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QUIRINO 2005, Applicazioni informatiche alla documentazione dello scavo del Forcello: nuovi strumenti e nuove metodologie

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IIELL\ 1.0\IIMIUlL\ 01 MILANO\11 ~Ul ,\RCIlEOI.O(;ICO'.\I.lO'\.\LE ili \1.\ vrov.,

L'abitato etrusco del Forcellodi Bagnolo S. Vito (Mantova):

le fasi arcaiche

a cura diRAFFAELE C. DE MARINIS, MARTA RAPI

Volume realizzato in occasione della mostra

Gli Etruschi a nord dei Po.Lefasi di età arcaica deff 'abitato dei Forceffo di Bagnolo S. Vito.

Bagnolo S. Vito (MN), Villa Riva Berni, 8 febbraio - 20 marzo 2005

Seconda edizione con aggiunte e correzioni, Firenze 2007

Pro Loco di Bagnolo S. Vito

volume stampato confondi concessi da:

FONDAZIONEBANCA ACRICOLA MANTOVANA

Banca Agricola Mantovana

MIUR - Cofin 2004

Università degli Studi di Milano

Applicazioni informatiche alladocumentazione dello scavo del Forcello:

nuovi strumenti e nuove metodologie

TOMMi\SO QUIRINO

Le ricerche condotte sul sito del Forcello di Bagnolo S.Vito si susseguono daormai più di vent'anni, un lungo arco di tempo che ha portato ad una conoscenzasempre più approfondita dello sviluppo cronologico di questo abitato e della suafunzione all' interno dell'area padana. Accanto a questi risultati si sono registrati ul-teriori c notevoli sviluppi, anche se forse meno appariscenti o discussi, nelle meto-dologie di scavo c di raccolta della documentazione, divenuta sempre più abbondantee difficile da gestire. Ciò che ha maggiormente e radicalmente cambiato il modo diprodurre c gestire i dati dello scavo è stato sicuramente l'avvento e l'affermazionedell'informatica applicata alla disciplina archeologica', Non si vuole in questa sederipercorrere i diversi momenti che hanno scandito iI graduale inserimento dell 'usodel computer nelle ricerche archeologiche", ma illustrare brevemente quali sono lenuove metodologie ed i nuovi strumenti applicati alle ricerche del Forcello e qualefilosofia di lavoro è sottesa al loro utilizzo.

Le prime applicazioni di strumenti informatici alla documentazione di scavo delForcello hanno avuto inizio nel 1999. In questa fase ancora sperimentale, il PC erasfruttato quasi esclusivamente quale strumento per rappresentare i dati in versionedigitale cd il suo utilizzo si limitava alle ricerche successive alle operazioni di scavo.Il primo database realizzato per la gestione della documentazione era di tipo lineare,il software GIS era utilizzato principalmente per la vettorializzazione e la geo refe-renziazione delle planimetrie di scavo e mancava un modello dei dati organico".L'impiego sempre più continuo di strumenti informatici, tuttavia, ha portato già dal

I Per un'analisi dell'influenza del computer su tutti gli aspetti della ricerca archeologica, a partiredalle riflessioni teoriche, si veda G. LOCK 2003, pp. 1-13.2 Si rimanda, sopratutto per quanto riguarda l'ambito italiano, a R. FRA (,OVICI! 1999; A. D'A -DREA, F. NICCOLUCCI2000, pp. 13-20; A. D'ANDREA, F. NlccoLuCCl2001.3 R.e. DE MARINIS, G. BARATTI, e. LONGI Il, e. MANGANI 2002.

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2001 ad un costante progresso nello sfruttamento delle risorse offerte dalla informa-tion technology, il quale, a sua volta, ha comportato la modifica graduale delle stessemetodologie di lavoro sul campo", Ciò che si è voluto ottenere attraverso un utilizzoconsapevole del computer è stato, da una parte, l' ottim izzazione del tempo dedicatoalla raccolta dei dati sul campo, mirando contemporaneamente alla massima preci-sione ed al massimo grado di dettaglio, e dali 'altra, la massima rapidità nel con-trollo, nel processamento e nella restituzione delle informazioni in fase di ricerca. [Ifine ultimo cui si mira è fare in modo che le informazioni riorganizzate ritorninoallo scavatore nel più breve tempo possibile e, al termine di ogni campagna, disporregià di una base documentaria completa e pronta per le successive rielaborazioni.

