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A n n o X X I - N ° 2 9 0 1 0 F e b b r a i o 2 0 1 6 Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale Il 16 febbraio il Comitato per la mobilitazione generale del territorio farà sentire la sua voce nel capoluogo regionale Il Sulcis marcia su Cagliari L’iniziativa del Comitato, capeggiata dalla Cisl, non ha il sostegno delle altre due organizzazioni sindacali confederali, Cgil e Uil. !$$ $! "" !$" $ "$"!$ $!! "$ $"" $!!$ $!$$ !"$" Via Roma P.zza Matteotti CARBONIA ALL’INTERNO del Sulcis Iglesiente del Sulcis Iglesiente AUTOFFICINA AUTOFFICINA CARBONIA CARBONIA di Diana Donatello INSTALLAZIONE IMPIANTI GPL A PARTIRE DA € 800 Loc. Sirai - Carbonia - Tel. 0781 1986387 Cell. 329 4338541 - mail: [email protected] + chilometri - salati I l Sulcis Iglesiente è ancora una volta protagonista delle battaglie per il lavoro. Piegato da una crisi socio- economica senza precedenti negli ultimi 30 anni, diretta conseguenza del tramonto della monocoltura industria- le, lotta su più fronti per cercare di non morire e per gettare le basi di un rilancio che, al momento, appare indubbiamen- te lontano e tutto da costruire. Da una parte le vertenze per il riav- vio di Eurallumina, il passaggio di pro- prietà dello stabilimento ex Alcoa e per il rilancio dell’ex Ila, oggi Port.Al.; dal- l’altra il Piano Sulcis, strumento “strap- pato” a fine 2012 al Governo Monti, al termine di una drammatica giornata al- la Grande Miniera di Serbariu, con una dote potenziale di 620 milioni di euro, che stenta a decollare, dopo il lancio del- la “fiscalità di vantaggio” che ha dato un po’ di respiro ad alcune migliaia di micro e piccole imprese del territorio. Proprio dai ritardi accumulati nel percorso autorizzativo ed attuativo del Piano Sulcis (del quale a pagina 3 ripor- tiamo lo stato di avanzamento aggior- nato al 31 dicembre 2015, presentato dal coordinatore Tore Cherchi), ha tratto spunto l’iniziativa del neonato Comitato per la mobilitazione generale popolare del territorio, partita il 1° febbraio, al qua- le hanno aderito Cisl, Cisal, Fismic, Con- sal, Movimento Partite Iva Sulcis Igle- siente, artigiani, commercianti, agricol- tori, pastori, pescatori, Movimento Sar- degna Zona Franca, Movimento degli studenti, Movimento dei disoccupati, ed altri movimenti, gruppi e comitati di diversi settori. Il Comitato ha trasmesso una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Ren- zi; al presidente della Regione Sarde- gna, Francesco Pigliaru, e al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, «per solle- citare un tavolo di confronto tra Go- verno, Regione e forze sociali promo- trici della mobilitazione, per portare a soluzione la drammatica situazione eco- nomica e di degrado sociale vissuta nel Sulcis Iglesiente». Il Comitato ha fin qui messo in atto numerose iniziative, dai blocchi strada- li sulle SS 130 e 195 e sulla SP 2, alla manifestazione in Piazza Roma, a Car- bonia e all’occupazione simbolica di qua- si tutti i municipi dei comuni del Sulcis Iglesiente, conclusi dopo la sottoscri- zione di documenti congiunti con le Amministrazioni locali. Per recuperare il tempo perduto nel- l’attuazione e sbloccare la situazione di stallo del Piano Sulcis, il Comitato chie- de la nomina di un commissario straor- dinario e l’adozione di un decreto spe- ciale. Il governatore Francesco Pigliaru, su invito dei sindaci di Carbonia e Igle- sias, Giuseppe Casti ed Emilio Gariaz- zo, ha convocato un tavolo di confron- to per il 12 febbraio, per discutere delle problematiche relative alle vertenze an- cora aperte, al quale ha invitato i sindaci e le organizzazioni sindacali del territo- rio ma non i rappresentanti del Comita- to che hanno reagito con prese di posi- zione molto dure. Il segretario della Cisl, Fabio Enne, invitato come rappresen- tante dell’organizzazione sindacale, ha chiesto al presidente Pigliaru che la convocazione sia estesa ad una delega- zione di ulteriori dieci persone, rappre- sentanti dei movimenti e comitati orga- nizzatori, annunciando che, diversamen- te, la Cisl non parteciperà alla riunione. La storia del Sulcis Iglesiente è ricca di fasi che hanno visto la comunità unita nella rivendicazione del diritto al lavo- ro ma rispetto al passato più o meno re- cente, nell’iniziativa in corso che il 16 febbraio sfocerà nella marcia su Ca- gliari, c’è una novità sostanziale: il fron- te sindacale è diviso, profondamente di- viso, in quanto le segreterie generali di Cgil e Uil non hanno aderito e la prima è molto critica sia verso le strategie di lotta intraprese dal Comitato sia verso la Cisl, compagna di viaggio in mille bat- taglie. Per il segretario della Cgil Rober- to Puddu, per una mobilitazione gene- rale vi deve essere una vasta e compiu- ta alleanza, con il massimo coinvolgi- mento, che non si può ridurre ad un paio di “assemblee popolari” e che non può paradossalmente comprendere parti op- poste, che «sono e rimangono respon- sabili di disastri di cui pagano le conse- guenze i lavoratori ed il territorio». G i a m p a o l o C i r r o n i s [email protected] www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com La riforma sanitaria divide le forze politiche Pagina 2 Gli iglesienti hanno realizzato il miracolo di Natale Pagina 8 Tore Cherchi: «Ora il Piano Sulcis procede» Pagina 3 Monteponi e Carbonia sono in corsa per i play-off Pagina 11 Addio a Giacomo Tachis, “padre” del Terre Brune Pagina 4 Il pubblico protagonista di “Forbici e Follia” Pagina 10 V i a N a z i o n a l e - Z o n a P I P 0 9 0 1 3 C A R B O N I A - T e l . 0 7 8 1 6 4 3 2 4 V i a R o m a , 5 1 0 9 0 1 3 C A R B O N I A - T e l . 0 7 8 1 6 4 9 4 3 V i a B a c c o , 1 4 0 9 0 3 0 E L M A S - C A G L I A R I T e l . 0 7 0 2 4 2 1 8 4 V i a P a r i g i z o n a n o r d 0 9 1 7 0 O R I S T A N O T e l . 0 7 8 3 3 7 6 6 w w w . l a i a u t o m o b i l i . c o m C O N C E S S I O N A R I A E S E R V I C E La manifestazione svoltasi il 2 febbraio in Piazza Roma, a Carbonia, con l’intervento del sindaco Giuseppe Casti IL NUMERO 290 1-12.qxp_IL NUMERO 181 2/11 10/02/16 12:50 Pagina 2

+ chilometri Via Roma del Sulcis Iglesiente · CARBONIA di Diana Donatello ... percorso autorizzativo ed attuativo del Piano Sulcis (del quale a pagina 3 ripor- ... lino di Muravera

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Anno XXI - N° 290 10 Febbraio 2016Qu ind i c i na l e d i I n f o rmaz i one Po l i t i c a , Econom i ca e Soc i a l e

Il 16 febbraio il Comitato per la mobilitazione generale del territorio farà sentire la sua voce nel capoluogo regionale

Il Sulcis marcia su CagliariL’iniziativa del Comitato, capeggiata dalla Cisl, non ha il sostegno delle altre due organizzazioni sindacali confederali, Cgil e Uil.

Via RomaP.zza MatteottiCARBONIA

ALL’INTERNO

del Sulcis Iglesientedel Sulcis Iglesiente

AUTOFFICINAAUTOFFICINA

CARBONIACARBONIAdi Diana Donatello

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loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387Cell. 329 4338541 - mail: [email protected]

+ chilometri- salati

Il Sulcis Iglesiente è ancora una voltaprotagonista delle battaglie per illavoro. Piegato da una crisi socio-economica senza precedenti negli

ultimi 30 anni, diretta conseguenza deltramonto della monocoltura industria-le, lotta su più fronti per cercare di nonmorire e per gettare le basi di un rilancioche, al momento, appare indubbiamen-te lontano e tutto da costruire.Da una parte le vertenze per il riav-

vio di Eurallumina, il passaggio di pro-prietà dello stabilimento ex Alcoa e peril rilancio dell’ex Ila, oggi Port.Al.; dal-l’altra il Piano Sulcis, strumento “strap-pato” a fine 2012 al Governo Monti, altermine di una drammatica giornata al-la Grande Miniera di Serbariu, con unadote potenziale di 620 milioni di euro,che stenta a decollare, dopo il lancio del-la “fiscalità di vantaggio” che ha datoun po’ di respiro ad alcune migliaia dimicro e piccole imprese del territorio.Proprio dai ritardi accumulati nel

percorso autorizzativo ed attuativo delPiano Sulcis (del quale a pagina 3 ripor-tiamo lo stato di avanzamento aggior-nato al 31 dicembre 2015, presentato dalcoordinatore Tore Cherchi), ha trattospunto l’iniziativa del neonato Comitatoper la mobilitazione generale popolaredel territorio, partita il 1° febbraio, al qua-le hanno aderito Cisl, Cisal, Fismic, Con-sal, Movimento Partite Iva Sulcis Igle-siente, artigiani, commercianti, agricol-tori, pastori, pescatori, Movimento Sar-degna Zona Franca, Movimento deglistudenti, Movimento dei disoccupati,ed altri movimenti, gruppi e comitati didiversi settori.Il Comitato ha trasmesso una lettera

al presidente del Consiglio, Matteo Ren-zi; al presidente della Regione Sarde-gna, Francesco Pigliaru, e al prefetto diCagliari, Giuliana Perrotta, «per solle-citare un tavolo di confronto tra Go-verno, Regione e forze sociali promo-trici della mobilitazione, per portare asoluzione la drammatica situazione eco-nomica e di degrado sociale vissuta nelSulcis Iglesiente».Il Comitato ha fin qui messo in atto

numerose iniziative, dai blocchi strada-li sulle SS 130 e 195 e sulla SP 2, allamanifestazione in Piazza Roma, a Car-

bonia e all’occupazione simbolica di qua-si tutti i municipi dei comuni del SulcisIglesiente, conclusi dopo la sottoscri-zione di documenti congiunti con leAmministrazioni locali.Per recuperare il tempo perduto nel-

l’attuazione e sbloccare la situazione distallo del Piano Sulcis, il Comitato chie-de la nomina di un commissario straor-dinario e l’adozione di un decreto spe-ciale. Il governatore Francesco Pigliaru,su invito dei sindaci di Carbonia e Igle-sias, Giuseppe Casti ed Emilio Gariaz-zo, ha convocato un tavolo di confron-to per il 12 febbraio, per discutere delleproblematiche relative alle vertenze an-cora aperte, al quale ha invitato i sindacie le organizzazioni sindacali del territo-rio ma non i rappresentanti del Comita-to che hanno reagito con prese di posi-zione molto dure. Il segretario della Cisl,Fabio Enne, invitato come rappresen-tante dell’organizzazione sindacale, hachiesto al presidente Pigliaru che laconvocazione sia estesa ad una delega-zione di ulteriori dieci persone, rappre-sentanti dei movimenti e comitati orga-nizzatori, annunciando che, diversamen-te, la Cisl non parteciperà alla riunione. La storia del Sulcis Iglesiente è ricca

di fasi che hanno visto la comunità unitanella rivendicazione del diritto al lavo-ro ma rispetto al passato più o meno re-cente, nell’iniziativa in corso che il 16febbraio sfocerà nella marcia su Ca-gliari, c’è una novità sostanziale: il fron-te sindacale è diviso, profondamente di-viso, in quanto le segreterie generali diCgil e Uil non hanno aderito e la primaè molto critica sia verso le strategie dilotta intraprese dal Comitato sia verso laCisl, compagna di viaggio in mille bat-taglie. Per il segretario della Cgil Rober-to Puddu, per una mobilitazione gene-rale vi deve essere una vasta e compiu-ta alleanza, con il massimo coinvolgi-mento, che non si può ridurre ad un paiodi “assemblee popolari” e che non puòparadossalmente comprendere parti op-poste, che «sono e rimangono respon-sabili di disastri di cui pagano le conse-guenze i lavoratori ed il territorio».

Giampaolo [email protected]

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La riforma sanitaria divide le forze politiche

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Gli iglesienti hanno realizzato il miracolo di Natale

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Tore Cherchi: «Ora il Piano Sulcis procede»

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Monteponi e Carbonia sono in corsa per i play-off

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Addio a Giacomo Tachis, “padre” del Terre Brune

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Il pubblico protagonista di “Forbici e Follia”

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La manifestazione svoltasi il 2 febbraio in Piazza Roma, a Carbonia, con l’intervento del sindaco Giuseppe Casti

IL NUMERO 290 1-12.qxp_IL NUMERO 181 2/11 10/02/16 12:50 Pagina 2

2 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

La Giunta regionale ha appro-vato definitivamente la rior-ganizzazione della rete ospe-daliera della Sardegna, che

ora passa al vaglio del Consiglio regio-nale in un clima di forte contrapposi-zione anche all’interno della stessamaggioranza di centrosinistra. La ri-forma è parte fondamentale del Pia-no Sanitario regionale, inserita tra leazioni del Piano di rientro ed è unodei tre tasselli cardine della riqualifi-cazione del sistema sanitario regio-nale - insieme alla nuova rete dellecure territoriali (quindi la riorganiz-zazione dei servizi di cura assistenzasocio-sanitaria sul territorio) e all’A-reus, l’azienda regionale dell’emer-genza/urgenza - voluta dalla GiuntaPigliaru e che dovrebbe consentire unrisparmio di 134 milioni in tre annied il trasferimento di 250 milioni daparte dello Stato per l’edilizia ospe-daliera.«Dopo l’approvazione dello scor-

so luglio - spiega l’assessore della Sa-nità, Luigi Arru - è stata promossa unalarga consultazione sul territorio re-gionale. Ho fatto oltre quaranta in-contri con sindaci, operatori e citta-dini, spiegando quali miglioramentiporterà la nuova rete ospedaliera. Lariorganizzazione attribuisce un ruolopreciso ad ogni presidio ospedalieroper dare servizi di qualità e sicurezzauniforme. Questa riforma è stata ri-mandata per troppo tempo, non pos-siamo più permetterci di ignorare in-dicatori nazionali che ci vedono agliultimi posti per appropriatezza deiricoveri e sicurezza. Stiamo riqualifi-cando l’assistenza, senza tagli né chiu-sure.»Nel corso di questi mesi, si è svolto

il confronto con la Conferenza per-manente per la programmazione sa-nitaria, sociale e socio-sanitaria e laConsulta regionale per i servizi socia-li, sociosanitari e sanitari, con le Uni-versità di Cagliari e di Sassari, con irappresentanti degli ordini e collegidelle professioni sanitarie. Parere fa-vorevole è arrivato anche dalla Con-sulta generale di cittadinanza istituitacon la legge 23/2014.Tenuto conto dell’articolazione geo-

grafica regionale e della distribuzionedemografica, la delibera approvata loscorso luglio in via preliminare haprevisto l’individuazione di due prin-cipali poli sanitari, uno per l’area delNord Ovest e l’altro per quella Sud Est,una facente capo al Santissima Annun-ziata di Sassari, l’altra all’Azienda Brot-zu, che comprende San Michele, On-cologico e Microcitemico di Caglia-ri. A entrambe le strutture - definitedi Dea di II livello, perché dotate diservizi importanti di emergenza e ac-cettazione e della cardiochirurgia -sono stati collegati presidi di I livello

e di base, secondo una classificazionestabilita dal ministero della Salute.All’hub di Sassari/Nord Ovest e

Nord Est, afferiscono gli ospedali diI livello di Olbia e Nuoro e quelli dibase di Alghero e Ozieri, di Tempio,di La Maddalena, di Lanusei. C’è poiil San Francesco di Nuoro come ospe-dale di I livello rinforzato, il San Ca-millo di Sorgono come ospedale dizona disagiata.All’hub di Cagliari afferiscono gli

ospedali di I livello Santissima Tri-nità di Cagliari, l’ospedale Sirai diCarbonia, Nostra Signora di Bonariadi San Gavino, il San Martino di Ori-stano e l’ospedale di base Nostra Si-

gnora della Mercede di Lanusei. Cisono poi il Mastino di Bosa, il Delo-gu di Ghilarza, Isili e il San Marcel-lino di Muravera come ospedali dizona disagiata. Il Policlinico di Mon-serrato viene definito presidio di I li-vello.Gli ospedali di II livello hanno un

bacino di utenza da 600mila abitantiin su, quelli di I livello da 150mila abi-tanti in su, quelli di base dagli 80mi-la abitanti in su.Si parte 5.901 attuali, di cui 5.527

per acuti e 374 per post acuti: la rifor-ma tende a riequilibrare il rapporto trale due tipologie e porta i posti letto a5.790, di cui 4.801 per acuti e 989 perle post acuzie a 991.Nel dettaglio, tra pubblico e pri-

vato, la Asl di Sassari passa da 1.307posti letto a 1.097, la Asl di Olbia da356 a 540, la Asl di Nuoro da 442 a485, la Asl di Lanusei da 175 a 182, laAsl di Oristano da 520 a 524, la Asldi Sanluri da 176 a 212, la Asl di Car-bonia da 323 a 297, la Asl di Cagliarida 2.602 a 2.447.Recependo le richieste arrivate dai

territori e relative alla classificazionee individuazione delle strutture ospe-daliere, nel documento approvato invia definitiva si parla di “Presidio uni-co di area omogenea”, “Nodi della rete

ospedaliera”, “Nodo della rete con at-tività integrata di didattica e ricerca”,“Nodi della rete territoriale, base rin-forzato”, “Presidi ospedalieri di com-pletamento privato”.I presidi di zona disagiata potranno

avere un’articolazione organizzativacon funzioni chirurgiche da configu-rarsi in sede di predisposizione del-l’Atto aziendale.Per Alghero-Ozieri verrà monito-

rato in relazione alle esigenze epide-miologiche e demografiche, in vistadi una possibile modifica della clas-sificazione in presidio di I livello, conla contestuale istituzione della riani-mazione.

Vengono individuate due BreastUnit, una nell’azienda Brotzu, la se-conda all’Azienda ospedaliero-uni-versitaria di Sassari.L’ospedale di Lanusei sarà riferi-

mento nella rete delle patologie tem-po-dipendenti, inserito nel Centro Trau-mi di zona e nella Rete ictus.Per quanto riguarda i punti nasci-

ta, si rimanda alle disposizioni nazio-nali relative alle aree montane.Viene individuato un capitolo per

l’assistenza sanitaria nelle Isole minoricaratterizzate da eccezionali difficol-tà di accesso (Carloforte e La Madda-lena).Nella versione definitiva, la rifor-

ma prevede flessibilità per le Asl nel-la suddivisione dei posti letto tra spe-cialità affini, con la possibilità di mo-difica, previa autorizzazione regio-nale.Il testo approvato dalla Giunta

passa ora all’esame del Consiglio re-gionale. I commenti critici fatti a cal-do da numerosi consiglieri dei grup-pi di opposizione ma anche da con-siglieri della stessa maggioranza, fan-no presagire un dibattito lungo e arti-colato che potrebbe portare anche amodifiche sostanziali prima dell’ap-provazione definitiva e della relativaconversione in legge.

