \ùTarnous et al., A Survey of §Tesrern MesaraPlain in Crete: Preliminary Report of the 1984,1986 and 1987 Field Seasons, in Hesperia 62, 1993,p.225, dove si registra una forte densità insediati-va ne.l MM lB-II). GIi accentramenti saranno stari

t02 FILIPPO CARINCI

zione del Palazzo, una possibile interazione tra Festòs, la cui posizione consente comul-que un controllo del passaggio dallà Messarà centrale verso il Mare Libico, e le popola-zioni dell'insediamento sparso, che andrebbero a costituire, assieme al nucleo formatmipiù a Sud, nell'area di Kommos, un distretto costiero discretamente esteso.

Tale interaziorre, più volte affermata, traHaghiaTiada e Festòs14, ha, come è statoproposto in seguito a receflti ricerche, radici lontane, forse già agli inizi del prepalazia-let' e trova, nel MM, una serie di indizi che ne confermano la realtà storico-archeologi-ca. Sulla base di quanto si è potuto accertare dopo cento anni di ricerche sul campo, [evicende di Haghia Tiada nel corso del Medio Bronzo possono inquadrarsi in cinque di-stinti momenti che non sono in alcun modo scindibili dalla storia della vicina Festòs:

1) la vigilia della ..svol ta palaziale» nella Messarà occidentale (MM IA);2) L'avvio del nuovo sistema politico-amministrativo a Festòs con immancabili riflessinella regione (MM IB);3) iI periodo di massima fioritura del primo Palazzo di Festòs (MM II);4) la crisi e i tentativi di ripresa dopo le catastrofi sismiche e la distruzione del Palazzo(MM III iniziale);5) l'inizio della "new era" (MM III maturo e avanzato) ad Haghia Triada e nella Cretameridionale.

Si tratterà di individuare almeno gli elementi di fondo per una definizione della si-tuazione specifica del nostro centro.

Le fasi iniziali del MM ad Haghia Triada ben si inquadrano in quel periodo crucia-le di trasformazioni che determina, anche nella regione meridionale di Creta,la fonda-zione di un <<Palazzo, e la definizione di un nuovo organismo di controllo politico-am-ministrativo, ma anche cultuale e dei cerimoniali ad esso connessi16. HaghraTriadaap-pare, in questo senso, come un osservatorio privilegiato, soprattutto in virtù dei datidella necropoli.

funzionali alla possibilità di raggiungere le terre da

lavorare in tempi utili. Festòs si trova nella Messarà

al vertice della gerarchia e può aver esercitato uncontrollo diretto sul territorio immediatamentecircostante e indiretto in aree meno facilmente rag-giungibili, di qui la necessità di mantenere la ge-

rarchia degli insediamenti, creandone eventual-mente di nuovi lì dove ve ne fosse la necessità.

'a Si veda la prima impostazione del problema inV. La Rosa, Preliminary Considerations on the Pro-blem of the Relationship between Phaistos and Ha-

ghiaTriada, ir Scripta Mediterranea VI, 198r, pp. 4t-54; argomento poi più volte ripreso: da ultimo, V. La

Rosa, Pour une révision préliminaire du Second Pa-

lais de Phaistos, in Dnmssrx et al. 2002, pp.7l-96.15 Cfr. Tooano, in questo volume.t6 Per una sintesi v. S.lW. MaNrvrNc, The Emer-

gence of Divergence: Development and Decline on

Bronze Age Crete and the Cyclades, in C. Ma-rnrns, S. Sroooaru edd., Deaeloprtent and Decline inthe Mediterranean Bronze Age, Sheffield 1994, pp.221-270, in part. pp. 242-246. In generale sugli

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

Gruzie alle ricerche effettuate in quest'area alla fine degli anni '90 possiamo oggidefinire in maniera assai più precisa il ruolo di un particolare settore, quello delle c.d.{<camerette" a Sud della Tholos A (tau. A). Per il MM IA abbiamo , infatti,la possibilitàdi individuare e ricostruire, presso questo importante edificio funerario, alcune opera-zioni che implicano interventi edllizi e forniture di suppellettili, particolarmente rile-vanti per la ricostruzione del clima sociale e relrgioso di questo momento. I risultatipreliminari delle ultime indagini sulle strutture e sui materiali mostrano chiaramenteche attorno a un culto dei defunti, verosimilmente riconosciuti come antenati, era statocreato un sistema cerimoniale totalmente separato dal rituale funerario in senso stretto,certamente radicato in una tradizione precedente, ma visibilmente allargato a gruppinumericamente consistenti di partecipanti. Il fenomeno, che si inquadra nella più am-pia ripresa di uso della tholos tra AM III e MM I17, sembrerebbe ben deducibile dallaglobale valutazione delle strutture architettoniche'8 e dei depositi MM IA, in particola-re le c.d. «camerette» a Sud della tomba> trfia ben peculiare serie di piccole strutturenon propriamente annesse a tale edificio, anzi molto probabilmente da esso espressa-mente distaccate per il loro posizionamento a una quota più alta rispetto al suo ingres-so originario, nella zona tn leggero declivio alla base della collina. Una serie di opera-zioni sostanzialmente condotte nel corso del MM IA, testimoniano un'intenzionale tra-sformazione verso un'estensione del rituale alla partecipazione di gruppi più numerosi,per i quali gli annessi costruiti a ridosso del lato est dell'edificio funerario, variamenteutilizzati, non erano più sufficienti.

Presso la Tholos A di HaghiaTùada in un'area marcata, in un punto, da precisi se-

gnali distintivi di tipo cultuale (betili)1e (cfr. tau. A), si svolgeva un'azione rituale, conla partecipazione di molte persone, anche di età diversa, forse divise in gruppi fami-gliari o clan, che prevedeva l'offerta e la consumazione di sostanze liquide (acqua, lat-te, birra, vino, o altro) e solide (miele, frutta, vegetali, pane, focacce), preparate e di-

r03

sviluppi dell'AM e del MM a Creta, con ampia bi-bliografia v. anche L.V rùTarrLous, Review of Ae-gean Prehistory III: Crete from Earliest Prehistorythrough the Protopalatial Period, in AJA 98, pp.691-713 riedito in T. Currnr.r eà., Aegean Prehì-stlry,,t Reaiew, Boston 2001, pp. 157-271 , ivi Ad-dendum 1994-1999, pp. 216-223.

Sul concetto di ,<Palazzo" è oggi aperta un'am-pia discussione volta a una revisione dei modellitradizionali: per uno ilatar qiltzertilzls cfr. J. Dnms-sru, 'The King Must Die' Some Observations onthe Use of Minoan Court Compounds, in DntrssEN

et all.2002, pp. 1-13, che propone soprattutto perIe fasi iniziali una visione non regale delle prero-

gative di questa istituzione, con competenze cu1-

tuali, amministrative e organizzatìve ruotanti at-torno a gruppi scaglionati gerarchicamente: l'edi-ficio-simbolo sarebbe stato eretto da una comunitàper assolvere principalmente compiti reiigiosi e ri-tuali, Iaddove certe istanze di natura economicaappaiono più sfumate.

t'Currn.rno, in questo volume.18E. SruraNr, La grande tomba a tholos di Ha-

ghia Triada, in ASArene XIII-XN, 193031, pp,r52-t54.

tePer una sintesi dei dati degli scavi de1 1997-

98, cfr. La Rosa 2001, pp. 221-227, in particolare,per gli aspetti cultuali, p. 223.

ryWYFtc. 2 - Hacnn Tnraoa. Csnxurca MM IA, oall'anr,r. DELLA NECRopoLr, c.D. «CAMERETTE)> A Suo orr-ra TnorosAesrrronrADrAcENrr.a=HTR983000; e=HTR972870:,c=HTR982983;o=HTR983011; r=HTR 98 3010; r = HTR 98 )07);o - HTR 98 3074;u = HTR 98 3026 ; r - HTR 98 3029;1 = HTR98 2980;r = HTR 97 2883;r = HTR 98 2912;u = HTR 98-99 3272;N = HTR 98 3093;o = HTR 9-2811; Y = HTR 98 2917 ;q = HTR 98 2978;n = HTR 98 3022;s = HTR 98 299t (roro arcrrvro S.A.I.A).

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

stribuite secondo una formula apparentemente eg:ualttatta, attraverso I'utrlizzazione divasellame di tipo standardizzato, di setrs cerimoniali sostanzialmente formati selezio-nando ceramiche di uso domestico (". fiSS. 2 e 3), mentre i pochi elementi di distin-zione esclusiva (vasellame di maggior pregio, come, ad esempio, una sorta di calice a

bocca trilobata con decorazione policroma, fi7, 3 c-d), erano verosimilmente riservatisolo ad alcuni, di rango più elevato, forse coloro che guidavano il rito. Affinché, nellecondizioni che abbiamo detto, l'azione rituale potesse aver successo era infatti necessa-

rio che essa si fondasse sulla costituzione di un sistema di credenze, culturalmentestrutturato e condiviso, in cui l'elemento rappresentato dalla tomba, gli antenati, imembri trapassati della collettività o di alcune componenti di essa, fossero eletti a og-getto speciaie di venerazione da parte di un gruppo sociale allargato'0. Le finalità po-tevano andare al di 1à dei puri e semplici riti funerari, della celebrazione delle originidella comunità stessa, o di una specifica linea di discendenza, pet tn rafforzamento delpotere elitario2r, ed estendersi alle aspirazioni, ai bisogni, alle richieste del gruppo,abilmente utilizzandole come strumento di aggregazione22. Nel deposito MM IA delle«camerette" è interessante sottolinearela presenza di alcuni modelli in miniatura di untipo di bacino per spremitura (di cui un esemplare decorato è qui illustrato allafig, 3 h).

Tali recipienti trovano confronti in altri contesti funerari (tombe di Apesokari e diPortì) e possono ricondursi a qualche rito di offerta (propiziatorio o di ringraziamento)connesso aI taccolto'1 .

Esiste qualche probabilità che gli Annessi est, potessero inizialmente essere adibi-ti, in forma regolare e continuativa, a cerimonie, riservate però a gruppi elitari, come ildeposito del vano L lascerebbe a prima vista crede re'4, in funzione di una esclusività dipartecipazione a un rito destinato alla venerazione degli antenati "; difficilmente aveva-

no la stessa funzione quando iniziò l'uso della terrazza sud, ma Ia consistenza dei mate-riali attribuibili all'AM III26 potrebbe far ipotizzare qualcosa del genere in una fase pre-cedente.

10t

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Currnano 2000, p. 1 15; Currnano in questo volume.

" Cfr. Munpnv, Ideologies, cit., a nota 2l; J.M.Munruv, Private Life, Public Death: Contrasts inMinoan Prepalatial Society, tn IlurpdypLeva rou H'Arc1vodE KQnrd,q,mou 2uvt6p(,ou (Hp|il,erc 1996), A2,

Iraklio 2000, pp. 401- 4ll.26 In particolare gl.i skoutelia a base ampia con o

senza sgrondo: cfr. Tooano e Currnano in questovolume.

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Frc.3 - Hacnta Tntaoa. Cpnautca MM IA, DALL'AREA DELLA NECRopolr, c.D. oC.q.Nrrnsrrs, a Suo orrr..Tnoros A (a-r., r) r oar Saccro sorro rL Sacrrro (s). a-e = HTR 98 2949; c-o = HTR 97 2890:s-e - HTR 98 29)l; c - HTR98 3001; rl = HTR 9830)9; r = HTR 98 3O9j; I = HTR98 3O-9:r - HTR98 3088; r - HTR 98 3014: u - HTR 983023; x- HTR983044: o = HTR98 308-:p = HTR983086; q =HTR983034; n - HTRgB 3081; s - HTR78 111; r= HTR98 30i-

(roro anclvro S.A.I.A.).

l1

:

0@IITR 98

3011

HTR 98 HTR 983026 3113

Frc. 4 - Haonra Tnraoa. Crnaurca MM IA, oarr,ans,r DELLÀ NECRopoLr, c.D. «CAMERETTE» A SuDortta Tnoros A. ErrurNTl DECoRATivÌ DELIE BRoccHETTE <<A pLLTE>>.

HTR 983095

HTR 98

0IITR 98

2930HTR 98

3013

HTR 982999

HTR 982980

HTR 983020

HTR 982931

HTR 982981

HTR 983029

HTR 982793

IITR 983125

TITR 983126

108 FILIPPO CARINCI

Frc. ) - Hacnra Tnraoa. FnavlrtNrr MM IA oar Saccr NELL'ÀREA osr- BasrroNr (roro ancurvro S.A.I.At.

Questo insieme di aziont, che guarda alla tomba come punto primario di aggrega-ztone , prevede gruppi abbastanza numerosi, senza comportare necessariamente una con-centrazione di abitato. Allo stato attuale delle nostre conoscenze, tnfatti, solo in pochipunti, e senza il conforto della presenza dr struttufe, si può ipottzzare un' occupazioneMM IA, con materiali che in parte corrispondono a quelli dei sets cerimoniali": ne ri-marrebbe una labile traccia nei livelli più bassi al di sotto del Sacello e nell'area del c.d.Bastione (fig. 5)", oltre che, a maggior distanza verso Sud-Ovest, in prossimità dellaChiesa di Haghia Triada'e, mentre assai incerta resta la possibilità (prospettata dal Per-nier piuttosto che dallo Halbherr) di un'attribuzione a questa fase di un nucleo, almeno.

2r Si vedano per Ia precisione i frammenti dibrocchette "a pelte", giàL presentati in CanrNcr 1999,p. 124 s., ftg. 4.

'8 La Rosa 1979-80, p. 67 , fig. 17 e, dove questìlrammenti erano provvisoriamenre associati con i

materiali MM IB; altri frammenti MM IA sono pre-

senti nei livelli inferiori del vano o sotto il Sacello.

La Rosl 1979-80, p. 62, fig. 73 r. Per il Bastione r'.

La Rosr 1989, pp. 86-87; Dr Vrra 1986-87, pp4t4-457, figg.26-28; La Rosa 1991, pp. t23->26

2eCanrNcl 1999, p. 72l.Il materiale è in corso

di studio da parte di chi scrive.

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

della casa sotto il Piazzale 10r0. Frammenti ceramici MM IA si trovano infatti, in qual-che misura, assieme a materiali più recenti anche nei depositi misti del Bastione (fi7, 5)e potrebbero suggerire I'eventuale presenza di una qualche forma di occupazione di taleperiodo in questo punro del pendio della collina. In tutti i casi sono chiari i riscontri trale suppellettili domestiche e quelle impiegate presso le tombe. Il tipo di brocchetta "apelter, nonché i piattelli e gli skoutelia attestati in questi contesti, appartengono sicura-menre alla stessa produzione. Una situazione di insediamento sparso, con abitati più omeno estesi e non tutti necessariamente in condizione di utilizzarcla Tholos A, potreb-be essere quella più plausibile in questafase, considerando l'insieme dei dati archeologi-cir1. Ciò che più interessa sottolineare è, invece, la possibilità che i cerimoniali presso laTholos A costituissero un punto di aggregazione territoriale privilegiato, governato da

gruppi elitari in grado di muovere fotza-lavoro attraverso l'elaborazione di un «peflsie-

ro» religioso costruito in forme coerenti e condivisibili da gruppi estesi12.

