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REGIONE BASILICATA RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA ALLA SESSIONE COMUNITARIA 2016 Potenza - 1 -

 · Web viewgià delineato nella relazione alla Sessione Comunitaria 2014, e di fare di questo appuntamento consiliare l’occasione per la verifica dei risultati conseguiti. In questa

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REGIONE BASILICATA

RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA

ALLA SESSIONE COMUNITARIA

2016

Potenza 5 luglio 2016

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PREMESSALa sottoscrizione del Patto fra Governo e Regione Basilicata sull’attivazione delle risorse a valere

sul Fondo Sviluppo e Coesione porta a compimento il quadro programmatico-finanziario relativo al

periodo 2014-2020 della politica regionale unitaria nelle sue componenti nazionale e comunitaria,

il che consente di precisare i contenuti e gli indirizzi del Quadro Strategico Regionale già delineato

nella relazione alla Sessione Comunitaria 2014, e di fare di questo appuntamento consiliare

l’occasione per la verifica dei risultati conseguiti.

In questa relazione, pertanto, tratteggerò gli indirizzi dell’Amministrazione regionale in ordine alle

linee strategiche e ad agli ambiti di policy in cui si struttura il Quadro Strategico Regionale

evidenziando il contributo dato a detti orientamenti dai programmi regionali cofinanziati dai Fondi

strutturali comunitari

1. LO SCENARIO ED IL PROGRAMMA

L’esito del referendum in Gran Bretagna pone con forza all’attenzione di tutti – classe politica,

operatori economici, attori sociali e semplici cittadini – la domanda perché l’Europa?

La domanda assume un significato particolare se posta dalla Basilicata, una regione immersa nella

periferia svantaggiata dell’Unione e al tempo stesso impegnata nella ridefinizione della propria

azione, improntata a paradigmi di sviluppo che possono trovare valida collocazione in quelle

politiche di crescita e riequilibrio proprie della agenda europea di coesione.

In questo quadro il 2016 è un anno fondamentale nello snodo tra vecchia e nuova

programmazione e pertanto, fermo restando che nella documentazione allegata alla Sessione

Comunitaria si trovano tutte le informazioni dettagliate e puntuali rispetto all’attuazione dei Fondi

comunitari, occorre guardare a quello che sarà l’effettivo sviluppo e la gestione delle risorse

comunitarie nei prossimi anni e le effettive ricadute per i territori e per i cittadini lucani.

E’ utile rimarcare che il ciclo di programmazione 2007-2013 si è concluso positivamente, grazie ad

un’azione decisa di accelerazione della spesa che ha permesso di recuperare positivamente alcuni

ritardi accumulati nel tempo. Di ciò va dato atto all’Amministrazione ed in particolare alle Autorità

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di Gestione dei Programmi, che grazie ad uno sforzo eccezionale sono riuscite da un lato a

“mettere in sicurezza” le risorse destinate alla Basilicata nel periodo 2007 -2013 e dall’altro ad

impostare il nuovo ciclo di programmazione 2014 -2020, con l’approvazione dei nuovi Programmi.

Il passaggio tra i due cicli è stato improntato ad una comune visione strategica che ha evitato

scostamenti tra vecchio e nuovo e, laddove opportuno, garantito quella continuità d’azione in

grado di potenziare l’impatto effettivo delle risorse, proprio in un momento nel quale si registrano

timidi segnali di ripresa. Non a caso dalla Relazione della Banca d’Italia sull’economia lucana

relativa al 2016 emerge principalmente che:

l’economia lucana ha registrato una lieve ripresa;

l’export è più che raddoppiato;

si è rafforzata la dinamica positiva del mercato del lavoro;

si sta arrestando la contrazione del credito.

Non può disconoscersi che tali dati sono influenzati da fenomeni “esogeni” quali l’effetto SATA, ma

la FIAT è un big player internazionale che opera sul nostro territorio e con il quale

l’Amministrazione da tempo ha stabilito positive interazioni: il Campus Tecnologico di Melfi è

ormai una realtà, rappresenta uno degli ultimi atti del Ciclo di Programmazione 2007 -2013, ma il

cui potenziale di sviluppo rispetto al settore dell’automotive viene poi ripreso anche nel nuovo

ciclo 2014-2020. Questo del Campus di Melfi e del Cluster Automotive è un positivo esempio di

come dovrebbero dialogare le politiche e gli interventi, gli strumenti e le risorse nell’ambito della

Programmazione, poiché evidenzia il ciclo virtuoso che si instaura tra vecchia e nuova

programmazione, tra ciclo economico e politiche industriali.

