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Rend. Online Soc. Geol. It., Vol. 14 (2011), pp. 26-36, 8 figg., 1 carta (DOI: 10.3301/ROL.2011.04) Note illustrative della carta geologica dell’area urbana di Bari in scala 1:25.000 ____________________ (*) Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Campus Universitario, via E. Orabona, 4 – 70125 Bari. E-mail: [email protected]; [email protected]; [email protected] RIASSUNTO In questa nota sono illustrati i risultati del rilevamento geologico di dettaglio condotto nell’area urbana della città di Bari. Si tratta di un’ampia zona, di circa 50 km 2 di estensione, ricca di centri abitati, ed intensamente urbanizzata. Proprio questo motivo ha spinto gli au- tori a redigere una carta geologica di dettaglio che fornisse elementi aggiornati ed utili per i professionisti che operano quotidianamente sul territorio. L’area urbana della città di Bari ricade lungo il fianco orienta- le delle Murge, il noto altopiano carsico che caratterizza la porzione centrale della regione Puglia, e che fa parte del dominio geologico- strutturale dell’Avampaese apulo. Le Murge sono caratterizzate da una imponente successione carbonatica mesozoica che nell’area di Bari mostra un grado di deformazione tettonica piuttosto blando. Questa successione, esposta dalla fine del Cretaceo, solo a partire dal Pleistocene inferiore è stata in parte ricoperta da altre unità sedimen- tarie. La successione carbonatica cretacica è riferibile al Calcare di Bari ed è costituita da calcari micritici microfossiliferi e da dolomie in facies di piattaforma carbonatica interna di età Albiano superiore- Cenomaniano inferiore. I depositi del Quaternario sono invece rife- ribili a più unità sedimentarie. La più antica è rappresentata dalla Calcarenite di Gravina, di età Pleistocene inferiore, ed è costituita da lito-biocalcareniti di ambiente marino di piattaforma, a luoghi pog- gianti su depositi siltoso-sabbiosi riferibili ad ambienti continentali e lagunari. Le unità successive sono riferibili ad una serie di deposi- ti marini terrazzati di età Pleistocene medio e superiore, distinti in tre sintemi e raggruppati nel supersintema delle Murge; queste unità sono caratterizzate da sedimenti a composizione mista, carbonatica e silicoclastica, riferibili ad ambienti marini costieri. Il quadro strati- grafico si chiude con il supersintema delle lame delle Murge, rappre- sentato da depositi alluvionali terrazzati del Pleistocene medio e supe- riore, distinti in due sintemi, e formati da conglomerati e da ghiaie in matrice siltoso-argillosa con diverso grado di cementazione. I risultati emersi da tale studio mostrano notevoli differenze ri- spetto a quanto noto in letteratura relativamente ai depositi quaterna- ri, che venivano sostanzialmente riferiti ad un’unica unità. In questo lavoro vengono invece distinti i depositi quaternari che marcano la trasgressione infrapleistocenica sull’area dell’Avampaese apulo (Cal- carenite di Gravina) dai depositi che segnano la fase di regressione che ha interessato l’area durante il Pleistocene medio-superiore (su- persintema delle Murge). A quest’ultima fase sedimentaria vanno an- che ascritti i depositi alluvionali terrazzati attribuiti al supersintema delle lame delle Murge. TERMINI CHIAVE: Progetto CARG, Rilevamento geologico, geologia delle aree urbane, area urbana di Bari, Murge, Puglia. ABSTRACT Notes to the geological map of the urban area of Bari (south- ern Italy) 1:25.000 scale This paper shows the results coming from the detailed geological mapping performed on the urban area of the city of Bari (Puglia re- gion, southern Italy). It is a large area (about 50 km 2 ), with many in- habited places, and intensely urbanized. For this reason a geological map that could provide an up-to-date and useful tool for professional geologists daily working on the region, was realized. The area represented in the geologic map of the urban area of the city of Bari, at the scale 1:25.000, lies on the eastern Murge, which represents the central part of the Apulian foreland, the south-Apen- nines foreland. In the Murge area, the foreland is characterized by a thick Mesozoic sedimentary succession overlain by relatively thin and discontinuous Quaternary deposits. Locally, the exposed Mesozoic succession is about 150 m thick, and is represented by a part of the Calcare di Bari Fm, made up of biopeloidal and peloidal wackestones/ packstones alternated with stromatolitic bindstones with frequent intercalations of dolomitic limestones and grey dolostones. Deposi- tional environments are related to a low-energy inner-platform depo- sitional system and biostratigraphic data allowed us to refer the age of the succession cropping out in the city of Bari to the Late Albian- Early Cenomanian. The lower Pleistocene Calcarenite di Gravina Fm unconformably lies on the Calcare di Bari Fm. The lower boundary is transgressive and is locally marked by reddish residual deposits (terra rossa) and/or by brackish silty deposits passing upward to shallow-water calcaren- ites rich in bioclasts. Basically this formation is made up of litho- bioclastic calcarenites and calcirudites with packstone/grainstone texture, rich in mollusks, red algae, serpulids, echinoids and benthic foraminifers. The thickness of this unit ranges from few metres up to 20 m, and its depositional environments are related to alluvial or offshore systems. The age is early Pleistocene (Gelasian?-Calabrian). Regionally, the Calcarenite di Gravina Fm represents the record of the lower Pleistocene subsidence of the Apulia foreland. The Murge supersynthem groups all the marine terraced deposits unconformably lying on all older units and consists of a heterogeneous assemblage of mixed silicoclastic and carbonate sediments formed in shallow-marine and transitional environments. The thickness of the three synthems forming the supersynthem is usually few metres thick and the age ranges from middle to late Pleistocene. These synthems record a phase of regional uplift which started at least from middle Pleistocene; this uplift, in combination with the Pleistocene glacioeu- static oscillations, produced several relative sea-level changes which caused the distribution of these synthems to different altitudes above sea level. The lame delle Murge supersynthem groups all the terraced allu- vial deposits cropping out in the studied area. These deposits uncon- formably lie on the previous units and are placed at different heights inside little canyons, characterizing the area and locally named “lame”. These deposits consist of either well cemented or poorly ce- mented carbonate conglomerates with a reddish silty-sandy matrix. The thickness of these deposits ranges from few metres up to 10 m and the age is middle Pleistocene-late Pleistocene. The picture is completed by upper Pleistocene-Holocene actual and present-day alluvial deposits, made up of carbonate gravels with reddish fine-grained matrix. PIERO PIERI (*), LUISA SABATO (*), LUIGI SPALLUTO (*) & MARCELLO TROPEANO (*)