Il distretto costiero della Messarà occidentale marittima, che in Haghia Triada ha

un importante punto focale, si presenterebbe dunque alla «svolta palaziale» con una po-polazione in crescita, in insediamenti sparsi sul territorio, e regolata da élites che fannoaffidamento su una struttura di controllo sacerdotale dei rituali, molto utile alla mobi-litazione comunitaria.

Non è da escludere che, anche in virtù di questo potere, le componenti elitarie eco-

nomicamente più forti di Haghia Triada siano state associate nella realizzaztone dellanuova formula palaziale sviluppatasi nel centro egemone di Festòs, allineandosi a formedi gestione economica e politica più sofisticate, capaci di integrare quella componentesacerdotale, alla quale nel nuovo sistema sarà assegnato un ruolo primario. Lacquisizio-ne del consenso potrebbe dunque essere stata,al momento opportuno, funzionale ad una

partecipazione all'impresapalaziale con una quota di mano d'opera, almeno da parte dialcuni gruppi famigliari preponderanti o dominanti, o, in alternati-va, al coinvolgimen-ro in una competizione per il controllo territoriale , dalla quale evidentemente sarebbe

uscito vincente il centro di Festòs assieme a quanti se ne fossero fatti sostenitori.

109

roCfr. quanto segnalato in CanlNcr 1999, p.

ll7, nota 6.i'Si vedano anche i dati riportati per il MM IA

nell'unica ricognizione effettuata nella Messarà oc-

cidentale: §Tarnous etal.,art. cit. anota 13,p.224:la scarsa evidenza per i periodi AM III-MM IA è at-tribuita al fatto che moiti dei siti più piccoli ven-nero abbandonati alla fine dell'AM, anche se Ia la-

cuna era ritenuta più apparente che reale, a causa

della scarsa conoscenza delle ceramiche. Levidenza

della tholos, tuttavia, ha un suo peso e, attualmen-te, anche i1 numero dei dati sulla ceramica è in ra-

pida crescita. Sulle produzioni del MM IA nella

Creta meridionale molte questioni sono ancora

aperte, soprattutto in merito al rapporto con l'AMIII, che attende, a livello locale e regionale, una piùchiara definizione: per una breve sintesi, con bi-bliografia precedente, cfr. Pn.P. BrraNcounr, 7/eHistory of Minoan Pottery, Princeton 1985, pp. 71-

11 . Già diversa è la situazione in ambito cnossio: si

veda N. MonrcrrANo, On the Early Minoan IIIMiddle Minoan I A sequence at Knossos, in IIa-npdypeva rou H' Arc9voit-< KpqroToyrzoti 2uve6p[ou

(HpdxLer,o 1996), A2,Iraklio 2000, pp. 33t-348.32 CanrNcr in c.d.s.

110 FILIPPO CARINC]

{

l

La situazione dell'ultimo periodo di uso delle "camerette>>rr, che ha luogo nel M-,\IIB, nella fase corrispondente alla fondazione e agli inizi dell'attività del Palazzo a Fe-stòs, potrebbe essere catatterizzata da variazioni al rituale, in apparenza limitato alla li-bagioner', e da un più contenuto numero dei partecipanti. La presenza r,popolarer, le-gata al cibo e alle bevande, sembra meno evidente e la partecipaztone potrebbe essersiristretta a gruppi relativamente più piccoli, che operano un radicale rinnovamento de1-

la suppellettile, fornendosi di più moderni e sofisticati sets dt brocchette à la barbotine-di tipi largamente presenti a Festòs dentro e fuori 1l Palazzo 3t, integrati da non molrealtre forme vascolarii6 tra cui spicca una teiera con filtro, sempre decorata à /a barboti-ae3-, forse rttltzzata per preparare infusi. È evidente che il materiale MM IA pubblicatodalla Bantiis assieme a questo complesso di ceramiche più tarde è, numericamente e

qualitativamente, un residuo del precedente periodo di uso dell'area)e, ora largamenretestimoniato dal deposito scavato nel 1997 -98 e dalla verifica dei dati relativi aila suc-cessione delle strutture nell'intero complessoto. È interessante segnalare la apparente as-

senza nelle «camerette" dei vasi in pietra, che invece appaiono assai abbondanti ne1latomba, con il loro significato simbolico e rituale, verosimilmente connesso ad altro tipodi corredi e di cerimonie, di natura più elitaria. Almeno su questo fronte della celebra-zione liturgica, dunque ,la fondazione del Palazzo e i mutamenti che ne derivano non se -

gnano la fine di una pratica cultuale, ma una sua trasformazione.Il trapasso sembra es-

sere avvenuto, in apparenza, senza forti traumi, se mai con un ridimensionamento delcerimoniale, che, non a caso, viene ad esaurirsi dopo questapnr.r,a fase del ptotopalazta-le. Il rapporto con il passato non si interrompe, ma probabilmente subisce una ridefinr-zione con conseguente contrazrone della partecipazione «popolare, sotto il possibilecontrolio di gruppi rimasti comunque legati alle tradizioni della comunità locale, che

non si appiattisce del tutto sul centro palaztale, pur assumendo quel ruolo di "satelli-te», che probabilmente non si era ancora definito come nel periodo successivo e che si

3i Currnano 2000, pp. 3ll-316.raCurrn,tno 2000, p. 31i ricorda un limitato

numero di piattelli, invece numerosissimi nei de-

positi MM IA e non fa menzione di strumentazio-ni per la cottura o simili, che potrebbero certa-mente non essere stati considerati nella giusta mi-sura dagli scavatori delle camerette, ma di cuì nonresta traccia evidente.

I V. BaNrt 1930-)7, pp. 22)-230, nn. 292-293,pp. 29i317, figg. 133, 1T-149; Curnano 2000,pp. 109-322, non poteva, owiamente, tener contodegli ultimi dati degli scavi della necropoli offren-do un inquadramento del fenomeno nell'ambito del

MM IB, senza Ia prospettiva della fase che imme-diatamente precede.

'6 Brocche ascoidi: BaNrr 1930-)1, p. 222 s..

nn. 288-291, figg. l3O-l)2; anforischi: Bar:1930-31, p.230 ss., nn. )18-321, figg. 150 a-,.112; pirbarakl: p. 231ss., n. 322, fig. lf . Ci:CurrRano 2000, pp. 313316.

j'B.q.Nrr l93O-31, p.2)2, n.32), tav. XVII;-J'Brnrr 1930-31, p. 220 s.Je BaNrr 1930-31, p. 223, n. 292, fig. 133 a: :.

294, fig. 134, tav. XIX / (brocchette tipo Drakc-nes); pp. 220-22I, figg. 125 a, l2l, 128 (broc-

chette .a pelter).'0 La pianta con indicazioni delle fasi cronolog:-

che è già stata pubblìcata ìn Ia Rosa 2001, p. 22i.tav. LXIIa. Per alcune precisazioni cfr. Currre:.r.in questo volume.

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINO]CO 111

tffi#

Frc. 6 - Hacst,t Tntaoa. Csnar'rtca MMIB DAr SAGGI NELITAREA DEL BASTToNE (a-n, c) E sorro rL S,rcELLo (r-r, n-r):a- HTR86s.N; s = HTR 861233 c-o = HTR 86t23j; r-r - HTR78 10d; c= HTR 86t231:

u = HTR 78 779 r - HTR 18 107 (roro ,tncrrvro S.A.I.A).

ffiWffiffiM

h

tt2 FILIPPO CAR]NCI

manterrà almeno fino al MM IIB. Solo più tardi, come vedremo, saràL possrbiie indivi-duare alcuni elementi indicativi di una piena integraztone nella ideologia "palaztil,e

.'.

In questo momento la funzione di controllo sociale, in forme che andranno codificando-si nel corso del tempo, con strategie di fondo analoghe, ma ancor più ad ampio rag€:r.:

di quelle adottate nel tardo prepalaziale, non sembra aver perso di vista la necropoli.quando a Festòs sono in via di elaboraztone, da parte delle 1lites palaztalt, quei cerimo-niali carattertzzati da demarcazioni di spazia' che. scelgono per la loro celebrazione ucnuovo e piir complesso scenario.

Questi gruppi che risiedono nel probabile abitato ,,satellite, di Haghia Triada=: an-cora gravitano verso l'antica necropoli, dove ora si seppellisce, in tono minore, soprat-tutto nella Tholos B (taa, A), che ha conservato resti relativamente scarsi del suo impie-go iniztale, a causa delle riutilizzaziont più tardel', senza abbandonare la Tholos A, ovtawiene qualche sporadica ma significativa sepoltura fino al MM II iniziale". Sulla b^se

dei dati riportati dal Paribeniat, si può indicare per questa.struttura,r.rà dutu, probabil-mente alf inizio del MM IB. Una collocazione della Tholos B in questo momento vienea smenrire definitivamente le ipotesi di una costruzione coeva a quella della Tholos A.ancora presenti nella letteratura46. Le minori dimensioni sono un altro elemento di va-

't F. CantNct, Per una diversa interpretazionedelle kalure nei cortili occidentali dei palazzi mr-noici, in Crera Antìca 2,2001, pp. 6l-62. La pro-gressiva formazione di un cerimoniale palaziale va

inquadrata nella problematica, assai attuale, circa

il senso del concetto stesso e del modello di "Pa-Iazzo,,, come entità politico-amministrativa, e al

contempo religiosa, che necessita certamente diuna revisione cfr. ). Dnrrssrr.t, art. cit. a nota 16 e

I. Scnorn, The State of the Minoan Palace or the Mì-noan Palace State?, in DrrsssrN et al. 2002, pp. 1r-3), tn parc. pp. 19-21 . Che il costituirsi di un Pa-

lazzo-Stato sia un fenomeno attuatosr progressiva-

mente è ipotesi senz'altro accettabile, ma è pur ne-

cessario prevedere un elemento catalizzatore per iIpassaggio da una situazione di assenza a una situa-zìone di presenza di un edificio dai caratteri così

diversi rispetto a una casa, anche del tipo pirì arti-coiato (come gli esempi MM IA di Haghia Photiào di Chamaizi), pur volendo ammettere in alcunicasi (Knossos, Mallia) la presenza nei livelli sotto-stanti al Palazzo di edifici di una certa importanzanon classificabili come case private. L'assenza di re-

galità nella civiltà minoica, almeno fìno a una cer-

ta data (TM IB) è visibilrurente un argomento i.tenere presente. La mobilitazione della forza lavorc

per la" rcaltzzazione di una struttura quale è il Pa-

Iazzo non sembra tuttavia possa essere giustificarasolo da esigenze di utilità sociale, vissute in con-

corde armonia, ma dovrebbe almeno presumere un

movimento di gruppi elitari in grado di regolare Ie

forme di aggregazione, senza escludere comperi-zioni o conflitti. Che nel MM IB, momento in cui

vediamo una variazione del rituale ad Haghia Tria-da, la defintzione dei ruoli del ncourt compound"fosse in via di formazione è possibile, come è pos-

sibile che non si sia verificata una "revolution insocial complexity" (Scrorr, art. cit., p. 1!), men-

tre non tutti gli ambiti della attività economicaappaiono necessariamente centralizzati.

a' CanrNcr 1999, p. 1.21 .

'rPanrsrNrr 1904, col1. 691-696.aaCfr. Currnano, in questo volume.lt PanrsrNr 1904, co|. 683.

'oCfr. K. BnaNrcaN, The Tomùs of Mesara, Lon-don 1970, p.166;Io., Dancìng with Death. Lìfe andDeath in Sautbern Crete c, 3000-2000 BC, Amster-dam L99), p 144, n. 2, con datazione all'AM I; v.

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO 111

lutazione da non trascurare, soprattutto se messe a confronto con quelle della Tholos A,una delle tombe più grandi finora attestate4', sicuramente indicative di un momentoparcicolarmente importante nello sviluppo della comunità", e lascerebbero a loro voltaintuire Ia presenza di gruppi in fase di espansione relativamente limitata, meglio in-quadrabili nel nostro scenario del MM IB.

La Tholos B potrebbe altresì rappresentare una soddisfazione delle esigenze di quel-le stesse 1lites locali che avevano mantenuto fino al MM IB le attività cerimoniali pressole .,cameretteo a Sud della Tholos A e utilizzatolo spazio con i betili. Le due tombe so-

no dunque riferibili a due diversi momenti della storia dell'insediamento, anche se, al-meno per un breve periodo, vennero ttllizzate contemporaneamente, e non vanno consi-derate come fondazioni pressoché coeve. È altresì importante sottolineare che, sulla ba-se della documentazione disponibile il MM IB rappresenterebbe il periodo di maggioruso della Tholos B, senza apparente coinvolgimento della sfera cultuale, laddove essa èancora largamente attestata nei pressi della Tholos A (ormai solo sporadicamente usata).

Le diverse condizioni di rinvenimento della Tholos B consentono l'accesso a un nu-mero minore di informazioni: gli standard della ceramica si uniformano a quelli delleproduzioni protopalaziali della Creta meridionale, senza che si possa di fatto delineareun preciso stile, nettamente diversificato da quello delle officine festie. Testimonianzediverse, in genere vasi, probabilmente rimossi dalla tomba e rinvenuti nel c.d. sepolcre-to o nell'area circostante, mostrano un uso che va dal MM IB al MM II maturoa8; i nu-merosi vasi in pietra si inquadrano pure, quasi tutti, in questo periodoae. Resta da chia-rire la data, verosimilmente prepalaziale della pisside in "buccheroperorrto, mentre il si-

ancora K. SnoNras, Friihkretische Siegel. Ansàtze fiireine lnterpretatìon der sozial-politischen Entwicklungaaf Kreta uàbrend der Friibbronzezeit (BAR Interna-tional Series), Oxford 1991 , p. 161;Io,, Social De-velopment, Management of Production, and Sym-bolic Representation in Prepalatial Crere, in A.CnnNrorrs ed., Froru Minoan Farruers to Ronzan Tra-ders. Sicleligbts on tbe Economy of Ancìent Crete, Stttt-gart 1999, p. 27 ss., fig. 1 (che pone entrambe letombe all'AM II). In generale sulle celebrazioni difeste che comportano consumazione di cibi e be-

vande v. M. Dmupn-B. HavorN, Digesting theFeast: Good to Eat, Good to Drink, Good toThink, in Feasts. Archaeological and Ethnographicperspectiaes on Food, Politics, and Power, Washing-ton - London 2001, pp. l-20; B. Hav»rN, FabulousFeasts. A prolegomenon to the Importance of Fea-

sting, ivi, pp.23-64, in part. pp.46-14.a'Cfr. BnaNrcl:N, Tbe Tombs, cit., p. 163; I».,

Dancing wìrb Death, cit., p. 144, n. 1.as Vasi riconoscibili sicuramente come MM: cfr.

