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Sistema Integrato di Monitoraggio Geodetico dell’area vulcanica
attiva napoletana: reti permanenti e rilevamenti periodici
Pingue F., Berrino G., Capuano P., Del Gaudio C., Obrizzo F., Ricciardi G.P., Ricco C., Sepe V.,
Borgstrom S.E.P., Cecere G., De Martino P., D’Errico V., La Rocca A., Malaspina S., Pinto S.,
Russo A., Serio C., Siniscalchi V., Tammaro U., Aquino I.
Unità Funzionale GEODESIA, Osservatorio Vesuviano-INGV, via Diocleziano 328, 80124 Napoli,
tel. 0816108309, e-mail [email protected]
RiassuntoIl sistema integrato di monitoraggio geodetico, qui presentato, è finalizzato al controllo della
dinamica dell’area vulcanica napoletana che comprende :- il complesso del Somma-Vesuvio, ad est di Napoli, con l’ultima eruzione avvenuta nel 1944.
Attualmente è in una fase di quiescenza, caratterizzata da una bassa attività sismica e deformativa;
- i Campi Flegrei, ad ovest di Napoli, con l’ultima eruzione nel 1538 (nascita di Monte Nuovo).
Sono caratterizzati da lento e continuo movimento verticale del suolo noto come bradisisma.
Durante il 1969-72 e il 1982-84 quest’ area è stata interessata da due intensi episodi bradisismici
con forte sollevamento del suolo e attività sismica di moderata energia;
- l’Isola di Ischia, sorge del settore SW della baia di Napoli, con l’ultima eruzione nel 1302. Nel
1881 e 1883 è stata interessata da due forti terremoti (circa 3000 vittime). Attualmente, l’isola èinteressata da una subsidenza nel settore Sud e NW e da una assenza quasi totale della sismicità .
La presenza di questi vulcani attivi nell’area napoletana densamente popolata e la loro tipologia
eruttiva (i meccanismi eruttivi predominanti sono di tipo esplosivo) rendono necessaria ed
importante sia la valutazione della Pericolosità vulcanica (cioè la probabilità spazio-temporaledell’accadimento di un evento eruttivo) per una corretta stima del Rischio vulcanico che il
monitoraggio dei probabili precursori delle eruzioni. Pertanto, lo studio delle sorgenti di
deformazione e la continua necessità di una valutazione sempre più attendibile dei fenomeni
premonitori dell’eruzione nei tre apparati vulcanici, hanno sempre ispirato la formazione,l’ottimizzazione e le innovazioni tecnologiche del sistema integrato di monitoraggio geodetico sia
nel sua parte di acquisizione continua (GPS, Mareografia, Tiltmetria ) che di rilevamento periodico
(EDM, Gravimetria, DIFSAR, Livellazione). In questo lavoro si presenta il sistema integrato di
sorveglianza geodetica delle deformazioni lente del suolo dell’area vulcanica napoletana,evidenziando i contributi delle varie metodologie impiegate ed i risultati raggiunti.
AbstractThe Neapolitan Volcanic area is located in the southern sector of the Campanian Plain including
three volcanic active structures: the Somma-Vesuvius volcano, placed east of Naples, (the lasteruption occurred on 1944) is quiescent. It is characterised by a low level seismicity and
deformation activity; Campi Flegrei (the last eruption occurred on 1538) are characterised by a slow
deformation, called bradysism. During the 1969-72 and 1982-84, the resurgent caldera of Campi
Flegrei have been affected by two intense episode of ground upheavel and seismicity, followed by asubsidence phase, slower than uplift and still active; Ischia Island , located SW of Naples, has been
characterised by a volcanic activity both explosive and effusive (the last eruption has occurred on
1302). Successively, dynamics has been caractherized by seismic activity (strogest events occurred
on 1881 and 1883) and by meaningful subsidence, in the S and NW sectors of the island.The concentration of the these active volcanoes in an area with dense urbanization (about 1,500,000
inhabitants live) needs systematic and continous dynamics monitoring, in order to characterise
eruptive precursors useful for modelling the volcanoes behaviour. Insofar, the entire volcanic
2
Neapolitan area, characterised by a high volcanic hazard, is monitored, among several
methodologies, also by dense geodetic networks using different methods: levelling, GPS, tiltmeter,
tide-gauge, gravimetry, DIFSAR. Each of the collected data contributes to volcanic sourcesmodelling, thus to the eruptive scenarios definition and risk mitigation. Here the geodetic
surveillance system in the Neapolitan area is described, showing the main results obtained in the
last years.