Note illustrative della Carta Geologica della Sardegna a scala 1:200000

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Rend. Online Soc. Geol. It., Vol. 14 (2011), pp. 26-36, 8 figg., 1 carta (DOI: 10.3301/ROL.2011.04)

Note illustrative della carta geologica dell’area urbana di Bariin scala 1:25.000

____________________(*) Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università degli

Studi di Bari Aldo Moro, Campus Universitario, via E. Orabona, 4 – 70125 Bari. E-mail: [email protected]; [email protected]; [email protected]

RIASSUNTO

In questa nota sono illustrati i risultati del rilevamento geologico di dettaglio condotto nell’area urbana della città di Bari. Si tratta di un’ampia zona, di circa 50 km2 di estensione, ricca di centri abitati, ed intensamente urbanizzata. Proprio questo motivo ha spinto gli au-tori a redigere una carta geologica di dettaglio che fornisse elementi aggiornati ed utili per i professionisti che operano quotidianamente sul territorio.

L’area urbana della città di Bari ricade lungo il fianco orienta-le delle Murge, il noto altopiano carsico che caratterizza la porzione centrale della regione Puglia, e che fa parte del dominio geologico-strutturale dell’Avampaese apulo. Le Murge sono caratterizzate da una imponente successione carbonatica mesozoica che nell’area di Bari mostra un grado di deformazione tettonica piuttosto blando. Questa successione, esposta dalla fine del Cretaceo, solo a partire dal Pleistocene inferiore è stata in parte ricoperta da altre unità sedimen-tarie.

La successione carbonatica cretacica è riferibile al Calcare di Bari ed è costituita da calcari micritici microfossiliferi e da dolomie in facies di piattaforma carbonatica interna di età Albiano superiore-Cenomaniano inferiore. I depositi del Quaternario sono invece rife-ribili a più unità sedimentarie. La più antica è rappresentata dalla Calcarenite di Gravina, di età Pleistocene inferiore, ed è costituita da lito-biocalcareniti di ambiente marino di piattaforma, a luoghi pog-gianti su depositi siltoso-sabbiosi riferibili ad ambienti continentali e lagunari. Le unità successive sono riferibili ad una serie di deposi-ti marini terrazzati di età Pleistocene medio e superiore, distinti in tre sintemi e raggruppati nel supersintema delle Murge; queste unità sono caratterizzate da sedimenti a composizione mista, carbonatica e silicoclastica, riferibili ad ambienti marini costieri. Il quadro strati-grafico si chiude con il supersintema delle lame delle Murge, rappre-sentato da depositi alluvionali terrazzati del Pleistocene medio e supe-riore, distinti in due sintemi, e formati da conglomerati e da ghiaie in matrice siltoso-argillosa con diverso grado di cementazione.

I risultati emersi da tale studio mostrano notevoli differenze ri-spetto a quanto noto in letteratura relativamente ai depositi quaterna-ri, che venivano sostanzialmente riferiti ad un’unica unità. In questo lavoro vengono invece distinti i depositi quaternari che marcano la trasgressione infrapleistocenica sull’area dell’Avampaese apulo (Cal-carenite di Gravina) dai depositi che segnano la fase di regressione che ha interessato l’area durante il Pleistocene medio-superiore (su-persintema delle Murge). A quest’ultima fase sedimentaria vanno an-che ascritti i depositi alluvionali terrazzati attribuiti al supersintema delle lame delle Murge.

Termini chiave: Progetto CARG, Rilevamento geologico, geologia delle aree urbane, area urbana di Bari, Murge, Puglia.

ABSTRACT

Notes to the geological map of the urban area of Bari (south-ern Italy) 1:25.000 scale

This paper shows the results coming from the detailed geological mapping performed on the urban area of the city of Bari (Puglia re-gion, southern Italy). It is a large area (about 50 km2), with many in-habited places, and intensely urbanized. For this reason a geological map that could provide an up-to-date and useful tool for professional geologists daily working on the region, was realized.

The area represented in the geologic map of the urban area of the city of Bari, at the scale 1:25.000, lies on the eastern Murge, which represents the central part of the Apulian foreland, the south-Apen-nines foreland. In the Murge area, the foreland is characterized by a thick Mesozoic sedimentary succession overlain by relatively thin and discontinuous Quaternary deposits. Locally, the exposed Mesozoic succession is about 150 m thick, and is represented by a part of the Calcare di Bari Fm, made up of biopeloidal and peloidal wackestones/packstones alternated with stromatolitic bindstones with frequent intercalations of dolomitic limestones and grey dolostones. Deposi-tional environments are related to a low-energy inner-platform depo-sitional system and biostratigraphic data allowed us to refer the age of the succession cropping out in the city of Bari to the Late Albian-Early Cenomanian.

The lower Pleistocene Calcarenite di Gravina Fm unconformably lies on the Calcare di Bari Fm. The lower boundary is transgressive and is locally marked by reddish residual deposits (terra rossa) and/or by brackish silty deposits passing upward to shallow-water calcaren-ites rich in bioclasts. Basically this formation is made up of litho-bioclastic calcarenites and calcirudites with packstone/grainstone texture, rich in mollusks, red algae, serpulids, echinoids and benthic foraminifers. The thickness of this unit ranges from few metres up to 20 m, and its depositional environments are related to alluvial or offshore systems. The age is early Pleistocene (Gelasian?-Calabrian). Regionally, the Calcarenite di Gravina Fm represents the record of the lower Pleistocene subsidence of the Apulia foreland.

The Murge supersynthem groups all the marine terraced deposits unconformably lying on all older units and consists of a heterogeneous assemblage of mixed silicoclastic and carbonate sediments formed in shallow-marine and transitional environments. The thickness of the three synthems forming the supersynthem is usually few metres thick and the age ranges from middle to late Pleistocene. These synthems record a phase of regional uplift which started at least from middle Pleistocene; this uplift, in combination with the Pleistocene glacioeu-static oscillations, produced several relative sea-level changes which caused the distribution of these synthems to different altitudes above sea level.