PanrgrNr 1904, col. 691 n. 4, fig. 8; col. 696. n. 3,

teiere; col. 69) ss., tav. XLII, 1, bicchiere; col.697,nn. l -4, tav. XLII, l-2, XLI, 3 e fig.9 rispettiva-mente olletta con beccuccio a ponte, piccola idria,tazza carenata e tratti di una bacinella e di una pis-side à la barbotine.

te Coppe, ciotole, vasi a nido di rondine, vasi

multipli ecc.; cfr. PanrnrNr 1904, coll. 699-102,nn.6-23; P. §7annrx, Minoan StoneVases, Cambrid-

se 1969, pp. t4, L9, 30, 56,70,76,19.t0 PanrsrNr 1904, col. 702, 24, forse AM II (?);

cfr. qui Tooano.

tt4 FILIPPO CARINC]

d

Frc. 7 - Hacura Tnla»a. Cpnanrca MM II oaL Srrronr Nono-Esr: a = HTR 92 2)42; e = HTR 91 281t.c= HTR 91 2140 (roro r DISEGNI ARCHIvTo S.A.I.A; DrsEGNr G. Fl'ruzzo).

gillo rinvenuto nel «corridoio» lungo la parete sud t' appartiene a un gruppo che ha cor-rispondenti, per la composizione del motivo, tra gli esemplari di data più recente pre-senti nella Tholos A, ora assegnati al tardo MM IA/MM IB ".

Sempre dal c.d. ,,corridoio, provengono una brocca à la barbotinesi che ha forti so-

miglianze con esemplari festii 5a e frammenti simili. Dall'interno della tomba, due vasi

a nido di rondine e un frammento nello stile di Kamares'5, appaiono residui di un uso

nel MM IB-II. È significativo il fatto che il reimpiego di costruzioni tombali nel TM IIIabbia interessato la sola Tholos B; le spiegaziont possono essere diverse: probabilmentela struttura della Tholos A era in quel momento già collassatat6, ma continuava a man-renere il forte significato simbolico assegnatole dalla tradizione locale, di cui sarebbe ri-masta memoria fino ad epoche ben più tarde'7.

'' PaRTBENT 1904, col. 706, fig. 16; CMS ll, I(Pra.roN), n. 449, ma SnoNras, Friibkreriscbe Siegel

cit. a nota 46,p. l0) ss., e art. cit. a nota 46,p.39sg., pone il sigillo in un gruppo (Blàtter/Knocben

Gruppe) assegnabile al tardo MM IA/MM IB.

"Cfr. BaNrr L930-3L, p.208, n.226, fig.92;C^4.t, II, 1 (Prarorv), n. 101. Lo stesso motivo diuna spirale a S con fogliette, ma assai più stilizza-

to è presente anche in alcune cretule di Festòs: cfr.

CMS,II,5 (Prrvr), nn. 187-188.tr P,tnrnrNr 1904 , col. 683, n. 1, tav. XLII, 2.taCfr. Lrvr, Carrucr, 1988, p. 69 sg.ti PanrsrNr 1904, col.68J ss., nn. 1-3.56 Currnano in questo volume.57La Rosa 2001, p. 225 sg.

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO 11'

Se, probabilmente, è in coincidenza con la fondazione del Primo Palazzo a Festòsche Haghia Tùada si viene a definire in forma più chiara come un sito .satellite, nel-l'ambito di quella complementarità che resta comunque un carattere permanente delrapporto tra i due centri, non è finora pienamente dimostrabile come e in quali tempisi sia giunti, secondo una dinamica analoga a quella che è dato riscontrare anche altro-ve, in più importanti centri palazialit', a una vera e propria concentrazione «urbana»dell'abitato, nella discreta estensione coperta dai diversi depositi in cui sono presentimateriali MM. Si può in primo luogo ribadire che le principali aree di rinvenimento dimateriali MM IB-II, con o senza resti di strutture quasi sempre assai esigui, si collo-cano a terrazze lungo le pendici occidentali, nord-occidentali e settentrionali della col-lina che sovrasta f impianto della Villa Reale te, al di sotto della quale sono presenti al-tri resti, solo assai di rado significativi: I'arca in cui si concentrano le testimonianzeprotopalaziali è delimitata a Sud dai livelli MM sotto il Sacello e dai materiali nei va-ni sotto il corpo settentrionale della Villa. Ad Ovest iI limite sarebbe costituito dallaCasa sotto il piazzale 10 e da uno scarico o deposito a Ovest della Casa del Lebete; adEst si può fare riferimento ad un allineamento che comprende i resti sotto il pozzo diluce 3 della Casa Est e quelli ad Oriente del Bastione sul fianco della collina. A Nord,nelle aree indagate tra il 1981 e il 1985, si sono individuati generalmente in livelli dicolmata, che potrebbero dunque essere solo il risultato di spostamenti di rerra e di de-triti dall'alto della collina o lungo le curve di livello. Gli strati contenenti cospicuigruppi di ceramiche protopalaziali ai piedi delle pendici nord della collina, al di sottodei livelli neopalaziali del Complesso della Mazza di Breccia6o e dei suoi annessi nelSettore Nord-Est, potrebbero derivare dall'accumulo di una massa consistente di detri-ti scaricati in seguito a ùfla distruzione che non possiamo identificare con sicurezza inquella della catastrofe giunta a distruggere i primi palazzi alla fine del MM IIB, anchese questa possibilità non va esclusa. Esiste inoltre la prova di uno scivolamento di aI-tre masse di terra frammista a materiali lungo il pendio, dovuta a fenomeni alluviona-li, in un momento successivo, ma cronologicamente vicino 6'. La datazione at MM IIviene confermata in diversi casi dalla omogeneità dei materiali in strati non compro-messi da successive manomissioni. Linsieme dei dati forniti dalla esplorazione archeo-logica di tutto questo settore lascia intuire la presenza di un probabile quartiere pro-topalaztale anche a monte del Complesso della Mazza di Breccia, sulle pendici nord

58Cfr. N. MourcuaNo, Osservazioni sulla nasci-ta dei palazzi minoici e sul periodo prepalaziale a

Cnosso, in V La Rosa, D. Partnno, L. VacNrrrredd., izd n1vrov il,6.loptevot, Sìmposio italiano di Stu-di Egeì declicato a L. Bernabò Brea e G, Paglìese Car-rarelli, Roma 1999, pp. 69-74.

te CanrNcr 1999 , p. 123 .

6oCfr. La Rosa 1990, pp. 3l-14; Dr Vrra 1990-

91, pp. 428-432; La Rosa 199), pp.139-542; da

ultimo per le campagne 1989-90, si veda la esresa

relazione La Rosa 1992-%, pp. l2l-172.61Ad owiare a problemi di quesro tipo sembre-

rebbe essere stato concepito f impianto di una spal-letta in muratura di cui sono stati individuati i restinei livelli più bassi della trincea M/3, dove era anche

una sorta di canale: cfr. Dr Vrra 1994-91 , p. 419.

116 FILIPPO CARINCI

della collina62, che potrebbe essersi sviluppato nel MM II, come ampliamento di un nu-cleo più antico. Questa ipotesi allargherebbe ulteriormente la probabile estensione del-l'abitato MM IB-MM IIB, anche se la pendenzaabbastanzamarcata e l'erosione lascianosolo qualche speranza per una futura ricerca a sua conferma. Secondo un calcolo assai ap-prossimativo l'estensione dell'abitato sarebbe di circa 26 ha. nell'area con resti accerta-ti, ma potrebbe raggiungere circa 30 ha aggiungendo la superficie della possibile esten-sione verso Est sulle pendici settentrionali della collina. Se queste proiezioni si dovesse-ro rivelare giuste, l'area dell'abitato di Haghia Triada avrebbe raggiunto nel MM IIun'estensione pari a poco meno di un quarto di quella di Festòs (calcolabile approssi-mativamente in circa Il2 ha.).

Nella planimetria di fig. 1 sono diversamente indicate le possibili estensioni del-l'area abitata, considerata in senso ampio, vale a dire con tutte le discontinuità deter-minate da fattori topografico-ambientali e da scelte abitative.

Se la costruzione del Palazzo segna per Festòs un momento di grande ascesa, non vasottovalutato il farto che questo centro aveva mantenuto, nei secoli precedenti, un ruo-lo egemone, confermato, a livello archeologico, dalle prove di estensione delle aree abi-tative, già in età prepalaziale decisamente più ampie rispetto a quelle di tutti gli altricentri noti della regioneo'. Non meraviglia, dunque, che anche ammertendo che avesse

acquisito una sua entità ,,urbana, , Haghta Triada lasci, con scarsa chiarezza in verità,solo intravedere il suo carattere di sito ricco di una peculiarità locale e con una sua fi-sionomia, ancorché .minore-.

Al di fuori della necropoli, i dati relativi ai resti architettonici sono quasi semprescoraggianti: resti di tre vani di una casa sotto il Piazzale l0 (taa. A), avanzi di murinell'area dell'Avancorpo orientale e nel vano 66 della Villa, piccoli ambienti nel settorescavato nell'area del Sacello, resti di muri e di un piccolo vano nella zona del Bastione,con un ricco scarico di materiali, un breve tratto di muro presso l'angolo nord-est del-l'Edificio ciclopico. Senza alcun visibile resto di strutture si segnala, per la quantità dimateriali MM II, lo scarico di ceramiche (strato IX) recuperato nei saggi al di sotto del-l'edificio W (taa. A)64, sottostante alla colmata di livellamento per la costruzione del-l'Edificio ciclopico e forse determinato dall'accumulo verso il basso, alla base della col-lina, di detriti derivanti dalla grande distruzione della fine del MM II, che deve avercoinvolto Haghia Triada al pari di Festòs. Ceramiche MM sono inoltre frequentementepresenti in strati di livellamento neopalaziah e postpalaziali, soprattutto nel settore set-tentrionale dell'abitato, che sembrerebbe tuttavia meno interessato da una frequentazio-ne e occupazione MM IB-II. Già si accennava alla situazione del Settore Nord-Est, incui si registra Ia presenza di abbondanti materiali in strati di scarico o di scivolamenro,

"'CanrNcr 1999, p. 123 ss.t'ì Si vedano ad esempio lo schematico diagram-

ma con le indicazioni di occupazione dell'area delPalazzo di Festòs e degli spazi circostanti nel pe-

riodo prepalaziale, in BnaNlcaN , Dancìng u,itbDearh cft. a nota 4), pp. 114-116, fig. 6.9.

u] Dr Vrra 1988-1989, pp. 416-431; La Rosa

199), pp. 530-131; Canrucr 1999, pp.l20,123 ss.

HAGHIA TRiADA NET PERIODO MEDIO MINOICO

/

Fro. 8 - H. Tnraoa, Csra,r.rrca MM II DAr SAGGr NELL'AREA orL BasrroNr (a, r-r) r oal Srrronr Nor.o-Esr (n-o):

a = HTR 86 1221;s = HTR 91 2191;c-o = HTR 92 2286;r = HTR 86 1276;r = HTR 86 l33l(roro r AceuARELLI ARcHIVIo S.A.I.A.).

ttl

i18 TILIPPO CARINCI

unico possibile indizio di un'occupaztone della parte alta della collina in questo perr.,-do, verosimilmente cessata nelle fasi successive.

Su questi gruppi di materialt, ancora in corso di studio per un'edizione definirir-;.sarà opportuno brevemente soffermarci in seguito, per delineare almeno alcuni essenzré-li caratteri culturali, da essi deducibili, con tutti i limiti del caso, avendo a disposizio-ne quasi costantemente materiali in deposizione, quanto meno, secondaria, se non Ce-

terminata da ulteriori spostamenti. Sia nei livelli di accumulo e di riempimento, sia ne-

gli scarichi, le testimonianze di ceramica MM delle varie fasi sono oggi decisamente prunumerose di quelle acquisite nei vecchi scavi e ciò facilita, per diversi aspetti, 1a ricerc.ceramologica, a sua volta utile alla comprensione di altri fenomeni.

Solo nelle strutture sotto il Sacello (tau. A) è stato possibile individuare, collocan-doli in una stratigrufia chiara, gli scarsr resti di un piccolo gruppo di vani (o,0, ^i), ap-partenuti a un originario nucleo di questo periodo. Nel vano a il materiale di riempi-mento tra i due livelli pavimentali in stucco rosso, abbastanza ben distinguibile, anchese, in generale, modesto (molti skoutelia del tipo consueto nel MM IB e una serie diframmenti) si colloca nel momento della prima distruzione e ricostruzione del vano, al-l'inizio dell'età protopalaziale6', con una stratificaztone ai livelli più atti che documen-ta, malgrado i molti danni, una continuità d'uso fino al MM III, con aggiunte e trastor-mazioni del nucleo originario. Un piccolo "deposito di fondazione» nello strato sopra alvergine a Nord di o, potrebbe essere rappresentato da due piattelli rinvenuti sovrappo-sù66 (fig. 6 e-f, i), uno con il bordo parzialmente tagliato, difoggia assai particolare nonaltrimenti attestata, che possono collocarsi senza difficoltà nel MM IB, a conferma diuna rifondazione dell'insediamento in questa fase.

I resti di quattro protomi taurine6T pertinenti arhytà del tipo attestato in tre esem-plart a Festòs (vano IL68), indicano quanto meno l'uso, nell'abitato, di suppellettile dr

tipo rituale, documentata nella fase successiva da frammenti di vasi di analoga funzione.A parte tale suppellettile, il pavimento in stucco rosso 6o, rifatto.anche dopo la prima di-struzione, è di un tipo troppo diffuso per lasciare aperta, da solo, qualche possibilità ai

fini di una definizione del vano come destinato ad attività di culto, ancorché di tipoesclusivamente domestico, anche perché mancano altri elementi di conferma, tranne i1

fatto che in epoca ben più tardal'area avrebbe avuto questa destinazioneTo. Di una fase

6'Ia Rosa I9l9-80, p. 62, fig. 13 a-e.66 Ia Rosa 1979-80, p. 67, fig. 12, nn. 14-11 ,

fìg. U, b, c-d. Sui depositi di fondazione a Festòs,

v. da ultimo il contributo di V. La P.osa, Liturgiedomestìche elo depositì dì fondazione? Vecchi e nuouì da-

ti da Festòs e Hagbia Triada, in Creta Antica, 3,

2002, pp. L3-48.6'HTR ll2 e 113, La Rosa 1979-80, p. 62, fig.

\2, nn.2,4, fìg. l3n, q, g, /; HTR 115, ivi, fig.

l3f, p; HTR 114 era subito luori del vano a un li-vello di poco superiore, ivi, p. 62, fig. 13h, m.