IntroduzioneL’area vulcanica napoletana, che sorge nel settore meridionale del Graben della Piana Campana,
comprende tre strutture
vulcaniche attive:
- il Somma-Vesuvio è
uno strato vulcano
composto dall’ apparatopiù antico, il M. Somma, e
dal cono del Vesuvio che si
è sviluppato all’interno
della caldera sommitale delvecchio vulcano. L’ultima
eruzione è avvenuta nel
1944 e successivamente la
dinamica del vulcano ècaratterizzata da una bassa
sismicità e da movimenti
lenti del suolo poco
significativi; Fig.1 . Rete GPS dell’area vulcanica napoletana
-Campi Flegrei, sono caratterizzatida una caldera formatasi 35.000
anni fa (eruzione Ignimbrite
Campana) al cui interno si sono
impostati numerosi apparativulcanici monogenici. L’ultima
eruzione di questa caldera
risorgente risale al 1538 che portò
alla formazione di Monte Nuovo.La dinamica di questo campo
vulcanico è stata caratterizzata da
una lento e continuo
abbassamento del suolo notocome bradisismo. La dinamica
recente, dopo l’ultima eruzione, è
stata contraddistinta dall’
abbassamento del suolo e da dueintensi episodi di sollevamento del
suo suolo (1969-1972, +170cm;
1982- 84,+180 cm) accompagnati
Fig. 2 – Sistema di monitoraggio geodetico dell’ area vesuviana da una intensa attività sismica.
440 460
4530
E (km)
SANA
PRET
TERZ
ONPI
POS I
Permanent GPS station
GPS station
EDM station
4510
N(k
m)
Tide Gauge
Tiltmetric station
Levelling lines
GULF OF NAPLES
NAPOLI
Ercolano
Pompei
C/MARE DI STABIA
Pomigliano
S.Sebastiano
Torre del Greco
Gravimetric stations
Permanent gravimetric station
Absolute gravimetric station
3
Entrambi gli episodi sono stati seguiti da una fase di subsidenza interrotta da fenomeni di lieve
sollevamento, di cuil’ultimo rilevato nel
periodo marzo -
settembre 2000 (4cm ).
Sebbene le due crisibradismiche del
sollevamento non sono
culminate con l’
eruzione, i fenomeniosservati sono
classificati come
probabili precursori di
un evento eruttivo. Varicordato che questi
eventi hanno causato
danni significativi agli
edifici ed al tessutosocio-economico dell’
area flegrea
Fig.3 – Sistema di monitoraggio geodetico dei Campi Flegrei
rimarcando l’alta pericolosità di questo vulcano attivo, abitato da circa 250.000 persone;
- l’isola di Ischia, a sud ovest della baia di Napoli, è stata caratterizzata da una attività vulcanica
principalmente di tipo esplosivo, avvenuta negli ultimi 50000 anni. L’ultima eruzione è avvenutanel 1302 e successivamente la dinamica dell’isola è stata caratterizzata da un’ intensa attività
sismica , basta ricordare il terremoto di Casamicciola del 1883 (XI grado MCS) e da una subsidenza
localizzata nel settore sud e nel settore nord ovest dell’isola.
La presenza di vulcani attiviin un’area densamente
abitata (circa 1.500.000
abitanti) comporta la
necessità di una valutazionedella pericolosità vulcanica
nonché accurati monitoraggi
e studi dei precursori delle
eruzioni. Pertanto, l’esigenza di stime sempre più
affidabili della probabilità di
un prossimo evento
vulcanico, ha portato alpotenziamento ed alla
ottimizzazione del sistema di
monitoraggio che integra le
diversa tecniche di misura.
Fig. 4 – Sistema di monitoraggio geodetico dell’isola d’Ischia
All’interno di esso è stato sviluppato il sistema integrato di monitoraggio geodetico con le seguenti
tecniche: DIFSAR EDM , GPS, Gravimetria, Livellazione, Mareometria, Tiltmetria.
East (km)
No
rth
(km
)
4515
420 425 430 435
4520
4525
4530
405
4506
East (km)
No
rth
(km
)
409 413
4512
?
?
