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RIVISTA ARCHEOLOGICA DELL’ANTICA PROVINCIA E DIOCESI DI COMO PERIODICO ANNUALE DI ANTICHITA ` E D’ARTE DELLA SOCIETA ` ARCHEOLOGICA COMENSE VOLUME N. 197 - ANNO 2015 ESTRATTO NEW PRESS COMO 2016

Tracce di tarda antichità ad Arsago Seprio

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R I V I S T A A R C H E O L O G I C A

DELL’ANTICA

PROVINCIA E DIOCESI DI COMO

PERIODICO ANNUALE DI ANTICHITA E D’ARTEDELLA SOCIETA ARCHEOLOGICA COMENSE

VOLUME N. 197 - ANNO 2015

ESTRATTO

NEW PRESSCOMO 2016

INDICE

Atti del Convegno ‘‘Luoghi, Funzioni, Trasformazioni tra Tardoantico e Primo Medioevo

nel territorio dell’Antica Diocesi e Provincia di Como’’, Como 24-25 ottobre 2014

Il mosaico di via Perti a Como

ROBERTA FLAMINIO p. 5

Le sepolture altomedievali nell’area delle terme di Como

STEFANIA JORIO » 26

Ceti sociali a Como nella produzione epigrafica di V e VI secolo

MARCO SANNAZARO » 34

Diluvi ed esondazioni a Como in eta romana

FULVIA BUTTI RONCHETTI » 45

I maestri Commacini/Comacini fra V e VI secolo: problemi e certezze

ANDREA SPIRITI » 58

Recenti indagini in edifici di culto e presidi militari d’area varesina tra V e VIII secolo

BARBARA GRASSI - ROBERTO MELLA PARIANI » 64

Tracce di tarda antichita ad Arsago Seprio

GRAZIA FACCHINETTI » 75

La necropoli ‘‘longobarda’’ di Arsago Seprio: le strutture funerarie

PAOLA MARINA DE MARCHI » 84

Lo scavo della cisterna altomedievale di Laino

ISABELLA NOBILE DE AGOSTINI » 98

Romani, Ostrogoti e Bizantini a Laino e le loro monete

ERMANNO A. ARSLAN » 102

Modelli insediativi e infrastrutture viarie in Valtellina e Valchiavenna

tra tardoantico e Medioevo (VI-XII secolo)

PAOLO DE VINGO » 110

I cimiteri altomedievali a sud delle Alpi Svizzere: topografia funeraria e organizzazione.

I primi dati antropologici

AIXA ANDREETTA » 118

Scultura medievale per l’arredo liturgico a Como. Note a margine del catalogo

MARIA LETIZIA CASATI » 128

Altri contributi

Bulgarograsso e l’Abbazia cistercense dell’Acquafredda di Lenno:

le tracce materiali della Grancia

MARCO BIRAGHI » 134

Nuovi studi riguardo gli elementi difensivi nel territorio brianteo fra X e XIII secolo

ANDREA MARIANI » 161

Recensioni

Scultura medievale per l’arredo liturgico a Como,

a cura di MARIA LETIZIA CASATI (Alberto Rovi) » 183

Verbale dell’Assemblea Generale della Societa Archeologica Comense del 2015 » 185

Indice4

TRACCE DI TARDA ANTICHITA AD ARSAGO SEPRIO

Grazia Facchinetti

La presente ricerca nasce dal lavoro di revisio-ne e riordino dei dati d’archivio per la redazionedella nuova carta archeologica della provincia diVarese. Il lavoro, iniziato nel 2012 e ancora lonta-no dall’essere concluso per la grande quantita diinformazioni da sistematizzare, confluira nel siste-ma RAPTOR (Ricerca Archivi e Pratiche per laTutela Operativa Regionale) che costituira nel fu-turo lo strumento principale per la gestione delleattivita di tutela e ricerca della Soprintendenza Ar-cheologia della Lombardia grazie a una organizza-zione delle informazioni e della documentazioned’archivio su base territoriale attraverso strumentiGIS 1. Come ovvio, la possibilita di gestire una car-tografia tematizzata permettera, fra l’altro, di me-glio evidenziare l’evoluzione delle modalita inse-diative a livello sia di singoli centri sia di territoripiu estesi.

