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Capitolo 4: Il termine ἀσετή nella Sacra Scrittura la Sacra Scrittura non ci presenta un significato generale, antropologico della virtù che abbiamo dovuto ricercare nella filosofia greca e nei suoi sviluppi contemporanei, ma ci presenta il valore della virtù come manifestazione dell’essenza di Dio e le virtù all’interno del cammino di perfezione cristiana della sequela in Gesù Cristo. venerdì 4 marzo 16

Slide: TMO2 Cap IV La virtù nella Sacra Scrittura

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Capitolo 4: Il termine ἀσετή nella Sacra Scrittura

la Sacra Scrittura non ci presenta un significato generale, antropologico della virtù che abbiamo dovuto ricercare nella filosofia greca e nei suoi sviluppi contemporanei, ma ci presenta il valore della virtù come manifestazione dell’essenza di Dio e le virtù all’interno del cammino di perfezione cristiana della sequela in Gesù Cristo.

venerdì 4 marzo 16

Nell’Antico Testamento: testi con la presenza del termine areté

Sap 8,7: «Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche. Ella infatti insegna la temperanza e la prudenza, la giustizia e la fortezza, delle quali nulla è più utile agli uomini durante la vita».

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Sap 8,7 Commento In un primo momento essa è identificata con la giustizia διχαιοσύνη, secondariamente la giustizia è considerata per la prima ed unica volta nella Bibbia insieme alle quattro virtù cardinali

eredità ellenica accolta dal libro della Sapienza, e precisamente di Platone, che come abbiamo visto fu il primo a darci una sistemazione delle quattro virtù cardinali (Cf Platone, Repubblica, I, 353, b-c.)

La giustizia è la virtù delle virtù, chi possiede essa, possiede tutte le altre. Essa è il fondamento di un’etica che voglia dirsi veramente della virtù; senza la giustizia per la Bibbia non vi è nessun riferimento a Dio, l’unico giusto, e all’uomo, intesa come equità ed onestà nei rapporti sociali

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areté nel libro della Sapienza

Il libro della Sapienza per il suo influsso ellenico riporta ancora il termine areté in altri due passi Sap 4,1 e Sap 5,13: «Meglio essere senza figli e possedere la virtù, perché nel ricordo di questa c'è immortalità: essa è riconosciuta da Dio e dagli uomini» (Sap 4,1). «Così anche noi, appena nati, siamo già come scomparsi, non avendo da mostrare alcun segno di virtù; ci siamo consumati nella nostra malvagità» (Sap 5,13).

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areté nel libro dei MaccabeiIncoraggiati dalle parole di Giuda, molto belle e tali da spingere all'eroismo e da rendere virile anche l'animo dei giovani, stabilirono di non restare nel campo, ma di intervenire coraggiosamente e decidere la sorte attaccando battaglia con tutto il coraggio, perché la città e le cose sante e il tempio erano in pericolo» (2Mac 15,17).

La traduzione CEI traduce ἀσετὴν παρορμῆσαι, alla lettera: stimolare alla virtù con spingere all’eroismo. Altre citazioni si trovano poi nel Libro 4 dei Maccabei non inserito nel canone biblico (4Mac 2,10; 7,22; 9,31; 10,10).

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Le parole ebraiche che indicano virtùhôd e Tehillâ

hôd: maestà, splendore, potenza, gloria: «Dio viene da Teman, il Santo dal monte Paran. La sua maestà ricopre i cieli, delle sue lodi è piena la terra» (Ab 3,3); «Sì, egli ricostruirà il tempio del Signore, egli riceverà la gloria, egli siederà da sovrano sul suo trono. Un sacerdote siederà sul suo trono e fra i due regnerà una pace perfetta» (Zc 6,13)

Tehillâ: dar lode, glorificare: «Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi» (Is 43,21), in Isaia: «Io sono il Signore: questo è il mio nome; non cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli idoli. 9 I primi fatti, ecco, sono avvenuti e i nuovi io preannuncio; prima che spuntino, ve li faccio sentire. 10 Cantate al Signore un canto nuovo, lodatelo dall'estremità della terra; voi che andate per mare e quanto esso contiene, isole e loro abitanti. 11 Esultino il deserto e le sue città, i villaggi dove abitano quelli di Kedar; acclamino gli abitanti di Sela, dalla cima dei monti alzino grida.12 Diano gloria al Signore» (Is 42,8-12).

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La virtù nella Bibbia è sempre riferita a Dio mai all’uomo

la virtù è una caratteristica propria di Dio e non degli uomini, e corrisponde all’atto con cui Dio si dona agli uomini, alla sua grandezza e gloria che viene riconosciuta dagli uomini lodando e rendendo gloria solo a colui che possiede ogni virtù, cioè che possiede ogni maestà e magnificenza. Il fatto che non vi è nell’ebraico una parola che traduca il termine areté, questo si spiega perché in una concezione carica di significato Teocratico, dove l’uomo è costantemente rivolto alla potenza divina, non vi è spazio per le virtù antropologiche, intese come atti propri dell’uomo sganciati da ogni riferimento a Dio.

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La virtù intesa in senso antropologico non è presente nella Bibbia

La virtù è propria dell’essere di Dio che la comunica semmai agli uomini, ma non appartiene ad essi, l’atto più elevato che nell’Antico Testamento, spiega questa concezione è il martirio descritto nel Libro dei Maccabei. Possiamo affermare sempre con Kittel che la parola aretè, è quasi del tutto assente perché la Sacra Scrittura «non vuole testimoniare o narrare le azioni o le eccellenze degli uomini, ma le opere di Dio» (Kittel, 1226).

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Nel Nuovo Testamento

il termine areté è del tutto assente nei quattro evangelisti e compare nell’epistolario Paolino una sola volta in Filip. 4,8-9 e nelle Lettere di Pietro in 1Pt 2.9; 2Pt 1,3-5

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Fil 4,8-9. La virtù in senso religioso

«In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!»

Non è una definizione di virtù, ma la virtù è necessaria per seguire Cristo. Rappresenta lo stile di vita del discepolo.

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1Pt 2,9 Significato ebraico di virtù

«Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa»

Ritorna la virtù come lode della magnificenza di Dio

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2Pt 1,3-11 La virtù come azione della fede

il verbo “donare” ritorna due volte e dà il tono a questo brano che punta decisamente sulla vocazione più sublime: “partecipi della natura divina”, espressione unica nel NT. Non sono illusorie le promesse della Scrittura, ma certe e veraci.

Occorre però saldare la promessa alla vita attraverso l’esercizio delle virtù, che dice risposta fattiva a Dio e responsabilità nei confronti della storia. Il catalogo delle virtù è strutturato a scala: di virtù in virtù, al vertice la carità.

Troviamo qui un riferimento alla virtù come eccellenza nella pratica umana, tuttavia essa è riferita non ad una qualsiasi opera umana, ma a quella della fede

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