4
Il controllo dell’area vulcanica napoletana viene effettuato sia con reti in acquisizione continua
(GPS, Mareometria, Tiltmetria) che con campagne periodiche (EDM, GPS, Gravimetria,
Livellazione) ed inoltre sono in fase di installazione due stazioni idrometriche una nei CampiFlegrei ed un’altra al Vesuvio, che consentono la registrazione delle variazione del livello di falda.
Reti permanenti : GPS, Mareografia, Tiltmetria.GPS - La rete GPS permanente, attualmente operante, è costituita da 15 stazioni in acquisizionecontinua con scarico automatico dei dati via modem GSM, al centro di elaborazione dati geodetici
dell’Unità Funzionale Geodesia (UFG) dell’Osservatorio Vesuviano. Le stazioni operano con
ricevitori geodetici a doppia frequenza (Leica 520 e Trimble 4000SSI) ed antenne Choke Ring
Dorne Margolin, con campionamento ogni 30 secondi e angolo zenitale di cut off 15°, tempo diosservazione 24h. Le stazioni GPS in registrazione sono distribuiti come segue: 7 ai Campi Flegrei,
4 al Vesuvio, 3 Ischia e la stazione di riferimento (POSI) a Napoli sulla collina di Posillipo, presso
la sede dell’ Osservatorio Vesuviano. I parametri di calcolo delle linee basi, la cui lunghezza
massima è pari a circa 25 km, sono: angolo di cut off 20°, effemeridi Broadcast, modelloIonosferico Standard, Modello Troposferico Hopfield, tipo di soluzione Iono free fixed.
Fig. 5 – Rete GPS permanente dell’area vulcanica napoletana
Fig. 6 – Napoli (Posillipo) – Rione Terra (Pozzuoli)
5
Nelle figure 6, 7, 8 sono state rappresentate alcune lunghezza delle linee misurate nel periodo
gennaio 2001-giugno 2002, nelle tre aree vulcaniche attive ed il valore della deviazione standard
stimata (s ).
Fig. 7 - Napoli (Posillipo) – Torre del Greco(Vesuvio)
Particolare attenzione è stata prestata all’area vesuviana, in merito ai problemi riscontrati nella
registrazione dei dati GPS in alcuni siti, a causa dell’ incremento dell’inquinamento
elettromagnetico locale, che ha condizionato la configurazione della sottorete vesuviana. Altre
stazioni saranno operative nell’area vesuviana entro il 2002 per aumentare la densità ed ottimizzarela configurazione di tutta rete GPS.
Fig. 8 - Napoli (Posillipo) – Acquedotto Montagnone (Ischia )
Inoltre sono in fase di allestimento 4 stazioni permanenti esterne all’area vulcanica attiva e
materializzate in zone caratterizzate da uno strain-rate relativamente più basso. In merito alprocessamento dei dati sono stati stabiliti dei criteri e procedure di calcolo idonei per gli obiettivi
del sistema di monitoraggio geodetico; tali procedure sono in fase di automazione. Queste
prevedono il calcolo giornaliero della posizione dei singoli vertici 3D rispetto al sistema di
riferimento scelto.
6
Mareografia - La rete mareografica è costituita da 6 stazioni distribuite lungo la costa del Golfo di
Pozzuoli e di Napoli , di cui tre nella caldera dei Campi Flegrei, 2 sulla costa vesuviana ed unaubicata nel porto di Napoli. che è utilizzata come stazione di riferimento per il calcolo delle
variazionie di quota. Tale rete è operativa dal 1970 nei Campi Flegrei e dal 1985 nell’area
vesuviana.
(A )- Campi Flegrei (B) – Vesuvio
Fig. 9 – Movimenti verticali del suolo, nel periodo 2001-2002, calcolati dalle registrazioni
mareografiche delle stazioni operanti lungo la costa dell’area vulcanica napoletana da Capo
Miseno (CF) a Castellammare di Stabia (Vesuvio). In (A) è riportata la fase di sollevamento
avvenuta nel periodo marzo-settembre 2000, ricavata dai dati mareografici della stazione di
Pozzuoli Porto e messi a confronto con i dati ottenuti dalle livellazioni di alta precisione (+)
condotte ai CF. In (B) le variazioni di quota poco significative , ottenute dalla stazione del Porto di
Torre del Greco (versante meridionale del Vesuvio), evidenziano una bassa dinamica deformativa
del vulcano.
