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Passaggi, attraversamenti, superamenti, per un paesaggio di paesaggi

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Design & Editing: Studio Canepone

Il libro è stato realizzato con il contributo del Laboratorio di Ricerche Ambientali eStudi del Paesaggio, Dip. C.A.V.E.A., Responsabile: Prof. Gianfranco Marrucci.

Didattica Sperimentale, Laboratorio di Progettazione dei Giardini e Paesaggistica 2,Corso di Laurea in “Architettura dei Giardini e Paesaggistica”, Facoltà di Architettu-ra “Ludovico Quaroni“, Università degli Studi di Roma “La Sapienza“.

Schede in Appendice: a cura di Tania Castagno

Immagine di copertina:Sovrapposizione tra uno stralcio planimetrico, rielaborato, dell’aereofotogrammeticodi Roma (F15Nord) e scorcio del dipinto di J.J. Frey, Veduta di Roma dalla Camil-luccia, 1858.

a cura diGianfranco Marrucci

Elementi di paesaggionelle trasformazioni urbane

L ’ a n s a d e l F l a m i n i o a R o m a

conversazione conJoao Nữnes

coordinamento diAldo Canepone

scritti diAldo Canepone

Gianfranco MarrucciAlessandro Micucci

Franco NannavecchiaClelia Pascale

Lodovico Vannicelli Casoni

Indice

9 Introduzione

Elementi di Paesaggio

15 Conversazione con Joao NữnesA cura di Gianfranco Marrucci

29 Elementi di paesaggio: il luogo, il suolo, la formaGianfranco Marrucci

53 Morfologia e tipologia dell’immagine urbanaAlessandro Micucci

65 Passaggi, attraversamenti, superamenti,per un paesaggio di paesaggiAldo Canepone

75 Progettazione bio-ecologica dell’ambiente urbanoFranco Nannavecchia

87 Materiali di analisi geomorfo-idrologica e vegetazionaleLodovico Vannicelli Casoni

Il parco lineare al Villaggio Olimpico ed il parco ebelvedere sulle pendici di Villa Glori nelle strategiedi trasformazione urbana dell’ansa del Flaminio a Roma

117 Il parco lineare al Villaggio Olimpico ed il parcoe belvedere sulle pendici di Villa GloriAldo Canepone

125 Iconologia della pittura di paesaggioGianfranco Marrucci

135 Il modello digitale tridimensionale per la lettura dellastruttura urbanaAlessandro Micucci

149 Gli spazi naturali e del costruito nel Villaggio OlimpicoGianfranco Marrucci

161 I progetti di trasformazione in atto nell’ambito del nuovo P.R.G.Clelia Pascale

173 Il sistema degli spazi aperti Tor di Quinto-Villa Glori--Monte Mario nelle strategie di trasformazione urbanadell’ansa del FlaminioGianfranco Marrucci

185 Superare dislivelli, aprire passaggi, costruire relazioni:un parco urbano e naturale tra Villa Glori ed ilVillaggio OlimpicoAldo Canepone

201 Le determinanti bio-fisiche come “materiali bio-eco--tecnologici” per una sperimentazione progettuale ecosistemicadi un parco lineare al Villaggio Olimpico a RomaFranco Nannavecchia

219 Aspetti specifici della condizione geologica e vegetazionaleal Villaggio OlimpicoLodovico Vannicelli Casoni

Appendice

241 Cronologia dello sviluppo urbano dell’area del FlaminioClelia Pascale

267 Schede progettuali di parchi urbaniA cura di Tania Castagno

283 Momenti e Temi dell’attività didattica

293 Selezione bibliografica

301 Fonti delle illustrazioni

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Passaggi, attraversamenti, superamenti,per un paesaggio di paesaggi

Aldo Canepone

Indagare i legami esistenti, in termini di qualità complessiva del di-segno urbano, tra l'ambiente umano e gli elementi artificiali e naturaliche lo costituiscono, e che creano la presenza e lo sviluppo di un certopaesaggio, diviene lo sfondo teorico-pratico entro cui ogni idea edazione di modificazione deve necessariamente confrontarsi.