The lame delle Murge supersynthem groups all the terraced allu-vial deposits cropping out in the studied area. These deposits uncon-formably lie on the previous units and are placed at different heights inside little canyons, characterizing the area and locally named “lame”. These deposits consist of either well cemented or poorly ce-mented carbonate conglomerates with a reddish silty-sandy matrix. The thickness of these deposits ranges from few metres up to 10 m and the age is middle Pleistocene-late Pleistocene.

The picture is completed by upper Pleistocene-Holocene actual and present-day alluvial deposits, made up of carbonate gravels with reddish fine-grained matrix.

Piero Pieri (*), Luisa sabaTo (*), Luigi sPaLLuTo (*) & marceLLo TroPeano (*)

P. PIERI ET ALII27

do ciò, essa ha costituito per l’area ricadente nel F° 438 “Bari” l’unica base topografica ufficiale e validata sulla quale poter realizzare i rilevamenti geologi del Progetto CARG per la nuova edizione della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000. La sostituzione, attraverso l’uso di sof-tware informatici, di questa base topografica con altre più recenti e di maggior dettaglio, ma basate su differenti si-stemi di riferimento cartografico, è stata qui evitata perché ciò avrebbe comportato un riposizionamento “a tavolino” dei limiti geologici e avrebbe potuto quindi pregiudicare la correttezza geologica della carta.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO

La città di Bari insiste su un tratto di costa rocciosa bassa del fianco orientale delle Murge, il noto altopiano carsico che caratterizza la porzione centrale della regio-ne Puglia. Questo fianco delle Murge è contraddistinto da ampi ripiani di modesta elevazione digradanti verso il mare (Murge basse) e dissecati da piccole incisioni fluviali in roccia, localmente chiamate “lame”, che presentano pa-reti subverticali e fondo piatto (di carattere deposiziona-le e/o erosivo). In particolare, la città si è sviluppata dove queste lame, partendo dal ripiano più elevato delle Murge (Murge alte), dopo essersi organizzate in un fitto, ben ge-rarchizzato ed ampio reticolo idrografico, trovano recapi-to in un breve tratto costiero.

Le Murge basse, così come gran parte dell’attuale ter-ritorio pugliese (fig. 1), ricadono nel dominio geologico-

Keywords: CARG Project, Geological mapping, geology of the urban areas, urban area of the city of Bari, Murge, Apulia.

PREMESSA

L’area urbana di Bari, sede negli ultimi 40-50 anni di un intenso sviluppo edilizio ed industriale, comprende una vasta zona intensamente urbanizzata (circa 50 km2). Questa, oltre che dal centro storico di Bari e dalla sua am-pia periferia, è caratterizzata dalla presenza di numerosi piccoli centri abitati, ormai saldati alla città. Tale area me-tropolitana, pur presentando caratteri geologici poco com-plicati (presenza di un unico substrato di natura calcarea, sul quale poggiano in maniera discontinua sottili copertu-re pleistoceniche), possiede alcuni elementi che rendono difficile la lettura e l’interpretazione dei dati geologici che la caratterizzano. Inoltre, l’intensa urbanizzazione impe-disce ormai di osservare direttamente la geologia di terre-no, precludendo qualsiasi considerazione geologica preli-minare, se riferita ad analisi o interventi in aree limitate del tessuto urbano.

Lo scopo di questo lavoro è stato proprio quello di for-nire nuovi dati sulla litologia, sullo spessore e sulle aree di affioramento delle unità stratigrafiche che ricadono nell’area urbana della città di Bari, attraverso la realizza-zione di una carta geologica di dettaglio che possa rap-presentare uno strumento efficace per i professionisti che, operando quotidianamente sul territorio, devono poter fare riferimento, almeno in una fase preliminare, a dati ge-ologici aggiornati e rappresentati ad una scala adeguata.

La carta geologica dell’area urbana di Bari (Pieri et alii, 2009; sabaTo et alii, 2010) è stata realizzata partendo da rilevamenti inediti svolti da Piero Pieri tra il 1965 ed il 1973, rivisti ed integrati di recente grazie ai rilevamenti geologici effettuati nell’ambito del Progetto CARG Puglia dal Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Universi-tà di Bari, incaricato di realizzare il F° 438 “Bari” (scala 1:50.000) in base ad una convenzione intercorsa con la Re-gione Puglia (Ufficio informatico e servizio cartografico) e con il Servizio Geologico Nazionale (ora ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Ol-tre ai rilievi di superficie, sono state svolte sia osservazioni lungo scavi per fondazione che analisi di numerosi dati di sondaggio acquisiti da enti pubblici e da privati. Questi dati sono risultati fondamentali soprattutto per la descri-zione litologica dei depositi quaternari. Tali depositi, come accennato, sono presenti nell’area con una distribuzione molto discontinua, ed in genere sono poco e mal affioran-ti, soprattutto appunto nell’area urbana. Per contro, tali depositi risultano invece quelli più interessanti da cono-scere, in quanto per porzioni di alcuni quartieri cittadini (p.es. Carrassi e San Pasquale) rappresentano i terreni di fondazione delle prime alte costruzioni in cemento armato realizzate fuori dall’originale centro storico.

La base topografica utilizzata per i rilevamenti com-prende gran parte della Tav. 177 II NE “Bari” e parte della Tav. 177 II NO “Santo Spirito” dell’IGM (scala 1:25.000). L’uso di questa base topografica per la cartografia geolo-gica rappresenta certamente un limite poiché risale ad ol-tre sessanta anni fa (1949) e quindi non evidenzia l’attuale estensione del tessuto urbano della città di Bari che negli anni si è esteso fino a comprendere gran parte dell’area rappresentata nella carta geologica qui illustrata. Malgra-

Fig. 1 - Schema di inquadramento tettonico del F° 438 “Bari” (da Pieri et alii, 1997, mod.). L’area urbana della città di Bari è ubicata nel ret-tangolo rosso. - Tectonic framework of the 438 Sheet “Bari” (from Pieri et alii, 1997, mod.). The urban area of the city of Bari is located in the red box.