Lo stesso modello interattivo sarà adottato per l’implementazione della Strategia di

Specializzazione Intelligente (S3) relativamente agli altri settori di specializzazione: l’Aerospazio, la

Bio Economia, l’Energia, l’Industria Creativa e Culturale, Agenda digitale ed ICT. Principalmente in

questi settori dovremo essere in grado di competere nei prossimi decenni, attraendo investimenti,

capitali e competenze attraverso un’alleanza virtuosa che metta fianco a fianco i talenti migliori

delle imprese, dei centri di ricerca e dell’università e delle istituzioni pubbliche, in modo da creare

occasioni stabili di lavoro per i nostri giovani e così da capitalizzare le loro capacità e intelligenze.

La programmazione e l’attuazione delle risorse comunitarie e nazionali dovranno essere in grado

di interloquire attivamente con le nuove e difficili sfide economiche e sociali che abbiamo innanzi,

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utilizzando i fondi a disposizione per approcciare gli asset strategici per la crescita, al fine di

consentire l’attivazione di un ciclo economico espansivo, superando una fase improntata

principalmente a mitigare gli impatti sfavorevoli della recessione degli ultimi anni.

E’ ciò che stiamo avviando in Basilicata, in questa fase di leggera, ma positiva crescita economica,

laddove permangono alcuni elementi di debolezza, come ad esempio sul settore delle costruzioni,

ma si intravedono anche opportunità d’investimento all’orizzonte: non mi riferisco solo a Matera

2019, ma più in generale alla possibilità di poter attivare una serie di interventi che possono

supportare e potenziare il processo di crescita socio-economica già in atto, potenziandone gli

effetti, sia nelle filiere tradizionali che nei comparti più evoluti, anche facendo leva sulle azioni

previste nel “Patto per la Basilicata”.

A tal fine occorre migliorare le performance attuative delle risorse comunitarie, ma più in generale

delle risorse pubbliche, improntando le politiche a criteri di valutazione e verifica di quanto viene

realizzato in modo da determinare ricadute effettive e misurabili sui territori.

Se misuriamo il Ciclo della Programmazione in corso siamo di fronte ad un periodo di 10 anni -

attraverso il meccanismo N+3 -, ben 2 Piani Quinquennali di antica memoria, un periodo lungo e

sufficiente a passare da una fase emergenziale difensiva di attuazione di interventi anticiclici ad

una fase di pianificazione e gestione efficace delle risorse. Portata a chiusura quella fase di difesa,

chiuso il ciclo 2007-2013 che ha richiesto le dovute attenzioni ed impegni, occorre ora

un’accelerazione degli interventi, al fine di assicurare l’impulso che i territori ci richiedono e di

consentirci in itinere la necessaria valutazione del loro impatto effettivo e della loro – ove

necessario – riprogrammazione, poiché non è pensabile che quanto previsto nel 2014 possa

sempre andar bene tal quale anche nel 2017 o nel 2020.

L’utilizzo delle risorse comunitarie dovrà essere trasparente e misurabile per il cittadino, anche

mediante l’implementazione di un sistema informativo in grado di visualizzare immediatamente gli

interventi sul territorio mediante l’attivazione di un sistema di georeferenziazione dei dati e delle

risorse utilizzate che sia immediatamente in grado di localizzare le opere e gli interventi,

mostrandone lo stato di avanzamento effettivo e la realizzazione finale.

Oltre ad attuare velocemente gli interventi, occorre innalzarne la qualità e l’efficacia attraverso il

fattivo e consapevole coinvolgimento di tutti gli attori interessati, siano essi pubblici o privati,

strutturando e modulando secondo i diversi ambiti di intervento istituti come il Partenariato

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Economico e Sociale e la cooperazione interistituzionale e la conseguente interazione con le

strutture regionali impegnate nella gestioni dei fondi europei.

A tal fine, il previsto Piano di Rafforzamento Amministrativo (PRA) agirà direttamente sulla

modernizzazione delle strutture organizzative, sullo snellimento e la trasparenza delle procedure

amministrative, sulla qualificazione del personale regionale.