Partendo dal presupposto e dalla convinzione che l'archeologo stesso debba es-sere in grado di creare e controllare lo strumento più adatto alle proprie esigenze',in assenza sul mercato di applicativi specificamente dedicati, notevoli sforzi sonostati indirizzati verso la realizzazione di un sistema digitale per [a gestione dell'in-tera documentazione raccolta sul campo (dati alfanumerici, grafici e rnultimediali)'.Questo sistema, nato direttamente da chi opera sul cantiere, è stato aggiornato allaluce del continuo dialogo e del diretto confronto fra chi scava c chi gestisce la do-cumentazione informatica. La scelta delle tecnologie e dei software da utilizzare,dunque, è avvenuta in considerazione degli aspetti metodologici della ricerca e cer-cando di privilegiare gli strumenti che più si adattavano alla rappresentazione di unarealtà complessa ed in continuo aggiornamento quale quella archeologica.

Il sistema integrato, attualmente utilizzato al Forcello in via sperimentale, si com-pone di diversi moduli, ovvero diverse applicazioni sviluppate indipendentementee, in un secondo momento, collegate fra di loro per permettere una consultazionemultidirezionale fra le diverse categorie di dati. [ dati alfanumerici sono organizzatiin un database relazionale, i dati grafici sono gestiti tramite un software G[S, le fo-tografie e gli altri files multimediali (filmati, QTVR) sono raccolti in un databasemultimediale.

4 Non ci si riferisce unicamente al passaggio dalla livella ottica alla stazione elettronica totale o allasostituzione delle fotografie tradizionali con quelle digitali, ma all'introduzione delle nuove proce-dure di rilievo e di catastazione dei dati descritte oltre.5 La filosofia di lavoro adottata si ispira a quella degli archeologi del LlAMM (Laboratorio di Infor-matica Applicata all' Archeologia Medievale), dell'Università degli Studi di Siena; M. VALENTI 1998;M. VALENTI2000; Y. FRONZA,A. NARDINI, M. VALE TI 2003.l, Tutto il gruppo di lavoro della cattedra di Preistoria c Prolostoria dell'Università degli Studi di Mi-lano è stato coinvolto in varia misura.

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Il database alfanumerico

Il primo programma sviluppato è stato il database alfanumerico. Ad esso è statodedicato gran parte dell'impegno iniziale, con la consapevolezza che questa appli-cazione avrebbe rappresentato il fulcro dell'intero sistema GIS: solo da una precisae funzionale organizzazione dei dati, infatti, può discendere la creazione di un si-stema GIS efficiente ed efficace. Il database è stato realizzato da chi scrive e daGlauco Mantegari, sotto la direzione del prof. Raffaele C. de Marinis, il quale si èoccupato dell'impostazione archeologica e delle questioni strettamente connessealla metodologia della ricerca'.

La selezione delle codifiche necessarie per una gestione informatica del dato e lariorganizzazione c la sistematizzazione della grande messe di dati prodotta durantevent'anni di scavo hanno rappresentato i punti chiave del lungo lavoro di progetta-zione. I tipi di dato presi in esame sono quelli presenti sulle schede di Unità Strati-grafica, già utilizzate in formato cartaceo e basate su un modello di strutturazionedelle voci equivalente a quello dell'apparato schedografico ministeriale", e suglielenchi che raccolgono le informazioni relative a planimetrie, sezioni, campioni e re-petti rilevati. E' stato adottato un modello di organizzazione dei dati di tipo relazio-naie, attualmente il più diffuso per la strutturazione di database in genere, ed inparticolare di quelli archeologici. Lo schema concettuale cui si è giunti, basato fon-damentalmente su questo modello, prevede tuttavia un'articolazione delle entità adalbero gerarchico e prende spunto in modo esplicito da quello del sistema realizzatodagli archeologi del LlAAM (Laboratorio di Informatica Applicata all' ArcheologiaMedievale), dell'Università degli Studi di Siena", Un'architettura di questo genere,infatti, possiede quella caratteristica di scalabilità" fondamentale perché il sistemapossa rimanere aperto alle eventuali evoluzioni nella raccolta dei dati o all'aggiuntadi nuove informazioni. Il posizionamento dell'entità "sito" al vertice dello schema(figura 159) permette di raccogliere, ali 'interno dello stesso database, i dati relativialle ricerche svolte in località diverse. A partire da questa entità si dipartono tre"rami" principali, che raggruppano entità di argomento comune. Le informazioni dicarattere topogra fico, ovvero quelle riguardanti l'organizzazione spaziale del I'areadi scavo in "settori" e "quadrati", occupano il primo ramo. AI secondo ramo appar-