CARTA GEOLOGICA DELL’AREA URBANA DI BARI IN sCALA 1:25.000 28

strutturale dell’Avampaese apulo (d’argenio et alii, 1973; riccheTTi et alii, 1988), caratterizzato da una imponente successione carbonatica mesozoica che nell’area mostra un grado di deformazione tettonica piuttosto blando, con faglie dirette caratterizzate da modesti rigetti (da pochi metri a poche decine di metri) e pieghe ad ampio raggio di curvatura (e.g. riccheTTi, 1980). Questa successione, esposta dalla fine del Cretaceo e già in gran parte strut-turata (Pieri, 1980; FesTa, 2003), solo a partire dal Plei-stocene inferiore è stata in parte ricoperta da altre uni-tà sedimentarie. In particolare, la subsidenza dell’intera area murgiana indotta dalla propagazione verso est del sistema orogenico appenninico ha permesso dapprima la sedimentazione di sedimenti carbonatici di mare sottile (Calcarenite di Gravina) e successivamente di depositi fini di mare relativamente più profondo (argille subappenni-ne) (iannone & Pieri, 1979; 1980; 1982; TroPeano & saba-To, 2000; TroPeano et alii, 2002). Un drastico mutamento geodinamico, registrato almeno a partire dal Pleistocene medio, ha determinato il sollevamento di quelle aree che in precedenza erano subsidenti (ciaranFi et alii, 1983; do-gLioni et alii, 1994; 1996), imponendo un graduale ritiro del mare dalle stesse aree. In tale contesto, l’interferenza tra sollevamento regionale ed oscillazioni glacio-eusta-tiche avrebbe determinato la successione di numerose fasi sedimentarie trasgressivo-regressive, alcune delle quali testimoniate dalla costituzione di depositi marini terrazzati, di età compresa fra il Siciliano terminale ed il Tirreniano, anche sulle aree murgiane (Pieri, 1975; 1980; ciaranFi et alii, 1988). Il ritiro del mare è stato accompa-gnato dalla formazione di un fitto reticolo idrografico che ha inciso sia le sottili coperture pleistoceniche che il loro substrato roccioso mesozoico. Tale reticolo idrografico, unitamente ai ripiani prima ricordati, rappresenta una peculiarità geomorfologica delle Murge basse e dell’area di Bari, che invece non presentano, se non come eccezio-ni, evidenti caratteri carsici di superficie, nonostante la natura carbonatica della regione (gioia et alii, 2011).

STRATIGRAFIA

Di seguito viene illustrata la stratigrafia dell’area, con caratteri desunti anche da affioramenti limitrofi rispetto al territorio rappresentato nella carta allegata. Si fa presente che, poiché lungo il litorale barese un’ampia fascia è sta-ta interrata per ampliare l’area dedicata ad infrastrutture portuali, è stato necessario distinguere in carta una voce con relativa simbologia definita: strutture e/o depositi an-tropici (h).

Le unità stratigrafiche (formazioni e sintemi) ricono-sciute nell’area urbana di Bari sono, dalla più antica alla più recente, le seguenti (fig. 2):

Unità della Piattaforma carbonatica apula: Calcare di Bari (CBA) Età: Albiano superiore-Ce-

nomaniano inferiore. Unità della Fossa bradanica: Calcarenite di Gravina (GRA) Età: Pleistocene in-

feriore (Gelasiano?-Calabriano) supersintema delle Murge (MU): sintema di Carbonara (MUB ) Età: Pleistocene

medio-superiore? sintema di San Pasquale (MUQ) Età: Pleistocene

superiore sintema di San Girolamo (MUI) Età: Pleistocene

superiore supersintema delle lame delle Murge (MB): sintema di Madonna delle Grotte (MBL) Età: Plei-

stocene medio-superiore? sintema di Costa S. Giovanni (MBN) Età: Pleisto-

cene superiore deposito alluvionale recente ed attuale (b) Età: Pleisto-

cene superiore-Olocene.

uniTà deLLa PiaTTaForma carbonaTica aPuLa

Calcare di Bari (CBA)

Il Calcare di Bari (vaLduga, 1965; azzaroLi & vaLduga, 1967; riccheTTi, 1975) rappresenta il substrato su cui pog-

Fig. 2 - Sezione geologica schematica mostrante i rapporti stratigrafici delle unità del F° 438 “Bari”. Le unità che affiorano nell’area urbana della città di Bari sono racchiuse nel rettangolo rosso. Unità della Piattaforma carbonatica apula: Calcare di Bari (CBA). Unità della Fossa bradanica: Calcarenite di Gravina (GRA); argille subappennine (ASP). Supersintema delle Murge: sintema di Rutigliano (MUA); sintema di Noicattaro (MUN); sintema di Carbonara (MUB); sintema di San Pasquale (MUQ); sintema di San Girolamo (MUI). Supersintema delle lame delle Murge: sintema di Madonna delle Grotte (MBL); sintema di Costa S. Giovanni (MBN). Deposito alluvionale recente ed attuale (b). - Schematic geological section showing stratigraphic relationships among units of the 438 Sheet “Bari”. Units cropping out in the urban area of the city of Bari are enclosed in the red box. Apulia carbonate platform unit: Calcare di Bari Fm (CBA). Bradanic Trough units: Calcarenite di Gravina Fm (GRA); argille subappennine fm (ASP). Murge supersynthem: Rutigliano synthem (MUA); Noicattaro synthem (MUN); Carbonara synthem (MUB); San Pasquale synthem (MUQ); San Girolamo synthem (MUI). Lame delle Murge supersynthem: Madonna delle Grotte synthem (MBL); Costa S. Giovanni synthem (MBN). Actual and present-day alluvial deposits (a).

P. PIERI ET ALII29

giano in discordanza tutte le unità più recenti, ed i suoi li-miti inferiore e superiore non risultano affioranti nell’area della carta. Tale formazione è l’unità più rappresentata nell’area e quella meglio affiorante; spesso è infatti possi-bile osservare parti di successione lungo trincee stradali, pareti di cava o versanti dei corsi d’acqua (lame) che carat-terizzano l’area.