La realizzazione della carta archeologica di Ar-sago Seprio, per la quale e stato fondamentale il la-voro gia svolto da Valeria Mariotti e Angela Gu-glielmetti 2, e stata l’occasione per riprendere l’esa-me delle sparse testimonianze di epoca tardo-antica.

Come denuncia il titolo del presente contribu-to, il periodo tardoantico non e finora ampiamentedocumentato negli scavi archeologici di Arsagononostante il fatto che evidenze sia anteriori cheposteriori portino a ritenere che il centro abbiaavuto continuita di vita anche in questa fase stori-ca. Risulta, pertanto, opportuno inserire questetracce in un quadro piu ampio, prendendo in con-

siderazione quanto noto sullo sviluppo diacronicodell’abitato al fine di evidenziare elementi in gradodi suggerire ipotesi interpretative del poco fin quidocumentato.

Come noto, i numerosi rinvenimenti effettuatiad Arsago Seprio suggeriscono che il centro abbiarivestito un ruolo di rilievo nell’organizzazione delterritorio dell’alta pianura.

Complesso e identificare il momento di nascitadell’abitato. Sporadici reperti databili all’eta delBronzo 3 (fig. 1) sono stati rinvenuti soprattuttonella zona nord-occidentale di Arsago ma semprein contesti rimaneggiati che non consentono di ri-costruire l’eventuale presenza di un nucleo insedia-tivo stabile o le forme di una frequentazione occa-sionale e temporanea. Piu consistenti appaiono letracce riferibili alla seconda eta del Ferro 4

(fig. 1), anche se le dimensioni, l’organizzazione el’ubicazione dell’eventuale abitato sfuggono allanostra conoscenza. In via di ipotesi, si potrebbepensare che la posizione del villaggio corrispondes-se a quella di eta romana dato che nella necropolidi via Roma, in localita S. Ambrogio, sono staterinvenute sepolture databili fra IV/III 5 e II/I seco-lo a.C. 6, mentre in via Beltrami e stato portato inluce un possibile deposito sacro di III-II secoloa.C., con offerte costituite da armi 7. I due rinveni-menti sono stati effettuati, quindi, ai due estremidell’area che si ritiene occupata dall’abitato roma-no. Interessante, in tale ottica, risulta il rinveni-mento sporadico di frammenti ceramici di tradi-zione La Tene nel settore nord-occidentale di Ar-

RAC 197 (2015), pp. 75-83

1 FRASSINE, NAPONIELLO 2012; FRASSINE, NAPONIELLO 2013.2 MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009.3 MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, nn. 31 (Via Raffaello Sanzio, a est), 48 (loc. Piscina Rossana, via Roma, a ovest),

49 (Via Roma, a ovest), 51 (Via S. Ambrogio, a ovest), 63 (Via Cattaneo); ATS Lombardia (Via Marconi).4 MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, nn. 1.8 (Via Roma); 2.3 (via Beltrami, angolo via Genova); 10, 11 e 12 (Via Gar-

zonio); 16 (Via S. Michele); 29 (Via Monte Rosa); 47 (Via Roma). ATS Lombardia (Via Garzonio, Via Marconi, ViaMartignoni).

5 DE MARINIS 2009, pp. 524-526.6 RAPI 2009b.7 RAPI 2009a. L’identificazione di questo contesto come ‘‘limite’’ dell’abitato si basa sull’ipotesi, da verificare, che

l’eventuale luogo di culto fosse posto in posizione periferica o esterna all’abitato, come, ad esempio, nei casi megliodocumentati ma differenti cronologicamente e culturalmente, di centri quali Este (Este preromana) e Altino (Altnoi;GAMBACURTA 2011; CAPUIS 2011).

sago 8, interessato da analoghi rinvenimenti dell’e-

ta del Bronzo (fig. 1).

