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Palazzo Ducale a Venezia: restauri di Annibale Forcellini, 1876-1890

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IL RESTAURO E I MONI]MENTIMATERIALI PER LA STORIA DEL RESTAURO

a cura diCAROLINA DI BIASE

Libreria Clap

Il Restauro e i monumenti. Materiali per la storia del restauro.A cura di Carolina Di Biaseisbn 88-7090-648-5

L'impaginazione dei testi e delle immagini è stata curata da Francesco DeliziaL'immagine di copertina è di Massimo Simini

@ Copyright Libreria Clup scrl. E' vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasimezzo effetfuata, anche ad uso interno e didattico, nonautorvzata.

Finito di stampare nel mese di dicembre 2003 daDigitalPrint Service via Torricelli 9 Segrate

Libreria CLIIP scrlviaAmpère 20 20131Milanotal. 02.7 0.63 .48.28 fax 02.7 0.63.48.33e-mail : clup@salactica . it

Sede legale e amm.va: c.so di P.ta Yittoria 28, 20122 lufilano

INDICE

IL RESTAURO E I MONUMENTINota introduttivaCarolina Di Biase

L'ARCO DI TITO a Roma; restauri di R. Stern, l8l8-1821, eG.Yaladier,1822-1824Gianluigi de Martino

CHIESA DELLA MADELEINE aYézelay, Francia, Dipartimento della Yonne; restauri diE.E. Viollet-le-Duc, I 840-l 859

Francesco Delizia

CATTEDRALE DI NOTRE-DAME a Parigi; restauri di J.B. Lassus e E.E. Viollet-le-Duc,l 84s-l 864Francesco Delizia

CITE DI CARCASSONNE, Francia, Dipartimento dell'Aude; restauri di E.E. Violletle-Duc,1844-1879Frqncesco Delizia

CASTELLO DI PIERREFONDS, Francia, Oise; restauri di E.E. Viollet-le-Duc,l857-1879Francesco Delizia

BASILICA DI SAN MARCO aYenezia; restawi di Giovan Baffista Meduna, 1853-1875, e

Pietro Saccardo, I 878-l 890

Marco Pretelli

CHIESA DEI SANTI MARIA E DONATO a Murano, Venezia; progetto di restauro diCamillo Boito, 1858

Emanuela Vassallo

PORTA TICINESE a Milano: restauri di Camillo Boito, l86l-1865Emanuela Vassallo

PALAZZO DUCALE a Venezia: restauri di Annibale Forcellini, 1876-1890

Luca Scappin

PORTA SOPRANA DI S. ANDREA a Genova; restauri di Alfredo d'Andrade, 1882-1914

Mariangela Carlessi

Emanuela Vassallo

CASTELLO SFORZESCO a Milano; restauri di Luca Beltrami, 1884-1907

Alessandra Kluzer

IL CAMPANILE DELLA BASILICA DI AQUILEIA: il contributo di Alois Riegl ai restauri

esesuiti fra il 1905 ed il 1908

Vittorio Foramitti

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QUARTIERE DEL RINASCIMENTO a Roma; studi e proposte di Gustavo Giovannoni,1908-1918Anùea Pane

QUARTIERE DEL RINASCIMENTO a Roma; sistemazioni viarie, diradamenti, ricostruzioni,l92s-1940

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239Anùea Pane

CHIESA DI SANTA IVTARTA INCORONATACHIESA DI SANTA MARI,A DONNAREGTNANapoli, restauri di Gino Chierici 259Giulia Masturzo

BASILICA DI S. LORENZO MAGGIORE a Milano; restauri di Gino Chierici e AristideCalderini, Alberto de'CElitani d'Arzago, Carlo Francesco Giani, 1936-1939Francesca Floridia

315Laura Guidolin

CHIESA DI SANTA CHIARA aNapoli; restauri della SoprintendenzaaiMonumenti dellaCarrpania, 194y'.-1959; sistemazione esterna, 1963-1973Francesco Delizia e Bruno De Nigris

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PALAZZO DUCALE a Venezia; restauri di Annibale Forcellini*, 1876-1890

Origini e trasformazioni dell'edificio

L'edificio, la cui fondazione d'impianto si fa risalire al VII-VIII secolo, assume la conformazione attuale apartire dalla metà del XIV secolo, quando si sostituiscono, ed in pafte si inglobano, alcune delle strutturepreesistenti, di varie epoche. Si compone di tre corpi di fabbrica principali che racchiudono un cortile inter-no. (lig. 1)

La costruzione del corpo rivolto verso il Molo (ala sud), contenente la nuova Sala per il Maggior Consiglio(mt52,70x24,65),inizia nel 1340 e intorno al 1366la struttura è conclusa. Dopo un'intemrzione di circamezzo secolo, a partire dal 1424, la fabbrica prosegue con il corpo rivolto verso la Piazzella, nel quale èinserita la Sala dello Scrutinio (mt 42x16,10). Quest'ultima ala, posta ad ovest, riprende esattamente loschema architettonico di facciata trecentesco impostato nel corpo sud: i due livelli sottostanti 'scavati', neiquali si sviluppano il portico e le arcate, doppie rispetto le inferiori, della loggia, resa ariosa da tondi quadrilo-bati di chiusura (l'altezza del portico con la loggia raggiunge i mt 13,70); l'elemento pieno dell'alta cortinamuraria (di 90 cm di spessore ed altezza intorno ai 12 mt), bucata da finestroni tripartiti, e rivestita in concidi pietra d'Istria e rosso di Verona formanti un disegno bicromo a losanghe inscritte, con croce al centro;infine, a livello della copertura svetta il coronamento con merlature e pinnacoli. Rispetto al soprastante murodelle Sale le logge sono piir esili, poiché i fusti delle colonne inferiori hanno un diametro medio di cm 68,mentre quelle superiori di cm 43. Le colonne del portico poggiano su una struttura a gradoni, in blocchi lapi-dei, e uno zatterone di sottofondazione, composto da due strati di tavoloni lignei. (fig. 3) Le facciate sul cor-tile di queste nuove fabbriche presentano una loggia inserita tra le murature piene del piano terreno e del pianodelle grandi Sale.

I corpi prospicienti il Rio di palazzo, sede dell'appartamento del doge e di varie Magistrature, vengono inparte ricostruiti, dopo l'incendio del 1483, daAntonio Rizzo, il quale inglobaaltre strutture precedenti unifi-cando l'insieme con facciate modulate nel linguaggio del primo rinascimento veneziano. L intero palazzosubisce integrazioni e modifiche sino all'inizio del XVII secolo; tra le più rilevanti: l'inserimento della scalad'Oro, la demolizione della 'scala del piombo'e la sua ricostruzione all'interno del corpo ovest, le modificheai finestroniverso il cortile delle grandi Sale, ma soprattutto l'apertura del portico, nel 1603, nei due latigoti-ci del cortile, come prosecuzione spaziale e stilistica di quello presente nell'ala verso il rio.Nelle facciate principali la stabilità della struttura, del 'pieno'della muraglia gravante sul 'vuoto'delle logge,è garantita da una collaborazione fra le pafti lapidee ed il sistema di tiranti in ferro longitudinali e trasversali.Le catene longitudinali interessano tutte le arcate, inferiori e superiori, e sono collocate a livello degliabachidei capitelli. Quelle trasversali, presenti in corrispondenza di ogni colonna al piano terreno ed a campate alter-nate al piano superiore, collegano i sovrapeducci delle colonne alla muratura interna delle logge. Le estre-mità si incassano all'interno della pietra e si ancorano, al centro del blocco lapideo, con un attacco a gancio.(fie.4)Il 20 dicembre 1577 un incendio devasta la copertura delle grandi sale e si ferma alla parete orientale dellaSala del Maggior Consiglio. Dow la verifica dei Pareri di quindici esperti convocati, si decide per l'inter-vento direstauro realizzato daAntonio DaPonte. Vengono rifatte le coperture distrutte e consolidato l'ango-lo sud-est, considerato in condizioni statiche precarie. Infatti si costruiscono due archi trasversali, sovrapposti,nelle logge verso il Molo, in corrispondenza del muro orientale della Sala del Maggior Consiglio, e si chiu-