La rete è attrezzata con mareografi meccanici con sistema a galleggiante e registrazione locale. E’
in atto il progetto di innovazione della strumentazione e di trasmissione dati che prevede
l’implementazione di sensori elettronici (p.e. trasduttori ad ultrasuoni con guida tubolare) contrasmissione via modem GSM, al centro di acquisizione ed elaborazioni dati geodetici dell’ UFG
dell’ Osservatorio Vesuviano. Inoltre si stanno attrezzando altri siti nel Golfo di Napoli per una
migliore configurazione della rete e sono previste installazioni ad Ischia, Penisola Sorrentina e
Capri.
Tiltmetria – La rete tiltmetrica operante ha permesso finora di acquisire i dati relativi alla
variazione dell’inclinazione del suolo con una risoluzione fino a 0.1 µradianti; gran parte di questi
dati ha consentito di seguire l’evoluzione della deformazione relativamente alle aree vulcanicheflegrea e vesuviana. Tale rete è nata tra il 1986 ed il 1987 con tre stazioni in acquisizione locale e si
è progressivamente evoluta, operando in teletrasmissione dal 1992; attualmente è composta da otto
stazioni ognuna delle quali, equipaggiata con un sensore biassiale ed uno termico, funziona in
acquisizione continua con frequenza di campionamento compresa tra 2 e 360 cicli/ora.Cinque stazioni sono distribuite nell’area flegrea e tre in quella vesuviana: le prime tre della area
flegrea sono ubicate nel settore centrale della caldera in prossimità dell’area di maggiore dinamica
(Pozzuoli) in una galleria sotterranea a profondità comprese tra 13 e 20 m dal p.c., la quarta è
localizzata nel settore occidentale della caldera all’interno di una grotta a circa 20 m dal l.m.
?h
(cm
)-4
-2
0
2
4
6
Torre del Greco(01.01.2000 - 26.12.2001)
2000 2001
?h
(cm
)
-4
-2
0
2
4
6
Pozzuoli Porto(01.01.2000 - 26.12.2001)
2000 2001
7
(Castello di Baia), mentre l’ultima è l’unica stazione in pozzo con sensore posto ad una profondità
di 9 m dal p.c. ed anch’essa è situata nel settore centrale della caldera (Pozzuoli-Toiano).
Le tre stazioni vesuviane sono poste a quote diverse lungo il settore WNW-SSE del Vesuvio.La stazione in pozzo (borehole) è la prima di quattro stazioni previste nel progetto di ampliamento
e raffittimento del sistema geodetico dell’area vulcanica napoletana.
Fig. 10 – Il segnale rappresentato riassume la deformazione del suolo nella sua componente d’
inclinazione relativa all’anno 2001 in corrispondenza della stazione tiltmetrica DMB, ubicata nel
settore centrale della caldera flegrea in una galleria sotterranea ad una profondità di 20 m dal p.c..
Le tre finestre di sinistra, procedendo dall’alto verso il basso, rappresentano rispettivamente
l’andamento dell’inclinazione lungo la direzione NS, quello dell’inclinazione lungo la direzione
EW e la temperatura al suolo. Le unità di misura utilizzate sono il µradiante e il grado centigrado.
I segnali tiltmetrici sono corretti dall’effetto termoelastico secondo un modello lineare o
linearizzato in cui, assumendo come variabile indipendente la temperatura, la relazione funzionale
tra i dati termici registrati e quelli medi di ground tilt viene calcolata attraverso un fit ai minimi
quadrati. La finestra di destra rappresenta la composizione vettoriale delle due componenti
tiltmetriche filtrate dalle alte frequenze e mostra l’inclinazione del suolo confinata nel quadrante
SSE.
Reti a rilevamento periodico (EDM, GPS, Gravimetria, Livellazione) e DIFSARIl monitoraggio geodetico dell’area napoletana, oltre che dal sistema di stazioni permanenti sopra
esposto, è garantito anche da campagne di misure sulle reti presenti nell’area napoletana : EDM,
GPS, Gravimetrica, Livellazione. Queste reti, interconnesse tra loro, permettono sia il raffittimentodel sistema geodetico permanente che un contributo significativo alla valutazione della
rappresentatività dei punti di registrazione continua del campo di spostamento 3D, obiettivo
primario per la modellazione delle sorgenti di deformazione del suolo nelle aree vulcaniche attive.
