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Colore e Colorimetria
Contributi Multidisciplinari
Vol. VII A
A cura di
Maurizio Rossi
Collana Quaderni di Ottica e Fotonica n. 20
www.gruppodelcolore.it
Associate Member
AIC Association Internationale de la Couleur
Società Italiana
di Ottica e Fotonica
Italian Branch of the European Optical Society
Colore e Colorimetria. Contributi Multidisciplinari. Vol. VII A
A cura di Maurizio Rossi – Dip. Indaco – Politecnico di Milano
Gruppo del Colore – SIOF - www.gruppodelcolore.it, [email protected]
Impaginazione Maurizio Rossi
ISBN 88-387-6042-x
EAN 978-88-387-6042-6
© Copyright 2011 by Maggioli S.p.A.
Maggioli Editore è un marchio di Maggioli S.p.A.
Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001: 2000
47822 Santarcangelo di Romagna (RN) • Via del Carpino, 8
Tel. 0541/628111 • Fax 0541/622020
www.maggioli.it/servizioclienti
e-mail: [email protected]
Diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione
e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi.
Finito di stampare nel mese di luglio 2011
Da Digital Print Service srl via Torricelli, 9 20090 Segrate (MI)
Colore e Colorimetria. Contributi Multidisciplinari
Vol. VII A
Atti della Settima Conferenza Nazionale del Colore.
Gruppo del Colore – SIOF - www.gruppodelcolore.it
Sapienza Università di Roma
Facoltà di Ingegneria,
Roma, 15-16 settembre 2011
Comitato organizzatore Fabio Bisegna – Sapienza Università di Roma Franco Gugliermetti – Sapienza Università di Roma Maurizio Rossi - Politecnico di Milano
Comitato scientifico Tiziano Agostini | Università degli Studi di Trieste Salvatore Asselta | Flint Group Italia SpA Giovanni Baule | Politecnico di Milano Giulio Bertagna | Osservatorio Colore Fabio Bisegna | Sapienza Università di Roma Monica Bordegoni | Politecnico di Milano Mauro Boscarol | Colore digitale blog Aldo Bottoli | Osservatorio Colore Leonardo Ciaccheri | CNR-IFAC Osvaldo Da Pos | Università degli Studi di Padova Maria Luisa De Giorgi | Università del Salento Andrea Della Patria | INO-CNR Mario Docci | Sapienza Università di Roma Patrizia Falzone | Università degli Studi di Genova Marta Fibiani | CRA-IAA Simonetta Fumagalli | ENEA Davide Gadia | Università degli Studi di Milano Marco Gaiani | Università di Bologna Marisa Galbiati | Politecnico di Milano Alessandra Galmonte | Università degli Studi di Verona Anna M. Gueli | Università degli Studi di Catania Franco Gugliermetti |Sapienza Università di Roma
Filippo Lambertucci | Sapienza Università di Roma Nicola Ludwig | Università degli Studi di Milano Lia Luzzatto | Color and colors Mario Marchetti | Sapienza Università di Roma Fulvio Mattivi | Fondazione Edmund Mach - IASMA Paolo Mensatti | CRA-ING Claudio Oleari | Università degli Studi di Parma Sergio Omarini | INO-CNR Antonio Paris | Sapienza Università di Roma Ferruccio Petrucci | UniFE/INFN FE Marcello Picollo | IFAC-CNR Angela Piegari | ENEA Renata Pompas | AFOL Milano-Moda Fernanda Prestileo | ICCROM Roma Alessandro Rizzi | Università degli Studi di Milano Maurizio Rossi | Politecnico di Milano Paolo Salonia | ITABC-CNR Raimondo Schettini | Università Milano Bicocca Daniela Sgrulletta | CRA-QCE Alberto Seassaro | Politecnico di Milano Stefano Tubaro | Politecnico di Milano
Segreteria Organizzativa Laura Monti – Sapienza Università di Roma Andrea Siniscalco – Gruppo del Colore
Indice
1. Colorimetria, fotometria, strumentazione, atlanti dei colori. Il colore digitale. Ripro-duzione del colore. Gestione del colore nell'elaborazione delle immagini, visione artifi-ciale, realtà virtuale, grafica, produzione video, fotografia, stampa………………………13
Analisi spettrofotometriche per la determinazione delle caratteristiche di visibilità e di resa del colore di pellicole solari applicate a superfici vetrate 15 F. Asdrubali, G. Baldinelli, S. Schiavoni, F. Bianconi, S. Saetta
Il colore del suolo e i fenomeni di weathering 23 Anna M. Gueli, Carmelo Monaco, Gloria M. Ristuccia, Giuseppe Stella, Sebastiano O. Troja
Alcuni punti critici nella pratica colorimetrica 30 Gianfranco Cerruti, Luca Tomasina
La formulazione del colore mediante spettrofotometria nel visibile con doppia modalità di misu-ra: trasmissione e riflessione su fondo bianco 41 Salvatore Asselta
Twilight Zone del colore 47 Marco Carpiceci
2. Il colore in relazione a illuminazione, metamerismo, adattamento, costanza cromati-ca, apparenza, illusioni, memoria cromatica, percezione in ambienti extra-atmosferici…………………………………………………………………………………………...55
Il colore nello spazio extra-atmosferico 57 Susanna Laurenzi, Margherita Marchetti, Samantha Ianelli, Mario Marchetti.