* Annibale Forcellini (l 827-1891), laureatosi in ingegneria a Padova, entra nel Corpo del Genio Civile nel 1856, presso I'Ufficio diVenezia. Dal 1873 al 1990 è Direttore dell'Ufficio Tecnico Municipale di Venezia. Prima del 1873 segue lavori di restauro (chiesa diS. Nicolò di Treviso, chiesa di SS. Giovanni e Paolo in Venezi4 chiesa di SS. Maria e Donato a Murano) e di progettazione (nuovoCimitero di Venezia). Successivamente è presente, come ingegnere del Comune. in molte nuove progettazioni in Venezia- delle qualialcune realizzate (Pescheria a Rialto, ampliamento del Macello, complesso scolastico a Castelto) ed altre rimaste sulla cana (edificioin campo S. Paternian, magazzini generali a S. Mart4 nuovo palazzo per la Posta in rira del Carbon).

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dono alcune arcate del piano terreno (l'arcata del voltatesta sul rio e la lo, 2" e 5" del fronte Molo, contandodallo stesso angolo). (fig. 2) Contemporaneamente si consolidano tutti i capitelli lesionati, inferiori e supe-riori, con cerchiature ed arpesi metallici. (figg. 13, 15) I setti marmorei all'intemo delle grandi finestre dellesale, scoppiati per il calore, vengono demoliti e non piir ripristinati.

I capitelli con lesione passante (indicati da G.B. Rusconi nella perizia stesa dopo l'incendio del 1577) sonodiciotto al piano terreno (alcuni dei quali saranno sostituiti con copie nel XVIII secolo) e dieci nelle loggesuperiori. Le fessurazioni non sono imputabili all'incendio ma da attribuirsi all'ossidazione, e conseguenteespansione, del ferro dei tiranti longitudinali, incassati in corrispondenza dell'abaco.

Nel 1782, nella3o e4" arcata dall'angolo sud-est, vengono inseriti conci lapidei dichiusura, in sostituzionedi chiusure lignee, imitando le tamponature delle arcate adiacenti. (fig. 2)

Stato precedente il restauro

Nonostante il palazzo, come testimoniano i documenti, sia sempre stato, nel corso dei secoli e soprattuttosotto la dominazione austriaca, un cantiere aperto, la sua condizione, negli anni successivi all'annessione delVeneto al giovane Regno d'Italia, è considerata critica dal punto di vista statico. Sono soprattutto i due corpidi fabbrica principali, verso il Molo e verso la Piazzetta, che manifestano cedimenti strutturali. Le condizionidello stato di fatto sono testimoniate da F. Zanotto (Il Palazzo Ducale illustrato, 1842-1861) e dallaCommissione istituita dal Ministero della P.I. nel 1873 (Relazione del20 maggio 1873).

Molti tiranti longitudinali e trasversali sono assenti, perché caduti, o presenti solo come monconi, perchéspezzati (figg.7,8). Le parti lapidee delle logge presentano fessurazioni e mancanze (nei capitelli, fusti, basi,cornici, blocchi dei quadrilobi), fuoripiombo, sconnessioni e slittamenti rispetto ai piani di posa (nei concidegli archi, delle cornici e dei blocchi dei trafori) nonostante la presenza delle piombature originarie. Molticapitelli hanno cerchiature ed arpesi applicati, nel corso dei secoli, soprattutto per contenere le rotture dovuteall'ossidazione del ferro, favorita dall'umidità e dall'aria salmastra. (figg. 13, 15)

Dalle descrizionidello stato di fatto risulta che nella loggia inferiore (portico) l5 capitellihanno cerchiaturein ferro ed arpesi di rinforzo. Inoltre il 6o capitello inferiore (a partire dall'angolo sud-ovest) è una copiamessa in opera nel l73l senza esser attraversata, nell'abaco, dal tirante longitudinale; invece il capitello del-l'angolo nord-ovest, restaurato tra il 1854- I 858 sotto la direzione di Pietro Selvatico, ha un quinto della super-ficie rinnovata con tassellature varie sia nell'abaco che nel calato.

Nella loggia superiore i capitelli con cerchiature in ferro ed arpesi di rinforzo sono 32. Il 20" capitello (con-tando dall'angolo sud-ovest) del lato ovest, invece, è una copia in bronzetto di Verona collocata nel 1863;dieci capitelli superiori del lato sud (dal 9o al 18o, di cui otto in pietra d'Istria e due, molto degradati, inmarrno di Carrara), rinnovati nel Settecento, hanno i tiranti longitudinali non inseriti nell'abaco ma passantinel peduccio e realizzati in rame. Anche il 34" capitello e la relativa base della colonna della loggia superioredel fronte Molo sono stai rinnovatinel Settecento (secondo ilForcellini) utilizzando però marmo statuario diCarrara.

I fanali, applicati con la realizzazione della prima illuminazione a gas di Piazza S. Marco (1843), si trovanosopra le chiavi d'arco, ogni due arcate inferiori delle facciate principali, sostenuti da pesanti bracci in ferroinfissi nel fregio della comice con i tubi del gas inseriti all'interno. (figg. 5, 7,8)Alcune arcate inferiori della facciata verso il Molo sono ancora tamponate come esito degli interventi del1578 e del Settecento: in particolare l'arcata del voltatesta sul rio e le prime cinque arcate dall'angolo sud-estdel fronte verso il Molo. (fig.2)

Una finestra del muro di fondo del portico verso il Molo (la seconda dall'angolo sud-ovest) ha la parte infe-riore demolita per permettere l'accesso dall'esterno ad una latrina.

Nella tratto superiore verso il ponte della paglia della facciata rivolta al Molo esiste una terza finestrellaquadrata, già presente nei quadri di Canaletto, che dà luce agli ambienti interni dell'ex-Armeria. (fig. 2)

Il muro di fondo del portico delle facciate ha un rivestimento della parte inferiore, in tutte le campate, costi-tuito da panche con schienale, entrambe in legno, e mensole di sostegno (quattro per panca) in pietra d'Istria.(frg.5)llPalazzo è sede di vari uffici e funzioni che mettono a rischio la sicurezza rispetto agli incendi ed alla stati-ca dell'edificio. Al piano terreno risiedono: il quartiere della guardia militare di Polizia, la Borsa mercantile,la Borsa e Commercio, il Corpo della Gran Guardia, l'Appostamento dei Pompieri, il Tribunale Mercantile,la Camera di Commercio, i magazzini,l'acqlario. Al piano delle logge: la Biblioteca, gli uffici relativi,l'abitazione del Bibliotecario, gli uffici e l'abitazione del Custode e Conservatore del Palazzo, gli uffici e la

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collezione mineralogica dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. Al piano delle sale: sala leffura e uffi-ci della Biblioteca, Museo Archeologico. All'ultimo piano dell'ala sul rio: uffici e libreria dell'Istituto Venetodi Scienze Lettere ed Arti.

