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FABIO LUCIANO COCOMAZZI LO SCAVO DI VOLDOMINO, UN RICORDO DELLA DOTTORESSA MARIA ADELAIDE BINAGHI LEVA Un ricordo personale che ho della dott.ssa Maria Adelaide Binaghi Leva è legato al mio primo scavo da volontario, proprio nella mia Luino, stavo terminando il servizio militare ed ero iscritto al terzo anno della vecchia laurea quadriennale in lettere classiche con indirizzo archeologico, ovviamente. Primo di una lunga serie di scavi che mi hanno portato su e giù per l’Italia. Fu per me uno scavo di gavetta, ma anche di apprendimento, passai dalla setacciatura della terra delle sepolture, alla pulizia delle mura, selezionai e fotografai, dopo una rapida pulitura, i frammenti degli affreschi degni di studio. Vidi per la prima volta emergere attraverso lo scavo i resti del passato. Voldomino fu comune indipendente fino al 1928, anno in cui entrò a far parte del comune di Luino 1 , si divide in tre principali frazioni in V. Superiore, V. Inferiore e Biviglione. La frazione di Voldomino Superiore insiste su un pianoro ad una quota media di 225 m.s.l.m., si affacciava una volta sul “laghetto”, una palude creata per lo più dalle acque della Margorabbia e dei suoi affluenti ma che in passato assumeva proporzioni lagunari, con un’estensione massima di 200 pertiche (1567 d.C.) 2 . Voldomino Inferiore (200 m.s.l.m.) si pone a ridosso del fiume Tresa lungo la direttrice per Luino; Biviglione è invece l’abitato di montagna, posto verso Cremenaga e Montegrino, ad una quota di 340 m.s.l.m. L’abitato di Voldomino Superiore, dove si svolgeva l’indagine archeologica, aveva già restituito testimonianze del suo passato: all’età romana datano alcune tombe rinvenute nelle corti della località, nella piazza antistante la parrocchiale, in un vicolo laterale, vicino al campo sportivo e presso l’allora cava di sabbia 3 , indice di una frequenza romana di una certa importanza, 1 In passato Voldomino appartenne al Comune di Luino (allora ancora denominato Luvino) per alcuni anni agli inizi del XIX secolo, dal 1809 al 1816. 2 P. FRIGERIO, Voldomino. Il volto dell’uomo, Germignaga 2007, pag. 216. 3 Tombe romane a Voldomino, M. BERTOLONE, Notiziario regionale, in Sibrium vol. V, Varese 1960, pag. 263; P. ASTINI, Brevi note di archeologia Luinese, in Travalia, Studi su Luino e “gli immediati dintorni”, Luino 1975, pp. 19-25; P. FRIGERIO, Storia di Luino e delle sue Valli, Germignaga 1999, pag. 25; F.L. COCOMAZZI, Rinvenimenti archeologici nel Luinese, in AA.VV., Quarantaventi. Testi per un doppio anniversario di una scuola luinese, Germignaga 2006, pag. 126; P. FRIGERIO 2007, op. cit., pag. 9.

Lo scavo di Voldomino, un ricordo della dottoressa Maria Adelaide Binaghi Leva, in OPTIMA HEREDITAS, studi in ricordo di Maria Adelaide Binaghi Leva ( a cura di F. Leva e M. Palazzi),

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Fabio Luciano cocomazzi

Lo scavo di voLdomino, un ricordo deLLa dottoressa maria adeLaide Binaghi Leva

Un ricordo personale che ho della dott.ssa Maria Adelaide Binaghi Leva è legato al mio primo scavo da volontario, proprio nella mia Luino, stavo terminando il servizio militare ed ero iscritto al terzo anno della vecchia laurea quadriennale in lettere classiche con indirizzo archeologico, ovviamente. Primo di una lunga serie di scavi che mi hanno portato su e giù per l’Italia.Fu per me uno scavo di gavetta, ma anche di apprendimento, passai dalla setacciatura della terra delle sepolture, alla pulizia delle mura, selezionai e fotografai, dopo una rapida pulitura, i frammenti degli affreschi degni di studio. Vidi per la prima volta emergere attraverso lo scavo i resti del passato.Voldomino fu comune indipendente fino al 1928, anno in cui entrò a far parte del comune di Luino1, si divide in tre principali frazioni in V. Superiore, V. Inferiore e Biviglione. La frazione di Voldomino Superiore insiste su un pianoro ad una quota media di 225 m.s.l.m., si affacciava una volta sul “laghetto”, una palude creata per lo più dalle acque della Margorabbia e dei suoi affluenti ma che in passato assumeva proporzioni lagunari, con un’estensione massima di 200 pertiche (1567 d.C.)2. Voldomino Inferiore (200 m.s.l.m.) si pone a ridosso del fiume Tresa lungo la direttrice per Luino; Biviglione è invece l’abitato di montagna, posto verso Cremenaga e Montegrino, ad una quota di 340 m.s.l.m.L’abitato di Voldomino Superiore, dove si svolgeva l’indagine archeologica, aveva già restituito testimonianze del suo passato: all’età romana datano alcune tombe rinvenute nelle corti della località, nella piazza antistante la parrocchiale, in un vicolo laterale, vicino al campo sportivo e presso l’allora cava di sabbia3, indice di una frequenza romana di una certa importanza,