7 Per una trattazione più approfondita e analitica del database si rimanda a G. MANTLGARI, T. QUI-

RINO 2005.R F. PARISL BA\)ONI, M. RU(;(;LRI GIOVI, 1984.9 V. FRONZA 2000, pp. 126-128.IO Ovvero la predisposizione ali 'eventuale aggiunta di nuove entità.

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tengono le informazioni di carattere cronologico: l'entità "periodo" raccoglie i datirelativi alla cronologia assoluta e l'entità "fase archeologica" quelli riguardanti lacronologia relativa del deposito. Il terzo ramo rappresenta, infine, le informazioni dicarattere strutturale, ovvero quelle che riguardano gli insiemi di unità stratigraficheche identificano una "struttura" e gli insiemi di strutture che identificano una "ma-crostruttura". AI livello successivo, i tre rami dello schema confluiscono nell'entità"context", che costituisce l'elemento principale dell'indagine di un deposito archeo-logico e, di conseguenza, rappresenta la chiave anche del l'intero database. A "con-text" si collegano infine quattro ulteriori entità. Le prime due raccolgono leinformazioni connesse ai rilievi cartacei ("planimetrie" e "sezioni"); le rimanenti ri-guardano i componenti significativi recuperati dai contesti del deposito, ovvero "re-perti rilevati" e "campioni".

La scelta del software è ricaduta su Microsoft Access 2000: una scelta motivataessenzialmente dalla disponibilità di licenze del pacchetto Office 2000 Professionalpresso l'Università degli Studi di Milano e dalla maggior diffusione, in ambito ac-cademico, di PC basati sul sistema operativo Microsoft Windows.

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Fig. /59 - Schema semplificato del database alfanumerico.

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Durante la fase di implementazione del programma, notevolmente agevolata dallasua precedente ed approfondita analisi, l'attenzione è stata focalizzata sulla norma-lizzazione del linguaggio e sulla impostazione di un'interfaccia utente personalizzatae semplificata.

La normalizzazione del linguaggio è indispensabile per rendere efficaci ed atten-dibili le ricerche all'interno di una base di dati mediante l'inserimento di informa-zioni espresse in forma omogenea. Questa operazione, affrontata durante l'analisi deicontenuti c dei vincoli dei diversi campi di ogni tabella, consiste nell'uniformare illinguaggio delle possibili voci di compilazione di un campo cercando di ridurre adun unico vocabolo - il più idoneo a descrivere la realtà oggetto di archiviazione -tutti i termini che riconducono al medesimo significato. Il risultato è costituito dallacreazione di vocabolari, ovvero liste di definizioni, che possono essere "chiusi", nelcaso le voci siano con certezza definitive (ed esempio i tipi di "rapporti stratigra-fici"), o "aperti", nel easo le definizioni siano suscettibili di modifiche o aggiunte (adesempio, "definizione context" e "componenti geologici"). La difficoltà nel pro-cesso di normalizzazione sta tuttavia nel mediare in modo ottimale fra un'eccessivasemplificazione della complessità degli aspetti della realtà, da una parte, e un'inu-tile ridondanza di definizioni, dall'altra.

