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I]NIVERSITA DEGLI STI]DI DI ROMA "LA SAPIENZA" ARCHEOLOGIA CLASSICA Vol. XLVÌ 1994 Estratto <LERMA> di BRETSCHNEIDER - ROMA

L. AMBROSINI - L.M. MICHETTI, “«Sostegni» a testa femminile in ceramica argentata: analisi di una produzione falisca a destinazione funeraria”, in Archeologia Classica XLVI,

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I]NIVERSITA DEGLI STI]DI DI ROMA "LA SAPIENZA"

ARCHEOLOGIACLASSICA

Vol. XLVÌ1994

Estratto

<LERMA> di BRETSCHNEIDER - ROMA

Una recente analisi dei corredi funerari provenienti dalle necropoli di Corchia

no r ha permesso di prendere in esame una classe di Fodotti cerèmici' peculiare

dell'agro falisco, di pafico]arc interesse per lettonica ed iconografiaLi classe in questìone è costituita da "sostegnì" configurati a lesta feÍìminile

sorrnontata da pola.r ; katathos, rcúizzatl ln cefamica che' convenzionalmente. viene

aerta argentata. Ad eccezione del "sostegno" n. I' trovafo nel deposito votivo di

Sassi Caduti ̂ Falerii Veîercs, la naggior parte degli esemplari è slala rinvenula

ne1le tombe a camera di Corchiano (venti esemplarì)'?. rli Faleií Veteres (Íedlcj,

..SOSTEGM- A TESTA FEMMINILE IN CERAMICA ARGENTATA

ANALISI DI UNA PRODUZONE FAI-ISCA

A DESTINAZIONE FLD.IÉRARIA*

' Desidenano nnetazide il Pbf G Coìonna per averci suidaro nello svolgesi del presenLe lavo_

ro ed averci ofiefio l oppónùnilà di pubblicailo, e la Dolt M P' Bagliorc per r sÙor pÈzr'r susse

nnend. Alla Doú M A De Lucia Brolli della Sopintendenza Archcolosica pcr ltulna Mendionà

te va la nofra nconoscerza pú la disponlbilità normta nell'agclolaÈ le vÙie tusi del noiro stÙdio'

Slmo inoltÈ srare al Dolt G. Parodì. Conservarore deì MÙseo di MineraìÒgia dell'Univesilì degli

SÌudi di Rona .L3 Sapienà'. Fcr Ìa sùa coresia e pcr 1À stlccitudine 'on la quàlc ha esegÙno le

I cÒ.dotu daìle scnvenli e da Stètdo Maunzi sui corcdi prcvenicnii dalle ronbe dì corhuno'

rgonento di trè disscfianoni rti laurè, dúcu$e presso l'Unive$irà dceli Sludi di Rona "h Sapìènza"

nell'Ann. Accadenico 1991 1992.I Per le !ènri atlestazioni a Corchimo: nn 2. ó, 8 10. 18 21 21, 27, 29 301 prcb'bihente identi_

ficabìle .on il sosiesno" in!. 6175 (Coza. Pasaur 1981, p 302, lonba 2l del ll sepolcEto dcl Vallo

ne, oo) è l'eseúpìde n. 15, aíualmertc priro di nùnero di irvenla'iÙ.lacenre paÍte di un bno dl úaic

riali ùalùgati dal magazrinÒ 2 del Museo di villa Cìulia e succÒssivmentè rccuperaù '{ que$ csenpta'

ccorc agerungcre qùel| osgi Perdùti. ricodari nei docúmcnti di s'avo di A Cozza e A' Pasqui (Coza'

Pasau' 1981- p.250. tónba 6 del I sepolcrero del vallonq cozza, PasoÙI l98l p 266 i tonba l2

l l 0

esenplùi). menlre i nn. 1l e 13 Fovengono da Narce ed il n. 4 da Civitella SatPaolo I. Quesl "sofegni" appafengono qnasi esclusivamente a coredi rinvenuti in

lombe a camera con loculj scavati nelle parcti, utilizzate. siluazione consueÌanell'agro frlisco, senza soluzione di continuità, dal VI alla prina metà de1 III seco-lo a.C. Molte delle tombe nelle quali fùrono rinvenuli risultavano gjà manomesse

all'atto della scopeda. Nella maggior parte dei casi giacevano spffsi sul pavimento

della camera tra materiali di epoche diverse, e pertanÌo risulta difficile e spesso im-possibilc risalirc all'or;ginrÌio corredo di appafienenza. L'indagine di quesle lombe

si Fotrasse dal 1885 al 1891 nel quadro della redizione dela Carla Aù:he'rlagica

d ltalia. Come è noto. nonostantc F. Gamufiiii avesse stutturato neÌ 1896 un pro-

gramma di pubblicazione della CaÍa dell'agro faiisco in un volume della serieMonumenti Antichí dei Lincei, Nn si giunse mai ad ùna pubblicazione dei dati

mccolti (L. Cozza, in GAMURRTNT. CozzA, PASQUI, MENGARELLÌ 1912, pp 456'

45?). Tutta la documentazione relativa agli scavi eseguiti, è stata pubblicata in duemomenti diversi, ncll'ùnbilo della setie Fotma ltaliae, solrajtro in quest'ultimo

venlennio. I risultati dell'indagine lopogafica sono confluiti nel prifno volume

concernente l'Enuria e la Sabina (GaMuÌRrNl, CozzA, PASQUI. MENGATELLI

1972). menlre in un secondo volume. dguardante l'agro falisco (CozzA, PASQUI1981). sono state pùbblicare le pÌanimetne dei sepolcreli. i dlievì e le descrizionidele tombe, gÌi elenchi ed alcuni schizzi deì materìdi. Sia negli elenchi pubblica-

ti nel secondo volume della Foma ltaliae. che nelf inveDtario del Museo dì Vila

Cjulia. museo nel qulle confluaono i coredi tombali dell'ag1o fllisco. i matenalidei quali intendiamo occuparci vengono definiÌi con espressioni del tipo <sostegno

a foggia di testa fenìminile con ,ìvanzi de1 bolo tùrchiniccio, o similaÌi A quesia

breve definizione segue soltànlo I'indicazione dell'altezza dell'oggeÍo. mentre sonodel tutto assenti considerazioni sulla lrùttura. 10 stile e la Ìecnica di esecuzione.

Purtoppo dei quaranta esempl,ri rintracciati. gnzie a tali definizioni, neì docu-melti di s!:avo e nell'invenhio del Museo di Villa Giuìia, a noi soDo peraenuti

soltanlo trenta. Dopo tali stringate descrizioni non vì è stala alcuna tratiazione spect

fica di questì materiali a.

del IÌ sepolcFto del vllloner CozÀ. P^soú 1981, p.267. l. bnba 13 del ]I sepoÌcÉro del Vallone:

duc escnplaiil Cou, Pasoú 1981, p. 29ó. romba 23 del I SepÒl.rcb di S Antonnr, @ cseúplri)r Per Le tredìci anestazioni ! Fal?rii vdcl"r: m. 3, 5, 1, 12, 14.16'17,1920. 24_26, 28 Non

sónÒ sbii liesi in .onsidorMiÒne eli esenpldì inr. v.G. 88083 (da CìvlÈlìa s P3o1o, loc. Monre vddè.

tonba lll) e inr. V.G. 5ó33, 8 (dà Fabn.x di Rom4 v@ Gîìcciùo), il pnno àsùelìrmenle tramen_

rdi.. gìi alùi non nnftac.iali.a Alcuni esenplùi sono stari cjtati da C. Nardi coFè confroútr per una où,.rdc a liguE rosse

.onfonara a lerx leminilc provernente da ùte (Naor 1980, p. 265), nenire l esnpìe n 1. nNc

nuto nel depsito di Sasi Caduti Òd interprebio cone rÀ)niarcl/.r, è compino ncla reenle pubblica

zione di A. Coùella sui rMiÈriali volivi di Fzla;i lCo@LA 1986. p 5s)

-.SOSTEGNf. A TESTA FEMMÍNILE IN CERAM1CA ARGENTATA l l Ì

Si sentiva dunque la necessità, una volta individuata qùesia classe di materiali,di effeÍùare uno studio analirico che riguardasse ogni singolo aspetto della produ-zione. Srudio che. ci augudamo, accresca almeno in parte ie noslre conoscenze sulleprodu/roni dr remice argcnra.a.

2. Clo:sífca.ione

La classificazione dei "sostegni" a tesra femminile in ceramica argentata plen-de spunto dai lavori di classiîicazione effettuati su teste e mezzetesle a caratterevotivo di arca campana e magnogreca s. Essa sì fonda essenzirlmenÌe su una dpartizione tipologica in gruppi. Elemento caratterizzante per la nostra suddivisione ingruppi è l accorciarura dei capelli.

Ogni esemplarc sarà ìndividuato da una sigla composita che tiene conto delguppo (lettera maiuscola dell'alfabelo), del proÌotipo (numero ronano), del1a natri-ce (lettera ninuscola del'alfabeto per matrici di I generazione ed aggiunta di unnumero ambo in esponente per malricì di generazioni successive) e della replica ovàri|nte (numero arabo). Si è cercato di risalìre ale diverse generazioni di matriciin base alla riduzìone di dimensione che le matrici di generazioni successive ed ipositivi con esse realizzare presentaro rispetto al Fototipo (coefficienle medio dìrestdngimento del materjale fittile durante la cotturd Ó. Occone inoÌtre ricordare checon il termine "tipo" neìla descrizione si intende sia il prolotipo che le repliche ovèrianii da esso derivate.

Abbiamo infine distinto 1e matrici in tre Fadi:l) fresca (esenplarì ìn cuì i tratli de1 voho e della capigliatura sono così nettì

da non aver dchiesto quasi nessun ritocco a slecca);2) discreta (esenplarì in cìri il rilievo è ben leggibile grazie a numerosi dtoc-

chi a stecca utilizzati per vìvacizzare i paÌticolari);3) slanca (esemplari in cui alcuni tratti sono poco leggibili per usura della

'BoNcH JovNo 1965, p. 16r BnJe BAcNAsco 1986, pp. 20-23r BoNcHI JovrNo 1990. p 32.6 Per determindc il grado di generdione della naldce si sono nisùmri sù ogni esenplde vari

pùnù di nlennento: l'dltezza del volto dal somo delh rronrè al neúr, l.ltezza del copn.alo (tzlaú,s

o p,lúJl dalla sonnirà ,lla atrcaruú dei capelli. la disr,ùa Fa le esùonllà inleme desli occbi. hdishzà trd ìe esrremitù esteme desli ochi, la disld,a d,i sonmo dela lDnte alla base del mso, ladistanza daila base del naso al nerio. L altezza degii oegelti è stata.,rcohla in base alla disranza aai dùc pidni praìrèrì îansenti l ùo allo somità d.l kntathÒs (o pÒlas) e l'allo xl pido di posa tÉnisrE rensono esDresse ù cenùmcùi.

ll2

3. Dati tecnici

Coúinciamo la nosrra analisi con il prendere in esame 1e caratteristiche tecnì_

che dal momento che esse rappresentano elementi indispensabili per conprenderc ilprocedimento di produzione di questi oggetti.

L'argilla ulìlizzata è abbastanza ben depurata e ranmente presenta particelle di

quarzo e di mica. Dei trenla esemplaÌi pervenutici. ùndici mostano argilla color

rosa, dodici argilla color rosa-arancio e setle argilla color beige 7 Gli esemplari che

Fesenlano altezza minore misùano 10 cm, quello che plesen|a l'allezza massima

misura 13,6 cm, invece poco piùr della melà degli esenplarì ha un'alÌezza compre-

sa tra i 12 ed i 13 cm 3. L'esame aùtoptico dei rcperti ha consentito di stabilire,grazie alle linee di sutura in alcùni casi ,ncora Fesenti sugli oggetti, che ì \os1egni" erano costiluiti da due pariì principali reaÌizzate a matrice' e da uno o due

dischetti accessori applicati ciascuno ad una estremità (superiore ed ideriore) e

Le matrìci utilizzate erallo di dre tipii1) il rìpo che d'om in pol chiameremo convenzionalmente "a sezione sagittaie". che

dproduceva in negativo i1 profilo destro ed il profilo sjnistro dela testa taguata a

metà sccondo ùn piano verticaie passante per il naso e la nuca;2) il tipo che d'ora in poi chiameremo convenzionalnìente "a sezione coronale", che

.ìFoduceva in negativo ta parle anteriore e la pare posterìore del1a tesÌa tagliata a

ner; se(ondo un piano venj.ale pa5'anre perìe orecchieII lipo "a sezione sagittale" risulta utilizzato con naggiore fiequenza rispetlo al

liDo "a sezione coronale"'u. Le due Darti rcalizzate a matnce non seúpre comDa-

r Per stabilnè la cladtione crcraiica dell'dgnla si è udlizzato il cÒdice Munsè1r lMunsell Catar

Sotl Crzlts, BalinoE 1975). Undici sosregni pEsenlúo trgiUa cÒlor rosa: 75 YR 7/4 {P'rt): m 5,

8, 17"12, 14, 24.26'21: r.5 YR 8/4 (Pdkl nn 2l e 3Or 5 YR t/l QJùk): n i; 5 YR 7/4 (d'l)i n'

2. Dodicì pÉsentdo dsilla color rosa-{ùcio: 1 5 fR 6t6 (rednh vllaw): nn ll,25 è 29:75 YR'716 (red,lish rettor\ n. 20. l.s lR ah l.fttldkh !etb*) m. ó c loi 5 YR 6/6 (rcddd' }?"w): n 28;

5 ,'P '116 ltutldish r.tlav): nn. 4, 9. 15. 23 24 Selte pÉsenho dgrlla color ,?isa: t 5 ]-R 6/4 (lt8"rr

bîÒ\|h): an. 11 e r9i tO YR 6/4 l.ticht relb\|nh brÒ$n): n l: l0 YR 7/6 0'dlloÙ): tn 13 e 18i l0

\R 7A (.vèry pale ,/,Bn): nn. 7 c 16.3 cli eserpldi che piesentano ì'arezza min.e (lo cn) sono i ni 24 e 2?: l'Òsenplc piùL 'kÒ

(13.6 cnl è il n. 1?. Non soro fati presi ìn consid€raziorc sli Gempiùi nn' I e 23. la cui alteza

non è consenara intgralnentee Per la le.nica di nodeìltione a cal.o si veda CÙoMo Dì c^PNo 1985i ! t9 sge' ll PGedi-

mento sesuib nèìÌ, rcalizzazione dei noshi 'lostegni ' è sjniìè a qùello Ùriìizzato per i ln)'tdt'aa pùÍ

r r 'eod R { o ao Dó 28_ì2 ì10 ln molli senplùi la lnea di sutura è shla ben lisciaft al punró d3 essere invisibile, sopraúur

to sùllx púe arteíoE dell'oggeno Nelh naEsior pate dei casi i "soslegni" sono Ètllzzan con la

naùice ! Èrone sagjnale'r conunqùe lùso dj ratrice a scziorc cotun'le è cerlarcnte aneshlÒ ncgr

escnpldi m 13, 9, 16, l8 c 30.

€rpt_\

, è\ '--' /

Fì9. 1 CIvrrA CAsrEu-aNA (VI). Museo ArcheoloSìco delÌ AgÌo Falisco. "sostegno r. l0(dneCno L- M. Michetti).

1 1 4

Figg. 2a-2b. Cnryra CASTEÌTANA (VT). Museo aruheolÒgico dell'Aero Falisco, \ostcgnon. 12 lfoto L. Aúbrosini).

ciavano alla perfezlone: a volte duranre l'assemblaggio delle due pafi realizzate conmatrice del tipo "a sezione sagittaie" si verificava uno slittamento verso il basso overso l'alto di una delle due pafi. Trle slittamento, che produce come conseguenza piùr evidente la giacitura deglì occhl su due piani non coincidenl, sì è polutoconstatarc su cinque esemplari (nn. 8. 10-12, 17 e 19) @igg. I, 2a-2b, 3a 3b). Lalinea di sutua tra le due pafti, su due esemplari realizzati con matrice "a sezionesagittale" (rÌn. 10 e 25) (Frgg. 1, 4i-4b) appare leggermente decenî-rata e quindidelle due parri una era di dimensioni leggemente rnaggiori rispetto all'altra. Conegià accennato precedentemente. le estremita superiore ed ìnferiore deÌl'oggetto potevano essere lasciate apefe oppue chiuse dspettivamenl€ con uno o due dìscheltilavorati a paite e saldati al pezzo con de 'argilla semiliquida. La totale apertuadeÌl'esternità inferiore è presente su dodicì esemplari (M.2-4,6.910, 15, 17 19.29-30), mentre quella dell'estremìtà superiore soltanto su due eseÍìplari (nn.21 e28). G[ esemDlari che mostrano enÍambe le estrcmità chìuse coD dischetti sono

'sosrEcN'r" a rEsra TEMM1NILE IN cERAMtcA aRGENTATA 1 1 5

Fge. 3a 3b. CrvrrA CaSTELLANA (VT). Mùseo ArcheoÌogico dell'Agm Fallsco, '\ostegno '

.. 19 (tbto L. Amboslni).

dodici (nn. 5, 7 8, 11 14, 16, 22-21,2'7). Di questi, la metà Fesenia le estremiiasuperiore ed ìnferiore completanenle chiuse con dischetti privi di fori (nn. 12-14,22,24,21). Pet quanto dguarda i rimanenrì esemplari. non si è potuto slabìLire conceÍezza la presenza di dischettì (con o senza foro) ad una de1le estremità, dalmomento che si tràtta di oggelli ftammentati e nìancanti della parle superiore (nn.20, 25 26r chìusi inlèrioÍnente) od inJerìore (n. li chiuso superiormente). Lamaggior parte dcgli esemplari che mostrano una od enirambe le estremità chìusecon dischetti, Fesenla unÀ linea orizzontale dì demarcazìone tra le due pafii realiz-zate a matrice ed il dischetlo; pochi sono gli esemplari nei quali tali linea è stalaresa invisibilc con la lisciatura (î,n. 2-3,21-23,27). Cone abbiamo anticipato, alcuni esemplari hanno dei dischetti con al centro un piccolo foro circolare dotato spes-so ai lati di due fendiúe orizzontali simmeiriche. Drobabilmenle verificalesi duran-

1 1 6

Figg. 4a 4b. CnIra CASTELLAT\A (VT) Mùsco ArcheoÌogico deÌl'Agm Falisco. 'sostegno

n. 25 (foto L. Ambrosini).

te la cottNa del pezzo rr. Il foro presente sul dischelto posto all'eslremità supeio

rc ha un {liameto che si iggira intomo 3i 0,9 1,1 cm, mentre quello del dischelto

posto all'estremità inferiore ha sempre un diameto di 0,4-0.5 cm

I "sosregd", una volta assemblati i vari elementi costitutivi, erano sotloposti a

vari ritocchi a stecca, ben evidenti su tre esemplùi (nn. 3, 19 e A) (FiqC 50' 5b'

Jd Jó). Tali ritocchi dguardavano soprattutto gli occhi, le narici. la bocca e le cioc

che di cape[i. Le lisciatùre de1 pezzo finito erano eseguite sul lomio. come è tesù-

moniato dalla Fesenza dei caratteristici segni spiraliformi sul dischetto posto

all'eshemità inJeriore ili tre esemplad (nn 8. 25 e 27) (Figg la 4b) Dopo la rifi

" Dùe piccoli lorì circolúì uno sul dhchefio loro atl eslrenilÀ supenorc ed ùno $l dischetro

posto all'eslrèmna inferiorc. sono pÉsentì sùsl escnpldi m 5 e 16 Un piccolo forÓ $n discbetto FrsrÒ

dlì esùcnilà sùpenoÈ è pl€sùrc susli es€nplúi m 8 c 23i un piccolo lorc sùÌ dischetrÒ posto a]le_

, R n i r a ' i 1 o î c ? e . e ' . e r s l e . e ' p l d r ' " 2 '

.SOSTECN-|' A TÈSTA FEMMINILE IN CERAMICA ARGÈNTATA 117

nirm a stecca e/o sul tomio, e dopo che l'argilla aveva raggixnto la durezzacuoio . i nostrì "sostegni" potevano essere inlrodotti nel forno per 1a cottura. La

conum- con la libemzione di ga-s, hr plorocato in due casi il rigonfirmenlo de1

djschetto posto all'esh€mità superìore (nn. 8-9) (rig8. ód'ór). mente negli alttiesemplàri ha causalo soltanro delÌe pìccole fenditure sopnttùtlo nella zona del collo

La successiva fase del procedimento produttivo dei "sostegni" consisleva nelia

sresurè della "vemice". Il rivestimento, che per convenzione possiamo definire "verni-

ce e che ricopriva lx superficie estema. in oúgine eÉ di color argenlo, ed or4conservato per piccole porzioni e notevolmeme abraso, ha un colore gigiastro opaco

Per cercare di comprendere la vera natùa di lale rivestimenlo, come già aveva 1?úto

\1. Moltesen per un guppo di vdsi ffgentati ('N{oI-rÈsEN 1988, pp 435 444), abbièmo sotloposîo campioni di tale soslanza ad anàlisi di microscopia eletlronica a scrn

IÌSg. 5a 5b. CnrrA CaSTELLTNA (VT). Museo Archeologico dell'Agro Falisco. lost€gnon. 3 (fob S.A.E.M., neg. 33683/4).