Dobbiamo innanzitutto riconoscere che la qualità di un paesaggio,oggi, assume livelli di complessità ed ibridazione1 incompatibili con"ritratti" di pura ed intatta bellezza naturale e-o artificiale o di sempli-ce unitarietà funzionale e sistemica o per sua esclusiva caratterizza-zione storico-culturale; sempre più, infatti, l’identificazione di un pae-saggio avviene nella individuazione e selezione di ambiti in cui il pae-saggio artificiale e naturale, insieme alla comprensione dello spaziocostituito e di quello esperenziale, si incontrano ed in qualche modorelazionano, nella loro interazione-scontro, realizzandosi in un certo, edeterminato, luogo2.

In questo senso, è necessario maturare condizioni dialogiche inclu-sive delle situazioni contestuali al fine della comprensione, e successi-va costituzione di nuovi paesaggi, ed individuare un sistema di rela-zioni tra luoghi e tra cose-eventi, che implichi la possibilità di pensaree organizzare insieme le diversità entro una visione più ampia, com-plessiva, che le contenga, le organizzi, e le esalti quando necessario;

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infatti, rileviamo, nell’analisi della realtà dei fenomeni urbani, come lachiarezza di una sistema generale, permette di sviluppare la conoscen-za e la previsione delle specificità, anche profondamente diverse perloro natura e storia, che in esso esistono o possono essere concepite edindividuate in rinnovate identità.

Sarà utile, allora, studiare e mettere in evidenza nuove, o rinnovate,ricerche dialogiche tra un’idea che “intanto” si forma e l'individuazio-ne di rinnovate spazialità per tramite di un'analisi critico-interpretativadell'esistente3; per stratificazioni storiche, per letture critiche, per in-tuizione di nuove condizioni, per tensioni latenti, scoprendo tracceesistenti, immaginando nuove realtà, per emergenze, trame, assi, pergiaciture, allineamenti, per ibridazione di organismo e di relazione fi-sica, per prossimità, contatto, inglobamento-incastro-fusione.

Un carattere rilevante, ricorrente nella città contemporanea ed inprevalenza riscontrabile nelle aree urbane periferiche ed in quelle co-siddette intermedie verso il centro (storico, e sue recenti ampliamentidi significato e di ambiti concreti nella città), risiede nella riconosciutae progressiva perdita di identità di alcune aree ed ambiti di territoriourbanizzato nel corso della loro evoluzione. In questa perdita, che èanche perdita di senso in relazione ad un sua più o meno certa origine,agisce l’azione del tempo reale, concreto, della modificazione-trasformazione che viaggia sotto varie spinte, non sempre previste oprevedibili, molto speso in loro assenza che nel loro insieme definia-mo per complessità ed ibridazione fino a comprendere che un paesag-gio, quale che esso sia, è un insieme, più o meno regolato, di paesaggiin cui ognuno di questi, in crisi di identità in un determinato luogo,non è riconoscibile se non in una relazione-scontro con uno o più altri.

E’ il caso, ad esempio, di paesaggi abitati residuali, ritrovatisi o giàgeneratisi in origine, in enclave industriali o infrastrutturali, ambiti diterritorio urbanizzato in cui spesso si riscontrano tracce più o menorilevanti di presenze storico-archeologiche emergenti per ambiti e-oframmenti quando isolati e quando mescolati casualmente, ed ancoracon “brani”, e-o spurie “rimanenze”, di paesaggi naturali che costrui-scono spesso ibridazioni morfologiche sorprendenti quanto spesso as-surde. E’ il caso della “sovrapposizione di più città”4, che è anche spe-rimentazione di una rinnovata estetica del progetto urbano nella dia-lettica tra forme e storie della città5.