6sLpvr 19J6, p. 53ss., tav. 16La-f.6e Mrururo 1998, p. 66, nota 39.'uLa presenza tra i materiali del vano ò, che risale

ad un'occupazione dell'area dell'inizio del periodoneopalaziale, di un rbytòn ovoide HTR 197 e di un

pot-à-Jlears HTR 314 (v. D. Pucrisr in questo volume),può essere significativa: è possibile ipotrzzare una

t19HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

più matura del MM II sono i materiali appartenenti al livello di distruzione del vano 13,

tra cui una bella tazzacofi decorazione policromaT', mentre l'impianto del vano potrebbeessere coevo a quello di o., o di un suo rifacimento sempre nel corso del MM IB, come in-dica il braciere inserito nel pavimento in stucco bianco. Ancora più tardi i risultano i ma-teriali del livello di distruzione conservatosi nel vano y, posto in vn terrazzamento infe-riore, riferibili a una fase non troppo ayanzata del MM IIIT',alla quale si possono datarealtri interventi in questa zona> meltre la data di fondazione delle strutture più antichequi presenti può, per altri motivi, anche di carattere strutturale, ritenersi coeva a quelladi 0. Abbiamo in sostanza i resti di un piccolo edificio orientato su un asse Nord-Est/Sud-Ovest, vale a dire seguendo il pendio della collina, che vtene tercazzato per la suacostruzione, di cui restano parti di due piccoli ambienti quadrangolari e il tratto di unterzo, ben poco definibile, sttl terrazzamento inferiore. Ledificio fu impiantato nel MMIB, e variamente rimaneggiato fino al MM II ayaflzato, mentre. nell'area circostante, ailivelli più bassi, sottostanti a strutture neopalaziali variamente succedutesi, non mafica-no frammenti MM IB/II che ne testimoniano una considerevole frequentaztone.

Una situazione analoga, coll la solita compresenza di materiali MM di varie sorro-fasi, si è profilata più a Nord, Iungo il fianco della collina, dove già i primi scavatoriavevano individuato qualche resto, anche con materiali MM IB?3. Nei saggi condottinell'area del c.d. Bastione (taa. A), vano 13 e fascia est dei vani 4, B, l2), che in parteera già, stata esplorata nei vecchi scavi

-1, mentre residui MM IA suggeriscono una pre-cedente occupazione del fianco occidentale della collina, alcuni tratti di muri, in parteorientati lungo il pendio, erano in vario modo riconducibili a strutture MM. Livelli difrequentazione (vano 4) indicano una presenza nel MM IB e ancora nel MM II, senza

però la possibilità di ulteriori precisazioni. Nel settore a Nord-Ovest del medesimo Ba-stione alcune strutture sono probabilmente da collocarsi nel MM IB, a conferma dellaclescita, in questo momento, dell'abitato: si segnala in particolare un angusto recesso, osottoscala, verosimilmente parte di una casa. Di spicco è soprattutto la quantità e la

continuitàL topogralìca dell'area come luogo di culto?

IJn frammento dr rbytòn a protome taurina (HTR2)), della categorta a superficie ricoperta di uno spes-

so strato di coiore bianco lucidato, fu recuperato dal-Ia Banti ne1 Sacello, sotto il livello de1 pavimento di-pinto con scena matina. Cfr. ìnfra, nota 156.

i1 La Rosa 1919-80, p.77, fig.22 ì, tav. A; ilquadro di insieme dei materiali è chiaramente MMII avanzato, come mostra la presenza del pitbarakìminiaturistico e delle tazze trolcoconiche.

72La Rosa 1979-80, p. 77 ss., {igg. 3l-32.. '-1Da qui è segnalata provenire in HarsHrnn el

all. 1977, p. 22, la bella brocchetta à la barùotine

C. 577t, da un vano .completamente distrutto,

sul fianco della collina a Est del Bastione e dellaCasa Est, dove erano altri frammenti di ceramica,

alcuni à la barbotìne. Lo stesso vaso era invece pub-blicato in BaNrr 193031, n. 338, tav. XVII e, co-

me proveniente da saggi nell'area della necropoli.È probabile che la Banti, nella redazione della re-

lazione postuma degli scavi, abbia avuto modo dieffettuare delle verifiche, senza" però pensare a una

rettifica, atta a evitare confusioni (cfr. ad es. Ca-nrucr 1999, p. ll7, nota 7).

'Harnnrnn et a/.7917, p.20; per una sintesr

dei risultati dello scavo, v. Dr Vrra 1986-87, pp.454-4)7; La Rosa 1989, pp. 86-88.

t20 FILIPPO CARINCI

W WWb

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t)1

Frc' 9 - Hacsta Tntaoa. crna,tca MM II oar Sacci N'r-'aREA oer BasrroNr (c, o, c, r, r), urr vaxo w (r,r) rnrr Srrronr Non»-Esr (a, a, r, r, H,;, r, N): a = HTR 91 2076; s = HTR 91 2lI1; c = HTR g6 1347;o = HTR 86 1174; E - HTR 91 2067; e = HTR 91 2o9o; c = HTR 86 1332; g = HTR 91 2043;r = HTR861190; 1=HTR912tt4; r=HTR 861194; r=HTR 912806; u=HTRBgs.rq; N=HTR 912179(roro ancurvro S.A.I.A).

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

qualità dei materiali che, assieme a quelfi degli scarichi det Settore Nord-Est, rappre-sentano una significativa documentazione del consumo di ceramiche nell'ambito del no-stro sito, che comprende praticamente tutte le classi note delle fasi tra MM IB e MM II,con una notevole presenza anche di suppellettile di tipo domestico, quali ceramica dafuoco o contenitori di vario tipo.

Assai vicina a quegli strati di scarico e di scivolamenro che testimonierebbero, a

nostro avviso, un'occupazione anche del lato settentrionale della collina, è I'area che harestituito i resti meglio visibili di un impianto infrastrutturale del MM. Tali resti rap-presentano Ia prima sistemazione nell'area della c.d. Tomba degli Ori?' (taa, A): si trat-ta di uno spazio lastricato in calcare di m 6 x7,30 (quindi più di una quarantina di mq),in probabile rapporto con una rampa ascendente da Nord a Sud, sempre in lastre di cal-care, posta sul lato orientale. Sul lastricato, in una posizione apparentemenre decentra-ta, spostato verso la fampa, era inoltre stato realizzato ùn apprestamento, una sorta dibasamento rettangolare, alto al massimo una ventina di cm a blocchetti regolari e con-servato per una larghezza di m 1,15, che è stato denominato bema o bomòs. Poco più a Este a Sud, nel settore del Complesso della Mazza di Breccia, un tratto di tracciato strada-le lastricato databile come impianto al MM IIB, con andamento in salita da Est versoOvest, tagliava il pendio della collina. Non si hanno altre rracce di strutture MM nel-I'area e secondo l'espressione assai prudente dello scavatore «non abbiamo pertanto ele-menti per stabilire Ia specifica funzione di questo spazio pubblico; il suo breve uso siconsuma nell'ambito della akntd della vicina Festòsr'6.

Senza forzare rl dato, possiamo tuttavia tentare di indagare qualche possibilità diinterpretazione. Se è vero che il sistema suadalarea lastricata sopravvive nella nuova si-stemazione di età neopalaziale, ciò è indicativo della sua importanza per la comunità lo-cale e quindi del permanere di wa tradizione più antica. Pur nella incertezza che anco-ra circonda gli edifici del Settore Nord-Est, sono innegabili almeno due fatti, da un la-to la possibilità di un collegamento con Ia necropoli, dall'altro la rrvalenza liturgico-re-ligiosa"TT di molti elementi presenti nel contesto: è possibile che tali elementi siano unretaggio del periodo protopalaziale, che già identificava in quel punto un preciso riferi-mento spaziale.

Questo tratto stradale lastricato si raccordava, tramite la rampa alla quale prima siaccennaya, all'area anch'essa lastticata, determinando la scansione di uno spazio pubbli-co, in cui il basamento quadrangolare sembrerebbe trovarsi in una posizione focale. C'èda chiedersi se le lastre che delimitano a Ovest il lastricato, leggermente rialzate rispet-to alle altre " (taa. A) e decisamente più grandi, forse risultanti addirittura dalla frat-tura di lastre maggiori, non siano da immaginarsi come un residuo dei resti di un mar-ciapiede soprelevato con andamento Nord-Sud, da riferirsi a un possibile collegamento

r5 Cfr. La Rosa 1992-93, p. l3l, figg.7-9'uLn Rosa 1992-93, p. 136.7i La Rosa1992-93, p. 167 .

ts La Rosa 1992-93, frg.7 e pianta Tav. I, lastrea quota -2,08 m.

t2l

.f

Ftc. 10 - Hacrtta Tntaoa. Clrantca MM II oar Saccr NrLr'Arsa olr Basrrous (rr,r), sorro r Sacrrro (r, c),NEr \rANo \7 0) r Nrr Srrronr Nono-Esr (a-o, r, H, r, K, r_, N, o): a = HTR 92 2359; s = HTR 9t 2143;c = HTR 91 2i64;o - HTR 91 2167 E = HTR 7B t16;r = HTR 9t b37;c - HTR 78 r17;s = HTRe2 2374; r = HrR

"^':'j,L#:à.';:^';;. XJI?I a1,.'i.:H\';';o:," u = HrR 861286;

H,{GHIA TRIADA NEI PERIODO MEDIO MINOICO t23

con I'area a Sud della Tholos A, indirizzato, attraverso un percorso pressoché rettilineo,verso il settore dei betili.

L'assenza di lastre nella fascia a ridosso della parete est della c.d. Tomba degli oripotrebbe essere stata determinata dalla messa in opera di questo edificio, lasciando dun-que aperta l'ipotesi di una continuazione del lastricato verso Ovest, con la conseguentecollocazione del marciapiede soprelevato al centro dello spazio lastricato.

Il sistema stradalspazio lastricatolbema o bomòs domina dall'alto I'area della necro-poli e forse costituisce l'elemento di separazione/collegamento tra questa e l'abitato. Illastricato con berua o bomòs può essere visto come il punto di partenza, o di arrivo, di unpercorso cerimoniale che andrebbe a trovare qualche collegamento con l'ultima fase del-I'area a Sud della Tholos A, a sua volta ancora visibilmente marcata dalla presenza deibetili. È diffi.it. spiegare la funzione dell'apprestamento, indicato appunro come béma

in alternativa a bomòs. Un'interpretaziofie come bdma potrebbe trovare un parallelo, inuna dimensione monumentale certamente diversa, nelle lastre che caratterizzano il pro-seguimento del marciapiede soprelevato sulla gradinata «teatrale» del Ptazzale I di Fe-stòs7e. L'intenzione sarebbe quella di demarcare uno spazio visibile su cui far converge-re l'attenzione, un luogo di esibizione di persone (o di oggetti?) finalizzato allo svolgi-mento di una liturgia pubblica. In scala e forma ridotte avremmo quindi qualcosa dicorrispondente alle funzioni del piazzale occidentale dei Palazzi, con la differenza, inquesto caso non secondaria, che 1'area prescelta, nel suo insieme adatta a pubbliche riu-nioni, malgrado il pendio, graviterebbe verso la necropoli, in un'ottica volta a non tra-scurare il principale e tradizionale luogo di aggregazione cultuale della comunità.

Nel corso del MM II, dunque, quegli elementi di sacralizzazione che dal MM IA ca-

rattetizzano la terrazza a Sud della Tholos A, verrebbero ulteriormente ribaditi dall'inse-rimento in un sistema più ampio, collegato alle strutture di un percorso viario e ad unospazio che potrebbe fungere da snodo cerimoniale tra città dei vivi e città dei morti.Lampliamento dello spazio cerimoniale è in questo senso probabilmente influenzato da

coeve espertenze rrpalazialirr, qui trasposte nel solco di unatradizione locale. lorganizza-zione di un'area comunitaria in una zona di cerniera ai margini della necropoli è partico-Iarmente significativa. Oltre a indicare l'esistenza di forme di controllo di spazi pubbli-ci, il tratto di strada lastricata rinvenuto a Sud del Complesso dellaMazza di Breccia po-trebbe inquadrarsi come diverticolo urbano di un ipotizzablle tracciato viario che costeg-giavada un lato il corso dello Ieropotamo e dall'altro il fianco settentrionale della catetadi colline, alle cui estremità rispettivamente occidentale e orientale sorgono HaghiaTrta-da e Festòs. In ogni caso, l'area contrassegnatadagli elementi che abbiamo descritto si sa-

rebbe venuta a configurare, nella topografr.a generale del sito, come un asse privilegiato.

'-eCfr. CanrNcr 2001, pp. i8-60. Senza voleristaurare veri e propri confronti vale forse ricordareche nella "Loggia" di Mallia, una base quadrangola-re ritenuta la base di un trono da O. PsroN, Le Palais

de Mallia et les "palais" minoens, ìn Drusssru er a/.

2002, p. 1 15 sg., è posizionata a fronte di un betilo,e presume quindi una valenza cultuale, come osserva

Dr.rrsssN art. cit. a rrota 16, p. 3, nota 79.

124 FILIPPO CARINCI

\-Z \ ;' \r sr'l ts7

(0) (o) (+l r.0) rS,l\ l^\ l\ A i^\

Frc. 11 - Hacsta Tuaoa. Crnalttca MM II. Pnoptrt RICosrRUTTrvr Dr vAsr E FRAMMENTT oar Saccr NELL'AREA

orrBasrtoNr(n-o)roarSerronrNoao-Esr(a): a-HTR91 2ll8;t=HTR86s.r..r.;c=HTR86s.x.:» - HTR 86 1229 (»tsrcNr, ,t: G. Fl.ruzzo; n-o: auronr).

Ftc. L2 - Hacuta Tntaoa. Crnautc,t MM II. FnalrltsNrr Dr vAsr coN DECoRAZToNE TMpRESSA

oar Saccr NELL'-A.REA »pr B,tsrtour (roro ancurvro S.A.I.A).

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

Due fatti vanno sottolineati al termine di questa breve rassegna dei dati: da un latola presenza quasi costante di residui o di gruppi di frammenti MM IB che caratterizza, invario modo, i rinvenimenti ceramici, lascia intendere la possibile formazione, in questoperiodo, di un abitato più concentrato e omogeneo; dall'altro - ma si ttatta di u.n argu-ruentarrt ex silentio - nessuno degli scarsi resti architettonici sembrerebbe segnalarsi perl'appartenenza a strutture di carattere monumentale, indicandone Ia preminenza, mentretutto ciò che conosciamo) a parte le strade e i lastricati, che non sono propriamente degliedifici, rientra nei canoni dell'edilizia domestica. Tuttavia non vanno trascurati i resti distrutture nell'area della Villa, nella parte più bassa e pianeggiante, a ridosso del lato oc-cidentale della collina, che potrebbero suggerire la presenza di alcuni edifici di maggiorprestigio (pavimento di stucco rosso con elementi dipinti di bianco nell'area dell'Avan-corpo Orientale databile al MM II), in una visione dei fatti che non può escludere per ilMM II l'ipotesi di una conseguita continuità topografica dell'abitato. Del resto, già i pri-mi scavatori avevano supposto, al di sotto della Villa, un edificio di funzioni equivalenti.