Fasi e tempi dei restauri

I 868 dopo un esame delle condizioni dei capitelli delle logge inferiori, la Commissione tecnico-artisti-ca nominata (G.B. Meduna, L. Ferrari, L. Cadorin) propone la rinnovazione del terzo capitellosu ciascuna facciata, contando dall'angolo sud-ovest, ed il consolidamento dei secondi capitelli.Nello stesso anno un'ulteriore Commissione ritiene che i lavori necessari all'angolo siano mag-giori. Il R. Ufficio Centrale delle Pubbliche Costruzioni (ing. F. Bergamin) predispone un pro-getto che viene approvato dal Ministero della Pubblica Istruzione: intervento di sostituzione deiterzi capitelli, dall'angolo sud-ovest, e di consolidamento dei secondi, come già indicato dallaCommissione tecnico-aftistica; applicazione di due allacciature in ferro esternamente, al di sopradelle cornici dei due piani delle logge; spianamento delle irregolarità degli archivolti e delle cor-nici delle logge.

una Commissione istituita dal Ministero (G.B. Meduna, L. Ferrari, L. Cadorin, G. Bianco, P.

Fabris, A. Forcellini), in seguito alle segnalazioni dell'Ufficio Tecnico Municipale, verifica leopere già approvate e propone alcune modifiche ed aggiunte ai lavori, già appaltati alla ditta G.Biondetti-Crovato.

viene affidata la direzione dei lavori all'ing. Giandomenico Malvezzi, ingegnere dell'Ufficio delGenio Civile di Venezia. Una Commissione Tecnica (P. Fabris, G.B. Meduna, L. Ferrari, L.Cadorin, G. Bianco, G.B. Cecchini, G.D. Malvezzi) deve seguire e valutare ilavori in corso (inparticolare la pietra d'Istria da Éilizzare per i nuovi capitelli).dopo la caduta del tirante diagonale dell'angolo sud-ovest ed un esame di tutti i tiranti in ferro,trasversali e longitudinali, ne vengono rimossi otto per pubblica sicurezza. L'ing. Malvezzi, nonconvinto del progetto approvato per le assicurazioni provvisorie, ne predispone uno nuovo cheviene approvato dalla Commissione Tecnica.

sono completati ed approvati i due nuovi capitelli e perciò inizia il cantiere secondo il progettodefinito dall'ing. Bergamin e modificato, nell'impostazione delle armature, dall'ing. Malvezzi.il Ministero della P.I., sollecitata dal Ministero dei LL.PP., nomina una Commissione di settemembri, sei effeftivi (P. Selvatico come presidente, M. Falcini, G.B. Meduna, T. Mati, G.Mengoni, G.D. Malvezzi), con l'incarico diesaminare le condizioni statiche delPalazzo e di pro-porre i provvedimenti necessari ad assicurare la stabilità della fabbrica. La Commissione sta-bilisce che il progetto precedente è insuffìciente e che è necessario un intervento generale allefacciate, di durata decennale, in cui si devono seguire le indicazioni del dettagliato programmaredatto dalla Commissione stessa. Le proposte, descritte nella Relazione ed indicate grafica-mente, prevedono lo smontaggio di tutte le logge, in lotti di lavoro successivi, per applicare iseguenti interventi: nuovi tiranti longitudinali spostati al di sopra del capitello (costituiti da barreunite a cerchiature che cingono i peducci); arcate da 'rimettersi in sesto'(12 al piano terreno e 34al piano superiore); fusti 'da rinnovarsi'(4 al piano terreno e l8 al piano superiore), nuove basi(36 superiori), capitelli nuovi (10 inferiori e l4 superiori), nuovi pezzi dei trafori (25). (frg.9)viene emanato il R. Decreto con il regolamento per la direzione dei lavori e la nomina dellaCommissione di Vigilanza di cinque membri (Prefetto, Intendente di Finanza, Ingegnere capoGenio Civile di Venezia, membro della Commissione per la Conservazione dei Monumenti,Ingegnere direttore dei lavori). Inoltre laLegge n.2507 assegna il finanziamento di f, 570.000,da ripartirsi in dieci anni, comprendente anche gli interventi alle facciate sul cortile e sul rio.in seguito alla revoca dalf incarico dell'ingegnere Malvezzi. il Ministero dei LL.PP. affida ladirezione dei lavori all'ingegnere Annibale Forcellini. Quest'ultimo propone le varianti sul pro-getto di puntellazione, suimodi di fornitura del legname e su ulteriori sostituzioni degli elemen-ti lapidei all'angolo, rispetto a quelli previsti dalla Commissione Selvatico. Inizia l'esecuzionedelle puntellazioni. Le armature, appoggiate su una platea in legname ed apposite fondazionimurarie, si compongono di: centinature delle arcate e dei quadrilobi, ritti verticali interni edeterni che sostengono capezzali orizzontali, puntelli sui vertici degli archi disposti simmetrica-mente rispetto il piano assiale, punte 'di affrontamento'nei luoghi sottoposti alla spinta ortogo-

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nale dei muri delle Sale (nei tre angoli ed in corrispondenza delle murature di testata delle Sale).(fig. 10)L'intervento si struttura in una serie di fasi di cantiere che si ripetono per ogni lotto di lavoro(detto 'presa'). La I fase, preparatoria, prevedelarealizzazione delle fondazioni dell'armatura edeipezzi da sostituire, il montaggio delle armature, la predisposizione di spie di vetro e spie dimalta di gesso. La II fase, di intervento, comprende: lo smontaggio delle logge, le operazioni direstauro previste (riduzione o adattamento dei piani dei pezzi lapidei da riutilizzare; consolida-menti con elementi in rame dei pezzi lapidei fessurati; sostituzione di quelli non recuperabili;posizionamento dei tronconi metallici inseriti nei peducci e nei sovrapeducci) e la ricompo-sizione delle arcate. La III fase, conclude il cantiere con i seguenti lavori: rifacimento progressi-vo del solaio, smontaggio dell'armatura, montaggio delle barre delle catene, completamento inopera dei pezzi con modellato posti in opera non finiti, rifacimento della volta inferiore e del bat-tuto superiore, sistemazione dei parapetti e del muro di fondo del portico, interventi minori alsolaio superiore della loggia, alla muraglia, ai finestroni ed alle merlature.Le 'PRESE'sono cinque distribuite secondo la seguente successione:I PRESA (1876-79): angolo sud-ovest, dalla 4o colonna inferiore lato ovest alla 4 colonna infe-riore lato sud. (figg. 10, 11)II PRESA (1879-82): lato ovest, dalla 5'alla l0'colonna inferiore.III PRESA- 1o tratto (1881-82): lato ovest, dalla llo alla l5o colonna inferiore.III PRESA- 2" tratto (1882-8a): dalla12" al volta-testa dell'angolo nord-ovest. 1882-83: restau-ro della porta della Carta.IV PRESA (1884-87): lato sud, dalla l3' colonna al volta-testa dell'angolo sud-est. (fig. f2)V PRESA- lo tratto (1886-87): lato sud, dalla 12" alla l0'colonna inferiore.V PRESA -20 tratto (1886-89): lato sud, dalla 9o alla 5o colonna inferiore.in base ad alcuni sondaggi Forcellini propone la demolizione della volta e del solaio delle logge,anche per migliorare il sistema di puntellazione. Il Consiglio Superiore dei LL. PP. chiede chiari-menti e propone una sanatoria sulle varianti già approvate dalla Commissione di Vigilanza, masuggerisce l'esame di una Commissione Speciale di funzionari del Genio Civile. LaCommissione Tècnica del 1870 approva le varianti. Forcellini invoca "ragionevole libertàd'azione" rispetto all'Amministrazione Centrale.

i Ministeri dei LL.PP. e della P.I. istituiscono una Commissione Speciale (O. Spadon, G. Ponti,A. Forcellini, V. Micheli, L. Monteverde) per sciogliere le questioni sulle variantial progetto del1873. Oltre alle varianti viene approvato anche il nuovo sistema di collegamento dei tiranti pro-posto da Forcellini. Inizia lo smontaggio delle logge.Giacomo Boni viene assunto (sino al 1888) dalla Direzione dei lavori come rilevatore, disegna-tore e copista.