L'intcrfaccia grafica del database, necessaria per facilitare l'impiego del pro-gramma anche ad utenti meno esperti, è stata impostata in modo tale da ricrearemeccanismi di navigazione assimilabili a quelli di un sito internet. Si è cereato dimettere l'utente nelle condizioni di compiere qualsiasi operazione in modo semplicee intuitivo, attraverso la navigazione lineare all'interno dello stesso archivio, o at-traverso quella relazionale fra i diversi archivi. Per realizzare menù e maschere diinserimento (figura 160) è stato adoperato prevalentemente l'ambiente di editing diAccess. Ulteriori personalizzazioni ed accorgimenti per migliorare la visualizza-zione e la consultazione dei dati sono stati creati attraverso la programmazione dispeci fiche macro o routine di Visual Basic".

Il controllo dell'accesso all'archivio è stato predisposto attraverso la definizionedi tre differenti aree di lavoro, corrispondenti a diversi livelli di utenza: consultazionedati, immissione dati e manutenzione del programma. Il primo livello è dedicato aqualsiasi utente debba avere accesso ai dati a scopo di rieerca: sono permesse esclu-sivamente la consultazione e l'interrogazione dei dati. L'area di immissione, al con-

Il Riveste particolare importanza la creazione di maschere di ricerca (figura 161), ovvero maschereattraverso le quali è possibile, grazie ad alcune stringhe di codice Visual Basic, eseguire interrogazionisenza adoperare il linguaggio SQL (Structured Query Languagei, standard per la manipolazione delleinformazioni nei database rclazionali.

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Fig. J 60 - Maschera di inserimento della scheda "context ".

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Fig. 16/ - Maschera di ricerca dei "reperti rilevati".

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trario, è riservata ad utenti autorizzati: è possibile aggiungere o modificare i recorde aggiornare le voci dei vocabolari. L'area manutenzione, infine, è riservata agli am-ministratori del sistema, che oltre ad eseguire normali operazioni sui dati, possonoapportare modifiche alla struttura del database.

La sperimentazione del database sulla documentazione del Forcello di BagnoloS.Vito'2, unitarncntc alla sua implementazione!', ha permesso di testare l'efficienzadel programma c di verificame il corretto funzionamento in tutte le sue patii. Durantel'inserimento dei dati, grazie ai meccanismi di controllo che costituiscono una partesostanziale delle funzioni implementate nel database, è stato possibile recuperareun gran numero di informazioni erroneamente omesse in fase di compilazione delleschede cartacce. Ha rivestito particolare importanza, inoltre, il controllo che è statopossibile operare sui rapporti stratigrafici, fondamentali per la redazione del dia-gramma stratigrafico e quindi per ricostruire la sequenza relativa del deposito. I mec-canismi sui quali si basa il modello relazionale hanno permesso, infine, di inserire idati una sola volta aggiornandoli automaticamente in tutti gli archivi correlati, ve-locizzando il data entry e garantendone l'esattezza. Il programma, in conclusione,oltre ad aver dimostrato di possedere le caratteristiche di efficienza ed efficacia chesi richiedono ad un sistema di gestione di basi di dati, si è rivelato dunque un ottimostrumento di revisione della documentazione.

Attualmente, l'aggiornamento dell'archivio prosegue con l'inserimento dei ri-manenti dati pregressi da parte degl i studenti della Cattedra di Preistoria e Protosto-ria dell'Università degli Studi di Milano e con l'aggiunta dei nuovi dati al terminedi ogni campagna di scavo. La soluzione ideale, infine, auspicabile grazie alla co-struzione del Parco Archeologico del Forcello ed alla conseguente possibilità di rea-lizzare un laboratorio informatico accanto allo scavo, è quella di aggiornarel'archivio giorno per giorno durante i lavori sul campo. In questo modo, infatti, sa-rebbe possibile controllare immediatamente la completezza e la coerenza dei datiraccolti.