Come già si accennava, almeno fino al MM IBiMM IIA80 all'interno della Tholos A,quindi nella struttura tombale vera e propria, appaiono tra i materiali di corredo delle se-

polture disposte ai lati dell'ingresso della camera funeraria, significative presenze, in par-ticolare la pregevole olletta-teiera che si colloca assai bene nelle sequenze festie". Si trat-ta di un vaso che potrebbe avere qualche funzione cerimoniale, assieme alla coppa emisfe-rica monoansatat' e testimoniare un uso esclusivo della Tholos A, per qualche membro dirilievo della élite locale, che ancora si distingueva per Ia sepoltura riservata nella tomba-simbolo della comunità. Lo stesso può dirsi solo per alcuni dei numerosi vasi in pietra83,ai quali si aggiungono altri materiali di carattere più corrente t4, che sono tuttavia assai

scarsi rispetto al totale dei rinvenimenti dalla tholos e dagli annessi, entro i quali non si

fa, purtroppo quasi mai, a parte i materiali litici, una precisa distinzione nella pubblica-zione della Banti, attualmente in attesa di un'ampia revisione ad opera di M. Cultraro.Ci si chiede, infine, quale possa essere il significato della presenza in questo contesto diun boccaletto a foglie85, recipiente forse connesso con distribuzioni di razioni alimenta-

t2t

t"Currn.a.no in questo volume.stBautI l93O-)1, p. 177 ss., n. 5), tav. XYI a-b.t'Erroneamente restaurata, BaNrr 1930-31, p.

I73, n.39, fig.23. Si tratta di un vaso assai simi-le per 1a forma alla coppa con ru{figwazione della

"dea deì serpenti» dal vano LV di Festòs (LEvr

1976, p. 96, tavv. LXVIIa, 160 b-c; Lrvr, CanrNcr

1988, p. 174, tav.76 b), tn recipiente chiaramen-te di uso rituale. II piìr modesro esemplare non de-

corato potrebbe rivestire funzioni analoghe.

'iPer es. BaNrr 1930-31, p. 186, n. lO7, fig.

12 a-b, che riproduce in pietra un tipo vascolare

assai diffuso in ceramica nel MM IB/IIA. Per laforma cfr. Lrvr, Canrxcr 1988, p. 137 ss.

saCome lo skouteli decorato BaNl 1930-31, p.113, n. 37, frg. 22; iI boccaletto a foglie Baun1930-31, p. 111ss., n. 40, fig. 24; il coperchio p.L7 6, r. 50, fig. 32 c. Akrt materiali non presenta-ti dalla Banti sono segnalati in questo volume da

M. Currnano, figg. l4-L7 .

8'BaNrr 1930-3I, p. 33, n. 40, ftg. 24, v. qùCur-rnano.

ir6

ri a Festòs, verosimilmente già dal MM 18/IIA86. Il vaso potrebbe, in qualche modo, qua-lificare 1o status del defunto o più semplicemente alludere alle sue necessità ptst ?narteÌil.

Si dovrebbe pertanto concludere che nel periodo a ridosso deila fondazione del Pa-lazzo di Festòs, ad Haghia Triada si seppelliva solo in casi eccezionali nella Tholos A,mentre da quel momento in poi, vale a dire dal MM IB era utllizzata la Tholos B8'. I1 fac-to che l'ultimo uso della Tholos A avvenga tra MM IB e MM IIA non è da sottovalutare:si potrebbe trattare dell'ultima espressione delle élites locali rimaste fedeli alla rradizionee ormai meno incisiva nel controllo di strati più estesi della popolazione, che, come for-za-lavoro, dovevano probabilmente gravitare sul centro palaziale. Non a caso questo ulti-mo uso della Tholos A va a coincidere con la data della sistemazione della strada lastrica-ta e del complesso rampalarealastricatal bema o bomòs e I'uso che si fa, nel corso del MNIII, della zofla a sud della tomba, appare sintomatico dr un' ulteriore svolta.

Se, come ci sembra plausibile, 1'uso finale (MM II) dell'area lastricata dei betili a

Sud-Ovest della Tholos A (con un capovolgimento delle finalità rituali e con lo sposra-mento verso la sfera teofanica elaborata dai sacerdotipalazialiss), mostra un qualche col-legamento con le altre strutture cerimoniali di nuova realizzazione, possiamo affermareche tutto ormai risente del nuovo clima religioso, ancorché l'area della necropoli conri-nui a rappresentare il tenace legame con la tradizione. Nel corso del MM II, dunque,possiamo pensare compiuta 7'integraztone, ad ogni livello, della popolazione di HaghiaTriada, nel sistema politico, sociale e soprattutto religioso gravitante arrorno al Palazzodi Festòs, che a sua volta si era andato assestando in formule meglio definite 8e.

Della catastrofe che alla ftne del MM IIB segna la fine dei Primi Palazzi, si hannotracce ad Haghia Tiada solo in negativo: essa è certamente la causa principale della can-cellazione di molti elementi che dovevano costituire la sostanza di questa comunità «sa-tellite" e ne rimane un segno tangibile proprio nella esiguità dei resri architettonici so-pravvissuti oltre che nella massiccia presenza di scarichi e strati di livellamento. La in-gente mole di macerie e detriti causata dalla catastrofe viene almeno in parte ridistri-buita prevalentemente a valle, nell'area a Nord della Villa reale, mentre altri accumulisi formano a Nord del Complesso della Mazza di Breccia, non necessariamenre solo acausa di tale catastrofe: gli strati 3l e 32 appaiono infatti rispettivamente uno scarico e

il risultato di uno smottamento di terreno en. La casistica è dunque varia: quando i de-

tn F. CanrNcr, Pottery §Torkshops at Phaestos andHaghia Triada in the Proropalatial Period, in R. Lar-TINEUR, PH.P. BrraNcounr edd., TEXNH, Craftstnen,

Craftswomen and Craftamanship ìn the Aegean Bronze

Age (Aegaeum 16), Liège 7991 , p. )21; alla fase IaLevi è attribuito almeno un esemplare di questa ca-

tegoria: cfr. Lrvr 1976, p. 641, tav. 34k, dal quar-tiere di Haghia Photinì, vano 13.

8'Cfr. Currnano, in questo volume.88La Rosa 2001, p.221 .

8e Canrucr 2000.eo Dr Vrra 1990-91, p. 127 .

FILIPPO CARINCI

Flc. 13 - Hacnta Tntaoa. Crnamc,r MM III oar Sac,cr sorro IL Sacsno (l), Nnra Vlrr-a (r, r), rna r vaNl R r S (s)

NELr'aRra orr BasuoNp (a, c, o) s Nrr SrrroR.r Nono-Esr (r, o, n,;, r, r,r): a = HTR 86 1218; s = HTR 81 971;c = HTR 86 1247;o = HTR 86 1246;r = HTR 80 )84;e = HTR 89 1726;c = HTR 91 2417;n = HTR91 2561;r = HTR 80 18);l = HTR 91 2416;r = HTR 95 2700;r = HTR 78 l2l;r,r = HTR 89 1800

(roro r ACeuARETLT ARCHrvro S.A.I.A.).

t28 FILIPPO CARINCI

positi risultano più omogenei, siamo di fronte a spostamenti di materiali dovuti a caù-se naturali o opera di un intervento umano verosimilmente a breve distanza dall'eventodistruttivo, in altri dove Ia commistione è maggiore si tratta del risultato di successivispostamenti e manomissioni.

Ben poco siamo in grado di dire in merito al periodo di transizione che vede l'emer-gere di Haghia Triada nella ,rneLu erA>> e gli scarsi punti di appoggio non permettono almomento di ricostruire una precisa sequenza degli eventi. Il MM III è, nel suo insieme,abbastanza poco rappresentato (fig. 13). Ciò che ùsalta in maniera piuttosto evidente è latotale assenza di strutture e la presenza relativamente limitata, fatta eccezione per pochigruppi circoscritti, di materiali raccordabili alla fase iniziale del MM III, che a Festòsrappresenta un tentativo di ricostruzione subito dopo la catastrofe ed è sufficientementeattestatael. Ad Haghia Triada questa limitata entità di dati potrebbe indicare un mo-mento di parziale spopolamento, comunque contraccolpo della situazione di difficile ri-presae'. Che tuttavia possa esservi stara una rioccupazione, magart precaùa, di alcune aree

appare testimoniato da qualche deposito abbastanza circoscritto. Nella sola stratigrafiadisponibile (sotto e subito a Sud del sacello), il MM III è rappresentato da scarsi mate-riali in un livello di abbandono del vano o,, e da un gruppo di vasi del vano y, alcuni deiquali collocabili in un momento maturo, ma non avanzatissimo del MM IIIeI e pure in-dicativi di un livello di distruzione dell'ambiente più antico. Da segnalare, inoltre, ungruppetto di vasi (fig. 1j, d,c,ò, in uno dei depositi del Bastione, forse leggermente piùantichi e aggregati non casualmenteea. Altre presenze MM III si riscontrano in diversipunti, ma sempre in commistioni con materiali più antichi e/o più recenti.

Diversa, invece, la situazione relativa alle fasi piìr avanzate e finali del MM III, Ie

quali indubbiamente segnano il punto di partenza di un ciclo del tutto nuovo, che a pie-no titolo si raccorda con la crescita e lo sviluppo della Haghia Tùada neopalazialeel.

Depositi più abbondanti collocabili nel MM III, non sempre pienamente corrispon-denti sul piano stilistico e soprattutto qualitativo con la situazione accertata a Festòs,sono stati messi in luce nell'area del Complesso della Mazza di Breccia, dove il uaccia-to stradale MM II viene ripreso, in forma più sommaria e probabilmente di non lunga

etCfr. F. CanrNcr, The "III Fase protopalaztale,,at Phaestos. Some Observations, in R. LarrtNrun ed.,

Transìtion. Le monde égden du Bronze Moyen au Bronze

Recent (Aegaeam )), Liège 1989, pp. 73-80; I»., La

casa a Sud della Rampa e il Medio Minoico III a Fe-

stòs, in I cento anni clella scau di Festòs, Roma 13-14dicembre 2000 (Atti dei Convegni Lincei 173) Roma2001, pp. 203-241 . Un'assai articolata tesi di dot-torato, ancora inedita, è opera di L. Grnnra, che ha

attentamente esaminato i molteplici aspetti del MM

III a Creta, occupandosi anche di alcuni problemiconnessi con Ie vicende di Haghia Triada in questo

periodo.e'Canrncr 1999, p. 126.e3 La Rosa 1979-80, p. 78, figg. 3l e 32.eiHTR 12)i tazzina; HTR 1246 olletta; HTR

1266 olletta; HTR 1247 tazzina; HTF. 1248 grun-de skautelì: HTR 1218 tazzina. Sembrerebbero for-mare w set.

e'Cfr. Pucrrsr in questo volume.

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO t29

durata, con due diversi acciottolati, corrispondenti il primo a un momenro immediata-mente successivo alla catastrofe, il secondo alle fasi finali del MM III e a quelle inizialidel TM Ie6. Loperazione, che risente evidentemente della situazione generale di preca-

rietà, è tuttavia significativa, poiché è intesa a mantenere attiyo, forse in un'ideale con-

tinuità con il recente passato, il tracciato stradale, uno spazio pubblico al quale non è

possibile, però, raccordare alcun edificio. Di una frequentazione dell'area, in senso lato,resta testimonianza nello strato di scivolamento sottostante al var'o a del Complesso del-la Mazza di Breccia (strato 7), contenente anche un discreto quantitativo di materialeMM III A", e in uno straro (22) sotto il vano i, con qualche frammento MM III, assie-

me a mareriali MM IIe8. Di notevole interesse è anche il deposito della trinceaMl4(stru-ti 3Oc, d, 0" che rivelerebbe, a un primo esame, legami ancora abbastanza stretti con latradizione MM II, pur manifestando elementi innovativi, con qualche significativo ri-scontro a Festòs'oo: una fisionomia che, nella generale modestia qualitativa dei prodotti,parrebbe rappresentare un momento propriamente transizionale, di precarra, ma imme-diata ripresa delle attività dopo la catastrofe del MM IIB, seguito, a sua volta, da una

nuova distruzione, forse indirettamente documentata da questi scarichi'o'.

Poco può dirsi, certamente, dei caratteri dell'architettura di Haghia Triada nel Me-dio Minoico: le scarse strutture mostrano particolarità tecniche awicinabili piuttosto a

quelle standard dell'architettura domestica festia: muri realizzati con pietrame di pezza-

tura media non lavorato o parzialmente sbozzato, legato con terra argillosa, qualche

esempio di pavimentazione in stucco rosso o bianco. Interessante è anche osservare come

la realizzazione di rampe e strade lastricate non sia stata posta in atto nelle fasi iniziali,ma risalga al MM II, probabilmente sotto l'impulso dei modelli festii. Allo stesso mo-

do le riprese successive, nel MM III, rispecchiano la medesima attenziote posta a Festòs

nel mantenere attiva la rumpa come elemento di raccordo nel tracciato viario urbano,

anche in un momento di difficoltà.La tipologia delle case non è facilmente definibile: le strutture sotto il Sacello si ri-

velano costituite da ambienti piuttosto piccoli, articolati st) terrazzamenti e con schemi

di circolazione interna apparentemente semplici; il sottoscala individuato nell'area delBastione pure rientra nelle formule adottate dall'architettura domestica di Festòs. Qual-cosa di più si potrebbe tenrare di dedurre dalle case sotto il Piazzale L0 (tau. A), ma si

tratta anche qui di ambienti modesti; solo un muro parrebbe di maggiore spessore, ma

e6La Rosa 1992-93, pp. 136-137, fig.21.e'La Rosa 1992-93, p. 1i6, figg.68-7Le'La Rosx 1992-93, p. 118.eeDr Vrra 1992-93, p.418; v. anche il contri-

buto di L. Grnrrra, in questo volume.

'00Mi riferisco in particolare al frammento diapplicazione a rilievo con figura di, agrimi in am-

biente roccioso (HTR 2418), che immancabilmente

richiama i due noti pezzi rinvenuti a Festòs, l'olladaII'area del c.d. Bastione occidentale e il rhytòn dal

Quartiere di Chàlara (Lav 197 6, p. 57 l, tavv. 198 f ,LXXVIII e p. 693, ravv. 218 e, LXXXI /).

'orDr Vrra 1992-93, p. 418.

130 FILIPPO CARINCI

è sicuramente troppo poco per trarte alcuna conclusione. I piccoli vani agglomerati informe asimmetriche ricordano gli impianti protopalaziali di Haghia Photinì'o', uflquartiere defilato dell'abitato di Festòs, piuttosto che l'edilizia maggiormente curata diquello a Ovest delPiazzale I103.