Quest’opera di adeguamento operativo riguarderà anche l’applicazione della normativa sul Nuovo

Codice degli Appalti anche con l’apporto degli Ordini Professionali ed il coinvolgimento delle

Amministrazioni Pubbliche beneficiarie delle opere.

Anche i territori dovranno cambiar passo, mi piace citare la Strategia per le Aree Interne che

prevede su alcune aree pilota del nostro territorio un’integrazione tra i 3 Fondi rispetto ai Comuni

oggetto degli interventi. Per accedere alle risorse le Municipalità sono obbligate ad agire

virtuosamente, raggiungendo una sorta di alleanza territoriale e strategica con i loro vicini, in cui

finalmente l’istituto dell’Unione dei Comuni diventa un’opportunità concreta su cui misurarsi.

Dividersi i compiti, unire le forze al fine di migliorare, aumentando la massa critica, la qualità dei

servizi e degli investimenti, non più sostenibili a livello di singolo Municipio, in particolare nelle

aree più spopolate e svantaggiate. In questo modo, innalzando concretamente la qualità della vita

delle persone e le occasioni di lavoro, proveremo a interrompere questa emorragia di lucani e

lucane che ci sta velocemente dissanguando. In questa sfida anche i migranti al di là della

motivazione economica o umanitaria, possono divenire una risorsa per i nostri territori, se solo

sapremo vederli come un’opportunità e non come una minaccia ed anche in questo le risorse

comunitarie sono un’utile strumento, se viste all’interno di una strategia euro-mediterranea che ci

porta a guardare ben oltre dei nostri confini regionali e nazionali.

Ciò che vi ho descritto è alla nostra portata e per la maggior parte è già delineato nei Programmi

Operativi dei Fondi, ma al di là dei documenti ufficiali, quello che occorre realizzare velocemente è

una Filiera Attiva dei Fondi Comunitari che sia in grado di agire velocemente: un network aperto ed

al quale non partecipano solo i soggetti coinvolti direttamente dai regolamenti e dalle procedure

comunitarie, ma alla quale devono poter offrire il loro contributo anche i beneficiari finali e gli

stakeholder, sia pubblici che privati, poiché ognuno ha un compito ed un ruolo e solo attraverso

una maggiore apertura e integrazione nel processo si potrà arrivare a cogliere gli obiettivi

strategici che ci siamo posti.

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2. TEMI STRATEGICI E PROGRAMMATICI

Le azioni verso le quali prevediamo di incanalare le risorse convergono, sinergicamente, con gli

assi strategici della programmazione generale della Regione, illustrata nei Documenti di

Programmazione Economica e Finanziaria Regionale (Defr), al fine di ottenere le massime

potenzialità di impatto, agendo armoniosamente con tutte le altre risorse finanziarie regionali non

di fonte comunitaria.

La programmazione è quindi, naturalmente, funzionale ad una analisi di contesto che, per ogni

Asse strategico del Defr, evidenzi le criticità, ma anche le potenzialità di sviluppo, di ognuno dei

tematismi alla base dell’Asse stesso. Puntiamo quindi a superare le criticità ed al contempo a

massimizzare le opportunità di sviluppo degli assetti strutturali del nostro territorio, della nostra

società e della nostra economia, in una logica che è propria della programmazione europea, e che

ritroviamo nella filosofia della smart specialisation, volta proprio a costruire politiche di sviluppo

imperniate sulle specificità locali.

A. SOCIETA’ CONNESSA E COMPETITIVA

La Linea Strategica “Società Connessa e Competitiva” è preordinata a promuovere e sostenere il

riposizionamento della Basilicata nella trama delle relazioni nazionali ed internazionali attraverso il

perseguimento di due macro-obiettivi

accrescere la connettività regionale alle grandi reti materiali ed immateriali

accrescere la competitività delle imprese e dei sistemi produttivi lucani

Pertanto, “Una società competitiva ed aperta” è l’Asse che intende rispondere alle sfide della

globalizzazione, in cui le catene del valore superano i confini geografici ed amministrativi

tradizionali donde la necessità di inserire gli asset produttivi (agricoli, industriali, turistici, terziari),

territoriali (risorse ambientali, culturali, fisiche, naturali, paesaggistiche) e sociali (saperi,

competenze, conoscenze, ricerca, innovazione), di cui la Basilicata è oggi dotata, in circuiti

nazionali ed internazionali in grado di accrescerne la competitività complessiva e favorire

l’approdo in regione di capitali ed intelligenze esterni. Tutto ciò contribuisce a dare una rilevanza

tutta particolare al tema della connettività materiale ed immateriale della Basilicata con le reti

inter e sovra regionali. Il tema del collegamento e dell’apertura della Regione Basilicata verso - 6 -