La recente revisione stratigrafica della successione del Calcare di Bari affiorante nel F° 438 “Bari” ha permesso di valutare in circa 470 m il suo spessore (Pieri et alii, in stampa; ISPRA, in stampa; sPaLLuTo & caFFau, 2010; sPaL-LuTo, 2011). Nella carta geologica dell’area urbana di Bari ricade solo la parte intermedia di tale successione, local-mente affiorante per uno spessore di circa 150 m (fig. 3). Qui la successione è costituita in prevalenza da calcari micritici grigio-chiari e bianchi in strati di spessore deci-metrico e metrico. I calcari presentano una tessitura pre-valentemente fango-sostenuta (mudstones e wackestones peloidali e biopeloidali a luoghi con lamine stromatoliti-che), e subordinatamente granulo-sostenuta (packstones e grainstones bioclastici). Nella parte intermedia della suc-cessione affiorante si osservano frequenti intercalazioni di calcari dolomitici e di dolomie grigie.

In particolare, l’analisi di facies ha permesso di distin-guere nei calcari cicli deposizionali peritidali di spessore variabile da pochi decimetri a pochi metri ed in genere corrispondenti a singoli strati. L’ambiente di sedimenta-zione è riferibile a sistemi di piattaforma interna.

Solo alcuni strati di questa successione contengono un’associazione a foraminiferi bentonici di significativo valore biostratigrafico (fig. 3). La porzione inferiore pre-senta alcuni rari esemplari di Protochrysalidina elongata LuPerTo sinni e di Neoiraqia cf. convexa daniLova che sug-geriscono un’attribuzione all’Albiano superiore, mentre nella parte superiore della successione è presente un’as-sociazione a foraminiferi bentonici caratterizzata dalle seguenti specie: Sellialveolina viallii coLaLongo, Cuneolina pavonia d’orbigny, Nezzazata conica (smouT), Nezzazata simplex omara Nezzazatinella picardi, Pseudonummolocu-lina heimi (boneT), che permettono un’attribuzione al Ce-nomaniano inferiore.

Pertanto è possibile riferire la successione del Calcare di Bari affiorante nella carta all’intervallo di tempo Albia-no superiore-Cenomaniano inferiore.

uniTà deLLa Fossa bradanica

Calcarenite di Gravina (GRA)

La Calcarenite di Gravina affiora nell’area di studio con spessori molto variabili, da pochi decimetri fino ad un massimo di circa 20 m. La Calcarenite di Gravina, che individua l’unità basale del ciclo della Fossa bradanica, era stata formalizzata da azzaroLi (1968) solo per affioramenti posti ai piedi del versante occidentale delle Murge; solo successivamente la stessa attribuzione è stata informal-mente estesa agli analoghi litotipi affioranti sul lato adria-tico delle Murge (iannone & Pieri, 1979).

Le facies tipiche della Calcarenite di Gravina sono rappresentate da calcareniti e calciruditi intensamente bioturbate, scarsamente cementate e porose, contenenti lamellibranchi, gasteropodi, anellidi, echinidi, alghe ros-se, foraminiferi bentonici e più raramente foraminiferi planctonici. La stratificazione, generalmente mal distinta,

è messa in risalto da rare superfici di erosione e più fre-quentemente da orizzonti costituiti da concentrazioni di macrofossili, più frequentemente lamellibranchi e/o alghe calcaree. Dal punto di vista tessiturale si tratta in prevalen-za di packstone, e/o di packstone-grainstone, costituiti qua-si esclusivamente da bioclasti e da rari litoclasti cretacici. I caratteri osservati permettono di attribuire queste succes-sioni ad un sistema carbonatico di mare sottile. Tuttavia, a luoghi, la parte inferiore della Calcarenite di Gravina è co-stituita, per spessori di pochi metri, da terre rosse di origi-ne alluvionale passanti verso l’alto a calcisiltiti contenenti resti di characee, gusci di ostracodi, di gasteropodi (Phisis sp.), di lamellibranchi (Cerastoderma lamarki REEVE) e di foraminiferi bentonici (Ammonia tepida LAMARK), che permettono di attribuire tali depositi ad ambienti lagunari salmastri. Questi depositi, che si sono conservati in ristret-te aree in corrispondenza di modeste paleodepressioni morfostrutturali (visibili quasi solo in corrispondenza di scassi per fondazione, come p. es. attualmente in loca-lità Santa Caterina, o lungo tratti di lama che ritagliano queste successioni, come p.es. lungo la lama Lamasinata) poggiano in discordanza sui calcari del Cretacico tramite un contatto marcato da una superficie carsificata molto irregolare (fig. 4). Tranne queste eccezioni, le facies tipi-che della Calcarenite di Gravina poggiano con un limite inconforme direttamente sui calcari cretacici tramite una superficie di abrasione marina, frequentemente marcata da discordanza angolare (fig. 5), interpretata come una su-perficie di trasgressione diacrona a livello regionale (Pieri, 1980; TroPeano & sabaTo, 2000).

L’assenza di una fauna significativa dal punto di vista biostratigrafico non consente di dettagliare ulteriormente l’età di tale formazione che viene pertanto riferita al Plei-stocene inferiore (Gelasiano?-Calabriano) sulla base di considerazioni di carattere regionale e in base a studi pre-cedenti (azzaroLi et alii, 1968; azzaroLi & vaLduga, 1967; merLa & ercoLi, 1971; iannone & Pieri, 1979; d’aLessandro & iannone, 1983).

suPersinTema deLLe murge (mu)

Il supersintema delle Murge è costituito da un insieme di depositi a composizione carbonatica e/o silicoclastica, riferibili ad ambienti costieri e accumulatisi a partire dal Pleistocene medio e fino al Pleistocene superiore in di-stinte fasi sedimentarie. Il limite inferiore del supersinte-ma è erosivo su tutte le unità più antiche (fig. 2). Il limite superiore è anch’esso erosivo ed è localmente ricoperto da uno spessore esiguo, in genere di pochi decimetri, di suolo. Nell’area compresa all’interno della carta geologica dell’area urbana di Bari sono stati distinti tre sintemi, di seguito descritti a partire dal più alto in quota. Tali sintemi sono infatti riferibili a distinti depositi marini terrazzati, e pertanto quelli affioranti nelle aree interne e più sollevate corrispondono ai depositi più antichi, mentre quelli affio-ranti nelle aree più prossime alla linea di costa e a quote meno elevate corrispondono ai depositi più recenti.

Sintema di Carbonara (MUB)

Il sintema di Carbonara affiora in aree limitate nel set-tore meridionale della carta e si eleva a circa 40-45 m sul livello del mare, dal quale dista circa 5 km. Il limite infe-riore è disconforme sulla Calcarenite di Gravina.