La Giunta regionale ha approvato definitivamente la proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera della Sardegna

La riforma sanitaria divide le forze politicheIl testo licenziato dall’Esecutivo passa ora all’esame del Consiglio regionale, dove potrebbe subire sostanziali modifiche.

Nasce il Registro Tumori re-gionale che permetterà laquantificazione dell’inci-denza e prevalenza delle

patologie oncologiche e la loro di-stribuzione spaziale e temporale inuna determinata area. In Sardegnaesistono attualmente due RegistriTumori di popolazione su base lo-cale entrambi accreditati sia a livel-lo nazionale (AIRTUM), sia a livel-lo internazionale (IARC): quello diSassari e quello di Nuoro, operativia livello di Azienda Sanitaria Lo-cale e operanti sui territori provin-ciali di Sassari e Olbia Tempio e suquelli di Nuoro e Ogliastra, con unacopertura pari al 43% dell’intera po-polazione regionale, che rappresen-tano l’ideale base di partenza perestendere la copertura della rileva-zione a tutta la popolazione sarda,sfruttando l’organizzazione, la pro-fessionalità e l’esperienza degli ope-ratori sanitari in essi già da tempooperanti. «Il Registro tumori - spiega l’as-

sessore della Sanità, Luigi Arru - èuniversalmente riconosciuto qualestrumento per la programmazione

degli interventi di sanità pubblicanell’ambito della prevenzione, dia-gnosi e cura delle patologie neopla-stiche e per la conseguente organiz-zazione, controllo e valutazione deiservizi che tali interventi devono rea-

lizzare. Noi proponiamo l’adozionedi un modello di tipo federato, co-stituito da tre Registri Tumori Lo-cali corrispondenti alle altrettantemacroaree della Sardegna Setten-trionale (con competenza per i ter-

ritori delle ex province di Sassari eOlbia Tempio), della Sardegna Cen-trale (con competenza per i territoridelle ex province di Nuoro, Ogliastrae Oristano) e della Sardegna meri-dionale (con competenza per i terri-tori delle ex province di Cagliari,Sanluri e Carbonia); per ciascunamacroarea si individuano come ASLcapofila rispettivamente quelle attualidi Sassari, Nuoro e Cagliari, in mo-do da valorizzare e dare continuitàall’esperienza dei Registri Tumorilocali già operanti e integrare la rac-colta ed elaborazione dei dati con gliambiti territoriali mancanti.»I tre Registri Tumori Locali do-

vranno necessariamente essere sot-toposti ad una struttura unitaria dicoordinamento regionale del Regi-stro Tumori.L’istituzione del Registro è pre-

liminare, la delibera verrà ora tra-smessa in via formale al Garante perla protezione dei dati personali perl’acquisizione del parere di legge.Una volta ottenuto il parere favore-vole, il Regolamento dovrà esseresottoposto all’approvazione del Con-siglio regionale.

La Giunta regionale propone un modello di tipo federato

Nasce il Registro tumori regionale

Dopo anni di attesa, la Sar-degna ha finalmente unPiano energetico. Si trat-ta di un passaggio fonda-

mentale per costruire il futuro indu-striale ed economico dell’Isola. LaGiunta regionale ha approvato iltanto atteso strumento, su propostadell’assessore dell’Industria, MariaGrazia Piras. Il Piano energetico di-segna un nuovo modello energeticoper l’Isola, fino al 2030, con l’o-biettivo di ridurre drasticamente leemissioni di CO2 associate ai con-sumi, abbattere i costi della bollettaper i cittadini, rendere più competi-tive le imprese e favorire l’occupa-zione.Sono 4 i pilastri sui quali si reg-

ge il PEARS. Innanzitutto, la mo-dernizzazione del sistema energeti-co che si concretizza nel passaggioda un modello centralizzato a unodistribuito, integrato, interconnessoe sostenibile. Il futuro sono le smartgrid a livello locale e le isole ener-getiche per promuovere l’autocon-sumo, abbattere i costi e creare cosìvantaggi per cittadini e imprese. Poi c’è la metanizzazione. L’as-

senza di gas naturale costa alla Sar-degna 400 milioni di euro all’anno.Il Piano delinea la strada verso il me-tano: certezza dell’offerta, tariffa equi-parata a quella nazionale e, soprat-

tutto, tempi rapidi. Il terzo pilastro èil risparmio energetico. La riduzionedei consumi, la mobilità elettrica el’efficientamento del patrimonio pub-blico e privato equivalgono ad unavera e propria fonte energetica.

Infine, i ruoli e le competenze.In primo luogo il ruolo della Regio-ne, chiamata a gestire in manieraintegrata non solo il sistema dell’e-nergia ma anche le risorse idriche, irifiuti e la mobilità; quindi i Comu-ni che avranno il compito di piani-ficare i modelli energetici locali, lecosiddette smart city e smart com-munity.«È un progetto con un obiettivo

ambizioso - ha commentato il pre-sidente della Regione FrancescoPigliaru -. Tutta Europa parla di ener-gia, è argomento essenziale in questomomento storico: parlare di energiasignifica parlare di benessere. Non acaso il Comitato delle Regioni del-l’Unione Europa mette insieme, nellastessa Commissione, energia e am-biente.»Con l’adozione del Piano e del-

la proposta tecnica si apre anche l’i-ter amministrativo con l’avvio dellaprocedura di Valutazione Ambien-tale Strategica. Nelle prossime set-timane si terranno gli incontri per laconsultazione con le parti sociali, leassociazioni ambientaliste ed i ter-ritori.

È stato finalmente approvato il tanto atteso strumento

La Sardegna ha il Piano energetico

La Centrale Enel Grazia Deledda. L’assessore della Sanità Luigi Arru.

Non si placano le polemichesulla riorganizzazione del-la rete ospedaliera. Il sin-daco di Carbonia, Giusep-

peCasti, ha inviato ai rappresentan-ti istituzionali della Regione e dellaASL, alla Conferenza Socio Sanitariae ai Comuni del distretto di Carbonia,una lettera per fare chiarezza sulle sor-ti del Punto nascite nel Sulcis Igle-siente.La lettera prende spunto dalla

ipotesi che vorrebbe la separazione indue plessi differenti del Punto na-scite e del Presidio di emergenza. Ilparto, che statisticamente comportauna percentuale del 5% di rischio nonpreventivabile, è un evento moltodelicato con possibilità di rischioche richiedono interventi d’urgenzaimmediati e non rinviabili. Già que-sto basta a far comprendere che l’i-potesi che vorrebbe il Punto nascite eil Presidio di emergenza-urgenzaprendere due strade diverse, a disca-pito della sicurezza e della salutedelle donne e dei bambini, è moltograve e non condivisibile.Per fare ulteriore chiarezza, il

sindaco di Carbonia ricorda che ilprogramma di riorganizzazionedella rete ospedaliera della RegioneSardegna individua l’Ospedale Si-rai di Carbonia come Presidio di Ilivello, deputato alle emergenze eurgenze, dotato di servizi attinenti atutte quelle specialità che lo rendo-no in grado di affrontare in manierasicura ed efficace, eventuali com-plicazioni che si possono presenta-re in diverse situazioni, compreso ilmomento del parto.Lo stesso commissario straordi-

nario della Asl 7, Antonio Onnis,nel Piano per la riorganizzazione eriqualificazione dei Servizi Sanitari(art. 9 comma 5 legge regionale n.23 del 17/11/2014), prevede la «riuni-ficazione dei due Punti nascite in ununico punto da ubicarsi, preferibil-mente e per esigenze di sicurezza,presso lo stabilimento deputato al-la gestione delle emergenze».Nella convinzione che l’esigen-

za di sicurezza e tutela dei cittadinidebba prevalere su qualunque altraconsiderazione, l’Amministrazionecomunale di Carbonia conferma lasua netta contrarietà ad un’eventualeseparazione del Punto Nascite dalPresidio di emergenza e chiede, conforza, l’adozione di decisioni e atticonseguenti.

Giorgio Madeddu, presidente del-l’associazione Amici della Vita Sulcise rappresentante dei Gruppi di AutoAiuto per Alcol Tossicodipendenti,Malati Tumorali, Autismo, ha scrit-to una lettera aperta a Giuseppe Casti.Sindaco Casti,dopo aver preso atto delle Sue

dichiarazioni sul Punto nascite delSulcis, ritengo di doverle proporrealcune riflessioni sicuro della Suaattenzione, saggezza politica e com-petenza amministrativa. Arriviamosubito al cuore della riflessione, Leisostiene che «Punto nascite e presi-dio di emergenza devono conviverenello stesso ospedale», l’afferma-zione ribadita in più occasioni seestrapolata dalla realtà della nostraComunità sembrerebbe sostenibile

ma un Uomo saggio come Lei nonpuò avere trascurato alcuni aspetti,non trascurabili. Il suo amore per Car-bonia è paragonabile al nostro per ilSulcis, le sue aspirazioni per le pros-sime elezioni sono identiche allenostre per il futuro di una Comunitàdisorientata, sconfitta e senza speran-ze se i politici come Lei non comin-ciano a sognare in grande, scordarsidelle prossime elezioni e tracciare ilsolco per le prossime generazioni, isuoi e i nostri figli. La sua squadrae, probabilmente, i suoi concittadini,ogni mattina le ricordano che nasce-re a 25 chilometri da Carbonia è umi-liazione insopportabile, che senzatentennamenti i muscoli vanno ga-gliardamente esposti ma, siamo difronte a sfida tra culturisti o condi-visione tra amministratori animatidel bene e interesse del Sulcis? Le sueopinioni esprimono il sentimento dei2/3 del Sulcis pertanto se riunissimo isindaci Lei sarebbe, senza combat-tere nell’arena, il gladiatore che vince

a tavolino ma pensi per un attimo dirappresentare non una parte ma il fu-turo di tutti, potrebbe, forse, trasfor-marsi nel portavoce di un territorio.Caro Giuseppe, rifletti,il Dipartimento Pediatrico che da

anni, prima, molto prima di sapertisindaco di Carbonia, noi sognava-mo anche per Te, per il Sulcis e perla Sardegna sud occidentale, preve-deva l’accorpamento di tutte le ri-sorse (Punto nascite, Chirurgia Pe-diatrica, Pediatria, Neonatologia, Ra-diologia e Cardiologia Pediatrica,Terapia intensiva, NeuropsichiatriaPediatrica) al CTO di Iglesias ma fi-dati non per il campanilismo che tal-volta traspare dal tuo sguardo e dal-le impulsive affermazioni da parti-giano. La sanità è competizione nel-

l’Amore per la malattia, la soffe-renza e la Vita Debole, non può tra-sformarsi in un braccio di ferro traCarbonia e Iglesias. Insieme, presiper mano, siamo chiamati a trovaresoluzioni in sanità come negli altrisettori della desolante realtà territo-riale sperando affranchino le nostregenti, dalla rassegnazione, non im-permalirti, che la politica ha semi-nato, ed esplosivamente la trasfor-mino in protagonista. La battaglia diCarbonia sul Punto nascite sarebbecondivisibile se decidessimo di tra-sferire tutti i servizi dedicati al Bam-bino al Sirai e realizzare a Carboniail “Dipartimento Pediatrico” se in-vece, la grinta Tua e del tuo partito silimita al Punto nascite, devo fran-camente dichiararti la nostra delu-sione, la più tenace contrarietà e in-sinuare il sospetto che sei interessa-to alle prossime elezioni e moltomeno al futuro del Sulcis.La franchezza spalanca le porte

del rispetto e della condivisione.

È ancora polemica sulla dislocazione del Punto nascite

Giuseppe Casti rilancia sul Punto nascite,da Iglesias gli risponde Giorgio Madeddu

Giuseppe Casti. Giorgio Madeddu.

L’Ospedale Brotzu di Cagliari.

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3La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

Il coordinatore Salvatore Cherchi,ex presidente della provincia diCarbonia Iglesias, ha reso notolo stato d’avanzamento del Piano

Sulcis al dicembre 2015, riassunto inuna serie di tabelle.

Per ogni intervento sono indicatiil soggetto attuatore, la finalità, l’im-porto, lo stato e le scadenze prossime.Il Piano comprende 67 interventi didimensione e impegno molto diffe-renziati, risorse pubbliche per oltre 620milioni di euro e risorse private cheappaiono già significative per inve-stimenti in impresa e in bonifica.

«Rispetto al precedente monito-raggio - sottolinea Salvatore Cherchi-, tutti i programmi hanno registratoun importante progresso. Il progressoconseguito è indubbio e documenta-to. Nessun programma e nessun in-tervento sono in stallo. Questo valeper il sostegno alle imprese, un pro-gramma di 275 milioni di euro, perla scuola e la ricerca tecnologica, ol-tre 66 milioni di euro, per le infra-strutture con 126,5 milioni di euro eper le bonifiche con 155 milioni dieuro di risorse pubbliche cui si som-mano 27 milioni di privati.»

«I ritardi accumulati nel passatoanche recente, talvolta molto rilevanti,non possono essere tutti recuperati per-ché le regole impongono tempi chenon possono essere compressi. L’im-pegno maggiore del coordinamento- conclude Salvatore Cherchi - è orarivolto al rispetto delle scadenze pre-viste al 30 giugno 2016 e al 31 di-cembre 2016.»

Per la Zona Franca Urbana sonostati stanziati 124,950 milioni di euro,le imprese beneficiarie sono 4.375 e al2 settembre le agevolazioni fruite am-montano a 31,2 milioni di euro. Do-po un anno di applicazione il numerodi imprese che stanno usufruendo delbeneficio è pari al 75% del totale.

Per le filiere agroalimentare e tu-rismo sono disponibili 10 milioni dieuro. Sono stati pubblicati due bandi,15 le domande di accesso alle agevo-lazioni per € 2,4 milioni, la richiestadi agevolazioni è stata inferiore alladisponibilità.

Per il bando Idee Call for Sulcissono stati stanziati 32,5 milioni di euro,il bando è di prossima pubblicazioneed è stato attivato lo sportello Invitaliaper l’assistenza agli imprenditori in-teressati al bando. Le risorse CIPE so-no state sbloccate il 17.06.2015 conpubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Sono 105 i milioni di euro dispo-nibili per l’incentivazione degli inve-stimenti per importi superiori ai 20milioni di euro. Sono stati concessi €67 milioni da rimborsare in 8 anni più€ 8 milioni a fondo perduto per il con-tratto di sviluppo Eurallumina, conprocedura di VIA in corso. è in istrut-toria presso Invitalia il contratto di svi-luppo per la bioedilizia, con un inve-stimento complessivo di circa 40 mi-lioni di euro. Sono in corso iniziativeper accelerare l’istruttoria.

Per l’aggiornamento professionaledi lavoratori in CIG o mobilità sono

disponibili due milioni e mezzo di eu-ro (hanno aderito circa 150 lavoratori).

Sono stati stanziati 5 milioni di eu-ro per migliorare la formazione nellescuole orientate alla professione.

61,356 milioni sono destinati allaricerca tecnologica: 38,356 milioni peril polo energetico dell’energia dellaSotacarbo; 3 milioni per il Centro ri-cerca bonifiche del Consorzio Ausi diIglesias; 2 milioni per il bando sullaricerca tecnologica dell’assessoratoregionale della Programmazione; e,infine, 18 milioni, per il Progetto Ariadella Carbosulcis.

126,484 i milioni per gli interventidi infrastrutturazione: 15,8 per il dra-gaggio dei fondali del porto industriale

di Portovesme; 9 milioni di euro perla riconversione del porto industrialedi Sant’Antioco; 7 milioni per il por-to passeggeri di Calasetta; 4 milioniper il porto passeggeri di Carloforte;400.000 euro per il miglioramento del-la fruibilità del porto turistico di Por-toscuso; 7 milioni e mezzo per il por-to di Buggerru.

2,95 milioni di euro sono destina-ti al recupero di antichi approdi mi-nerari dell’Iglesiente; 2,05 milioni dieuro per approdi minori del Sulcis.

Ammontano a 126,484 milioni dieuro le risorse destinate all’infrastrut-turazione: strade provinciali 77 e 73,strade statali 195 e 293 (16 milioni)e 126 (40 milioni); per la valorizza-zione dei luoghi con le piste ciclabilidi Tratalias, Porto Pino e Sant’Antio-co; l’ostello della gioventù di Iglesias;il collegamento delle dighe di MontePranu e Punta Gennarta con il Cixerri;interventi di supporto negli insedia-menti produttivi: Area Zir di Iglesias,Pip Tratalias, Zona industriale Porto-vesme, Area Zir di Iglesias, Pip San-t’Anna Arresi, Incubatore di impresaCarbonia; impianto di depurazione diSant’Antioco (6,584 milioni) e collet-tore fognario di Iglesias (1,2 milioni).

Sono stati conclusi gli accordi pre-liminari tra Enel e la Società nazionaledel gas per la realizzazione di un ter-minale per approvvigionamento e de-posito di GNL a Portovesme.

1 milione di euro è stato stanziatoper la creazione di una zona econo-

mica speciale, la zona franca di Por-tovesme, in attuazione del decreto le-gislativo 75/98, soggetto attuatore ilConsorzio industriale provinciale.

Nel settore delle bonifiche, infine,sono previsti interventi per 155 milioni(con 27 milioni di risorse private):

• caratterizzazione della macro areadella Valle del Rio San Giorgio, con5 milioni a disposizione di Igea e 43milioni del comune di Iglesias, a cuiIgea ha assegnato l’intervento;

• risanamento e realizzazione del si-to di raccolta nella macroarea di Mon-tevecchio Levante, con 23,5 milioni adisposizione del comune di Guspini,a cui Igea ha assegnato l’intervento;

• progettazione della macroarea diMontevecchio Ponente, 1,5 milioni, ri-sorse, ora assegnate a intervento Furtei,che devono essere reintegrate;

• bonifica dell’area miniere auri-fere di Furtei, 28 milioni, con Igea cheè ritornata operativa dopo il risana-mento;

• bonifica dell’area ex Seamag, aSant’Antioco, 6,8 milioni, con Igea cheè ritornata operativa dopo il risana-mento;

• recupero con riqualificazione del-la bonifica nelle aree adiacenti l’ex Sea-mag, a Sant’Antioco, 7,7 milioni, per laquale è in corso la caratterizzazione;

• caratterizzazione dell’area di Mon-tevecchio Levante, 3,55 milioni, lavoriconclusi;

• progettazione assegnata per l’a-rea mineraria di Orbai, comune diVillamassargia, 1,6 milioni di euro;

• caratterizzazione nel comune diSan Gavino Monreale, 700.000 euro,lavori già realizzati;

• bonifica della miniera dismessadi Su Zurfuru, a Fluminimaggiore, 2,35milioni, caratterizzazione vicina allaconclusione;

• caratterizzazione a Nebida, 2milioni;

• altri interventi di bonifica percomplessivi 21,1 milioni di euro;

• lavori in corso per 800.000 euronell’area del perimetro urbano di Por-toscuso;

• lavori conclusi, per 2 milioni dieuro, nelle aree costiere del SIN SulcisIglesiente Guspinese;

• bonifica dei terreni, con possibi-lità di continuità di esercizio, nel sitodell’Alcoa di Portovesme, progetto delvalore di 26,9 milioni di euro di risorseprivate, autorizzazione rilasciata il 15ottobre 2015, con appalto previsto entrofebbraio 2016;

• bonifica della falda acquiferasotterranea nella zona industriale diPortovesme, lavoro di competenza delConsorzio industriale provinciale diPortoscuso, istruttoria in fase avanzata,sono in definizione gli impegni fi-nanziari delle aziende.