12 Lo studio si è focalizzato, in particolare, sui dati relativi ai livelli dci settore R 18 appartenenti allefasi D cd E c sono state inserite nel database le sehede relative a 591 contcxts, 198 campioni, 848reperti rilevati, 252 planimetrie e 95 sezioni.13 La programmazione e la sperimentazione del database hanno costituito l'argomento della tesi dilaurea di chi scrive (T. QUIRII\O 2003); in un'altra tesi di laurea (G. Mi\NTEGi\RI 2003) ne è stata af-frontata la sperimentazione sugli archivi dell'abitato palafiuicolo del Lavagnone di Desenzano delGarda (BS).

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Documentazione grafica e GIS di scavo

II GIS (Geographic Information Systern)!" è una tecnologia digitale che integrafunzioni di archiviazione, analisi, organizzazione e comunicazione di differenti tipidi "oggetti" grafici georeferenziati. Nato inizialmente ed essenzialmente per le di-scipline geografiche, l'adattamento delle sue caratteristiche nell'ambito delle disci-pline storiche e archeologiche è risultato piuttosto difficoltoso. Tuttavia, benchésoprattutto in ambito italiano la sua introduzione nelle pratiche archeologiche siaavvenuta a rilento e in modo graduale, attualmente il suo utilizzo si sta affermandoin un numero sempre maggiore di progetti".

Nelle ricerche condotte al Forcello il GIS è stato impiegato, in un primo mo-mento, come strumento di catastazione georeferenziata del dato: vettorializzazionedelle planimetrie manuali e semplici analisi distributive dei materiali". Successiva-mente, durante le fasi di lavoro sul campo, è stato sviluppato come strumento di ac-quisizione diretta dei dati c di redazione della documentazione grafica attraversonuove procedure e, dopo lo scavo, come strumento per analisi statistiche e spazialipiù avanzate". Attualmente nel sistema GIS del Forcello confluiscono tutti i datigrafici ehe riguardano lo scavo. Questi sono stati suddivisi in due livelli distinti: lamacroscala, ovvero l'intera area oggetto delle ricerche, e la microscala, ovvero ilsingolo saggio stratigrafico in dettaglio. Il primo livello è rappresentato dal rilievotopografico" dell'area, che contiene linee di livello, sentieri, edifici moderni, canalidi irrigazione e saggi stratigrafici, sia quello attualmente in corso di scavo sia quelliindagati in passato. Il secondo livello costituisce il vero e proprio GIS di scavo econtiene i poligoni che identificano le unità stratigrafiche con le loro caratterizza-zioni (reperti in superficie, linee di pendenza) e quote.

L'utilizzo di questo potente strumento di ricerca ha portato alla conseguente ado-zione anche di nuove procedure di rilievo delle superfici, mutuate da esperienze ma-turate in altri cantieri archeologici 19 e che verranno qui brevemente riassunte.

14 Per definizioni, caratteristiche e applicazioni in ambito archeologico si rimanda a M. FORTE2002,D. WIIEATLEY, M. GILLlNGS 2002; per la specifica applicazione ai contesti di scavo si veda M. C.I\T-TAN12002.15 Risulta pressoché inattuabile, ad oggi, riproporre un'indagine relativa ai siti in Italia in cui si fa usodi sistemi GIS, sul modello di quella proposta da Paola Moscati nel 1998 (P. MOSCATI 1998, pp. 207-235).16 R.e. DE MARINIS, G. BARATTI, C. LONGIII, C. MANCiA 12002.17 e. Loucnn, e. MANCjANI2004, pp. 264-265; G. MANTECiARI,T. QUIRINOC.S.

IX Realizzato da Giorgio Baratti (R.e. DE MARINIS, G. BARATTI, C. Lor-cun, C. MANGANI 2002, pp.305-306).19 F. CANDELATO,A. CARDARELLI, M. CAlì'ANI, D. LAI3ATE,G. PELLA('ANI2002, M. CATTANI2003.