CARTA GEOLOGICA DELL’AREA URBANA DI BARI IN sCALA 1:25.000 30

Fig. 3 - Colonna sintetica della successione del Calcare di Bari affiorante nel F° 438 “Bari”. La porzione di successione ricadente nell’area ur-

bana di Bari è delimitata dal rettangolo rosso.

- Synthetic stratigraphic log of the Calcare di Bari succession cropping out in the Sheet 438 “Bari”. The part of the succession cropping out in the

urban area of the city of Bari is included in the red box.

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Tale sintema è formato da una successione spessa al massimo 9-10 m, costituita alla base da ciottoli carbonati-ci derivanti dall’erosione della Calcarenite di Gravina im-mersi in una matrice sabbioso-siltosa molto fine di color giallo chiaro. Gradualmente, verso l’alto i silt e le sabbie fini diventano più abbondanti e sono alternati a straterelli calcarei micritici con piccoli gasteropodi e lamellibranchi a guscio sottile e rari foraminiferi bentonici (Rotalidi); tale parte della successione è caratterizzata inoltre dalla

presenza di noduli carbonatici e di superfici di emersione evidenziate dalla presenza di fratture riempite da croste calcaree. Verso l’alto aumentano in frequenza i calcari micritici e si distinguono strati sottili di sabbie calcaree fossilifere con frammenti di lamellibranchi, gasteropodi, echinidi, brachiopodi, foraminiferi bentonici e planctonici (rari) e alghe calcaree.

L’ambiente di sedimentazione del sintema di Carbo-nara risulta, dai caratteri di facies osservati, variabile da laguna ristretta e soggetta a frequenti emersioni a facies costiere ed infine a facies prettamente marine di piatta-forma.

L’età del sintema di Carbonara può essere riferita, in base alla posizione stratigrafica e a considerazioni di ca-rattere regionale, al Pleistocene medio e dubitativamente al Pleistocene superiore.

Sintema di San Pasquale (MUQ)

Il sintema di San Pasquale si estende per circa 5 km nella città di Bari formando un corpo stretto e all’incirca parallelo alla costa, che si eleva fino a 15 m sul livello del mare, dal quale dista circa 2 km. Il limite inferiore di tale sintema è inconforme sia sul Calcare di Bari che sulla Cal-carenite di Gravina. Tali depositi sono osservabili presso il Conservatorio della città di Bari e lungo un taglio ferrovia-rio in prossimità di Villa Romanazzi.

Il sintema di San Pasquale, in precedenza definito in-formalmente “Cordone littorale di Bari” da Pieri (1975; 1988), è spesso circa 5-6 m ed è costituito da silt laminati ricchi in ostracodi e resti di characee con intercalazioni di strati sottili di calcari nodulari con fossili (ostracodi, oogoni di characee e piccoli gasteropodi) passanti verso l’alto a sabbie ben classate con granuli arrotondati e prive di matrice. Sia sui silt che sulle sabbie poggiano in ero-sione ghiaie calcaree. I caratteri di facies permettono di riferire tali depositi ad ambienti variabili da retrospiaggia ad avanspiaggia.

Sia i silt che le sabbie sono interessate da strutture se-dimentarie deformative tipo load-casts e balls and pillows (fig. 6) di dimensioni variabili da 10 a 60 cm, con forme irregolari, spesso subsferiche, interpretate come sismiti da moreTTi & TroPeano (1996) e moreTTi et alii (2002).

Da un punto di vista geomorfologico, il sintema di San Pasquale rappresenta un antico cuneo costiero addossato ad un substrato roccioso. Il piede del cuneo corrisponde alla via Extramurale Capruzzi, che si affianca al tracciato ferroviario cittadino, mentre il corpo del cuneo si rialza fino alle aree del Policlinico, del Parco 2 Giugno e del Cam-pus universitario tramite il blando pendio che caratterizza la porzione bassa dei quartieri San Pasquale e Carrassi, ben leggibile nei tratti stradali che si allontanano dal cen-tro città perpendicolarmente a via Capruzzi (viale Salan-dra, via Petroni, corso Croce, viale Unità d’Italia, via Re David).

L’età del sintema di San Pasquale è riferita da Pieri (1988) e da moreTTi & TroPeano (1996) al Pleistocene su-periore.

Sintema di San Girolamo (MUI)

Con andamento parallelo alla costa, sia a nord-ovest che a sud-est della città di Bari si rinvengono lembi resi-dui di depositi calcarenitici, irregolarmente cementati, che

Fig. 4 - Limite stratigrafico inconforme tra il Calcare di Bari e la Calcarenite di Gravina, caratterizzato dalla presenza di terre rosse su una paleosuperficie carsificata. Località: Quartiere San Paolo della città di Bari.- Unconformity between the Calcare di Bari Fm and the Calcarenite di Gravina Fm characterized by terra rossa on a paleokarstic surface. Lo-cation: San Paolo (hinterland of the city of Bari).

Fig. 5 - Limite stratigrafico inconforme (tratteggio bianco) tra il Cal-care di Bari e la Calcarenite di Gravina, caratterizzato da discordanza angolare (evidenziata dai triangoli neri). Località: zona Santa Cateri-na, trincea lungo il raccordo autostradale, alla periferia di Bari.- Angular unconformity between the Calcare di Bari Fm and the Calcar-enite di Gravina Fm (see the white dotted line and the black triangles). Location: Santa Caterina, trench along the motorway junction (hinter-land of the city of Bari).

CARTA GEOLOGICA DELL’AREA URBANA DI BARI IN sCALA 1:25.000 32

originariamente costituivano dei piccoli rilievi allungati secondo la linea di costa (virgiLio, 1900; zezza, 1971; Pieri, 1975). La loro ubicazione nell’ambito del perimetro citta-dino impedisce nelle condizioni attuali il riconoscimento dei principali caratteri (morfologia, spessore, contatti con le unità sottostanti ecc.); infatti, le aree di affioramento di tali depositi sono state completamente urbanizzate e rimangono solo pochi testimoni, come quello in località Fesca, alla periferia della città di Bari (fig. 7).