• altri interventi, infine, nell’areaindustriale di Portovesme, da preci-sare con accordi di programma, fi-nanziati da rimborsi Eurallumina, dicompetenza del comune di Portoscu-so, la programmazione può essere ef-fettuata successivamente all’autorizza-zione dell’investimento Eurallumina.

Il coordinatore, ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, ha fatto il punto sullo stato d’avanzamento al 31 dicembre 2015

Cherchi: «Ora il Piano Sulcis procede»Tra gli interventi, figurano infrastrutturazioni per oltre 126 milioni di euro e bonifiche per 155 milioni (oltre a 27 milioni di risorse private).

Elio Cancedda, agente di as-sicurazione di Carbonia, èil nuovo coordinatore delMovimento Partite Iva Sul-

cis Iglesiente. Lo ha eletto l’Assem-blea Generale nel corso della riunio-ne svoltasi il 17 gennaio al Lù hotel.

A presiedere il Congresso, unacompagine tutta femminile. Il pre-sidente uscente Paolo Bullegas haproposto alla presidenza dell’assem-blea Daniela Garau, avvocato diCarbonia, e alla vicepresidenza dueimprenditrici del commercio, Cateri-na Bove e Marisa Muntoni.

Ha aperto i lavori la relazione delConsiglio direttivo uscente presie-duto da Paolo Bullegas. Una rela-zione fortemente critica sull’inerziadelle istituzioni politiche di gover-no, nelle varie articolazioni, ma inparticolare verso il governo regio-nale definito irresponsabile.

«L’aumento dell’Irpef e dell’Irapè un insulto per tutti i sardi - ha det-to il presidente Bullegas -. Mentrealla Sardegna spetta la Zona franca,c’è chi si ostina a taglieggiare le im-prese con provvedimenti infausti.»

L’Assemblea ha condiviso ed ap-provato tutta la linea politica del Di-rettivo, ma soprattutto la scelta di nonpresentare una lista preconfezionata.

«Fin dalla nascita del Movimen-to, abbiamo ricercato la massimademocrazia - ha aggiunto Paolo Bul-legas -. Con il medesimo spirito, tut-to il Consiglio direttivo uscente si èespresso affinché l’Assemblea Ge-nerale potesse esprimere mozioniprogrammatiche e liste di candida-ti, frutto del più ampio confronto.»

Un modello chiaramente non co-mune, che mette in evidenza il pre-supposto partecipativo di ogni sin-golo nella costruzione della program-mazione politica dell’associazionedi riferimento per il lavoro autonomonel Sulcis Iglesiente.

Per questo si è volutamente ri-nunciato a presentare una lista per ilrinnovo del Consiglio direttivo, edè stata votata all’unanimità una mo-zione affinché l’Assemblea restasseaperta. Tuttavia, per non lasciare la

associazione priva di operatività èstata approvata una seconda mozio-ne che istituisce la temporanea fi-gura del “coordinatore”, il quale ope-rerà con i poteri del presidente pertutto il periodo di vacatio. Le vota-zioni a scheda segreta hanno datoesito unanime, eleggendo uno deisoci fondatori: Elio Cancedda. Sarànelle sue mani la responsabilità diproseguire tutte le attività fino allanuova convocazione assembleare.

«Ringrazio per la fiducia ripostasulla mia persona - ha dichiarato ilcoordinatore Cancedda -. Sento sudi me un'elevata responsabilità; maso anche di poter contare di ampiacollaborazione. Il Movimento è im-pegnato per sostenere la mobilita-zione generale del territorio, e saràun compito che non trascurerò, nonnell’interesse delle Partite iva macome sempre, nell’interesse di tuttala comunità del Sulcis Iglesiente.»

Il Congresso del Movimento èstato caratterizzato anche da altri im-portanti momenti e dall’interventodegli ospiti: Giovanni Sanna, eco-nomista di Capoterra, e Gaetano Bal-samo, presidente dell’associazionePartite Iva Unite. Giovanni Sanna,infine, ha evidenziato le opportunitàdel territorio.

Salvatore Cherchi.

A Carbonia il Movimento ha rinnovato i suoi organismi dirigenti

Partite Iva, il coordinatore è Elio Cancedda

Si è tenuto il 21 gennaio l’in-contro tra le segreterie terri-toriali Fsm, Fiom e Uilm delSulcis Iglesiente, i rappresen-

tanti delegati dei lavoratori, l’impren-ditore Nino Deriu e l’assessore del-l’Industria, Maria Grazia Piras, sullavertenza Port.Al. (ex Ila).

Nel corso dell’incontro, solleci-tato da tempo dalle OrganizzazioniSindacali, è stato analizzato lo statodi avanzamento della vertenza e af-frontate tutte le criticità inerenti lastessa, legate alle condizioni econo-miche dei lavoratori fuoriusciti daipercorsi di ammortizzatore sociale.

La Fsm-Cisl ha chiesto all’asses-sore Piras di conoscere le prospettivedella vertenza per quanto riguardal’investimento Biofuel, strettamen-te legato alla finalizzazione del pro-getto complessivo di riavvio dellostabilimento, considerato anche che,per tale investimento, a oggi non ri-sulta presentato alcun progetto e nonrisultano nemmeno sciolti i nodi ine-renti lo scorporo del finanziamentocomplessivo che inizialmente riguar-dava un investimento per tre stabi-limenti in tutta Italia poi successiva-mente ridotti per una serie di vicis-situdini a uno.

Il sindacato ha inoltre chiesto lu-mi sull’iniziativa di smantellamentodegli impianti portata avanti dall’im-prenditore, per capire quale tipologiadi macchinari sono stati smontati ecollocati sul mercato e su quanto laassenza degli stessi inciderà nell’e-ventuale riavvio, col nuovo investi-mento, della fabbrica.

Infine, ha chiesto quali strumentiintende introdurre l’Amministrazioneregionale, per far fronte alla gravecondizione di tutti quei lavoratori chehanno già perso o stanno perdendol’ammortizzatore sociale, avanzan-do proposte mirate che potrebberosoddisfare le esigenze dei lavoratoriin questione, garantendo agli stessiuna nuova copertura salariale finoall’eventuale concretizzazione po-sitiva della vertenza.

L’assessore Piras ha risposto che,per quanto riguarda il Biofuel, rispet-to alla situazione di stallo dei mesi

scorsi, ci sono segnali che fanno bensperare per un rinnovato interessedell’investitore. Nel contempo haconfermato che, a breve, partirà unasperimentazione inerente l’utilizzodi Biomasse all’interno della centraleEnel di Portovesme, proprio con lasocietà Mossi Ghisolfi. L’assessorePiras, su sollecitazione delle PartiSociali, si è impegnata a interloqui-re con il Governo nazionale per pro-piziare un tavolo in sede di Ministe-ro con la società Mossi e Ghisolfi,per comprendere definitivamente,una volta per tutte, se l’interesse perl’investimento di Portovesme è con-creto ed eventualmente per seguirel’iter per il compimento e la finaliz-

zazione dello stesso.Per quanto riguarda lo smantel-

lamento degli impianti, Ninetto De-riu, su sollecitazione dell’assessoredell’Industria, ha ribadito che i mac-chinari rimossi e rivenduti rappre-sentano una minima parte degli im-pianti, ritenuta obsoleta e quindiininfluente per un potenziale riav-vio futuro dello stabilimento.

Sulla questione degli ammortiz-zatori sociali, l’assessore Piras si èimpegnata a partecipare a un tavolocon l’assessore del Lavoro, VirginiaMura, per identificare dei percorsi chepossano portare alla messa in sicu-rezza economica dei lavoratori exIla ex percettori di ammortizzatoresociale.

Nel contempo, l’assessore, re-cependo le nostre proposte si è im-

pegnata a continuare l'interlocuzionepolitica già iniziata con la deliberaregionale del 29 dicembre, con laquale si chiedeva al Governo na-zionale l’assegnazione per i Poli In-dustriali di Portovesme e Porto Tor-res del riconoscimento di “aree dicrisi industriale complesse”. Un ri-conoscimento che garantirebbe ol-tre che finanziamenti e interventi perla reindustrializzazione delle sopra-citate aree anche la possibilità di con-cedere ai lavoratori coinvolti, straor-dinari strumenti di salvaguardia delreddito per ovviare alla loro gravesituazione economico-sociale e ac-compagnarli fino alle eventuali ri-soluzioni delle vertenze.

«Inutile ricordare - sostengonoRino Barca, Remo Fantin e RobertoCerniglia, rappresentanti della FsmCisl - che i proclami e gli impegnidevono finalmente lasciare spazioagli interventi concreti e che la ver-tenza ex Ila è un tassello fondamen-tale della filiera dell’alluminio delSulcis Iglesiente.

È bene ricordare che tale filieraper strutturazione, consistenza, ca-pacità produttiva ma soprattutto peril poderoso valore aggiunto qualita-tivo, ha rappresentato e può nuova-mente rappresentare una delle realtàindustriali tra le più importanti in Italia.

Una filiera produttiva che con igiusti interventi di riequilibrio deglistorici gap energetici e infrastruttu-rali è assolutamente competitiva sot-to tutti i punti di vista.»

I sindacati hanno chiesto lumi all’assessore dell’Industria

Fsm, Fiom e Uilm sollecitano la Regionea sostenere i progetti Port.Al. e Biofuel

La situazione che vive la Sar-degna in tema di lavoro eindustria è a dir poco apo-calittica. Dati e statistiche

sulla disoccupazione non appaionocertamente confortanti. Siamo incoda a molte regioni italiane, sicu-ramente, la nostra, è una delle piùpovere.

Negli ultimi anni, in particola-re, il Sulcis, si è addirittura guada-gnato il primato di Provincia piùpovera, con il numero di disoccu-pati più alto d’Europa.

A tal proposito sorge spontaneauna riflessione: cosa o chi ha fattosì che ciò accadesse?

Interrogativi necessariamente dasvelare, se si vuole con convinzio-ne ripartire per ricostruire un terri-torio lacerato e maltrattato negliultimi quarant’anni.

La situazione socio economicadell’isola costringe intere generazio-

ni ad abbandonare la propria Terrae le famiglie. Sono innumerevoli levertenze industriali dell’Isola chiu-se con licenziamenti tombali o conammortizzatori sociali utili solo allasopravvivenza ma che spoglianodalla dignità ciascun lavoratore.

è chiaro che le maggiori re-sponsabilità vanno ricercate in quel-la parte di politica che, non solonon è stata in grado di offrire solu-zioni e programmare, ma si è arric-chita di false promesse in cambiodi posti di lavoro. Finiti i contrattida spartire, ha optato per scelte scel-lerate fatte di rinvii e di speranzeinutili.

Dobbiamo necessariamente vol-tare pagina, ripensare ad un nuovomodello economico, che veda pro-tagonista la sostenibilità industria-le, la cultura del turismo, dell’arti-gianato, il rilancio dell’agricolturae della pesca.

Il nostro, quello dei giovani me-talmeccanici vuole essere un acco-rato appello a tutte le forze politicheserie. è finito il tempo delle lamen-tele e delle promesse, bensì, è arri-vato quello dell’azione.

Vogliamo che il 2016 sia l’an-no del riscatto per il lavoro e il fu-turo di intere generazioni, pertantonon possiamo che condividere e at-tivarci per la buona riuscita della mo-bilitazione generale popolare ini-ziata il 1 febbraio, che vede tra ipromotori la UST CISL Sulcis Igle-siente.

Confidiamo, infine, nell’impegnoda parte della CISL Confederale, acui chiediamo collaborazione periniziare a gettare le basi per costruireil riscatto di un intero territorio.

Michele SabiuResponsabile giovani

Metalmeccanici Regionale FSM CISL

Riflessioni sulla grave situazione di crisi che vive la Sardegna

Michele Sabiu (CISL): «Siamo all’Apocalisse»

Il giornale on line www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com prossimamente diventerà anche web tv - informazione in tempo reale

Elio Cancedda.

L’ingresso dello stabilimento Port.Al. di Portovesme.

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4 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

Èmorto, all’età di 82 anni, Giaco-mo Tachis, il re degli enologi ita-liani. Originario di Poirino (Tori-no), Giacomo Tachis ha studiato

alla Scuola di enologia di Alba ed ha la-vorato per tantissimi anni in Toscana e inSardegna. Ha lasciato l’attività di wine-maker nel 2010 per dedicarsi, nella sua ca-sa di San Casciano Val di Pesa, in Tosca-na, a studiare, a scrivere e alla custodia diantichi volumi, da appassionato bibliofilo.Nel corso degli anni, ha “inventato” gran-dissimi vini, pluripremiati ed esportati consuccesso in tutti i Continenti, tra i quali, inToscana, il Tignanello, il Solaia e il Sas-sicaia, e, in Sardegna, il Terre Brune dellaCantina Santadi e il Turriga della CantinaArgiolas di Serdiana. Ha diretto per 32anni le Cantine Antinori.Nel mese di luglio 2011 Giacomo Ta-

chis non poté partecipare, per le precariecondizioni di salute, ai festeggiamenti or-ganizzati dalla Cantina Santadi per il rag-giungimento del traguardo del mezzo se-colo di attività, ai quali teneva tantissimo.Nel corso della cerimonia echeggiò il suonome, in quanto grande amico del presi-dente Antonello Pilloni e della Sardegna,in particolare del Sulcis. Si deve a lui lavalorizzazione del Carignano ed il rag-giungimento degli altissimi livelli di qua-lità di tutte le produzioni della CantinaSantadi. Lascia in eredità il suo sapere agiovani enologi già affermati, tra i qualiUmberto Trombelli, collaboratore dellaCantina Santadi.Nel 2014 Giacomo Tachis ha ricevuto la

massima onorificenza della Regione To-scana, la medaglia d’oro con il simbolodel Pegaso, ritirata dalla figlia Ilaria, per-ché le condizioni fisiche non gli consen-tivano di muoversi.Nel 1976, sotto la presidenza di Anto-

nello Pilloni, dopo un periodo di grave cri-si economica, la Cantina Santadi iniziò la

risalita. Fu attuato un piano di risanamentoche nel 1984 permise la nascita di TerreBrune, il più famoso vino Carignano diSantadi. Un risultato ottenuto grazie allalungimiranza del presidente, il quale si re-cò in Toscana per avere dal marchese An-tinori il via libera per servirsi della con-sulenza di Giacomo Tachis, sino ad alloraenologo impegnato per migliorare e va-lorizzare il Chianti.

Con l’aiuto di Giacomo Tachis, dopoqualche anno, il Terre Brune diventò il pri-mo vino rosso barricato della Sardegna.Il vino era contingentato ma ben pre-

sto si aprirono anche i mercati più diffici-li. Da allora è stato un crescendo di suc-cessi (tra questi, nel 2015, l’Oscar del Vino,assegnato alla Cantina Santadi quale mi-glior azienda vinicola italiana).

Ormai da diversi anni, la Cantina San-tadi è diventata patrimonio di tutto il ter-ritorio. Di qui un ulteriore riconoscimentoall’amico per eccellenza, Giacomo Tachis,al quale proprio nei giorni del 50° dellaCantina Santadi, l’allora sindaco di San-tadi, Cristiano Erriu (oggi assessore del-l’Urbanistica e degli Enti locali della Re-gione Sardegna), ha concesso, con deliberaunanime dell’intero Consiglio comunale,

la cittadinanza onoraria. Per festeggiare l’evento del 50°, inoltre,

nel 2011 la Cantina Santadi ha creato unaltro vino di altissima qualità, “Sardos”,magnum prodotto in lotto unico di 13.500pezzi, frutto delle migliori selezioni di di-verse annate di Carignano con piccole ag-giunte di vitigni internazionali (Cabernete Merlot), creato da Giacomo Tachis.

È morto, all’età di 82 anni, il più grande enologo italiano, “inventore” di grandissimi vini in Toscana e in Sardegna

Addio a Giacomo Tachis, “padre” del Terre BruneCinque anni fa la Cantina Santadi ha festeggiato il suo 50° e il comune di Santadi gli ha conferito la cittadinanza onoraria.

Nella sede di viaBalilla dell’I-stituto com-prensivo De-

ledda-Pascoli, alla pre-senza del sindaco di Car-bonia Giuseppe Casti edell’amministratore dele-gato e direttore tecnico dellaSO.MI.CA., Giacomo Gua-dagnini, è stata inauguratala “panchina-libro”, arric-chita dal progetto grafico-pittorico realizzato daglistudenti.L’iniziativa rientra nel

progetto-concorso ideatodalla SO.MI.CA. (societàpartecipata del comune diCarbonia): “Il libro dei so-gni - il futuro che vorrei”a cui ha aderito l’IstitutoDeledda-Pascoli. Sulla ba-se del progetto, la panchinaa forma di libro, disegnatae realizzata dalla SO.MI.CA,è stata installata nella scuo-la di via Balilla, dopo esse-re stata personalizzata e re-sa originale grazie al pro-getto grafico ideato e rea-lizzato dagli alunni.Nei mesi scorsi, dopo

una prima preselezione, lacommissione esaminatriceha scelto, tra i tre lavoripresentati dalle classi del

Deledda-Pascoli, il lavorovincitore tenendo contodell’originalità, dei conte-nuti artistici e dell’attinen-za alla tematica del pro-getto.L’iniziativa ha messo

insieme i sogni e le capa-cità artistiche dei giovani,aiutandoli a riflettere su

quello che vorranno dallavita di domani e sul comeimpegnarsi per realizzarlo.Con questa iniziativa,

gli studenti hanno regala-to, non soltanto alla pro-pria scuola, ma a tutta lacittà di Carbonia, una nuo-va prospettiva del futuro,aiutando a comprendere

come le idee siano la levadel cambiamento, di cui tut-ti abbiamo bisogno.Il sindaco Giuseppe Ca-

sti ha ringraziato la SO.-MI.CA. ed il suo ammini-stratore delegato, Giaco-mo Guadagnini, per l’idea-zione del concorso-pro-getto e per la realizzazio-

ne della panchina; la diri-gente scolastica dell’Isti-tuto Comprensivo Deled-da-Pascoli, Gabriella Piras,per aver accolto il proget-to con entusiasmo e glistudenti e gli insegnanti peraverlo realizzato congrande impegno e talentoartistico.

Si è concluso il progetto grafico-pittorico

Inaugurata la panchina-libroall’Istituto Deledda-Pascoli

La panchina-libro.Giacomo Tachis con Antonello Pilloni, presidente della Cantina Santadi.

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5La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

di Mario Marroccu

Ipellegrinaggi in Terra Santa pre-sero avvio nel IV secolo. IniziòSant’Elena Inperatrice, madre diCostantino. Dopo di lei i Cristia-

ni di tutto il mondo per nove secoliaffrontarono quel viaggio, lungo e pe-ricoloso, fino al tredicesimo secolo,quando avvenne una brusca interruzio-ne. Le crociate per la riconquista delSacro Sepolcro, iniziate nel 1096, era-no finite in una disfatta. Il Saladino,musulmano di origine curda, avevasconfitto i Crociati e conquistato Ge-rusalemme nel 1187. Il regno crociatodi Terra Santa continuò ad esistere fi-no al 1292, quando anche l’ultimo ba-luardo cristiano, San Giovanni d’Acri,venne preso dai musulmani. Gli ulti-mi cavalieri crociati se ne andaronoa Rodi, poi a Cipro, e a Malta. Da qui,non potendo più proteggere i pellegrininei viaggi terrestri, si dedicarono a pat-tugliare il Mediterraneo per proteg-gere i traffici navali dai pirati barbare-schi. Ma ormai i viaggi verso la TerraSanta erano diventati impossibili. Nel1300 era Papa Bonifacio VIII. Passò al-la storia, soprattutto, ad opera di Dan-te Alighieri il quale, nella Divina Com-media, gli fece riservare un posto all’in-ferno. In effetti, questo Papa era for-temente impegnato nell’amministra-zione della politica del tempo e con lesue bolle influenzò la storia fino ai gior-ni nostri. Per esempio il destino dei sardifu segnato da una sua bolla con cui isti-tuì il Regnum Sardiniae. Il Regno pro-vocò gli appetiti degli spagnoli Arago-nesi, e la fine dei Giudicati. Finì cosìl’unico periodo della storia in cui i sardi,dopo i nuragici, si amministrarono senzadominatori stranieri.