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Individuata la superficie che si vuoI rilevare, questa viene interamente riprodottaattraverso fotografie digitali zenitali (che coprono ciascuna un'area di circa 3x2metri) scattate con una fotocamera posta su asta telescopica. Queste fotografie, tra-sferite su computer e preliminarmente trattate con un programma di grafica raster perfenderne i colori più omogenei, vengono rettificate mediante un software specificodi fotoraddrizzarnento?", ovvero viene corretta ogni possibile distorsione dovuta al-l'effetto della lente o ad un non perfetto posizionamento della fotocamera. Con que-sto stesso programma le foto raddrizzate vengono unite in unico fotomosaico (figura4), il quale, successivamente, viene importato c georefcrenziato nel software GIS21

E' in quest'ultima applicazione, in cui vengono importate anche le quote registratetramite stazione elettronica totale, che viene completato il rilievo (figura 5): il foto-mosaico viene vettorializzato a video, ovvero si ricalcano i limiti delle unità strati-grafiche ed i materiali che compaiono nell'immagine c che sono stati evidenziati suuna stampa preliminare della stessa; si aggiungono al disegno quote e altre caratte-rizzazioni; si associano ad ogni poligono i dati alfanumerici di maggiore interesse.Con queste procedure, in conclusione, si ottiene una planimetria, già in formato di-gitale c corredata da una documentazione fotografica supplementare, in tempi moltoridotti rispetto al metodo tradizionale, permettendo cosi di ottimizzare i tempi delleoperazioni di scavo.

Il sistema GIS, tuttavia, non si riduce a questa fase di mera archiviazione della do-cumentazione. Affinché i poligoni che identificano le unità stratigrafiche possano es-sere consultati prescindendo dal rilievo in cui si trovano". dagli shape files di ogniplanimetria viene ricavato un unico shape file che contiene i poligoni di tutte le unitàdel deposito, ai quali è ovviamente associato, insieme a pochi altri dati alfanumerici,il numero di context. E' questo attributo chiave, infatti, che permette il collegamentoalle informazioni complete contenute nel database alfanumerico.

Il database multimediale

Una parte prcponderante della documentazione di uno scavo archeologico, nonsolo per la sua quantità ma soprattutto per l'importanza che riveste in fase di ricerca,è rappresentata dalla documentazione multimcdiale (fotografie di contexts e reperti,filmati, QTVR). In passato, l'organizzazione di un numero cosi elevato di diaposi-tive e stampe risultava molto difficoltosa c questo inevitabilmente si ripercuoteva in

20 MSR 3.0 della Rollci fototcchnic.21 ArcGIS 9 della ESRI.22 Difficilmente, infatti, in una planimctria sono rappresentati solo corucxts pertinenti alla mcdesimafase archeologica.

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Fig. 162 - Visualizzazione di unfotomosaico goreferenziato nel sofiware CIS

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Fig. 163 - Rilievo digitale risultante dalla vettorializzazione delfotomosaico.

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modo negativo sulla successiva consultazione. Con l'avvento della fotografia digi-tale è certamente cambiato il modo di organizzare questo tipo di documentazione,tuttavia sussistono ugualmente alcuni problemi nella sua gestione, anehe se di dif-ferente natura. I nuovi fattori da tenere in considerazione sono l'estensione, la dimen-sione ed il nome dei files, mentre rimane invariato il problema di come archiviarlie come renderli facilmente reperibili.

Da qualche anno, per organizzare la documentazione multimediale degli scavidel Forcello viene utilizzato il software Canto Cumulus 5.5, un database specifica-tamente dedicato all'archiviazione e all'organizzazione di files multimediali (figura6). Questa applicazione permette di associare a ciascun oggetto una categoria ed unatabella di attributi completamente personalizzabile dall'utente, e possiede un'avan-zata funzione di ricerca che consente di operare sui nomi dei files, sulle categorie acui sono stati assegnati e sui valori contenuti nella tabella associata. Nel particolarecaso cIel sistema informativo qui presentato, poiché i dati alfanumerici relativi aisoggetti delle fotografie (ovvero contexts e reperti rilevati) sono già inseriti nel da-tabase rclazionalc, l'archivio multimediale è stato strutturato in maniera molto sem-plice: i filcs sono stati indicizzati esclusivamente per numero di context e per numerodi reperto. Questo tipo di organizzazione comporta che, all'interno cIel singolo soft-ware, le possibilità di ricerca siano relativamente limitate, tuttavia, collegando que-sti due attributi chiave al database alfanumerico, le possibilità di ricerca risultinoinvece assai potenziate, poiché aperte alla completa documentazione dello scavo.