1 1 8

r: L€ analisi di micrcscoplù cletxlnicd x scanstunè hanno ngùddato caúFiori degli csenpkn ner

qùali la lenice èrù .onscrvala nel modo nisliÒrc e ler ùn sÙperficje più anpia l canpioni sÒrtoposti

ad analisi, prclcrati dal Estaurarore del Mùseo tucheologico dell'Aero lalìsc. di Cirìta Cxstellana, apPÙ

lcngoro a 12 esè f rp l r r i : .n . 1 ,3 ,710, 12 , 14 ,20 25- 2329

Fjgg. 6è-6b. CNIra CASTELLANA (vT) Museo Arcleologlco deÌl'Agro Faljsco, \osteenon.9 ( fÒto S.A.EM. f t3 1ì5006 e L Ambrosini)

sione r'?. Le analisi, effefirate dal Dott Giancarlo Parodi' Consendtore del Museo dí

Mineralogia dell'Universìtà di Roma "La Sapienza". hanno fornilo dei drì1i dì estre-

mo inleresse. Di taLi dati, presenti ìn appendice' farò breve menzioneLa soslanza. chc presentava nolevoli segni di aherazione, crateri e bollosità si

è rivelala essere siagno quasi puro Alla presenza di slagno è da aggiungere una

piccola percentuale di silìcìo. allumnrio e calcio. evidenli residui di lninelali afgillo

il. cli "por,

di raggi X non hanno rivelato affalto 1a presenza di mercurio, come

invece era accaduio nel1e snalisi faile effettuare da M Moltesen su alcuni vasì

..SOSTECNf.A TESTA FEMMINILE IN CERAM]CA ARGENTATA l t 9

aÌgenLàti conse.vati ne1 National Museun di Copcnhryen (MoLrEsEN 1988. p. 442).Le lracce di mercurio rilevate dall'analisi hanno indotlo la Mollcsen a consideraretale elemenÌo chimico I'adcsi\,o ùtilizzato per fissare sull'oggclto Ìo stagno. Se èvero che lo stagno si può stendere con un pennello o con ùn Ìampone, è pw veroche talc clemenlo raggiunge i1 suo punto di fusione intorno aì 300" C. temperatufa che ditîcilmenÌe tali oggcri possono sopportare. I1 netodo pii semplice e piùtprutico per stendere 1(r sÌagno, secondo R. Hal1eux. è quello della stagnatura a caldopcr imme$ìoner3. Si può dunque ragionevolmentc pensare, sulla scofa di J.D.Muhly, ad una ìnme.sione dei nostri "sorcgrli" in un calderone di sl.ìgno fuso(MuHLy 1985, p. 279). Essi sono dunque xna classe di oggetti ccramicì rivestìti diuna "vernice" di stagno che conferiva loro un aspetto mctallico. Nei ceramisti c'eradunque I'inrenzione di rendere tali oggetti il più possibile sìmi1i ai più costosionologhi realizzati ìn ffgento. CorÌe è noto, l'uso di ceran]ica rileslila dì stagnopef imitare il vaseìlanìe d'argento ha una lunga tradizionc che risale al periodoùliconeo. tra la fine del XV e gli inizi del XIV secolo a.C. ra. In seglito vasi edume a capanna dc.orati con 1amel1e di stagno, piombo o leghe sono attestati ùcllapenisola italica a pafiìrÈ dal bronzo finaleli-

1. Tìpol'rgitt

La ripafizione tìpologica dci "sostegni", elaborata secondo i criterì esposlì nelpangrafo 2. si aÍicola in tre gruppi. L'elemento c aLlcrizzanle scelto per la suddi\ i . io îe i1 g-uppi c lacc, ,nc iarum dei capel l i .

Gruppo A: Tcsl.ì femminile con capell; sprriti da scîiminàtura centraleiGruppo Bi Testa fèmmìnile con capelli a boccoli:Gruppo C: Tesra fen]minile con accorìciatura "a nclonc".

Sebbene si sia posto conrc tipo iniziale quello che. dal punLo di vista icono-gl.ìfico, appare essere i1 più antico, occore dcordare che nella lipologia i tipì nonsi succedono sccondo un rigido ordine cronologico; la possibilità dì creare una

rrH^LLEIX l9?7. p.561. Per iL prccednrcnio della susn,tuù a caldo si veda }loAM 1950.'r MorrEsEN 1988, pp. 4-42+43. Pèr i lasi ri.cnci sì reda LúrERsnHR i966 ll maììsì spcl

hgratl.h. è\ègunè da M. famswoÍn sù r.li vasi hanno evi&n?iab ìa presenzx di pùro osido di rasno.tj Per ie atleratoni dcl bronro linaìè si !Òtla DELTNo 1978i in generale, per le uúc c pcr il

rascllaùÈ dè.ùralJ a lmelle BARroLoN, DEDTNo 19t5r DELprNo l98l; B^ÈtuLoM 1985, p 2ltlRaRroLoNi- BLNLLT, D Arnr. DH SaMrs 1931, pp. 130, ll2-113, 169, i7l, 174, 135. 202 204.Cone ò noro. ìx dcco.r;one {li un raso o di unuma con lanrsìlc di $agno si eseguiva cor una tecnica prcfondmente dive$a dàùa rùgnàrùra a.ddo. Lc lmelle, lavonte a pare. venivrno tìssxrc sùllasuper|clc .on ùra sond di colìa Esilosa

GRLIPPO A

Testa fenminìle con capelti dparliti da scriminatura centrale in due bande di

ciocche ondùlate. raccolti sulla nuca in un pic.alo krobJlos e Íaftenuù da una Éscla

o da un sa*for 17. ll volto ha lineamenti rcgolari. occhi con palpebre leggermente

.porgenr; . labh-a carno.e rppenJ di 'chiJ 'e: r l colro ' i a l l "rPa a [oanare rr prede

Appartengono al Gruppo A la maggior parte dei "sostegni" (venticinque esem-

pr*i i" r'*i"). Gli esemplàri che afferiscono a1 Gruppo A fanry Tpo-9:lnqle;rotoiipi, indicati nella sigia composita rla un numero romano (l' I III' Iv' V) La

lir,iorioo" a.i cinque pr-ototipi ii ronda essenzialmeno sul modo in c!ìi i capelli

sono raccolti sutta nuca. Sc negli esemplari da attribuire 'al prototipo I (nn 1 3) i

caDelli sono trattenuti aa un samos a bende incrociate da cui fuoriescono in alto e

sui collo piccole ciocche, in queli da attribùire a] prototipo II (nn 4-9) sono raccol

ti in un ;afrtos biparito (diviso da una lìnea orizzontale in due pari dele stesse

dinensioni). Negli esemplari da assegmre a1 Fototipo III (nn 10 17) il rd*lor dsul-

o ""-o..

iioali o, ma la linea orizzonlale lo suddivide in due padi' delle quaÌi ta

.'*tl.i" a ii din;nsioni neitamente maggiod di quelle della parte inferiore' Neglì

esàmplari derivari dal prctotipo IV (nn 18 e 19)' i capeli sono traitenuti da un

rr{ / . ' boroaro inlenoîente dJ due ld\e e oal qude'uorie 'cono 'ul (oIo ^del l"

pi .cole cloc.be. l r l ìne negi e.emp'dr i da al l fburre al prolor ipo v trn tu 'z)t I

i"o.ifi. **"lri in ùn picco"lo kmbrlos ^lla sofnmità de1la nlca' sorìo trattenuti infe-

riirmente da una largà fascia bordata in. alto ed in basso, dalla quale tuoriescono

in slto e sul colo delie piccole ciocche È da nolare che dai cinque prototrpl appar

tenenti a quesro Gtuppo sono state reaiizzate matrici sia "a sezione sagittale" che

"a s€zione coronale". Ad eccez;one del prototipo I dal quaìe sono state ncavaÉ due

l2o LAUR{ AMBRoslNr

reo.renzi , cronoroeicd oei l ip i , Dr 'a ld non 'o lo 'u e lcmenr i iconoe-aic i md anche

. I ercîenr i d i * i 'o 1 'Lra ' gr- fa. r*oc ia/ iore con d l r i matef ia l r a i cronologr ' ben

notr. ecc.) risurta putroppo-compromessa. Come già detto, i ' sostegni", furono,rinvÙ

nùti in tombe a camera utilizzale per un lungo arco ,{:li

tenpo (dal VI al III se'

a.C.) e. nella maggior pafe dei casì. gièL manomesse '-

ì6 I \orcgd" e gÌi alri Meria[ facmli parc deì cÒredi tonbali Froved€nd da Cofhrmo è da

Fakrii va*a sono c;nseNad a Civjh C6Ìellma (YI) nel MÙso Archeoiogico dèll Agrc ralúco ed

a Rona nel Mùseo Naziondlc EÍurco di Vììlx Ciuìia, abbÉviari nspetlivmènte con le sigle C C e V G

Per ì'csenplde in!. 6l?5 si vÒda h nola 2 I nn ll c l3 sÒno consdatì nel Musèo ArchèÒlogjco dr

Fnenze, abbrcliab con là sigla F17 per t'rcconciatua deì crpelli racúIi ncl rdfrl,r si vÒda DEL cE\RÓ 1957' pp 308 309 e ÌD

l9?,1, p 68 fig. B, p. 103.

' \ o s l l ù N . l - a I L s f A f L M M l N t L l r \ ( R A M ' c c R ' ' \ l a l , t2r

n lrici csclùsivrmc.tc dcl til'o "a seione coronale" 'ò c dÈl Fototipo V dal qualcsono srate ícavare due marrici esclusivamentc del tipo "a sezionc sàgi{.ìle" (nn. 2iì25). dagli altri tre prototìpi (ll. lll. IV) sono state ricavate nrdnci di ambedue itipi ''. Dàl prorolipo TV sono state ricavate drle matrici divcrse, una 'a sezionc coronale ntilizzata per I'escnÌplarc n. 18. ed una "a sczione sagittale'alla qu.ìle sonos!a!ì .Lggìunti degli orecchìn a bottone circolare con pendenle coúico (n. 19). Divetsmlcnlc, gli orccchini sono un elcmcnlo costante negli escrÌplari derivati dal proto

tipo V, del quale crano cvidcntnente unè nota caratLcrjstica. La presenzr o I assen-za di dischetti sulla estrcmiù superiore o nrfùiore del pe,zo non apparecaratterizzante ai fìni della suddivisioùe tipologìca; vedianÌo infaÌtì che I esenplare^ V x 2 (n. 2l) è privo del dìschcllo sxpedore. a diffcrcnza degli altrj esempl.ìriderivati dala fessa matrice. L'assenza del dischclto inlèriore non sembra cssere unacaratteristica peculiare di alcun lipo, ed înzi risulta docuÌnentala in csemplari derivàti da tutli i trototipi, traDìe in quclli derivati dal prototipo V']o.

Prcsc.tr /.,10r e capellì con ciocche inanellate dietro lc orecchie e laccoltÌ nclratlor a bende incrociale dal quale fuoriescono in ,ìlto e sul colÌo pìccolc ctucche-

L A l a l ( n r ! . 1 2 5 4 3 1 .taalerìi v.Íeres, Sarrùarìo dei Srssi Caduti, deposilo vorivo (C.C.).A.gillà j YR 7/3 (r,i't), Darice lres.a, cavo. Ìlnea di su1uru trà le dùe pattl rcalizzale

con matricc 'i sczione cororale" ben vìsibllc, lìn@ orizzonlali dell applicuione del dhchettoallerrenità $p., bàcce dì vemicc sú kulaîhor e sùÌ volbi h. cons. 9.3. O sùp. 6-6i privo

Bib. : CovfuLa 1986, pp.55 e 157. or .28 dD4i . cD4i : DE Lùca BRor i . r 1991, ! .76.

2. A I b | (in!. ó00ó) (4i8. I.Corchlano. I S. Aótùio, Lonba 4 IXIV) (C.C.).Argill! 5 YR 7/4 0,i"À), maÍjcc staì,ca, ca!o, llnea di sùtùra t.a le duÈ parti realìzza

re con mabice 'a sezlone coronale" ben vislbile, linc! onzTonnle dell applìcatone deldischetto aìl-estremità sup., privo del dischetto inl, ve.nice consenata sulÌa partÈ sìnlsúa delvoho ed in mnìima larLe sul reslo della sùpe.ficic: h. 13,i, O sup. 6,7. O picdc 5-9; ri-composto da va.ì liulmcùti.

B,bl: Coza Pasavr 1981, p. 310, bnb! 4. 73.

! DaìL marnce r ì'elemplG n. l, dalìa nxtnct b 8li csenplai m.2 e 3'' Per eli esenplùi dcnvad dxì Froripo Il si redmo ad esemÌri i ni. 8'9, per qùelli de.vali dxl

púróripo lll:i lcdnno esemtio i nn. l0 e l?. F.r quclli dedrati dal poúforipo lV si vcdano i m.t 8 1 9 .

ro cl, ÒrÒnpìdn pn del dirchero inleriorc appdc.gono al Crutìto A. pdoúpi I (nn 2 e 3), llrnn. J, 6 e 9), IlI (flr 10, 15 c l7), lv (m 18 19) ed al crq,pù c, protolipo I (ùr. 29 e l0)

3. A I br 1 (iùv. 1692) (.Fìsg. 5d 5b).FaLetii Veîer.s, Penm, toúbe 3 (OO<VII) e a (CXXVU) (C.C.).Argilla l0 ]R 611 (.\ìshr Jello\|ish ,/ou"l, natricc discrerù, pesaùti ftocchì à srec.a,

cavo. ììnea di sutura iru lc duc puti Èalizzate coù matri.e "r sezionc coronale" ben vìsibile, sùl lato posteriore lnÈa orizotrtalc dell'applicazione dcl dìt.heLto.lÌ'esÍentà strp, pnlodel dìschèLto inlì, vemicc conserlala r chiazzc sulla Pùte antetjorc ed in mimm. paÍe sùquelh lostedorei h. 11.3. O snp.7, O ìnL 6i restaumto con consolidante.

Bibl.ì Coz^. P^soui 1981. p. 149, tonba I (cxxvl) e 4 (CXXVIII),32.

D2

Prcsenta kalarhos e capelli ràccolti in un rdtt's bipafiro da unrì lìnea orizzonlrìle ìn duc psri delle stcsse dimensionii base modanata.

4 . 4 t r a 1 ( i t r v . 8 8 3 0 5 ) .Cìvitella San Paoìo- localià MonLe Verde, tomba vl (C.C.).Areìlla 5 ]R 716 (t?rlnish ylla\|), mdÍi.e stanca, cavo, linea dl sulùra ra le due pàrti

rèàlizzàte con malricc a sezione sàgnhle" ben vhibile, linee oîizzont!ìi dell appll.zione deldischetto all'esúemità sup., privo del discbctto int., vernice conser!àra per.mpi trattii h. 12,2,O sup 7,lj riconponibìle d! cinque ùamnenti, ptjvo di gran parte deÌ collo

5 . A I i a 2 ( i n v . 2 2 7 2 ) .fakrii Vetercs. CeÌle, tomba 26 (CXXXV) (V.G.).Argiila 7.5 YR 114 (!ínk), ma]útce dìscr€ta, .avo, ilnee otjzTonhlì dell'applicazÌone dci

dìscheui alle estremità sup. cd ìni. lemice conscNata per rnpi tatti: h. 11,9, O sùp 6.ó,O iùf. 5, O fon discheuo sup. ed inf. 0,4: leggemente fe$ùrato ai lad e sùlla p.Íc Postc

Bibì: co7zA. Pasau' l98l- p 1,11. toùùa 26 (CXXxv). 16.

6 . A l I a 3 ( i n v . 6 4 8 2 ) .Corchìano, II S. Antonìo, rofrba 22 (XXVll) (V C.).AJBilla 7.5 YR al6 (rcrLl^h !elbw), marrice sLdc., cavo, linea onzzontaÌe dcll appljca-

zio.e del discheito all estemità sup., prìvo del dÌscbeío int.. vernicc molto abúsaì h 12,3,O sup. 7,5. O lnl 5,5.

d :b r ' r o - . P . u , t l r p r 0 ì . . o ' Ld ' r i ,

7. A II a' I (in!. 1566) (Fiss. 8, 9a9b).Folerii Vderc!, Vahiùosa. tonb. 8 (Cxnl) (C.C.).Argìlla r0 YR ll4 (;-ery paL. r/,1"). mat|ice discreia. c.vo, liùca di su1ùra tra le dùe

parti rcalizzlte con maúlce "a sezione sagnhle" vlsibìlc, linee orizo.tali dcll alplìcazìonedei djscheri alle estÌemilì sup. ed iri. rd&or dioccato con decortoùe incisa su due rc91std (motivo ad onde, me.rdri). vcmice ber conservata: h. 10,2. O sup. 6.6. O iriì 4,8, Oforo dlschero inl 0,5.

Bìbl. Coza. Pasour 1981. t. 193. lonba 8 ICXIII). 12.

t

"sosrEc.*f'A TEsr^ FEMMINTT-E rN cERAMIca aRGENTATA t23

8 . A l I b 1 ( i r v . 6 5 6 8 ) .Corchìàno, Fosso del Poùtc dclle 'ravole, tomba 5 ()OIXI) (C.C.).AryÌlh 7.5 YR 7/4 lpihk), n rr,ce stdca, cavo, Ììnea dì sùLuù lra le dùe parti .ealiT-

zàLe ún úùrice'a sezione saeittaÌc' ben visibile, sliLtamento d€Ùa metà desra verso il bassobc! vlsibile ln conispondenza del naso. sottili titrcc orizzonlalì dèIl'rpplicùione dci dischel-Li rllè esftmnà strP. ed ìni, sullc superfici sup. ed int se8ni dì tomitu.a, lesgero iigonfiamento dcl dischctto sùp. dùranre Ìi cortur., vcmice ben conserara; h. 12.9. O su!. 6.:1. Oint 6, l r O totu d ischeto sup.0,9.

Bibl: Coza, Pasalr 1981, p 31t, tonba 5 (XxxÌ), 30.

9. A II c I (ìnv. 6613) (rifS. ód óò).Corchiùo, Foso del Pomè delle Tavole. tomba ó (xxxll) (C.C.).Argillà 5 YR 7/6 lrcddbh v av), ìnarnce dlsùeta, pesùn ritocchi a slocca. ca!o, linea

di sutùra Ía lc due pdti realizzàle con matdce a sczÌone coronalè" poco vlsibìle, linea onz-zoilùlÈ de]Ì'àpllicuion€ del disclDtto aÌl est.eniLà sup., rigonfiamcrto del discheLto sùp.dovuto alla cotùra, prilo del dircheLro hl., venice ben conseNatàr h. I2,5, O sùp. 6,8, Oin1. 5,2r 1èssurato sul collo.

Bibl.: Coza, Pasaùi 1981, p. ll8, bnba 6 (XXxÌl, 16ì DE LùCIA ERoLú 1991, p. 8?

Pra!c'r^ kalaîhot e capelli con ciocche inancllate dielro 1e orecchie r.ìccolti inun satkor bipartib (la linea orizzonlale lo suddivide in due padi, dellc quali lasuperiore è di dimensioni nettamentc n.ìggiori di quelle delh partc inferiore); base

10. A Ill a I (inv. ó309) (I/8. 1).Corchlaro. I S. Antonlo, romba 16 (xX0 (C.C.).A.gìlla 7.5 YR al6 (reùlish !e\ow), matrice dìscren, c.vo. liNa dÌ sutura tra le duè

pani rcalizzate cor lnlrice "a sezìone sagilt.le" p@o vìsibile e leggemente decentrata, s]ìtàmenb della metè dcsra veBo il ba$o, sula laÍe poseriore linea orizzontalc dell dpplica-zìotre del dischetto all'esLretuìrà sup.. pnvo del dischetto inf:, lemice úollo abras., úlpìarotu ànner i ta sul vo l to i h . 12,5, O sup.7-5, O in i .6 .4.

Bibl: Coza, Pasau i981, p. 294. lonba 16. i.