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In termini figurali e di posizione insediativa, aree ed ambiti di ter-ritorio urbanizzato in situazioni di perdita di identità sono quelli chespesso si trovano isolati, luoghi “interclusi”, dalla presenza del siste-ma infrastrutturale, stradale e ferroviario, a raso, in trincea o sopraele-vato in rilevato o aereo, ma anche aree ed ambiti in situazione di mar-gine, liminari tra tessuti urbani e ambiti naturali o storico-archeologi-ci, come nel caso del paesaggio agricolo e naturale (incolto), nelle areeperiferiche, o delle ville storiche, in ambiti più intermedi e centrali,con i loro rilievi e perimetri spesso abbandonati e recintati, e come nelcaso del passaggio delle mura storiche nei tessuti urbani della città, odi luoghi in cui emerge un rudere o un insieme di parti e frammenti, ecosì via, che creano ambiti urbani indeterminati.

Aree di mezzo e margini e confini che vengono assimilati nellastruttura urbana, e percepiti nella vita che vi si svolge, come figure in-quietanti che agiscono nella quotidianità; in tal modo entrano a farparte della memoria dei luoghi costruendosi uno status di “reclusione”ed “esclusione” che ne determina l’abbandono dalla vita reale ed unprogressivo stato di degrado fisico, spaziale, ecologico-ambientale edPensare il recupero e la riqualificazione urbana ed ecologico-ambien-tale di tali aree ed ambiti significa anche pensare di superare quei li-miti e confini, varcare, passare ed attraversare, la soglia dell’isolamen-to ed aprire nuove relazioni tra il dentro “recluso” ed il fuori creandoun nuovo, rinnovato, insieme inclusivo.

Si tratta di ricreare le condizioni per un nuovo paesaggio urbano,complesso ed ibrido appunto, di altri paesaggi, brani di città connessiquando prima separati, spazi, nature ed architetture che permettono diriconoscere i luoghi della modificazione-trasformazione, luoghi dimezzo o di margine che vivono il loro essere dialogico e duplice tra lecose, quindi come luoghi di passaggio e da attraversare, e luoghi conuna propria identità spazio-formale, funzionale, storico-culturale, luo-ghi dove stare e svolgere attività proprie degli spazi all’aperto (cultu-rali, sportive, del tempo libero), luoghi della riqualificazione ecologicaed ambientale di aree in prevalenza naturali che subiscono giorno do-po giorno gli effetti negativi del degrado e dell’abbandono e che co-stituiscono un bene prezioso da salvaguardare e valorizzare nella città.

A volte uno spazio lastricato ed attrezzato a piazza urbana può ac-cogliere il passaggio dei ruderi di mura antiche e mediare connetten-

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do, ad esempio con nuovi percorsi, usi e sensibili visuali, le relazionitra l’abitato e lo spazio naturale, spesso ad uso agricolo odierno o di-messo, antistante, ma anche incunearsi all’interno del sistema abitatoqualicando margini e punti focali; altre volte un insieme articolato dipercorsi può costituire una rete di relazioni tra ambiti urbani separatida un rilievo interno alla città, spesso chiuso e recintato, come unavilla storica o il rilievo che circonda un nucleo storico, o un paesaggiocollinare di più ampia portata, come un parco naturale ed archeologicoche attraversa parte della città, ecc.; ed ancora un luogo compresso dalpassaggio di un’infrastruttura, ad esempio una sopraelevata viaria,viene recuperato da un sistema misto di superfici pedonali e verdi, diluci, oggetti e nuove cromie nel tentativo di rendere accessibile, attra-versabile, uno spazio altrimenti scarsamente attrattivo, per lo più in-quietante. D’altra parte pensare come concepire il progetto di un si-stema complesso ed ibrido di spazi e funzioni, di percorsi, luoghi eforme di relazione, porta a considerare lo sviluppo di nuove ricerche,non esclusivamente ancorate alla tradizione o semplicemente rielabo-ratrici di codici formali e spaziali e modalità di relazione noti e speri-mentati ma che non sono probabilmente più in grado di rappresentarel’insieme di cose ed eventi che oggi costituiscono un nuovo paesaggiourbano quale risultante di un insieme di paesaggi.