Bonifacio VIII fu il fondatore del-l’Università di Roma la “Sapienza”.Inoltre fu il primo a dettare regola aichirurghi sull’uso dei cadaveri per glistudi di Anatomia, con la bolla “Desepulturis”. Sopratutto, verrà ricordatoper sempre perché egli istituì il primoGiubileo della storia. Quello del 1300,al quale anche Dante partecipò. L’i-dea del Giubileo risolse il problema

dei pellegrinaggi in Terra Santa dive-nuti impossibili dopo la tragica fine delregno crociato di Gerusalemme. Eglipromosse il pellegrinaggio verso Ro-ma quale piena sostituzione di quellogerosolimitano, con adeguata remu-nerazione in termini di indulgenzeplenarie. Roma era la “Nova Jerusa-lem” dei cristiani. Da allora il viaggioa Roma per il Giubileo equivale a unpellegrinaggio nella Città Santa di Ge-rusalemme. Egli prescrisse ai Cristia-ni la sostituzione di un viaggio fisico, daOccidente verso Oriente, con un viag-gio spirituale verso la sede in cui erastato replicato il luogo del sacrificiodella Croce: il Vaticano e San Giovanniin Laterano, luoghi in cui si conserva la“vera croce” e la “Scala Santa”. I sim-boli testimoni della Passione di Cristo.

Questa straordinaria “invenzione”di Bonifacio VIII, era la logica conse-guenza di una storia millenaria, inizia-ta da Elena, madre di Costantino. Ellafu una santa “archeologa” che condi-zionò la storia della Chiesa con i suoiritrovamenti del 326 d.C.

Il Cristianesimo era stato ricono-sciuto “religione di stato” nell’anno313 da Costantino il Grande. Lo stes-so Costantino indisse il primo conci-lio a Nicea nell’anno 325. A quell’as-sise prese parte il vescovo Macario.Era il vescovo di Aelia Capitolina inPalestina. Questi convinse Elena a ri-dare vita alla città di Gerusalemme.In quel tempo, infatti, Gerusalemmenon esisteva più. Era stata distrutta dal-l’imperatore Adriano. Quello stessoAdriano che martirizzò Sant’Antioco.Nonostante si sostenga che Adrianofosse stato un politico bonario, la sto-ria invece ci racconta che ebbe in par-ticolare odio gli Ebrei e i Cristiani diGerusalemme tanto da decidere di farsparire quella città dalla faccia dellaterra. Fra il 133 e il 135 dopo Cristo,ordinò che la città venisse letteralmen-te rasa al suolo. Con le macerie ven-nero colmate le valli tra le colline sucui sorgeva. Al fine di non far risorgerepiù quella città, fece costruire sulle ma-cerie la colonia romana di Aelia Ca-pitolina. Per 190 anni nessuno parlòpiù di Gerusalemme. Era scomparsa.Ma nell’anno 326 Elena, spinta dal ve-scovo Macario, avviò grandi opere discavo. Demolì i templi pagani costruitida Adriano; ripulì le valli dalle mace-rie, eliminò Aelia Capitolina, e ripor-tò alla luce ciò che c’era sotto.

Sotto uno spuntone roccioso tro-vò la tomba di proprietà di Giuseppedi Arimatea, dove era avvenuta la se-poltura di Gesù. In quei pressi trovòuna grande cisterna in cui erano con-

servate tre croci. Le notizie traman-date attraverso la tradizione orale de-gli Ebrei cristiani sopravvissuti, ave-vano dato ad Elena le giuste indica-zioni per il ritrovamento. Tra questecroci individuò quella vera di Cristo.

L’imperatrice Elena pensò di re-plicare in altre sedi il luogo della Pas-sione di Cristo. Pertanto, divise la ve-ra Croce in tre parti. Una parte rimasea Gerusalemme; una seconda parte fuportata a Bisanzio, e su di essa si co-struì il tempio della “Nova Jerusalem”dentro il palazzo dell’imperatrice. Laterza parte della croce venne portataa Roma: la Nuova Gerusalemme, se-de del Papa. Le prime due parti anda-rono distrutte durante le guerre cro-ciate. La parte di vera croce inviata aRoma è l’unica esistente. Questa ven-ne a sua volta divisa in tre frammenti,così destinati: il primo alla residenza

vescovile in Laterano; il secondo allaresidenza romana di Elena, che poidivenne la basilica “in Hierusalem”; ilterzo al Vaticano.

Nella residenza pontificia del La-terano vi è un’altra reliquia gerosoli-mitana: la “Scala Pilati”, più nota co-me Scala Santa. I suoi trenta gradinivengono saliti sulle ginocchia dai pel-legrini che, ancora oggi, cercano condevozione di distinguervi le tracce delsangue di Cristo, che segnerebbero,secondo la tradizione, il secondo, l’un-dicesimo e il ventottesimo scalino. Sisostiene che questa reliquia fosse l’au-tentica scala prelevata dai resti delpalazzo del pretorio di Ponzio Pilato.

Dopo il fatidico viaggio di Elenaalla ricerca delle vere reliquie, preseavvio l’edificazione dei santuari cheavrebbero progressivamente costituitola costellazione dei “Luoghi Santi” in

tutta la cristianità. Lo scopo era evi-tare viaggi estenuanti e pericolosissimiverso la Palestina, avvicinando sem-pre più Gerusalemme ai fedeli. DallaTerra Santa si importarono nelle chie-se italiane reliquie vere di quei luo-ghi come i frammenti delle pietre delSepolcro, e anche oggetti deperibili,segni di devozione dei Cristiani di queiluoghi come: foglie di palme ed oliodelle lampade che ardevano presso ilSepolcro.

Per dare verosimiglianza alle “No-va Jerusalem” d’Italia portarono den-tro di esse anche i sassi della valle diGiosafat, l’acqua del Giordano, palmeda Gerico. La foglia di palma era l’og-getto che i pellegrini di ritorno dalla Ter-ra Santa portavano con sé a prova del-l’avvenuto viaggio, così come i pel-legrini del Cammino di Santiago por-tano una conchiglia dell’Oceano Atlan-

tico. In tutta la cristianità si diffuse laesigenza di costruire edifici sacri simi-li a quelli di Gerusalemme e di Be-tlemme. Si cercò di riprodurli me-diante allusioni simboliche architet-toniche nel loro aspetto generale. Unesempio sono le cupole arrotondate deibattisteri, simili alle cupole delle mo-schee della spianata dei templi. Anchei fregi lapidei delle facciate hanno quel-l’aspetto, a “scodella rovesciata” chericorda l’aspetto dominante cupolifor-me dell’architettura delle basiliche diGerusalemme.

L’esigenza di dare verosimiglian-za perfetta ai nuovi luoghi santi, det-te l’avvio anche al trasporto di terraprelevata a Gerusalemme, poi sparsanell’area destinata a diventare “NovaJerusalem”. Il prototipo di questi edifi-ci è la basilica “Santa Croce in Geru-salemme” che si trova vicina al com-

plesso lateranense. Questi luoghi di-vennero mete di pellegrinaggio per icristiani ammalati, o deboli, o troppoanziani, o semplicemente troppo po-veri per intraprendere il santo viaggioverso la Palestina.

La traslazione simbolica degli edi-fici, costruiti a somiglianza del SantoSepolcro, si associava a una traslazio-ne reale delle reliquie gerosolimitanein Occidente. La somiglianza dell’edi-ficio poteva riguardare l’intera basi-lica di Gerusalemme, oppure potevalimitarsi alla parte rotondeggiante del-l’abside, facendo riferimento all’edico-la che, al centro della rotonda, custo-diva i resti della grotta del Sepolcro.

Pertanto, le collinette rocciose, cheavessero una grotta sottostante, eranoideali per costruirvi questi templi si-mili al Santo Sepolcro. In molti cen-tri urbani si riscontra il fenomeno disantuari che oltre ad essere intitolatiai loro simili in Terra Santa, ne ripro-ducono le caratteristiche architetto-niche. L’aspetto tipico è simile allaplanimetria riprodotta qui sopra e l’o-rientamento dell’asse lungo dell’edi-ficio è disposto da occidente a Orien-te, nell’asse Est-Sud-Est, che è in di-rezione di Gerusalemme.

Non si può fare a meno di imma-ginare la basilica di Sant’Antioco in-serita, fin da allora, in questa costella-zione di luoghi santi: c’è la collina roc-ciosa, la grotta sottostante col corpodel martire, la forma circolare dell’ab-side, la cupola, l’orientamento versoGerusalemme. Inoltre c’è l’età dellabasilica. La lapide recante l’incisione“AULA MICAT...” trovata nella ca-tacomba del Santo, è scritta con carat-teri del latino del V secolo. Nel V seco-lo Sulci era una grande, ricca e potentecittà, sede vescovile. Il vescovo Vitaledi Sulci in quel periodo partecipò alConcilio di Cartagine.

In quel tempo era papa a Roma San-t’Ilario, che era succeduto a Leone Ma-gno, e che in suo nome aveva rappre-sentato Roma al concilio di Efeso inSiria. Ilario era sardo. Forse di Caralis,o forse di Sulci. Certamente veniva daquest’area del sud Sardegna. Non cer-to dal nord, dove i sardi erano idolatrati.

Contemporaneo dei vescovi sul-citani di quel periodo fu Ambrogio daMilano (337-397 d.C.). Egli nel 395fondò la basilica dei “Santi Apostoli”per emulare i grandi santuari edificatia Roma, a Costantinopoli e a Geru-salemme da Elena, con l’intento di ri-produrre i luoghi della morte e re-surrezione di Cristo.

Ambrogio fu maestro di due grandisanti: san Petronio di Bologna e san

Agostino di Ippona. Il vescovo Petro-nio (m. 450 d.C.) fondò a Bologna la“Sancta Jerusalem”. Un complessoarchitettonico urbanistico che ripro-duceva la chiesa del Golgota, il Mon-te Uliveto, la chiesa di San Giovanniin Monte, la chiesa dell’Ascensione, lavalle di Giosafat, e la piscina di Siloe.

San Agostino, dottore della Chiesa,fu il più importante allievo di Ambro-gio di Milano, ed era mauritano comeSant’Antioco. Nacque in quella terranel 354 e vi morì nel 430 d.C. I suoivescovi portarono le sue spoglie inSardegna dove rimasero 250 anni. Al-la scuola di Agostino si formò Fulgen-zio di Ruspe (460-533 d.C.), vescovo eteologo che lasciò molti scritti, e chevenne esiliato in Sardegna per ben duevolte. Qui addestrò alla teologia i ve-scovi sardi (di Caralis e Sulci). In quel-lo stesso passaggio di secolo era papaun altro papa sardo: san Simmaco.

Come si vede, il Sud Sardegna erafortemente cristianizzato. Qui si pro-fessava quel cattolicesimo rigorosa-mente fedele alla linea seguita da Am-brogio, Petronio ed Elena imperatrice.Questo traffico di uomini tra NordAfri-ca e Sardegna portava con sé un for-te scambio di notizie e idee.

Sulci e la sua chiesa non potevanoessere diversi dalle tendenze del tem-po. La tendenza del tempo era quelladi fondare le “Nuove Gerusalemme”.Verso queste mete devozionali si avvia-vano torme di pellegrini. I loro percorsisono rimasti storici: le vie francigene,le vie romee e il Cammino di Compo-stela. Il pellegrinaggio era necessarioper l’acquisizione delle indulgenze.

A questo punto, ci piacerebbe ave-re più notizie sui pellegrinaggi allachiesa di Sulci. L’unico dato probabileè che i pellegrinaggi verso questa ba-silica durano forse da 1.500 anni. Que-sta usanza radicata in tutta la Sardegnae il fatto che i sardi abbiano voluto ri-produrre nelle loro chiese il luogo delmartirio di Sant’Antioco, così comeè dimostrato dalle cappelle dedicate alsanto, presenti in 68 chiese della Sar-degna, ci conferma la radicata esigen-za di poter accedere idealmente a que-sta chiesa anche in condizioni di dif-ficoltà e di impossibilità. Un fenomenobene interpretato da Elena, Ambrogio,Petronio e da Bonifacio VIII.

Pertanto, l’apertura della Porta San-ta a Sant’Antioco, in questo “Giubi-leo della Misericordia”, può essere vi-sta come un rito probabilmente anti-chissimo, con il quale i credenti si sonosempre avvicinati, idealmente, al luo-go della Passione, Morte e Resurrezio-ne di Cristo.

I pellegrinaggi verso la Terra Santa presero avvio nel quarto secolo con Sant’Elena Imperatrice, madre di Costantino

Giubileo, viaggio ideale verso GerusalemmeI pellegrinaggi verso le vie francigene, le vie romee e il Cammino di Compostela, erano necessarie per l’acquisizione delle indulgenze.

Mario Marroccu.

Suor Antonia Costantina Mon-gili, il nome lo rivela, venivada Sedilo, patria dell’Ardiadi Costantino, per tutti i suoi

paesani San Costantino… aveva pre-so da consacrata il nome di Serafi-na, in onore di San Serafino, la cuicittà devota è proprio Sedilo contutto il territorio e i paesi vicini.

Era venuta a Carbonia in silenziocon due consorelle, Bernardina ePetronilla, che come lei, dopo un’e-sperienza di vita consacrata eranoapprodate alla congregazione delleSuore Domenicane dello Spirito San-to, e in silenzio, confidando nella prov-videnza, hanno portato avanti il loroapostolato: bambini da educare, ge-nitori da coinvolgere, impresa socia-le e cristiana. Abile imprenditrice,paziente educatrice, esemplare reli-giosa, trattava alla pari, funzionari edirigenti di enti e istituzioni, ottenen-do sempre opzioni vantaggiose.

Dalla struttura dell’ESMAS in viaFilzi a Serbariu, all’ex albergo ope-raio di via Mazzini, un cammino

trionfale frutto di tanta collabora-zione operativa e risposta ricono-scente ad una donna che sempre siè chinata sulle miserie della gente.Quanti bambini e bambine accoltigratuitamente nella scuola in mezzosecolo circa di presenza a Carbonia...La bella statua di San Domenico nelgiardino dell’asilo, ha una storia in-teressante che ha richiesto l’impegnodi tante persone. Il desiderio passio-nale di Suor Serafina, la caparbietàunita a quella del geometra Piras,hanno fatto dimezzare l’esorbitantecifra preventivata dallo scultore e cihanno dato l’opera d’arte, desidera-ta tanto e da tutti ammirata; un mar-mo bianco di Carrara, che sfida il tem-po, segno testimoniale del grande San-to, orgoglio dell’indomita Serafina.

Al vederla per tanto tempo in unlettino, prigioniera della malattia, eradifficile ripensarla indomita, attiva,creativa, strumento realizzatore del-l’opera del Signore… ma era lei stes-sa a dirlo “non sono più io… ho soloil desiderio di abbracciare il Padre

che perdona”… «Ho fatto tanto, nonmi pento di niente, ma oggi con l’e-sperienza di questo letto, senza dub-bio avrei fatto anche di più, ma spes-so in forma diversa»: i contenuti eciò che facciamo son sempre buoni,ma i modi spesso lasciano a deside-rare… siamo sempre in tempo a mo-dificarli… grazie suor Serafina perquesto insegnamento.

Uomini e donne che andavano atrovarla con arguzia ricevevano dalei oltre il sorriso amorevole, richie-ste di informazioni sui figli, sul la-voro, sulla salute, con ricerca amo-rosa di saperli bene, accompagnan-do espressioni ed esortazioni al be-ne e alla partecipazione cristiana.

La comunione quotidiana che leportavo era attesa ed era ormai di-ventata il vero sostentamento non so-lo per l’anima, ma anche per quel cor-po ormai smagrito e per quel sorrisosempre furbo: l’intelligenza argutaè sovente alimentata dall’amore perDio e gli uomini.

Amilcare Gambella

Si è spenta a Carbonia una suora in gamba che veniva da Sedilo

Suor Serafina, religiosa esemplare

ACarbonia ci sono due cas-sonetti veramente prov-videnziali e utili che, 24ore su 24, “accolgono”

indumenti da macerare e riciclare.La vita di questi stracci inservibilinon si spegne, ma dà lavoro nel no-stro territorio. Sta sorgendo ad Igle-sias, infatti, una ditta che, nel pie-no rispetto dell’ambiente, ricicleràquesti filati, dando loro nuova vitae, soprattutto, lavoro fresco a quantisi occuperanno di questa attività,mantenendo nel territorio un beneprezioso che altrimenti andrebbe adarricchire un “continente” già riccoe fiorente.

Inoltre, tale strategia persegui-rebbe la lotta contro la cultura dellospreco, secondo l’enciclica ultima diPapa Francesco, tanto attento allasalubrità dell’ambiente!

Comuni più piccoli del nostrohanno permesso di posizionare e di-slocare in punti strategici raccogli-indumenti usati, mentre Carboniae Iglesias, per giuste ragioni credo cistanno ancora pensando… su tuttociò precorrendo iniziative di altri,son state intelligentemente attive duepersone, nelle due città, che hannodato possibilità di posizionare duecassonetti che, soprattutto di notte,vengono letteralmente presi d’as-salto da giovani e spesso anziani, chenon sanno come disfarsi di indumen-ti, che la raccolta differenziata sol-

tanto raramente permette di lascia-re per strada, in quanto il loro ritiroè veramente raro; del resto, se poifossero abbinati al secco, sarebberopersi irrimediabilmente!

Questa si che è chiarezza, chequalcuno invoca, altre affermazioniinvece superficiali e polemizzanti,riconfermano, indirettamente percontrasto l’utilità del servizio che li-bera le case, specie di persone anziane,di cose inutili ed ingombranti, chespesso per affetto son conservate daanni ed ormai nessuno vorrebbe opotrebbe utilizzare e indossare.

Diverso è il discorso di abiti usa-ti/nuovi che associazioni di volon-tariato distribuiscono e, in modo par-ticolare alcune persone con grandeimpegno, li passano appena rice-vuti dal primo “indossatore-dona-tore” al secondo “fruitore-benefi-ciario”, con grande discrezione ecarità, senza accantonarli quindi pertanto tempo e senza fargli percor-rere irrimediabilmente la via del ma-cero, senza nessun utilizzo praticoed efficace, come una distribuzioneveloce, immediata, capillare e per-sonale richiede.

Con queste riflessioni è bene ri-marcare che in città c’è un impegnoa far bene, a essere presenti e ri-spondenti ai richiami delle neces-sità della popolazione, ma spessoc’è qualcuno che sospetta interessisotterranei, non certo dei volontari,

ma di altri che potrebbero carpire la“generosità ingenua” di chi è di-sponibile a risolvere i bisogni, per-sone che generosamente non si pon-gono il problema del “non tocca ame” ma intervengono prontamentecon amore e silenzio discreto.