EDM - Nell’area vulcanica napoletana insistono due reti planimetriche : Vesuvio e Campi Flegrei.La prima, operante al Vesuvio, è posta sulla zona medio-alta dell’apparato vulcanico ed è costituita
da 21 vertici (pilastrini in c.a.). La geometria del complesso vulcanico (cono del Vesuvio) ha
condizionato la configurazione della rete, che non copre omogeneamente tutto l’apparato. Le prime
8
misure furono effettuate nel 1975 e l’analisi delle variazioni delle lunghezze delle linee misurate,
fino all’ultima campagna effettuata nel 1997, hanno mostrato movimenti planimetrici poco
significativi, ad esclusione di alcune linee che connettono i vertici posti sul bordo craterico chemostrano contrazioni significative legate probabilmente alla instabilità della copertura (materiale
incoerente tipo sabbie, cenere e lapilli delle ultime eruzioni vesuviane). Quindi come già
evidenziato da altri dati e studi, le zone alte sono le uniche a mostrare significativi movimenti del
suolo. Le attuali condizioni logistiche dei vertici EDM, compromettono fortemente unasoddisfacente progettazione delle misure di campagna poiché l’area su cui insiste la rete è in un
zona (Riserva Integrale del Parco Nazionale del Vesuvio) a forte presenza di vegetazione di alto e
medio fusto ed ad alta conservazione ambientale, pertanto l’intervisibilità necessaria, per una
corretta progettazione ed esecuzione delle misure con questa tecnica, è compromessa. Dunque ipunti delle rete EDM idonei al tracciamento dei satelliti GPS sono stati inseriti nella rete GPS
dell’area vulcanica napoletana. La seconda, operante ai Campi Flegrei, è costituita da 10 vertici
(pilastini di c.a.) il cui riferimento è materializzato sulla sede di Posillipo (Napoli) dell’Osservatorio
Vesuviano, sul bordo orientale della conca flegrea. La rete planimetrica istituita dal 1970dall’Istituto di Topografia del Politecnico di Torino e successivamente rilevata dall’Istituto di
Topografia, Geodesia e Geofisica Mineraria dell’Università di Bologna, è stata oggetto di varie
ristrutturazioni. Dopo la prima crisi bradisismica 1969-72, le misure e la manutenzione della rete
sono state effettuate nell’ambito dei programmi di collaborazione tra Dipartimento di Geofisica eVulcanologia (Università Federico II) e l’Osservatorio Vesuviano-INGV. Le campagne
distanziometriche condotte sulla rete hanno consentito il monitoraggio delle componenti orizzontali
del campo di spostamento del suolo sia in occasione della crisi bradisismica 1982-84 (p.e. una linea
che congiunge un vertice posto al centro della caldera (Pozzuoli- Solfatara) ed un altro sul settoreoccidentale (Castello di Baia) presentava una dilatazione pari a ? L = + 77.7 cm, su una lunghezza
di circa 5 km, nel periodo Giugno 1983- Novembre 1984) che durante la fase discendente a partire
dal 1985. L’ultima campagna è stata effettuata nel 1998 che ha evidenziato, nell’intervallo Giugno
1995- Aprile 1998, una generale contrazione e in particolare nella parte centrale della caldera gli
spostamenti risultano di circa 7 cm.
GPS – La rete GPS dell’area napoletana nella sua configurazione attuale è composta da circa 80
vertici 3D distribuiti sia sulle aree vulcaniche attive che nelle zone circostanti. La maggiore densità
di vertici insiste sulle arre a maggiore dinamica e sono così distribuiti : Area Somma-Vesuvio e
Penisola Sorrentina (30), Capri (1) , Campi Flegrei (25), Procida (2), Ischia (20). La configurazioneattuale è il frutto di integrazioni di
reti già operanti e dell’
ottimizazione delle reti geodetiche
avviato da circa un anno. Taleprogetto è stato finalizzato ad
aumentare la densità dei vertici ,
nelle zone che non avevano una
copertura soddisfacente, adomogeneizzare le procedure e gli
standard dei progetti di misura ed
integrare, in modo più efficace,
questa rete, rilevata con frequenzaannuale, nel sistema geodetico
operante nell’area.
Fig. 11 – Rete GPS dell’area vulcanica napoletana.