Quale che fosse il ruolo ricoperto da Arsago

nell’organizzazione del territorio prima della ro-

manizzazione, e da questo periodo che sembra cre-

scere la sua importanza. Alcuni indicatori archeo-

logici, fra cui, ad esempio, il numero di stele e iscri-

zioni funerarie 9 e la presenza di epigrafi con

dediche sacre 10, sempre rinvenute in contesti di

reimpiego, suggeriscono che il centro fosse florido

e possa aver assunto la funzione di punto di riferi-

mento per il territorio circostante. Se l’attestazione

epigrafica del culto delle Giunoni 11, verosimile no-

me locale delle Matres/Matronae, rimanda a culti

di sostrato, le dediche a Ercole 12 e Silvano 13 sem-

brano da riferire a un contesto socio-economico

in cui un ruolo importante avevano le attivita lega-

te alla pastorizia. Queste dovevano essere verosi-

milmente in grado di generare un surplus destinato

a essere esportato in altri mercati come sembra

suggerire una dedica a Mercurio 14, dio dei com-

merci.

La grande quantita di dati provenienti da scavi

non effettuati in modo stratigrafico o da rinveni-

G. Facchinetti, Tracce di tarda antichita ad Arsago Seprio76

Fig. 1 - Arsago Seprio. Carta archeologica dei rinvenimenti dell’eta del Bronzo (&) e del Ferro (^)

8 MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, nn. 10, 11 e 12 (Via Garzonio); 16 (Via S. Michele); 29 (Via Monte Rosa). ATSLombardia (Via Garzonio, Via Marconi, Via Martignoni).

9 CIL V, 5541 = SARTORI 2009a, p. 36 = SARTORI 2009b, p. 568; CIL V, 5532 = SARTORI 2009a, p. 48 = SARTORI

2009b, p. 571; SARTORI 2009a, p. 21 = SARTORI 2009b, pp. 567-568; SARTORI 2009a, p. 22; SARTORI 2009a, p. 23 = SARTO-

RI 2009b, p. 568; SARTORI 2009a, p. 29; SARTORI 2009a, p. 38; SARTORI 2009a, p. 39; SARTORI 2009a, p. 42; CIL V,5542 = SARTORI 2009a, p. 37 = SARTORI 2009b, p. 572; CIL V, 5539 = SARTORI 2009a, p. 34; SARTORI 2009a,p. 35 = SARTORI 2009b, pp. 568-569.

10 Sono note 11 iscrizioni sacre, fra le quali quattro riportano una dedica a Giove (CIL V, 5536 = SARTORI 2009a,p. 31 = SARTORI 2009b, p. 569; CIL V, 5537 = SARTORI 2009a, p. 32; Pais 843 = SARTORI 2009a, p. 46 = SARTORI

2009b, p. 570, nt. 19; SARTORI 2009a, p. 43). Per due iscrizioni, mutile, non e noto il nome della divinita cui erano statededicate: SARTORI 2009a, p. 41; SARTORI 2009a, p. 44.

11 CIL V, 5535 = SARTORI 2009a, p. 33 = SARTORI 2009b, p. 570.12 CIL V, 5533 = SARTORI 2009a, p. 45 = SARTORI 2009b, p. 570-571; CIL V, 5534 = SARTORI 2009a, p. 47 = SAR-

TORI 2009b, p. 571.13 CIL V, 5538 = SARTORI 2009a, p. 28.14 SARTORI 2009a, p. 26.

menti occasionali durante interventi edilizi che nonhanno consentito di effettuare indagini in estensio-ne, rende, pero, arduo allo stato attuale delinearelo sviluppo del vicus romano. Come anticipato, l’e-stensione dell’abitato e ipotizzabile in base alla po-sizione delle consistenti aree di necropoli indagatelungo l’asse di via Roma a Sud e nell’area di viaBeltrami a Nord, che ne sembrano costituire i limi-ti meridionale e settentrionale (fig. 2). E ignota, al-lo stato attuale delle ricerche, l’estensione versoEst e Ovest. Unico indizio in tale ultima direzionee il rinvenimento, nel 2011, del fondo di una sepol-tura ad incinerazione della prima eta imperiale incorrispondenza del Battistero di S. Giovanni 15, an-nesso alla basilica di S. Vittore.