Si tratta di calcareniti, poggianti con contatto incon-forme sul Calcare di Bari e sulla Calcarenite di Gravina, in genere ben cementate, molto porose, fittamente laminate, con laminazione obliqua a vario angolo, contenenti fossili (gasteropodi continentali del genere Helix) ed isolate trac-ce fossili. Dal punto di vista composizionale sono costituiti prevalentemente da granuli carbonatici usurati e coperti da patine di ossidi di ferro e solo in minima percentuale da granuli silicoclastici. L’ambiente di sedimentazione è riferibile ad un ambiente eolico, di spiaggia emersa.

Il sintema di San Girolamo è stato attribuito, per la posizione stratigrafica ed in base a considerazioni di carat-tere regionale, al Pleistocene superiore.

suPersinTema deLLe Lame deLLe murge (mb)

Nel supersintema delle Lame delle Murge ricadono tutti i depositi alluvionali terrazzati posti qualche metro

al di sopra dell’attuale alveo dei principali corsi d’acqua presenti nell’area. Tali corsi d’acqua formano il reticolo idrografico delle Murge basse e sono attualmente incas-sati nel substrato. I depositi del supersintema delle lame delle Murge, poggianti con limite inconforme sul Calcare di Bari, presentano caratteristiche litologiche e tessiturali molto simili e sono stati inseriti in due differenti sintemi: il sintema di Madonna delle Grotte ed il sintema di Costa San Giovanni.

Sintema di Madonna delle Grotte (MBL)

Tale sintema è costituito da depositi alluvionali ce-mentati che nell’ambito del F° 438 “Bari” affiorano in lembi terrazzati lungo i maggiori solchi erosivi. Si tratta di conglomerati ben cementati con spessori variabili da pochi centimetri a circa 2-3 m costituiti da ciottoli car-bonatici in matrice residuale siltoso-sabbiosa rossastra. Si trovano generalmente ad altezze comprese tra i 4 e gli 8 m sopra l’alveo dei principali corsi d’acqua, pertanto, si sono deposti prima dell’incassamento delle lame in strette valli all’interno dei calcari mesozoici.

L’età è riferibile, per la posizione stratigrafica e per considerazioni di carattere regionale, al Pleistocene medio e dubitativamente al Pleistocene superiore.

Nella “Carta Geologica dell’area urbana di Bari” affio-ra esclusivamente nel settore sud-occidentale.

Fig. 6 - Sintema di San Pasquale: strutture di deformazione sinsedimentaria (balls and pillows) sviluppatesi all’interfaccia fra l’unità siltosa e l’unità sabbiosa. Località: taglio ferroviario in prossimità di Villa Romanazzi, Bari.- San Pasquale synthem: soft-sediment deformation structures (balls and pillows) developed along the boundary between the silty unit and the sandy unit. Location: railway trench close to Villa Romanazzi, Bari.

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Sintema di Costa San Giovanni (MBN)

Tale sintema è costituito da depositi alluvionali con-servati in piccoli lembi terrazzati ad altezze comprese tra 1 e 2 m sopra l’alveo dei principali corsi d’acqua, lungo il tratto più a monte.

Si tratta di ghiaie spesse 2-3 m, solo a luoghi cementa-te, con ciottoli calcarei subarrotondati e matrice residuale siltoso-sabbiosa.

L’età è riferibile, per la posizione stratigrafica e per considerazioni di carattere regionale, al Pleistocene supe-riore.

dePosiTo aLLuvionaLe recenTe ed aTTuaLe (b)

Si tratta di sedimenti di origine alluvionale che occupa-no il fondo di numerosi solchi erosivi, e che, in prossimità della costa, si rinvengono in ampie aree subpianeggianti a ridosso del sintema di San Pasquale e del sintema di San Girolamo. Sono costituiti da clasti calcarei subarrotondati in matrice siltoso-terrosa rossastra, con rare intercalazioni di silt argillosi. Il loro spessore varia notevolmente da luo-go a luogo, raggiungendo nelle zone più prossime al mare i 10 m. L’età è riferibile al Pleistocene superiore-Olocene.

DISCUSSIONE DEI DATI PRESENTATI

Gli studi condotti durante il rilevamento dell’area ur-bana di Bari in scala 1:25.000, hanno fornito nuove infor-mazioni sui terreni di fondazione della città di Bari e, in particolare, sulle caratteristiche litologiche e sugli spessori delle unità pleistoceniche che poggiano in discordanza sui calcari del Cretaceo che ne costituiscono il substrato sedi-mentario. Relativamente alle unità del Pleistocene, il qua-dro stratigrafico emerso è risultato essere più articolato di quello presente nella cartografia geologica ufficiale alla scala 1:100.000 (F° 177 “Bari”) (fig. 8). Infatti, in prece-denza, tutti i depositi pleistocenici marini discordanti sul Calcare di Bari erano stati inclusi in un’unica unità forma-

zionale definita come “tufi delle Murge”, nella quale tali depositi venivano considerati come depositatisi durante diverse fasi di ritiro del mare (azzaroLi & vaLduga, 1967). Ciò attribuiva ai tufi delle Murge un significato opposto a quello dato dallo stesso azzaroLi (1968) alla Calcarenite di Gravina così come definita sul lato bradanico delle Murge, e cioè di depositi evolutisi in un contesto di generalizzata ingressione marina. Avendo riconosciuto questa caratteri-stica anche nei depositi coevi affioranti sul lato adriatico delle Murge, iannone & Pieri (1979) avevano informalmen-te suggerito di emendare il termine tufi delle Murge a fa-vore del termine Calcarenite di Gravina anche per i depo-siti pleistocenici delle Murge basse. In realtà, come già in precedenza riconosciuto da d’erasmo (1934), il termine di “tufo” o “tufi calcarei” diffuso nell’area pugliese, nell’area delle Murge basse veniva indifferentemente riferito sia ai litotipi formatisi durante una lunga fase ingressiva (quel-li qui attribuiti alla Calcarenite di Gravina) sia a litotipi formatisi durante diverse fasi di ritiro del mare (quelli qui attribuiti al supersintema delle Murge). La scelta termino-logica suggerita nel nuovo foglio geologico permette quin-di di distinguere cartograficamente i differenti episodi di terrazzamento deposizionale marino riconosciuti nell’area (sintemi) ed evita di riportare confusione nella terminolo-gia formale utilizzata, visto che non tutti i depositi in pre-cedenza cartografati come tufi delle Murge possono essere ricondotti o esclusivamente al supersintema delle Murge o alla Calcarenite di Gravina (fig. 8).