L’estetica in odontoiatria: valutazione colorimetrica della gengiva peri-implantare 65 M. Gargano, N. Ludwig, D. Pandini, E Varoni, G. Moltrasio, R. Scaringi, G. Lodi, A. Carrassi
L’indice di resa cromatica: misura base ed approcci innovativi 71 S. Fumagalli, F. Bisegna, C. Bonanomi, S. Rasheed, A. Rizzi, F. Musante, M. Rossi
3. Il colore nella progettazione: architettura, arredo, comunicazione, cosmesi, design, grafica, moda e piani del colore………………………………………………………………….75 Biotrend design. Tintura naturale come valorizzazione delle diversità biologiche, culturali e so-ciali 77 Pamela Visconti Colore e Materia nel Progetto di Architettura 83 Massimo Zammerini Colore e wayfinding: una sperimentazione all’Ospedale San Paolo di Milano 91 Salvatore Zingale, Cristina Boeri, Marilisa Pastore Riqualificazione leggera di spazi pubblici e riappropriazione del “terzo paesaggio” 97 Alessio Patalocco Introduzione a un dizionario dei colori in architettura 105 Giovanni Brino Tessuti luminosi: dalla seta ai Led 113 Renata Pompas Everchanging. Color design guide for Centreville, residential buildings of Dongbu Corporation, Seoul, South Korea 119 Federico Picone Sviluppo di tecnologie industrializzabili per l’anodizzazione a disegno del titanio 123 Paola Garbagnoli, Maria Vittoria Diamanti, Barbara Del Curto, MariaPia Pedeferri Il senso dei materiali 131 Sabrina Lucibello Il colore globalizzato 139 Lia Luzzatto Luce e colore: un rapporto critico 145 Chiara Bertolaja Il colore come driver cognitivo dello spazio urbano 151 Francesca Cattaneo Il Progetto del Colore Funzionale: studiare, scegliere, applicare il colore per umanizzare gli am-bienti sanitari 159 Daniela De Biase, Gaia Battistini, Tiziana Iacobacci Coloured verb list splashing into exhibition design. Nuove verifiche paradigmatiche 167 Marco Borsotti Il Nessun Dorma di Chen Yifei a Pechino: trionfo di luci e colori per una perfetta sintesi di musi-ca, pittura e architettura 175 Saverio Ciarcia
La cura per le cose: il design sensoriale 183 Eliana Lorena Il colore come materia di progetto della nuova pelle architettonica. Schermi, interferenze, meta-morfosi 189 Raffaella Trocchianesi Caratterizzazione del colore sui rivestimenti zincati tramite le curve di riflettanza spettrale 199 S. Natali; V. Volpe; L. Zortea Ornamento, delitto e colore 207 Fabio Colonnese La “Lucicultura” in Italia negli anni ’20. Luci e colori per una nuova immagine urbana 215 Carlo Biagini, Michelangelo Fabbrini Architettura e impermanenza 223 Rocco Converti Architettura, colore e psiche. Il colore come elemento definitorio del fenomeno transazionale negli spazi di vita estremi 229 Rosario Marrocco, Josè Mannu La costruzione del colore - Il colore della costruzione. Quali contesti per le architetture della città contemporanea 238 Filippo Lambertucci La caratterizzazione degli spazi interni a mezzo del colore. L’architettura inglese del XVIII secolo 245 Pisana Posocco La ricerca della terza dimensione del colore. Le sperimentazioni nel progetto degli edifici univer-sitari e della residenza per studenti 251 Carlo Maggini Linee guida per il Piano colore della città di Milano: proposta per un Piano Attuativo d’Ambito 259 Francesca Valan La solidità del colore in architettura Scale dei grigi, metodi di prova e strumenti di valutazione dell’alterazione del colore del prodotto edilizio 265 Gaia Mussi La Fisiologia dei colori di Filippo Lussana nella storia delle sinestesie 270 Dina Riccò
4. Il colore nell'arte, nella cultura, nella rappresentazione e nel disegno………………275 Le trascrizioni del colore dall’idea al modello geometrico 277 Giampiero Mele
Alcune osservazioni sulla concettualizzazione linguistica del colore 285 Alina Kreisberg Il colore come performance: dal testo alla rappresentazione visiva 291 Pierpaolo Marcaccio , Paola Taddei Modi di Dire sui Colori nella Lingua Italiana 295 Giovanna Siervo, Stefania Chiacchiararelli, Paolo Bonaiuto “Trattazione di uno studio sul colore”: un inedito del pittore Gianni Maimeri 303 Sandro Baroni, Anna Maimeri, Paola Travaglio De coloribus: prima edizione di un trattato ellenistico-romano sulla fabbricazione di colori 311 Giulia Brun Lettura dell’architettura contemporanea attraverso il disegno e la rappresentazione cromatica manuale. Il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma 319 Emanuela Chiavoni, Livia Fabbri, Francesca Porfiri, Gaia Lisa Tacchi Medium o messaggio? Episodi limite della riproduzione a colori di opere