per risolvere il problema del radicale restauro dell'angolo sud-ovest, rimasto sospeso, vienenominata una Commissione Speciale Straordinaria (F. Berchet, G. Franco, G.B. Meduna) cheapprova le proposte del Forcellini.

si sperimentano (Giovanni Bizio e Pompeo Momenti) dei sistemi per "armonizzare il nuovo conl'antico" utilizzando delle patine da applicare su tutti i nuovi pezzilapidei già in opera: dopo averprovato varie soluzioni con il nitrato d'argento (da solo, con altri agenti, oppure con successivaoliatura) si giunge alla scelta della velatura con sostanze coloranti sospese in olio di lino noncotto, da stendere "a modo di una pittura". (fig.22)la Commissione di Mgilanza approva la proposta di Forcellini circa l'oppoftunità di chiuderesolo la finestrella quadrata aperta (secondo il Forcellini) intorno al 1839.

una Commissione Speciale (Poggi, Ceppi e Sacconi) esamina la questione dell'apertura dellearcate all'angolo sud-est, già demolite dal Forcellini. La Commissione Permanente di BB. AA.approva con lode i lavori eseguiti dall'ing. Forcellini, considerando l'intervento all'angolo unaeccezione rispetto al criterio generale.

un gruppo di artisti locali propone la collocazione di una lapide commemorativa dei restauri. LaCommissione dei Monumenti (con astensione di Berchet) è favorevole. Il Ministro della P.I.approva la collocazione solo di una semplice iscrizione nei locali destinati a 'museo architetto-nico'dei pezzi sostituiti con il restauro.

Sullo sfondo del cantiere operativo compaiono, con ruoli di progettazione o di consulenza, le massimeautorità riconosciute a quel tempo nel campo dell'architettura e dell'ingegneria, in ambito veneziano e

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nazionale (quali Pietro Selvatico, Giovan Battista Meduna, Federico Berchet, Pompeo Momenti, LucaBeltrami, Luigi Monteverde, Ludovico Cadorin, Giuseppe Mengoni, ecc.), ma il nome di Camillo Boito nonappare nei documenti ufficiali conservati presso gliArchivi (Archivio Centrale di Stato ed Archivio Storicodella Soprintendenza per i Beni Architettonici di Venezia).

Le opere eseguite

Il restauro diretto dall'ing. Forcellini viene presentato dall'autore come un restauro statico conservativo il cuiscopo, dichiarato fin dall'inizio, non presuppone alcun intervento di ripristino o di integrazione. Durante ilavori saranno molte le sostituzioni e integrazioni, di elementi e conci lapidei, di un buon numero di capitel-li delle logge (debitamente datati come sancirà, in quegli stessi anni, la"Cartadel restauro" del 1883); si pro-cederà al rifacimento delle volte del portico e del solaio della loggia, allaparziale sostituzione delle orditurelignee soprastanti le logge, in corrispondenza delle facciate sud e ovest; veranno demolite le strutture di con-solidamento predisposte dal Da Ponte dopo l'incendio del1577. Tutte le fasi di cantiere sono documentate da'Rapporti' intermedi e da deffagliate 'Relazioni' annuali stese dall'ingegner Forcellini, in ottemperanza al'Regolamento per la Direzione dei Lavori'del 1875, corredate da una ricca produzione grafica (più di 150disegni) e significative riprese fotografiche. (figg. 7-16)

L'intervento, a partire dal 1876, si concentra sulle logge inferiori e superiori delle facciate principali e si con-cretizza nell'introduzione di un nuovo sistema ditiranti, diverso e piÌr efficiente dell'originario, e nel restau-ro degli elementi lapidei. Durante il cantiere, itinerante lungo Ie logge principali, vengono affrontati anchealtri interventi di tipo statico alla Porta della Carta ed alle logge rivolte verso il cortile interno. (fig. 6)I nuovi tiranti longitudinali del portico delle facciate principali si limitano alle sole campate prossime agliangoli (tre campate per gli angoli sud-ovest e nord-ovest, cinque per l'angolo sud-est) e sono costituiti dabarre passanti ed aste intermedie. Le barre si inseriscono, diversamente dalle originarie, nel peduccio sopra-stante il capitello e si collegano alle aste intermedie con manicotti a doppia vite, per la messa in tensione. Alpiano delle logge superiori, similmente al sistema originario, i tiranti sono continui, legando in questo modole estremità delle facciate. Tali tiranti utilizzano lo stesso sistema applicato al piano terreno, delle barre pas-santi nei peducci e delle aste intermedie, connesse con giunti ditrazione. (fig. 4)I tiranti trasversali del piano terreno vengono spostati, rispetto a quelli precedenti, a livello del solaio; inoltrevengono aumentati di numero ed allungati utilizzando giunti di connessione (estremità delle barre a denteunite con coprigiunti e staffe di bloccaggio) e capochiavi (conci lapidei o piastre in ghisa). Al piano superio-re le catene trasversali si riducono di numero, rispetto agli originari, ma aumentano in effìcienza, nell'attac-co esterno e nella profondità interna, utilizzando i giunti a manicotto per la messa in tensione della barra inter-na alla pietra con quella esterna.

Vengono, inoltre, introdotte catene longitudinali dietro le alte mura, sia a livello dei pavimenti delle sale, pertutta la lwghezza, sia a livello del sottotetto, solo per una parte, sempre con giunti a freddo, che uniscono levarie barre, e capochiavi a piastra in ghisa.

Tutte le barre esterne sono in ferro mentre quelle inserite nella pietra sono in acciaio (in alcuni casi in rame).Le catene esterne in ferro hanno un doppio bagno di stagno e sono verniciate con minio e tinta ad olio, a piùstrati.

Si sostituiscono con copie molti pezzilapideinon figurati delle logge (basi, fusti, peducci, sovrapeducci, cor-nici, conci degli archi), in base alle indicazioni contenute nel progetto della Commissione del 1873 ma soprat-tutto per decisioni prese dall'ingegner Forcellini in corso d'opera, ed approvate dalla Commissione diVigilanza e dal Ministero della P.L. (figg. 23,24)I capitelli delle logge (39 capitelli inferiori, 74 capitelli superiori) sono oggetto dei seguenti tipi di interven-to:

- sostituzione con copia (sino al 1880 le copie sono realizzate nei laboratori degli scultori, successivamentein cantiere): l3 capitelli inferiori, 28 capitelli superiori. Ogni nuovo capitello porta, sulla superficie superioredell' abaco, l' inci sione dell' anno di realizzazione; (fi gg. 14,- 16, 17)- restauro: consolidamento con cerchio in rame inserito a caldo in un incavo predisposto, superiormente e/oinferiormente (23 capitelli inferiori, l6 capitelli superiori); arpesi in rame nella faccia superiore; nuovo abacoanulare (7 capitelli inferiori, 5 capitelli superiori); tasselli vari dell'abaco; nuovo cavetto dove vi erano le cer-chiature (3 capitelli superiori); tasselli di riempimento della sede del vecchio tirante. (figg. 19, f8)I trafori finali della loggia superiore, costituiti da elementi distribuiti su coppie di quadrilobi, vengono parzial-mente sostituiti creando, ove necessario, un sistema a conci radiali per distribuire meglio le spinte (soluzione

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PAI-AZZO DUCALE

proposta dall'ing. .}dalvezzi alla Commissione del 1873). (figg.20,21)Il solaio della loggia all'angolo sud-ovest viene ricostruito modificando la tessitura delle travi da una dispo-sizione originaria a ventaglio ad una con trave diagonale principale e travi secondarie.