Finora non e stato possibile indagare alcuncontesto abitativo di eta romana, come pure di

eta tardoantica, anche se alcune evidenze sono sta-te ascritte a questo periodo 16. Si tratta per lo piu diframmenti ceramici recuperati nel corso di lavoriedilizi anche se non mancano situazioni meglio ri-conoscibili, soprattutto in riferimento alle aree fu-nerarie 17 (fig. 3).

Il riesame dei corredi della necropoli di Via Bel-trami, avviato in occasione della recente revisionedegli inventari del materiale depositato presso ilCivico Museo di Arsago Seprio a cura della dotto-ressa Manuela Mentasti, ha suggerito di abbassareil momento di abbandono dell’area sepolcrale frala fine del IV e gli inizi del V secolo. Questa ampianecropoli, indagata fra il 1975 e il 1978, compren-deva 283 sepolture, le piu antiche delle quali sonodatabili al I secolo d.C. 18. Appare interessante,nell’ottica della ricostruzione diacronica dell’inse-

RAC 197 (2015) 77

Fig. 2 - Arsago Seprio. Carta archeologica dei rinvenimenti sepolcrali di eta romana

15 ATS Lombardia; SELMI 2010-2011, p. 294.16 MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, nn. 2 (Via Beltrami, angolo Via Genova: cfr. anche FERRARESI, RONCHI, TASSINARI

1987; MASSA 2009), 27-28 (Via Monte Rosa); 3.1, 3.3 (Via Martignoni, angolo via San Vittore); 4.2 (Via Vanoni/ViaLeonardo da Vinci); 6 (Via D’Annunzio); 23 (Via Manzoni); 64 (Via Concordia); 60 (Via XX settembre: datazione in-certa tra eta tardoantica e altomedievale).

17 A causa delle modalita di rinvenimento e dell’incompletezza dei dati, e incerto, anche se possibile, il riconosci-mento come pertinenti a una sepoltura dei frammenti di ceramica, di due perle di collana in pasta vitrea e di un brac-ciale in bronzo recuperati nel corso di scavi per la posa di tubature in Via Monte Rosa: MARIOTTI GUGLIELMETTI 2009,n. 27.

18 MASSA 2009, con bibliografia precedente.

diamento, osservare come la necropoli indagata apiu riprese in localita S. Ambrogio, pur presentan-do sepolture a partire dalla fine del IV secolo a.C.,sembri, per quanto attualmente noto, non esserepiu interessata da deposizioni dalla fine del I seco-lo a.C. 19, grossomodo in corrispondenza dell’avviodell’utilizzo a scopi funerari dell’area di Via Beltra-mi. Per quanto oggi noto, la zona a sud del presu-mibile abitato non sembra piu essere stata utilizza-ta per sepolture fino a epoca tardoantica 20.

In via Leonardo da Vinci, infatti, in occasionedella realizzazione di box interrati, sono state por-tate in luce due tombe a inumazione con orienta-mento Est-Ovest, entrambe violate in antico 21.La prima aveva cassa realizzata con pietre e qual-che laterizio disposto di piatto, l’altra era, invece,composta da laterizi disposti alla cappuccina. Ilfondo era in grossi mattoni sesquipedali mentrela copertura era realizzata con tegole ed embrici.I lati corti erano chiusi da tegoloni disposti a col-

tello, di cui quello a Ovest mancante. Erano evi-denti tracce di una violazione in antico come pureil fatto che la sepoltura era stata accuratamente ri-chiusa con pietre e tracce di malta. Su un lateriziodel fondo era conservato un unico elemento di cor-redo, una fibbia in ferro, ovale, di tradizione roma-na (fig. 4) che trova numerosi confronti in sepoltu-re fra IV e V secolo. Ad esempio, ricordo la fibbiadella tomba 38, una inumazione maschile, della ne-cropoli indagata nell’area del monastero di S. Ma-ria Assunta a Cairate 22. Per quanto questo tipo difibbie sia stato a piu riprese riconosciuto come ap-partenente al novero dei militaria, nel caso di Arsa-go, in assenza di resti scheletrici e di altri elementidi corredo, risulta oltremodo arduo interpretare lapresenza di questo oggetto. E, infatti, quasi inutilericordare come in epoca tardoantica oggetti naticome elementi della divisa militare siano statiadottati nell’abbigliamento sia maschile che fem-minile, spesso anche come simbolo di status, tanto