1 In passato Voldomino appartenne al Comune di Luino (allora ancora denominato Luvino) per alcuni anni agli inizi del XIX secolo, dal 1809 al 1816.

2 P. Frigerio, Voldomino. Il volto dell’uomo, Germignaga 2007, pag. 216.3 Tombe romane a Voldomino, M. Bertolone, Notiziario regionale, in Sibrium vol. V, Varese

1960, pag. 263; P. Astini, Brevi note di archeologia Luinese, in Travalia, Studi su Luino e “gli immediati dintorni”, Luino 1975, pp. 19-25; P. Frigerio, Storia di Luino e delle sue Valli, Germignaga 1999, pag. 25; F.L. CoComAzzi, Rinvenimenti archeologici nel Luinese, in AA.VV., Quarantaventi. Testi per un doppio anniversario di una scuola luinese, Germignaga 2006, pag. 126; P. Frigerio 2007, op. cit., pag. 9.

testimoniata a Luino anche dalla necropoli rinvenuta durante i lavori per la realizzazione della stazione ferroviaria sul finire del XIX secolo4. Una fortificazione dell’abitato risalirebbe all’alto medioevo, all’epoca carolingia, infatti, si possono datare le soluzioni architettoniche decorative della torre ed alla stessa epoca risalirebbe la struttura con navata unica a tre absidi rilevata dall’indagine archeologica del 20005.Già il Sansovino ricordava un documento del 1600, il quale riportava la notizia della presenza sulla sommità dell’arco del portone d’ingresso di una torre presso la chiesa parrocchiale di due stemmi dipinti, l’uno con le insegne della famiglia dei Luini, l’altro della Corona di Spagna, deducendone il vassallaggio dei primi6. Era scontato quindi che lo scavo sotto il pavimento della parrocchiale avrebbe restituito informazioni circa il passato di Voldomino Superiore.L’edificio di culto era ritenuto, ancora nel ‘500, chiesa privata, di

iuspatronato dei De Rippa (Riva), un ramo dei Luini7, cui era pertinente anche la piccola chiesa dedicata a S. Cristoforo8, sulla riva luinese della Tresa, non lontano dal moderno ponte di via don Folli, al suo abbattimento le rendite furono aggregate alla chiesa di S. Maria in Voldomino. Solo con Carlo Borromeo si avvia il processo di parrocchialità per la Santa Maria9, dapprima con la persona di un cappellano della stessa famiglia Riva poi via con curati nominati dal popolo (salvo beninteso le superiori approvazioni). La sua consacrazione ad opera del Santo avvenne il 14 giugno 158310. Chiesa parrocchiale, però, ai tempi del card. Federico Borromeo, possiamo considerare la chiesetta dedicata a S. Biagio11. Essendo, però, improprio per quel tempo parlare di titolarità parrocchiale, si tenga presente che esisteva si un beneficio tale da consentire regolari officiature, ma che esso competeva di diritto al prevosto stesso di Valtravaglia, e rientrava quindi nelle prerogative del collegio canonicale. Nei primi decenni del XIX secolo, la parrocchia di Santa Maria Assunta

4 e. Corti, A. gArovAglio, Necropoli di Luino, in RAC, n.22, pp. 19-27.5 S. mAzzA, Vegliava su Voldomino, in Rotonda, vol. 1, Luino 1979, pp. 49-62; S. mAzzA, Quando

le mura cingevano Voldomino, in Rotonda, vol. 3, Luino 1981, pp. 61-66; P. Frigerio 1999, op. cit., pag. 27.