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l’esterno è ovviamente un tema di collegamenti fisici, ma anche immateriali, ovvero del

superamento di un ritardo nella banda larga ultraveloce, che penalizza lo sviluppo di una società

dell’informazione pienamente funzionale, e che dipende anche da fattori di fallimento di mercato

nelle aree più interne della regione.

NOTA ANALITICA DI CONTESTO SOCIETA’ CONNESSA E COMPETITIVASecondo i dati dell’Istituto Tagliacarne, la dotazione di infrastrutture logistiche in Basilicata è pari a cica il 40% della media nazionale. La dotazione di autostrade è pari all’1,3% della media meridionale, il 7% per quanto riguarda le strade statali. la rete ferroviaria ha una dotazione particolarmente negativa, rispetto a quella stradale, essendo poco sviluppata (appena 347 chilometri, che essenzialmente corrono lungo l’asse mediano della Basentana e quello settentrionale fra Potenza e Melfi) e caratterizzata, rispetto alla media nazionale, da una quota maggiore di linee a binario singolo e non elettrificate. Tutto ciò ha implicazioni in termini trasportistici, nella misura in cui la movimentazione delle merci avviene in larghissima misura, e più che in tutte le altre regioni meridionali (con un dato di 22,3 milioni di Tkm per 10.000 abitanti, a fronte di una media nazionale pari a 20,8), via gomma, con tutti i costi ambientali e sociali che tale modalità implica. Di fatto il 99,8% del totale delle merci in ingresso ed in uscita dalla Basilicata viaggia su strada, a fronte del 93,5% nazionale. In oltre, il sistema del trasporto pubblico regionale è interamente imperniato sulla città capoluogo e sulle esigenze dello stabilimento Fiat di Melfi, rendendo molto difficili gli spostamenti trasversali interni alla regione, andandosi a sommare ad una orografia non facile, che isola molti Comuni interni persino dal collegamento con la città capoluogo di regione. A fronte di tali criticità, la Basilicata può valorizzare la presenza, limitrofa alla regione, di importanti snodi infrastrutturali di tipo strategico: a due ore da Potenza, l’aeroporto di Napoli, con una ulteriore facilitazione non appena lo scalo di Pontecagnano, nel quale la regione ha investito, sarà operativo, e quello di Bari a meno di un’ora da Matera. Taranto è il porto “naturale” sia per i flussi turistici del Metapontino e di Matera che per quelli di merci connessi, ad esempio, al polo del mobile della Murgia, trovandosi ad un’ora di macchina da Matera, mentre il porto container di Salerno è ad un’ora e mezza di distanza. Strutture già esistenti, da potenziare, riqualificare e destinare, o future strutture già identificate e sulle quali esistono progetti e finanziamenti, come la pista aerea di Pisticci (che può essere a servizio del polo ortofrutticolo del metapontino, come anche del turismo vip su Matera) e l’interporto di Ferrandina, possono costituire snodi rilevanti per risolvere esigenze logistiche specificamente legate a driver di sviluppo rilevanti, come agroalimentare, turismo, industria export led. Non va trascurato nemmeno l’impatto che la nuova linea ferroviaria ad alta capacità Napoli-Bari potrà avere sul polo automotive di Melfi, rendendo più semplici e veloci i collegamenti logistici dello stabilimento Sata. La stessa posizione geografica della Basilicata, di cerniera fra tre mari, la rende una sorta di piattaforma logistica naturale per i traffici trasversali che attraversano il Mezzogiorno, fra asse tirrenico ed adriatico.