Vengono rifatti la volta inferiore, il solaio (con il recupero delle vecchie travi e l'utilizzo del legname dellepuntellazioni per le nuove travi) ed il pavimento a battuto della loggia. Le travi del solaio sotto le Sale, sopra-

stante la loggia, subiscono varie operazioni di sostituzione totale o parziale.

Le aggiunte realizzate dopo l'incendio del 1577 (i tamponamenti delle sei arcate inferiori, cinque del fronteMolo ed il voltatesta, e gli archi trasversali al di sotto del muro orientale della Sala del Maggior Consiglio)vengono demolite ripristinando la configurazione architettonica originaria, previo rinforzo con estese tiran-tature metalliche, perlopiir non visibili. (figg. 12,2,1)Sulla facciata verso il Molo viene chiusa laterza finestrella quadrata (contando dall'angolo sud-est), aperta,

secondo Forcellini, nel 1839. (figg.2, 1)

Si sostituiscono le parti di mattonellato in pietra delle facciate principali, nei punti dove sono statG fissati i

tiranti interni paralleli alle murature, nelle porzioni di parete dove si inserivano le teste delle punte 'diaffrontamento', ed in altre zone che presentavano lesioni strutturali. Un nuovo mattonellato è presente anche

nel luogo della finestrella quadrata tamponata. (figg. 23,24\Anche le merlature ed ipinnacoli superiori subiscono interventi di sostituzione,parziale o totale, e diconsoli-damento.

Vengono restaurate con sostituzioni di parti lapidee e di parti murarie alcuni finestroni delle grandi Sale: inparticolare il verone centrale della facciata sulla Piazzelta e, nel cortile, la prima finestra della facciata occi-dentale e le finestre della facciata meridionale.

L'intervento alle logge delle facciate meridionale e occidentale del cortile (1885-88) consiste nello smontag-gio e sostituzione di vari elementi lapidei e nel rifacimento della volta inferiore e del solaio.

In corrispondenza dell'ingresso del Museo Archeologico (che a quel tempo occupava l'ala di Palazzo versoil rio), in prossimità della scala dei Censori, è stata sostituita la trave esistente con una doppia trave in legnoarmata.

Si ristruttura il piano terreno dell'ala verso la Piazzeltaper la collocazione del "Museo Architettonico" (museo

dell'opera deciso già nel 1878 dalla Commissione di Vigilanza dei lavori), per l'esposizione della parte con-servata deipezzi sostituiti durante i restauri (soprattutto capitelli e fusti poiché gli altri blocchi rimossi dailoggiati sono stati riùilizzati come riempimento dello scavo o rimodellati per altri usi).

Nel muro di fondo del portico della facciate principali vengono inserite delle nuove panche, ogni due cam-pate, composte di una nuova lastra in pietra d'Istria appoggiata su tre mensole, in parte ottenute riutilizzandoquelle esistenti. Viene, inoltre, realizzato un rivestimento, in pietra d'Istria, della porzione di muro sotto lesoglie delle finestre, impiegando sia le vecchie pietre sostituite sia i resti del nuovo materiale.

[Le immaginin. 6, 19,20,23,24 sono state elaborate all'interno della tesi di laurea 1 "generali restauri" delle

facciate principali del Palazzo Ducale di Venezia: 1868-1889, sostenuta presso l'I.U.A.V., a.a. 1996-97, da

Luca Scappin, relatore prof. Giuseppe Cristinelli. Le foto 17, 18,21, sono di Luca Scappin.]

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PAIAZZO DUCALE

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1. Fotografia attuale aerea.

2. Prospefto sud, verso il Molo, pima dei restauri (punto di ripresa dal campanile detla chiesa di S. Giorgio Maggiore,fotografia diCado Ponti, ca. 1865, pafticolare).Si notino le finestrelle quadrate, presenti in numero di tre, e le tamponature delle arcate dell'angolo sud-est.

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P^I-CAZO DUCALE

3. Restituzione assonometicadellastruttura delle logge in conisponden-za dell'angolo sud-oyestÈ rappresentata la disposizione origi-naria dei tiranti longitudinali.

4. Restituzione assonometica deisistemi di ancoraggio dei tiranti nelportico e nella loggia.A sinistra, il sistema originario dellebarre a sezione rettangolare (loggiasuperiore: catene trasversali; portico:catene trasversali e catene longitudi-nali) ed a sezione quadrata (loggiasuperiore: catene longitudinali). Adestra, la nuova disposizione introdot-ta dall'ing. Forcellini: barre a sezionetonda (loggia superiore: catenetrasversali, interne ed esterne, ecatene intermedie longitudinali; porti-co: catene intermedie ed interne lon-gitudinali), e a sezione quadrata (log-gia superiore: catene longitudinaliinterne alla pietra), con manicotti atrazione di collegamento.

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PAI}ZZO DUCALE

5. Facciata sulla Piazzefta dall'an-golo nord-ovest (fotografia di CaloPonti, ca. 1860).Sono visibili itiranti trasversali del por-tico, ifanali di illuminazione pubblica ele panche in legno addossate allaparete interna.

6. Piante paziali del piano terreno edel piano delle logge (corpo verso laPiazzetta e cotpo verso il Molo) nellostato precedente i restaui.Sono indicate le parti interessate dagliinterventi dell'ing. Forcellini.

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PAL-P.ZZO DUCALE

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i7. Prospefto delle prime arcate infe-ioi del lato verso la Piazzetta, dal-I'angolo sud-ovest pima dei restauri(fotografia di Carlo Naya, 1871, pafti-colare).Sono visibili i dissesti degli archi edella cornice e l'assenza dei tiranti,caduti.

8. Prospefto della pima arcata infe-iore del lato verso il Molo, dall'angolosud-ovest, prima dei restauri(fotografia di Cado Naya, 1871, pafti-colare).Sono visibili i dissesti dell'arco e dellacornice e I'assenza dei tiranti, caduti.

PAIAZTO DUCALE

9. Tav. Xll. Progetto presentatodalla Commissione del 1873.Prospetto verso il Molo.Sono indicate le parti da "rinnovarsi"(in tono di grigio chiaro), quelle da"rimettersi in sesto" (in tono di grigioscuro) e dei "nuovi presidi in ferro"(tiranti e cerchiature dei capitelli).

10. Progetto dell'ing. Forcellini delleopere di puntellazione all'angolo sud-ovest, relative alla'l Presa', in pianta,sezione e prospetto.

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PAIAZZO DUCALE

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1'1. 'Tavola l. Allegato A dellaRelazione', 13 mazo 1878, dell'ing.F orcellini. Prospetti delle logge relativialla 'l Presa' (angolo sud-ovest).Sono indicati gli interventi in corsod'opera: "nuovi pezzi proposti nelProgetto" della Commissione del1873 (in tono di grigio chiaro),"pezzida rinnovare" proposti da Forcellini egià approvati (in tono di grigio medio),"pezzi proposti ora dalla Direzione deiLavori" da approvare (in tono di grigioscuro).

12. Tavola L allegata al Rapporlo del16 agosfo 1886 n.50 dell'ing.Forcellini. Pianta, sezione trasversalee longitudinale dell'angolo sud-est.Viene descritto lo stato di fatto (con letamponature delle arcate e gli architrasversali, indicati da demolire) e diprogetto. Nell'originale sono segnatein giallo le demolizioni ed in rosso lenuove costruzioni.13. Fotografia di cantiere (1881):capitello oiginaio (poi sostituito concopia) della loggia superiore fron-teggiante la Piazzefta, il nono dall'an-golo sud-ovest.Sono visibili le grappe, la cerchiaturaall'allezza del cavetto dell'abaco e lafessurazione veilcale passante.