Un articolo recente, su un quo-tidiano, fa pensare che il diritto dicronaca, spesso abusato e abusante,può produrre danni non voluti, percui, affermazioni superficiali, appa-rentemente tendenziose, sono statecucite insieme ad arte e in contestirecenti di disapprovazione di fattidubbi, avvenuti altrove; c’è il rischio,ancora una volta, di dar ragione alcane dell’ortolano che non mangiala verdura, ma abbaiando, non la famangiare neppure agli altri.

O Mitos Deloi Oti, la favola inse-gna che… occorre parlare con daticerti, che se non si conoscono van-no richiesti a chi veramente sa, sen-za porre dubbi su chi lavora disin-teressatamente con grande sacrifi-cio. Occorre positività, non dubbio sospetti, verso chi con grande for-za d’animo e coraggio opera nelsociale. Se poi si tratta di personedi fede, bisogna essere ancor piùattenti perché, il dubbio civile po-trebbe coinvolgere anche il campospirituale… e i danni allora forsemaggiori andrebbero comunqueriparati.

A.G.

A Carbonia è attivo il servizio di raccolta degli abiti usati

Abiti usati da indossare o da macerare

La Basilica di Sant’Antioco.

Il giornale on line www.laprovinciadelsulcisiglesiente.comprossimamente diventerà anche web tv.

L’informazione dal Sulcis Iglesiente in tempo reale.

IL NUMERO 289 5-8.qxp_IL NUMERO 181 3/10 09/02/16 16:50 Pagina 2

6 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

L’attuale crisi economica im-pone un nuovo modo di ri-pensare le modalità di ge-stione di ogni organizzazio-

ne sia pubblica che privata. Le pa-role d’ordine sono diventate: ridurregli sprechi, aumentare la produttività,essere più competitivi.

Per fare fronte alla crisi di soste-nibilità del SSN, condizionata dal-l’inderogabile necessità di risparmidiretti e immediati, il Governo haspesso scelto la strategia dei taglilineari (taglio dei posti letto, bloccodelle assunzioni, etc.).

La mancanza di un programmadi governo su come gestire le ormaicroniche misure di austerità, ha resoancora più grave e caotica la situa-zione nelle singole regioni, ognunacon le sue soluzioni o pseudosolu-zioni (vedi riduzione o accorpamen-to delle Asl), ma alla fine si rischiadi cadere sempre lì: aumento dei tic-ket, tagli del personale (blocco delturn over), riduzione dei servizi.

Eppure, se vi fosse la volontà deidiversi portatori di interessi, non sa-rebbe difficile proporsi l’obiettivodi tenersi stretto un servizio sanita-rio equo e di qualità anche per i cit-tadini del Sulcis Iglesiente, pur inpresenza di risorse scarse. Le idee ele esperienze non mancano.

Tra le varie fonti da cui attingereutili informazioni, proponiamo uninteressante articolo di Nino Carta-bellota, rivisitato ed adattato alla no-stra realtà.

In condizioni di crisi economica,la sostenibilità di tutte le attività pro-duttive può essere garantita con duestrategie: la più diffusa è quella di in-vestire meno risorse, l’altra consiste nel-l’ottenere migliori risultati dalle risor-se investite evitando gli sprechi, chesecondo Taiichi Ohno (ideatore delsistema di produzione Toyota) sonotutte le «attività umane che consuma-no risorse senza produrre valore».

Il modello di Ohno nasce nel mon-do industriale, ma è un riferimento in-dispensabile per i Commissari Straor-dinari e/o Direttori Generali o delleAziende Sanitarie, innanzitutto per-ché distingue, in maniera netta, l’ef-ficienza dalla produttività:

- l’efficienza è il rapporto tra irisultati (outcome) - sopravvivenza,guarigione, riduzione della disabilità,miglioramento della qualità di vita -e le risorse investite (input);

- la produttività è il rapporto trai prodotti (output) e le risorse inve-stite (input).

Ad esempio, l’efficienza di unaU.O. di Ortopedia e Traumatologiapuò essere documentata dal numerodi pazienti che, dopo un intervento diprotesi d’anca, riprendono una re-golare deambulazione, mentre la suaproduttività è attestata dal numerod’interventi eseguiti per posto letto.Se oggi è abbastanza semplice mi-surare la produttività, la valutazionedell’efficienza è condizionata dallacapacità di misurare gli esiti di salutea breve, medio e lungo termine.

Di conseguenza, l’approccio at-tuale al management sanitario è gui-dato prevalentemente dalla produt-tività (volumi di prestazioni) senzatener conto dell’appropriatezza de-gli interventi sanitari erogati che do-vrebbero essere erogati «al pazientegiusto, nel momento giusto, per lagiusta durata, nel posto giusto e dalprofessionista giusto».

In realtà, per un’azienda sanitaria,migliorare gli esiti di salute e man-tenere una produttività elevata nonsono obiettivi reciprocamente esclu-sivi, come dimostra Muir Gray nelsuo saggio How to Get Better Valuein Health Care, adattando i sette stepdel modello Toyota alle organizza-zioni sanitarie. Muir Gray’s thesis is asimple one, but it has profound con-sequences: «Here is now a new termthat will become the pre-eminentterm for the next twenty years andthat term is ‘value».

Massimizzare l’utilizzo di strut-ture e tecnologie.

Sweat the assets è un motto dif-fuso nel mondo industriale che enfa-tizza la necessità di massimizzare l’u-tilizzo delle risorse strutturali e tec-nologiche. Ad esempio, nella nostrarealtà, è impensabile continuare a cre-dere che nel nostro ospedale, suddi-vido in due stabilimenti (o come li

vogliamo chiamare), possano anco-ra sussistere due Chirurgie Generalio due Ortopedie e Traumatologie chesvolgano la stessa attività, senza riu-scire a differenziare le linee di attività.

Ridurre le scorte di magazzino. L’utilizzo tempestivo delle scor-

te di magazzino è un punto crucialedel modello Toyota, disatteso oggidalla maggior parte delle organizza-zioni sanitarie.

Col termine scorte viene identi-ficato tutto ciò che giace fermo in at-tesa di un evento. Si tratta, dunque, diun tempo durante il quale non vieneaggiunto alcun tipo di valore.

Le scorte non creano valore e, per-tanto, sono sprechi che fanno aumen-tare i costi occupando spazio, richie-dendo manutenzione e trasporto. Inol-tre i materiali immagazzinati posso-no, talvolta, peggiorare la loro qualità.

Esempi di sprechi per scorte incampo sanitario possono essere:

- i letti non occupati per mancatapianificazione pur avendo lunghe li-ste di attesa;

- i farmaci o diagnostici accu-mulati (spesso con scadenze ravvi-cinate);

- i campioni biologici in attesa dianalisi;

- i risultati di indagini diagnostichein attesa di essere tradotti in referti;

- i referti in attesa di essere uti-lizzati;

- la richiesta di un numero di unitàdi sangue superiore al necessario;

Ridurre gli staff non-clinici. Il lavoro dei professionisti sanitari

richiede uno staff tecnico-ammini-strativo, i cui costi incidono in ma-niera imponente sui bilanci delle

aziende sanitarie. Per ridurre questocapitolo di spesa (accanto all’outsour-cing di alcuni servizi come ristora-zione, sanificazione, manutenzione,etc) l’approccio più efficiente è ri-durre il carico di lavoro degli am-ministrativi (ad esempio miglioran-do l’informatizzazione e centraliz-zando la loro dislocazione e le infor-mazioni) e di conseguenza il loro nu-mero. Decentrare personale ammi-nistrativo, solo perché residente inquel centro urbano, non porta nessunvalore e crea spreco.

Ridurre gli sprechi di tempo. Il tempo dei professionisti sani-

tari, la risorsa più preziosa, dovrebbeessere impiegato primariamente nel-l’assistenza e, in minor misura, in altreattività. Invece, ci sono troppe atti-vità time-wasting: riunioni senza spe-cifici obiettivi e/o che non raggiun-gono conclusioni, ricerca affannosa direlazioni, dati e varie attività ammini-strative. Senza contare che può avereun ritorno limitato anche il tempo de-dicato alla formazione (ad esempioper attività formative inefficaci nelmodificare i comportamenti profes-sionali).

Spesso, per di più, il concetto dilavoro viene confuso con quello dimovimento. Il lavoro utile è quel par-ticolare tipo di movimento che pro-duce valore. Invece i movimenti im-produttivi possono essere suddivisiin spostamenti e in azioni improdutti-ve. Gli spostamenti possono rendersinecessari a causa di layout mal dise-gnati o strutture inutilmente sovra-dimensionate.

Le azioni improduttive sono, nor-malmente, dovute al mancato studioergonomico del posto di lavoro.

Lo spreco di movimento può es-sere messo in evidenza, in molti casi,da un indicatore che mette in corre-lazione il tempo effettivamente im-piegato nell’aggiunta di valore e iltempo complessivo dell’operazione.

Ad esempio un lavoro che viene svol-to da un operatore in 10 minuti ed ècostituito da 6 minuti di lavoro e 4minuti di movimento per prendere ipresidi necessari ha un contenuto dilavoro pari al 60%.

Esempi di questo tipo di spreco odi muda, per dirlo in giapponese, sono:

- andare da un collega per chie-dere un parere;

- spostarsi da una stanza all’altraper completare una sequenza;

- cercare strumenti non compre-si nei set chirurgici.

Nei processi produttivi vengonoinoltre attuate delle operazioni checelano degli sprechi. Questo è legatoad una scarsa progettazione dei pro-cessi stessi e/o ad una tecnologia spes-so inadeguata.

èpossibile eliminare questi sprechicercando di eliminare quelle attivitàche non aggiungono valore, quali:

- scrivere a mano ogni volta i da-ti del paziente su richieste o etichet-te, non utilizzando le applicazioni in-formatiche messe a disposizione;

- richiedere indagini diagnostichenon previste dai protocolli diagno-stico-terapeutici;

- trascrivere dati da un referto nel-la cartella clinica;

- attuare procedure infermieristi-che già fatte;

- effettuare controlli ridondanti.Erogare l’assistenza nel “posto

giusto”. Numerosi ricoveri ospedalieri

sono inappropriati perché l’appro-priatezza di setting è condizionatada gravi carenze strutturali-organiz-zative: ad esempio, i cosiddetti bed-blockers (anziani con patologie mul-

tiple ricoverati per una fase acuta del-la malattia) non possono essere di-messi dall’ospedale sia per carenza diposti letto in lungodegenza, riabilita-zione, sia per l’ancora insufficientesviluppo dell’assistenza domiciliare.

Questi pazienti influenzano ne-gativamente le performance ospe-daliere, sia in termini di produttività(meno posti letto disponibili), sia diefficienza (eventi avversi conseguen-ti all’ospedalizzazione prolungata).A livello territoriale, l’assistenza po-trebbe essere migliorata attraversoil potenziamento della rete del me-dico di medicina generale, del pedia-tra di libera scelta (MMG/PLS), edell’infermiere, affidando a questoultimo un ruolo da protagonista e pro-ponendo in particolare due articola-zioni della professione: l’infermieredi famiglia e gli ambulatori infermie-ristici, entrambi strumenti che pos-sono essere ritenuti fondamentali peril futuro dell’assistenza sul territorio,migliorando l’appropriatezza delleprestazioni e abbattendo i costi. L’in-fermiere di famiglia è un infermiereche si occupa di assistenza in colla-borazione con il MMG/PLS, operan-do in sinergia con in una zona deli-mitata, come ad esempio il quartieredi grosso un centro urbano come Car-bonia o Iglesias, un paese o una pic-cola comunità. Questa nuova figurainfermieristica potrebbe assistere ma-lati cronici, anche a domicilio, oppurei malati in fase acuta che non richiedo-no, tuttavia, cure intensive o praticabiliesclusivamente in ospedale: Si pensialle epidemie influenzali, a persone ap-pena dimesse dall’Ospedale che ne-cessitano di medicazioni o trattamentifarmacologici, a pazienti che pratica-no dialisi domiciliare, alle neo mam-me alle prese con l’allattamento e losvezzamento. Il malato potrà quindiessere assistito dall’infermiere diret-tamente presso il proprio domicilio,con la prospettiva di contribuire a

ridurre gli accessi al Pronto Soccorso,le degenze ospedaliere, nonché le riam-missioni, operando insieme al MMG/-PLS, come filtro per quegli eventi pa-tologici gestibili con successo, o ad-dirittura come maggiore efficacia, alivello domiciliare.

Anche gli ambulatori infermie-ristici (possibilmente collocati nelleCase della Salute), il cui accesso sa-rebbe subordinato alla apposita pre-scrizione del MMG o del medico spe-cialista, potrebbero produrre la ridu-zione dei tempi di attesa per le pre-stazioni, del numero e della durata deiricoveri ospedalieri, delle richiestedi intervento, degli accessi in ProntoSoccorso e delle riammissioni ospe-daliere. Costituirebbero ancora, unpunto di riferimento concreto per lapopolazione bisognosa di informa-zioni, sicurezze ed una risposta sa-nitaria adeguata.

Migliorare l’appropriatezza del-le risorse umane.

La riorganizzazione delle risorseumane dovrebbe essere guidata dallacompetence dei professionisti uti-lizzati. In particolare, il tempo di quelliparticolarmente competenti non do-vrebbe essere impiegato per attivitàche potrebbero essere eseguite conla stessa efficacia/sicurezza da altricolleghi. Continuare a ribadire chein Azienda ci sono numerosi chirur-ghi, ostetrici o ortopedici non signi-fica niente, se non si valutano le di-verse competenze di ciascuno di loroe il miglior impiego possibile. Nel-l’ambito dell’ottimizzazione dellerisorse umane, e dei possibili spre-chi, è costituito la difficoltà di rias-segnazione del personale con ridot-te capacità lavorative (inidoneità al-la mansione e/o idoneità con pre-scrizioni/limitazioni del medico com-petente). è indispensabile, basandosisu metodi e criteri già esistenti divalutazione dei rischi, giungere, conaggiustamenti progressivi, ad un ap-proccio sempre più sistematico dianalisi delle richieste funzionali dellavoro in grado non solo di favorireun’adeguata condizione lavorativaper tutti i soggetti con giudizio di nonidoneità (temporanea o permanente)alla mansione ma, soprattutto, garan-tire, attraverso un reasonable accomo-dation (ragionevole accomodamen-to), un’adeguata collocazione lavo-rativa a tutti coloro che sono assog-gettati ad una o più limitazioni/pre-scrizioni

La corsa all’armamento tecnolo-gico: affannosa, costosa e rischiosa.

Consistenti evidenze scientifichedocumentano sovra utilizzo (overuse)a tutti i livelli dell’assistenza sanita-ria e da parte di diverse professionisanitarie e discipline specialistichea causa di determinanti multiple: ilcontinuo turn over delle tecnologiesanitarie, la medicina difensiva, leeccessive aspettative di cittadini epazienti.

è indispensabile l’attivazione diuna seria politica di Health Techno-logy Assessment (HTA) per evitareil moltiplicarsi di ecografi o tomo-grafi (ma anche di strumenti traspor-tabili, portatili e palmari come i Pointof care testing), che vengono utiliz-zati solo per alcune ore durante l’ar-co della giornata.

Risulta ripetutamente documen-tato da almeno un decennio da evi-denze scientifiche indipendenti e staalla base di ogni processo di HTA:

- che non sempre una diagnosiprecoce migliora la prognosi;

- che numerose false innovazionitecnologiche aumentano rischi e co-sti senza alcun beneficio per i pazientie che esiste un elevato tasso di inap-propriatezza prescrittiva non condi-zionato esclusivamente dalla medi-cina difensiva;

- che a livello internazionale si sonoaffermati numerosi movimenti cul-turali sotto il segno di “less is more” inItalia sostenuto da Slow Medicine acui hanno aderito numerose societàscientifiche identificando le pratichea rischio di inappropriatezza;

- che la relazione tra intensità del-l’innovazione tecnologica ed esiti disalute non è affatto lineare.

Inadeguato coordinamento dellaassistenza tra vari setting di cura.

Sono gli sprechi conseguenti al“rimbalzo” del paziente tra settingassistenziali diversi, in particolare tra

ospedale e territorio perché il coor-dinamento dell’assistenza è partico-larmente critico nei pazienti con ma-lattie croniche, nei quali l’assisten-za a livello di cure primarie deve es-sere integrata con interventi speciali-stici e ricoveri ospedalieri, utilizzandotutte le strategie della transitional care.Per superare la cultura ospedale-cen-trica e la sterile dicotomia ospedale-territorio serve una diversa articola-zione di setting assistenziali per in-tensità di cura e modalità avanzate diintegrazione socio-sanitaria, oltre aduna riorganizzazione dei servizi sa-nitari con modelli sovra-aziendaliper condividere percorsi assistenziali(PDTA), tecnologie e competenzeprofessionali.

Uno degli obiettivi fondamentalidi ogni azienda sanitaria dovrebbeessere quello di distruggere le bar-riere (The Lancet le chiama “confi-ni tribali”) che separano i medici dimedicina generale dagli ospedali, lasalute fisica da quella mentale, l’as-sistenza sanitaria da quella socialeattraverso la sperimentazione delChronic Care Model (CCM). Si trattadi un modello su cui si basa l’inno-vativa gestione delle malattie croni-che, che richiede una profonda e im-pegnativa riorganizzazione delle cu-re primarie e la distruzione delle bar-riere di cui sopra, ma soprattutto ri-chiede di “innalzare l’orizzonte delsistema sanitario dalla malattia allapersona e alla popolazione”.

Dopo 15 anni di esperienze in varipaesi, il bilancio dell’applicazione diquesto modello è estremamente po-sitiva, come dimostra l’ampia lette-ratura sull’argomento.

Frodi e abusi. Negli anni si è radicata una vasta

rete del malaffare che sottrae prezioserisorse alla sanità pubblica partico-larmente esposta a fenomeni oppor-tunistici, perché caratterizzata da va-riabili di complessità, incertezze,asimmetria informativa, qualità po-co misurabile, conflitti di interesse,corruzione, estrema variabilità delledecisioni manageriali e politiche, cherendono il sistema poco controlla-bile: di conseguenza, ingenti quan-tità di denaro sono esposte a condi-zionamenti impropri, che determi-nano varie tipologie di frodi, abusi eillegalità, sottraendo preziose risorseal SSN. Per la gravità morale e ladimensione economica del fenome-no la lotta alla corruzione dovrebbeentrare a pieno titolo nei programmidi controllo della spesa sanitaria.

Introdurre la lotta agli sprechi nel-la nostra ASL, non sarà certo facilee incontrerà molta resistenza, laddo-ve una mentalità “a lotti” fatta di ope-ratori con monoabilità e monofun-zione è sempre in agguato e ormairadicata nel DNA culturale di troppidirigenti e professionals;

Nella nostra quotidianità siamoancora pieni di “tavole delle scuse”,che ci impediscono di accettare ilcambiamento.