d'arte 327 Daniele Torcellini La policromia dell’Ara Pacis e i colori del Campo Marzio settentrionale 333 Simone Foresta Il progetto del colore: sperimentazione e rappresentazione al Laboratorio di pittura murale del Bauhaus 341 Michela Rossi Il colore nella didattica del disegno nel XIX secolo a Cagliari 349 Paola Casu Colore e luce nella rappresentazione digitale dell’architettura 357 Cristiana Bedoni, Laura Farroni Il colore alle origini della video arte fra sperimentazione e resistenze 363 Anna Mazzanti Architettura, colore e filosofia. Lo spazio tra materia e spirito di Rothko e Barragán nella filosofia di Schelling 371 Elio Cappuccio, Rosario Marrocco Che cosa ci insegnano gli artisti 379 Giusy Petruzzelli Traduzioni cromatiche: problemi di leggibilità e percezione 386 Maria Linda Falcidieno, Luisa Cogorno
5. Il colore nel settore dei beni culturali: archeometria, coloriture, sintassi architettoni-ca, materia, tecniche di conservazione, identità territoriali, restauro, valorizzazione dei beni culturali……………………………………………………………………………………….395 Giallo Pompeiano 397 Silvana Carannante, Francesca Civetti, Sergio Omarini, Filomena Schiano Lomoriello, Peppe Zolfo La misura del colore come mezzo di valutazione del danno di oggetti esposti alla luce in ambien-te museale 402 Laura Bellia, Carla Di Martino, Gennaro Spada Problemi nella determinazione di concentrazioni di pigmenti pittorici con spettrometria a fibra ottica 410 Davide Pandini, Nicola Ludwig, Marco Gargano, Annalisa Moneta Non solo allumina: caratterizzazione scientifica delle lacche pittoriche rosse 416 Claudio Falcucci, Simona Rinaldi Confronto tra tecniche spettroscopiche per il monitoraggio del degrado di vernici pittoriche tra-sparenti 424 Veronica Marchiafava, Marcello Picollo, Costanza Cucci, Susanna Bracci L’analisi colorimetrica a supporto dell’intervento di restauro sui mosaici della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina 429 F. Prestileo, M.F. Alberghina, S. Schiavone, L. Pellegrin4, G. Meli, D. Perrone Il Restauro digitale del colore: esperimenti e confronti sulla memoria teatrale degli anni Settanta e Ottanta 437 Desirée Sabatini, Alessandro Rizzi Ulteriori valutazioni sull’impiego della Principal Component Analysis su dati colorimetrici di tes-sere musive pavimentali 443 M. Alberghina, R. Barraco, M. Brai, L. Pellegrino, F. Prestileo, S. Schiavone, L. Tranchina, T. Schillaci Indagini sul viraggio dell’ocra gialla nei dipinti parietali dell’area vesuviana 449 S. Acquaviva, S. Carannante, M. Cavaliere, E. D’anna, M.L. De giorgi, A. Della patria, F. Lomoriello, S. Omarini Coloriture architettoniche: una ‘malintesa’ valorizzazione 457 Maria Grazia Turco Ancora sul ‘colore’ note in margine ad alcune questioni di restauro 465 Maria Piera Sette La policromia nei rivestimenti marmorei dell’architettura tardo cinquecentesca romana: qualità innovative del fenomeno e ricadute in ordine al restauro 475 Andrea Licciardello Il colore digitale per la caratterizzazione del rilievo archeologico 481 Alfonso Ippolito, Carlo Bianchini, Francesco Borgogni, Luca J. Senatore
Linee Guida per il Restauro delle Quinte Urbane del Centro Storico di Santa Fiora. Criteri di rile-vamento, analisi e restauro delle finiture degli edifici 489 Rossana Nicolò, Gaia Lisa Tacchi Progetti colore: la diagnostica per il costruito 497 Margherita Bertoldi , Susanna Bortolotto, Davide Gulotta, Lucia Toniolo Contributi al progetto percettivo - una proposta metodologica 505 Giulio Bertagna, Aldo Bottoli Influenza dei parametri operativi sulle variazioni colorimetriche del Ti passivato 513 M. Cavallini, C. Lupi, L. Zortea Valutazione mediante misure spettrofotometriche della pulitura di reperti archeologici a matrice carbonatica 521 Anna Candida Felici, Elisabetta Giorgi, Francesca Matera, Valentina Palazzo, Mario Piacentini Valorizzazione e conservazione delle opere d’arte attraverso un’appropriata scelta dello spettro della sorgente luminosa 529 Gianluca Scaccianoce Specificazione del colore di provini di terracotta calatina 537 A. M. Gueli, A. Privitera, D. Fontana, E. Nicastro, G. Stella, S. O. Troja Restauri di restauri. Riflessioni su alcune recenti coloriture romane 545 Marina Docci Colore e architettura esistente. Riflessioni tra conservazione e progetto 553 Rossana Gabaglio, Mariacristina Giambruno Il colore negli affreschi dei palazzi ottocenteschi. Un caso particolare nella Sardegna cen-trale 561 Claudia Pisu Il ruolo del colore. Dialettica tra memoria e valenze architettoniche 569 Maria Letizia Accorsi Spettroscopia in riflettanza per il monitoraggio di materiali pittorici contemporanei 576 F. Albertin, L. Boselli, E. Peccenini, V. Pellicori, F. Petrucci, F. Tisato Il ruolo del colore nelle simulazioni per la progettazione illuminotecnica dei beni culturali 584 Franco Gugliermetti, Fabio Bisegna, Monica Barbalace, Laura Monti La conservazione delle superfici dell’architettura storica e dei suoi colori come restauro critico-conservativo 591 Oliva Muratore Il colore e l’architettura moderna 599 Alessandra Cerroti