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PAL-PAZO DUCALE

14. Fotografia di cantiere (1881):capitello nuovo (pima della collo-cazione in opera) della loggia superio-re fronteggiante la Piazzetta, il nonodall' angolo sud-ovesf.

15. Fotografia di cantiere (1878):capitello oiginaio (poi sostituito concopia) del porTico fronteggiante ilMolo, il tezo dall'angolo sud-ovest.Sono visibili le grappe, la cerchiaturaall'allezza del cavetto dell'abaco e lafessurazione verticale passante.

15. Fotografia di cantiere (1878):capitello nuovo (prima della collo-cazione in opera) del portico fron-teggiante il Molo, il tezo dall'angolosud-ovesf.

17. Pafticolare della superficie supe-iore dell'abaco del secondo capitellodel portico fronteggiante la Piazzetta.E visibile l'incisione dell'anno di inter-vento. 'RlN N.t' 1878' (rinnovato1 878).18. Supeiicie superiore dell'abacodel tezo capitello della loggia, dall'an-golo nord-ovest, della facciata versola Piazzefta.Esempio di consolidamento: il capitel-lo originario è consolidato con cerchioin rame e grappe di contenimento delnuovo abaco anulare.

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PAIAZZO DUCALE

19. Rilievo dei capitelli e rappresentazione del-I'intervento di consolidamento applicatoall'undicesimo capitello infeiore e all'undicesimocapitello supeiore del fronte verso la Piazzetta,co nta n do d al I' a ngol o sud-ovest.

20. Restauro dei trafoi finali della loggia superio-re. Rappresentazione delle lesioni della pietra,icorrenti nei blocchi supeioi, e dello schema uti-lizzato per definire i nuovi piani di contatto radiali,in prossimità della chiave del tondo quadilobato.

21. Fotografia dei trafoi superiori della facciataverso la Piazzetta in corispondenza della 34"arcata, contando dall' angolo sud-oyesf.Sono visibili le parti sostituite e modellate in conciradiali rispetto al tondo dei quadrilobi.

22. Angolo sud-oyest dal lato della Piazzettadopo i restaui (fotografia, ca. 1900, pafticolare).Sono visibili chiaramente le parti lapidee di nuovacollocazione, nonostante la patina scurente stesa,in fase di cantiere, per "armonizzare il nuovo conI'antico".

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PA1AZZO DUCALE

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23, Prospefti del fronte nord e del fronte verso la Piazzetta. Confronto tra il progetto della

Commissione del 1873 e le varianti in corso d'opera decise dall'ing. Forcellini.ln particolare sono indicate, nelle tonalità di grigio più scure, le parti di cui e proposto il rinnovodalla Commissione del 1873, i pezzi rinnovati da Forcellini per iquali la Commissione non indica-

va né sostituzione né assestamento, i pezzi sostituiti da Forcellini e dei quali la Commissione del

1873 proponeva solo l'assestamento.

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PAIAZZO DUCALE

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24. Prospetti del fronte verso il Molo e del voltatesta est. Confronto tra il progetto dellaCommissione del 1873 e Ie vaianti in corso d'opera decise dall'ing. Forcelliniln particolare sono indicate, nelle tonalità di grigio più scure, le parti di cui è proposto il rinnovodalla Commissione del 1873, i pezzi rinnovati da Forcellini per i quali la Commissione non indica-va né sostituzione né assestamento , i pezzi sostituiti da Forcellini e dei quali la Commissione del1 873 proponeva solo I'assestamento.

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PAI}ZZO DUCALE

Sul restauro

"[...] il Gotico veneziano si divide in due periodi ben distinti: prima e dopo la costruzione delPalazzo Ducale;

[...] tutti ipalazziprivati costruiti nei cinquanta anni successivi al completamento di quelsuperbo edificio ne

hanno seguita l'ispirazione nelle caratteristiche e nelle parti più importanti. Sta di fatto che ilPalazzo Ducale

è la grande opera di Venezia a quell'epoca, è lo sforzo più grande della sua immaginazione; per una lunga

serie di anni vi hanno lavorato i migliori architetti ed i migliori pittori."

(J. Rusrm, The Stones of Venice,l85l-1853, ed.it. Le Pietre di Venezia, Rizzoli, Milano, 1987,pag.29l)

"[...] si tratta di costruire un edificio durevole, diutilizzare materiali solidi, e conferire [...] I'aspetto di un

locale chiuso, contenente vaste sale, e poggiante su una doppia galleria coperta.

L'architetto veneziano ha scrupolosamente adempiuto al programma, ela sua opera imposta tuffa la deco-

razione secondo l'espressione rigorosa, assoluta della struttura. Non c'è persona che non conosca questo edi-

ficio attraverso disegni, fotografie, o che non l'abbia visto. Ora, che piaccia o che si apprezzi poco lo stile, lascelta adottata produce sempre, su tutti, una vivissima impressione che non si cancella mai dal ricordo; segno

certo di una qualità superiore, di una espressione autentica."

(E.E. Vror-r-ET-LE-Duc, Entretiens sur I'architecture,Morel, Parigi, 1863-1872,pp.206'207)

"La Commissione del 1873, nel formulare il suo programma, [...] era partita dal concetto d'un lavoro non del

tutto radicale, ma diretto semplicemente ad assicurare la stabilità compromessa dell'edificio col mutarne

sparsamente le parti lese, evitando i troppo larghi rimaneggiamenti, [...]. Iniziati i lavori, si comprese però

fin dalle prime demolizioni, com'era impossibile restringerli entro i limiti da lei segnati. Il suo programma, a

fronte dei guasti profondi che si andavano scoprendo, non poteva più essere considerato che come una lineagenerale direttiva circa al modo di eseguire i lavori, mai come una legge, che ne fissasse indeclinabilmentel'estensione. Senza allargarne il campo, l'obbiettivo a cui il restauro necessariamente mirava, quello cioè diricondurre l'edificio in una condizione normale di stabilità, non si sarebbe raggiunto, né si sarebbero per con-

seguenza completamente sfruttati gli ingenti e dispendiosimezzi di provvisoria assicurazione; [...].[finestrelle quadrate della facciata meridionale] Io so perfettamente che nei monumenti non può essere con-

servato il bello soltanto, e soppresso il brutto, o quello che a noi par tale; ma convinto che quelle finestrellesieno estranee all'originale concetto della bella facciata, ne sieno anzi una oziosa e ridicola superfetazione,avea proposto di sopprimerle. Oggi però nel campo della conservazione qualunque transazione si ritiene peri-colosa e l'assenso mi fu quindi negato. La massima è giusta ed è prudente; ma si potrebbe forse dire che inquesto caso particolare la prudenza abbia peccato d'eccesso. [...][arcate cieche all'angolo sud-est] Coll'abbattere i muri d'otturazione degli archi non si distrugge la storia:d'altronde l'obbiettivo principale del ristauro d'un monumento è quello appunto di ritornarlo qual era quan-

do fu eretto; a meno che non si dovesse raggiungerlo col distruggere opere più preziose del monumento stes-

so. Non ci trovavamo certamente in quest'ultimo caso."

(A. Foncrlr-nu, §r.ri restauri delle principalifacciate del Palazzo Ducale di Venezia, in L'ingegneria a Venezia

dell'ultimo ventennio. Pubblicazione degli ingegneri veneziani in omaggio ai colleghi del VI Congresso,P.Naratovich, Yenezia, I 887, pp. 3-2 I )

"I lavori delpalazzo ducale di Venezia ci offrono un esempio del sistema di restauro intermedio fra quello che

tutto ciò ch'è un po' guasto rinnova e quello che tutto possibilmente conserva.