420
45
00
440 460
4520
480E (km)
N (km
)
9
GRAVIMETRIALe misure gravimetriche di precisione sono state effettuate periodicamente, a cura dell’
Osservatorio Vesuviano, a partire dal 1986 sulle reti realizzate dall’attuale Dipartimento diGeofisica e Vulcanologia dell’Università Federico II. Le reti coprono tutta l’area vulcanica attiva
napoletana: Campi Flegrei, Vesuvio e Isola d’ Ischia. Le reti hanno quale riferimento comune la
stazione assoluta di gravità di Napoli DGV. Tre stazioni di gravità assoluta sono state anche
realizzate rispettivamente al Vesuvio (Sede Storica Osservatorio Vesuviano), Ischia (OsservatorioGeofisico) e Campi Flegrei (Accademia Aeronautica). La rete gravimetrica dell’area vulcanica
napoletana è attualmente costituita da 31 stazioni nell’area vesuviana, 18 nella caldera flegrea e 25
sull’isola d’Ischia per un totale di 74 stazioni. Le stazioni di gravità sono tutte coincidenti o
prossime a caposaldi delle reti di livellazioni operanti sulle stesse aree. I principali risultati ottenutialle singole aree sono di seguito riportati, prendendo in considerazione anche i dati rilevati sin dal
1981 al fine di fornire un quadro più dettagliato della dinamica osservata.
Vesuvio - Le misure condotte annualmente hanno mostrato significative variazioni di gravità condue principali periodi di evoluzione del campo : 1982-94 e 1994-2001. Nel primo periodo si
rilevano due distinte aree una nel settore NW e centrale, caratterizzata da una diminuzione del
valore di g, e l’altra nel settore SE del vulcano dove si rileva un aumento della gravità. I massimi
delle due aree sopra descritte sono centrati rispettivamente in prossimità della sede storicadell’Osservatorio e di Torre del Greco. Nel periodo 1994-2001 si ha un’inversione del trend
generale, con aumenti della gravità nella parte alta del vulcano e diminuzioni alla sua base. Il campo
è fortemente disturbato dall’aumento di gravità avvenuto nell’intervallo 1999-2000 che ha
interessato quasi tutta l’area, ed è contemporaneo alla crisi sismica vesuviana del 1999.
Fig. 12 – Vesuvio.
Variazione nel tempo della
gravità in due stazioni
della rete considerate le
più rappresentative
dell’andamento spaziale e
rispettivamente localizzate
alla base (stazione Torre
del Greco) e alla sommità
del vulcano (stazione OV).
Le variazioni di gravità
ottenute da misure relative
sono confrontate con
quelle ottenute dalla
ripetizione di misure
assolute della gravità. L’andamento nel tempo alle due stazioni, che evidenzia un comportamento
differenziale dell’area vesuviana, mostra un’inversione nel periodo 1993-1994, osservato anche
nell’andamento temporale del movimento verticale del suolo misurato da dati mareografici rilevati
alla stazione di Torre del Greco.
-150
-100
-50
0
50
100
150
Gra
vit
y c
han
ges
(µ
Gal
)
Relative gravity OV
Absolute gravity OV
Relative gravity Torre del Greco
82 84 86 88 90 92 94 96 98 00
10
Campi Flegrei – La serie temporale dei dati rilevati nelle numerose campagne di misure
gravimetriche nella caldera flegrea, ha messo in evidenza, in ogni stazione della rete, una chiara
correlazione inversa tra la variazione della gravità e la variazione di quota. La distribuzione arealedelle variazioni di gravità presenta una simmetria radiale, come mostrato anche dal campo di
spostamento verticale del suolo, con un massimo nel centro della caldera.
Fig.13 - Campi Flegrei -Variazione di gravità dal 1982 alla
stazione “Serapeo”, localizzata al
centro della caldera flegrea e dove
si osservano le maggiori variazioni.
Il suo andamento nel tempo è
rappresentativo di quanto osservato
nell’intera area.
In a) la variazione nel tempo della
gravità è confrontata con il
movimento verticale del suolo allo
stesso sito. Tale confronto mostra
una chiara correlazione inversa tra
i due parametri che è osservata in
tutte le stazioni la rete.
In b) è rappresentata la variazione
di gravità dovuta al solo effetto di
variazione di quota. Essa è stata
calcolata utilizzando il gradiente
verticale della gravità misurato e
che è risultato, mediamente per
l’intera area, di – 290 ± 5 µGal/m.
In c) sono mostrati i residui
gravimetrici ottenuti dopo aver
rimosso dalle variazioni di gravità
osservate (a) l’effetto del
movimento verticale del suolo (b).
Essi sono significativi nel periodo
1982-1984 e, per tale intervallo di
tempo, sono indicativi di
ridistribuzione di massa e di piccoli,
impulsivi e laterali spostamenti di
magma.