Come si è detto, nessuna traccia di edificio acarattere monumentale è al momentopossibile segnalare ad Haghia Tùada, e solo qualche indizio lascerebbe ipotizzare case

più prestigiose nell'area della Villa. Restano le perplessità in merito ai "blocchi erraticicon segni incisi" ricordati dai primi scavatori, che avrebbero confronti nel Palazzo diFestòs e che potrebbero essere un indizio di strutture di una qualche -ilevanza'o4. Lusodi intonaci monocromi e di pavimenti rivestiti di stucco è attestato, come si è visto, indiversi casi'ot.

La generale modestia delle strutture note potrebbe riflettere, in ogni caso, la pre-senza nell'abitato di una classe di condizione medio-bassa, senza owiamente escluderegruppi elitari, in una strutturazione sociale che ci sfugge in gran parte, ma di cui ab-biamo già sottolineato qualche riflesso a livello di costumi funerari.

Al di là della stratificazione interna è dunque immaginabile che si tratti di gruppiin grado di mantenere una propria autonomia, grazie a un establisbment che, almeno finoal MM IB, ma verosimilmente anche oltre, si richiama espressamente a ttadizioni loca-li, pur facendo inevitabilmente capo a Festòs. Individui possessori di sigilli erano chia-ramente seppelliti nella Tholos A ancora nel MM IA maturo e forse nel MM IB-II, mapur nella difficoltà di stabilire date certe per tali manufatti, la stragrande maggioranzadi essi si colloca entro il MM IA106, mentre un numero assai più ristretto che ancoracomprende esemplari in osso o avorio, ma già prevede in alcuni casi I'uso della steatite,si può assegnare al periodo protopalaziale. Questa differenza numerica, con tutte le ri-serve che possono indicarsi nei differenti tempi e modalità - anche nel numero delle se-

polture - di utiLizzo della tomba, indicherebbe per le fasi successive, una situazione co-

"''Lrvr 1976, pp. 631-611, fig. 1024 e tavv.

HH, II.ta'Lrvt 1976, pp. )07-160, taw. x, cc, DD, EE.

"'a HATSHpRR et al. 1977 , p. 21, ma cfr. N. Cu-cuzzt, Mason's markt ad Haghia Triada, in Sileno

18,1992, pp.53-63, in part. p. 59, nota 30.tn5P. Mrrruo, Haghia Triada l, Gli ffiucbi

(Monografie della Scuola Archeologica di Atene e

delle Missioni Italiane in Oriente, IX), Padova

1998, p. 66.

'06Cfu. CMS,Il, l, 1969 (PraroN), nn. 6-1,03;per 17 esemplari è indicata una data posteriore al

MM IA. Per un'analisi della produzione glittica infunzione deÌle dinamiche sociali e della diversa pre-senza delle élites nella Creta prepalaziale cft. K. Sso-

Nr,.s, AnxoworméE oyéoe6 xar, oupLfioluti1 éxgporl ot4lrpoataxropLxiT Kp4r4, rn Elìten in cler Bronzezeit. Ergeb-

nisse zweier Kolloquien in Mainz und Athen, I, Mainz1999, pp. 1-18, in part. pp. 12-16. Sbonias distinguedal momento AM III/MM IA iniziale, quello succes-

sivo MM IA finale/MM I B nel quale si verifichereb-be una maggiore caratterizzazione regionale, con cen-

tri emergenti che costituirebbero un primo passo ve-

ro f integrazione di più estese entità polirico-ternro-riali. V. anche K. SnoNras, Specialization in the Earli'Minoan Seal Manufacture. Craftsmen, Settiements

and the Organization of Production, in l[inoi:;l:-mykenische Glyprik. Stil, Ikonographìe, Funktìon. \-. In-ternationales Siegel-Symposium, Marburg 2 3- 2). Sefrtn:-

ber 1999, Berlin 2000, pp.277-293.

I]1

I

I

I

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

u

munque diversa. Il dato potrebbe riscontrarsi con la presenza di un solo sigillo tra i re-perti in giacituta secondaria ("sepolcreto») presso la Tholos BI07, scarsamente probante,però, proprio a causa della particolare condizione del contesto.

Nelle recenti campagne di scavo un solo sigillo a bottone in steatite (fig. 15 a)'o', sti-listicamente collocabile tra MM IA e MM IIB, è stato rinvenuto negli strati ai livelli piùbassi nel Settore Nord-Est: esso è semplicemente :utilizzabile come un elemento indicativodella presenza di individui che di tali oggetti facevano uso, in una sfera soltanto privata,oppure come membri di un'amministrazione. Il soggetto rappresentato leggibile su unadelle facce, verosimilmente un'ape, potrebbe forse alludere a una delle possibili attivitàproduttive dellazona, il miele, sufficientemente nota e praticata nell'Età del Bronzoln'. Un

Frc. 74 - Hacnra Tma»a. Frcun:Na }ITF. 91 21>9,

oar Srrronr Noro-Esr, eARTE Dr uN GRUppo FRAM-

MENTARIo DI «ADoRANrr" (rorO ARCHrvlo S.A.I.A.).

to- P,qnrgsNr 1904, Ioc. cit. a nota 50.tos}jTF. 2214,roe Sulle api nel mondo egeo cfr. K. Da.vanas,

Mwaixi xtprog6po il.ordpto r45 2uil"r»1i1g Mrlrootaxq,in ArcbEpb 123, 1984, pp. 76-83. L'incisione delsigillo utilizza un elemento, i1 cerchietto con pun-to centrale, ottenuto con un trapano a lama circo-lare, spesso rawisabile in varie combinazioni nelle

impressioni delie cretule festie del vano 2)'. cfr.CMS,II,5 (PrNr), in part. nn. 36-40, 48, tO, 51, t2-)),60,99, r01,106, t22, t28, t)r, 169, 17t, 172,

Ftc. 11 - Haorrn Tnraoa. Srcrrrr, oal Srrror.s Nono-Esr r sponaorCor A = HTR 92 2214; s = InaruroN,

Musno, INv 1891 (^t Foro,{RCHrvro S.A.I.A; s: oa CMS).

188, 189, 204,212,222, ma noto anche altrove. Le

ruffigu.razioni di api sono, negli esempi festii, piùnaturalistiche (cfr. nn. 314-31)), menrre in gene-rale risultano alquanto rare, nel periodo protopala-ziale, le ra{figrtrazioni di questi o di altri insetti.Un solo esemplare è noto tra i sigilli protopalazia-Ii, in CzMS II, 2 (PraroN, PrNr, Sarrcs), il n.225,comunque di tipo diverso. lJna curiosa somìglian-za, ma nulla di più si può osservare nel sigilloCMS ll, I (PraroN). 304.

r32 FILIPPO CARINCI

altro sigillo (fiS, 15 /) è indicato nel Corpus, come rinvenuto ad Haghia Triada"o senza unaprecisa provenienza. Si tratta di un prisma in steatite, con foro passante nel senso dellahnghezza, e con incisi su quattro facce, in forma schematica, vari motivi (coppia di ra-moscelli, elementi quadrangolari combinati con punti, quadrupede, coppia di tridenti)"'.

I risultati delle nuove ricerche sul campo hanno confermato, come era owio aspettarsida operazioni per una consistente parte dedicate a verifiche, soprattutto I'importanza delleproduzioni ceramiche, assai articolate e, in una formula che non apparc in alcun modo di su-

bordinazione, strettamente connesse con quelle festie, come già, sulla scorta di ben più esi-gui materiali, avevano osservato i primi scavatori del sito "'. È opportuno ribadire che, alcontrario di altri contesti, qui nulla indica aspetti di "provincialismo" rispetto al sito pala-ziale, e pressoché l'intero repertorio delle forme e delle tecniche utllizzate per le ceramichefestie appare ormai rappresentato da una consistente serie di rinvenimenti. Ciò indurreobe apensare a un sistema produttivo integrato a livello territoriale "3, con officine dislocate inluoghi strategici e in grado di sopperire alle richieste locali, oltre che a quelle per eventualiesportazioni, su un'area abbastanza ampia. Frutto di un retaggio di lunga tradizione prepa-laziale, queste forme di organizzazione sembrerebbero essere in via di ulteriore sviluppo nelMM IA, e, ora che anche a Festòs si sta aprendo un nuovo capitolo su questa importante fa-

se «preparatoriar, è legittimo restare in attesa di ulteriori conferme. Un fenomeno che ap-pare comune è legato all'incremento di ceramiche standard, di uso pratico, realizzate in serie

e in grandi quantitativi, come lo skouteli troncoconico lavorato manualmente, ma secondo

procedimenti rapidi ed economici, al quale si può aggiungere, in un cospicuo numero diesemplari, anche il piattello, pure troncocon.ico, eseguito con modalità analoghe. Ad HaghiaTriada soprattutto nella necropoli, ma con significativi riscontri in aree di possibili occupa-zioni, queste forme vascolari, con le loro varianti, sono particolarmente presenti ed appaiono

collegabili con quei modi primordiali di distribuzione di cibi e bevande, che abbiamo collo-cato in un ambito di celebrazioni di tipo religioso relative al culto dei defunti "l, ma che po-trebbero cosriruire l'antefatto "ideologico», radicato nella pratica cultuale, dei sistemi di as-

segnazione di razioni alimentari poi largamente applicati in ambito palaziale. Di diverse al-tre forme vascolari abbiamo oggi ampia conoscenza nell'ambito del MM IA, ma forse diqualche importanza appare il tipo di brocca (fS. 2 lt-k), anche questo prodotto in moltissimiesemplari in funzione delle attività svolte presso la necropoli, che già abbiamo indicato co-

me «a pelte" per la sua particolare decorazione, assai semplice peraltro, articolata su due ele-

menti ellissoidali disposti rispettivamente sotto il becco e attorno all'ansa. Anche gli sche-

tloCMS, II, 2 (PraroN, Prsr, Sarms), n. 2OI ,

consegnato dai custodi.

"'Il sigillo ricorda vagamenre qualche segno discrittura pur nofl essendo classificabile come sigil-lo iscritto. Potrebbe essere uno pseudo-geroglifico,realizzato come imitazione, da un incisore malde-

stro per un membro (o aspirante tale?) delle élites

locali.t" H,q.LaHrnn et al. 1917, p. 2l .

"rCanrNcr, art. cit. a nota 86, p. 320.t''CanrNcr, in c.d.s.

HAGHIA TRIADA NEI PERIODO MEDIO MINOICO r33

matici motivi decorativi riscontrabili in molti esemplari all'interno del campo ellissoidaleposto al di sotto del becco (rtg. 4), offrono qualche elemento di interesse, poiché, ricordandoin diversi casi motivi presenti nella glittica"s, potrebbero essere segni di riconoscimento o

di appartenenza, forse relativi a gruppi famighari.Il repertorio comprende poi numerose al-rre forme, come vari tipi di olle e ollette (rtg. 2, b-c, d-g), pitbarakìa (fi7. 2 a), tetere (fg. 2,p-s), oltre a esemplari unici ed eccezionali (fi1, 3 b , j) e ad altro vasellame di uso e qualità ta-lora più corrente, che hanno riscontro sostanzialmente in ambito regionale (Jigg. 2, l-o;3, n-0. q-s)"G . Proprio per la scarsa soprar.viven za dt uacce di aree di abitazione abbiamo poche te-stimonianze, al di là di materiale molto frammentario, dei recipienti da magazzino, di cuisono noti esemplari interi già nell'AM II"7. Frammenti di recipienti pithoidi di grandi di-mensioni sono assai frequenti e numerosi, ma spesso troppo esigui per consentire ricostru-zioni ed anche dataziont. Un certo quantitativo di frammenti, soprattutto dal deposito pres-so la Chiesa di Haghia Triada, è indicativo di recipienti di uso pratico, come grandi bacinitroncoconici del MM IA, destinatialla lavorazione di prodotti diversit", la cui fabbricazio-ne continua, con variazioni nelle dimensioni e nella decorazione, nelle fasi successive.

I gruppi di materiali, relativamente limitati, attribuibili al MM IB, oltre ai notioggetti dalla necropolille, comprendono, anche in questa fase, vasi riferibili direttamen-te al repertorio festio, che trovano peraltro riscontri in vari contesti regionali. A partequalche frammento , abbastanza leggibile di pitbos (fi1. 6 a)"0, sono rappresentate le

brocche con superficie variamente increspata"', (fi7. 6 b), glàt note dai numerosi esem-plari della necropoli, diversi tipi di skoatelia (fiS. 6, g, b)"'che scandiscono successivefasi di trasformazione, e un certo numero di frammenti di altre forme "' (fig. 6 c-ò, intutto e per tutto corrispondenti al repertorio noto da Festòs.

Si possono isolare qualche vaso e alcuni frammenti (p. es. fìSS. I b, e,9 g, 10 h)for-se meglio rapportabili a una fase tniziale del MM II''4, non bene definita a Festòs, se

11'Cfr. per es. CÀ{S II, 1 (Prarox), nn. 21 (moti-vo radiale); 92, L31, 2Ot, 382 (quadrifoglio); 160,

421 nmoscello); 258 (motivi lineari a ztg zag);347 ,

317 (elementi contrapposti riempiti a tratreggio).t'6Si vedano in particolare i materiali del sito di

Patrikiès, vicinissimo ad Haghia Triada: N. BoNacasa,

Patrikiès. IJna stazione mediominoica fra HaghiaTriada e Festòs, in ASAtene XLV-XLVI, 1967-68, pp.

7 -54; Lrvr I97 6, pp. 7 47, 7 )6, taw. 1 1, VI, VII; altririscontri con Ie tholoi della Messarà: p. es. S. )Lq.Nruou-

otors, Tbe Vaulted Towbs of Muara, London 1924, tav.

XXXY nn. 5075, )062 (Portì), tav. XLI (Drakones).

"'C. Lavrosa, Saggi di scavo ad Haghia Triada,rr ASAtene XLVII-XLVIII, 1969-70, pp. 407-411;Eao., L'abitato prepalaziale di Haghia Triada, inASAtene L-Ll, 1972-73, pp. )03-113; F. Canmcr, Le

case prepalaziali a Sud- Est della necropoli di Haghia

Triada, di prossima pubblicazione in Creta Antica 1.

"'V. ad es. HTR 2443,2444,2441."eCurrr.r.no 2000, pp. 3ll-3l5.L2u Frammenti dr pitbos con superficie harnacle,

archivio S.A.I.A reg. C|23632.

'2' HTR 1233, 1234; HTx_ 2223.

'22 HTR t224, t232, t240, 7284, t285, t286.t2r Cfr. per es. HTR 1216; sr veda anche un fram-

mento di larnax con ruffigwazione assai stilizzata dipesce HTR 2249: F. C,rnrNcr, IJn frammento di lar-nax daHaghia Triada ele raffigtrazioni di pesci nel-la ceramica medio minoica, in Me.,,d)"ot Nfiaot. Stadi

dedicati a Gioaanni Rìzza per il suo ottantesimo com-

pleanno, in c.d.s.

''1 Cfr. per es. HTR 1332 (fig.9 g), una broc-

t14 FILIPPO CARINC]

non in pochi depositi t'i, mentre la gran massa dei materiali ceramici rinvenuti si col-Ioca pienamente nel MM II.

