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\"In che lingua mangi?\"

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Inserire almeno 1 slide sulla composizione del corpus: quanti alunni ci sono in totale,

quanti ne abbiamo esclusi (2) e perché, in che aree si dislocano di più (insistiamo

sulle zone del cuneese che abbiamo visto essere importanti).

Da rimarcare:

- Opposizione SL rilevante città-campagna (Torino vs. piccoli centri)

- Quanti alunni sono già nati qui e quanti sono arrivati qua da fuori (dividendo

magari tra elementari e medie)

- Cfr. questo dato con l’indagine del 2002 (facendo notare che non c’erano i «piccoli

centri», novità metodologica e anche SL significativa)

AGGIUNTA: sarebbe carino dire che siamo andate noi stesse a fare dei rilevamenti e

commentare le eventuali difficoltà o aggiungere alcune «curiosità» della ricerca sul

campo!

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Molta attenzione au piccoli centri

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Importanza del dialetto nella provincia di Cuneo

Comunità più compatta e coesa

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Il bambino quindi è compreso in diverse «sfere» all’interno delle quali ci possono

essere usi linguistici diversi, specialmente in un contesto migratorio (ma ovviamente

diversi anche caso per caso).

In questa sede tratteremo l’opposizione principale famiglia vs. contesto extra-

famigliare, ma un focus speciale verrà dato alla sfera degli «amici», anche perché il

questionario era in questo senso molto preciso, distinguendo tra amici del proprio

paese di origine, amici non italiani di stati diversi dal proprio paese di origine e amici

italiani (tutti distinti dai compagni di scuola).

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Usi linguistici: sia la lingua usata da queste persone con te, sia quella che usi tu con

queste persone

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ALCUNI NON RISPONDONO perché IL PADRE NON VIVE CON LORO

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Padre a te: Di questi 801, 767 il padre usa la lingua di origine con loro. Per 34 non è la

loro lingua di origine. Di questi 34, 18 lingue, la più frequente è il piemontese, 8 su

34, 23,5%. Segue il rumeno con 4 (11,8%) e l’arabo con 3 casi (8,8%). Da notare

dialetti ita (piem, calabr, napo, sicil, sardo).

Tu con padre: 735 parlano una lingua diversa dall’ita; su 734, per 713 è la loro lingua

d’origine e per 21 no.

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Minoranza dichiara di usare solo italiano con il padre. Percentuale è più alta nella

direzione figlio � padre (19%; diminuisce percentuale di chi parla solo altra lingua)

Vedremo più tardi l’uso dei dialetti (no lingua origine)

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Madre a te: Per 847 è la lingua di origine, per 18 no

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Madri più conservative?

Assenza del dialetto? (1 rumeno + siciliano, 1 tedesco + calabrese, 1 napoletano, 2

pugliese)

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Naturalmente alta % di non risposte

Su 503 che rispondono, per 487 è la lingua d’origine

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Naturalmente alta % di non risposte

Su 503 che rispondono, per 487 è la lingua d’origine

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Osservazioni sugli usi linguistici in famiglia

Creare parallelo con indagine del 2002 : SOLO DATI TORINO E PIEMONTE

Pag 177

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Che ha incluso anche le province e i piccoli centri

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Ripetere che il questionario diversificava tra vari «Amici» e ancora diversi sono i

compagni di scuola (altrimenti si sarebbe dovuto fare un test incrociando con la

composizione di ogni singola classe, mentre in questo modo si può dedurre, dalle

risposte dei bambini). Ovviamente poi non è detto che i compagni di scuola

corrispondano alla cerchia di amici.

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- Italiano ha un uso importante, specialmente (com’era ovvio aspettarsi) con gli

amici italiani, ma anche (e questo è il dato importante) con gli amici non italiani di

altri stati: la lingua del paese ospite diventa quindi la lingua veicolare per tutti i

bambini, quale che sia la loro origine.

- Il mantenimento della lingua d’origine è però affidato alla comunicazione tra amici

dello stesso stato, ma spesso tale uso non è esclusivo ma è associato all’uso

congiunto dell’italiano (un uso bi- o multilingue dunque e non esclusivamente

monolingue).