Dal lato storico e artistico ci possono dare un ammonimento di ciò che sia da evitarsi o da perfezionarsi nel-l'esecuzione di tali difficilissimi lavori; ma quanto alla loro esecuzione tecnica, sia che fosse applicata a sosti-

tuire pezzi nuovi o a conservare gli antichi, i restauri veneziani in generale e quelli del palazzo ducale inispecie, possono venire citati e additati a modello. Dalla grande puntellatura che servì mirabilmente a tutte leoperazioni del restauro, fino alla trapanatura dei grossi massi di calcare istriano nei quali furono fatte passare

le sbarre di ritenuta, fino alla applicazione della stagnatura ingrossata per salvaguardare dalla ruggine i nuovitronconi di ferro internati nella pietra, fino alla cerchiatura di alcuni capitelli spaccati, fatta con anelli di rame

incassati a caldo sul piano dell'abaco, è tutta una serie di difficoltà superate, di ingegnose soluzioni trovate aquesiti non comuni, dei quali per la singolare struttura dell'edificio mancando l'esempio e l'esperienza, tanto

maggior plauso merita chi quelle soluzioni trovava e applicava."

(Trrranncm [G. BoNr], I restauri del palazzo ducale di Venezia, in «Archivio storico dell'arte>>, a. II, 1889, pp.

428-430\

"In quell'edificio audacissimo, tutto sorretto da un doppio ordine di logge aperte, buona parte delle basi e deicapitelli, alquanti fusti delle colonne, molti pezzi nei leggieri intrecciamenti degli archi erano ridotti in fran-

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PAI-AZZO DUCALE

tumi. Ora, se non bastano né gli accerchiamenti né le chiavi di metallo, bisogna pure alle pietre, che non reg-gono più, sostituirne delle nuove. Certo è un peccato; certo, è una profanazione: ma, insomma, il palazzo sivoleva in piedi o si voleva in terra?""[...] E la fortuna vuole che l'edificio presenti appunto alcuni quesiti di restauro, i quali oramai sono statirisoluti dal valoroso e modesto ingegnere, che ridonò l'antica vigoria alla gran mole, [...]. Sono quattro, eaffatto diversi. Il primo si riferisce ad una parte non originaria, ma molto vecchia, la quale non giova all'eu-ritmia ed alla bellezza.Il secondo, ad una parte aggiunta, molto importante rispetto ai ricordi storici, la qualealtera il primo concetto. Il terzo ad una parte aggiunta, che nasconde una parte antica. Il quarto ad una partedistrutta, di cui rimangono ricordi sicuri e compiuti. [...][primo problema: le finestrelle quadrate] Sono tre veramente, come erano prima del restauro; ma della terza

[...] è quella che il Forcellini diceva apertanel presente secolo, e che, assenziente il Governo, fu murata, edè già scomparsa sotto la impiallacciatura a scacchi rossi e bianchi. [...] '[secondo problema:] Quello che concerne le cinque ultime arcate del portico terreno verso il ponte dellaPaglia. [...] Qui nascono due questioni, l'una di statica, l'altra storica, visto che la questione estetica nonesiste affatto, [...].Non solo ilfatto dell'incendio è pervarie cagionimemorabile; ma le chiusure sono in se

stesse molto notevoli, massime per essere opera della seconda metà del secolo XVI, [...]. Non mi sarebbepiaciuto serbarli, se avessero nascosto qualcosa della vecchia architettura; ma colonne, capitelli, archivolti,tutto era lasciato palese. [...][terzo problema:] [...] una grossa trave reggeva nella larghezza della loggia del primo piano il muro traversodella Sala del Maggior Consiglio, t...]. Il coraggioso e acuto ing. Forcellini, nell'accingersi al restauro delprospetto dopo compiute le puntellature, cavo i due archi predetti e fece un'inaspettata scoperta. [...] C'erano,per fortuna, tutti gli elementi d'un perfeffo restauro. Il muro del Paradiso tornò dunque a gravare stl bordo-nal, come faceva innanzi all'incendio del 1577. [...][quarto problema: i trafori dei finestroni] t...] Questo è dunque uno de' rarissimi casi in cui una parte vecchiaessenziale, sulla base di documenti arcisicuri ed arcicompiuti, può, anzi deve rinnovellarsi."(C. Bono, Questioni pratiche di belle arti. Restauri, concorsi, legislazione, professione, insegnamento,Hoepli, Milano, 1893, pp. 3-48)

"Noi combattiamo glierrori, non chi li commise. Ed errori vi furono e grandinei lavori delPalazzo Ducale.Primo errore e colossale, ma il meno funesto, perché alla fin fine si risolse unicamente in un immenso di-spendio sprecato, si fu quello delle enormi puntellature, [...].Secondo errore gravissimo si fu quello di far nuove le parti lese, mentre avrebbero potuto servire come erano,oppure essere tassellate. [...]Ma il più grave degli errori fu la rinnovazione degli storici, preziosissimi, inimitabili capitelli del porticatoterreno. Non pochi furono i capitelli rifatti anche nel loggiato; t...1.La causa di tanto scempio fu certamente [...] la smania di voler rimettere il monumento nel suo stato d'in-tegrità primitiva: principio il piir erroneo che possa darsi, perché equivale a contentarsi di avere una copia,purché completa e tutta d'tnpezzo, in luogo dell'originale spezzato e un po'guasto daltempo. [...]Altro movente pero forse operava in chi era alla testa dei lavori del Palazzo Ducale, e questo poteva essere ildifetto di esatte cognizioni statiche, ossia ilpregiudizio che un masso spezzato non valesse a reggere sotto undato peso quanto un masso d'un solo pezzo.

[...] se irestauri sopraccennati lasciarono tanto a desiderare, lodevolissimo invece si fu quello dell'angoloverso il ponte della Paglia, se si accettui l'errore commesso anche in questo dellarinnovazione dei capitelli,[...]."(P. Saccnnoo, Sulla convenienza di restituire al Palazzo Ducale di Venezia i suoi capitelli istoriati, in «NuovoArchivio Veneto», t. XVIII, p. I, a. IX, 1899, pp.203-210)

"[...] nel Palazzo Ducale, [...] Forcellini demolisce la muratura con la quale il Da Ponte aveva chiuso i cinquericordati archi del portico [cinque arcate del portico verso le Prigioni], sostituendo insieme le corrispondenticolonne fatiscenti (l 875-l 886). [...]Quasi sempre opportuna è la liberazione di portici e logge per lo sfruttamento delvano oppure a scopo di con-solidamento. Molte e lodevoli se ne sono compiute dalla metà del secolo scorso ad oggi; aYenezia si sonoriaperte le cinque arcate del Palazzo Ducale, murate [...] dal Da Ponte [...].Alcuni esempi di reintegrazioni di edifici corrosi effettuate verso la fine dello scorso e in questo secolo cimostrano applicazioni assai più limitate e corrette del sistema. Così a Venezia si sostituiscono capitelli fati-scenti del Palazzo Ducale, lasciandoli però nell'edificio, per comodo degli studiosi (oggi si sarebbero scari-cati dal peso soprastante, introducendovi un nucleo di acciaio, e lasciati in sito)."