11. A III ar I (ìn!. 75904).N!rce, Coùada Morgi, tomba III (F.).Argilla 7.5 YR 616 lred.iish leUo\|), marrìce lresca. cavo, linca di sutu.a trù 1È due

tarti rcaÌizzatc con mabice "a seziùe sagittale" ben vìsibile e leggÈúente decetrtmla, slitr.me.ro della metà desira vcrso ìl basso- linee orìzzontaÌi dell applÌcazioùe dei discbèrìallc cstemitì sùp. ed ini, lemicè consèrvaia per ampi tfatti, trùcce dì lemìce rossa ener.str. sùlla crpigliatua; h. 12,1, O stp. lJ x 8. O ilf. 6,6 x ó,1. O iìtu sfiataLolodì\cheuo sup.0,2r O ibro sfirîatoio dìscleuo inf.0-,1; tdrrn,r leggermente schcggiato,lncroslazioni cal.arèe.

Bibl.: BaRNABÉr 1894, .oÌ 520.

t ) 4

12. A III ar 2 (it\. t15O) lFiss 2d 2b)FaLeìi Veîercr, Valsiarxa. tomba 3 (OaXlX) (C C')

Arsilld 7.5 YR ?/4 (Pirt), narìce starc.! cavo line! di suiura tru le due palti reiliz

zatc cÒ; mafice "a sezìone sagiÍale'ben visibìle. sliltamcnto della meià desra lerso

irsm, r.e uizn-url dell applic.ziore dei discheLti alle esÍemìlà sur' ed ìnf veúice

"".s"-"" p". ampi tratli: h 10,5. O sup. 8.1 x 7.6. O ini: ó'5 x 6'2: ìcsgermenre fessu-

ràLo. Drelolo foro al ù q.tlo de l orelchio dc{ros i o l . C J . . P . - / u 8 , r

' n l " ' Ò ' r L \ ' \ ' r

13. A lll b I (inv. 75903).Narce, Contrada Morg'. romba l[ (F )Argìlla l0 YR 7/6 ozrar), matrÌce discrcLa. cavo. liM dì sutu'a tú le due partì rcàlì-'z

,nr" .;; ntotl.. t *tìo* ,"gitÎde' difficiÌmcnre dlstingÙìbile lince oÎizzontali dell'appli

cziorc <lei,lisctrettl atte estre,iirà sur' e ìnl, Ìllee dì ttuscinanento dovÙte alla fimoTione

dal tomio sut discheno m1., I]Èr ampi lratti. h 12.9, Ó sùp 7 x 67 6

i,ri. 5.8 x 5,1; fessurato in vdì Pù![Bibl.: BaRN^B 189,1. .ol 520

1,1. A III b 2 (iN. 206s) (at8s /0a /0à)Fal.riì vereres. Valsilfosù. tomba 14 (CXXXII) (C c )A€illa 7.5 YR 7/4 ú'i,e), úàbicc ranca ca!o, linea dì sutura lra le dÙc ldrti rcaliT_

. . " . . : , " " , " . - . "ezro* rgrn '1. dr ' . i cnr ' o iJrng ' t ' r l r ' l i r r r ryr ' lu r r I te l l xDpl i

( J n r e a c r ó . c h e . r J l r e e . r e r i r r i ' P è o r ' \ q r r c P ! r . + a r l f e r m f r L r r r ' r l L u

suD.7.3 x ó.8. O ìnf.5,7 x 4.9ì fcssùrato in vùi punli'

B ib l , coza. Pasoùr 1981, p l98 búba 11lc l -xx l l ) ,6

15. A l l I c 1 ( inv. 6175?).ó*"r.1-" irl, 1l S. Aùtonio (l). toúba 2l (XvI) (?) (vG Mas'zzino Tomb' Marci'

coridoio d ingresso).Alsr l . ' . t 'R 'ò v r l , h r '1r" \ ) m.r ' - J \ re l1 ' " \u l inc" dr uur ' ' r r rP ou ' f Í i

. r ' . i ; . " " ' re r ' . \ r ' h ie a or ' lonur i del l dÓp L ' / r ' re dc l

dìschetto all'estremità sùp. privo del dìschctto nf, le'nìce conserlata sulla parLe desnì': h

13.1- Ó suD. 7 x 6,6. O Ìnlì 5.2 x 5,7' Ribl.: ioza. P^soùI 1981. p 302. romb! 2l (Xvl) oo (?)'

1ó. A l I cr 1 { i rv . 18357).Fat.rji va?res. Conhada Ponle Lepre, toúba v a camen (CC)

Aryilla l0 \'R 7/4 (te4' Pdl" ó/dtt), mtdce discretr, cavo linca di sÙtura ú' le dÙe paú

rerrizzie con nrt ice "r rcíore coronale poco visibilc sùl lalo po$enore lina onzzonrale

dcll àpplicùìone deì dischetto aÌl esLÉmilÀ sLìp linea onzbntale dell awljcazione dcl dischetto

alles;nità lnt poco visibiÌc, lernicc .lùncgsiala d! incrcsrúiofl càlc.M; h i3' O suP 6'6'

O inl. 4.9: O foí) dischcno $rp 0.4, O foro dishetto ìrf 0.4. con unà aletu latcrale

l ? . A l l l d I ( i r ! . 1 8 3 5 8 ) .F'aleii Vetefts. Contrùda Ponrè I4rè. torrbà V a caùcrù (C CJ'

Arsillà 7.5 YR 6/4 (liSh A/oun), rn$ìce stanca, cavo. lineà di sùLùra r'a le due pari

reafi,zate co" matricc à sezioùe sagiírìle'ben visibile slilLamello delÌa metà desha vcr$

"sosrEcNi A TEsrA FEMMTMLE IN cERAMIca ARGENTATA t 2 5

il basso. linea oiizzonrale dell'applicazione del dischem all €strefriîà sùp, Prilo del dischet_to Ìni, vemìce ben colservatar h. 13,6, 0 sùp. 7.,1. 0 lnt 5,7r sulla superficie suP taccedi bronzo do\ùre al conratto con un oggetto realizzalo ìn tale úaleflale.

Prcsenra kalaîh'rs, capelli con ciocche inanellate dietro Ìe orecchie tratîenurì da

un Jdltos bordaro inferiormente da due fasce, dal quale tuoriescono in basso delìepiccole ciocche: base modanata. Un esemplare ricavato da una malrice tratta da

questo prototipo mostÉ come aggiunta degli orecchini a boltone circolarc conpendenle coÌ1ico (n. 18).

18. A lv à I (inv. 6159) (Fis. 1/).Corchlano. Contrada Fratta. tomba XXVI (C.C.).tugilÌa l0 YR 116 úe oj|), fla]úr,.e sianca, cdvo. llnea di sutura tra le dùe larti realiz

zare con nat ice "a sezione cororale" ben vìsibiLe. linea onzzontaÌe deÌÌ'aPllicazlone deldischetto all estrernità sup., pneo del dischetto inî., iúpronte digitali presso I'apefu.a ini.lemice onogerea ma piuttosto.brasai h. 12,2, O sùp.5.5 x 5,7, O inî.4,4 x 4,7

19. A Iv b 1 (ùv. 18356) (?rt8s. Ja-.1ù).Falzùi VeLercs, Contrada Ponre Lep.e. tomba V a camera (C.C.).A.gilla 7.5 YR 611 llishî brc\|n). matrice discreta. ritocchi a stecca, c.vo, ljnea di sutu

ra tra Ìe due paîi realizzate con mat.jce a sezioúe sagjttaÌe" poco visÌbiÌe. dittanento dellimerì sitrÌstn veNo iÌ ba$o, linea orizzonlale dell alplicazione del dÌscbetto all'estremÌtà sup.,privo dei dischetro int, vemice ben consenàtat h. 13.3. O sup.6,6, O int Ói scheggiata laparte inf.. incrostazioni calcaree su1la sùperficìe sup. e sùlla pafe lostenore.

hesenta À.rat or, orecchini a bottone circolaÌè con pendente conico e capeli

con ciocche inanelate dieto le orecchie. raccolti in un krobJlos alla sommità della

nuca e Ìrattenuti da larga fascia bordata in alto ed in basso, dalla quale fiodesco'

no in alto e sul collo piccole ciocche.

2 0 . A V a 1 ( Ì n v . 2 0 0 8 ) .FaLetii veîeres, Cellè. ronba 3 (OCrO(v) (C.C.).ArgilÌa 7.5 YR 716 \red.Iish yllow). matîice dìscreta, ca!o. linea di sutura úa le due

parti realizzate con matîice "a sezione sagùtale'appena pefcepibile, llnea orÌzzontàle dell'applicazjone del dÌschetto all estremÌtà inf., presenza del discheÍo all estremitè sup non retr_ficabile a causa della peslna conserazione del pè22o. lerdce ben consen'ata; h. 12,2. Osup. E,3, O inî.5.ói in tre fiamenti, pnvo dl pafie del falatnos.

Bibl: Cozza, Pasau 1981. p ll1, tonbà 3 lCLtaXIv)- 4.

2 l . A V a 2 ( i n v . 6 4 8 3 ) .corchiano, If S. Antonio, tomba 22 (xxvtr) (V.G.).Argilla 7.5 YR 8/4 Oint). matrice stanca. cavo. linea oúzzoniale dell applicazione del

126

dischetro all'èstremitè i.f., lrivo deÌ dischetto sup., vèúice úolÌo abrasar h. 12.2. O sùp.7,8, O iDi 5.5.

B i \ ì . o 2 . . P . . o ' . ! \ p . r ì ì . o ' b d 2 2 . o o .

2 2 . A v a 3 ( i n v . 6 2 3 6 ) .corchiano, II vàuonc. tomba 15 (xvll) (c.c.).Argirra 5 YR 7/6 (redLlísh reUÒ||), nutice st nca. cavo. ljna di sutura tra Ie due parti

re.Lizzate con matrice a sczÌone sagiuale" appenà pereplbile, lin@ orizzotrtali dell'applicazìone dei dischetti all'eúemirà sùp. ed int appera percepibiÌÌ, lcmice conservaù ìn nrinimapafei 1r. 12,2. A sry.'73, A inf. 5,ó: rcslaurato dd duè iraúmenti e consolidalo. scheSÉa-

Bibl. Coz. Pasour 1981. p 269. ioùba 15 (xvn). dd e p. 270. ronìba 15 (X\.Il), 11.

- r . A V o ,1 f i r r . 62ì51 r I iÀ. / : \ .Corchiùo. ll Vallone, tomba 15 (Xvtl) (C.C.l.tugilla 5 YR 7/6 \red.rish JeIow). malrice stdca, cavo, linea di sutura t|a lc due pafi

realizzate con mdtrice 'a sezìone sagittale" appela lercepìbile. linee onzzantali dell'applica-none dei dìschetti àll'esftmità sup. ed int appena perepibili. vernice consenata ù minimaparÎeì h. 12, O sùp. 8. ó lnt O foro disclEuo sùp. 0,11 con due aletle lateralit reslaurìta

Bibl.: Coz\, P^saùr 1981, p. 269, 1Ònba 15 (xvll), dd c p. 270, tonba 15 (XVID, 11.

2 4 . A V a i 1 ( i n v . 3 6 8 9 ) .t'aleii Veîeres, Celle. ronba l7 (CXXXI) (C.C.).Argìlla 7.5 YR 7/4 (?,nr), matrice discreta, pesanli rilocchì a fecca, cavo. linea di sùrù-

ra lra le due palri rcalizzate con nabice "a sezione sagittale" appena percepibìle, linee oriz-zoltdi dell'.pplicúione dei discheui aÌle estlemità sup. ed inf. appena percepibilì. verniceconseNatd ìn minima pùre; h. 10, 0 $p. 7, O ini 5,E: priva di cjrc! merlà .Iel kalaîhos,incrostuionÌ calcdee sulla pafe poste.io.e.

Bibl.: Coza, P^saur 1981, p. 132, lonu l? (Cxxxl. 19

25. Avb 1( inv. 18359) (F ise. |a- |bIFal.rìí Vetetes, Contrada Ponle Lepre. tomb. V a cmcm (C.C.).Agilla 7.5 lR 616 lr.ddish v o||), maLricè disùeta, cavo. lnea di sltua ira le dùe

pafi reallzzate con matrice "a sezione sagìftale appena pe.cepibile e leggemenrè d4entrà-ta, linea orizzontale dell appucazione del discheuo all'estremità lnt. segni spiralifonni dowti alla romiLura. vemÌce consenata a chiùzej h. coùs. 10,4, O sup. 6.2, g inf. 5.9 A tuadischetto inf. 0.11 cor duè aleLLe la1èm1ij privo della pùte sù!. tatturata lungo un piaDo

GRI]PPO B

Testa femminile coî, kalathos o pdlor. capelli con boccoli raccolti nel raftior.Dei tre esenplri afferenti al gnippo B nessuno risulla privo del dischetto infe

riore. Fa palte del G.uppo B l'escnplare B I b I (n. 28) che, ìnsieme al'esem-

l.

"sosrEGM" a rEsra IEMMINILE rN CERAMICA ARGENTATA

plare A V a 2 (n. 2l). è l'unico tra i trenta "sostegni" pervenutici ad essere privo

del dischetLo superiore. Appartengono al úuppo B tle eseÌnplari (nn. 26-28)

Presenta ldla*os o polos, capelli con boccoli raccolti in un piccolo tror)loralla sonmità de1la nuca e lraltenuti da larga fascia bordata in alto ed in basso.

26. B I a I (irv. 18360) (Fìss. l3a l3b).[alerii veÍeres, Contrada Ponte Lepre. romba V a camera (C.C.).Argllla 7.5 YR 714 (!ink), naú.e stanca. crìvo, lìnea di sùtura ía le due parti realiz_

zate con maùice a sezione sagittale" alpena percelibile, presenza del dischetlo all'esbemitàsùp. non veîif,cabile a caùsa deLla pesima conser.zione del Pezzo, [nea orizzortaledell'dlplicazione del dischetto i.J., vemice abiasa: h. 11,5, 0 sup.6,6, O inî.6,1: restauratoda ftmúend, privo deua p.re sup. del kdldtÀar.

2 7 . B I a t 1 ( i n v . ó 4 1 1 ) .CorchÌano, Aggiùlta aÌ lI Vallone, lomba 22 ()O(V) (v.C.).Argilla 7.5 YR 714 (pink), úaúice stùca, cavo. linee orizzontali dell'appliczione dei

discletti sup. ed inf. alpcra percepibili, segni di lomilùra sulla superficle ini, tracco di vemice nolto abrasa sùlla parte posteriore: h. 10, O sup. 6, O int 5,4.

Bibl.: cozz^. P^sQUr 1931. p. 275, tonba 22 (XX9.48.

28. B I b I (ìn!. 2160) (FiE. t4).Fakii vetercs, Celle, tomba 6 (CLXXVIII) (C.C.).Argillà 5 YR 616 Geddish te aw), mtrice starca. caro, litrea di sutua tra le dùe paftì

realizale con natice "a sezione sagitlaÌe alpena percepibiÌe. linea orlzzonîale deÌl'appLicr_zione del dischèlto àll'estreúita ìnf. appera percepjbìle, privo deÌ dischetto sùp., vemiceconseNata a chiuzer h. 11,3. O sup. 1,5, @ Àf. 6. piccolo foro accanto aÌÌ'occhio sinistrc,labbro sup. scheggialo in dùe punti.

Bibl.: cóz^, P^sQùÌ 1931. p. ll5. lomba ó (CXXXvm), l2i DE Lùch BRoLù 1991. p 63 e

GRIJPPO C

Testa femminile con kalathos. capelli con acconciatura "a melone" raccolti nel

Afferiscono al Gnppo C due esemplari (nn. 29 e 30) ricavati da due matrici,una "a sezione sagiftale" ed una "a sezjone coronale". ratte dallo stesso prototipo.

Presenta Àalafior. capelli ripafiti da scriminatura centrale in due bande di cioc-che disposte orìzzontalmente ed inanellati dietro le orecchie, raccolti in un rdÀtosbipartito (diviso da una linea orizzontaÌe in due parti delle stesse dimeNioni) Un

t27

r28

esempÌare ricavato da un marrice tratta da questo prototipo presenta come aggun-ta orecchinì a botlone circolùe con pendente conico (n. 29).

2 9 . C I a 1 ( i n v . 6 6 1 2 ) .Corchiaro. Fosso del Ponte delle Tavole, romba 6 (LXXll) (C.C.).A.gilla 7.5 YR 6/ó (reddisl )cllav). narice starca, cavo. Linea di sutuia 1ra le due pafi

rcalizzate con mtîice "a sezione sreittale" ben vjsibiÌe, linea orizzontale dell'applicazione deìdischeúo all'eslremjtà s!p., privo del dischetto inf., vemice ben conservatar h. 11,8, O sup.6.6. O ìnl 5i scheggiata nella pafe ini

Bibl.: Coza, Pasaú 1981, p.318, ronba 6 (xxxll). l6t DE Luch BRoLLi 1991, p,87.

30. C I b i (inv. 6117) \FiBs. 15, Í6a-16b).Corchiàno, ContinuuÌore tr CalrÌgliano, îomba 28 (XV) (C.C.).ArgÌlla 7.5 YR 8/4 (/Dt), natrice srmca, cavo, linea di suturà trt le due pdîi realiz-

zate con maî.ice "a sezione cororale" ben visibile. ijnea orizzontale delÌ'applicazione del dìschetto all esúeúltà sùp. appena percepibile. privo deÌ djschetto inî., vemice úolto àbraraìh. 12.1. O sup. ó,3, ó int 5.7i fesurazjone sul colÌo, scheggìatùra sulla merà sinÌstra deÌ

Bibl.: Cóza, Pasau 1981, p.24,1, tonba 28 (xv).63: DE LUCIA BRoLLI i991, p.87.

LAURA Ar4BRosrNI

5. Caruft.tisîíche iconogrartche e rapporti con úlîrc pnrduzioni

La singolarità e la specificità di questi reperti, messe in luce dal'analisi tecnicae iipologica, impongono una ricerca pardcolarmente attenta dei nodelli ìconograficiche possano aveme ispirato la reaÌizzazione. Nel'inÍaFendere tale indagine, è dunqueoppoÍÙno prendere le nosse da quei fattori che conséntano da un laro di rìntraccia-re eventuali agganci con goduzioni differenti. daÌl'altro di individuare le paficolaritàche contraddistinguono questi oggetti rispetto ad alte consimiti elaborazioni.

11 primo elemenio da pone in evidenza è l'esistelìza di vistose affinità che acco-munano queste tenecoue a rcalizzazioni aff€renti a settori afiigianali diversi. qualiquello della produ/ one \ascolare reraîica e metal icr. E bene 'offemar.i .u laleaspetto. da1 momenÌo che questi nessi con il campo vascolare costiluiscono forse ilprincipale motivo di interesse e la peculiarità che maggiormente contaddisringle edisola i nostri esernplari da alfre produzioni fittili - colne le terrecotle votivenell'ambito dele quali è tuttavia senza dubbio possibile istituire confronti. L'anaÌìsie l'orgrnizzazione tipologica di questi "sostegni" a testa femminile ha reso infattipossìbìle riscontrare una cospìcua serie di anaÌogie mofologiche ed iconografiche conun gruppo di oinochoaí plasrlche falische, delle quali essi condividono nel deltaglionon solo taluni aspetti srrutturali. i ca|areri ellenizzanti dei lineamenri del volio edil tipo di acconciatura dei capelli, Ina, in alcuni casi, anche le matrici. Tali vasiplastici. asc.ivìbi1i, in base ,lla decoràzione figuata sulla spalla e sul collo, al Grup

t

"sosrEGM" a rEsra FEMMINILE tN cERAMIca aRGENTATA 129

po Fluido del Bearley'?r, prcsentano il corpo conîiguraro a îesta femminile generulmente rivestita dì vemice nera, poggìante su una base modanata posla a conclx_sione del piede del vaso, che si identifica con il col1o del1a figura. Il prlrr e ill<tLdthos, che nei 'tosregni" in ceramica argentata coronrno la sommilà del capo,sono qui soslituilì dala spaìla, sulla quale si innesta I'attacco inferiore dell'ansa anaslro, di ula oirocroe di fonna VIf, mostrando come 1è pafe superiore dello stam-po potesse essere modificata ed adattata in funzione dell'esito desiderato dall'afigiano. Non semha invece subire varìazìoni la base di appoggio modanata, la cuipfesenza nel1e terlecotÌe qui Fese in esame costituìsce un ulteriore indizio a favoredel l ipuf. i d( l l dJorione di . rampi propr d e'en plaf l cemmic ) oiuno.ro cne al lerenti alla plastìca vodva. Moho significativo, e ricco di inplicazioni, è i1 fatto chele matricì utìlizzate per la deazione di deteminate orrdcroai risultino essere staterdoratc pcr rcalizzare alcuni dei nosrri repeni. L'uso della stessa matrice impìegataper i "sostegni" del tipo A I (Figg. 5a 5b, , è inîalti atteslato con certezza per duedirocrrdi. una delle quali è slata invenuta in una tomba della necropoli de I Cappuc-cini di One'?r (Fige. 17a-17b), mente per l'altra, conse aÌa al Peti! Palais di PaÌi-gì'?4, nor è indicato aicun dèto di provenienza; entranìbi g1i esemplffi preseniano.come unica varianlc, I'aggiunta di orecchini discoidali con bottone centrale ". Unfenomeno analogo si verifica a proposito del nostro lipo A II (Fiqg. 6a-6b, 8, 9a'9à), che può esserc messo in relazione con \nà oinochoe falisca da Vulci "i è tutta-via da rilevslc come. in quesro caso, si debba paÌlare solo della derivazione dallostesso ploiolipo, dal momento che alcune semplificazioni dscontrabili nel Ììpo di pettinatura dei "sostegni" in ceramica argentàla disposizione piìr corsiva delle bandedi capclli. riduzione dei riccioli laterali rinviano a mairici leggemlente differentirispetto a quelle utilizzatc per la realizzazione delle ainochaai. Semplificazìoni ancor

2t BE^ZLE\ '1941. pp. 156 l5t, nn. 24; CoMELL^ 1986. p 55, Dr l. Lè ,;",.r,4, plastiche diqueso lipo sono inseiite dx v. JoÌiv€r ncl Gruplo di Baùaranor JoLrvEr Ì982, pp. 104 105, .. 30sùlla do.orxztunè omamenble di qùesti v6i (decotuzione dcl lilo e8e-and da.r n.lrÒ ncorerre sùllaceanica lalisca a firrF rossel. si veda Rns 1981. p. 54

1 Si pùò notare iltatti la pFsenza cosknte di rale bde di appossìo noddaa si^ in oinÒchÒaiplastiche lalische (NARDI 1930. pp 264 265, lav. CCXXXÌII irse. | 2). .hè À heaA-kaúharai tùqúidesi (HaRARr i930, pp. ?l ?2. ravv. LIÌILv).