Poco rappresentati, i frammenti di pithli "6, mostrano talora una decorazione policro-ma e di pregevole fatta,ra"' (fig. 7 a), mentre qualche esemplare meglio conservato di pitha-raki (fig. 8 /), uno con applicazioni plastiche di notevole effetto "' (fig. B d-e), appare par-ticolarmente rappresentativo di quel vasellame di uso cerimoniale "n (fig. 7 a-c), attestatoanche da alcuni significativi frammenti, tra cui un grande fiore plastico (fi7. 10 I )t30, per tquali tanti confronti possiamo trovare tra le ceramiche del Palazzo di Festòs. A tal proposi-to non si può fare a meno di osservare che la presenza di questi oggetti, ancorché in uno sta-to frammentario, può essere estremamente importante per una definizione dello status del-Ia comunità di Haghia Triada proprio in rapporto alla capacità di condurre autonomamen-te aziont cerimoniali o liturgiche di un certo livello.

La grande massa della ceramica fine decorata nello stile di Kamares (cfr. le figg, B-11)spesso in uno stato di conservazione non soddisfacente a causa della natura del terreno, ri-sulta comunque di elevata qualità, senza aggiungere molto, tuttavia, se non qualche pe-

culiarità di dettaglio, al repertorio noto. Ci si riferisce, in particolare, alle serie di vasi

standard, verosimilmente combinabili in veri e propri oservizir, come le tazze det tre tipifondamentali (figg.9, b, d-g, i e 11a), le ollette con beccuccio a ponte (fig. 10 a-c), i di-versi tipi di brocche (fi7. 7 g ,è), qualche forma meno comune come l'askòs (fig. 10 j) ed

altri componenti o frammenti di vasi multipli (fig. 10,,è, o). Abbondante, anche se spesso

assai frammentaria è Ia ceramica grezza (fig. 9 f, i, j. k) e da fuoco (fig, 9, l, m, n). Di oltoggetti non conosciamo quasi mai il contesto primario, ma è verosimile che, come a Fe-

stòs, le ceramiche fini si distribuissero anche a livelli diversi della società'r', fermo re-

stando che alcuni vasi potessero costituire prerogativa specifica del Palazzo o, nel nostrocaso, di un'autorità religiosa.

Ad ogni buon conto non manca qualche indizio della presenza sul posto di attivitàconnesse alla produzione ceramica: scarti di fornace e oggetti legati alla attività dei va-

cl-retta a superficie levigata di un tipo noto a Fe-

stòs, Lrvr, CanrNcr 1986 p. 72 sg.; gli skoutelia

HTR 1723, 1784, iI pitharaki }{TF. 2191 (fig. I b)

e i frammenti HTR 1236 (fiC. 8 e), potrebbero ri-salire a un momento più antico del MM II.

t2tLrvt L)76, pp. 49-14 (vano IL, entro il ban-cone), pp. 164-170 (riempimento del Bastione II),pp. 622-626 (materiali da sotto le lastre del vano

CVII); Levr, Car.rNcr 1988, p. 302.t'6 Va considerata I'indicazione dei primi scava-

tori (Harnurny et al. 1977, p. 81) circa la presenza

di frammenti di un pithos protopalaziale nell'areapoi occupata dalla sala 3 della Villa. Laccenno a

frammenti vetrificati è pure di un certo interesse e

potrebbe, al limite, riferirsi a scarti di fornace.

"'HTR 2342: gruppo di frammenti dal Setto-

re Nord-Est, trincea Ll3, stratt 32g e 34d.

'28 HTR 1745; HTR 2197;HTF. 2286, con mar-gherite e altre applicazioni piastiche.

"e Sul vaiore cerimoniale dei grandi vasi del tipo di

quelli rinvenuti nell'ala sud occidentale del Palazzo diFestòs, espottati anche a Cnossòs, cfr. P.M. Dav, D.E.

§7rsoN, Consuming power. Kamares ware in protopa-

latial Knossos, in Antiquìty 72, 1998, pp. 310-3i8.rr0HTR 2091, CanrNct 1999,p, 129, fig. 10.

'rt CanrNcr, art. cit. a nota 86, p. 320 ss. Per va-

ri aspetti relativi in generale alle produzioni cera-

miche Kamares ed alla loro circolazione a Creta e

t35

IiIl

tI

:

HAGHiA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

sai: un disco da vasaio dalla TholoS A"', una matrice per applicazioni plastiche in for-ma di conchiglia 133.

Scarse ttacce restano di altre attività artigianab, che dovevano tuttavia essere pre-senti localmente, o risultare strettamente correlate se non a un diretto controllo, allacommitten za del P alazzo.

La lavorazione dei vasi in pietra trova stretti paralleli a Festòs, anche se Ia docu-mentazione è relativamente scarsa . Oltre ai dati dalla necropoli, che sono i più cospi-cui'ra, esemplari più o meno interi o frammenti di vasi in pietra, tra cui alcuni solo par-zialmente lavorati, di uno standard corrente provengono da diversi saggitr5. Vasi di unacerta importanza per le dimensioni, benché frammentari, sono stati rinvenuti negli stra-ti del Settore Nord-Est116 e possono collegarsi con le funzioni cerimoniali e cultuali ipo-tizzabili in un'area non lontana.

Il resto di un rivestimento, forse di cassetta o elemento di mobile ligneo, si conser-va in una placchetta rettangolare in steatite di una categoia ben nota a Festòs'r'. lJn'al-tra placchetta, di funzioni più incerte, è in ossotrt.

Oltre a semplici pestelli e trituratori, abbastanza frequenti, un tipo più sofisticatodi strumentazione litica è rappresentato da alcuni esempi delle c.d. ocoti, di scisto, bendocumentate a Festòs rie.

Scarsi frammenti di bronzo attestano più che altro un uso di strumentazioni o pic-coli ornamenti di questo metallo'10, ma nulla sappiamo circa la produzione; ovviamen-te lalarga presenza di pugnali nella TholoS A'4', è indicativa, per una fase di sepoltureascrivibile all'AM III-MM IA di una committenza estesa, che può aver stimolato la at-tività metallurgica, ma nulla del genere è documentato per i periodi successivi.

Anche la produzione di figurine in terracotta, non è molto documentata per il MedioMinoico, esemplari quasi tutti assai frammentari sono riferibili principalmente a rapprc-sentazioni di animali (bovidi, qualche figurina di volatile)'{', con l'eccezione del gruppo,disgraziatamente assai lacunoso, delle adoranti (f.g. 14), dagli scarichi della trinceaLl)'a),sul quale torneremo tra breve, le cui figure trovano ancora una volta confronti a Festòstaa.

fuori di Creta, v. G. §7alnrnc, The Role and Indivi-duality of Kamares N7are, in Aegean Arcbaeology ),2001, pp. 9-18.

'r'Cfr. Culrnano in questo volume.

'rr HTR 1663 : cfr. F. CanrNcr, Ceramiche con de-corazione a rilievo da Festòs e Haghia Triada, in IIe-tpa.ipéva rcu Z' Ate1voùg Kg1ro),oytxod 2uveòpiou (Pé-

9uptvo 1991), Rethymno 199), pp. 10r-109, tav. E'.

'r1 BaNrr L93O-31, pp. 182-187.

'3'Ad esempio HTR ll8l, 1263,2138,21.39,2t70, 2t7t, 2258, 2261, 2280, 2290, 22gl ecc.

Vedi da ultimo O. Parro, in questo volume.

r'' HTR 2440, 244t.'r7 HTR 2063. Cfr. Lwr 197 6, 197 6. tav. 243.rJ8 HTR 2260.

' re HTR 216, , 2403 . Cfr. Lrvr 191 6, 197 6, av.

242.r10 HTR 727 3, 2166 (pendaglietro), 2256 (spa-

tola), 2)9 7 (spatola), 2406 (ansetta).

'1'BaNrr 1930-31, pp. l9l-193."'Cfr. p. es. HTR 2069,2416.I{3 HTR 2t57 , 2lt9, 2tt9, 2160.taaLpvt 191 6, p. 13 ss., tav. 16la-f.

t36 FILIPPO CARINCI

Indizi di un'attività tessile, verosimilmente di tipo domestico, sono forniti dallapresenza di alcuni pesi da telaio del tipo a oscillum, abbastanza comuni nel Medio À{i-noico, ma non molto numerosi, né concentrati in qualche specifico deposito 1a'.

I notevoli quantitativi di ceramica fine contenuti negli scarichi e negli strati di sci-volamento del Settore Nord-Est, potrebbero essere collegabili, almeno in qualche misu-ta, ad attività di tipo cultuale, considerata la compresenza di vasi a carattere cerimonia-le. Starebbe a confermarlo il rinvenimento in uno di questi contesti proprio dei già ri-cordati frammenti del gruppo di figurine di adoranti'n'(fig. 14), disposte a cerchio inattesa della epifania divina, che certamente vanno a carattetizzare Haghia Triada comeun centro in cui venivano organizzate, forse in maniera autonoma, cerimonie di un ripoche nel vicino centro palaztale dovevano essere state celebrate in un adeguato scenario.

Quasi nulla, dawero, può dirsi dei culti di Haghia Triada in questo periodo, ma gliscarsi indizi, associati a quanto abbiamo detto a proposito della necropoli, possono quantomeno darci atto dell'esistenza, forse nella pate alta delle pendici settentrionali della coll-na, al di là della strada lastùcata, di un'area in cui potevano essere conservati oggetti im-piegati in cerimonie del cui svolgimenco ben poco siamo in grado di intuire : recipienti co-

me il vaso a cui apparteneva la vistosa applicazione plastica rappresentante un fiore di lilia-cea e il pitbaraki con le margherite, già menzionati, o altri frammenti di grandi recipien-ti come u,n loatèr (fig, 7 c)'a' , o un bacino pithoide (fi7. 7 b)'a', troverebbero la loro piùidonea collocazione, con I'opportuno contorno di ollette (fi7. 10 a, c) e tazzine (fi7. 10 d.

f, i) in ceramica fine, in ambienti come quelli dell'ala sud-occidentale del Palazzo di Fe-

stòs rae. Che almeno i più vistosi di tali recipienti richiedessero una sistemazione stabile è

pure un dato di fatto di cui è necessario tenere conto, se anche per Haghia Triada si vuo-le contemplarcla possibilità di un doppio livello di celebrazione liturgica, uno ristrerto a

gruppi elitari, ed uno aperto a partecipazioni collettive dell'intera comunità1t0. Non pos-siamo trascurare, nei medesimi complessi, la presenza di vasi in pietra, taluni di grandi di-mensionitt', che pure rivestono un ruolo non secondario nella sfera cerimoniale. Del resto,piccoli indizi ci spingono a vedere possibili manifestazioni di culto in altri settori dell'a-bitato: in particolare Ia presenza di rbytà plastici in forma di bovidi nel vano o sotto il Sa-

cello"', qui forse di data leggermente più antica, e altri frammenti, pure di unrhytòn pla-stico aprotome animale (fig. 10nx) e di uno a imbuto (fi7, 11ò dai saggi del Bastione, da

cui proviene anche un frammento di vaso «a gabbietta" (fi7. 11 ì)"'.Da questa stessa area

si segnalano frammenti con decorazione di conchiglie a rilievo (fig. 12).

'ot HTR 16g0, lg7g, 2100.

'46 La Rosa 1991 , p. 142, fig. 7 , tav. T' , 4.147 IHTF. 2140.

'1'HTR 2914.

"e Pet altre osservazioni ed alcuni confronti v.

Canrncr 1999. p. I28sg.

't0Cfr. N. ManrNaros, Minoan Relìgion. RitualImage ancl Symbol, Columbia S.C. 1993, p. 86 sgg

t1'Y. supra nota 135 .

It'Y. supra nota 67 .

'5)}lTPt 1229.

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO r37

Ai culti o a cerimoniali pubblici potevano essere collegate anche distribuzioni di ali-menti e bevande delle quali rimane forse traccia nei cospicui quantitativi di skoutelia (fig.

9 a-e), molti dei quali rinvenuti interi, soprattutto negli strati del Settore Nord-Est.IJno scarico con mareriali decisamente più modesti per la loro fattura (cft. fig. 13 g,

b, j), ma con qualche analogta nella composizione (pitbaraki di forma elaborata, vaso a

grattrtgia, frammento di applicazione plastrca con figura di agrimi, ecc.), quello deglisrrati 30 c, d, f, della trinceaMl 4t54, collegabile forse ai resti di una sttuttura rinvenu-ti nei livelli al di sotto del .vano n e nell'area della trinceaMl3 (tat. A)ttt, pocrebbe ri-ferirsi a un momento più avanzato, forse a un'effimera ripresa di attività dello stesso

centro di culto, ai primi inizi del MM IIIA. Ad attività di culto sembrano riferibili pe-raltro i frammenti di rbytà a protome taurina del tipo a superficie bianca lucidata, con

detragli in rosso (fig, 13 É), rinvenuti a breve distanza, sempre inMl3, che si ricollega-no a una nota produzione festia, collocabile probabilmente nel corso del MM III156.

"'Dr Vrra 1992-93, p. 418, fig. 22. Strato 30 c:

2)84 pitbaraki; 24)O bacino; 2181 bacrno; 2186coppa; HTR 2464 l:roccl'retta a bocca trilobata;2466 piccola hydria; 2486 brocchetta a tre anse;

2488 lattiera; 2492 boccaletro piriforme; 2)33brocca; 21)l brocca; 2556 vassoietto tripodato;2494, 2495, 253>, 2546, 2554, 2t6t skoutelia se-

miovoidi; 246i tkouteli; 2166, 2)47 coppette se-

miovoidi; 2183 piattello; 2461 figurina bovide;

2468 figuina uccello (testa); Strato 30 d: 2474

skoateli troncoconico; 2478 frammento con agrimi;

2475 pitharakl (anche da 300; 2481 bacino (anche

da 30d); 248) ptedistallo;2416 broccl'retta a trc ar,-

se; 2103 brocchetta a bocca trilobata; 2541 tazza?;

2519 olletta; 2>75, 2t16 tazze troncoconiche; 248 1

skouteli rroncoconico; 2480, 2484, 2491 &outelia;

2502, 2504, 2106, 2>28, 2)10, 213t, 2136 skoate-

lia semrovoidu 21)7, 2558 coppette; 2481 lucerna;

2487 portabraci; 2479 spatolina in scisto verde.

Strato 30f: 2113 brocchetta;2)90 vaso (anfora?). Ilmateriale è in corso di studio da parte di L. Girella.