Il testo e il contesto. Per una scrittura narrativa della facies urbana attraverso le superfici e le cromie 604 Maria Vitiello Fini valori modalità e contenuti teorici del rilievo del colore ai fini di riqualificazione e restauro del costruito: centri storici e facciate dipinte 611 Patrizia Falzone L’esposizione museale “Colori proibiti”: trait d’union tra arte e scienza 619 Viria Rescina, Alessandro Monno, Giulia Germinario Analisi cromatica e analisi all'infrarosso: tecniche a confronto per la documentazione, il monito-raggio e la diagnosi dello stato di conservazione del patrimonio artistico 627 F. Gugliermetti, D. Paoletti, D. Ambrosini, F. Bisegna, F. Laudani, M. Testa Una estensione della colorimetria classica per la caratterizzazione di superfici e tessuti attraver-so riprese multispettrali con una fotocamera modificata 633 Marcello Melis, Alice Babbi, Matteo Miccoli
6. L'insegnamento, la pratica, l'esperienza e la cultura del colore. La natura fisiologica e psicologica del colore, i meccanismi della visione nei loro aspetti fenomenologici e teorici. Deficienze e anomalie, aspetti clinici e biologici…………………………………..641 Hermann Helmholtz e i concetti fondamentali della colorimetria 643 Mauro Boscarol Un’esperienza per migliorare la percezione visiva e l’informazione sul colore urbano 647 Emanuela Lauri Colour Design Edu.System. Un approccio creativo e sistematico all’educazione al colore per il progetto di design 655 Valentina Vezzani L’uso del colore nella rappresentazione grafica della percezione visiva del quartiere castello di Cagliari 661 Claudia Pisu, Valentina Fais Pigmento: un'esperienza pedagogica sulla sintesi dei colori 669 Giuseppe Burdo Esperienza progettuale e pratica del colore: un metodo didattico contemporaneo 676 Silvia Rizzo Le Camicie Rosse dei Mille di Garibaldi: percorso di ricerca e didattica sui colori naturali. Non si può innovare senza ricerca e senza memoria 680 Paola Barzanò , Moira Brunori, Caterina Maioli, Laura de Cesare Intrecciare i colori. Note di antropologia del colore 688 Riccardo Putti
7. Il colore di alimenti e bevande……………………………………….………………………697 Colori alimentari: tra realtà, desiderio e brand 699 Graziani Mariapaola, Mirna Tora Le regole per colorare il food e il beverage 707 Marina Mastropietro Effetto della tecnologia sulla stabilità del colore nel prosciutto cotto 715 M. Bergamaschi, M. Franceschini
489
Linee Guida per il Restauro delle Quinte Urbane del Centro
Storico di Santa Fiora. Criteri di rilevamento, analisi e restauro
delle finiture degli edifici.
Rossana Nicolò, Gaia Lisa Tacchi Dip. Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura, Sapienza Università di Roma
1. Fase preliminare di analisi
Le Linee Guida proposte per il centro storico di Santa Fiora [1] sono da intendersi
come strumento per la conservazione ed il recupero di valori formali e materiali
dell’antico borgo, consistenti nei colori e nelle finiture caratteristiche del luogo,
della tradizione e della cultura specifica locale. Esse si pongono come integrazione
delle norme definite dagli strumenti urbanistici esistenti, ed attualmente vigenti, e
come strumento di pianificazione del restauro e della manutenzione delle facciate,
legando gli aspetti puramente tecnici a quelli storico-critici.
In questa ottica si è tenuto a sottolineare come sia fondamentale la conoscenza della
materialità del supporto per favorire un corretto invecchiamento della superficie e
del colore al fine di incoraggiare l’attenzione per le tecniche di tinteggiatura, per le
finiture e gli elementi decorativi. Le Linee Guida sono finalizzate, quindi, alla
salvaguardia ed alla conservazione di tinte e materiali tradizionalmente legati al
contesto storicizzato di Santa Fiora, ed alla connessa stratificazione storica, ponendo
molta attenzione sulla scelta dei colori che le facciate dovrebbero assumere.