Per quanto riguarda i caratteri strutturali, questi sono stati ottenuti da informazioni relative ad un’area più am-pia (Murge basse) (Pieri et alii, 1997), una cui parte cor-risponde al F° 438 “Bari” (Fig. 1). L’area urbana di Bari si sviluppa in un’ampia depressione morfo-strutturale, geograficamente nota come “Conca di Bari”, impostatasi sui calcari del Cretaceo precedentemente alla deposizio-ne della Calcarenite di Gravina, che localmente mostra un assetto tabulare indeformato (Pieri et alii, in stampa). La Calcarenite di Gravina ha quindi in parte colmato la paleodepressione, che può essere riconosciuta osservan-do la distribuzione areale della formazione. La sedimen-tazione della Calcarenite di Gravina testimonia inoltre la partecipazione dell’area di Bari alla stessa fase tettonica di subsidenza che ha interessato con maggiore evidenza la Fossa bradanica. Altre strutture, orientate NE-SO e circa N-S, sono da attribuire ad una fase tettonica più recente in quanto, in tutta l’area del F° 438 “Bari”, hanno rigettato le strutture della precedente fase deformativa ed hanno con-trollato lo sviluppo del locale reticolo idrografico. Si ritie-ne che la formazione di questo secondo trend di strutture sia da attribuire all’ultima fase tettonica che ha interessato l’intero settore dell’Avampaese apulo a partire almeno dal Pleistocene medio e che ne ha determinato il sollevamento tuttora in atto (Pieri et alii, in stampa). Durante tale fase è avvenuta anche la deposizione dei depositi marini terraz-zati del supersintema delle Murge e lo sviluppo di una se-rie di solchi erosivi, detti localmente “lame”, che scorrono paralleli fra loro all’incirca N-S, e sboccano nel Mar Adria-tico. Tali solchi erosivi, ormai completamente riempiti e/o occlusi per scelta antropica, attraversavano il tessuto urbano della città di Bari ed erano caratterizzati da corsi d’acqua effimeri con sbocco nell’area portuale o in zone limitrofe. Questi, pur rappresentando caratteri peculiari del territorio, non sono stati considerati come elementi di rispetto o di attenzione durante tutte le fasi di espansio-

Fig. 7 - Sintema di San Girolamo: lembo residuo del sintema affio-rante in località Fesca (periferia della città di Bari).- San Girolamo synthem cropping out in Fesca locality (hinterland of the city of Bari).

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ne urbanistica vissute dalla città di Bari e, nonostante la presenza di significative opere di regimentazione idraulica (canali deviatori), costituiscono tuttora il principale fat-tore di rischio idrogeologico da alluvione (moreTTi, 2005; mossa, 2007; andriani & waLsh, 2009).

In definitiva, la carta geologica della città di Bari in scala 1:25.000 rappresenta un prodotto di diretta deriva-zione dal F° 438 ”Bari” e permette di proporre una mappa della distribuzione delle unità che rappresentano i terreni di fondazione dell’area metropolitana. In particolare viene in parte colmata la scarsa conoscenza esistente in lette-ratura riguardo i caratteri fisici ed evolutivi dei depositi pleistocenici marini che caratterizzano l’area (Calcarenite di Gravina e supersintema delle Murge). La stessa carta

geologica evidenzia la presenza, la posizione e le caratte-ristiche di riempimento delle diverse “lame” che attraver-savano la città, ma che, pur rappresentando un peculiare carattere del territorio, appaiono ormai completamente obliterate e ignorate.

ringraziamenTi

Si ringrazia l’ISPRA per l’autorizzazione alla stampa della “Carta Geologica dell’area urbana di Bari” in scala 1:25.000 e alla pubblicazione della stessa sui Rendiconti Online della SGI. Rilevamenti originali inediti realizzati da Piero Pieri negli anni 1965-1973 revisionati ed integra-

Fig. 8 - Schema di correlazione stratigrafica tra le unità quaternarie affioranti nell’area di studio così come riportate nel F° 177 “Bari” (scala 1:100.000) e nella Carta Geologica dell’area urbana di Bari (scala 1: 25.000) (da sPaLLuTo et alii, 2010, mod.)- Stratigraphic correlation sketch among Quaternary units cropping out in the studied area as reported in the 177 Sheet “Bari” (scale 1:100.000) and in the Geologic map of the urban area of Bari (scale 1: 25.000) (from SPalluto et alii, 2010, mod.).

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ti nell’ambito del Progetto CARG-Puglia, F° 438 “Bari”. Si ringrazia la SIGEA sezione Puglia, il Comune di Bari e l’Università di Bari (fondi d’Ateneo - ex 60%) per aver par-zialmente finanziato la stampa della carta in occasione del Convegno “Geologia urbana di Bari ed area metropolita-na” organizzato a Bari dalla SIGEA il 28 novembre 2009.

Si ringraziano i referee maurizio marino ed enrico miccadei per gli utili suggerimenti al testo. Un sentito rin-graziamento va a tutti i colleghi dell’ISPRA per l’infinita pazienza dimostrata durante gli anni di elaborazione del F° 438 “Bari” e delle relative Note Illustrative, e per i nu-merosi e pertinenti commenti che hanno contributo signi-ficativamente a migliorare i prodotti finali di questa parte del Progetto CARG-Puglia.

Per opportuna conoscenza, si fa presente che l’orga-nigramma del F° 438 Bari è il seguente: Responsabili del Progetto: o. sanToro, P. cavaLcoLi, F. Pace (dal 2010); Coor-dinatori scientifici: P. Pieri, L. sabaTo (dal 2006); Direttori dei Rilevamenti: g. riccheTTi, m. TroPeano (dal 2006); In-formatizzazione: m. moreTTi; Rilevatori: g. de giorgio, v. de sanTis, m. LabrioLa, g. LoTiTo, P. Pieri, L. sPaLLuTo, c. zoPPi; Analisti: m. caFFau, m. marino.

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Manoscritto ricevuto il 10 Febbraio 2010; accettato il 16 Aprile 2011; responsabilità editoriale C. D’Ambrogi