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AMICI P.O.:

(LORO CON TE) 600 bambini su 629 dicono che con gli amici del loro paese d’origine

che vivono in Italia parlano la lingua del proprio stato; di questi, solo 324 specificano

però di quale lingua si tratta (AMICI PO CON TE). Per i 29 bambini per cui non è la loro

lingua d’origine, la maggior parte (5 su 29) indicano l’arabo, mentre altri indicano

castigliano, cambogiano, lingala, nigeriano ecc. mostrando quindi di nuovo una forte

sensibilità linguistica.

(TU CON LORO): rispondono in 582 specificando quali lingue usano loro con gli amici

PO e anche qui per la maggioranza (563) corrisponde alla lingua del proprio stato di

origine. (Nella tabella, per limiti di spazio, non abbiamo indicato il cinese, con 24

risposte, mentre francese e inglese vengono indicati da solo una decina di ragazzi

rispettivamente e spunta anche il moldavo, con 9 risposte; si noti però che il moldavo

non veniva dichiarato tra le lingue parlate con te dagli amici).

AMICI NON ITA: (Loro con TE) rispondono in 232 su 237 sulle altre lingue utilizzate (e

per 176 corrisponde comunque alla lingua del loro paese di origine).

(TU CON LORO): In 231 indicano quale lingua parlano con loro con gli amici non ITA di

altri stati, indicando in particolare che è la lingua del loro paese di origine per 185 di

loro. Spunta qui anche un uso dell’inglese (per 14 bambini), mentre il cinese resta

fermo a sole 8 unità.

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AMICI ITA:

(LORO CON TE): l’italiano ovviamente la fa da padrone, ma 43 bambini dichiarano di

usare anche lingue altre … e spuntano qui i dialetti! Infatti i numeri su quali lingue

sono effettivamente usate sono bassissimi (sotto la doppia cifra), anche perché i 43

bambini dichiarano un totale di 18 lingue. C’è una eccezione significativa del

«piemontese» (e tutti gli 11 bambini vengono dalla prov. Di Cuneo, in particolare 7 da

rocca de’ baldi, che si configura come centro della piemontesità, o almeno dell’uso

del piemontese). Ma in totale i bambini che dichiarano di usare un dialetto Italo-

Romanzo, definizione di Cerruti 2011, nella comunicazione ordinaria con gli amici

italiani, sono 18 e spuntano anche calabrese, napoletano, toscano e siciliano.

(TU CON LORO): i numeri qui sono davvero bassi ma la varietà decresce

considerevolmente. Vengono infatti dichiarate solo 4 lingue: Albanese (6), inglese (5),

rumeno (2) e spagnolo (4).

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Sembra che si stia andando sempre più verso un uso multilingue, o anche

linguisticamente esclusivo della lingua del paese ospitante (l’italiano). Questo da un

lato è un bene, perché è un indice di maggiore integrazione (almeno apparente), ma

bisogna stare attenti affinché questa ricchezza linguistica non vada perduta.

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COMPAGNI CON TE:

Per 221 su 260 corrisponde alla lingua del proprio paese di origine. I bambini che

dichiarano che i compagni parlano in piemontese con loro vengono da rocca de baldi

(6), mondovì (3), cuneo (2) e bra (2), quindi sono tutti nella provincia di Cuneo. In 3

casi dicono che oltre al piemontese parlano con loro anche in arabo, marocchino o

albanese.

TU CON I COMPAGNI:

L’italiano la fa da padrone anche in questo caso. Per 207 su 231 le lingue diverse

dall’italiano parlate con i compagni corrispondono inoltre alla lingua del proprio

paese di origine.

Anche i bambini immigrati, dunque, parlano piemontese con i propri compagni. Ora

non siamo andati a indagare sulla qualità del loro piemontese, ma questo ci sembra

un fatto indicativo di due cose: 1) la forte identità locale associata al dialetto, 2) il

forte grado di integrazione di questi bambini all’interno della comunità locale.

Inoltre si rimarca ancora una volta l’elevata sensibilità linguistica dei bambini, capaci

distinguere le diverse varietà e di associare l’uso di lingue e varietà di lingua diverse a

persone diverse.