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Con riferimento alla connettività immateriale, già oggi, i dati Infratel ci dicono che il 90% della popolazione lucana è connessa in banda larga, con una gamma di velocità comprese fra i 2 ed i 20 Mbps. Con l’Asse II del PO FESR ci proponiamo l’obiettivo di connettere, entro il 2023, il 100% della popolazione regionale in banda larga con velocità fino a 30 Mbps, e il 20% della popolazione, nonché il 100% delle aree industriali, in banda larga ultraveloce da 100 Mbps. La tematica della competitività è strettamente legata quella dell’internazionalizzazione del nostro tessuto produttivo. La debolezza della domanda interna, ancora non in piena ripresa, obbliga le nostre imprese a doversi basare sui mercati internazionali. Le esportazioni non petrolifere lucane ed italiane hanno un andamento piuttosto discordante, che dipende dalla peculiare struttura settoriale dell’export della Basilicata (che dipende per il 78% dalla vendita all’estero di autoveicoli), oltre che da variazioni percentuali più accentuate perché si applicano su una base ovviamente molto più piccola. L’exploit esportativo del 2015 è infatti dovuto proprio alle ottime performance del settore automotive, che vede crescere le sue vendite all’estero del 280% rispetto al 2014, grazie al rilancio dello stabilimento di Melfi. La filiera agro alimentare ed industriale, che pesa complessivamente per poco meno del 3% sulle vendite all’estero lucane, aumenta l’export dell’11,8% nel comparto primario, e di ben il 40,7% in quello della trasformazione industriale. Viceversa, il settore del mobile, che incide per il 2% sulle vendite all’estero, vede diminuire l’export del 2,9%.Un aspetto specifico si riferisce a settori strategici, come l’agricoltura ed il turismo. L’agricoltura riveste un ruolo fondamentale nell’economia regionale, assicurando un contributo del 5,6% alla formazione del valore aggiunto. Tale dato, inoltre, è in crescita, sia in valore assoluto che in termini percentuali. La produttività del lavoro in agricoltura presenta una performance positiva, sia rispetto al forte ridimensionamento del numero degli occupati che rispetto alla contrazione del valore aggiunto. Questo andamento positivo è dovuto, in primis, all’ammodernamento del settore e, secondariamente, allo sviluppo di attività accessorie legate al terziario (come il turismo), ma anche agli interventi delle politiche comunitarie. Tuttavia, l’aumento della produttività del lavoro è accompagnato da una riduzione dell’impiego di manodopera dovuta, soprattutto, all’aumento della meccanizzazione. Anche la produttività dei terreni agricoli, misurata dal valore aggiunto dell’agricoltura per ettaro di SAU (Superfice Agricola Utilizzata), mostra un incremento. Sono in aumento (+17,01%), le aziende agricole con superfici maggiori di 50 ha, mentre diminuiscono quelle con superfici inferiori. I giovani conduttori agricoli diminuiscono a causa dello scarso interesse che essi hanno nei confronti del settore primario con un inevitabilmente invecchiamento della forza lavoro in agricoltura non riscontrabile in altri settori. Sono, quindi, pochi gli agricoltori lucani appartenenti alla classe di età compresa 35-54 anni che hanno acquisito una formazione agricola completa. Tra le fragilità del settore vi è l’eccessiva polverizzazione e frammentazione produttiva che determina problemi di aggregazione e concentrazione dell’offerta riducendo il potere contrattuale delle aziende nei confronti della grande industria di trasformazione.Il turismo per tutto ciò che ruoterà attorno a Matera 2019, è un settore strategico. La crescita delle presenze negli ultimi anni è stata costante, anche in piena crisi economica, ed a partire dal 2014,

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con il graduale miglioramento della situazione dell’economia, tende ad accelerare. Per il 2016-2017, dunque, in linea con il progressivo miglioramento del Pil e della domanda interna ed internazionale, si prevede che possa assestarsi su un tasso di crescita leggermente superiore a quello registrato a consuntivo nel 2015, arrivando quindi, nel 2017, a quasi 2,8 milioni di presenze, dai 2,3 con cui si è chiuso il 2015. Fra 2008 e 2015, le presenze turistiche in regione sono cresciute del 49,8%. Tale crescente turismo mostra, oltre al tradizionale pacchetto balneare, un interesse spiccato per la cultura (le presenze riferite alle città d’arte, a Matera ma anche, ad esempio, Melfi o Lagopesole, il Vulture Melfese, sono infatti la seconda più importante categoria degli arrivi turistici lucani, secondo il dato Apt Basilicata) e per un turismo ambientale e rurale dove l’ambiente (la montagna e la collina, sospinte da risorse come il Pollino o gli altri parchi naturali regionali, rappresentano la terza più importante categoria di destinazione delle presenze turistiche in Basilicata in termini di flussi. La valorizzazione culturale può fare leva su un sito UNESCO (i Sassi di Matera ed il Parco regionale delle Chiese Rupestri), 9 musei archeologici, 15 demoetnoantropologici, artistici e naturalistici, 3 pinacoteche, 2 parchi letterari e 6 archeologici, castelli medievali e 20 torri, e un patrimonio diffuso di arte sacra (fonte: PO FESR Basilicata 2014-2020).