2r Al Museo GEsoimo EÍnsco. inv. 18250: NaRDr 1980, pp.26,l-2ó5, tav. Cc)fiXn, ngg. l_2 = TREND^LL 1953, p. 255, Z 121, F,E.29 a = ALB\zz^î\ 1920, p 231, fig. 10, darara alla fine del

v cvA Pdit Pdtdú, pr. 42, 6 ? = BEAZLEY 19,17, pp. 156-151, n. 3.:5 Sus! or4chiri discoidali. nolrÒ difiui a púiE dalla secónda netà del ÌV sec. !.C. e gÈrè

ml.Enrc dorari di pcrderri di varìe fome, s\ rèd^ Otu .legli Etruschi, p 66 sgeL CvA Petit Polan, i. 42,3-5 = aEMEy 19,1t, lp. 156 157. n. 2i corisponde al lipÒ 2l o in

Rns 198Ì, pl. ll. ed al ripo IXj e in CoMELL^ 1986, !.210. La datzjonè púpora ler qùero esenplrtu è l! second! metì del ÌV sec. a.C

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Fig. 8. CwrrA CAsrEu-aNA (VT). Museo Archeologico dell'Agrc Falisco. "soslegno" n. 7:(disegno L. M. Michetli).

r32

più accenruare si osservano $ rrna oinochoe di prcvenienza ignota conservata aChicago'?r, che Fesenta anch'essa la vafiante degli orecchini e che potrebbe esserericondotla a1 nedesimo model1o, pur mostrando la derivazione da unà natrice Ìnoltostanca. kobabilmente riconducibili ad uno slesso protdipo sono ìnoltle alcum esem-plari afferenii al norro tipo A IIl'?3 (-Eigg. ], 2d'2b, l)a-l\b) ed,r1a oi achoeplastica falisca a bocca ldlobata rinvenuta a Vulci 2e, che nostm ancorà una loltal aggiunra deglì orecchjni discoidali a rosetta con bottone centrale.

Accanio alla circolazione di matdci tra la ceramica confìgurata ed i "sostegnì"a testa femminile. nell'area falisca è Dossibile anche verificafe l'csilenza di iorti

Figg. 9a-9b. CIvrrA CaSTELLANA (vT). Musèo Archeoloeìco dcll AEro Fàl,sco. sostegnÒ"n. 7 (foro L. Aúbrosinl).

rr DE PUMA 198ó, pp.8681, pl 36 ac. darara ana nne deL IV sec. a.C ed inscnh i| un gruppo eteNgeneo di matenal sporxdici .

:! Clr. in pdti.ÒlaE il n. 14 dèì càrrlogo:' PRoEnr 1980, p 63. m 66-67. prveniente dalì der dcna ciftà e daÌal, alla fine del lv sec a.C.

"sosrEcM" a rESTA FEÀfluDtILE IN cERAMrca aRGENTATA 1 3 3

ro Coì-oNNA 1992. pp lol 1l3i CRrsroFANr, CoEN 1991-92.

Figg. l0a-10b. CIVITA CasrEr-LANA (VT). Museo ArcheoÌogico dell'Agro Faljsco, 'tostegno' n. 14 (foto L. Aúbrosinì).

contatù tra queste produzìoni e l'ambilo della coroplastica tempÌaÌe: prova eviden-te di tali relazioni può essere ad esemplo considerato 11 busto di dea, forse da inter-Fetare come Hera, facente parte. assieme ad Athena ed a1 famoso "Zeus". ad unnotevolissimo complesso di altorilievi frcnronali, valorizzato da recenti studi 30, peilinente ad un fempio ubicato sul pianoro dello Scasato a Falerii Veîercs. Iî, patrlco-laft, è lnolto interessànte riscontrare consìderevoli analogie con i ripì A I e A II(Fígg. 5a-5b, 7; 6a-6b, 8, 9d 9b) a proposilo della resa dei grandi occhi spalanca-ti con palpebre nettamente pronunciale, del naso dìritio e affilato, del collo conpiega orizzontale, deÌle labbra aueggiate in un'espressione quèsì imbroncìata. Talisomiglianze sono da ìmputare ad una comunanza di mode11i. di matrice certamenteattica, che hanno dato I'awio ad una tradizione stilistica che vede affiancarsi aÈli

134 LAURA MARLA MICHETTT

splendidi aÌtorilievi dello ScasaÌo te oi ochoai plasri.,he en i prjmj ..sostegni'. a restafemminile, realizzazioni pìù modeste e probabitmenre più attardare, ma s;za dubbioafferenti alio stesso filone ìconografico.

Sebbene non sia possibile dscontrare, al {:li fuori dell.agro fatisco, un.analogacircolazione di mallici, caftlteristiche iconogaîìche e strunurati motro simili sj oss;\ano nerle proromi_ femmrn t i di un piccoo nJcteo di hpad.Aanrhani EÉîi la lrrúnn\enuro a Cl iùsi ) : pedioen|| at .c-uppo delh ghir tanJr d.ede,! . , que,d \aclpresenlano alcufl pinicolff der,d decorJ,/rone omumenlale che rinr dno ;str rnbir i ,arquiniese \ulcef le - baccettJrure -a.rrcmJre Upichc det . tunnet rJroup.. e d, i\o.- meandro e hatdrcp \arc pd,r, m {HAtuAîl Iq80. pD. 17ì. tTor In que,r ivasi, datati nel penuftino decennio del IV secolo a.C., i volti fenminjti richiama_no r nosiri esemplari sia nei cararieri ,.classici,'dei lineamentj, sia ne a resa rlellacapigliatuIa con scriminaaura centrale e ciocche ondulale e Dara ele.

Alle nolevoli analogie ino,v;duabitr cor podu/rotu tati.cne ed enìr,clre di cera-Íuc,i conÎgr,rata. \Jnno dggrunti gti súefli rupp^rj coo t.rJnbno va,cohc me|2ltico.cu, nmanda In moJo palese h remice

"rgenrétd che ricoFe luld gt e,cîptari '

La Fesenza di tale rivesrimenro. che cannerizza te imitazioni fiftiÌi di vasi r;akzati_.rn bronzo o in metalli preziosi. ci induce a cercare eventuati paralieli proprioal'intemo della produzione vascoìare me|atlica. Sebbene non sia agevore Ga;careconJlonli punluaii iî smbito eúll5co-iÉJicÒ. e rundr d po..ibrte. a re.rimonianur dj rnaprobabile derivazione dei .,soslegni'. in ceramica argentata da prototipi metatLicj,nntraccmre talune analogie, inerenti principalmeùte i caftnerj strufturati, con ainochodiplastiche della fine del V e degli inizi det IV secolo a.C.33; è opportuno osservarc.inol tre. che la dpo'ogia deJ: re\ la teîr î in i le. ucrL.a que.Lr \otrd ru ne contel i lore p( j'onar, ,e profunzle..onunuerd rd a\ere fonuna ancfe in epocd,r. ."* , , , r . .orr i .d-lno'îaro & und \a\rd .erie dr bal,rmJri oron/c .rudjaù Ja r Harnr,,,.

I na \olra evidenziarr i ,apponr con te produ,, ioni toca,r, , , ,ébi t i net senore cenrroitaìico, è necessario all gare to sguardo agìi ambiti greco e magnogeco se si vuotetentare di indìviduare i modelÌi iconografici cui sembmno doversi riconduÍe qli

" lleRi 1980. pp. 172 l?3, law Lm Lv, m. r?r5. Un esenpt úe notro sinile, póreniente pr.pdoda T{qùinia (1onòà 502.1 det Foldo scahetrni). è in CavacN*o vaNoM, SERR^ RDGwÀy 1989. ó.80 . r . -5ep l l Ing f le r . . ' " t , h .ad .ú t tu .a t & t I !óF arb ,ú : B , . , , s u r r - 0i2 Un uso analoso dèì nr€stinemo della sùp€rijcìe con lmii€ dì netato !È?ìoso ; aftcdato pùalcùnt

.heaà-ko.îhatui del Ctuppo Cfurrm. ricoperti di ùna pèlticola anrcaj HaFN 1930, p. lrs." DÈ Iù,DER 191s, p. 132. pÌ. rO4, I 2956: HayB 1985. p 3Ol]. n 149 (,120-390 aC.).re HanÈs 1959i E$. t985, pp.3t9320, m. t9l-194r tIùs i975, !. 120. pl.53: ADN 1984.

pp. 38-40, !n. 4042. Sebbene deErÌnn,G cdatensd.he jconograJì.hè ú púicoìde la Deninjrúa ,,a' ! q ú a . t u r . ' e . e ' Ò r ù n 1 d 1 o r o , . È a e t k . n r . d J o d r v . o . . , n i k d , , l _

Haynes per questo ripo di b.uciaprotuni (nne Ìjt-rr sèc a.C.) seùòra viziata da ùn-eccessjva ùcndemanbsss$rar si veda, a qucro prolosnÒ, BINCR 1991, pp 777-?78,

iI

'sosrEGM" A rFrsra r.riMMrNtLE IN cERAMlca ARGENTATA 135

esenplari falisci. La difficoltà, à giudicare dai dati altualmente a dìsposizione. dirintracciare al di fuori dell agro falisco classi di oggeuj Lipologicamente e struttu-ralmente affini ai "soslegÌi" in ceramica argen!àrr. non preclude ìn1àuì la possibì-lilà di reperire. nella sfèra delln co.oplastica greca, i modelli iconogralicì ed i fatto-ri stilistici chc hanno in larga mìsura ispirato la resa formale dellà produzioncfalisca. I tratli decìsmcnle "classjci" dei volto clìratterizzato da arcaÌe sopracci-liai ben pronunciate, palpcbre pesaùti, occhi rllungati, naso dìritÌo e sottile. labbraturgide c appena dischiuse, mcnto ,Ìrotondato così come l espressione serena. latipica acconciatura coù capelli spaÍiti al centro ìn bande ondulaLc c r.ìcchiusi posleriormente nei sd*f,r, la presenza del polor più o mcno allo o del taldl?os, sonoiutti clementi che rinviano àll'ambicntc ùtislico greco del tardo V sec. a.C. e deiprÌmì decenni dcl IV e che tovano la loro pìùr compiuta manifestdTion€ nclb slilcdi Pnssilele. Tali aspeuj caratierizzàno del resto una vala serie di terrecotÌe greche- bufi. teste. maschere rappresenlanti una dìvinilà femnìnile con polos, general-mente idcntificata con Demellr r5. Le analogie. in alcuni casi anche molto slringenrì, riscontabili tfa quesrì manufàtti ed ì repefi falìsci rappresentano un inrportante indizio dell'inrenso afflusso in quesr'area dell'Italia ctnlrale di crnoni e marrici

Fovenicnti dalla Grecia. Che tale Jllusso debbr essefe interprelaio non solo coneun fènomeno di trasmissione dircra dalla crecia propria, ma soprattutto conìe l esitodell'iniemediazione dci centrì iralioti e sicelioti. è provato dài numcrosi e puntualì confronti che è possìbile indicare in quesLc àrcc. Certrmente da connettere alrepeÍono bmatico della coropl{stica siccliotà e magnogreca è innanzilulto il trpodella resia fenninile con pol.,s schiacciato, che, estemamente diffuso ed attestatodall'età arcaica fino al III sec. a.C.. è riferibile alla categoia dcll.ì Dcmclrl di tìposiceliotà 16. Alla stessa calcgoria si rifà del .cslo una serie di busti e teste fiftili

rj Tn i coúonti piiL tLntuali, ò da redone um cospioa seú di tetrecolÉ dr Olini,: RourNsoNÌ931, pF 8992, pl 48, n.409 {grande buro di Alr.dnè ó Dèrì.t . ùìr V nrizi lV sec ac.)iRoBrNsoN 1933. p. 33- pl. 13, n 93 (rcra lcnninilc cor airo palaJ, V sa a. C.: nolio sinìle alnosh rilo A l), p. 14, pl. 13. rn 98 tesr! remminilè. v sè. ac.) c 99 (rcfa lemmÌnilc. v sec. a.c:sinile al tipo A IV), p. 3t- pl 14. n. 122 (piccola tesra ferùnniLe, inizi del IV sec. r.C.: nollo sinilc al tipo A ll)r si veda anchc ld resa mdoga dì alcuni dethgìi in RoBrNsoN 1931, p.42. pl 2.1 n.266 (malcheE fenninil., v sec. aC.), p.,1.1. pl.25, n 216 (esla fenninìle. v sec. rc.) cd inRoBNso\ l9:r3. pp 27 28, pl. ll. nn. 60 c 65 (tiàùrcnri dì nìasche€ feruinili, V s4. a.C.), p. 40,pl 15, n. 139 (bùso tenmi.ile, forsc pcfinerte r DeneÌrai v sec. a.C.). Altre analosie Elarive !i lineamenn dcÌ r.l1o !i nscontrdD $r aìcune figurine 611iìi dr Ldúrai C^ssrv^îs 1933. pp..17-49, pl.xlv. nn. 5 e 25, pl. xv, n ,11 (ùizi del ÌV s4. a.C). Per le affinrà con le opeE di Pfu*iLcle. siveda mchc DFrlayE C,sN 1969, m. 392 394, tì. I, n I

" BoNcú JovÌ\o 1965- pp. 26, 3l-12, raw. Vr. 4 (tipo B V a l) e Vn- 2 (ril)o B vll I r)lLBRTNT 1930. p. 230, llv Crx. n. 1039 (rìnÒ dèì v scc. a.c.): ÀI^RCóNÌ 1933, p 65, rN. xrv inallo (ùlrimo quafio del V sù. a.C.). Per lùso dei polrJ in quanlo a|tibub di divinnà l.rriniìi, sivedaro CHESîERM^\ 197.1, p.20, fie.5, c C^ssrM.urs 1988, !.45.

1 3 6 LAURA MARIA MICHETII

che mostrano considerevoli somiglianze con gli esemplad dell'agro falisco. relativaÌneùte ai tratti del vollo ed all'acconciatura dei capelli ''.

Rappresenta un'ulteriore e ancor piùr significaliva conferma al fondamentale ruolodi nediazione svolto dal centri dell'Italia neridionaie la grande fortuna di cui godela tipologia dei vasi configùali a testa femminile nelle aÌee apula e campana,specìalmenle a pafiire dalla seconda metà del IV secolo a.C. In questo ambÌio tellÌ-toriale è idatti possibile rintracciare nurÌerosi confronri che mostrano chiaramentenole\ol i con.onJn/e rconograf iche e ' r i l i { r . fe '" con i no.rn 'epeni dei qr: l qono

condivise anche importanti caiatteristiche morfologiche come la base modanara. TaIiaffinità divengono indizio della probabile circolazione di marici tra il mondo italio-ta e que1lo falisco quaÌora sì confrontino Elcuni vasì plastici apuli conse$ati nelMuseo Archeologico di Bari con i "sostegni" affercnti lrl nosÍo tipo A w " (Fi8sJd-Jà, Jl): estremamente simile appare ìnfatti in queste teste femninili la resa degliocchi - inîossati ed estemamente inclinati verso ì1 basso della bocca - delimita-ta da pieghe rìvo1Ìe in direzìone del mento - dei capelli irattenutì posteriormente da una leniai a1lo stesso modo. alrre oinocho.ti del medesimo gruppo sonoconfrontabili con gli esemplaÌi faÌisci del tipo A IIru (rigg. 6a6b, 8, 9a'9b). SiÍn'li legami, se da un lato evìdenziano come il guslo per la creazione di vasi plasti-ci sia peculiare tanto delle boueghe etrusco-falische quanto di quele italiote,dall'altro segnalano I'ispirazione, da parte degli artigisni aitivi in entr.mbe le aree,a mode[i comuni individuabili nei DrototiDi attici+'.

37 PúcLrEsE CaI@ELú 1988, p. 136. fig8. 205 206 (rèstc lirtif di Demeta dal sùruùio dedi

cato alla dq ad seraclea, ùìtino quùto del V sec. a.C.)i BLL 1981, pp. 139110, pl 26, m 103a el05i PacE 1938, pp. 8i 94, fiss. 8G90i Brsr 1968, p. .12, figg l 2 Pei la du@ta deì riPÒ úch. .llr

fine del w e nel ú sao1o, si vedano sli eÈrpi in OùAMNI 195t. ! 68. &v XXl(Iv, 1, e ID1960, !. 62, úw. xv. 2 e Xvr, 1.

rB Tn i nùreDsi vasi plasiici dell ltalix nendionale pmsonabili. d,ì pùnb di visra iconosÉfico,ai \o$egnì- laris.i, si ledano in pariicÒlde: CIA Cap."hasue, Musée Nationdl, t\t D, pr' 21o, rà'tb(,tn,.Àd. da Bùi); CvA Peîit Palax, pl. 13,13 l.iho.hodì apule)i R(caRDr 1980. pp. 1315, tarv.lvv, nn. 7 10 (oo".ndi dpule)i Rlc.aRDI 1981, pp.20320t. ra!. LL{. l-.1, tav. Lx l_2. ùv! Lx.

3-.1 e LXL I-2, rav. LXll. l-2: HaEs 1984, pp, 11o-r'7r, t.217 (kbd,r da Agigerto): GI@o,zrRREna 1964, p. ?l (balslmdi d.ll aúa a sud del tempio di zcus Olimpico ad Asrlgènto): cv|1

sr,fsalr 1, pl. ó9, 1 2 (lerrth.r da Capùa); CvA capua 1,ll R, p 14 (LktrhÒi da Neapoìis)r CtAFiesÒle, CÒllè.iÒnè cÒaanini 2, pr. 35, 1-4 e Cv,4 Petit Palais, pl. ,13, 1 3 (leb,n i apùÌe)r ArBz_

zAT 7920, p.221, lr1.6. | (kÌnîhotus d! Rù!o): SIG1]Iì]uNN 196ó. pp. 63_64, taw 1ó3, i65(kz,rfrar,r .la RùvÒ)t vaN D* WTELEN v^N OwmEN, p, 176, n. 2, fiss. 5-6.

r'! tucGùi 1981, pp. 203-20,1, tav. Llx. 3 4 e tav. LX. 1 2.'L'Rr.caRDr 1981, lp. 205 206, ra!v. Lx. 3-,1, lxl. I2 c 3-4.at Alcuni di questi nodelf sono dntúciabiìl ùa Cli esenpldi afieÉnti ai C{ppi T e W della cla$

sificazione lipologicr del Bculey: BEMEY 1929, pp 71.7,1 (na cfr. ùche p. 46. lig. 3; p 54, fi8

6; p 6t. lìs. i8). Si veda inolte RrcqrER 196?. pp. 10?109, nn 37 6? Per i vasi plótìci àtici delIV secolo: HlccNs 1959, pl. 33. 1701t TRrJl@ LyRì%d 1969, llJ 23 25r REED* wLLNs l9?8.