G. Facchinetti, Tracce di tarda antichita ad Arsago Seprio78

Fig. 3 - Arsago Seprio. Carta archeologica dei rinvenimenti di eta tardoantica

19 SELMI 2009, con bibliografia precedente.20 Forse pertinente a un nucleo minore di abitato (una villa rustica?) e la necropoli di Campo dei Sassi, posta al

confine fra Casorate Sempione e Arsago Seprio, frequentata fra I e II secolo d.C. e alla quale sono tradizionalmente,ma senza alcuna certezza, attribuite alcune forme vascolari di IV-V d.C.: MENTASTI 2014.

21 MARIOTTI 1987, pp. 151-152; DE MARCHI, MARIOTTI, MIAZZO 2004, pp. 114 e 118; MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009,n. 4.2.

22 AIROLDI, BALDI 2014, pp. 320-322.

da rendere spesso complesso separare le sepolturedei civili da quelle dei militari sulla sola base deglielementi di corredo 23. Nel caso di Cairate, pero, lapresenza di fibbie in associazione ad altri manufat-ti riferibili al costume militare o in sepolture sicu-ramente maschili rende verosimile ipotizzare unaattivita professionale legata all’esercizio delle armie, dunque, la presenza di un nucleo di soldati o diarmati presso la grande villa tardoantica su cuisorgera, probabilmente in eta longobarda, il mo-nastero 24. Appare particolarmente interessante inquesto caso, osservare come la villa prima e il mo-nastero poi siano posti in un punto strategico dicontrollo della valle dell’Olona e della strada che,a Sud di Castelseprio e del suo sistema di sbarra-mento, collegava i territori di Como e di Novara 25.

Leggermente differente appare la situazione diArsago, meno esposta ai rischi di attacchi daNord, perche piu lontana dal sistema di difesache nella porzione centrale del territorio fra Ticinoe Olona sembra attestarsi su una linea piu setten-trionale, sopra il lago di Varese 26, e non attraver-sata dalle arterie stradali che caratterizzano la re-

gione, pur se una di esse, la Mediolanum-Verban-nus, appare ben collegata con il centro abitato 27.

La prossimita fra le due sepolture di Via Leo-nardo da Vinci e la necropoli longobarda di ViaVanoni 28 potrebbe non essere casuale e indiziarela presenza nelle vicinanze di un punto di attrazio-ne, forse una cappella oppure un piccolo nucleo in-sediativo o una struttura 29 di particolare impor-tanza a livello locale. A tal proposito e opportunoricordare come a non grande distanza corra lastrada glareata, grossomodo ricalcata dalla odier-na Via Roma, che collegava Arsago alla Mediola-num-Verbannus e di cui sono state rinvenute traccedurante la posa di sottoservizi 30. L’area appare,quindi, strategica per il controllo dell’accesso dasud all’abitato, legittimando forse la sua sceltaper la collocazione di nuclei di armati di cui latomba 2 di Via Leonardo da Vinci potrebbe essereuna testimonianza, mentre piu probabile sembral’insediamento di un gruppo longobardo 31.

Nonostante non sia possibile, per ora, identifi-care con certezza il motivo della scelta di quest’a-rea per un nucleo funerario tardoantico e per la ne-cropoli longobarda, non si puo fare a meno di rile-vare come la mancanza di tracce di sepolture piuantiche potrebbe indiziare un mutamento nell’as-setto dell’abitato di Arsago Seprio. A puro livellodi ipotesi di lavoro e sulla base di analogie con si-tuazioni meglio note in altri centri, si potrebbepensare a una riduzione delle sue dimensioni o aun mutamento della sua struttura con l’inserimen-to di sepolture fra le case 32 o in aree abbandonateoppure con una ridefinizione della destinazionedelle differenti porzioni di territorio a seguito dellacreazione di nuovi punti di attrazione.

Uno di questi potrebbe essere S. Vittore, di-stante poco piu di 400 m dall’area della necropoliappena esaminata, se l’ipotesi, ancora da verifica-re, che vuole il primo edificio ecclesiastico costrui-to fra il V e il VI secolo, cogliesse nel segno.