La redazione delle Linee Guida… per Santa Fiora si è avvalsa in primo luogo di
un’approfondita analisi storica, imprescindibile strumento di conoscenza preliminare
per qualsiasi apporto progettuale conservativo, seguita da un’attenta osservazione
dello stato attuale, operata a vari livelli di approfondimento: un censimento leggero
delle finiture in tutto il centro storico, la schedatura dei prospetti di edifici in alcuni
ambiti prescelti come modello di intervento, la schedatura dei campioni di intonaco
storicizzato prelevati in alcune fabbriche con porzioni ancora integre. Il centro
storico di Santa Fiora si è formato in epoca medioevale ed è organizzato in terzieri:
Castello, il più antico posto sopra una rupe, Borgo, il primo ampliamento disposto
sul versante della rupe e nella parte sottostante e Montecatino, insediamento di
epoca rinascimentale legato al’impiego delle abbondanti acque del Fiora.
L’indagine sull’abitato è stata intrapresa in diverse direzioni: una ricerca tipologica e
funzionale ha analizzato lo sviluppo del tessuto urbano e valutato la configurazione,
ove possibile, delle planimetrie degli edifici a piano terreno tentando di ricostruirne
fasi e modifiche salienti con un opportuno confronto con il catasto Leopoldino
(1825) utile a comprendere anche le trasformazioni in prospetto. Acquisiti i dati
relativi allo sviluppo della configurazione del centro storico si è passati a valutare gli
aspetti legati alla conformazione delle Quinte Urbane ed all’immagine di esse.
La percezione dei materiali e dei colori non è legata unicamente alla costituzione
materica dei supporti e delle tinte, ma è un insieme complesso a cui partecipano
diverse variabili fisiche, chimiche, percettive, psicologiche ed emozionali; il colore
non è solo materia ma «sintesi di materie e incontro della materia con la luce», come
definito da Clara Palmas Devoti [2], e «il colore delle case non è ciò che è ma ciò
che noi vediamo attraverso l’atmosfera e in particolari condizioni di ambiente,
umidità, incidenze di raggi solari; qualche volta è ciò che noi vogliamo che sia,
490
un’immagine sintesi di sensazioni umane, di sentimenti e di cultura, un’immagine
dunque che poco ha a che vedere con la sua sostanza chimica». Tuttavia, la materia è
la base di questo palinsesto ed è probabilmente una delle poche variabili su cui si
può intervenire cercando di tutelare la conservazione di un’immagine che ha
acquisito valore nel tempo.
Lo studio preliminare a scala urbana, quindi, si propone di comprendere i valori di
fondo delle quinte urbane, strade e piazze, che costituiscono un insieme in divenire
da conservare e tutelare. Il tono, il colore e la specificità dei materiali e delle
tecniche di lavorazione sono la manifestazione visibile dell’architettura e
costituiscono lo strumento di aggregazione che contribuisce alla definizione
dell’unitarietà, della distinguibilità e della specificità del paesaggio urbano.
I tre Terzieri in cui è organizzato il centro storico di Santa Fiora presentano
caratteristiche fisiche, materiali e luministiche assai diverse fra loro, dettate in primo
luogo dalla differente conformazione orografica, dai rapporti fra spazi pieni e vuoti,
dalla permeabilità delle strade rispetto alla luce, dal riflesso che essa ottiene a
seconda dei supporti su cui rifrange. Tali prerogative si manifestano con grande
evidenza nella percezione dei materiali e delle finiture dei trattamenti, individuando
tonalità e variazioni cromatiche differenti, oltre che una specifica aderenza alla
natura circostante.
Una prima ricognizione sulle finiture ricorrenti si è operata mediante il Censimento
leggero operato su tutto il centro storico, sia sui piani verticali che quelli orizzontali
assai importanti per la conformazione orografica di Santa Fiora che, disposta su un
promontorio roccioso, favorisce le visioni dall’alto dei terzieri di Borgo e
Montecatino, in cui emergono fortemente le pavimentazioni e soprattutto le
coperture, ovvero le visioni dei tetti. Si sono evidenziate soluzioni congrue e
incongrue rispetto al trattamento delle finiture, gli elementi di pregio da valorizzare
e conservare riconoscendo i patterns ricorrenti con i colori dei materiali.
Con il Censimento dello stato attuale si è elaborata, quindi, una sintesi delle finiture
e dei trattamenti usuali nei prospetti, nelle pavimentazioni e nelle coperture,
intimamente legati agli elementi naturali presenti che influenzano la percezione delle
architetture, valutando come il colore sia dato dalla tinta, dal tipo di materiale,
naturale e artificiale, dalla presenza di acqua, dalle variabili atmosferiche.
Da quest’analisi si sono individuati gli elementi di pregio fondamentali
nell’elaborazione di una metodologia che potesse valere per i tre terzieri. In ognuno
di essi si sono poi determinati alcuni scenari urbani (strade o piazze) significativi di
cui fare un’analisi più approfondita per elaborare la proposta progettuale. Tali
scenari costituiscono esempi metodologici per poter operare in tutto il centro storico.
Il censimento ha individuato elementi ricorrenti (materiali, finiture, problemi di
lettura del partito architettonico, superfetazioni, elementi impropri) da cui si sono
potute valutare le problematiche da inserire nella scheda tipo delle Linee Guida.