I

z4r zè'

\-l

I I. CrvnA CaSTELLANA (VT)- Museo Archcologico delt'Ago Falisco. Sostegno" ! 18

(disogno L. M. Mich€ui).

t 3 8 L URA MARIA MICT1FTTI

Tali prototìpi, agevolmenre idenrificabili alf intcnro dell afigianalo lìÌtile. vanno

ícercàti parallelamente nel càmpo della produzione vascolare metl lica di ambiLo

greco, poiché. come si è visto, talùni impolanti elemenli che carafierizzxno i "soste

gùi" falisci in pnno luogo la presenza della vemicc" argentata rinviano espli-

ciÌamenÌe alla slèra dei vasi metallici. ll confronlo pìù punturle ò rappresentato dai

tre rÀltd plastici aurei faccnti pafe del noto 'tesoro" rinvenuio a Panrgiuriste, in

Trdcia a':: ntenuti iùizialrncnte opera di ùn maestro gre.o (SvoBoDA, CoNcEv 1956,p. 141), sono stati più di recente altribuiti ad un dîeliet locale .ìitìvo nella secon-

da melà del lV secolo ed inierprctatì come r.ìppresentazbnì di Athena, Hera ed

Airodite (KoLEv 1980, pp. 213-215). Le tcsle femminilì che fungono da supporto

ai rhtta mostrano notcvoli punti dì contxlto con le tenccotte falische del gruppo A

relativamente ai lineamenti del vollo e alÌa resa della pettinatùft con capelli spar

titi iD due bande ondulatc c raccolti posteriormenie in un ra*ldr che si presenla

decorato. così comc lo è qùello del "sosLcgno" i. 7 (Fisí. 8, 9d 9r): se dùnque le

sospicuc consonrnzc ljlisliche denotano certamentc l'isptazione alkr stesso model-

lo ìconogafico, íl làtto di verific,rc la presenza di tali caralte.istichefatro nìetàllico di probabìle fallurl greca moslra cone sia legittino istituirc raffron

ti anche con qucsto seltore dell aÍigìanaLo vascolare.

6. Consideruziani sulla fun bne e suLla destinazione

Se relativamente chiaro appare il quadro dei proiolpi iconoFafici e dei nessi

con altre produzìoni, di difficilc conprenstunc è inve.e il signìfìcato funzionàlc di

queste testìne definite "soslegd" nelle descrìzioni dcgli scavatori orocenteschi-

Nell'assenza, per quanto ci è noto, di manufalti rinvenuti al di fuori dell'àgro fàli-

sco puntualmente confrontabili, relativamente d caratteri tipologici e tunznD.ìli, con

ircpcrti qu; coùsidcrati, occore prendcre irnanzitutto in esame idrÍi tecnici per

lentare di individuame I'odginaria ulilizzazione.Realizzati iramite la sutura di dxe stampi. i "sostegnì" in ceramica drgenlata.

come si è visto ne1 paragrafo 3. non prcscnLano un'univoca soluzrone pcr quanlo

riguardr I'esecuzione della faccia supcriore del poltr o del fdldt or e della super-

ficie di appoggio ar. Sebbene infùlti sia possìbilc indivìduare due gr ppi leggenÌente

Tr. Ìc esccuzioni cle posono aver isúab gli xfiisiùi rali$'. cfr. in Panicoìarc: RoBNsoN 1931, p.

41 , p l 24 .n 267, lD 1933. p .97 , p1 . ,18 , n . 185; cvA ar t rdù Mu:euù l l l , 1 . , l l 37 .54_5b1 cvA

Petn Palais. pl. 3r, 4-5]': SvosoDA. CoN(:Hv 1956. pp. 138 140, laf. xlt.xvi Kor.Fv 1930, pp 20t 203. ii8g 3_5, or

rr Pú il tipo di lxloraziore dei dilchelti supctior ed inrenorc e sulla presenà/a$enza di lori su

ciascuno desli esenplari, sì rimanlla il !ùagnfo 3

II

"SOSTDCNi' A TESTT\ FEMMINILE IN CERAMICA ARGENTATA 139

più runcrosi dcgli altri. vale a dire gli esenphd con la supedìcìe inferiore apefta e que1li interamente chiusi, Làlc risultato non altera il dato di totalc disomogencità di rattamento delle due facce, cuì si aggiunge la mancata rifinìlura della super-fìcie inLcma. irdizio palese, per i manufhrì apeúi supcrionÌenÉ, di un'ùtihzzazionedìversa da quella di contcnitore. fxlhr. lx coùratàzione che le diverse ioluzioni dilavoÉzione deil elenento superiore e della base di appoggio si riscontrino all'in-temo di ogni tipo. nlost|a che gli afigiani si servivano con estema libefà dellamedesima rlricc per realizzare oggeBi strutturalmcnle difièrenÌi. L impossibilità dìirdividuare un ben dererminato càra(crc funziolrale che sia valido per tuttj gli escmplari mette quìndi in evidenza come lbsse ìrrilevante il modo di lavorazione deisettori supùio.c ed inferiore dei nostri reperri. che sembrano per questo motivo nonessere mai stati deslimli ad uno specifico uso pratico.

Se duùque il particolare tccnìco più vistoso, quello della presenztasscnza di fbrio àperurc, risùlta assÀi poco ploîicuo al fine delf identific.ìzbnc lunzìonale di questioggettì. pcr raggìungere tèle scopo può esserc forsc di qualche aìxto prendere inconsiderazione la clxssc di materiali che sembra richiamare pììì da vicino. pú conlc dovute diferenze, i repefi falisci. Sì tralla dei rrl'rldr.rld fittili configùrali a 1cs1afenminilc. notrvolnente diftusi nÌ ambìto Dunico tra il IV cd il II secolo a.C. *

lFù. 18). Quesli b.uciap.ofumi. recaùti sui capo \t' kalarhos o xn k!mo.! dotato diciùque forelini e lbmiti dì un foro di aeraTione sulla nuca. sono s!.ì!i rinvcnuti siaìn conLcsti tombalì che nell'anìbito di santuarì dedicati a Demctrai orìginmiamenleconnessi r fcsrc anùuali detÌe kenophoriai. con il passarc del tenpo, pul avendoperso ognì rifèrlmento à 1ùli cefimonie. qucsli rÀtntatelú hanno continuato è propolre lc fattezze di una divnììtà fclrllnjnile dalle carattedslìche simili a quellc cli Denretra 15. Nel quadro della trasmissìone e della diftushne dcl lipo à Carlagine e nel-le colonie Duriche. senrbra essere làto ioùdamcnlale il rxolo svolto da11e officinecorollastiche sicelìore. la cui atlività, strettamente connessa con la prcsenza dri gran

" Sùllù ditlNone di querlo tipo di bNciaprcfunn nel M€dl€ruro Ò..idcrhic, r vedano da ultr

nx PriNA l9!l (cft nr pàlicolùÒ p ll l0. iìg. l) c RLcoLI 1991, pp. 55 7Ì Per l arex di distnbtr

zione h Spag.a. si rcdrno in.hre CARcra y BELr.Do 195t, p 3:1, l,g. l5r AsrRù. 1962, pD. ?2-l3i

MLriioz AMùjuÌr 1963, pp. 12 l9i B^EN^ DÈL ^ú^z^a 1979 tn geneFle, lul signiliúr. dÒi tùunl

r.rd e su aLlE lipologic di bruciatduni lill i l i: F{RuRnrnr 1986.''

Qu.fi bruciaprofuni som fari consinerxri da P Cintas soLto u. dùtlir. rs|Òroi da ùn Ìato

{ne La rappese azionc drlìa dea d.lh quale si a[endelmo favon. dxll altu alla sftgui dr er voto

lrd,vidtrlli dcdicari dai fedeli in sorituzionc dcll olte|ta €ale conteDuh nel tlmoJ: CrNT^s 1950. pp.

540 541. L oienÈ di rxìc i.onosrafia sùebbe da ncordurs rìl úo, da púe delle gior.ni donne, diponirc sul úpo, nel coso di p.ni.old icic dùùali dclt trrrarlrlidi. il prnieE ncohro dclìc pnni

/ie da oLúrc a Demetra, dca dclì'lgncoltun. prriú.lamenL vcn.rata i.sicne a Pesefone,(./. in Sici

lir: ò noro, inlxti. che a Si.eusa si ceLebúrano ogni amo duè le{e dedicatd r qùc$c dcc, Ium in

pnnaverr in onore di Dcnìcùa. ì'allra d'efare. in oùaitunÒ dcux nietinìra del emno, in onore di

140 ì-AURA MARIA MICHETTI

di santuari dedicati ll Demcha c Kore. è volta fìn dal Vl secolo aua rcalizzazbnedi busti femminili modiàti che daÌanno come esito l'claboràzione. da attibuire Drobabilnente à Selinunte e collocabile nella seconda metÀ del V secolo. dei thyniaîe-rlf, a testa fèmminile 6. Le cdatterislichc iconografiche - iesta femminile con ia'latior. bande ondulatc di capclli sparfte da scrjminatùrà cenlrale così come ledìmensioni c l.ì tecnica di esecuzione. basata sulla sutum di due stampi con aggiun-te a mano libcrà sùl prodotto ancora umido. ràpFesenlano ìmportanti puùti di contar-to tra i manufàÍi iìlisci ed i bruciaplolumi punici. Tuttavja è opporLuno osscrvarechc, pur traendo forse ispirazione dagli stessi Inodelli cllcnizzanli, dopo una prima1ìse di acquisizione e pura riproposizione dei protolipi sicelioti, nella seconda metàde1 lV secokr gli esenÌplari punici molraùo ùn Fogressivo disracco da questimodelli, lisìbíle neÌla senrpre maggiore semplificazione c ncuc colonte rìelaborazioni detlaLc dal gusto Ìocale (REcoLl 1991. p.79i UBERTI 1975, pp.22-23). Nonsì prò dire altrctlanto degli esemplari falisci, per ì quali è evidenre I'adozione dìmatrìci diverse e probabilmentc più vicine ai modelli gre.cì. cone è conicnnàLo dalla presenza del basso p.Lr! o dal ripo d1 kalarhos. liscio c privo dtlla decorazioncvegetale d anindle che caratterìzza i bruciaproiurÌi punìci, dall'esaema regolaÌitàdei lÌneamenti dcl volto e d.r1le acconciaLure dei cnpelli, sempre racchiusj nel rd*-ios o raccolti in Lrn frroú1la.r r7. È aa ritevffe, a questo proposito. che i rhwiate/ta fittili configuran sono aÌrestaÌi in misura estrcmamcnLc ridotta in Grecia, dirlmomento chc alcuni esemplari della p.imà nrcli del Vll sec. a.C. lKùBLER 1933,fìgg. 6-7) non scmbraDo aver dato luogo .ìd una tradizione tipologica duratura. lna

' La gtundè dirlusiore in tuúno siculo del cuLlo Lì, Dcncù. r Kor cd rl |iùovanento a Selinunle e Liliheo di alcùri bùsti r rcfc tinnnriìr ùsaÌi cone incensjen hrno tonab A M. Bisi ùd dnbui€ prolrio lr slcilia lenicio purica la cE!/nmc dcìlc tcrebnci.prcfuni: BrsI 1966, tp. 46 49, 5253: E^D. 1963- p. .l2r EaD. 1938, p. 312; lj{r. 1990, tp. 21, 2t, 3.1 Delìo {cssÒ ùvliso ò M. J. Pcrx:PENA 1991, pp lll3 !11,1. PiùL p,rdenÉ è inv€.e ì'opnìio.c di Z Chéril cle ba snktineab conerìnnchin. ìe prcre che la Si.iìrr losc clttrÌiumcde iL centuo di {lìffusn)ne dei pdotipi (CÉÉRÌF 1991.pp.739, t4l) c qùeìI. di D. Usoiini- che Frh di Lna.rcuiùnc pùnica o iberica iniuenzab, relniva-ncnrc nìli) file- d. prcduzioni grúhc cd iraliore (UcoùNr 1983, p 107) Sulla ditlusionc dcì lpo rÒìmondo colonialc Lnicio e s n,olo dì mediazjonc svoh. da cadxei.e. si vèda BrsI 1990, pp. 14 l5

a7 Nonosiante la Fsa gcncrxìncfc nù.o accùmta che conraddisrinaue i retdi lurici nspcú. rquellifaliscielevidc c impiego di madcì dilTcÈnti. ò posibile citu€ ùna sede di confr.nti pcr l ambito pù.i.o. rclltiri (m solo a tr_vnrftrd, ma anche a 1€fe voli'. o bùsti chc riprcponeono aspcftiiconogmici siùrili. Dx cxragjne: D amRr 1921. tìg. p 358: CHERTF 1991, p. 15, ng. I b, p. 740,U!. 4 t d Drlh SpaAIa: C^R.r^ Y BELLIDo 19.18, p. 201, nn l7 18. rav CLVI (dx Aùpùriar: Brsr1966, |lv XX, l, a dcstu {dr Albulirèh de aìi.tufc)ì Mln\'oz AMrBh 1961, p. 34, lìg 2 Rr ar-MAcRo CoRBF:a 1980, pp. 109 lÌ0. 8-3580, h!. Xl-lX, pp. ll5, E 8567 bis. lxv LIII. 3ì UóoLNI 1981.p. 103- n. r, ig. I (d. Enseruru. pnma údrà dcl Iv sccolo a.C.)t CvA Call..îion Mour.t, p. 33, pl.37, nn. 34 35 (dr lIserm: considento un Fcipiente dove si rd \g...ntdc il fonnleCio. piùitofo .hcun brucirnrofuni) D.lÌa Sardegnù UBERn 1977, tar. XV, r 13: Moscaî 1987, t 19. úv. V. nn. Al4 ed A 16 (d! Thn)s)r BAlNn, MNDLE-soN 198t. p. 16!. pÌ. rr. n 9/10 (dx Îrdrus, ca.4Ol a.C).

Il .

"sosrEcNi' a rEsra FEMMTMLE tN CERAMTCA ARGENTATA l 4 Ì

solo a sporadiche manifestazioni ira le quali è da porre. ad esempìo, un bruciaFo_funi da una tomba di Alicanasso, databile in base al contesto a1 tardo V secolo.ìn foma di prolone femminile coronata da ako polrr nel quale doveva essere contenuto I'incenso (HÌccrNs 195,1. p. 128, p1. 62. n. 444). Anche in Italla meridronale, quantitafivamenÌe poco rilevanti sono le attestazioni di thJ-niateria che possanoesserc paragonati da vicino agli esemplarì falisci, se si eccettuano alcuni bruciaprofumi da Selinunte ed aÌtri da Capua a lesta femminile cor pahs o kalathts laftlosuperiormente, molto somiglimti dal punto di vista Ìipologico ai Fodottì punici "Le differenze tra i th)miaîei.t di anbito punico. italiota e siceliota. ed i 'sostegni

falisci concernono in conclusione alcuni aspetti stilistici ed impofanti dettagli morlo-logici. quali I'assenza. nel nostro caso, di quegli accorgimenti necessari per consenthe l'esalazione dele sosÌanze odoroser i cinque forelljni sulla laccia superiore edì1 foro di aerazione posteriore 4e. Un notevole fattore discriminante è inoltre rappre-sentato da quella base d'appoggio modanata che nei "sostegni" è posta a conclusione del collo e che non si risconÍa nei bruciaplofum| nei qualì anzi 1a presenza ricollenle di colane o, addidttura. l'accenno alle spalle rinviano palesemenle allaserie dei busti fittili 50. Un ulteriore motivo di divereenza e che costituiscc Lrna del1e

'3 RlenurÒ, ìn base aìl€ .a tenrìche $ilisdcne, l esito dì una mlice imp.rah dx ùn centF sice

liola o dalla Maem Crecia e &tab alla pina netà dèì lv sec. a.C è ún btuciaprcluni a telh lcrni-

nile con &dldúor d! lbiza molto sinile al nosùo lilo A I: GaR.ra Y BELLIDo 1948. p. 200, n 13,

hv cl-rll = ArNracRo coRBEA 1930, p. 254, B 8660, úv. CLXXVIII- 4. Di prodùzione selinunlina è

und seúe di buslì ledmìnili con Àalarr,r r.raro suleriomente utiìizzali cone bruciapúrùni. cdatteriz

zari dch essi daj tuani dpicanedc clasichegEjmti: Brsr 1990. p. 29. Per i bú.ialroirmi caPuanì, si

vÒda BEDErro Tara 1990, pp.9,35,39: accorabile, dal Nnto di rista dell iconoerarìù aglL esempla

i falisci, è lorse il ripo A (cfi. in par.icoLúe il litiìÒ A x-\X a 1: P. 40, tav lV, 3, attetut anche

x Snùcusa, Il.rgúrina, Sèlinunlè. Lipln. PacÍum, CÀnosa, Locri, Rossano del VdgliÒ, Policoro) Non

è da ÍalasciaE, del Ero, cone alk scùsa fonuna nscÒsa da questB cìasè di bflciaprciuni cÒrisponda

I arpir diflùsiÒne in quèr-are, dì un alira tipologia d\ îhrnidturìÒh, qùello a buro o tcsa femninìle

con capo sornontato da ù! calice di eielio, prcdotto dagli ,r.licr di lae*un ed aftestato non solo ne1

.ènùi dèìl Ìtalia frèndionnìè, fra ùche i. Siciliai SrooP 1960: si vedano in paÍicolaÉ pp '1, ll,221

tÌcoL r 1983, pp. 107'Ì08r BEDELLo Tara 1990, p..1. se si pensa che l'clemento floÈale soúon_rúrc l, lèra ha probdbìlmènre l! ste$r funzione del tdldúor pcscnre sùgl esempìù] punici, vale a

diÈ quèlla di contenère le sostùze protunate, nlulrx cvidente cone querè púdnzioni FruÈiènrino due

distinre $pr$ioni di un ceùr]c vhion. rcligiosa (per l'usÒ dcl lzlarn,r in qùanro nceitacolo: CAssr

Àrar rs 1988, p .45 i SpAres , Ta lcon 1970, p .80 , p i . l l , nn .290302)

" È oppotmo ossemaÉ rùralid che mche iI mbno pùnico i piccoli fon Fari.ari sùl Ìdldrlos

non sono pÈsenri su rurli eli esenplùir P a 1987. F.350i RlGoLr 1991, !.82.5'r A prop.sno del ripo dèl busLo lùgìialo solb il peno. p,ricolmenl€ diffuso nón solo in Sicilia

ed in Masna GEcia, na mche nei nondo etfuc. laziale, e comesio allc 1i-!ùE di Denetrn c Kore inquanro diÌinilÀ che escono dallx rena. sl vedùo in paricol,rci zEvr GTLINA l97l pp. 232_12'l: SiRA

clsaNo 198ó 1987i SaM 198?, pp l94l]; GRECÒ. PoNRNDoT rc l9!0. p. l00i DI MrNÒ 1990, p

Ì70 t S . SaN, ú Spr "d 1993, pp .354356. m 89589ó.900902

142 LAURA MAI{IA MICHETII

principali pcculiarità dei manufatti qùi presi in esame. è iùfine la costante Fesen-za su dì essi dela "vemice" aÌgentata. laddo\e i îhlniateria punici presentano spes-so una decoràzione poliffoma. Tali diversità rappresentano un evidente oslacolo alrcnlrlivo di equiparare. dal punto di visLa funzionale, ì reperti fdlisci ai bruciaprotumi fittìli, sebbene si possa forse parlare di ura comunc ispirazione e dell esisten-za di ùotevoli punti di contatro.

Tenendo presenti gli impoddnti spunti offefi daÌ conftonto con I thrníateria Îlrfili a resta femminilc, è a questo punlo opporÌuno, nell'intento di definae con maggiorprecisione la tunzione c la destinazione deì 'sostegni" in ceramica argentat4 cerca-'c di indr\rauffe la Lonce/rone ideo.ogi. l c lc \of lo\ td al l î loro rer l i / / t rone. Fneccssario innalzitutto accennare all'imporLanza accordèta. nel mondo intico, al bustoe alÌa testa in€si quali abbreviazìoni del corpo e privilegi.ìli in quanto sedr simbo-liche dell'anima. Quello che è stato definiio il "culÌo del1a tesla'(FERRT 1929. p.57) $i configura infatti come una sora di predilezione nei confronti di questa partedel corpo chc vicne rapprcsentata isolata perché simbolo dell'intera figura ùnìana;rale visione, steltamcnlc legata ad aspettì rcligiosi c cùltuali, è ben ndicata findall'età arcai$ in Grecia, Magna Grecia e Sicilia, olte che in ambito punico, comei resr inoniJlu dul l : reJL/, ,a, , ione dr proronÌ e ouni errm n' l r Srsi considera che ncl panorama di qùeste rappesentazìori abbrevi.ìte del corpo den-tÉ a pieno drolo la classe dei vasì antroponorfi, ài quaÌì, come si è detto, sonoslrctlamente legdti i "sosÌegni" a testa icmminile, si coÌnprende comc qrìesti sisnosenza dubbio dà inserie nella scia di 1aÌe tadizione iconografica e, nonostante ledifferenze strutturali cui si è acccnnato in pecedenza, siano ùgualmenÌe portatorì diquel significato sìmboÌico che è ala base della creazione di protomi e busti.