(A. Bnneacct,Il restauro dei monumenti in ltalia, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1956, pp. 37, 108, I l9)

158

PA]}ZZO DUCALE

"Furono rinnovati elementi architettonici lesi, o comunque compromessi (capitelli, colonne, peducci, ser-

raglie, ecc.) [...].Molti capitelli delle logge erano spezzati e vennero sostituiti con delle copie. [...] La sostituzione però nonpassò inosservata e innescò ulteriori polemiche, che ebbero anche uno strascico in Parlamento. Per parte sua,

Forcellini assicurò la «religiosa conservazione» degliattualioriginali all'interno delPalazzo, e la questio-ne

non ebbe seguito; [...].t...] il Forcellinitentò di chiudere le tre finestrelle quadrate che si aprivano sulla facciata meridionale, e che

il Boito, pur non considerandole originali, ma comunque <<molto antiche>>, voleva fossero conservate. [...]Riuscì comunque a chiuderne una, come riuscì nell'intento di demolire i muri degli intercolumni delle loggeche Antonio Da Ponte aveva costruito per sostenere le strutture sovrastanti dopo il tragico incendio del 157'7 .

[...] Forcellini [...] si impegna affinché i risultati delle indagini conoscitive e le scelte progettuali siano rese

pubbliche: una serie ditavole molto precise [...];ogni passo delrestauro è testimoniato e discusso.

Si trattò di un intervento senz'altro molto avanzato rispetto al livello medio dei restauri coevi: ciò è dovutosenz'altro al particolare clima di quegli anni e alla coscienza di certi operatori, fra i quali un posto di rilievova assegnato a Giacomo Boni, [...]."(G. Panror, Venezia 'Restaurata'. Centosettanta anni di interventi di restauro sugli edifici venezioni, FrancoAngeli, Milano, 1988, pp. 4l-43)

"Anche i lavori su questa importante fabbrica sono oggetto di vivace dibattito, ma l'operato dei restauratoriè sostanzialmente accettato. [...] Non mancano le polemiche e le giuste osservazioni per alcuni interventipalesemente distruttivi e mimetici, il tutto però in un nuovo e diverso clima fatto di trasparenza degli inter-venti e di coscienza dei rischi impliciti in ogni intervento di restauro, ed all'interno di un dibattito ancoradenso di contraddizioni e sovrapposizioni in rapporto ai temi della conservazione e dell'innovazione."

(F. LaREGTNA, Come unferro royente. Cultura e prassi delrestauro architettonico,Clean,Napoli, 1992, p. 85)

"Fin dall'inizio siamo in presenza di due orientamenti: da una parte chi vuole intervenire soltanto per«robustare» e conservare il monumento esistente, e dall'altra chi intende riportarlo all'antico splendore. Pertutto il corso dei lavori la dialettica tra questi due diversi approcci al problema della salvaguardia dello stori-co palazzo sarà serrata [...].Coloro che proponevano la conservazione degli elementi lapidei originari fondavano le loro considerazioniesclusivamente sopra un assunto teorico generale, in massima parte coincidente con una adesione ai principiestetici ruskiniani, senza mai misurarsi concretamente con le reali possibilità tecniche, di cantiere, di prati-care quelle scelte conservative. D'altra parte, coloro che per competenze tecnico scientifiche erano in gradodi conservare materialmente le parti o gli elementi degradati, non consideravano la persistenza della materiaoriginaria come uno dei valori primari in un edificio monumentale."

(F.-M. FRESA, Conseryare, sperimentare rinnovare. Il restauro dei capitelli del Palazzo Ducale di Venezia, in«TeMA, tempo materia, architettura>», n.2, 1994, pp.23-27)

159

PALAZZO DUCALE

Nota bibliografica

J. Rus«rN, The Stones of Venice,l85l-1853, ed.it. Le Pietre di Venezia, Rizzoli, Milano, 1987, pp. 291-341.

E.E. Vlorrpt-LE-Duc, Entretiens sur l'architecture,Parigi, 1863-1872, pp.206-207.

A. FoRcpr-r-nu, Szi restauri delle principali facciate del Palazzo Ducale di Venezia, in L'ingegneria a Venezia

dell'ultimo ventennio. Pubblicazione degli ingegneri veneziani in omaggio ai colleghi del VI Congresso,P.Naratovich, Yenezia, I 887, pp.3-2 1.

TrueRcru [G. Bor.n], I restauri del palazzo ducole di Venezia, in «Archivio storico dell'arte>>, a. II, 1889, pp.

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C. Borro, Questioni pratiche di belle arti. Restauri, concorsi, legislazione, professione, insegnamento,Hoepli, Milano, 1893, pp. 3-48.

P. Slccnnoo, Sulla convenienza di restituire al Palazzo Ducale di Venezia i suoi capitelli istoriati, in «NuovoArchivio Veneto>>, t. XV[I, p. I, a. IX, 1899, pp. 198-219.

A. Bmslcct,Il restauro dei monumenti in ltalia,Istituto Poligrafico dello Stato, Libreria dello Stato, Roma,1956, pp. 37, 108, ll9.G. Penror, Venezia 'Restaurata'. Centosettanta anni di interventi di restauro sugli edifici veneziani, FrancoAngeli, Milano, 1988, pp. 4l-43.F. La RrcrN A, Come un feruo rovente. Cultura e prassi del restauro architettonico, Clean, Napoli, 1992, p. 85.

F.-M. Fnnse, Conservare, sperimentare rinnovare. Il restauro dei capitelli del Palazzo Ducale di Venezia, in«TeMA, tempo materia, architeffura», a. I, n. 2, 1994, pp.23-27 .

Luca Scappin

Dottorato in Storia dell'architettura e della città, Scienze delle arti, Restauro

Fondazione Scuola di Studi Avanzati in Venezia (SSAI/)

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PAI}ZZO OUCALE

r Àeferenze delle illustrazioni

- Luimmagine n. I è tratta da una cartolina, ed. Ardo, Venezia.

. L'immagine n. 2 è tratta da L Zmu.us*, Le Grand Tour,Yenezia, Canal e Stamperia,1997.

. Le immagini nn. 3, 4 sono tratte da M. ScHULLEn, Il Palazzo Ducale di Venezia. Le facciate medioevali, in

L'architettura goticaveneziana,Atti del Convegno internazionale di studio (Venezia, 27-29 novembre 1996),

' Venezia Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, 2000.

' L'immagine n. 5 è tratta da I. ZRxurR, P. CosrevrrNt, Venezia nellafotografia dell'ottocento,Venezia,

. Arsenale-BÒhm, 1986.

. Le immagini nn. 6, 19, 20,23,24 sono immagini elaborate all'interno della tesi di laurea I "generali restau-

. ri" dellefacciate principali del Palazzo Ducale di Venezia: 1868-1889, sostenuta presso I'I.U.A.V., a.a.1996-'

97, daLuca Scappin, relatore prof. Giuseppe Cristinelli.

' Le immagini nn. 7, 8 sono conseryate al A.C.S. Roma, Ministero della P. [., Direzione Generale di Antichità

- e BB. AA., I versamento,b. 621, fasc. I176.5, allegati.

. Le immagini nn. 9, 12 sono tratte da F.-M. FnEsA, 'Acconciar' e restourare, Antonio Da Ponte e Annibale

. Forcellini nel Palazzo Ducale di Venezia, in «Bollettino della Soprintendenza pq i Beni Ambientali e

Architettonici di Venezia. Restauri e ricerche»», n. l, Venezia,1993.' Le immagini nn. 10, ll sono tratte da F.-M. Fnrsn, Conservare, sperimentare rinnovare. Il restauro dei

capitelli del Palazzo Ducale di Venezia, in «TeMA, tempo materia, architettura», a. I, n. 2,1994.

' Le immagini nn. 13-16 sono conservate al A.C.S. Roma, Ministero della P.L, Direzione Generale dii Antichità e BB. AA.,I versamento, b. 618, fasc.ll73.23, allegati.

i Vimmagine n.22 è conservata al Archivio Bòhm, Venezia.

s Le immagini nn. 17,18, 21 sono foto di Luca Scappin.

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