La scheda di rilevamento degli edifici compie, infatti, un’analisi globale
dell’immobile con dati metrici, descrizione tipologica, destinazione d’uso del piano
terra, descrizione degli spazi antistanti e giardini, trasformazioni e stato di
conservazione; procede poi con l’analisi delle finiture, materiali e stato di
conservazione, degli elementi di pregio presenti, e delle componenti tecnologiche
(infissi, illuminazione stradale, elementi di arredo urbano); osserva anche il contesto
491
limitrofo con la descrizione della pavimentazione stradale antistante il prospetto,
descrive le coperture andandone ad analizzare il tipo, la struttura, il manto e gli
elementi annessi. Parte della scheda è dedicata al rilievo cromatico, individua lo
schema di colorazione (monocromatico, bicromatico, etc.) e la tinta del materiale,
oltre che lo stato di conservazione. Per la muratura si è distinto sia il tipo di pietra
che la composizione e forma del giunto, che costituisce elemento fondamentale nella
lettura della tessitura muraria.
Contestualmente all’indagine sui prospetti, mediante un’apposita scheda si è
descritta anche l’analisi di alcuni campioni di materiali prelevati dai prospetti per
conoscere le miscele delle malte e degli intonaci, per comprendere la composizione
e la qualità delle cariche inerti e trovare esempi che potessero servire come modelli
[3]. In seguito alle valutazioni della schedatura (sono stati analizzati tre ambiti
urbani, uno per ogni terziere per un totale di circa trenta edifici) si sono scelte alcune
parti omogenee di particolare interesse dove operare la proposta progettuale. Tali
zone sono state discusse con l’Amministrazione e prese come modello per
l’individuazione della metodologia di intervento, da estendere ed integrare a tutto il
centro storico. Le problematiche fondamentali che sono emerse consistono nei
problemi legati alla conservazione della pietra a vista, conservazione degli elementi
pregevoli in pietra, conservazione degli intonaci, rapporti impropri nelle partizioni
architettoniche, impiego massiccio delle scialbature in cemento, inserimento di
elementi impropri, inserimento di intonaci con colori impropri, etc.
Nei tre terzieri tali questioni sono state individuate osservando il contesto urbano e
scendendo ad una scala architettonica e materica, analizzando il dettaglio della
finitura su cui poter intervenire con suggerimenti progettuali e prescrizioni
normative. Il terziere di Castello si struttura a partire dal XII secolo ed i suoi vicoli
sono caratterizzati dalla presenza di un tessuto edilizio denso e composito: in ambiti
anche molto ristretti la compresenza di diversi tipi di edifici, da quello di interesse
storico artistico a quello più semplice, fino a quello profondamente alterato, rende il
contesto estremamente vario e complesso. Anche in un medesimo edificio si
possono riscontrare finiture diverse in profondo contrasto tra di loro. La quinte
urbane si qualificano, quindi, per una grande varietà di trattamenti dei prospetti, non
sempre congrui, in cui convivono murature pregevoli con conci decorati e lacerti di
intonaci a graffiti con superfici danneggiate dalla frequente e diffusa
“decorticazione” dei prospetti e dall’impiego improprio di malte cementizie per il
trattamento dei giunti. Osservando le quinte urbane di Castello emerge il forte
contrasto fra luce ed ombra che si percepisce nel percorrere gli stretti vicoli del
terziere: la luce radente conferisce alla finitura delle superfici, siano esse piani
verticali o orizzontali, un particolare effetto cromatico, specialmente in relazione al
diverso trattamento delle stesse pareti. Soprattutto le superfici decorticate con giunti
scavati provocano profonde ombre che, a volte, con trattamento dei giunti in colore
troppo distante dalla pietra, spesso per l’impiego di malte cementizie, determinano
l’effetto quasi di un reticolo che prevale sul fondo ed altera completamente la
percezione dei prospetti. Il terziere di Castello è racchiuso in un recinto
(testimonianza dell'antico tracciato delle mura medioevali) e si osserva dal basso, dai
terzieri di Borgo e Montecatino. Le mura sono state inglobate nell'edificato che si
erge direttamente sullo sperone di trachite senza soluzione di continuità. Le
492
testimonianze grafiche antiche, come il disegno dell’Archivio Sforza Cesarini [4],
suggeriscono che tali fronti lungo la cinta fossero intonacati con colori chiari
(bianco-giallino). Il primo ampliamento di Castello si realizza già agli inizi del XIV
secolo con il terziere di Borgo, lungo le Ripe in continuità con la parete rocciosa.
Nella situazione attuale domina una grande omogeneità nel trattamento dei prospetti,
che si qualificano per la netta prevalenza della pietra a vista e la forte aderenza fra
natura e architettura, dove le case si sviluppano in continuità con la parete rocciosa.
Le rare pareti intonacate sono grigie (con alcune eccezioni colorate in maniera
incongrua e arbitraria) con cemento e in alcuni casi con il disegno di finti giunti
incisi. La pietra a vista è trattata con giunti scavati e giunti e rasosasso,
frequentemente realizzati con malta cementizia in modo da prevalere
cromaticamente sulla pietra.
Il Terziere di Montecatino si caratterizza fortemente per la presenza delle acque
della sorgente del fiume Fiora, che variamente affiorano nella Peschiera, nella chiesa
di Santa Maria delle Nevi e nei corsi che alimentano cascatelle, mulini e fontane.