La vecchia tavola delle scuse.1) Questo tipo di lavoro si può

solo fare così 2) Non sapevo che fosse urgente 3) Ciò non è di competenza della

mia UOC/Dipartimento/Direzione4) Nessuno mi ha detto di anda-

re avanti 5) Sto aspettando un segnale

diok da parte del Direttore Generale6) è il suo lavoro - non il mio 7) Aspetta il ritorno del Direttore

e chiedilo a lui 8) Mi sono dimenticato 9) Non credevo fosse importante 10) Sono talmente sovraccarico

che non ce la faccio 11) Mi sembrava di avertelo detto12) Non sono certo stato assunto

per far queste cose.E ancora... La nuova tavola delle scuse.1) Questo è il modo in cui abbia-

mo sempre fatto 2) Dammi retta, non c’è un modo

migliore 3) In questo modo funziona di certo 4) Ma perché dobbiamo cambia-

re - siamo già occupatissimi 5) Ci abbiamo già provato in pas-

sato: non funziona 6) Dirigenti e consulenti... Sono

solo capaci di incasinarci 7) Vuoi forse dire che siamo dei

fessi a lasciare le cose così??? 8) Impossibile 9) Il tempo di attrezzaggio non si

può ridurre ulteriormente 10) Se controlliamo le prestazioni

i Direttori di Struttura si incazzano. è evidente, che una buona gestio-

ne delle risorse umane all’interno diuna Direzione Sanitaria/Dipartimen-tale o delle professioni sanitarie de-ve incidere trasversalmente, e signi-ficativamente, su quelle che sono leprospettive anche dal punto di vistaeconomico e finanziario del pazien-te/cliente.

Last, but not least; è bene ricor-dare a Commissari Straordinari e fu-turi Direttori Generali che sono loroche autorizzano la spesa di denaro pub-blico per «promuovere, manteneree migliorare la salute fisica e psichi-ca di tutti i cittadini» e che ogni tan-to farebbero bene ad applicare la fi-losofia del lean thiking e a perderemeno tempo in attività time-wasting.

Bibliografia1 American College of Physicians.

The Advanced Medical Home: APatient-Centered, Physician-Gui-ded Model of Health Care. January22, 2006

2. Bonpresa T., Napoli E., Les-sico Lean, Quaderni Alenia Aero-nautica 4/5, 2008

3. Nino Cartabellotta, Migliora-re efficienza e produttività dei siste-mi sanitari: la ricetta Toyota controgli sprechi, in “Angolo di penna” ilSole24ore sanità, 20-26 settembre2011

4. Coleman K et al. Evidence onthe Chronic Care Model in the newmillennium. Health Affairs 2009;28:75-85.

5. Galgano A., Galgano C., Il si-stema Toyota per la Sanità, Guerri-ni e Associati, Milano 2006

6. Gavino Macciocco, Un altroprogramma di governo della sanitàè possibile, Salute Internazionale,22 dicembre 2014

7. Gray, J.A. Muir, How to GetBetter Value Healthcare. Offox Press,2011

8. Napoli E. Tonchia S., Lean Ma-nagement, Sole 24 ore, Milano 2010

9. Bernardo Nicoletti, La meto-dologia del Lean € Digitize, Mila-no, Franco Angeli, 2010.

10. Ohno T,. Toyota ProductionSystem: Beyond Large-Scale Pro-duction, Diamond, Tokio, 1978 -versione italiana: Lo spirito Toyota.Il modello giapponese della qualitàtotale. E il suo prezzo, Torino, Ei-naudi, 2004

11. Rother M., Shook J., Lear-ning to See La mappatura del flussodel valore per creare valore e elimi-nare i muda, Lean Enterprise Insti-tute, Massachussets 1999, Edizioneitaliana a cura di Galgano e Asso-ciati.

Graziano LebiuAntonello Cuccuru

Alcune proposte concrete per una possibile eliminazione degli sprechi anche nell’Azienda sanitaria locale di Carbonia

Per un servizio sanitario equo e di qualitàTra gli obiettivi fondamentali dovrebbe esserci l’abbattimento delle barriere che separano i medici di medicina generale dagli ospedali.

L’ospedale Sirai di Carbonia. L’ospedale CTO di Iglesias.

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7La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

Sono stati presentati a Carbonia i risultati del progetto di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico

L’azzardo non va considerato un giocoIl progetto, finanziato con un bando del comune di Carbonia, è stato realizzato dall’associazione ASSI.GAP Onlus.

Donato Santone è il nuovoDirettore della Filiale del-le Poste di Cagliari; su-bentra a Teresa Lilliu, chia-

mata a ricoprire un analogo incaricoin Lombardia.

Nato a Chieti, Santone ha rico-perto svariati ruoli prima negli uffi-ci postali e poi assumendo incarichidi responsabilità direttiva e gestio-nale in diversi settori dell’Azienda.In Sardegna è ormai di casa. Il suoprimo incarico nell’Isola risale al2008 quando ha assunto il ruolo diResponsabile commerciale del set-

tore imprese. Trasferito a Caserta, hafatto rientro in Sardegna nel 2012, conl’incarico di Direttore della Filialedi Cagliari, ruolo riassegnato ora dopoun periodo trascorso in Campania.

Donato Santone è chiamato a di-rigere l’intera attività della Filialedi Cagliari, una delle più importantid’Italia: 149 Uffici Postali, dei quali31 nel Sulcis Iglesiente e 26 nel Me-dio Campidano, 577 sportelli infor-matizzati e collegati in rete, 77 AreeProdotti Finanziari, separate dalla salaal pubblico e presidiate da personalequalificato.

Donato Santone è il nuovo direttoredella Filiale delle Poste di Cagliari

Donato Santone.

èmorto il 18 gennaio, a Vil-laperuccio, all’età di 82anni, vittima di un infartofulminante, Antonio Cri-

sioni, “Su cantadori”.Nato a Villaperuccio nel 1933,

Antonio Crisioni ha lavorato neicampi dell’agricoltura e dell’alle-vamento ma ha sempre avuto unagrande passione per il canto sardo,per il quale aveva grande talento.Fu protagonista della prima esibi-zione pubblica nel 1954, all’età di21 anni, nel suo paese. Negli annisi è confrontato con poeti di asso-luto valore, tra i quali Antonio Ariu,Antioco Aresu e Giuseppe Bandi-nu. Uno dei poeti ai quali AntonioCrisioni si è ispirato maggiormenteè stato Giovanni Broi (1908-1985),celebre cantadori originario di Igle-sias.

Le sterrinas del cantadori di Vil-laperuccio sono celebri per il rife-rimento a scene bucoliche e perso-

naggi immaginari. Una delle piaz-ze in cui Antonio Crisioni si è esi-bito quasi tutti gli anni è quella diVillasimius, paese a cui è stato mol-to affezionato grazie anche all’a-micizia che lo legava ai versadorislocali. Salì per la prima volta sulpalco di Villasimius nel 1977 e gliimprovvisatori con i quali si è con-frontato sono stati Fideli Lai, Mar-cello Matta e Anselmo Melis. Suquel palco, durante la sua lungacarriera artistica, Antonio Crisioniha partecipato a circa sessanta can-tadas.

La scomparsa di Antonio Cri-sioni ha portato grande dolore ecommozione tra parenti, amici equanti hanno avuto modo di cono-scerlo ed apprezzarlo durante la sualunghissima carriera artistica, durataoltre 60 anni.

Villaperuccio ha dato l’estremo salutoad Antonio Crisioni, “Su cantadori”

Antonio Crisioni.

La Provincia del Sulcis IglesienteQuindicinale di informazione politica, economica e sociale

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Perché poi l’assurdo è...farmi cullare dal tuo profumo,

assaporare la tua pelle e bruciare di te...

Camminare lungo il tuo silenziosenza scegliere i passi...Scivolare sul tuo corpo

danzando sulle musiche dell’anima

e poi sussurrare...e ad occhi chiusi ammiccare!

Sorridere di te ed accarezzarti i capelli,

ansimare... aspettare

ed infine capireche la vita...

ha già scelto per te!

Se anche tu desideri veder pubblicato un tuo pensiero, una tua poesia... non esitare,

rivolgiti subito a:[email protected] aspettare oltre...

a volte realizzare un sognosembra impossibile ma... mai dire mai!

Nadia Pische

Anche quest’anno, in oc-casione delle festività na-talizie, l’associazione“Progetto Evoluzione”

ha regalato un ampio carosello diemozioni portando in scena, comeormai di consueto da ben 13 annila rassegna “Gospel Explosion”.

Direttamente dalla Carolina delSud, i Tony Washington Gospel Sin-gers hanno scaldato i cuori dei nu-merosissimi spettatori raccolti lungoil loro tour, portando tutti a cantaree ballare senza mai aver voglia dismettere.

Un canto che si è librato nell’aria,un canto sgorgato dal cuore, unapreghiera che cerca la pace, unapreghiera che invoca l’amore, che hasemplicemente un unico colore... ilcolore della vita... dono prezioso cheomaggiano attraverso le loro me-lodie.

Voci calde, ora forti, potenti e po-co dopo delicate, quasi sussurrate...voci magnetiche che trascinano glispettatori nel loro mondo di reli-giosità nera dove si prega cantando.

Intervistati in albergo, è stato

molto facile parlare con loro, certonon lo sarebbe stato senza l’aiutodi Elisabetta, ma quando dico faci-le, non mi riferisco alla lingua, mami riferisco al loro modo di essere...semplice ed umile, persone che

vengono da vite normali, da storiecomuni... come quella di Tony, illeader del gruppo, che nella vitasvolge il mestiere di elettricista... eride di cuore alla mia battuta quando

gli dico che ho capito quella luce cheemana sul palco cos’è: la luce dellelampadine che monta ogni giorno...

Gli altri componenti del grupporidono e salta fuori che... uno si oc-cupa di numeri da mattina a sera, eun’altra lavora in un call center... poiperò c’è anche l’insegnante di canto...

Gli chiediamo in coro se avesse-ro piacere di tornare in estate e lo-ro, felici, strabuzzano gli occhi epuntano il dito verso il direttore ar-tistico della rassegna, Gianni Melis,che, sorridendo ammicca e dice so-lo: «Money money!!!»

Una ventata di solarità e positi-vità quella che ci hanno lasciato pri-ma di andar via, con la promessa divolare sempre più in alto, ci lascia-mo con la voglia di rivederci pre-sto per quel connubio di persone estorie di vita che solo la musica saregalare...

Non so se li rivedremo ma so percerto che li ricorderemo...

A presto amici... cantanti delcuore... un cuore che vibra per lostesso credo...

N.P.

Il gospel... quando la musica sgorga dal cuore... Tony Washington Gospel Singers

Tony Washington.

Ricordo quando qualcheanno fa... mi trovavo a IsLoccis con la classe nel-la quale insegnavo sto-

ria, ci eravamo recati a visitare ilpiccolo medau «riportato alla lu-ce dei bei tempi» dalla famigliadel luogo.

Il nonno, che purtroppo non c’èpiù, parlando ai miei bambini disseloro che andava a scuola scalzo...ma era felice! A quel punto, i mieialunni mi guardarono e dissero qua-si in coro: «Felice? Ma se andavaa scuola a piedi e non aveva nean-che le scarpe!»

Ecco, l’esempio appena letto,racconta un fatto magari troppoestremo... sinceramente andare ascuola senza scarpe... non è qual-cosa che vorrei fare, ma andare apiedi quello sì, magari se venissea chiamarmi una collega, comequando in prima media passavala mia amica e vicina di casa Vit-toria Livesi che mi sgridava percome avevo la camicetta tutta ab-bottonata sino al collo, convinta,

io, che quella fosse la moda!Erano davvero belle quelle cam-

minate sino a scuola... la medianumero 3, la scuola di via dellaVittoria, di questi tempi chiama-ta «scuola secondaria di primogrado».

Strada facendo, incontravamotanti altri compagni e insieme, ri-dendo e scherzando, arrivavamo adestinazione. Non eravamo maiin ritardo, ci alzavamo alle 7.00 delmattino, facevamo una ricca co-lazione e una volta pronti, alle 8.00in punto uscivamo da casa... inclasse entravamo tutti puntuali...il docente faceva l’appello e subitoiniziava la lezione.

Alle elementari, successiva-mente denominate scuola prima-ria, dopo l’appello recitavamo lapreghiera, era un momento ma-gico, tutti concentrati a chiederea Gesù di aiutarci ad essere piùbuoni con i genitori e con la mae-stra.

Alla ricreazione si stava tuttiinsieme, si andava in cortile a gio-

care a... pincaro, regina reginella,quattro ladroni, la bella lavande-rina, la pecora è nel bosco, la po-vera cieca, ruba bandiera, moscacieca, luna monta, mamma è cot-to il pane, la danza del serpente,rosa rosella...

Erano i nostri giochi preferitie ci divertivamo un mondo... ave-vamo il tanto necessario per es-sere felici.

Oggi la tecnologia e le corsequotidiane ci vogliono portare via«il nostro vecchio modo di vive-re»... attenzione riprendiamoce-lo al più presto!

Questo non vuol dire che do-vremmo bandire la tecnologia masolo farne un uso più moderato...promuoviamo i giochi all’aria aper-ta, i giochi di società, i giochi neicortili e la comunicazione... met-tiamoci d’accordo su whatsapp mapoi incontriamoci, la partitella dipallone facciamocela dal vivo enon col videogioco... insomma tor-niamo indietro nel tempo...

Nadia Pische

Mamma mia ti prego fammi tornare bambina...voglio tanto ritornare indietro nel tempo...

Sono stati presentati il 19 gen-naio, a Carbonia, i risultati delprogetto di prevenzione econtrasto al gioco d’azzardo

patologico “Azzardo: non chiamia-molo gioco” rivolto agli alunni dellescuole medie inferiori.

Il progetto, finanziato tramite ban-do dal comune di Carbonia, è statorealizzato dall’Associazione ASSI.-GAP Onlus Associazione Sarda perlo Studio e gli interventi sul gioco diazzardo patologico, in collaborazionecon le scuole cittadine e la ASL 7.

Alla conferenza stampa hanno par-tecipato Maria Marongiu, assessoredelle Politiche sociali, Lucia Amori-no, assessore dell’Istruzione e for-mazione, Nanni Cerina, presidentedell’ASSI.GAP Onlus, Martina Car-ta, psicologa collaboratrice dell’as-sociazione e le rappresentanti dellescuole medie inferiori Sebastiano Sat-ta e Don Milani che, insieme allaScuola Camilla Gritti, hanno aderitoal progetto.

L’assessore Maria Marongiu el’assessore Lucia Amorino hanno evi-denziato l’importanza del percorsoproposto ai ragazzi, pensato per darecorrette informazioni sul fenomeno,prevenire gli effetti negativi del gio-co d’azzardo e sensibilizzare i giova-ni e le loro famiglie sui pericoli le-gatialle ludopatie.

Il presidente dell’ASSI.GAP On-lus, Nanni Cerina, ha ricordato che ilcomune di Carbonia è particolarmen-te sensibile a queste tematiche: è unodei primi in Sardegna ad aver adot-tato un regolamento sulle sale gio-co, estendendo (primo in Sardegna) lelimitazioni previste per le sale da giocoalle agenzie di scommesse e sale bin-go. Carbonia è anche uno dei pochicomuni sardi a promuovere corsi diprevenzione per un problema grave-mente sottovalutato e pericolosamentediffuso in tutta Italia e in Sardegna inparticolare, dove il dato sul gioco diazzardo è più alto del 25% rispetto allealtre Regioni.

L’intervento dell’ASSI.GAP Onlus

prevedeva la somministrazione di unquestionario per rilevare i comporta-menti dei più giovani, intraprendendoun percorso che dimostrasse ai ra-gazzi che il “gioco d’azzardo” non èun gioco, non conserva nulla del val-ore ludico del gioco (socializzazione,divertimento e crescita), al contrariocrea dipendenza, provocando proble-mi alla salute, a livello fisico e mentale.

Il 40,5% dei 380 ragazzi, tra i 10 ei 15 anni, delle scuole coinvolte haspeso soldi, almeno una volta, in giochid’azzardo, di cui quasi la metà (49%)nell’acquisto di gratta e vinci e il 31%in altri giochi come lotto, superenalottoe ticket redemption (giochi con preminon in denaro).

La psicologa Martina Carta, cheha studiato i risultati dei questionari,ha rilevato che i ragazzi conosceva-no il problema, ma in modo superfi-ciale. Pur conoscendo il fenomeno ei rischi, i giovani studenti non ne ri-conoscevano la gravità, proprio perla leggerezza con cui socialmente sispendono i soldi in qualsiasi formadi gioco d’azzardo, facendolo sem-brare innocuo e nascondendo le sueterribili conseguenze.

Il problema fondamentale, infat-ti, è che le cartelle da grattare nellasperanza di una vincita in denaro, qui

come nel resto d’Italia, non sono per-cepite come gioco d’azzardo, comese il fenomeno fosse “cronicizzato”o “normalizzato”. Mentre fenomenicome la droga creano allarme sociale,il gioco d’azzardo non viene disappro-vato, al contrario è tollerato, sottova-lutato e promosso continuamente dallediverse campagne pubblicitarie.

è necessario incidere profonda-mente su queste abitudini e produrreun cambio culturale in cui l’azzardonon sia più la normalità, ma sia rico-nosciuto per quello che realmente è:un pericolo.

I ragazzi, che in Italia hanno unaccesso troppo facile a qualunque ti-pologia di azzardo, non devono es-sere esposti, neppure indirettamente,a slot machine, gratta e vinci o giochion line.

Di questo devono rendersi contosoprattutto i genitori, principali figu-re di riferimento dei giovani. Alcuniragazzi hanno frequentato e frequen-tano le sale giochi per minori situatein Sardegna (non nel Sulcis), spessoaccompagnati dagli stessi genitori,che presumibilmente ignorano il po-tenziale danno per la salute psicofisi-ca dei propri ragazzi: la fascia adole-scenziale è quella con una maggiorepropensione al rischio ed una più al-ta vulnerabilità, che la rende perico-losamente esposta alla possibilità disviluppare una dipendenza.

L’interesse, la curiosità e la parteci-pazione dei ragazzi al progetto “Az-zardo: non chiamiamolo gioco” è sta-to, comunque, molto positivo. Questodato fa ben sperare nei risultati del-l’azione formativa.

Il prossimo passo sarà la presen-tazione dei risultati a ciascuna scuolacon una discussione capace di coin-volgere insegnanti, genitori e ragaz-zi. Si lavorerà anche per allargare iltarget coinvolto, con il plesso scola-stico che non ha potuto partecipareper problemi organizzativi interni, econ le scuole superiori di competenzadell’ex provincia di Carbonia Igle-sias.

Nanni Cerina.

L’angolo della poesia a cura di Nadia Pische

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8 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

Pasta, riso, olio, zucchero, omogeneizzati e alimentiche permetteranno di venire incontro ai bisognialimentari di un buon numero di famiglie igle-sienti in difficoltà. È questo il frutto della dona-

zione affidata alla Caritas diocesana di Iglesias domenica20 dicembre, in occasione dell’evento “Miracolo di Na-tale”: la manifestazione ideata circa 20 anni fa da Genna-ro Longobardi, per la prima volta realizzata anche a Igle-sias, grazie alla generosa collaborazione di un gruppo divolontari, associazioni, artisti e semplici cittadini che sisono prodigati nella promozione e nell’organizzazionedell’evento.

Tale donazione rappresenta la prima raccolta del neo-nato progetto denominato “Emporio della solidarietà”:un’importante iniziativa che la Caritas diocesana di Iglesiassta per attivare insieme a parrocchie, movimenti e asso-ciazioni ecclesiali che da sempre sostengono chi si trovain difficoltà.