A.1 CONNETTIVITA’ ALLE RETI MATERIALIIn merito alla connettività alle reti materiali, il nuovo Piano Regionale dei Trasporti pone l’obiettivo

del pieno inserimento della Basilicata nel sistema delle reti trasportistiche nazionali ed europee

attraverso interventi volti a chiudere la filiera trasportistica regionale, in una logica di integrazione

multimodale e di valorizzazione della funzione “naturale” della Basilicata quale piastra logistica al

servizio del Mezzogiorno.

Tenuto conto degli indirizzi comunitari in materia (in particolare, quello relativo al riequilibrio tra i

differenti sistemi di mobilità accordando priorità ai trasporti su ferro rispetto a quelli su gomma),

con le risorse europee attivabili si punta a conseguire i seguenti risultati

elevare la connettività della rete viaria interna a quella nazionale ed europea, in coerenza

con la strategia nazionale “Aree interne” e attraverso un processo partenariale che

agevolerà l’identificazione degli interventi;

potenziare infrastrutture e servizi ferroviari, a partire dalla direttrice FAL Potenza/ Matera/

Bari;

realizzare un sistema di tariffazione integrata dell’intera rete dei servizi di trasporto

pubblico locale.

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L’insufficienza delle risorse comunitarie attivabili in tema di reti trasportistiche è, almeno in parte,

compensato dagli investimenti caricati sul ‘Patto’.

A.2 CONNETTIVITA’ ALLE RETI IMMATERIALICon l’Agenda Digitale Regionale si intende dare nuovo impulso alle azioni tese al definitivo

superamento del digital divide in Basilicata attraverso il potenziamento delle infrastrutture

tecnologiche, l’ampliamento e la diversificazione dei servizi on line, la diffusione della cultura

digitale e della cittadinanza elettronica.

In particolare le risorse comunitarie sono concentrate sul perseguimento di due macro obiettivi

assicurare all’intera popolazione lucana l’accesso alla banda larga (almeno 30 Mpbs ) ed

agli edifici pubblici ed aree produttive il servizio di banda ultra larga ( ≥30 e 100 Mbps).

Con un primo finanziamento a valere sul FESR 2007-2013 si è intervenuto in 25 comuni e 3 aree industriali, mentre con un II° Lotto a valere sul PO 2014-2020 si raggiungono 39 comuni e 1 area industriale/produttiva. Infine con accordo con MISE per lo Sviluppo della Banda ultra larga sul territorio nazionale si raggiungeranno altri 64 comuni e le altre aree produttive

promuovere la digitalizzazione dei processi amministrativi del sistema pubblico regionale,

a partire dalla sanità (realizzazione completa del Fascicolo Sanitario elettronico) e dalla

PA locale (creazione di piattaforme a servizio della Regione, degli enti strumentali

regionali e degli enti locali)

A.3 IMPRESE E SISTEMI PRODUTTIVI

La crisi economica e finanziaria degli ultimi anni ha impattato negativamente sul tessuto

produttivo regionale a livello sia di singola impresa sia di filiere cluster e sistemi produttivo-

territoriali, donde la necessità di riavviare i meccanismi di sviluppo e rilanciare gli investimenti

mettendo a frutto ‘intelligentemente’ le opportunità offerte dall’avvio del ciclo di programmazione

2014-2020.