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Fig. 4 - Arsago Seprio, Via Leonardo da Vinci.Fibbia in ferro dalla tomba 2

23 Sul c.d. Militarstil : BOHME 1986; SESINO 1990.24 AIROLDI, BALDI 2014, p. 322.25 DE MARCHI 2013, pp. 18-19; FACCHINETTI 2014, p. 157. Sul sistema di difesa organizzato attorno a Castelseprio:

De MARCHI 1994-1999; DE MARCHI 1999. A monte di Castelseprio e stato identificato un tratto del castrum di Castiglio-ne Olona: BINAGHI, MELLA PARIANI 2001-2002a ed e possibile ipotizzare l’esistenza di torri di avvistamento disposte neipunti chiave della valle fluviale, la cui presenza, pur con possibili duplicazioni e abbellimenti, sembra essere ricordatadalla tradizione popolare.

26 DE MARCHI 1994-1999; DE MARCHI 1999.27 MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, p. 544; MENTASTI 2015, p. 67.28 Per tale importante complesso si vedano: DE MARCHI, MARIOTTI, MIAZZO 2004 e DE MARCHI in questo stesso vo-

lume.29 A puro livello di ipotesi e senza alcun elemento di prova sia a livello archeologico che a livello documentario, si

potrebbe pensare a un qualche elemento di difesa lungo l’asse stradale che collegava Arsago Seprio alla Mediolanum-Verbannus e in corrispondenza del limite meridionale dell’abitato.

30 MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, nn. 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43.31 Sulle dinamiche insediative di eta longobarda fra Ticino e Olona: DE MARCHI 1995, in particolare pp. 53-58; DE

MARCHI 1994-1999; DE MARCHI 1999, in particolare pp. 121-122, 124, 127-129, 13132 Osta a questa ipotesi l’assenza finora di tracce di abitato nella zona limitrofa.

Controlli archeologici effettuati in piu riprese

attorno alla basilica romanica hanno evidenziatola presenza di una complessa situazione stratigrafi-

ca che la limitata estensione delle aree di volta involta oggetto di indagine ha permesso di compren-dere solo in parte.

Particolarmente interessanti appaiono le evi-denze emerse in un sondaggio eseguito dietro l’ab-

side maggiore nel 1991 33 (fig. 5). In tale occasione,fu posto in luce un tratto di muratura con anda-

mento curvilineo di cui sono stati documentatidue filari composti da blocchi di granito, ciottoli

e laterizi legati da malta abbastanza tenace 34. Sullato Est era riconoscibile la risega di fondazione

ampia tra i 20 e i 30 cm. All’interno presentavaun tratto superstite di pavimentazione a cocciope-

sto e alcuni lembi di intonaco parietale bianco.La posizione e l’andamento del muro hanno

suggerito di riconoscervi una porzione di abside.L’esiguita dello spazio disponibile e la volonta di

conservare il pavimento a cocciopesto hanno im-pedito la prosecuzione dello scavo all’interno delmuro. All’esterno, invece, sono state indagate

due sepolture da porre in fase con la vita dell’edi-

ficio cui apparteneva l’abside e, solo evidenziata,

una struttura piu antica, forse una tomba copertadalle due precedenti e il cui rapporto con l’abside

non e stato chiarito.L’assenza di materiali datanti nelle unita strati-

grafiche appartenenti alla stessa fase del muro e la

mancata indagine di quelle precedenti non consen-te di disporre di elementi sicuri per l’inquadramen-

to cronologico del piu antico edificio finora indivi-duato sotto S. Vittore.

L’antichita della frequentazione dell’area, sug-gerita dall’incinerazione di prima eta imperiale

gia ricordata, e confermata dal rinvenimento diframmenti ceramici di eta romana, in evidente con-

dizione di residualita, negli strati che obliteranol’abside.

In merito alla funzione e alla datazione dellastruttura, Valeria Mariotti e Angela Guglielmetti

hanno proposto di riconoscervi traccia di una chie-sa anteriore all’edificio romanico che, sulla base di

alcuni frammenti ceramici rinvenuti in giaciturasecondaria in depositi riferiti alla fase romanica enel corso di altri interventi nell’area 35, sarebbe da

assegnare a eta tardoantica, fra V e VI 36.