Ischia- Le misure gravimetriche effettuate con frequenza biennale sull’isola d’Ischia fin dal 1983
non hanno evidenziato, in generale, significative variazioni del campo di gravità.
-0.400
-0.300
-0.200
-0.100
0.000
0.100
∆g (
mG
al) -0.25
0.00
0.25
0.50
0.75
1.00
1.25
1.50
1.75
∆h (m
)
-0.500
-0.400
-0.300
-0.200
-0.100
0.000
0.100
Equiv
ale
nt ∆
h (
mG
al)
-0.050
-0.030
-0.010
0.010
0.030
0.050
0.070
0.090
0.110
0.130
0.150
Resi
dual
s ∆
g (
mG
al)
85 90 95 00
a)
b)
c)
85 90 95 00
85 90 95 00
11
LIVELLAZIONE – La rete di livellazione attualmente operante racchiude un’area di circa 400
kmq sulla parte continentale dell’area napoletana, mentre nella parte insulare, Isola d’Ischia,
un’area di circa 40 kmq. La parte continentale della rete comprende le aree vulcaniche attive deiCampi Flegrei e del Vesuvio, e si estende dai carbonati della penisola Sorrentina ad Est, che
delimitano il margine meridionale del Graben. La rete ingloba la città di Napoli ed si estende su
tutta la caldera flegrea abbracciando quasi interamente il settore meridionale della Piana Campana.
La rete è costituita da circa 650 caposaldi altimetrici distribuiti su una lunghezza di 350 km. Essa èstrutturata in 27 circuiti concatenati fra loro che consentono un controllo incrociato dei dati e la
compensazione rigorosa dei dislivelli. La coerenza interna dei dati rilevati viene verificata
esaminando gli errori di chiusura dei circuiti (le cui lunghezze variano da 1 a 50 km). Tali errori di
chiusura devono essere al di sotto della tolleranza imposta 2v L mm, dove L è la lunghezza in km
del circuito. Successivamente i dati sono sottoposti all’aggiustamento rigoroso che fornisce le quote
più probabili dei caposaldi rispetto al caposaldo scelto come riferimento.
Fig. 14 – Rete di livellazione dell’area vulcanica napoletana: Campi Flegrei e Vesuvio.
La rete di livellazione, che ricopre le aree vulcaniche dei Campi Flegrei e Somma-Vesuvio, è l’
integrazione delle reti già operanti e connesse tra di loro, che hanno subito dalla loro nascita diverse
ristrutturazioni ed ampliamenti. La rete flegrea è stata misurata, a partire dal 1970, dall’Osservatorio Vesuviano che ha effettuato periodiche campagne di livellazione di precisione, la cui
frequenza è aumentata nelle fasi di crisi. I dati raccolti hanno consentito di contribuire fortemente
alla comprensione e modellazione del fenomeno “ bradisismo “ e allo studio dei fenomeni
precursori delle eruzioni. La lunga serie temporale di dati disponibili sui movimenti verticali delsuolo ha evidenziato una stabilità della simmetria del campo di tipo quasi radiale , riscontrata sia
nelle fasi di sollevamento che di abbassamento, con un massimo sempre nel settore centrale della
caldera (Pozzuoli) sia nelle fasi di abbassamento che di sollevamento.
La configurazione attuale della rete che insiste sull’area vesuviana è il risultato di ampliamenti,effettuati in varie fasi, partendo dalla prima configurazione della rete installata nel 1972 che aveva
l’obiettivo di monitorare il settore medio alto del Gran Cono. Tale rete è misurata con frequenza
annuale. I risultati delle campagne finora effettuate evidenziano un basso strain-rate, ad eccezione
di ristrette zone dove si registra una lenta subsidenza, con un valore massimo di circa 5 mm/anno
12
Fig. 15 –Campi Flegrei
Variazioni di quota (mm)
rilevate al cs 25A dal
Gennaio 1969 al Novembre
2001. Il cs 25A è
materializzato nel settore
centrale della caldera
risorgente (Pozzuoli-Corso
Umberto), l’area di
maggiore dinamica sia nelle
fasi di sollevamento del
suolo che in quelle di
abbassamento.