Ciò significa, in concreto, puntare su poche ma decisive componenti chiave quali l’innovazione, la

competitività, il riposizionamento strategico dei processi produttivi sui mercati nazionali ed

internazionali ed il rimodellamento organizzativo del sistema produttivo: ‘componenti chiave’ che

possono essere tradotte nei seguenti obiettivi operativi- 10 -

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stimolare la nascita e crescita di nuove imprese, soprattutto se provenienti da giovani e in

settori tecnologicamente innovativi

consolidare e valorizzare il tessuto produttivo esistente, in termini di aggregazione

innovazione e di internazionalizzazione

promuovere e sostenere i comparti produttivi (aerospazio, automotive, bioeconomia,

energia, industria culturale e creativa, agenda digitale ed ICT) indicati nella Smart

Specialization Strategy (S3) regionale

attrarre investimenti extraregionali nei settori di punta

attivare reti d’imprese per contrastare il sottodimensionamento delle aziende lucane e

favorirne l’accesso ai network nazionali e internazionali

A.3.1 AGRICOLTURA

La Basilicata è una regione, a causa anche della bassa densità di popolazione per kmq,

essenzialmente agricola in cui lo spazio rurale ed il paesaggio agreste rivestono una rilevanza tale

da assurgere ad elementi costitutivi dell’identità stessa della regione. Per tale ordine di ragioni il

PSR 2014-2020 opportunamente sottolinea come il recupero di competitività del settore primario

in Basilicata passi per

il potenziamento e la specializzazione dei cluster di imprese e delle filiere produttive proprie

dell’agricoltura lucana e delle produzioni tipiche e di qualità

Attivate Misure 11.1 e 11.2 per “introduzione e al mantenimento dell’agricoltura biologica” con cui sono stati stanziati 87,3 milioni di euroSarà prossimamente avviata la procedura per censire e raccogliere manifestazioni di interesse per attività inerenti la progettazione integrata di filiera e la promozione di Gruppi Operativi interessati ad avviare progetti di innovazione in forma di collaborazione fra sistema imprenditoriale e soggetti operanti nel campo della ricerca

l’innesto nel settore primario di energie nuove attraverso il sostegno all’insediamento di

giovani agricoltori altamente qualificati: il ricambio generazionale come precondizione per

accrescere la competitività sui mercati delle aziende agricole lucane

Attivata Misura 6.1.1, “Incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori” con una dotazione di 24 milioni di euro

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la gestione sostenibile delle risorse agro-forestali ed ambientale-territoriali proprie dello

spazio rurale

Attivata Misura 13.1. “indennità compensativa per gli agricoltori delle aree svantaggiate di montagna”, con una dotazione finanziaria di 5,6 milioni di euro e Misura 10.1.3 “Biodiversità, allevatori custodi”, con dotazione finanziaria di1,5 milioni di euro.

lo sviluppo della vocazione polifunzionale dell’agricoltura: non solo comparto produttivo,

dall’agroalimentare all’agroindustria, ma anche ‘attività di servizio’, dall’agriturismo

all’agricoltura sociale, alla didattica nelle aziende e nelle fattorie

la promozione delle produzioni di qualità lucane, per innalzare il livello di conoscenza e

apprezzamento delle stesse sui mercati nazionale ed esteri

E’ in via di attivazione il Bando per la sottomisura 3.2 (3.2 Informazione e promozione sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari) per la realizzazione di azioni riguardanti i prodotti agricoli e alimentari di qualità istituiti ai sensi della normativa comunitaria (vini DOC, DOGC, prodotti, DOP, IGP, STG, prodotti biologici ) e nazionale (prodotti rientranti nei SQNPI e SQNZ) con l’obiettivo di rendere il consumatore maggiormente consapevole del valore aggiunto offerto da tali produzioni

il miglioramento della qualità della vita in ambito rurale ed il rafforzamento dei servizi alle

popolazioni

Nel 2017 sono previsti:

- Bando sottomisura 7.4 (Investimenti per la creazione, modernizzazione e estensione dei servizi di base per le popolazioni rurali)

- Bando sottomisura 7.5 (Investimenti per fruizione pubblica di infrastrutture creative, turistiche su piccola scala ed informazioni turistiche)

- Bando sottomisura 7.6 (Investimenti per restauro e riqualificazione del patrimonio culturale e naturale, del paesaggio rurale e dei siti HVN)

Inoltre è stata avviata la procedura preparatoria per l'elaborazione di strategie di sviluppo locale di

tipo partecipativo finalizzate ad attivare il percorso per la costituzione dei GAL e la presentazione

dei Piani di Azione di sviluppo locale, nel quadro dell’iniziativa Leader.