G. Facchinetti, Tracce di tarda antichita ad Arsago Seprio80

Fig. 5 - Arsago Seprio, San Vittore. Abside precedente la costruzione della basilica romanica

33 Saggio A: ATS Lombardia; MARIOTTI 1991; MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2002, pp. 102-107; MARIOTTI, GUGLIELMETTI

2009, n. 3.1.34 Il muro era coperto da un acciottolato coevo alla basilica romanica ed era parzialmente asportato da murature

tardo medievali ipoteticamente riferite a una piccola sacrestia (ATS Lombardia).35 In particolare viene citato il saggio B, posto lungo il perimetrale Sud e non collegato con il saggio A: MARIOTTI,

GUGLIELMETTI 2002, p. 106.36 MARIOTTI 1991; MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2002, pp. 102-107; MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, n. 3.1.

A favore della proposta potrebbe essere la dedi-ca a S. Vittore, se corrispondente a quella origina-le. E da ricordare, infatti, che la sua prima attesta-zione risale solo al 1050, quando un contratto divendita menziona un Iohannes presbiter de ordineeclesie et plebe sancti Victoris sita loco Arziaco 37.In alternativa si potrebbe pensare a un edificio ci-vile, sopra o all’interno del quale potrebbe esserestata ricavata un’aula di culto, come suggerisce lapresenza di sepolture. Vani absidati, come noto,non sono infrequenti negli edifici tardoantichi.Per rimanere nell’area varesina, ricordo, ad esem-pio, quello pertinente alla villa di Casale Litta 38,purtroppo solo in minima parte indagata. Ben no-to e, inoltre, il rapporto fra ville ed edifici di cultoche trova confronto, sempre in area varesina, nonsolo nel caso, gia ricordato, di Cairate 39, ma anchea Vergiate, dove l’oratorio di San Gallo si imposta,in un momento purtroppo imprecisabile, sui restidi una villa romana abbandonata nel corso delIV secolo 40.

L’esiguita dei dati e l’assenza di una prova stra-tigrafica sicura per la proposta di datazione avan-zata per il tratto di muro con andamento curvili-neo induce, pero, a prudenza e a considerare anchealtri interventi di scavo nell’area prossima a SanVittore.

Un sondaggio eseguito nel 1994 41 a Sud-Estdell’abside maggiore ha consentito di individuareuna superficie acciottolata, realizzata con ciottolidi medie dimensioni (6�8�10 cm) disposti in mo-do regolare e di cui sembra essere stato individuatoil limite Sud. L’acciottolato, conservato in situ,presenta una decisa inclinazione da Sud a Nordcon differenza fra il punto di alto e quello piu bas-so di circa 50 cm. La sua funzione e incerta, anchese non si puo escludere che possa trattarsi di unavasca o di un canale. Pure incerto e il suo precisoinquadramento cronologico dal momento che glistrati superiori hanno restituito, come nel casodel saggio presso l’abside di S. Vittore, frammenti

ceramici di eta romana, mentre quello sottostante,costituito da un deposito limoso che poggia diret-tamente sullo sterile, non e stato scavato.

Una frequentazione dell’area in eta tardoanticae, invece, provata da quanto rinvenuto nel 1997 aSud del battistero, durante i lavori per la creazionedi un percorso pedonale in corrispondenza di ViaSan Vittore 42. In tale occasione fu posta in luceuna seconda porzione di acciottolato all’interno esotto il quale erano frammenti ceramici databilifra V e VII secolo. In particolare, fra i materiali re-cuperati 43, oltre ad alcuni frammenti di un’anforaafricana, sono da segnalare parti di un’olla con or-lo a fascia del tipo 2A (V-VI secolo d.C.) della clas-sificazione recentemente proposta da Eliana Sedi-ni 44 per i materiali provenienti dagli scavi di Ca-stelseprio e di una seconda olla inquadrabile neltipo 2C (VI-VII d.C.), che presenta tracce di vetri-na sparse sull’orlo.

Per quanto suggestiva possa essere l’ipotesi diuna relazione con l’acciottolato presente piu aEst, non sussistono per ora elementi che inducanoa proporre un collegamento cronologico o funzio-nale fra le due evidenze.