Montecatino si percepisce dall'alto, dal limite esterno del Terziere di Castello e da
quello di Borgo, che progressivamente degrada lungo le Ripe. Emergono in primo
luogo i tetti in tutte le loro variazioni morfologiche e tonalità di colore e le
architetture che si riflettono sullo specchio d'acqua della Peschiera, che ne amplifica
toni e colori. I prospetti mantengono in rari casi tracce di intonaco storicizzato che
risponde alla configurazione tramandata dalle fonti grafiche antiche. Per la
maggioranza dei fronti l'intonaco è stato demolito e le superfici decorticate; in alcuni
casi si trova anche qui l'impiego dell'intonaco cementizio di colore grigio opaco. Le
coperture costituiscono un elemento di fondamentale importanza perché
compongono l'immagine del terziere visto dall'alto. Si riconoscono strutture
tradizionali a falda (in alcuni casi a quattro falde) con manto rivestito da coppi e da
tegole e coppi. La struttura urbana del Terziere di Montecatino si differenzia
fortemente rispetto agli altri per la regolarità dell'impianto e per la serialità delle
cellule abitative, risultato di una pianificazione unitaria operata da Guido Sforza [5]
dietro suggerimento di Pio II Piccolomini, che compie una visita a Santa Fiora nel
1462 e ne lascia una suggestiva descrizione nei Commentarii [6], offrendo lo
stimolo per la trasformazione di Santa Fiora (Montecatino viene realizzato dal 1463
al 1503) in città rinascimentale attraverso l’impiego efficace delle acque, preziosa
risorsa naturale che offre energie produttive e sostentamento alimentare. Il nuovo
tessuto edilizio si sviluppa con il tracciato rettilineo di via delle Fontanelle, in
direzione est-ovest, su cui si attestano strade ortogonali regolari che sfidano
l’orografia, piuttosto accidentata, con ripide salite e discese. Le case a due piani, con
maglia regolare e tipologia seriale, possiedono un fronte continuo sul lato verso la
Peschiera interrotto solo da un arco che consente il passaggio all’interno del nucleo
abitativo.
495
2. Fase Progettuale e Prescrittiva
Operata la fase di analisi si è proposto un quadro sintetico degli indirizzi e delle
metodologie tecniche di intervento possibili sui diversi elementi di finitura degli
edifici con indicazioni operative per conservare e restaurare le quinte urbane.
Per la pietra a vista, che costituisce il motivo prevalente dei prospetti a Santa Fiora,
sia per i casi di edifici specialistici pensati fin dall’origine così e come tali da
conservare, sia per quelli divenuti a vista per consueta e deprecabile, pratica del
togliere l’intonaco, si suggerisce, salvo i rari casi in cui sia possibile ripristinare
l’intonaco, di intervenire con particolare attenzione nel trattamento dei giunti che
possono essere in alcuni casi “corretti”, se troppo chiari, con velature di acqua e
pigmenti colorati. Gli intonaci sono da valutare con particolare attenzione,
soprattutto gli intonaci storicizzati presenti in alcuni casi con decorazioni graffite e
dipinte e da conservare con cura poiché costituiscono preziosi modelli da utilizzare
per la scelta delle cariche inerti in essi presenti. Le pavimentazioni sono da trattare
con cautela: la diffusione della trachite sia nelle pavimentazioni storicizzate che in
alcune moderne è prevalente ed è stimabile positivamente; tuttavia, alcuni interventi
contemporanei, che utilizzano cemento con inerti locali, si inseriscono in maniera
congrua nel contesto storicizzato. Le coperture sono oggetto di una particolare
attenzione, per la loro estesa visibilità nel frequente rifacimento dei tetti: si
suggerisce l’impiego nel manto di copertura di coppi antichi o di analoghi a quelli
presenti, magari utilizzando elementi nuovi nella parte sottostante -le tegole- e
vecchi per la soprastante -coppi- essendo la copertura con coppi e tegole la più
frequente. Si propone inoltre di eliminare le antenne superflue e di dipingere le
concavità delle parabole dello stesso colore del tetto. Per quel che riguarda gli
elementi tecnologici e di arredo urbano si ipotizza di conservare quelli storicizzati
esistenti e di porre particolare attenzione evitando illuminazioni incongrue. Nella
proposta operativa tali indicazioni si materializzano nell’ambito prescelto per
ciascun terziere. La schedatura ha messo in evidenza le criticità degli ambiti e delle
singole architetture, ha individuato negli intonaci analizzati alcune caratteristiche da
conservare e valorizzare, considerando le informazioni desunte dalle analisi di
laboratorio operate sui campioni degli intonaci e sulle malte come possibili modelli
per la riproposizione degli intonaci nel Terziere di Castello, dove sono presenti
esempi degni di nota, come l’edificio a via di Mezzo 12, con graffiti sul
coronamento. Nel Terziere di Borgo, la presenza incombente delle Ripe e la
continuità fra natura ed architettura negli edifici, quasi tutti riportati con la pietra a
vista, o intonacati con scialbature in cemento costituisce la problematica prevalente,
che si propone di risolvere con il rifacimento di intonaci tradizionali o con il
trattamento e la “correzione” dei giunti della muratura portata a vista.