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TU CON LE MAESTRE

Su 339, 39 parlano la loro lingua di origine e per 300 no. 6 rumeno, 8 francese

inglese, 5 arabo, 8 inglese e francese, 3 cinese e 3 inglese e rumeno e 2 spagnolo.

Abbiamo un caso di napoletano e un caso in cui il bambino dice che con la maestra

parla inglese e piemontese.

MAESTRE CON TE:

Altre lingue che la maestra parla con te: 489 hanno specificato; 38 (4%) dicono che è

la loro lingua di origine e 451 che non è la loro lingua di origine (nella tabella si ripota

solo la lingua NON del paese d’origine).

12 bambini dichiarano addirittura l’uso del dialetto, piemontese (7) e napoletano (5)

insieme all’inglese: è possibile che i bambini percepiscano l’uso non di un dialetto ma

di una varietà di italiano diversa rispetto a quella a cui sono normalmente sottoposti

(specie in caso di arrivo in Piemonte passando da un’altra zona d’Italia).

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Netta predominanza dell’uso dell’italiano, in isolamento o insieme a un’altra lingua

(che poi andremo a scoprire qual è).

La cosa sorprendente è che sono i ragazzi stessi a usare maggiormente l’italiano per

rivolgersi ai negozianti, i quali mostrano una percentuale maggiore di uso di una

lingua diversa.

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LINGUA NEGOZI CON TE:

In 17 dicono di usare solo un’altra lingua (diversa dall’italiano), e di questi per 4 è

l’arabo, mentre con cifre più basse (2) troviamo molte altre lingue (cinese, inglese,

russo, marocchino, rumeno). I numeri sono in questo caso abbastanza bassi.

La tabella qui proposta fa riferimento invece ai 316 bambini che (su 318) hanno

risposto di usare nei negozi sia l’italiano sia un’altra lingua e anche qui possiamo

vedere quali sono le lingue più utilizzate.

LINGUA CHE USI NEI NEGOZI: Per 246 su 259 la lingua diversa dall’italiano usata

esclusivamente o assieme all’italiano nei negozi corrisponde anche alla loro lingua di

origine. S

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Le % del 2002 fanno riferimento al solo DB torinese, non a quello globale che

comprende anche Pavia, in linea con i nostri dati in questa sede.

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Da qui in poi potremmo mettere delle osservazioni generali su singoli gruppi (1 per

slide). Proposte:

1) L’uso di lingue veicolari (inglese, francese… ma occhio che possono essere L1 di

alcuni gruppi es. nigeriani)

2) L’uso dei dialetti Italo-Romanzi come lingue veicolari, specie nelle piccole realtà

3) Cfr. città-campagna (anche solo accennata)

4) Cfr. tra elementari e medie e/o tra nati qua e nati fuori

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Le domande sull’uso dell’italiano erano già da questionario più limitate.

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La lingua del proprio paese d’origine è utilizzata soprattutto nelle telefonate e nel

guardare la TV, indicando quindi per di più un uso passivo di tale lingua (anche se con

le telefonate si potrebbe anche intendere un uso attivo).

E’ indicativo che non ci sia quasi mai lettura e soprattutto scrittura nella lingua PO,

anche se in questo l’uso della CMC, ossia comunicazione mediata dal computer,

sembra stare agevolando un po’ il mantenimento linguistico.

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Giusto qualche osservazione

1) cfr. usi linguistici in casa e fuori casa

2) Nota sull’uso esclusivo dell’italiano e sul mantenimento della L1 (riprendendo da

Chini 2004)

3) Varie ed eventuali…

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Ma spesso anche con altri piatti sia italiani (lasagne, pasta al pomodoro), ma anche

del proprio paese d’origine («zuppa rumena», bakllav, byrek/bureke, falafel ecc.).

Insomma una tendenza al multilinguismo anche a tavola, pur se con una decisa

dominanza della pizza che, in fondo, sta diventando internazionale!

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A voce, ringraziamo anche Chini, Andorno e tutti collaboratori che hanno reso

possibile questa indagine.

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