Alcune settimane fa Le Figlie della carità di San Vin-cenzo, col referente dell’Emporio, hanno ultimato l’inven-tariazione dei beni donati, secondo quantità e scadenze deiprodotti. Quelli deperibili, insieme ai panettoni e ai pan-dori, sono già stati assegnati attraverso una suddivisionefra le parrocchie.

Gli iglesienti hanno risposto generosamente all’appelloe di questo tutti i beneficiari ne saranno certamente grati.

A seguire l’elenco dettagliato dei prodotti raccolti:

È stata raccolta anche una certa quantità di giocattoli,fra cui peluche, giochi da tavolo, bici ed anche passeggi-ni e accessori utili per i neonati, che la Caritas diocesanaha distribuito a parrocchie, associazioni (come ad esem-pio la sezione iglesiente dell’ABIO) o a famiglie segna-

late dalla rete ecclesiale della solidarietà.La Caritas diocesana di Iglesias ha espresso sentimenti di

gratitudine per quanti, a titolo personale o rappresentandouna qualche realtà istituzionale o associativa, si sono spe-si nel rendere possibile questa iniziativa, auspicando pe-raltro che possa ripetersi anche in futuro.

Hanno dato un contributo alla buona riuscita dell’ini-ziativa, oltre a diverse realtà ecclesiali (fra cui Sodalitas,che ha pure contributo al trasporto dei viveri, diverse co-rali polifoniche e l’Azione Cattolica diocesana), anche: ilComune di Iglesias; la Scuola Allievi Carabinieri; il Co-mando della Guardia di Finanza; la sezione locale dellaAssociazione nazionale Finanzieri d’Italia; il Comando del-la Polizia di Stato; il Comando dei Vigili del Fuoco; la se-zione locale dell’Associazione nazionale Marinai d’Italia;l’Associazione culturale “Arti e mestieri”; Music Artser-vice e Sitvchannel; Gennarta; la Pro Loco; il Centro Pri-vatAssistenza onlus; l’Associazione “Progetto per Iglesias”;il doposcuola “Allegramente”; l’Associazione “Disoccu-pati Iglesias”; il gruppo “Uniti si può”; il gruppo Scout

“Iglesias 2”; l’associazione “Manuntza e Pilloni”; l’Eu-ralcoop e il supermercato Pam di Iglesias; la sezione delSulcis Iglesiente dell’Unicef; la “Libreria Duomo” di Igle-sias; l’Associazione “verde azzurro Pan di Zucchero”; laCooperativa sociale “Santa Margherita”; l’Istituto GiorgioAsproni e il Liceo Scientifico Artistico; l’Associazioneculturale “Ugolino”; la “4 mori immobiliare”; Radio Ar-cobaleno e Radio Iglesias; l’ASD Scuola calcio; la Con-sulta giovani di Iglesias; l’Associazione “Quartiere Fon-tana”; il gruppo “Musici, sbandieratori Santa Lucia”; CralFMS ARST Iglesias e Carbonia; la Parruccheria “Manidi forbice e hair 3.0” e “Feel Good” Scuola di Danza.

La Caritas diocesana, nel ringraziare tutte queste realtà,si scusa per aver eventualmente omesso di far riferimentoa quanti hanno preso parte all’iniziativa, pur non essendostati menzionati. Un ringraziamento particolare lo rivolgeall’organizzatore locale dell’evento “Miracolo di Natale”,Riccardo Aru, per aver voluto coinvolgere la Diocesi diIglesias, la quale rinnova pure l’invito, a tutta la cittadinan-za, a rendere quotidiana la sensibilità dimostrata, nelpreoccuparsi dei bisogni dei più deboli, in un territoriosegnato drammaticamente dalla mancanza di lavoro edai problemi sociali, riguardanti in particolare il mondogiovanile.

Grande successo per l’iniziativa ideata circa 20 anni fa da Gennaro Longobardi e organizzata dalla Caritas diocesana di Iglesias

Gli iglesienti hanno realizzato il miracolo di NataleI prodotti raccolti sono stati totalmente conferiti alle parrocchie iglesienti, al convento di San Francesco e all’associazione Sodalitas.

La Giunta regionale ha stan-ziato 400.000 euro per il sal-vamento a mare 2016. Lerisorse regionali integre-

ranno quelle statali, che ammonta-no a 406.000 euro.«Stiamo investendo in sicurezza

e vogliamo destinare 800mila europer il salvamento a mare - ha dettoDonatella Spano, assessore dellaDifesa dell’Ambiente con delega al-la Protezione civile -, raddoppiandola cifra impegnata lo scorso anno. Èla prima volta che la Regione inte-gra con risorse proprie i fondi stata-li.»«Nei mesi scorsi, con grande an-

ticipo sulla prossima stagione bal-neare, abbiamo deciso questa pro-grammazione per proseguire il gran-de lavoro di rinforzo alla sicurezzae all’incolumità delle persone ini-ziato con la Protezione civile - haaggiunto Donatella Spano -. Nel farlo

non vogliamo però lasciare sole leamministrazioni comunali che de-vono garantire il servizio in un mo-

mento problematico per la scarsitàdi risorse. In questo modo, propriograzie ai fondi regionali, vedranno

un’anticipazione di contributi già ainizio della stagione balneare.»«Naturalmente - ha concluso Do-

natella Spano - la prevenzione restasempre la prima e la più importanterichiesta rivolta a tutti.»

La Regione ha stanziato 400.000 euro per la stagione 2016

Le risorse per il salvamento a mare

LATINIAVino dolce da vendemmia tardiva di uve Nascodei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” -del Basso Sulcis della Sardegna.Vino mediterraneo, caldo, solare che,servito a 10°-12° C, esalta il desserte partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.

Ha ricevuto il “Premio speciale”“miglior vino dolce dell’anno” 2002e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”

Cantina SantadiVia Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012

Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.

Nonostante le pessimecondizioni meteorologi-che, alla presenza di unnutrito pubblico, il 16

gennaio scorso nella sala Alcoa diPortoscuso si è svolta la presenta-zione del libro “Il Cammino delleRadici”, scritto a quattro mani da Er-nesto Valdes e Anna Maria Murtas.

Il libro, edito da Giampaolo Cir-ronis, ha lo scopo di recuperare e ferma-re su carta l’identità e la memoria sto-rica della comunità di Portoscuso.

Si narra di Portoscuso... della ton-nara, di “Su Pranu”, delle industrie,di varie attività lavorative, ma tuttorigorosamente raccontato dai suoiabitanti. Gli stessi che poi compaio-no negli alberi genealogici attraver-so i quali si scoprono i legami fa-miliari, la derivazione, la discenden-za... i ceppi principali perché poi gliultimi ceppi si conoscono e nel casonon dovessero comparire si possonosempre aggiungere.

Questa ricostruzione è stata resapossibile grazie ad un’analisi anagra-fico-genealogica condotta per capire“Chi siamo e da dove veniamo!”

Il libro si apre con la preghiera del

Padre Nostro in lingua sarda, qual-che pagina più in là e troviamo il te-sto della canzone di Portoscuso e poitante storie di uomini e donne, mentrediverse foto raccontano avvenimentisportivi e di feste.

Tra le pagine scritte uno stralciodi una poesia di Antonio Nurra...

... Ci siamo persi nella nebbia diun mondo che non riconosciamo.

Le fabbriche sono spente adesso.C’è un silenzio assordante in un

mare di ruggine...Poche parole che esprimono dav-

vero tanto... il dispiacere, il doloreper aver deturpato un territorio pa-radisiaco, che tanto ci avrebbe po-

tuto dare in opportunità dal punto divista turistico.

Un libro, quello dei due autoriportoscusesi, che apre le porte ad unavolontà di estendere la ricerca ge-nealogica sperimentata nel loro paeseanche ai piccoli centri che si affaccia-no sulla costa del Sud-Ovest sardo:

Carloforte, Calasetta, Sant’Antioco,San Giovanni Suergiu e Gonnesa.

Le rilevazioni sono già comincia-te e l’interesse da parte degli attoriin scena nei paesi citati è alle stelle...allora non resta altro che darvi ap-puntamento al prossimo libro...

Il Cammino delle Radici cammina!Nadia Pische

È stato presentato il libro di Ernesto Valdés e Anna Maria Murtas

Alla scoperta del Cammino delle Radici

Avviso pubblico per manifestazione di interesse per la concessione in comodato di porzione del piano rialzatodello stabile delle “ex scuole elementari” ad agenzia formativa accreditata per formazione professionale

AVVISO

A seguito della determina dirigenziale del 01.02.2016 n. 31, è stato pubblicato l’avviso per la concessionein comodato dei locali indicati in oggetto.

L’avviso e la documentazione di gara sono richiedibili alla Segreteria dell’Ente, tel. 0781/887813 fax0781/899149 o visionabili sul sito dell’Ente www.comune.calasetta.ci.it, sezione bandi di gara e contrattihttp://albopretorio.comune.it/calasetta/Trasparenza/bandigaracontratti.aspx .

Scadenza presentazione offerte: ore 10.30 del giorno 03/03/2016.

Calasetta, 01.02.2016

Il Responsabile del servizio dott.ssa Loreta Armeni

La spiaggia di San Nicolò, a Buggerru.

Gli iglesienti hanno risposto generosamente all’appello.Alimento Unità di misura Quantità

Pasta di semola kg 835Zucchero semolato in pacchi kg 333Riso (in diverse varietà) kg 87Sale fino e grosso kg 87Legumi secchi kg 27Latte litri 260Olio di semi e per friggere litri 71Olio extra vergine di oliva litri 24Passata di pomodoro litri 189Pomodori pelati in lattina gr. 400 litri 320Omogeneizzati vasetti 409Pomodori pelati in lattina gr. 800 confezioni 134Legumi in scatola gr. 400 confezioni 159Biscotti confezioni 208Caffè gr. 250 confezioni 69Merendine confezioni 78Fette biscottate e confezioni 45Pane per tramezzini confezioni 41

Alimento Unità di misura QuantitàTonno in scatola gr. 160 confezioni 52Tonno in scatola gr. 80 confezioni 168Carne in scatola confezioni 40Pastina per bimbi confezioni 18Biscotti bimbo confezioni 25Panettoni e pandoro astuccio confezioni 58Panettoni e pandoro cellophane confezioni 18

COMUNE di CALASETTA (CI)(Tel. 0781/887813 - Fax 0781/899149)Mail: [email protected]

Codice fiscale 01708200926

Un momento della presentazione nella Sala Alcoa della Biblioteca comunale.

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9La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

Il 26 dicembre, l’associazione cul-turale Sardinian Events, ha re-galato, ancora una volta, la ma-gica rievocazione della nascita

di Gesù bambino.L’evento, patrocinato dal comune

di Portoscuso, rappresentato sul luogodall’assessore dei Lavori pubblici,Turismo, Spettacolo e Manifestazio-ni culturali Attilio Sanna, ha entusia-smato grandi e piccini che in tanti so-no accorsi. Il pubblico, attento e silen-

zioso, ha seguito con interesse sia leperformance parlate, sia quelle can-tate dalle splendide voci della corale...di Sant’Antioco. Il tutto, reso partico-lare dalla splendida presenza di Da-vide, un bimbo di un mese e 20 gior-ni, “prestato” dai genitori per inter-pretare l’importante ruolo di Gesù bam-bino. Uno spaccato di realtà invece èstato donato dalla presenza di un asi-nello, di due pecore e di due agnelli-ni.. tutti perfettamente calati nel lororuolo. Tra gli interpreti, Gaddo, unsimpatico e curioso asinello di pro-prietà di Giovanni Porcu.

Il 6 gennaio il presepe vivente, piùprecisamente la Sacra Famiglia, hainvece accolto la carovana dei Magi cheha sfilato per le vie del paese, donan-do, nonostante il vento e la pioggia, nonpoche emozioni.Regale la partecipazione dei magi

a cavallo, seguiti dalle loro mogli e dalpopolo desideroso di raggiungere ilbambin Gesù nel giorno dell’Epifa-nia, giorno in cui si rivela ai Potenti.Raggiunta la capanna, in località

Sa Caletta, i Magi hanno donato oro,incenso e mirra al Bambinello che, da-te le condizioni atmosferiche, non erapiù il piccolo Davide, ma una statuettadi gesso. Ad incorniciare l’evento re-ligioso, si è aggiunta una manifesta-zione della pace che, nel pomeriggiodi domenica 24, ha coinvolto la clas-se terza, quarta e quinta della scuolaprimaria dell’Istituto Comprensivo diPortoscuso.Il corteo si è snodato dalla piazza

del municipio per le vie del paese cheportano alla Caletta e tra canti e poe-sie sulla pace ha raggiunto la Caletta.

Un bouquet di palloncini bianchie rossi a forma di cuore è volato incielo dalle mani dei bambini a signi-ficare la speranza di pace per tutti.Alla marcia per la pace è seguita

la premiazione “Piccoli artisti delNatale”, tutti i bambini che hanno par-tecipato al concorso hanno ricevuto unpiccolo dono ed un attestato di parte-cipazione, alcuni hanno avuto un do-no e una menzione speciale e tre perogni classe sono stati premiati con un

dono e un diploma di merito.Allietata dalle dolci note della chi-

tarra e della voce di Carlotta Calabrò,la serata si è conclusa con un nutellaparty per la gioia di grandi e piccini.Un impegno serio e costante quel-

lo portato avanti dall’associazione gui-data da Leo Basilio Pusceddu, che cir-condato da un capace ed abile staff,ha modo di far rivivere il passato del-la tradizione e della cultura cristiana,puntando su un presente che chiederadici ferme per un futuro fatto di va-lori.

Nadia Pische

Si sono concluse, con la Marcia per la Pace, le iniziative organizzate per Natale e fine anno dall’associazione Sardinian Events

Portoscuso ha rivissuto le emozioni del NataleNei locali della vecchia tonnara, fino al 31 gennaio, è stato possibile visitare il presepe monumentale e quello meccanico.

Il volo dei palloncini.L’arrivo dei re Magi a “Su Pranu”.

Il 31 gennaio, a Portoscuso, chachiuso i battenti la mostra deipresepi di “Su Pranu” allestitadall’associazione “Sa Fabbrica”.Visitare la mostra è stato un mo-

mento emozionante sia sul piano re-ligioso sia su quello artistico.Il primo presepe è stato ambien-

tato nella Campania del ‘700, delperiodo in cui, in seguito alla scoper-ta di Pompei, si diffondeva la volon-tà di riportare in vita il valore e labellezza del mondo classico. È que-sto il motivo per cui il Bambinello nongiace in una stalla o in una grotta,bensì tra le colonne, elemento tipicodel periodo storico che si vuol farrivivere.Le statue, fatte interamente a ma-

no, sono costruite con grande mae-stria e vestite con abiti curati anchenei minimi particolari. Ogni statuaha la sua identità, diversi sono i vol-ti, diverse le espressioni. Siamo da-vanti ad un mondo, che pur nellastaticità delle pose, rivela un note-vole dinamismo; sono rappresenta-te persone il cui movimento sembraessere stato momentaneamente fer-mato da una macchina fotografica,che riesce comunque ad evidenziare

tutta la meraviglia per il fatto mira-coloso appena annunciato.Sono stati necessari due anni di

lavoro che hanno visto impegnatevarie persone con diverse abilità ar-

tistiche, mirabilmente armonizzatetra loro, indice di un sentire comunee di un profondo legame artistico espirituale.Il secondo presepe rappresenta

il mondo sardo, che esiste ormai nelricordo, ma che riesce comunque adesercitare un notevole impatto sullenostre menti. A fine gennaio i presepisono stati smantellati, mentre sareb-

be decisamente valido che anche aPortoscuso la bellezza diventasse unaofferta permanente.

Anna Maria MurtasErnesto Valdés

Il 31 gennaio ha chiuso i battentila mostra dei presepi di “Su Pranu”

Una parte del presepe allestito a “Su Pranu” dall’associazione “Sa Fabbrica”.

Il giornale on line www.laprovinciadelsulcisiglesiente.comprossimamente diventerà anche web tv.

L’informazione dal Sulcis Iglesiente in tempo reale.

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10 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

F orbici ef o l l i a ,versionei ta l iana

della fortunatacommedia ShearMadness (vincitri-ce del Premio Ed-gar in America,

del Premio Moliere 2014 e del premioMiglior commedia, a Parigi) è stataprodotta dalla Artisti Associati di Go-rizia, in collaborazione con l’associa-zione culturale Artù di Roma. Lo spet-tacolo noir, contrariamente a quantosi possa intuire dal genere, è risultatoessere divertente e coinvolgente findall’ingresso in sala: sipario aperto,scenografia a vista, musica disco dif-fusa ad alto volume e cast quasi inte-ramente schierato e già calato nel ruo-lo. Trasportata nel salone da parruc-chiere di una città italiana (in questocaso sarda, infatti gli attori, simpati-camente - di regione in regione - cita-no il nome della città in cui si trovanoe quello dei paesi limitrofi) si snoda«la storia surreale di un assassinio conpochi indizi e troppi moventi» di cuiil pubblico diviene unico testimone,chiamato ad individuare il vero col-pevole. Divenendo coprotagonisti del-lo show gli spettatori vengono coin-volti dagli attori durante un’esibizio-

ne innovativa, interattiva e ben coor-dinata dalla regia di Marco Rampoldi,che ha curato la versione italiana deltesto con Gianluca Ramazzotti ed èriuscito nell’impresa di abbattere laquarta parete e «di creare un gioco dicontrasti e di tante possibili verità».Ha contribuito alla causa il cast che,come dicevamo, ha dimostrato note-

voli capacità di improvvisazione: daRoberto Ciufoli (ex Premiata Ditta)a Nino Formicola, da Max Pisu a Ni-ni Salerno, fino a Michela Andreozzie Barbara Terrinoni, mentre il disegnoluci è affidato ad Alessandro Iacoan-geli, i costumi ad Adele Bargilli e lescene, curatissime, ad Alessandro Chiti.

Così, in una mattinata apparente-mente tranquilla, nell’appartamento so-pra al salone, si consuma l’uccisionedi un’anziana musicista e ricca pos-sidente: chi sarà il colpevole? Il par-rucchiere effeminato, la sciampistasvampita, un finto antiquario o unacliente alto borghese? Qual era la na-tura del rapporto di ciascuno con la

vittima? A cercare di risolvere il ca-so, ricostruire la scena del delitto edinterrogare i testimoni saranno un com-missario e un agente speciale della Po-lizia (Salerno e Pisu, in ottima forma);il pubblico di Carbonia ha fatto il re-sto, meritando - per la partecipazionee la simpatia - i complimenti della com-

pagnia, espressi sulle pagine de L’U-nione Sarda.

Ben lontano dalla sua iniziale natu-ra drammatica il testo, scritto da unopsicologo atto a studiare i processi in-terpretativi della realtà, nel 1976 vienemodificato da Bruce Jordan e Ma-rylin Abrams, mentre la trasposizio-ne teatrale nell’attuale forma di com-

media è di Paul Portner; un testo uniconel suo genere ed aperto al contribu-to del pubblico, che ne modifica -ogni volta - i connotati. Dalle note diregia: “Forbici & Follia” mette l’ac-cento sulle fragilità umane e il movi-mentato gioco delle passioni celatedietro lo scintillio di specchi e vetra-

te: quel che accade sulla scena, realtào illusione, potrebbe succedere nellavita vera, fuori dallo spazio protettodel teatro, dove lo sguardo non sispinge oltre l’apparenza, e l’imprevi-sto è sempre dietro l’angolo. Nei tonileggeri e umoristici della commedia,anche il delitto diventa più sopporta-bile, come avviene con i normali fat-

ti di cronaca che si leggono sui gior-nali, finché l’idea del male resta cir-coscritta ad un episodio, e si può con-tinuare a pensare all’assassino comea uno sconosciuto, un mostro tra noi.