E’ ancora attuale l’esperienza della “promenade” lecorbusieriana,esaltata nel Visual Art Center per mezzo del tema del percorso che at-traversa l’architettura e lega i lati opposti di quella parte della città, poirielaborata da J. Stirling, nella Staadt Galerie di Stoccarda, in cui è unluogo interno e scoperto dell’architettura che si fa attraversabile pertramite di un percorso diversificato che permette di passare da una zo-na all’altra, superando il dislivello esistente tra parte bassa ed alta,della città. Si può immaginare un insieme plurimo, ma riconoscibilenel suo disegno complessivo, di spazi, percorsi e luoghi, disposti a co-stituire legami fisico-spaziali tra cose ed eventi, esistenti e nuovi, risolti in relazione al senso del luogo; in tal modo aree ed ambiti di territorio urbano, isolati e-o marginali, possono ritrovare nuovo senso erendersi partecipi di una riqualificazione urbana ampia ed efficace.Un tema che da decenni tiene alta l’attenzione su questi temi della ri-qualificazione urbana è quello rappresentato dal parco urbano intesonon più come spazio funzionale di servizio, recintato e quindi escluso

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Figura 1. Urban Task Force (London 1999), disegno di Andrew Wright (a p. 64)Figura 2. A. Marenco+altri, Passeggiata della lanterna, Genova (in alto a sx)Figura 3. West 8, Carrasco Square, Amsterdam, 1992-98 (in alto a dx)Figura 4. M. Schwartz, Exchange Square, Manchester, Gran Bretagna, 2000 (in basso)

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dalle dinamiche urbane, come è stato prevalentemente per il parco ot-tocentesco6, bensì spazio aperto, vissuto dalla città ed in grado di dia-logare con le parti urbane limitrofe. La storia della Villa Borghese aRoma insegna oggi come uno spazio verde di origine nobiliare, ha su-bito nel corso dei secoli una profonda modificazione ed adattamento,non solo alle rinnovate esigenze sul tema della villa urbana, ma anchein relazione ai processi di modificazione della città, che ha finito persconvolgere la realtà interna, passandoci dentro e separando parti,aprendo varchi e viabilità, secondo una prioritaria logica funzionale.

L’idea di un parco urbano come funzione separata dalla città e figu-ra geometrica conclusa è da intendersi superata dall’idea di sistemaplurimo ed inclusivo, continuo ed aperto, ramificato e disposto perconseguenza a partecipare attivamente alla riqualificazione urbana.

Il parco come verde diffuso, della città Moderna e dello standard,anche nella versione lecorbusieriana che conteneva un carattere preci-so nell’uso ed attrezzaggio del suolo tra edificato e spazio vuoto dimediazione tra vecchia e nuova città, ma immaginato nella logica deltabula rasa, cioè dell’o-o e non dell’e-e, deve essere riconcepito comeverde di relazione, in quanto verde disegnato aperto, attrattivo, ingrado di rappresentare e significare lo spazio urbano, appropriato, pas-sante e ramificato nelle parti di città. E’, in particolare, il tema del par-co urbano che è specifico e proprio di tali questioni; un tema che sifonda su un insieme di luoghi di terra, verde, acqua, attrezzature, re-golati nel “vuoto”, naturale ed urbano, e legati tra loro da un sistemadi spazi e percorsi. Un tema che diviene esperienza, architettonica, ur-bana e paesaggistica, per recuperare accessibilità dimenticate e-o in-concluse, superare barriere e margini planimetrico-altimetrici naturalied artificiali, aprire percorsi, definire attraversamenti e passaggi traluoghi, risignificare emergenze naturali ed artificiali esistenti o stabi-lirne delle nuove, misurare, ridare senso, proporzionare spazi, aprirevisuali, creare nuove visioni e percezioni dei luoghi, ecc.

E’ anche in questo senso che si sviluppa con efficacia il tema cheimmaginiamo quando affermiamo, per mezzo di passaggi, attraversa-menti, superamenti, di aree ed ambiti di territorio urbano, l’idea, edevidenza reale, di un paesaggio di paesaggi nella città contemporanea.