"tDr Vrra 1994-L)1 , p.418.156HTR 2700 e HTR 2803. Dr Vrr,c 1994-95,

p. 418 sg., fig. 9, in un contesto MM III. Ii tipo,noto in esemplari interi e in frammenti rinvenuti a

Festòs, non è collocabile in una cronologia certa, ma

vi sono buone probabilità per una datazione in qual-

che stadio del MM III. Un esemplare frammentariomeglio classificabile, assieme a un più esiguo fram-

mento della stessa classe, questo secondo il Levì,

forse appartenente a una protome di animale diver-so, proviene dall'Acropoli Mediana. I1 contesto è,

apparentemente, MM III anche abbastanza avat\za-

to, benché il Levi attribuisca i frammenti alla sua

fase Ib, piuttosto per ragioni di stile (cfr.Lxvt 1916,

p. )97 ss., tav. LXVIIL); MM III dovrebbero esse-

re anche i due esemplari rinvenuti dal Pernier aI-

l'angolo sud est dell'edificio XLIII "insieme a coc-

ciame MM II e III" (Cfr. L. Prnutrn, Il palazzo mi-

noica di Festòs,I, Roma 1935, p, 374 ss., nn. 13 e

14, fig. 2»). È ìnteressante osservare che anche nel

nosrro caso i rblrà sono stati rinvenuri in coppia.

ancorché assai frammentari. Ad Haghia Triada un

altro frammento proviene dai saggi Banti sotto ilpavimento del Sacello (v. supra, nota 70) e potrebbe

essere piuttosto TMI. È possibite che rfutà a proto-me taurina con superficie bianca iucidata siano statirealìzzati in un arco di tempo esteso muovendo da

forme più stilizzate verso rcalizzazioni maggior-mente naturalistiche, passando dal tipo a imbuto a

quello con finestra posteriore (cfr. P. R*rar, The

Use and Destruction of Minoan stone Bull's Head

Rhyta, in R. Larrturun - §f.D. Ntnr'.mtrn edd., Poli-

teìa. Sctciety and State ìn the Aegean Bronze Age, Ae-

gaeum 12, Liège 1995, pp. 43)-411, in parr. p.

447). Certamente più stilizzato rispetto ad HTR2700 appare il frammento con bulbo oculare circo-

lare al centro di un motivo a quadrifoglio (Lrvr

138 FILIPPO CARINCI

Al sistema distributivo posto in atto nel Palazzo di Festòs riconducono pure i nu-merosi boccaletti o brocchette "a foglie" o ,,a fiamma" (fig. 9 b), rtnvenuti in circa 400esemplari nel vano 25 delPalazzo, assieme al noto archivio di cretulettt-.La loro cospr-cua presenza nel nostro abitato, principalmente dagli strati MM del Settore Nord-Esttt',ma, significativamente, anche nelle ultime deposizioni della Tholos A e dall'area de11a

necropoli'5e, ci ha già suggerito alcune considerazioni legate alla situazione socio-eco-nomica di Haghia Triada nel periodo protopalaziale e alla possibilità che nel nostro sitorisiedesse parte della forza-lavoro alle dipendenze del Palazzo, per tal morivo destinara-r.a dt razioni 160; che poi gti stessi recipienti si trovino in ambito funerario non appare,come già detto, del tutto inspiegabile'6t.

Poco può dirsi in merito alle relazioni esterne di Haghia Triada in questo periodo.Fatti come la presenza, nella Tholos A, di qualche oggetto di provenienza esotica e il ge-neralizzato uso dell'avorio nella produzione di sigilli, almeno fino a tutto il MM IA'6r.vanno piuttosto interpretat-i come conseguenza di una circolazione di materiali e ogget-ti di prestigio interna all'isola di Creta, in cui questo, come altri centri della Messarà,costituiscono l'anello terminale di una catena di scambi, gestiti altrove (presumibil-mente nei centri portuali della Creta settentrionale)t6'. Nel pieno del periodo protopa-laziale nulla è emerso finora come elemento davvero significativo di rapporti immediatrcon l'Egitto e l'area levantina, benché si segnali nella vicina Kommòs la presenza diframmenti di ceramica cipriota'64.

1976, tav. LXVIII l). In generale cfr. R.B. Konnr,The Functions of Aegean Bronze Age Rhyta, in R.

H.,icc - N. ManrNaros edd., Sanctuaries and Cults ìn

rbe Aegean Bronze Age, Stockholm 1981, pp. 179-187; v. anche F. Prrrr, Les rhytons égéens du Bron-ze moyen au Bronze récent, in R. LarrrNrun ed.,

Transition cit. a nota 91, pp. 13-19. II fatto che mol-ti frammenti di questo tipo di rhytòn sono dissemi-nati nell'area del Settore Nord-Est è significativo e

merita ulteriori approfondimenti, in direzione diquella distruzione rituale degli oggetti di cu1to, giàprospettara da P. Rurar (art. cit., pp.4)0-414) per

i più preziosi esemplari ìn steatite e dìorite.lt'- Lpvr l9J 6, p. 194, avv. 96-97 .

tt*Cfr. Harsnr.xt et alii. 1977, p.24 ss., n.2.Dai nuovi scavi: HTR 2043,2L91, 2192, 2203,2294,2178,2398, »6).

tteY. supra nota 84; qualche esemplare anche

dai saggi recenti: lITFt 28i1 , 2814.

'6n CanrNCr 1999, p. 129, fig. 9.

'6'Vedi saprd, p. l32.In qualche forma i bocca-

letti possono rappresentare una sorta di successorr

delle brocchette «a pelte», queste con segni di rico-noscimento diversificati forse per gruppi di famigliee connesse con specifiche celebrazioni, laddove ìnquelli la coppia di fogliette come motivo indifferen-ziato indicherebbe una sorta di unificazione nel si-

stema distributivo centralizzato, sotto un unico in-dice di origine, owiamente que11o palaziale.

'6'Vedi, per es. A. Kanrrsou et al. edà. KQirn-A[^,, utr o E. II o 7 tr to 1t tx o I Ae o po [ -r p rfu xt), rcr rbv. K ar a -

).oyoq, Herakleio 2000, n. 1, p. 28.t63 Cfr. F. CanrNcr, Western Messara and Egypt durìng

tbe Protopalatial Peric,d: a Minìmalist View, in A. Ka-nrrsou ed., Koirrl - AktwrroE. Ilù,trutptx,o(, Atoltol rpuitt

7.ù.Lntrhv, Athina 2000, pp. 3 1-37.t61 Cfr §f. PHnrs, Y Loros, Y. Vrcros edd., The

Paint lria Wreck: Interconnections in tbe l[.editerraruean

ca. 12OO 8.C., Athens 1999, p. 239 (Discussion),

dove J.B. Rurrrn, in indica la presenza di ceramicacipriota nei livelli di distruzione MM IIB dell'edifi-cio AA. dato certamente interessanre. ma non certo

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

Come a Festòs, i rapporti con l'area egea, se pur suggeriti, per 1l prepalaziale, dal rin-venimento sporadico di un frammento di figurina cicladica'6', restano vaghi e non docu-mentati: interessante segnalare, proprio nel deposito delle Camerette, un tardo epigonodella tipologia della «salsiera» elladico-cicladica (fil.3j), forse di fabbricazione non loca-1e

t66, che tuttavia potrebbe rispecchiare aflcora una fase di relativa autonomia nella gestio-ne di rapporti commerciali, senza dubbio ridimensionata con la fondazione del Palazzo.

Haghia Triada nel periodo Medio Minoico, appare dunque, come già avevamo avu-to occasione di osservare, il partner privilegiato di Festòs, una sorta di immediara pro-paggine del centro palaziale verso la fascia costiera della pianura della Messarà, in gra-do di controllare Ie vie che dal mare risalivano verso il Palazzo e il tratto finale del cor-so dello Ieropotamo. Certamente facilitato dalla vicinanza e da una lunga tradizione direciproci rapporti, il nostro sito era verosimilmente dotato di centri di culto, intzial-mente ancora radicati in una tradizione locale, poi più decisamente allineati con il ceri-moniale palaziale, ma apparentemente non di una amministrazione propria, poichémancano indizi in tai senso t6', anche se potevano in teoria esservi dei funzionari resi-denti, come starebbe a indicare la presenza del sigillo in steatite, poco sopra ricordato.

Basandoci sugli elementi di cui siamo in possesso, sicuramente molto più numerosi diquanto fossero ventisei annifa,alf inizio del nuovo ciclo di lavori, abbiamo cercato di trac-ciare nelle linee fondamentali il processo di sviluppo di questo centro, da distretto con in-sediamento sparso, regolato da gruppi elitari, ad agglomerato più concentrato, pienamentecompartecipe dell'organizzazione e delle infrastrutture produttive del centro palaziale diFestòs, nei momenti di maggior fioritura, ma in buona misura anche nelle sue fasi critiche.

Non è certo possibile ribaltare in tutto e per tutto quanto asserito dai primi scava-

tori del sito, che "in età più antica lscilicet del tardo palazialef Haghia Triada non sem-bra essere srata né rtcca, né importante,I"t, ma riteniamo che tale affermazione vada or-

139

risolutivo per supporre un'estesa e costante serie dirapporti diretti dell'area festia con l'Egitto e il Le-

vante già nel corso del MM, al momento non dimo-strabile. È possibile che in questa fase, per qualche

motivo, naviganti ciprioti abbiano saltuariamenteutilizzato come punto di appoggio I'approdo diKommòs, solo più tardi inserito in un organizzatocircuito di navigazione e di traffici. D'altro canto lostesso Rutter afferma che "obviously the contacts$r'ere very different than laterr, menrre in un breveintervento nella stessa discussione Y Kanacsron-cuts, a ragione, aggiunge: «... §/e have severai whitepainted Middle Bronze Age pors. But half a dozenpots do not alÌow us to talk about Trade".

'o' HTR 2600; v. To»aro, in qr-resto volume.166HTR 7079: Lr Rosa 2001, p. 224, av.

LXXIVa.to'Si è già osservaro (Canrrr:cr 1999, p. 729) che

l'unico importante documento da porsi in relazio-ne con attività di questo tipo è il dischetto in stea-

tite con segno inciso dai livelli sottostanti al vanoa del Complesso della Mazza dt breccia esaurienre-

mente pubblicato da P. Mnrrlno, Un peso (?) consegno inciso da Haghia Triada (HT Zg 163)*, inASAtene LVI-LVII, 1988-89, pp. 163-112, non a

caso collocabilì in una fase immediatamenre prece-dente alla fondazione della Villa.

'6'H^rsnEnn el a/., p. 13.

FIIIPPO CARINCI

mai profondamente ridimensionata. Già nel periodo che precedette gli eventi catastrofi-ci, causa scatenante della profonda crisi della egemonia festia nella Messarà, HaghiaTrtada, per lunga ttadtzione e per prerogative più di recente acquisite, aveya maturatoin sé, quale centro fortemente integrato nelle attività del Palazzo, quelle potenzialitàche, come unica possibile alternativa.a Festòs, ne avrebbero fatto, per i secoli successivi,la principale sede amministrativa e politica della Creta meridionale.

Fnrppo CanrNcr

ABBREVIAZIONI

BaNrr 1930-31 = L. BaNrr, La grande tomba a tholos di Haghia Triada, in ASAtene,

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telli (Roma, 18-20 febbraio 1998), Roma 1999, pp. ll5-132.

.

r40

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Dr Vrra 1986-81 = A. Dr Vrra, Atti della Scuola, in ASAteneLXIY-LXV, 1986-87.pp.453-466.

delle Kulure nei cortili dei

sulla fine dell'Età prepala-

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

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Dr VIra l99O-9I = A. Dr Vrra, Atti della Scuola, in ASArene LXYIII-LXIX, 1990-97,pp.428-432.

Dt Vtra 1992-93 = A. Dr Vrra, Atti della Scuola, in ASAtene LXX-LXXI, 1992-93, pp.41t-419

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t4t

142 FILIPPO CARINCI

ABSTRACT

HAGHIA TRIADA IN THE MIDDLE MINOAN PERIOD

After one hundred years of excavations and researches on the site, in spite of the re-lative shortage of data, it has been possible, above all due to the recent campaigns di-rected by V. La Rosa, to offer a more exhaustive picture of the situation in MM perioC.

The MM IA represents a particularly delicate moment for its development. §-eknow only scarce traces of the settlement, while the data from the cemetery appear muchinteresting. A massive use of the Tholos A and of its annexes is combined with an in-tense ceremonial activity in the area of the so called <<camefette" South of the tomb.small rooms built in order to keep pottery and other items for ceremonial purpose. Thisarea is connected to a space marked by the presence of two baetyls. Here, ceremonies re-lated to the cult of the ancestors were celebrated, that can be intended as a form of so-

cial control in order to purchase manpower on behalf of elitist groups, perhaps involr'edin the foundation of the Palace at Phaestos. This activity appears to be reduced inMM IB and disappears at the beginnings of MM II, when even the Tholos A is no moreused for graves. The smaller Tholos B probably built between the end of MMIA and thebeginnings of MMIB, remained the only funerary building for the rest of the period.Between MM IB and MM II the disposition of the settlement along the western slope ofthe hill and in the terraces where afterwards the Royal Villa was built, is better defined.and Haghia Tiada can be classified as a satellite centre of Phaestos.

During the MM II in the North-Eastern Sector recently excavated East of the so

called Tomba degli Ori, a paved area, connected to a road layout with a ramp, markeda probably ceremonial space, with a bema or bomòs, to be intended as related to the area oithe baetyls, still in use in this period. In MM II an extension of the settlement towardthe northern slope of the hill may be supposed, while further down, beyond the road and

toward the cemetery, the old ceremonial area continued to be used with new purposes.

Apart from the scanty monumental remains this fact is indirectly testified by the potter\'(mostly dumps or fillings, seldom stratified deposits). Among the abundant finds we can

point out numerous ceremonial shapes similar to those from the Palace at Phaestos, ver\-

likely in use in the nearby area. Paticularly important are the fragments of a group of figu-rines representing women worshipping the goddess or waiting for her epiphany.

At the end of MM IIB Haghia Triada was involved in the events that determinedthe destruction of the first palaces and to the difficult recovery that followed. Ne-vertheless the road layout of the north eastern sectof was restored, and there are scarcelypreserved rests of some stfuctures of this period as well as a rather scafce amount of pot-tery. Only at the end of the MM III period, with the foundation of the Villa, HaghtaTrrada emerges as new administrative political centre of south central Crete. A generalevaluation of local handicraft, is based almost exclusively on pottery, since other activi-ties (metallurgy, textile industry, seal engraving, carving of stone vases) are very scarcelydocumented. The MM pottery recovered from the site shows - within the different clas-

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO MEDIO MINOICO

ses - exact parallels with Phaestos, an indication of the fact that, in many cases, the sa-me workshops supplied both sites.

Therefore, in the MM period, Haghia Triada appears as the privileged partner ofPhaestos, a kind of immediate offshoot of the palatial centre toward the coastal zone ofthe Mesara plain, in a better position to check the route that from the Lybian sea goesup toward the Palace and the final stretch of the course of the River Ieropotamos. Cer-tainly helped by both the proximity to the main centre of the region and a long tradi-tion of mutual relationship to it, our site was probably provided with its own cult cen-tres, initially still rooted in a local tradition, then more decidedly aligned with the pa-latial rituals. Apparently we have no clear indication of a local administration, even if,in theory, resident officials, as well as priests or priestesses could exist on site.

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