Tuttavia, è nel Terziere di Montecatino che si manifesta una situazione di particolare
interesse: come abbiamo già sottolineato la percezione di questa parte di Santa Fiora
si impone dall’alto, le coperture prevalgono come quinta urbana, immerse nella
natura, ed i fronti delle case si riverberano nelle acque della Peschiera, fulcro di
questa visione, con un complesso e suggestivo gioco di riflessi che cambia
incessantemente con il variare della luce, del tempo e del clima. La presenza dello
specchio d'acqua della Peschiera evidenzia ed amplifica la quinta urbana composta
da un unico prospetto, e dal suo doppio, il riflesso nell’acqua, strutturato in una
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sequenza di facciate con leggere variazioni nelle altezze, nella larghezza del fronte e
nel trattamento delle finiture. Il trattamento ad intonaco storicamente interessava i
prospetti del terziere ed è necessario contrastare la pratica di "decorticare" le facciate
per riportare in vista l'apparecchio murario sottostante e soprattutto, dove oramai la
pietra è a vista, diviene necessario porre attenzione alla stuccatura dei giunti, che in
ogni caso non deve essere eseguita a giunti scavati né con malte di composizione e
colore incongrui. E’ invece necessario operare una scelta misurata delle tinte per le
facciate intonacate, considerando il dialogo con l'acqua nei suoi colori e nella sua
trasparenza evitando un'eccessiva omologazione dei prospetti, che proviene dalla
serialità intrinseca delle facciate e dalla tendenza a scegliere sempre lo stesso grigio
(color del cemento) per riprodurre l'effetto della pietra locale (trachite) laddove non
si è potuto decorticare il fronte. Tuttavia, è necessario sottolineare come la trachite
presenti una notevole gamma di sfumature cromatiche che vanno dal grigio chiaro,
argenteo e brillante, al grigio molto scuro con venature bianche e rosse che
permettono una varietà cromatica ed un effetto diverso a seconda delle ombre e della
qualità della luce che vi si riflette. La finitura ad intonaco storicamente interessava
tutto il terziere e questa quinta conserva in alcune facciate dei lacerti di finiture
antiche. Di particolare interesse è il campione di intonaco storicizzato prelevato
nell’edificio in via Fonte Mannarina 23 che può essere utilizzato come modello per
il rifacimento di intonaci con tecniche tradizionali. In esso si è rinvenuta una grande
differenziazione nelle cariche inerti che gli conferiscono particolare brillantezza nei
confronti della luce, di qualità vivida e cangiante. La testimonianza che Cesare
Brandi dedica all’Amiata, la montagna di bronzo, nell’accurata descrizione dove
delinea «Santa Fiora, non più rocca feudale, paese gentile, a cui Grosseto ha tolto
tutta l'acqua della Fiora, anche se un poca ce n'è rimasta, quella splendida Peschiera,
che sembra un luogo ariostesco, assolutamente indimenticabile, e che vale un
viaggio» [7] suggerisce una valida motivazione per operare con accurata attenzione
nei confronti dell’immagine di questi luoghi e colori.
Bibliografia
[1] Questo lavoro proviene dalla Tesi di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dal titolo Linee
Guida per il Restauro delle Quinte Urbane del Centro Storico di Santa Fiora. Criteri di rilevamento,
analisi e restauro delle finiture degli edifici, (7 aprile 2009 - Sapienza Università di Roma), relatore
prof. Maurizio Caperna, con i contributi dei proff. D. Fiorani, M.P. Sette, G. Torraca (†).
[2] C. Palmas Devoti, Problemi di ambiente e restauro delle facciate genovesi, in Il colore nell’edilizia
storica. Riflessioni e ricerche sugli intonaci e le coloriture, Supplemento n.6 Bollettino d’Arte,
Roma 1984, pp. 41-46; P. Falzone, Colore architettura ambiente. Temi e problemi, in Colore
Architettura Ambiente a cura di Patrizia Falzone, Atti del Convegno di Studi Genova 2004, Roma
2008, pp. 23-38:23.
[3] I campioni sono stati analizzati nel Laboratorio di Analisi dei Materiali del Dipartimento di Storia,
Disegno e Restauro dell’Architettura con il supporto dell’architetto Elisabetta Giorgi.
[4] Prospetto delle acque in controversia tra i signori Sforza Cesarini e Filippo Luciani, 1765, Roma,
ASR, Archivio Sforza Cesarini, (b.702, fasc. DF5 n.11), da C. Benocci, Santa Fiora, Roma 1999, p.
33, fig.19.
[5] C. Benocci, Pio II paesaggista e gli Sforza : il rinnovamento del monte Amiata e di Santa Fiora
dopo il viaggio papale, in Enea Silvio Piccolomini : Pius secundus, poeta laureatus, pontifex
maximus, a cura di M. Sodi, A. Antoniutti, Roma, 2007, pp. 341-358.
[6] L. Totaro (a cura di), Enea Silvio Piccolomini Papa Pio II. I Commentarii, II, Milano 1984, pp.
1661-1663.
[7] C. Brandi, La Montagna di Bronzo, in Aria di Siena, Roma 1987, pp. 50-51.