Ilsistema informativo integrato

Tutte le applicazioni finora presentate possiedono, fra le loro funzioni, strumentipiù o meno avanzati di ricerca dei record, tuttavia, per rendere realmente funzionaleil sistema informativo dello scavo, è necessario che il ricercatore sia messo nellecondizioni cIi consultare tutte le categorie di dati in modo flessibile e relazionale.Ciò significa, ad esempio, poter consultare la fotografia di uno strato o le piante incui compare partendo dalla scheda relativa oppure, allo stesso modo, consultare laschecIa di uno strato partendo dalla sua localizzazione in pianta o da. una fotografia.

A questo scopo sono in fase di implementazione e di sperirnentazione alcuni col-legamenti, realizzati mediante il linguaggio di programmazione Visual Basic, che in-tegrino le varie componenti del sistemano Grazie alla presenza, sia in ArcGIS sia in

23 Lo sviluppo dci collegamenti fra le applicazioni mediante moduli di programmazione in VisualBasic si deve a Glauco Mantegari, che ne ha sperimentato il funzionamento sugli archivi di scavo del-l'abitato palafiuicolo del Lavagnonc di Desenzano del Garda; G. MANTECìARI 2007, G. MANTECìARI,

T. QUIRINO c.s.

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Fig. 164 - Schermata del database multimediale.

Cumulus, di librerie che consentono all'utente di sviluppare funzioni aggiuntive epersonalizzate, è stato possibile strutturare alcuni meccanismi di interscambio deidati tra le varie applicazioni, realizzando semplici interfacce che permettano in ma-niera automatica la consultazione relazionale dei dati".

Le chiavi di questi collegamenti sono rappresentate dagli attributi che identificanoin modo univoco gli oggetti principali della ricerca già nel database alfanumerico,ovvero i numeri di contexts e di reperto rilevato. Conseguentemente, le tabelle degliattributi assegnate agli elementi grafici nella piattaforma GIS e ai files multimedialinel relativo database, se si eccettuano i valori automaticamente assegnati dal sistema,contengono esclusivamente questo dato. In tal modo, come in ogni meccanismo re-lazionale, è possibile evitare la ridondanza dei dati.

24 Lo stato attuale dci sistema prevede il collegamento reciproco fra database alfanumerico c GIS cdi collegamenti unidirczionali fra database alfanumerico e multirncdialc e fra GIS e database multi-mcdiale.

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Conclusioni

Caratteristica fondamentale degli strumenti informatici è il fatto che siano sog-getti ad una rapidissima obsolescenza, le cui cause principali possono essere: modi-fiche nell'hardware e nell'architettura dei computer finalizzate alla produzione dimacchine sempre più performanti; aggiornamento continuo dei software; introdu-zioni di nuovi linguaggi di programmazione. È d'obbligo quindi sottolineare che, perquanto lo strumento prodotto finora sia soddisfacente, molte sono le aggiunte e lemodifiche che si possono e si vogliono realizzare.

Le prospettive di future applicazioni si riassumono, in breve, nei seguenti punti:dedicare un server all'intero archivio dello scavo, in modo da renderlo fruibile on-line sia per la consultazione sia per l'aggiornamento; includere nel sistema integratoanche un modulo specifico per la redazione e la gestione del diagramma stratigra-fico; introdurre l'utilizzo del computer direttamente sul cantiere, al fine di eliminaredel tutto la documentazione cartacea e, di conseguenza, i lunghi tempi dedicati aldata entry. Più specifiche riflessioni, infine, dovranno essere rivolte all'ipotesi di ri-strutturare l'intero sistema sfruttando nuovi linguaggi, quale l 'XML (ExtensibleMarkup Language), che permetterebbero, da una parte, una migliore codifica delleinformazioni di tipo testuale, dall'altra, l'implementazione di protocolli per l'inter-scambio di dati indipendenti dalla piattaforma su cui si lavora".

25 I. BONIN('ONTRO 200 l, pp. 60-66.