Fig. 16 . Campi Flegrei - Movimenti
verticali (mm) del suolo lungo la linea
costiera (Napoli-Bagnoli-Pozzuoli) nella parte
flegrea della rete di livellazione (caposaldo di
riferimento cs1 (Napoli-Mergellina). Sono
rappresentate le variazioni di quota riferite al
settembre 1999, ricavate dalle livellazioni
effettuate nel maggio, giugno, luglio, agosto,
2000 che evidenziano il sollevamento in atto
nell’area centrale della caldera risorgente
(valore massimo + 38 mm). Dopo tale
fenomeno di breve durata e lieve entità l’area è
stata ancora interessata da una subsidenza con
diminuzione dello strain-rate.
Fig. 17 - Vesuvio - Variazioni
di quota (cm) lungo la linea
Napoli-Ercolano- Località
Quota 1000 (base del Gran
Cono versante occidentale).
Sono riportati i movimenti
verticali del suolo calcolati,
relativi alle ultime due
campagne (1999 e 2000) e
quelli cumulativi dal 1986 al
2000. Inoltre sono
rappresentati il profilo
altimetrico (linea continua) ed i
livelli di confidenza ± 2 s (linee tratteggiate). Tale linea di livellazione è un esempio dello stato
deformativo del Vesuvio, caratterizzato da una bassa dinamic,a ad esclusione della zona sommitale
che presenta un fenomeno di subsidenza pari a circa 8 cm nel periodo 1986-2000.
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La rete di livellazione operante attualmente, sull’isola d’Ischia, costituita da 220 caposaldi, si
sviluppa su una lunghezza di 90 km ed è strutturata in 7 circuiti, le cui lunghezze variano da 2 a 32
km. La rete, installata dall’IGM nel 1913, è stata oggetto di vari ampliamenti ed infittimenti apartire dal 1978, data in cui l’Osservatorio Vesuviano inizia effettuare campagne periodiche di
livellazione di precisione. La configurazione della rete fornisce una buona risoluzione di
spostamento verticale. Il caposaldo di riferimento (cs1) per il calcolo delle variazioni di quota è
ubicato nel settore NE dell’isola (Ischia-Porto). L’elaborazione ed interpretazione dei dati hannoevidenziano due zone di subsidenza poste di cui una posta nel settore centro meridionale e l’altra
nella zona NW.
DIFSAR - In occasione del recente episodio di sollevamento verificatosi nel periodo Marzo-Agosto 2000 nell’area flegrea, è stato condotto uno studio del fenomeno che ha consentito di
verificare le notevoli potenzialità di un approccio congiunto SAR/metodologie geodetiche classiche
per il controllo dei fenomeni deformativi in atto in un’area vulcanica attiva. Durante tale episodio di
sollevamento è stato deciso un esperimento finalizzato alla produzione di interferogrammi e relativemappe di
deformazione in near
real time (NRT), a
partire dai dati diERS2 acquisiti il 20
Luglio 2000 dal Centro
di Geodesia Spaziale
dell’ASI di Matera etrasferiti direttamente a
Napoli per
l’elaborazione: ciò ha
consentito di ottenerele informazioni
richieste dopo 48h
circa dal passaggio del
satellite. Sono statiprodotti, alcuni
interferogrammi da
orbite sia ascendenti
Fig. 17 - DEM dei Campi Flegrei generato combinando più coppie
interferometriche ERS-1/ERS-2
che discendenti e relativi al satellite ERS2 dell’ESA. Tra questi, degni di nota risultano essere due
interferogrammi discendenti, il primo dei quali (02/03/2000 -20/07/2000) relativo all’intero periododel sollevamento, che indica una variazione di quota quantificabile in circa 5 cm (due frange circa)
in linea di vista del sensore, concordemente con quanto osservato lungo alcune baselines GPS dove
sono state misurate variazioni plano-altimetriche di circa 4 cm. Inoltre è prevista un’attività rivolta
all’acquisizione del know how che consentirà poi di effettuare, tramite software dedicato (progettoMINERVA), un’elaborazione di dati interferometrici (ERS-ENVISAT). E’ stata progettata
l’installazione di una rete di CORNER REFLECTOR in tutta l’area vulcanica napoletana, in
collaborazione con l’IREA-CNR di Napoli, finalizzata, nel medio termine, alla realizzazione di un
database congiunto di dati SAR/geodetici, nonché alla produzione di serie temporali di mappe deimovimenti verticali del suolo dell’ area flegrea.
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Fig.18 - Campi Flegrei - Evoluzione
temporale della deformazione al Serapeo
osservati con tecniche DIFSAR
nell’intervallo giugno 1992- settembre
2000
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