«La pièce di Paul Portner porta al-la luce proprio l’aspetto più inquietan-te dell’ordinaria follia, quell’apparente

normalità che cela a volte abissi d’o-dio, e viceversa ricorda quanto sia fra-gile e preziosa la vita che può esserespazzata via per sempre da un ciecoimpeto d’ira, da un atto brutale e ir-responsabile, le cui conseguenze nonpotranno più essere corrette.»

Il 4 marzo, alle 20,45, andrà inscena la magia del “Sogno di unanotte di mezza estate”. Liberamenteispirato all’opera di William Shake-speare, per la regia di Ruggero Cap-puccio. Un’intrigante e moderna ri-lettura del capolavoro dell’artista eli-sabettiano, in un allestimento di EnteTeatro Cronaca - Vesuvioteatro condue interpreti d’eccezione: Isa Danielie Lello Arena, accanto a Fabrizio Vonae Renato De Simone, Enzo Mirone,Rossella Pugliese, Antonella Roma-no, con la regia di Claudio Di Palma.

«Nel perimetro simbolico dellasala di un antico palazzo napoletano,Titania e Oberon attivano una dram-maturgia di capricci e smanie ridu-cendo le sorti degli uomini a fragilitrame da vecchi teatri dei burattini».

Il 4 febbraio è andato in scena“Mobilit-Azione”, spettacolo di“corpi in esposizione” ispirato all’ar-te espressionista del Teatro ActoresAlidos che recensiremo nel prossimonumero.

Cinzia Crobu

Al Centrale il CeDAC ha proposto uno spettacolo noir divertente e coinvolgente, ambientato in un salone da parrucchiere

Il pubblico protagonista di “Forbici e follia”Nel cast dello spettacolo Roberto Ciufoli, Michela Andreozzi, Max Pisu e Nini Salerno, per la regia di Marco Rampoldi.

Una delle scene più divertenti di “Forbici e follia”. Le indagini del commissario hanno coinvolto il pubblico del Centrale.

Combattere il disagio e ladispersione scolastica at-traverso delle borse di stu-dio da assegnare ad alunni

le cui famiglie sono in un disagioeconomico tale da non poter lorogarantire il proseguo degli studi al-l’Università. Con questo obiettivola Caritas diocesana, organismo pa-storale della diocesi di Iglesias, hapromosso il progetto “Iscola deMaduridàde”. Consentirà di istitui-re 60 borse di studio, dell’importodi 500,00 euro ciascuna, suddivise in20 borse per anno per tre anni con-secutivi. Saranno destinate in fa-vore dei ragazzi più meritevoli dellequinte classi delle scuole seconda-rie di secondo grado del territorioche, privi di un supporto familiarea causa di condizioni economicheavverse, corrano il rischio di nonpoter avere accesso all’Universitànel prossimo triennio.

Il progetto è stato presentato nelcorso di una conferenza stampa pres-so il seminario vescovile “MariaImmacolata” ad Iglesias. L’ideaprogettuale, nata dalla lettura co-stante delle fragilità del territorio daparte della Caritas, si avvale dellacollaborazione di altri Uffici pasto-rali della Diocesi tra cui l’Ufficioper i problemi sociali e il lavoro ela Pastorale Giovanile già attivi,insieme alla Caritas diocesana,

nell’ambito del “Progetto Policoro”.Ad illustrare il progetto sono

stati il vescovo di Iglesias monsi-gnor Giovanni Paolo Zedda, il di-rettore della Caritas diocesana,Raffaele Callia ed il gruppo deglianimatori che si avvale di un’equi-pe formata da Isabella Rosas, An-tonio Melis, Francesco Manca, Fe-derico Cocco, Elena Sanna CarlaLai e Simone Cabitza che lavore-ranno nelle scuole e appartengonoalle diverse pastorali diocesane.

«Iniziative della Caritas sonooccasione per tutta la comunità cri-stiana - ha detto il vescovo di Igle-sias, monsignor Giovanni PaoloZedda - occasione per capire quelloche abbiamo e anche per migliora-re le possibilità di intervento e sen-sibilizzare le persone a non chiu-dersi ma ad aprirsi a venire incontroalle difficoltà che si presentano.»

Il progetto è finanziato dal “Fon-do CEI 8xmille Italia” e si rivolge

agli studenti delle scuole seconda-rie di secondo grado del Sulcis Igle-siente, la provincia più povera d’I-talia. L’obiettivo è combattere il di-sagio e la dispersione scolastica, siaattraverso un’azione di mentoringscolastico sia con l’istituzione di bor-se di studio.

«I giovani sono il presente ehanno bisogno oggi, non domani,di essere accompagnati offrendo del-le opportunità che passano attraver-so un tema cardine come quello del-l’istruzione - ha spiegato RaffaeleCallia - direttore della Caritas delladiocesi di Iglesias -. Se vogliamocambiare questo territorio dobbia-mo cercare chiaramente di favori-re le condizioni di occupazione e dilavoro ma dobbiamo anche creareuna generazione adeguata a questocambiamento e la cultura e l’istru-zione sono ingredienti irrinunciabi-li.»

Il risultato che si propone il pro-getto è duplice. Da un lato tutelareil diritto allo studio per almeno 60giovani maturandi del territorio, dal-l’altro favorire la formazione di seigiovani impegnati nelle realtà ec-clesiali ed accompagnarli nella co-stituzione di un’associazione di pro-mozione sociale che si occupi di ero-gare servizi nel campo dell’educa-zione inclusiva.

Tito Siddi

Presentato il progetto contro disagio e dispersione scolastica

60 borse di studio con “Iscola de Maduridàde”

Recen-t e -men-te so-

no andato al Su-percinema diCarbonia e hovisto il film diChecco Zalone

“Quo vado”, come ha fatto un italia-no su sei. Alla fine di questo artico-lo, se avrò recuperato - come mi au-guro - i dati di quanti a Carbonia so-no andati a vederlo, avrò un quadrocomparativo col quale estrapolaredati più attendibili, limitatamente alnostro territorio. Siamo in ogni difronte a un fenomeno di costume,con tutto ciò di positivo che esso puòcomportare. Mi spiego meglio.

Tutti coloro che per età anagra-fica, e io tra questi, abbiamo cono-sciuto l’epoca d’oro del Cinema, consale cinematografiche piene, brusiodi pubblico e scorrazzare di bam-bini durante l’intervallo; di silenzioassoluto durante la proiezione e, afine film, di saluti e sorrisi con per-sone che non vedevi da una vita.Tutti, dicevo, ci siamo divertiti: ilfilm è bello, originale e divertente;di alto valore sociale; scollacciatoquanto basta da non scandalizzarei bambini - che certe battute le ca-piscono meglio di noi - né gli adulti(a meno che questi ultimi non siano

stati tanto ipocriti da scandalizzar-si per loro). I più piccoli e i più gio-vani perché non avevano ancoraconosciuto pienoni simili al cine-ma; i più anziani perché abbiamorivissuto tempi andati da quaran-t’anni. In migliaia abbiamo abban-donato per una volta i polizieschi,le fiction, i cartoni animati, i gio-chi a premi e banalità simili che cipropina la TV. Per accorrere a unospettacolo che alla fine è piaciutoa tutti.

è quantomeno strano che sia sta-ta proprio la tecnologia - la televi-sione appunto - a dirottare la genteverso le sale cinematografiche. Peruna volta la pubblicità (propinatacontinuamente, sino a non distin-guere più il programma dagli spot;che ci insegna cosa mangiare e co-sa no; come curarci; quali stili divita adottare, eccetera), ha avuto unesito positivo. L’unica pubblicità cheabbiamo visto in silenzio in sala èstata quella delle prossime proiezio-ni cinematografiche. Poi più nulla perun’ora e mezzo.

Tuttavia gli amanti ad oltranzadella TV non hanno nulla da teme-re: indietro non si torna. Questo fe-nomeno di costume, comunque siastato innescato, aiuterà noi tutti ariscoprire anche il Cinema di qua-lità. Soprattutto se, come sembra,anche il Cinema ci darà una mano

offrendoci non solo cinepanettone.Avremo in tal caso trovato la stra-

da per vedere su piazza un film chetenga cartello almeno una settima-na e consenta a tutta la popolazio-ne del territorio di poterne usufrui-re anche nei giorni feriali con scontidi lunedì. Forse arriveremo addi-rittura ad apprezzare quanto di buonola TV trasmette.

In conclusione, se avremo piùCinema di qualità (il buon teatro ègià una realtà), la gente verrà più spes-so a trovarci e potrà scoprire che lacittà di Carbonia può offrire altreopportunità, che abbiamo tante as-sociazioni funzionanti.

Segnalo tra tutte la Pro Loco chenon ha assolutamente scopi di lu-cro, ma che attende da ben 37 annidall’Amministrazione comunaleuna sede nel centro storico e unUfficio Turistico degno di questonome, come ogni Pro Loco che sirispetti.

La nostra Pro Loco che ha avutoanch’essa il suo periodo d’oro sinoa tutti gli anni ’80, quando, per pri-ma nel territorio del Sulcis Iglesien-te, s’inventò il Carnevale (sino ven-timila spettatori) e la Marcialonga(sino a quattromila partecipanti),tanto per citare le iniziative più riu-scite. Portando a Carbonia migliaiadi persone dall’hinterland.

Mario Bazzoni

Il cinema di qualità, col teatro, può aiutare a conoscere meglio la città

“Quo vado”, il film di Zalone che piace a tutti

Ha riscosso notevole inte-resse e una calorosa par-tecipazione di pubblicola manifestazione orga-

nizzata dalla scuola media “Vitto-rio Angius” e patrocinata dal co-mune di Portoscuso, per celebrarela giornata mondiale della memo-ria che si è tenuta presso la sala Al-coa, lo scorso 28 gennaio.

Durante la serata, dal titolo “Pernon dimenticare…”, gli alunni, pre-parati dalle docenti di lettere, edu-cazione musicale e strumento, si so-no esibiti eseguendo brani musicaliintercalati da parti recitate.

Il primo ad entrare in scena è sta-to il coro delle classi prime. Gli stes-si ragazzi si sono cimentati anchenella lettura dell’alfabeto della Shoah.

A seguire le classi seconde e ter-ze con lettura e recitazione di passitratti dai romanzi più celebri.

Non è mancata neanche un’in-teressante selezione di poesie.

Infine, gli alunni dell’indirizzomusicale hanno magistralmente ese-guito brani tratti dalle colonne so-nore dei film più celebri.

«È stata l’occasione per condi-videre insieme alla comunità di Por-toscuso il lavoro fatto con i nostriragazzi che troppo spesso rimane

chiuso all’interno delle aule scola-stiche» ha dichiarato la professo-ressa Zini referente del progetto.

I ragazzi delle classi terze, in

primavera, porteranno a termine illoro “viaggio nella memoria” visi-tando il campo di concentramentodi Auschwitz-Birkenau.

Iniziativa della scuola media “V. Angius” per la giornata della memoria

“Per non dimenticare” gli orrori della Shoah

Cinzia Crobu.

Alcuni dei giovani che hanno partecipato all’iniziativa.

èdifficile concentrarsi e tro-vare le parole giuste per rac-contare di lui... in chiesa miguardo intorno e vedo sguar-

di smarriti, volti segnati dall’incre-dulità della notizia... Don AlfredoTocco ci ha lasciato, non è più tra noi...anche se in verità noi non lo vediamo,

ma lui è accanto a noi proprio come hasempre fatto... Chiedo alle personeche conosco di raccontarmi di lui...

«Un padre, un vero padre, dispo-

sto ad aiutare tutti senza chiedere mainulla in cambio», queste sono le pa-role che riecheggiano sulla bocca ditutti. Elisabetta Sedda, un’adolescen-

te di Carbonia dice: «Don Alfredomi tranquillizzava sempre, aveva leparole giuste per consolarmi e ras-serenarmi in ogni occasione...»

Gli articoli completi sono consul-tabili nel sito www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com .

Nadia Pische

L’improvvisa scomparsa ha colpito profondamente tutta la comunità

Carbonia in lacrime per Don Alfredo Tocco

Il corteo funebre lungo il viale Cimitero.Don Alfredo Tocco.

Mario Bazzoni.

La conferenza stampa.

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11La Provincia del Sulcis IglesienteAnno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

Il campionato di Promozione entra nella fase decisiva con le due migliori squadre sulcitane protagoniste al vertice della classifica

Monteponi e Carbonia sono in corsa per i play-offIn coda alla classifica, il Carloforte è in crescita ma anche l’Atletico Narcao, nonostante il forte ritardo, non è rassegnato.

Si sblocca Giuseppe Corona, il26enne bomber di Baruminiarrivato dal mercato autun-nale, e il Carbonia rivede la

luce nel girone A del campionato diPromozione regionale. Una sua dop-pietta ha gettato le basi per la vittoriacasalinga sul Sant’Elena che ha con-sentito alla squadra di Andrea Maron-giu di scavalcare quella quartese, ag-ganciare la Monteponi (bloccata sul-lo 0 a 0 ad Arbus) al terzo posto, a unsolo punto dal Bosa (battuto dalla Fras-sinetti, a Elmas, dopo 17 risultati utiliconsecutivi) e a sei dalla capolista Or-rolese (fermata sul 2 a 2 sul campo delSiliqua di Titti Podda).Il campionato entra nella fase de-

cisiva (mancano dieci giornate alla finedella stagione regolare) con una clas-sifica ancora molto incerta e le duesquadre sulcitane grandi protagoniste,in piena corsa per l’accesso ai play offo anche per un riaggancio alla primaposizione che porta alla promozionediretta in Eccellenza, nel caso l’Or-rolese, oggi grande favorita per i cin-que punti di vantaggio sul Bosa ed unorganico decisamente superiore ri-spetto a quelli di tutte le dirette con-correnti, dovesse accusare un caloimprovviso, quanto imprevedibile.Monteponi e Carbonia, dopo la

mancata fusione della scorsa estate(prospettiva apparsa subito assai im-probabile e naufragata nel breve vol-gere di qualche giorno dal momento incui venne avanzata dai dirigenti delledue società) si sono fin qui mostrate

competitive per recitare un ruolo daprotagoniste e non si trovano ancorapiù su in classifica, fianco a fiancocon l’Orrolese, per i periodi bui vis-suti rispettivamente nelle prime gior-nate del girone d’andata (quando laMonteponi decise il cambio in pan-china, passando da Giampaolo Murruad Alessandro Cuccu), e tra l’ultimagiornata del girone d’andata e l’inizio

di quello di ritorno, quando il Carboniaha perso quattro partite su cinque, duedelle quali in casa, con Guspini Terral-ba e Bosa, e due in trasferta, con Monte-poni ed Orrolese.Nei confronti diretti con l’Orrole-

se, la Monteponi ha perso sia in casa,all’esordio stagionale (2 a 3), sia intrasferta, alla prima di ritorno (0 a 4),mentre il Carbonia ha inflitto alla ca-

polista l’unica sconfitta fin qui subita(1 a 0) alla quarta giornata ed ha persoil confronto del girone di ritorno (0 a 2).Il calo avuto dal Carbonia è per

certi versi più inspiegabile rispetto aquello iniziale della Monteponi, per-ché è arrivato dopo che la società mi-neraria aveva appena operato sul mer-cato autunnale, ingaggiando gli attac-canti Giuseppe Corona e Danilo Loddo,

dopo le partenze di Marco Foti (ritor-nato alla Monteponi) e Nicola Rais,passato al Castiadas di Bernardo Me-reu, dove gioca titolare in serie D.Giuseppe Corona è arrivato a Car-

bonia con un lungo e ambizioso cur-riculum alle spalle, diviso tra la Secon-da divisione a la Prima categoria, etutte le carte in regola per diventare iltrascinatore di una squadra che, ad ini-

zio dicembre, occupava la seconda po-sizione, a tre lunghezze dalla capoli-sta Orrolese, ed aveva ha tutta l’inten-zione di puntare al salto di categoria.La società mineraria, con il suo in-

nesto, ha pensato di colmare quelloche probabilmente era l’unico puntodebole dell’organico, come emergevachiaramente dai numeri delle prime13 giornate: l’attacco. Il tecnico An-

drea Marongiu era riuscito a crearegrande equilibrio nel reparto difensi-vo, al punto che la squadra aveva su-bito solo 7 reti, ma i goal arrivavano conil contagocce, visto che, nonostante le8 vittorie e i 3 pareggi in 13 giornate,ne aveva realizzato “solo” 15.Il calcio spesso è strano e impre-

vedibile e dopo la vittoria all’esordiodi Corona, il Carbonia ha perso tre

partite consecutive, subendo sei goalsenza segnarne alcuno e dopo la nettavittoria sul Senorbì, nella quale ha fir-mato uno dei quattro goal, ha persoancora, senza segnare, a Orroli (0 a 2),peraltro senza demeritare.La doppietta al Sant’Elena, come

sottolineato all’inizio, potrebbe se-gnare la svolta in positivo del campio-nato del Carbonia, anche in conside-

razione del calendario nettamente fa-vorevole. Nelle prime cinque giorna-te, infatti, i biancoblu hanno affrontatotutte le squadre di alta classifica (nel-l’ordine, Bosa, Monteponi, Orrolesee Sant’Elena) ed hanno così la possi-bilità, senza distrazioni, di mettereinsieme un filotto di risultati che po-trebbe portarli dritti dritti quantomenoai play-off.

I play off sono anche l’obiettivoche oggi si propone la Monteponi, ri-tornata molto competitiva nell’annoin cui festeggia il suo 90°. I rossoblù,già superati gli ostacoli Orrolese (conuna sconfitta) e Carbonia (con una vit-toria), se riusciranno ad evitare passifalsi con le squadre di media e bassaclassifica, si giocheranno le loro chan-ces d’accesso ai play off alla terz’ulti-ma e alla penultima giornata, quandoaffronteranno, una dopo l’altra, le tra-sferte di Bosa e Quartu (con il S. Elena).Le altre due squadre sulcitane del

girone, Carloforte e Atletico Narcao,lottano nella parte bassa della classi-fica. La squadra tabarchina, ripesca-ta la scorsa estate, paga la limitatezzadi un organico ritrovatosi improvvi-samente ad affrontare un campionatodi categoria superiore rispetto a quel-lo programmato e i continui cambi diguida tecnica (si sono alternati Massi-mo Comparetti e Roberto Santama-ria, due volte a testa, e da qualche setti-mana la squadra è seguita dal calciato-re Nicola Lazzaro). Il gruppo, comun-que, sta mostrando carattere ed ha in-filato alcuni risultati positivi che l’han-no rimessa in corsa quantomeno per iplay-out; l’Atletico Narcao, viceversa,paga i limiti strutturali e una lunga se-rie di sconfitte iniziali, ma nelle ulti-me settimane ha mostrato segnali dirisveglio e, nonostante il forte ritardoaccmlato, non è ancora rassegnata alpeggio, anche nel ricordo dell’impre-sa compiuta un anno fa.

Giampaolo Cirronis

Monteponi e Carbonia, dalla mancata fusione al testa a testa per i play-off. Giuseppe Corona esulta dopo il primo goal segnato al Sant’Elena. Foto di Fabio Murru

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12 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XXI • N° 290 • 10 Febbraio 2016

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