6 M. sAnsovino, Luino nella storia e nell’arte, Varese 1931, pp. 64-65.7 P. Frigerio, P.G. Pisoni, Per una storia delle epidemie nelle terre verbanesi, in Verbanus XI,

pag. 237.8 M. sAnsovino 1931, op. cit., pag. 75.9 P. Frigerio 1999, op. cit., pp. 102-103.10 P. Frigerio 1999, op. cit., pag. 103, si veda anche la relativa nota bibliografica n. 13.11 P. Frigerio 1999, op. cit., pag. 60.

di Voldomino era ancora inserita nella pieve di Val Travaglia, fino al 1836 quando venne compresa nel vicariato foraneo di Luino.Dello scavo effettuato, poco è stato reso pubblico, piace qui riportare quando divulgato con dattiloscritto ad opera dell’ispettrice in un fascicoletto distribuito ai visitatori durante l’apertura al pubblico dello scavo in corso il 9 giugno 200012. La visita si protrasse ben oltre le due ore previste con un’affluenza che superò ogni aspettativa, tutto il paese partecipò all’iniziativa, e molti furono anche coloro che giunsero da fuori. In aggiunta a quanto di seguito riportato, resta da ricordare la rideposizione dei due prelati seicenteschi avvenuta il 19 dicembre 2001. I corpi furono posti in una cella sotterranea ricavata nella navata centrale della chiesa proprio di fronte all’altare13.

Le indagini archeoLogiche neLLa chiesa di santa Maria assunta in VoLdoMino

In occasione degli interventi di restauro e di realizzazione di un impianto di riscaldamento all’interno dell’edificio religioso, promossi dalla parrocchia e realizzati, sotto la direzione del progettista architetto Mantica e del geom. Gobbato, dall’impresa Girgenti, la Soprintendenza Archeologica della Lombardia ha effettuato una serie di indagini archeologiche finalizzate alla ricostruzione e alla salvaguardia delle fasi più antiche della chiesa.Le ricerche si sono svolte dal 29 Maggio 2000 sotto la direzione scientifica della dott.ssa Maria Adelaide Binaghi, funzionario responsabile del territorio, ed eseguite dalla Società Lombarda di Archeologia di Milano, in particolare dalla dott.ssa Giuliana Righetto e dalla dott.ssa Karin Meda, con la collaborazione di volontari locali. Le indagini, attualmente ancora in corso, hanno confermato l’esistenza di un impianto originario (figg. 1-10) a tre absidi orientato in modo opposto all’attuale edificio, e databile all’epoca altomedievale (VII-X d.C.).

La presenza di un edificio a tre absidi con navata unica era già nota dai

12 L’apertura fu quasi un evento per il paese, la stampa diede spazio alla notizia con articoli su «Il corriere del Verbano», a. 122 n. 20 del 24/05/2000 a pag. 3 apparve l’articolo Nella chiesa dell’Assunta a Voldomino. Sotto il pavimento tombe e muri degli antichi perimetri, mentre sul n. 22 dello stesso anno a pag. 4 a firma F.C. titolava Alle origini della nostra storia. Voldomino, visita guidata a S. Maria Assunta, il giorno dopo su «La Prealpina» (a. 113 n. 131) a pag. 12, E. Frigerio scriveva Scavi nella chiesa di Voldomino. Un cantiere aperto sulla storia. Dopo la scoperta delle tombe, la Soprintendenza ha avviato una campagna di ricerche.

13 Ricordata ancora una volta da «La Prealpina» nella cronaca a firma E.Frigerio, Stasera nella chiesa parrocchiale la sepoltura di due prelati del ‘600.

documenti di archivio, esaminati dall’ingegner Frigerio in occasione della ricerca storic sulla chiesa. In fase con questo primo edificio sono state individuate anche alcune sepolture (fig. 11) in cassa litica situate nell’area cimiteriale esterna.Sono stati recuperati anche numerosi frammenti di intonaci relativi agli affreschi che originariamente decoravano la volta e le pareti dell’edificio.La navata della chiesa originaria verso est è stata completamente sconvolta dalla realizzazione di ossari in epoca seicentesca. Infatti fino all’editto napoleonico del 1807 era consentito seppellire all’interno delle chiese.La struttura sepolcrale rinvenuta nel corso degli scavi e situata in posizione centrale davanti ai gradini del presbiterio appartiene a questo tipo di sepoltura. Si tratta di una tomba a camera di un probabile prelato; la sepoltura in cassa lignea è costituita dallo scheletro ancora abbigliato con una cappa forse in seta, un crocefisso ligneo, calzari e un libro rilegato in pelle, forse un breviario o un codice antico.Sono stati eseguiti prelievi di campioni del tessuto e sono attualmente in corso le indagini scientifiche da parte del laboratorio di archeobiologia del Museo Civico di Como.Le ricerche non sono ancora terminate e i risultati verranno resi pubblici al più presto.Gli archeologi e la direzione scientifica hanno avuto un valido e prezioso aiuto da parte del parroco Don Luciano, dell’impresa e del Comitato parrocchiale.Maria Adelaide Binaghi

(Voldomino – Veduta generale del cantiere)

(Voldomino - Affreschi)