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Figura 5. Le Corbusier, Piano di risanamento dello Ilot n. 6, Parigi , 1936

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Note:1 Per un approfondimento, su tali argomentazioni svolte dall’autore, vedi: A.

CANEPONE, La città riscoperta. Interpretazioni e riflessioni critiche per un paesag-gio di paesaggi, pp. 180-204 in C. BAGNASCO, Piano e qualità urbana. Appunti sualcuni aspetti metodologici, Aracne, Roma 2005.

2 Per C. Norberg-Schultz un luogo è definibile su due livelli interrelati di lettu-ra-interpretazione: lo spazio astratto (quello delle dimensioni come “geometria tri-dimensionale”) e quello concreto (quello dell'esperienza come “campo di percezio-ne”). Il lavoro di Norberg-Schultz, che non nasconde il suo debito in K. Lynch, èinteressante sia per il concetto di spazio esperenziale come anche, a nostro avviso,per l’approfondimento del concetto di carattere di un luogo: «Il concetto di“carattere” è più generico di quello di “spazio”. Esso denota sia un’atmosfera gene-rale onnicomprensiva, sia la forma concreta e la sostanza degli elementi che defini-scono lo spazio. Ogni presenza reale è intimamente connessa ad un carattere», branotratto da C. NORBERG-SCHULTZ, Genius Loci, Electa, Milano 1996, p. 13.

3 Oltre alle ben note ed importanti ricerche di natura tipo-morfologica e quelledi carattere percettivo ed esperenziale del territorio e della città, è comunque utilerilevare una lettura aperta alla sperimentazione creativa: «Mi sembra che passato,presente e futuro debbano stare, come un continuo, attivi all’interno della mente.(…). Questa non è indulgenza storica in senso limitato, né questione di tornare in-dietro, ma semplicemente essere coscienti di ciò che esiste nel presente, di ciò che ègiunto fino ad esso; la proiezione del passato verso il futuro, attraverso il presentecreativo. Questa è, secondo me, l’unica medicina contro lo storicismo sentimentale eil modernismo». Il brano è tratto da un testo di A. VAN EYCH (El interior del tiempoy otros escritos, in «Circo», n. 37, 1996), citato in: Studio di rinnovo paesaggistico,Laboratorio di costruzione del paesaggio e dell’architettura dell’Università degliStudi di Pavia, 2006, consultabile al sito web: http://www.naviglilombardi.it/allegati/658%5E1%20-%20Studio%20di%20rinnovo%20paesaggistico.pdf.

4 Ci riferiamo in particolare al caso di Roma riportato in: M. CASCIATO (a curadi), C. Aymonino e R. Panella: un progetto per il centro storico, Officina Edizioni,Roma 1983, Roma centro storico 2; in questo lavoro, prodotto dal Comune di Romasotto la guida di C. Aymonino quando era Assessore, emerge la necessità della for-mazione di uno specifico Ufficio “per gli interventi sul centro storico” e la costitu-zione, tra gli altri, di un laboratorio sulle “Aree strategiche ai bordi della città com-patta”, concentrando l’attenzione, per la prima volta, sulle aree di mezzo, risultantidalle varie fasi evolutive della città storica.

5 Vedi la concezione della struttura storica ed urbana della città sotto forma dilayers, come matrice insieme di analisi e progetto, in: O.M. UNGERS, S. VIETS, O-swald Mathias Ungers. La città dialettica, Skira, Milano 1997.

6 Per un approfondimento sul tema del parco urbano ottocentesco, nel quadrodi una interessante e ben strutturata storia del giardino pubblico in Europa, si segna-la: F. PANZINI, Per i piaceri del popolo. L’evoluzione del giardino pubblico in Eu-ropa dalle origini al XX secolo, Zanichelli, Bologna 1993.

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Figura 6. J.A.M. Lapena, E. Torres Tur, Forum Esplanade (2001-04), Barcellona,planimetria generale (in alto)

Figura 7. S. Holl, High Line, New York, 23rd street tower, 2004 (in basso)