Sc dunque è a questè concezioDe che va ricondotta l'elaborazione dei repefifalisci. è anche vero che alcuni eleÍìentì induconorappresentazione di una divinità femninile rispondente alle caralteristiche di Deme-Ìra: tale idcnlificazione. ritenuta cefà pcr i brucièFofumi punici sia à causa di alcuni contesti di ritrovamento santuari dedìcatì a Demeîra (CHÉRÌF 1991, p. 737) -che per rumerosi attribuii che rendono espiicilo il rifèrinìenro all'anbito agrario(MuNoz AMTLTBTA 1963, p. 37; REcoLr 1991, p. 83), può essere accettata ancheper gli esemplari qui presi in considùazione. dal ìnomento chc le caralteristicheiconografiche possono essere ascritte, come si è visto in precedenza, a1 tipo de1laDemeta attestato in particolarc in ambito siceliota. Alludono infatti àlla divinità silìil rrdlos, originadancnte comùne a tutte le dee e diveruto poi, in quanto raîfìgu-razìone del nddt"s, allribùto specilìco di Demetra. che il laldr,àos, inteso comecontenitore per i fruni della rella, e per quesla ragione stettamente coùnesso alla

' Sul slenìficarÒ delìe pnaomì frnrinili di elà dcaiclr CLAES l98liCRoIss^Nr 1983, in pdi.Òìre pp. 28i BAIù BacNAsco 198ó, in particoìùè pp. 138142. A proposito del raìoÉ rimbolicodei bùsti, si imanda alla nÒrd 46

Ia r

..SOSTEGNf'A TESTA FEMMINIL E IN CÈRAMICA ARCENTATA t43

dea gaÌantc della fe!-tilità (CLAES 1981. p. 21; CasslwArls 1988. p.45). Per uracoffeÌla lettura del significalo di quesre ieÌrecotle occorre inoÌtre osservffe che.accdnro a1la connolazione dì dea dell agricoltura. si atùibuiva a Demetra, in unìo-nr con Ia figUa Persefone. la veste di divinitÌL degli infèrì postll a turelare la dkce'sa dei defunti nel mondo sottenaneo. Questo aspetto senbra essere decjsivo ai finidi una valìda interprctazione della destiùazione dei "sostegni" a tefa f€nìminilerìùvenuti nel tenitorio falisco. qualola si prendà in consìderaziore I'esclusiva perli-nenza di questi oggetti a contesti tombali, eccezion fatta per l'esenplare n. Ì. proveniente dal deposito vorivo del s0ntuario suburbano dei Sassi Caduti ubicalo a brevedisrÀnza da Falcrii Vereres 52. 11 ritrovamento dei "sostegni" nell'ambito di contestìtornbàl; polrcbbe petanto indicare chc quesÌi oggetti, connessi a culri agflcoh efunerad impemiad sulle figùre di DemeÌra e Pefsefonc Kore, assumevano. una voltainseriti nelle tonbe, il valore sìmbolico di oîferta alla dea dell'aldilà, afiinché essaacconrpagnassc il defunto nel suo cammino ultraterreno. Tale inlerpretàzione trovaconfemù nel coùfioùto con analoghe produziotri fittili di destinazione prcitamentefuneraria. quali una serie di busti di divinità femminili con prlor identificabilicon Demetra e Persefone-Kore - rinvenuti ùclle iombe di Spina e prodotti local-îef le r rd l r f i ,c del I \ e r r i in : / i dc i l l l .e .oro dC " l l r i ier i î ìe f lo preminen-te aÌl'ambito cbnio chc è dato vcrificare a proposito degli esemplsrì falisci nonesclude ad ogni nodo il caradere puramente votivo dell unico repeúo finora resti-tuiro di un santuarioi la possibiljtà di una molieplice utilizzazione di questi oggelti, sebbene ncl nostro cÀso sia assolutamente preponderante quella legata ala sferatuneraria, sì ísconra det resto, oltre che nei. îhymiareria punicì (CEÉRIF 1991, p-737i REcor-r 1991. pp. 82-83). in altre calegorie dì teÍecotte. come Ie prolomi deÌlaMagna Grccia (CLAES 1981, p. 26i BaRRA BAcNAsco 198ó, pp. 141-142). Accan-io all'aspetto agrario e a qìrcllo ctonioi non va poi ralasciaÌa la funzione, ricopertà da Denetra. di garante dei legami tra gli uonini, in particolare del vincolo delmatrimonio. A queslo proposito un indizio estremamente interessante è costituitoùl r - pen,ren- / r d i qudr t ro rc f . r r d coÍedi cenamerrr Ie îmrni l r " . c i - rcor lan/r .he

5r coMELL^ 1986, p.55, Da I, tav.28 de = DL Lù.h BRoLLI 1991, p.76. sùl sdtuùio deisrsi Cadùti: CoLoNA Ì985, p. ll3.

" SNI 1987: S. s^Nr. in S?i,a 1993, pp. 35.1-356, nn. 895 89ó, 900 902.rr Si tatta dei sesuentj Epcriii dùe esenpldi senza n inv. od altùalnente dìspe^i da ùno dei

locuù dclla pmrc sinisùa dclld lomba 13 del secondo sepolcEto del valbrÒ (coa. Pasou l98l-p 261, l); il n. 2l prcbabilnEùte p€rirerte ad uno rleì locùli dÒlla pele sini$n della lorba 22 (rCXv)

del S{ondo scpoìcrcro del v,lìone (Cozza, Pasoúr 1981, p.2r5,48)r il n.2 d,l locùlo inlerioE della

Fùtule delrr deìl! tonba I (xrv) del Teuo sepolcrelo di S. Anronio (Coza, Pasau 1981, p 310,?l). La sistemtica spoliùiorc dÒsli anbiÒnrì sepolcrali e la carenTa di docùnenhzione Èlativa alla.onpÒsirione dei sinsoli conedi luneni non consentono purùÒppo di verilicúe la p€Íinenza dcgli alùjesenpLdi à deposiziod felminìli. valè ìa pcna sortolineaF che ìl ìoculo. sopn ne.nonaro, della ionba

r44 LAURA MARIA MICIIETTI

conferma l'attinenza di questi elementi alla sfera muliebre. ala quale dmanda delresto la figula di Demelra, tipicarnente connessa al mondo femminile; tenendo pre-sente il ruolo dì primo piano svollo dalla dea nell'ambito del legame tra uomo edonna, si potrebbe pefanto avanzare f ipolesi che qùesl oggelti avessero la connolazione di dono nuziale che accompagnava la defunta anche dopo la morte. Le scar-sissime infornazioni che ci sono pervenute relativamenle alla composjzione deisingoli coredi di accompagno alÌ'intemo delle lombe non ci consentono d'altrocanto di verificaÌe I'eyentualiià che tali oggelti canftedzzassero quei personaggiferìminili che svolgevano mansioni sociali paficolari - ad esempio connesse con ilculto di Demetra e di Peffefone Kore nell'ambito della comunità. Tuttavia, occor-re sottolìnea.re la peculiarità di due conleslì tombali di Corchiano che sembrano averocpiraro e.clustramenre depo. i / ioni temmin; i

'5: . rrurzionj co. ' i rSodr potrebbe-

ro essere interpretate come la testimonianza di aggregazioni dei membri femminilidi uno stesso ceppo gentilizio oppure proprio come un indizìo de1l'esistenza di associazioni o confralemite di tipo religìoso composte di sole donne. Ques!'uhima eventualità, estremamente suggestiva nel quadrc dell'ipotesì sopra avanzata, è purÌroppodi difficile veriîica dal momeDro che gli oggettì costiiutivi del conedo non fomi-scono indizi significativi né sono attestate paÍicolari manifestaziori rituali che distinguano queste deposizioni da quele peltinenti alle lombe coeve della necropoli.

Qualunque fosse la desrinazione onginaria dei "sostegni". non si può ad ognimodo dubitare del valore dì offefa che sottostà al loro inserìmento neì coúedi fune-rad, da porre in rclazione con I'allusione a1 mondo ultratelleno di cui. come si èvisto. è Dortatrice Demetra. E Dossibile in conclusione che i tre rifedmenti - aÌla

4 lXIv) del Tero sepolcElo di S. Anronlo viene delinito <più pl.colo' rispetto aeli altri (Coza,

Pasou 1981, p.310): scòbonc gli elementi del coftdo non piesenrino cmÌFnrich€ ùlili per identi6'clre quesà deposizione cone quelh di ùna bdbina, si può in quera sede accennm au'opporunìlà,sotiolhata da S. Sdi a própÒsiro della provenienza della naggior paÍe dei bufi lenfrinili di Spi.a

rk lonbe infantili (SNr 198t, p. ,11), di ncÒnósceÉ in Demetra una dilinita nadre che è prcteitnce e,a l lo Je . .o re ìpo . "on or , " r - l romer o de ld m. - 'e

rs Si îúua deile tonbe 22 oa(V) dÈl Secondo sepolcEto del valìone (Coa, Pasau 1981, pP.

272-276) - da cùi proviènÈ lì operlo n. 27 - e 4 (Xlv) dcl Tdzo sepoicÈto di S, AnrÒnio (Coa,

PAsavr 1981, pp,308310) all intemo dèlla qùale è stato rinvenùrÒ il n. 2. Nel plino caso sono attestate sei deposizioni fe.milili. succedùtesi neìla rónba ùa la line del \rI è la prina meià del lll sec,.C.. tuue idividuabili sEzie ad uno schizzo pldimetrico della lonb, eseguito dagli scavaron al úonen'ro del rnrovmenb lcoa. P^soùr 1981, p. 274). che nosln la disposizione, intono c sùÌ corpo dellcdètunre, degli oggeîti di uso ed omarento pcsonaler a queste sei inùnazioni loste nei loculi pùietali

si ageiùnge un incinerzione .ntro ùno Jtllor sovradipìnb (inv. ó370), per la quale non si pùò afieFrare cÒn cèneza h peÍinenza ad ùn derùnto di sesso felminiìÈ. scbbene siano lotalnent€ a\senti. nelconple$o degli oggetli rúleruli all'inlemo della torba, elenenti che aliud4o dlì'anbilo mschile Nellas4onda tomba sÒpn nenzionata sono inv*e altesl e quanrÒ deposizioni feminili i cui cÒtèdl coFo

no ùn dco di tenpo collocabile ú! il V e gìì ìnit del ÌIÌ sec. a.C.

t .

"sosrEGM" A TEsrA FEMMTNILE tN cERAMlca ARGENTATA 1 4 5

sferu dell'agrìcoliura e della fertilità, al munduÌ nuliebrìs. a1l'aldilà si integrinoin questa lipologja di tenecotte, sebbene il ritrovamento pressoché esclusivo in conte-sti Ìombali ponga ìn evidenza 1a preferenza acco.data aÌla valenza ctonia della deae la desrnrrone p' m:n: nenre fure ùia de 'epeni. i e! denre rn opr ca'o : i

prcponderante valore sìmbolico a scapito deÌla funzionalirà. cone apparc conferma-to dalla Fesenza costaÌte del dvestimento argentato e dalla diversa resa tettonicadei vari esenplarì, spiegabile solo con il fafto che, come si è visio in precedenza,del tutto iffìlevante lbsse la funzione Fatica degli oggeui, ritenuti piuttosto espressione di una precisa concezione ideologìca 5ó. Si può peúanto ipolizzare che nelrealizzare gli esemplari falisci. pur prendendo forse ispirazione dalla tipologia deitbniateria diîf,tsi in ambito siceliota e punico, sì sia fatto dferimento essenzialnente àlla foggia esteriore dell'oggeuo ed ai vari aspetti evocati dalla figura diDemetra, tmscurando aLlo stesso iempo la nozione del bruciaÌe. Svuotati del signi-ficato origìnario, questi elementi hanno dunqLìe assunto la connotazione di un'offer

rn ce rurte que le 'a lenTe di .ui ' i è par lato in precedenzd'- .Duc ulteriori elemenrì possono offrire una confema alf ipotesi del ruolo speci-

ficamente simboljco dei reperti falisci. In primo luogo. è da pone in evìdenza l'ètte-stazione. in mofti dei conlesti di provenienza dei "sost€gni" fittili. di, thJníateriabronzei con animali lnngo il fusto di un tipo laÌgamenre a estaio in area faÌiscanei corredi di IV secolo, perìodo cui vanno riferiti anche i nofri esemplad'". Lapresenza di tali manùfatti negli stessi ambienli rombali nei quali sono stati rinve-Ìuri i repefi a testa femminìle sebbene in un solo caso sia certa 1a pefinenza

ró È opportuno sototineae, aa osni nodo, cbe anche ì Òriginúia ùlilizzatone degli esenpiùi puniri. dcfiniti genencanente tÀ)nir..rú. non è cera, dal monento che solo in un nùrem lintaro di casi.onparono $r dj essi ùac.Ò di brucialo, mentre j forelìini sùlla vascherta non sono sempE pEsenti: sircdúo ad esèrpiÒ PENA 1987, p 350 (cne per tale notivo prefe.ilce .hìindli <leftcotle volrvet:Rrcoù 1991, p 82i MùiÒz AMrrBra 1963, p. 17,

ir llr v:lore nuramente simboli.o è staro ariibuito mche ad al1le cla$ì dì ratenàìi vicine ai repcrti rìliscì. qùari ad escnlio i bdsaroi brcMei etuscbi a tesrà ferninile. .invenuri in contesi tonbali,:p.isÒ pnvi del fondo ed evideÍenenle non desinali ad uso pratico: ADAM 198:1 p. 40.

'" arrftrar,/id dì qùÒfÒ iipo sono rad nnrenuti ! Fdlerii nena ronba 3 (CxfvlÌ) e 4 (c)dVIID,coz\. PasoLr 1981, p. 1'19- 53) della necrcpoli di Penn!. A Corchiano, nella tonba ll del secon-dn epolcreto del Vallone, cinquÒ ,rraiate.ia furono ftvari asociati ciascùno ad ùno specchio e posdi al di nm. dd va.i loculi pùiehli alie cùi deposizioni doverùo evi.lentènente €sserc pefunenliCozi. P$oú 1981, pp 26.1265, 2,4- 6, 8, lo)i senpre a Corchieo, esenpldi analoehi sono atte

s h.he nèllè lonbe 13 (Coza, Pasau 1981. p. 26ó, b-c: due eseúpìdl). 15 (xvll) (coz.P:jalr 1981. p.269. di dùe èseùphn), e 22 (XXv) (Coza, Pasou Ì981, p 215, ó6) del Secondo:.NloÌo dcl vdlìÒnè- nelll ronba 22 (!xvll) del S4ondo sepolcreLo di S. AnrÒnio (cozh. PasoùI!51- p i02. pq ft esenpldi) èd in quella,l (xN) del Terzo sepolcreto di S. Anronìo lcozza.

PraL! 1931. p 310,69) Sui tÀ),rar.rid bronzei del lipo con újúdli lùngo ìl tu$o si veda T€srA:5-n -n Èsènplari da Corchido e Fareri' i.scrili nella tipologia).

I\..

146 LAURA M,ARIA MICHETII

dei due elementi alla medesina deposizione ie conlnbuisce a dimostrare che lafunzione di questi ultimi eÉ. con ogni probabilità, dìvena da quella di bruciapro-fìmi. compiro assolto invece dm thlmiateia di bronzo. Il secondo elemento èrappresentato dalla frequente associazione, nei conedi funerari, dei nostri esemplaicon delle figurine fenminili di tenacotta nvestiie anch'esse di "vemice" argentata ":rinvenute solitamenle in coppia e dalle caratteristiche estremamente omogenee "',mostrano di aver goduto, come ì "sosÌegni", di una predilezione del tutto specialenei contesti tombali dell'area falisca. È probabile che questi elementi fiitili, ai qualie po-ibrle fare.oo un accenno in que'ra

"ede 6']. sidno cla InLerprelare come dppli-

4res decorative, originarìamente inserìte o fìssate su un supporto: a questa funzione allude infatti la presenza, al posro della comune basetta circolffe, di un vero eproprio capìtello intemamente cavo e quindl destinato ad essere applicato ad un altro

5e Si rJaîta del tostegno" n. 2 e dei thrhìdtetiah brcnzeo ìnv. ó02ó rinvenuri n€Ì lo.ùlo inrèrlere della pmle d€slra della tomba 4 ().Iv) del Teizo seFoÌcroto di S Artonio a Corhiano (Coza.Pasaui 1981, p. 310, ó9 e 73),

'" Per qùestc applr'qa?r, si veda ad esenpio DE Lucra BRoLLI 1991. p. 85, fie. 53. Solo in dùecasi àbbiaùo le prcre dell'asócìazione dei due elementi all inteno dello ste$o coftdo, Pèr .hiarè/ra,si fonisce di seguiro ùn elenco di tutti i contesÌi loúbali nei quali sono pÉsenti sia i tosieCli" a leraleminilÈ che Ie aprliqler (l'asènsco indica i due casi sopra menzionati per i quaìì è .èrù ì aso.iazione all htemÒ deìro stesso coftdo) Falerii: a. Celle, tomba 26 (Cxxxv). appliquès iN . 2304 l.Co ,PasauJ 1981, p. 142,48 ùndi.ì èsenpldi) e sosegno" n 5r b. valsimsa, tomba 14 (Cxxxlr), dp?lique ia\. 2066 \Co , PAsour 1981, p. 198. l) e \osregno n. 14, Cnrchiaho: c. Seondo sepolcre-io dì Caprigliùo, tonba 28 (.xv), dtptiqlè i^r.6tI9 (.Cazza, Pasaur 1981, p.244,7l) e \osrègno''n. 301 d. Secondo sepoÌcreto del Vallone, róúb^ 12. applique e'sostegnoi seDa m. inv. altualnertedispeni (Cozza, Pasau 1981. p. 266, il)t e*. Secondo sepolcEro del Vallone, toúba 22 (xxv). aplique iN.6418 (.Coz . Pasaur 1981, p. 2t5, 60) c kosleSno" n. 2?i t Pino sepolcEro di S. AÍo-nio, ionba 16 IXXD, appliques i^r.63AS (Coza, PAsou 1981, t, 294, ir dùè *Òmplúi) c so$è

eno n. l0l g. Prino s€polcÉto di S. Anîonio, tón6^ 23, rîe appliq\es e iE tostesni' senza m. iN.atualbentè dispe6i (Coza. Pasou 1981, p 296); h. S4ondo sepolcreto dì S. A.bnìo, tonba 2l(XVl), a?pli4ù,r inv. 6l?761?8 (Cozza, Pasau 1981. p.302, ppì dùe esenplùi) e lostesno" n. l5ii*. Terzo sepolcÉro di S. Anionio. tomba 4 (XlV), apl/tqlsr inv. ó00? (Cozza, PAsau 1981, p 310,?4: 2 esemplùi) e lostegno" n. 2; L Foso del Ponte deÌle Tavole, bmba 6 (xxXÌI). arpl,4",s in!.ó614-6615 (coza, Pasaur 1981, p. 318, l5: qùartro esemplai) e sofèeni nr. 9 c 29r n. conùadaFnÌta, îonba XXVI, dppli4"ar lnv 6460 (du€ esenplari lonba non pubblicat! in Coza, Pasavr 1981,i cui naEiiaÌi sono descntti rell lnlentario del Mùseo Nazionale Ettusco di villa Gìùlia) c \o$eenÒ'n. 18; Ndrcd: n. ContJada Morgl, tonba m.4ppri4,rs inv.7590t-?5908 e'tostesni m l1 e 13. Cirr-,,lla S. Paalai o, Locllità Mortererde. lonba \al, arpli4le inr. 88306 e toregno" n. 4.

'' Le Esldne. la cui altezza oscilla h elì 11 e i 12 cn., pÉsentano volo con linementi pocodefiniti. cap€lli fucolti in un trllr o copeÍi da un velo, chitonÈ. ,inadru con ùn lenbo che sccndedalla spalla destra ed anrardsa dìagonalm€.le ]a lLguia. braccio desto piesato al petto e sinistro allun-gato lùngo il fiùco, Cmba destra pof'mle e sinisîra lÈegèmentc lìesa

6r Uno studio più approfondiro su queúe lerecotte è in prosrm d! paíe delìè s.nventi,

"SOSTEGNI'' A TESTA FEMM]NILE IN CER-AMICA ARGENTATA t4'7

ogsetio. Ciò che accomuna le appliques ai repelti a Ésla femminile sono innanzjtutto alcud fèttori tecnici, quali il lipo di impasto - apparentemente piutloslo simi-le e la presenza de1 rivestirnento argeniaio. Se si pensa poi che anche per leappliques è valido ì1 iferìmento a 'ambito muliebre, confermato dal riÍovamentodi l re e.emplar i in colre\r i cenrmen e iemtl ini l :ó. eo r l valore \ol i 'o. che ' i Jf i f fca ed oltrcpassa folse quello puramenÌe omamentale, si fa sempre più probabileÌ'ìpotcsi di una stretta relazìone tra quesii due elementi, per ì quali si può giunge-re ad ipotizzare un accoslamenro anche fisico collocazione delle appliques s\t]"sostegni", oppure inserimento dei due elementi su uno sresso supporto, forse realiz-z.ìto in materiale deperìbile - che rìchiamerebbe analoghe elaboraziod diffuse inambito apulo Ò4. Indubitabìle è, ad ogni modo. 1'esistenza per queste due tipologiedi oggetti di una valenza comune nel campo dell'ideologia funeraria.