Allo stato attuale della documentazione risultaevidente una frequentazione dell’area in eta tar-doantica/altomedievale, ma la natura di tale fre-quentazione non risulta al momento sufficiente-mente provata. La limitata estensione dei sondaggifin qui realizzati e la difficolta nel correlare fra lorole evidenze emerse e di datarle, non consente, infat-ti, di proporre un’interpretazione complessiva.

L’accertata frequentazione di tutta l’area circo-stante la basilica romanica suggerisce cautela nel-l’utilizzo di materiale in giacitura secondaria perla datazione delle evidenze strutturali sottostantil’attuale edificio di culto e, pertanto, non mi senti-rei di escludere una datazione diversa da quellaproposta da Mariotti e Guglielmetti per il lacertomurario individuato nel saggio A del 1991.

L’indiscutibile interesse dell’area suggerisce

RAC 197 (2015) 81

37 MANARESI, SANTORO 1960, p. 406, doc. 340; MASTORGIO 1990b, p. 185, doc. A. Difficilmente valutabili sono le no-tizie relative al rinvenimento di sepolture e lapidi iscritte durante i lavori effettuati nel XVIII secolo per la realizzazionedell’altare maggiore (cfr. MASTORGIO 1990a, p. 130, nota 6).

38 MARIOTTI 1988-1989; FACCHINETTI 2014, pp. 161-163.39 Un monastero nei secoli.40 FACCHINETTI 2014, pp. 160-161 con bibliografia precedente. Sulle indagini archeologiche all’interno dell’oratorio

di San Gallo: JORIO 1984.41 ATS Lombardia; MARIOTTI 1994; MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, n. 3.3.42 ATS Lombardia; MARIOTTI, GUGLIELMETTI 2009, n. 3.7.43 Lo scavo non fu condotto con metodo stratigrafico e l’indagine si limito alla registrazione della presenza dell’ac-

ciottolato. Nella relazione sul rinvenimento della dott.ssa L. Alpago Novello, gia direttrice del Civico Museo Archeo-logico di Arsago Seprio e ispettore onorario, si afferma che furono conservati solo i frammenti ceramici giudicati piusignificativi. Tale selezione impone alcune cautele nell’interpretazione, dal momento che potrebbero essere stati scartatiframmenti che, alla luce del progresso degli studio, avrebbero potuto fornire ulteriori informazioni e precisazioni sulperiodo di uso dell’acciottolato.

44 SEDINI 2013, pp. 446-449.

l’opportunita della ripresa delle indagini archeolo-giche non solo attorno a San Vittore ma anche alsuo interno, dove notizie riferite da Campana,Bombognini e dal prevosto Gatti ricordano il rin-venimento, attorno al 1780, in occasione della co-struzione delle fondamenta dell’altare maggiore, diepigrafi e altre strutture che furono poi ricoperte 45.

In conclusione, le sparse e sfuggenti tracce del-l’insediamento tardoantico di Arsago Seprio sug-geriscono molte domande ma offrono poche rispo-ste. Sara compito delle future indagini archeologi-che gettare nuova luce sul poco fin qui noto che,pur nella sua limitatezza, offre notevoli spunti diinteresse, come ho cercato di mostrare.

G. Facchinetti, Tracce di tarda antichita ad Arsago Seprio82

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45 Cfr. MASTORGIO 1990a, p. 130, nt. 6.

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RIASSUNTO

Le tracce di eta tardo antica di Arsago Seprio, esaminate in rapporto con i dati sull’abitato di eta romana, sugge-riscono un possibile mutamento della struttura dell’insediamento. Uno dei nuovi punti focali potrebbe essere identifi-cato con l’area di S. Vittore anche se allo stato attuale delle ricerche non sembra possibile affermare che l’edificio diculto abbia avuto origine fra V e VI secolo d.C.

SUMMARY

The traces of the late antique period at Arsago Seprio, studied in relation with the data referring to the romaninhabited area, suggest a possible change in the structure of the place. One of the new focal points could be identifiedwith S. Vittore’s area although present researches cannot state that the cult building originated between the 5th and the6th century AD.

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