1. Dilfusione del îipo e considenzioni sulla produzione

Si è vìsto in precedenza che uno dei darì di maggìore interesse scaíritodall'esame di queste terrecoÌie consiste nel1a lorc estrema pecìniaÌità e ne1la diffi-colLì, per quanto ci risulta stando ai materiali finora pubblicali, di dntracciare, a1 difuori de1l'ago falisco, esempl!ri tipologicamente e tunzionalmente affini al pìrnto dapoter essere atuibuiti è1lo fesso setrore produttivo. E stato infatti possibiie indìcarcimpoianti somiglianze ìconografìche e, in deteminati casi, lo scambio delle matri-ci, con la goduzione vascolarc ceramica e netaÌlica di area centro-italica. con quella dei vasi plastìcì de1l'Italia n1eridionale e con la coroplas!ìca votiva dr ambilo grecoe magnogreco. Ma è opportuno souolineare d'altra pafte che né i limìtofi centrietruschi e lazìali. né i siti dell'Italia meridionale sembrano aver restituito elementifiltili che ripropongano quelle paÍicolaÌità che maggiormenre isolano i reperti faliscipw nel quadro dei molteplici rapporti con a1!re produzioni: le caratlerìstiche modo-logiche fondamentaÌi, la valenza essenzialnente simbolica - confermata dalla scanafunzionalità di questi oggetti che si presentano indifferenremente aperti o chiusi nellefacce superiorc ed inferìore -, la presenza del dvestimento argentato.

" rnv. 6418, asociaro aÌ lÒstegno" n, 27 e Fúbabilnenre perinenl€ ad uno dei loculi dèìla pdèrc sinistÉ dèllr tonba 22 (XXv) del Sccondo sepolcÉto del Vallone a Corchianó (Có4. Pasoùr1981, p.275,60)t in!.6007 (2 esenplari), dsociatì al n,2 è nnlenuli nel locùlo inferioE della paÉt desha dclla tonba 4 (XlV) del Terzo seloicrero di S. AnÌonio a Corhì,nó (cóza, Pasoú 1981,p . 310, t4 )

ú si veda ìa serie dei vasi plastici cdosini, particolamente difiusa a púire dalla seconda melàd€l w sec. a.C.. con corpo coinguúlo a tesîa lenmlnlè e p3ne superiore a ligunna fenninile panneg

Eiala (rdi escnpl in Rrccaor 1980) Anche per questi úsi è stara ìFotizzara una desdnazione prelta-nenrè rlnerada, considerata la laú s.ùsa rùnziÒtulira: Rrc.aRDI 1980. pp 8, 17

148 LALIR,A MAR]A MICHETTI

l.llteriorì dflessioni possono scaturire qualora si prendano in considerazione iluoghi di ritrovamento: è fin troppo evidente le attestazioni dguardano esclusivamente I'aglo falisco, eccezion fatta per glì esemplari n.4 e quello citato nella noLa3 (inv. 88083), rìnvenuti nel distretto capenaie e da dtenere con ogni probabilitàimpofati da1 vicino Ìeritorio falisco. Se si escludono i due 'kostegni" da Fabricadi Roma ed i due esemplari da Narce, perlinenli ala ancora poco defiùita fasc ellcnistica deÌ siro (per una ricosL"uzione critica delÌe vicende degli scavi a Narce, siveda BAcLroNE, DE LucÌA BRoLLT 1990, pp. 62-64), si può osservare che ìl primè-to delle attestazioni spetta a Corchiano e Falerìi Vetercs. Tali siti mostlano infatrìuna speciale predilezione nei confronli di qucsti paficolaÌi oggeÍti. che solo inscindibìlmente connessi con aspetti dell'ideologia funeraria radicati esclusivmente inquest'area e, per tale ragione, difficilmente espoÍabili. Un comune gusto per glielementi plastici fittili è d'altronde confermato daìla cospicua presenza. nci concdiiombali di entambi i centri. del1e appliquer a flE]Jntra felnminiie cui si è accÈnnato soFa, e di altrì tipi di tenecotte decorative originariamente fissate a manufat-ti realizzati in materiale depedbile 65. La cospicua e quasi esclusiva atiestazione dei"sosfegni" a Corchiano e a Faleii, mere inoltre in evidenza la prcseDza, in uno diquesti due centri o in enlrambi, Cn \tn atelier Feposto a1la realizzazione di questelerlecolter considerato infatti il mancato rìsconto di confronti puntùali al di tuoridel tenitorio, e la concentr^zione dei ritrovamenti nei due sili, assume consistenzàl'ìpotesi di una produzione a caratlere locale. Non è daÌo localizzare con maggiorprecisìone le boteghe ne11'uno o nell'altso sito, sebbene sia probabile un loro stanziamento nel centro principale del teritorio. arùaimente ritenuto il luogo di produ-zione della ceramica falisca a figure rosse anche grazie al rìnvenimerto dei fomiper la cottura dei vasi (MoscArr 1986, pp. 63-64; ADEMBRT 1987, p. 323)- Ilritrovamerto a Corchiano di una quantità di "sostegni" netamenùe superiore a quel-la finora rcstituita da Fdleni " può essere forse inleryretato sollanto come la testinonianza della partjcolare foÍuna di tali oggettì nel'aÌnbito di questo sito. che sirivela peraltro foÍemente dipendente dal vicino centro maggjore per quanto rig1lar-

c' Si veda ad esenpio il coftdo della îonba 6 {Cxxxvu) della necmpoli di Falcrn:Ceììè (Cóza,

Pasau 1981, p. 115) che ha rèsùtuilo, ollre al sostegno" n. 28, un noièvole nù.lco di elemein ona-nenuli finili: si lrarú di due ansolari a rigùra relminiÌe alata somontata da un aungd ,lla gùida diun cdo con dùe cavalli (inv.2161,2163-2165,21ó8), una bra fcnnidle che luoriesce da un cespodi acanro (inv. 2162), ùna Èsrìna di DionisÒ (inv. 2167), una tesra feminile elúàra (inv. 2166).Sùlì'ipotesi di um provenienza taretim di quesle daoruionì jn Èra.otla, Ciùrificata con l esistenzadi sÍetti nplorti tra l'aCm falisco e ì'anbito magnogeo, si veda DE LUCIA BRoLLT 1991, p. 63.

'" Su un totale di quúeta esenlld noti, di cui solo lÉnrà ci sono poflenuri, venii sono quellinnvenùti a Corchimo, senfie quaitordicl púvèngono &rÌe lonbe di fÌlcti. La cospicua aiÌcstazio.c dìqùeslo npo di sostesni a Corchido assune ùn dlievo úcor più signincarivo se si comidera che ilnmeD delìe tonbe di lv secolo s.àvab in qùefo sito è di E@ lunsa inrènorè a qncllo dei coevi

Il ^

''sosrEGM A TEsrA FEMMINTLE rN cERAMIca aRGENTATA r49

da I'acquisizione di ceramica figùata e di altri beni di prestìgio Tali differenzequantitative non coincìdono ad ogni modo con un'eventuale diversità dì aBeslazjone dei vari tipi: al contruio, è possibile riscontrare una distribuzione estremamenteomogened di e- i nei due luoghi di r i r ro\dmelro6. or 'e i ldr/ 'o del. e ' ' ' ren/d orun unico ar.li?r dal quale venivano smistati indìfferentemente nei due centri "soste-gr,1" realizzatì, con natrici eterogenee e probabilmente rìspondenti a diverse esigen-ze di glsto. Tale situazione si verifica del resio anche all'intemo di quei contestitombali che hanno rcsiituito più di un esemplare e che mosirano ia contemporaneaaftestazione di tipi differenli '"-

Se estremamenie peculiarì sono le principali caratteristiche di questa produzio-ne a destinazione pre$amente funerana, è tuttavia oppofuno rìlevare che l'adozio-ne, da pafe degli artigiani falisci, dele stesse matrìcì per ottenere le protomifenminili dei "sostegni't in ceramica argentata e delle oinochoai plastiche. pone inrilievo ii problena dei rapporti tra 1e botleghe e del1'evenluale esisrenza di' ateliersimpegnati contemporaneamente nei differenti setiori della produzione fittile. Da piirpafii si è infatri sottolineato come a pafire dal IV secolo a.C. si possano riscon-trère in numerosi centrì dell'Italia antíca - d^ Falerii a Capua e al terrilorio apulo

notevoli trasformazioni nell'assetto organìzzativo delle officine, che, non più suddi-vise rigidamente a seconda del settore ploduttìvo, sono invece cantteizzate da unafaltiva collaborazione tra coroplasti e vasai. testimoniata dal1'uso di Fototipì e matrr-ci comuni 6'. Risulta alqua.rìlo interessante, ad esempio, il conùonto con i vasi pla'stici canosini. da interpretare come I'esito della tusione tra filoni afigiaDali di tradi-zione differente (RrccaRDr 1980. p. 17; vAN DER WIELEN-VAN OMMEREN 1985.p. 1?6). Una situazione analoga può essere ipotizzata per i "sostegni" e per le ,irocÀr., plastiche falische. qualora si consided che all'opera dei coroplasti crìi sideve I'esecììzione degli stampi per la creazione delle ieste fenminili si è affian-cata quella dei ceramisti - cui vanno ricondotti l^ rcalizzzzione della pafe superiore e de1la decorazione dipinta delle oinachoai e, paraÌlelamente, il trattamento

61 I sen€ dpi individùad nell'mbito dei llent! eserpldi che ci sono pervènùh presentmo la seguenre disnibuzionq Tipo A l: dÈ esenpllri a aa,a/ii ed ùno a corchianoi Tipo A II: un eseúpìde a civi_

tella S. Paolo, due a FaLrii e 1re a Corchianoi Tipo A IlI: qùatuo esenpbn a Fulal,,, due a CoEhìano e due a Nmci Tipo A rvi ùn esèrplm a Falértl ed ùo a Cùchimoi Tipo A Vr te esempldi a

aale/iietreaCoEhimot Tjpo B I due esenpldi a Fai.rri ed uo a Corchimoi Tipo Cl: dueèsèm-

6r adlerti, Contrada Ponlé LepÉ, tomba V: due esènplúi del lipo A lfl, uno del lilo A lv, unodel dpÒ A v èd ùno del ùpó A \q, Corclido. Secondo sepolcrdÒ di S Aìtonio, tonba 22 (XXVÌI):

un esenplffi deL lipo A lÌ ed ùno del tipo A V. CóthimÒ, loso del Pont€ de]le Tavolè, lonba 6

Qa)cxll): ùn cscnplde d€l 1i!o A Il èd ùno del lipo C L Ricondùcibili enlrdbi !l iipo A v sono

invece i due esenplad dallÀ tonba 15 (X\4) del Se.ondo sepolcÉo del vanone.

"e BoNcHr JovNo 1975, p,31r RrccaRDr 1980, pp.9, 17; RrccNDI 1981, p,215: CRoIssaNr

1981, p. 10i Col@LA 198ó, pp 219-220.

150 LAURA MARIA MICHETTI

det td sùoedic ie dei .o , tegni r rami ,e r l f l \e ' l imenro con ld \ern iLe dPenrala Tr

" . i r .n- af t , r . n 'e . r imenìo rn 'er i 'ce inol r re I no 'm repeni nel ' rmbiro del la pmdu-

;ione di ceranjca argenrara. ! proposiro del'r qurle rumero'e

ancora in so.De'o. coDcemenl i r ra Ia l ro la cuÍet la i îd i \ idu" / ione Jer ccnm Droour

i " ' . q qr . " " propo' r to la pre 'en/a dr un $genre quanr i ì i d i cercÍÙ'J drgenra,

ra neìre lombe, i iur conear 'ono lu l lor r In Fa-r p3îe inediL venure a l la lucc nel

cor50 desl i scat i oaocenreschi del le necropol i or fd ler i i vet ' tP ' e ( orcnr ino

." i"".1i""4. ' . iporesi derr 'e'r ' !en/d di un artro ruoso di pro

i l ;"o-n.- i"; ; ,r; i l" del l an" 'ol ' i r ie'e rcor o'^a Dr PaoLo cor oN\A lq78'

DD 2b8-2ó9,. L i t rolesi del ld lo.alr / / ' / rone nel l aPro ai 'co e 'egnaldmenle J /" /?_

i j , . a i ,n ul ,* otnc'na impegrat, neU0 rer l i / / ' rone Ji \a ' i argeîLalr ' r puo orJ

fondare. oltre che suua cosptcua aÍeslazone di tali vasi oelle tombe Îalische' anche

sulla classe dei "sostegni" in ceramica argenÌata, celamenie ascrivibili ad un ar"lt€l

ro"ur.. nn.r,. Dell anLilo delrd cemnicd argent"h r no'm reoeni spic'aîo Per la

loro Derdl ia-r i là, co' ì che r 'u la molro comole" 'a la rce'ca dei coníonrr ' lJre sLrur

, ì"r . 'aì ' *rr ì ." . non impeal 'ce ad osni mooo di ndi ' dudrc al l inremo del la

Drodu/;one:rPenl2rJ to ' ' ; rui 'e un i l lere"anre punro di 'onlal lo r 'ppre'enldl" dd

rna oanicotar i (er ie di ÀPmti nn\enuú nelr 'JJea di O ! iero ' : In que'rr e\empra-

l . - ' "1,"1, i . p l . -" p 'oromi fenrrr i l i cne ' i erem ! ' d i recrpierr: c ir indr ic i r icor

dano, in alcLìni casi, le fattezze delle teste dei vasi falìsci'

La comDosita ofaanizzazione di quesle officine falische' all'irtemo del1e quali

. * .1"" r* ."rr"ù'-- 'one rrroróprr ' rr e \d 'ui re 'r imonirra dal l u 'o del lc sre-

' . - i l rn. i J ' ' " r ." probabi le dbbia cóin'otro a"cne la pl ! ' r i t " del bron"n sebbe

ne la scarsirà oesl i . ruoi in proposiro e lc co:prcur laLune J:1tu JocuTenla/ l i le

non con(eorano J' 'er i f icare rale ioote' i r l fano 'he come \ i e r '5 lo rmporanrl

;;t;il;" tecniche, iconogmfic-he e siilistiche dei "sostegni"' unitamenre alla

"' DE CHhM 1960 Ai noreroll nrovmenú or vNi argeftarì efreuuali nell'Ùea di OryiÒto e

Bolseú ùa h nne del secolo sco^o e gli inizi di quero s{olo' ntoranenli iaìì da tur atlribrire all'in

"* p-a-"* il nóne di ccràni.a volsiniese" (úÙ6s\N l8?l pp 5 2?r FLRNÀNGLER 1885

d o . 9 9 , 9 9 : . t u / ' ó l 8 o - p : 8 8 P ' c F \ ' + ' H Ú l o u a f 2 0 D i \ ' 0 2 - Ó r l t M r q { 8 8 i

" i ' " * t s . . o * . ^ ' q i - r

" " ' ' " ú o r a s e ' ' s e ' ' n e o ' o J r " r " ' o ' i ' T : " : ' -

li efrettuad nella Dnd {i Bdbdmo Rolmq cne hmo conÙìbuito à loniÈ nÙorl dati sùla locaìiz_

z@iÒne dÈìle oiEcine e sùUd dabzione della lase iliziale della PrcdùzionÈ: il úredo di ma bnba dr

i. iit'*, n-*." t.*, è sato jntini {lahro da G Pidu al t{do w s'c ac @taNÙ 19791'

i"" **,"1,n ai op** -" revnione rt€l dari oderÎi dalla Dc ChiÙa si vcda CÓDNN^ Dr P^oLo'

corcNNA 19t8, pp. 268 269, 372_lr3

" C"a, rrsou 1981 Alcùni Ydi trsenrati lahsi nuniii dal B€d1ev ncl Gflppo di villa

c.lil rjo:" fetMriv 1947, p 281) sono sni presi in 'onsidèrazionÒ dala De chida: DE cÈtaR^

19ó6, pp, 385-392;.- M"r.*."*'"t 1931, pp.4952, Tàf 5 àbi ADEWRT Ì982, !p 969' {daian entro La ncra

4so\ FpcM \ lcsta |LMMTMLL tN ctRaMtcA ARctNrarA l 5 l

presenza dellÀ "vemice" Ígentata. rimandino ad esemplari netaÌlici. rende moitoprobabile da un lato I'ipotesi, già formulata da alcuni (KRAUsKopF t980: CoMEL-LA 1986, p. 218; DE tucl-{ BRoLU 1991, p- 76), che a fdle/ii esistesse unaproduzione bronzisrìca di notevole livello, dall'alÌlo la possìbilirà che anchc gli rnigiani del bronzo si servissero dei prctoripi adoBati per 1e rerrecorte (CoMELLA1986, p.218). Tale nesso con la produzione fiuile assume ancor pirì consisrenzase si considera che, nella realizzazione del prototipo in argilla, I'opera dei bronzisti è efremamente simile a quella dei coroplasti: a questa fase del lavoro si porebbe forse far risalire la comune creazione di tiDolosie iconosrafiche e lo scambiodei modelli 73.

8. Inquadmnento cnrclogìco ? Lansideruzíoni conclusire

L'analisi degli aspeui tecnici e lipologici. lo studio de1le caraneristiche icono-grafiche e la ricerca dei modelli che ne hanno fomilo l'ispirazione, il tenrarìvo diindividuazione della funzione, 1a veriîìca della diftusione del ripo e delle matrici.sono tutti elementi che, se unitanente consìderati, forniscono ìnteressanti spunti edoffrono ia possibilità di rìflettere su alcuni aspetri del1a vira socio-economica eproduttiva di quei centri dell'agro îallsco Falerií y.reres e Corchiano che han-no restillito in noievole quantirà questa parricolare serìe di ieÍecotte.

Una delle principali questioni che possono a questo punto essere prcse in considerazione è quella che rigrarda l'inqua&amento cronolosico. a proposiÌo del qualesono pudroppo estremanente carenti le inforrnazioni fomite dai contesrì funerad.compresì neÌla recente pubblicazione dei docunìenri redani alla fine del secolo scor-so dagli autorì della Carta Archeolosica d'Italiala. Considerata la scarsa urilitàdel1e indicEzioni offeÍe da11'esame deì contesti di appartenenza. si ritiene oppor-tuno fare qui solo un cenno a quei maÌerialì che si Fesenrano generalmenre asso,ciali ai "sosregni" a testa femminile nell'ambito dei coffedi iombati. al fine di detimrtèr€ quanto meno l'arco cronologico interessalo dall'attesrazione degli oggeni inquestione. Le classi cefamiche rappresenrare in tuni i contefi sono la ceraÌnicafallsca a figure rosse, con attesrazioni concernenii l'intera durara della procluzione.la ceramjca a vemice nera. la ceramica argentara e la ceranìica acroma o ricoper

l Un tenoneno dnaloso è salo jndividuaro a prcposno della lrodùziorc deìÌè poromi femniniliarcache: cRorssaNr 1983. F 10.

ro Coza. easqur 1981 Le rèìuioni di scavo isulEno infanì qùasi innrilizzabiti !i tini di umcorera arùibùrione crcnalogicn: alla sisrcn.ricr spolidione deìle ronrbe da paÍe di sc.varori clandcstid, ciEosl!ùa che ài pnvocaro la perdir! ìrecuperabile di um norevolc qùanrìra di ÒggètÙ .osritutiu coftdo o di una cospicua úole di infornùionì. si è aeeiùnta inraîri in nolti casi la mùcata redaaone, da paíe deg[ npÈltori de]l epÒ.a. dì elenchi dei naÌefiàli dideFnziad in base ,t lÒre èsúo ìuogod ; n r r c \ m e n r o I r É o J î l r d d e p o . / o .

152 LAUR.A MARIA MICHE-TTI

ra dà ùna palina giallasra imilanti analoghe forme metalliche; accanlo a queste.presenti nella maggior paÌte dei coÍedi sono le prcdozìoni sovúdipinte del Grup-po Srfra, del Gruppo del Fantasma e Ie imiiazjoni errusche dei kanthani Sainf

Vatenrin, 1 p|àfrelli Genucilia e Eli arÀo; anulari decorati con motivo ad onde Olrleb \ ar i omamen,i in oro. argenro e prere preTio\e roro 'pe so drre{a r oPge i di

uso personale (specchi del tipo con Lase e Dioscuri, sr.ìgili. sandali ed aghi crina-

1ì in bronzo. tusenole e rocchetti di impaslo o di pasta viÍea) e gli oggeÌti di

anedo (candelabri e thwiaîeia bronzei del ripo con animali lungo il fusto) o affe-renti alla sfera del banchetto (spicdi); non di rado sono infine presenti pedine e

dadi da gioco fittili. In assenza di dati più detragliati concementi l'esatta com-posizìone di ciascun corredo, da questo rapido sguardo ai nàleriali ch€ si tovano

associati ai '\ostegni" si può dedune solÌanto la pertinenza dei nostd reperti al IV

secolo a.C.. periodo a] quale rimandano anche ì naterialì facenti paÍe' assieme

all esemplare n. 1, del deposilo votivo del saniuario dei Sassi Caduti (CoMELLA

1986, p. 1571 DE LucIA BRoLLI 1991, p. 76). Pertanto, se si vuole tentare di

delimilare con maggìor precisione I'arco cronologico nel quale si collocano le terrecotte qui prese in esame. è necessario basaÌsì essenzialmente su considerazionisrìlistiche e sui conftonti che si sono individuati nell'ambiro di altre prcduzioni Sì

è visro in precedenza che i prototipj iconografici rinÌracciabili nel teÌritorio greco.qud cd e.empio le enccorre d" Olrr ,o. f i ,v iaro "d

dì arco crùìologico comprerdente 1a fine del V e glì inizi del IV secolo aC In particolare, sono confrontabilida vicìno con questi esemplali i nostri lipi A I (Figg 5a'5b, n e A II (Figg. 6a'

6b, 8, ga-gb) che, per la notevole qualirà della realizzazioîe e 1a spiccata aderen-za ai modelli grecì ben visibile sia nell'impostèzione generale. che nelle fattez-

ze del volto femminìÌe, nel tipo di acconciatua dei capelli, net polos possono

essere collocati alf inizio della serie Contdbuisce ad un piùr preciso inquadramento cronologico di quefi due tipi il confronto con te gìà menzionate o;'o'Àoatplastiche falische (FiCg. 17a l7b) delle quali i "sostegni" (Fgg. 5/' 5à) condivì-

dono le maÍic| sebbene discordi siano i pareri relativi aìla loro datazione: se infai-ti A. M. Comefla. sulla scorta del Beazlev, assegna te oinochaai ed if iostegno"n. I al 3?5-350 a.C. (CoMELLA 1986. p- 55, tav. 28 d-ei BEAZLEY 1947, pp'

156-157). G. NaÌdi e V. Jolivet collocano vasi plasiici di questo tipo, ascrìvibili

secondo Jolivet al Gruppo Barbarano, èl1a fine de1 secolo (NARDT 1980' p. 265:JoLrvEr 1982, pp. 31-33. 10,t 105 n. 30). Tuttavia, la maggjore complessilà molfo-

logica e la relativa accrÌalezza nella resa della decorazione figunta indurebbero

a porre questi vasì aúrcpomofi in una fase iniziale della produzione standardizz ra di oínochoaí di forma VII afferenti al Gruppo BarbaÌano D altro canto'

un'analisi compaÌata di "sostegni" ed oinochoai derivanti dal1e fesse matricìsenherebbe rivelare in alcuni casi una ceÍa recenziorità di queste ulfme' chemostrano 1'aggiunta, rispetto ai protoiipi onginari. di elementi omamentali quali 8liorecchini discoidali con rosetta, che, assentì nei coÍispondenti'iostegni"' rinan-drìno almeno all'ultimo fentennio del lV sec. aC. (Oro degli Etru:tchi, pp.66'6'7.

"sos|EGNI" a rEsr^ FEMMINTILE rN ciERLvl(A aRcFN IATA 153

313 n.251). Considerando uni tamenle iconJront i iconograf ic i 75- 1elc laro l ivc l lo

stilistico e I'accuratezza tecnica chc conraddiringuono qÙesli 'sostegni . si può

collocarc vcrso la nÌetà del lV scc. ll.C. l'alvio della produzione delle tcfrecotte

fàljsche, che, corì i tipi A I c A Il (t8g. 5a'5b, 7; 64'6b 8 94-9ó). si dìnìost'ano

ancora nìolto vicinc d modellì greci c nagnosrcci della fine del V c della prima

mclà dcl sccolo successivo. A conterma di quesra collocazionc cronologic'ì si può

inoltre ricordare il confronto. sopra menzìonato. con il busto di Giunone dallo Scasa

to, attribuito agli anni inlomo al 380.ì.C. (Cor-oN'N^ 1992, p lLl). del quaÌc sl

è già soitolinell.r l.ì probabile anter;orjlà rispelto ai 'tofcgni" A qucste prime clabo-

raziori h.ìnno poi fatio segujb, nel corso della seconda merìr del lV secolo' Ùlte

lio realizzazjoni che p.rioùo ad ogni modo dovcrsi collocarc enrro la fine del IV

o. al più l,ldì, negli anni iniziali del lll secolo. Se infatli ì1 !ìpo A lll (/'is8 1

2a2b, l\u l)b) sembrè anco&r molto vicino ai tjli precedenli ed è caratlerizzaro

dàllo sviLrppo e dal1a rielaborrzione di dclcnninati clenenti iconografici bande di

capelli ondulati ed inanellali al di sopra dellc orecchic. rdft/.os hipafiito che

contBddistnrgucv.ìno í primi esemphÌ| ì tii'i À lV. A V. B I c C I prescntmo

alcuni dctLagli che rìnviano senza dubbb.ìlla fine dcl lV secolo o agli jnizi di

qucllo sùccessìvo. Per quxùto rigxarda i Lipí A IV (Fgs 3d 3h, l1) e A'v lFigS1a-4b. 12), qrcsL; crrrltei dì recenTìorità sono r.ìppresenLrli dagli orccchinj discoì

dali coù pendente conico o piram;dale prescnri su tutti i repeúi: cÌuesto tipo di orec

chinì, probabilnìente di o.igjnc nagnogrcca (ori di Tdrdnto. pp l33 136; Guzzo

1993, pp. 92-96.253). ò diruso in aìnb;Lo etrusco làziate g;à dalla lìììe dcl lV seco

lo. come ò Lclimoniato ad eseìnpio dalla lotrr presenzî su una scric dì busti filli-

li dr Ariccia daÌati agli alìni in[omo al 300 a.C. ?6. Negli ultimi due tipi. a quesro

eleÍìento si aggiunge qucllo dellà accoDciatura con boccoli srlla tuonre c t.oó-flts

tipo B I (FisA'. l3a-13b, 14) c di una pctlinatura simile a quclla "a Ìùclone"

Lipo C I (F€3. 15, l6a 16h) che godrà di gr.ùdissina fortuna nel corso di

tulta I'eià ellenis!ìca i7. Scbbcne dunque si possa ìndì\'iduarc una succelsione tipoìo

i5 Nelìa s.toida nlclà del lV saokì sono da coìloúrt ùche gìi,cdlÀ?,,Àdmi pEce{lentmcnrc

nìdi.xti qu.li corfrcnli ter i nosn Epcrii ADFM8RT 1982, pP. 93 91i per un! divcrsa cronÒìoeia (penul

timÒ dt.únio dcl se.olo), si veda llaRARr 1980, p 113ro ZEu Crr.L;u L9?3, pp. l2l-:124i Di Mr\o 1990, Pp 170171; BL-^NCK 1991. p Tt9 Qucri

e\enÌrlfi pÒrsano essel€ conirontati con gìi olecchnri dúi ripi V C e v D delh cl'siicÙione di P C

c\tzzo Cúzb 1993, l' 253.rr sinrili acconciatur€ cútlerìz/anÒ i baharún brunzei srudìrli dx S llaln$r É\bEs 1959: tiaD

1985. pp 119l2O,nn l9l 194. H. Blanc( hr PiÒposÌo per Inftra clals€ dx datazione ncl xeriennnì

r civrllo dùl 300 a.C nor nGnendo chc si debbr s.Òrdùre alla linc ,lel IlI s..oìo per Lrc!ùrc rtfi_

noniaoze dell'u$ drlìx lcÌÌiratura r neìone" c deglì .rÒ..hini dncoddll .on pendcnrc piftùidaìc:

BL,rN.R 1991. np. ?17 779 Si ve,ìnno i.olÌr€ Hls l9?i, p 120. pì 53i Arr^M l9lJ'1, pP. 38-10. nn'

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12. G\.rrA CasrÉLLANA (\rT). Mùseo Arcb@ìogico dell'Agrc F.Ìisco, sostègno'n. 23(disegno L. M. Michetti)-

"sosrEGM" A TEsrA FI'MMDiÌL.F: tN CERAMlca ^RCì-NTATA 155

Fìgg. lla l3Lr. Cìvrr^ CasrHr-Ì-ANA (V'f). Mùseo A.cheologico deìl'-Aero Fxlisco, _$ttÈ

gno" n. 26 (fbto L. A brosini).

gica nell'ambilo dì questa serie. chù moúa pima 1a dcezione c la riproporzrone

di modùlli greci. poì il progressivo àdattalnelìlo e h nelaborazione di rali modelli.

ò bene rimarcère conre laìi svihppi si inseriscano nel quadro prolìndamente Nritx

rio di una pfoduzbnc con carafteristiche peculìùi ben definile e strcLlmìente rdcÈn-

tc. durmte lutto ìl suo corso,.ìlle originùie lbnti di ispìfaTure

La noievole qùalìli tecnica e stilirica dellc le ecollc. cosÌ conre la prcscnza

rlella "vernice'ùgcDLata posta ad imiL e metalli Feziosi. inducono molre a pcnsa-

re chc qucfe píccole Èsre iitili fossero dcstinaie Fobabilmente in qurnlcì oftèf

Lc legate al culto funer{fio a personaggì tènìlninili appaÍentnti ad uù ceto medro

piultosto facoltosoi .lucsh ìpolesi pare dcl resto conlèmata d la ricchczza dei corc

di tonbdi nell'ambilo dei quali sono stati riùvenuti i "sostegnì". coÍedi fomiri. co-

n1c si è visto sopru. di prodotli di pregnr quali cetumìche figurate ed a'gentate. và

sellanÌe bronzco, omamenli personnli in oro ed ffgento. oggetii di aù:do in bronzo

f6.bijlt"n,ì

,lL

Fig. 14. CnrTA CAsrEr-r-aNA (vT). Museo Archeologico dell'A8ro Falisco. "soste8ro n. 28(disegno L. M. Micheni).

-aite

-fl9 ,

Fig. 15. Cnrra CASTELLANA (VT). Mus@ Àcheologico dell Agro Fallsco, 'tosteero" n 30(dnegno L. M. Michetti).

1 5 8 LAURÀ \4ARIA NIICHETTI

Fig. lóa CI\,1rA CASTELLANA (VT). Museo Acheologico delÌ Agro Falisco. tofegro'n 30{loro S.A.E.N{., neg. 114884, e L. Anbrosìni)

Un impoÍante conÍibulo offc o dai 'sosLcgnì'A tesla femmiùile conceme poiln sfera. cxi si È falto cenno ìn precedenza, dell ideologia tuneraria, che, a pmposito dei contesti lorÌba1i del1'agro falisco scavad alla fìne de11'800, si presenra spesso sfuggente e di dìfficile delinedTione a causa della scarsità dei dati pervenutici:rn un quadro di così problenìatica leftxra. l'ulilizzazione prettamente tuneraÌi.ì diquesti oggettì ed il naDdo alla fi-sura di DeIìetra e a lutrì g1i aspettì ad essaconelali ambiio agrario. feúilità, nuntlus nultebris. aldilà . così come la specifici!à tipologic,ì e 1a mancara diffusione al di fùori dell'agro falisco fanno inrave,dcre quanto siaro peculiari e fìnora pdve di confron|i puntuali alcune madfeslùzioni di carauere fuùefario fiorìte in questo ambito redtoriale.

Un ulteriore appofo fomito dall'analisi di qùesri màreriàli igùardà le carùned-sliche dell'artigianalo fittìle tàlìsco che, a paÌtìre dalla flne del V e dagÌi inizi dellV secolo. si presenra paficolarmente fiorente e seùìpre pjù auronono nei conÌonti

"sosrEcNf' A TEsra FE\,IMINILE rN CERAMICA ARGE\TATA 1 5 9

della produzione voiiva veiente della quale erano stati a luneo .ecepili tecniche emodelli (CoNTELLA 1981. p. 793i CoMELLA 1986. pp. 213 214, 217). Le bo$eghefaLische senbr.no ora ofganizzarsì in modo piìr complesso e possiamo supporre cleall'intefno di una stessa officina collaborassero altigìani specialjzzali in filoni differenú della produzione firiile, come è dato dscontrare dall'uso di nlalrici comuni lerla realizzazione dei rosti reperîi e delle oi"o.i,a; plastiche.

L'analisi dì questi "sostegni" a testa fen1n1lnile in ceramica argentata metledunque in luce l'esìstenza nell'agro falisco dì una paÍicolare pfoduzione fittile chesi rivela dcca di implicazìoni per quanro rìguarda sia la sfera del riùale linerarioche quella delle radizioni aÍigianali. Se infalti questi oggeltì sono pofatori di foltivalenze sìmboliche essì si rilelal1o allo slesso tempo prodotu dì notevole livelloqualilaLivo che ripropongono fedelmenle. o iraggono conuùque ispìrazione da essi,protolipi ìconografici di odgine greca e siceliora. Tali fattod concorono a poffe in

. J i - - - l - b B o \ 4 ' . \ ' L . " . C e ! . r . n o r ' . o .necropoÌi dei Cappùccini (da NARDI

iìrr 18250: oiar.ho? plalrica da OÍe.1980. rav. CCLXXÌII l 2).

160 LAURA MARLA MICHETTI

Fig. 18. TuNrsr. Mùséè du Bddo: th!tuidîeriù a testa femminile kernaphalos d^ C:èrtlt9irc(da,Ecrtct 1988, p. 62), n.222).

evidenzè la viialità che carafierizza ìn questo pedodo ì centri falisci e che sì mani-fesla da un lato nella peculiarità delle nanifestazioni di carattere funeffio' dall'altronel rigogÌio del seftore aÌtigianale. È evidente del resto come la creètività di cui èin{lizio I'elaborazione di questa pdicolarc tipologia dì oggetti sia perfetlamenG inarmonia con i1 quadro di gande vivacità che conrraddistingue il tellitorio falisconel IV secolo e che è testimoniata dal conlemporaneo fiorire di una serie di produ-zioni anigìanali - dalla cerèmìca a figurc rosse alla coroplastica architettonica evoÌiva legaie ala presenza di importanri sanruari ?3 a taÌ punto influenzate dalmondo aristico ellenico da rcndere plausibile f ipotesì del'arlilo a Faleríì' negliannì intomo al 380 a.C., di maesttanze, oltre che di model1i, provenienti dalla Grecia(ADEMBRT 1987. p. 327 e nota 729; CoLoNNA 1992. p. 111).

rs Sulla cemic! iùlisca a nelre rc$e di pnna fase, si reda ADNBtu 1987. in ldicolaE pp

321 149: sùlla coroplastica dchitettonicd CoLo\NA 1985, pP 85_88. 110ll3 e ID 1992- pp. l0l l13;

sllla prcdlzione rotiv!, sì veda covElh 1986.

La presenza. di cui sono indizio i "sostegni" a testa femminìle. dì boÍeghe úg.ado di concepire prodotti fittili di indubbio valore anisdco. cùatterizzad daun'crremr unitaricLà di rcalìzzazione ed ispirati ad un repertorio iconogÌafico trat-to dall'ambito greco ed ilaliolai costituisce un'ulÌeriore conferma del-esistenza distretti rappoti tra ì1 terrìtoio falisco ed il nondo nlagnogreco. e contribuisce amellcrc ancor piìr in evidenza la situazione prricolamente prospera che si riscontra in questo liangente a Fal?rti. I1 ruolo di spicco rivestito da questo cenEo siìnserisce pefaltro nel quadro dì grande sviluppo economico che conrraddistinge inquesta fase il settore tiberino. divenuto omai il pcmo fondamentale degli scambi-cultùrali ollre che commerciali 7e. tra l'kalia nìeridionale ed il settentrione. ralerii.così come altri imporlanti siti del'Eturia intema, deve aver tratto la prcpria flondezza da un controllo paticolamenle aitento de1 teúilorio, che si esplica in una sì-stematica riorganìzzazione degli insediamenti minori: emerge in questo patroramasito di Corchiano 3a che, sorto a poca dislanza dalla metropoli falisca. pare ora cara!terizzalo dalla presenza di un ceto medio benestante esEemamente accogliente neicoùftontj delìe novitàr e degli stimoli culturali pfovenjenti dal centro principale Talericettivitàr è ben cvidenziala dalla presenza massiccia, neì contesti tunerari diCorchiano, deì "sostegni" in ceramica argentala, che vanno ad aggiungersi ad altriprodotti di pregio quali in pdmo luogo il vasellame figurato- La cospicua atlesta-zionc di questi oggclti in conlesli tombali senbra pertanto affianc!Ìe Corchìano aFdle.tt nell'accordare una predilezione del tutto specìale a determinate manifestazionì locali del dtuale funerarìo che sì configùrano come estremamente peculiai efinora Dfive di riscontri Duntuali.

" \ o i l l c M a r L s T A f t M l . 4 t N l | | r \ ' - t À M , c a R u \ 1 À l a

LAURA. MARìA MrcEÉ'fir

7e Gli intenli .!ppor.i cultmli Ía l'!gú tilisco ed i cenúj dell lÌalia neidionale sono del rcfo

Ìesliùoniali dai consjslenri jniùssì dclla ceranosrafia itlli.ra sùlla prcduzione di ceranica lalisca a fiaurc nssè di pnna tuse: ADEN6ù 198t, t. 328 sge.

3o Sùl ruolo stateejco rivesiio nel ÌV secolo da cofhiano. nel quadtu dcl renlalivo enasco fah

sc. di ÈcnaÉ I avúzara úr!tu n€l tèdlono falsco, sj veda Coloù'a 1990, pp. 122 123

ì ó l

ANAIISI CHIMICO-MINERAIOGICHE DELLA SUPERFICIE ESTERNA DEI.SOSTEGNI" A TESTA FÉMMINILE IN CER,A.MICA ARGENTATA

Lr pellicola efema presertc in maniera non unifome, e sovrapposta al mate-rìale argilloso di cxi sono composti i "sosregni" descritti in questo làvoro. è stataoggctto di approfondite analisi chimico-mineralogiche qurlitaiive al fine di rìsalirealla sua conDosizione. Sono stati Drelevati manrÌalmente alcuni frammenti miliime

162 cÌANcARLo PARoDI

tr ic i det la parte più estema dai campioni nn- 1,3, '7,8,9, 10. 12. 14,20,25,28,29. I frammenti sono stati fissati su di un supporto metallico (alluminio) e succes-sivamente ricoperti da un sottiÌe filn di gtaÎire a1 fine di rendere condunjvo ilcampione e permettere il passaggìo della corente di attivazione

I frammenti sono stati osservati al Microscopio Eleftonico a Scansione (SEM)modello EC&G dotato di sistema Ofec 5000, coÍente di attivazìone 10 eV, ener

sia del filamento 10kV, durata della scansione 100 s.In tu!!i i campioni analizzati si è costantemente osservata 1a presenza dello Sn

specialment€ nelle pafi pìùr esteme, in minor quantita sono presenti, nell'ordirc. Si.Al e Ca. Non è possibile. con 1a tecnica utilizzala, poter stabìlhe se si tratti dj Snallo stato metallico oppure del prodotto di ossidazione SnOr, ìn quanto I'ossigenonon è rilevabile con il SEM. La presenza degli all elemenii è imputabile ai mine-rali argillosi presenti nelf impasto ed in slretto conlatlo con la pellicola. Idattj laloro quantità aumenta con I'allontanarsi dalla supedicie.

GrANcaRro PaRoDr

EG&G Ortec System 5000Spectrum Plotting Progam

Prinrplot VO2 05Sample ID: 1750Energy Rúge: 0 l0 kV 10 ev/chPrcsen!: Live Time ó0 SecondsReaL Tlme: 41.65 Sec. Live Time: 30.,19 Sec.28% Deadtime 4130 CountlsecondAcquisition datei 26-Jan-93 Acquisitjon time: 0l:32:59

ì

"sosrEGM" A TEsrA FEMMTNÌLE IN CERAMICA ARGENTATA

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