Nel 2017 sono inoltre previsti:

- Bando Misura 4.1 (Investimenti aziende agricole)

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- Bando Misura 4.2 (Trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli)

- Pagamenti per l’agricoltura conservativa – Bando sottomisura 10.1.4

A.3.2 INDUSTRIA

Il settore secondario è certamente quello che ha maggiormente risentito della prolungata crisi

economica degli ultimi anni e che per essere rimesso in moto richiede l’approntamento di

un’articolata strategia di intervento imperniata sui seguenti punti qualificanti:

lanciare e consolidare i cluster tecnologici nelle aree di specializzazione individuate nella S3

regionale

attivare istituti e strumenti di programmazione negoziata per i segmenti produttivo-

territoriali in crisi ma ancora dotati di vitalità imprenditoriale

sostenere i processi di specializzazione produttiva e di aggregazione di imprese

potenziare le infrastrutture di ricerca ed attivare azioni di trasferimento tecnologico

promuovere l’internazionalizzazione delle imprese lucane

innovare gli strumenti di intervento, promuovendo “Pacchetti Integrati di Agevolazione”

(PIA) ed attivando istituti di ingegneria finanziaria (quali, Fondi di Garanzia per investimenti

ed operazioni sul capitale circolante, Integrazione Fondi Rischi dei Confidi, operazioni di

Tranched Cove, Fondo Rotativo per Investimenti, Microcredito, Fondo Regionale di Venture

e Seed Capital)

snellire le procedure ed abbattere gli oneri amministrativi a carico delle imprese, attraverso

l’attuazione dello ‘Small Business Act’

Gli avvisi a valere sulle risorse comunitarie emanati o in corso di adozione riguardano: Piani di Sviluppo Industriale da implementare attraverso PIA, con procedure di

presentazione delle domande a sportello sempre aperte e con valutazione e graduatorie a scadenze periodiche

Programmi di Investimenti di “taglia media” in modo da coprire l’intera gamma dimensionale delle imprese lucane ed attrarre operatori esterni e da implementare anche mediante PIA, con procedure di presentazione delle domande a sportello apri e chiudi

Competitività delle PMI lucane per sostenere la riconversione ed aumentare la competitività delle micro, piccole e medie imprese (anche commerciali)

Nuove Attività Imprenditoriali sia in settori innovativi (start up, spin off) che in

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comparti tradizionali Azioni di accompagnamento a processi di internazionalizzazione delle PMI lucane

Inoltre sono in corso di individuazione le 4 aree di crisi su cui intervenire attraverso il PO FESR e si stanno sviluppando le procedure relative al finanziamento del credito di imposta a favore delle PMI localizzate sul territorio regionale, in attuazione dell’art.1, commi 98-108 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge stabilità 2016).

A.3.3 TURISMO

Negli ultimi anni il turismo è stato in Basilicata l’unico comparto produttivo a muoversi in

controtendenza rispetto alla crisi che ha colpito l’intera economia regionale: infatti, si è registrato

un incremento significativo in termini sia di arrivi che di presenze, trend positivo che dovrebbe

protrarsi nel tempo anche per l’effetto trainante di “Matera 2019”.

La strategia d’intervento regionale, di conseguenza, è volta da una parte a consolidare i risultati

positivi già conseguiti e dall’altra a lanciare una nuova stagione di sviluppo per il turismo lucano

fondata sulla mobilitazione sostenibile delle risorse culturali naturali storiche ecc. in grado di

ampliare la gamma delle destinazioni turistiche e così contribuire alla ripresa di processi di

sviluppo a scala sia settoriale che territoriale.

A tal fine le opportunità offerte dalla programmazione comunitaria 2014-2020 sono state

concentrate, in stretta relazione con le risorse mobilitabili in campo culturale naturale e turistico,

sui seguenti tre macro obiettivi

potenziamento, in coerenza anche con le indicazioni della S3 regionale in materia di

industria culturale e creativa, della vocazione di Matera, in quanto Capitale Europea della

Cultura 2019, a principale ‘hub’ turistico-culturale della regione

E’ in corso di implementazione l’intesa Regione - Comune di Matera prevista dalla DGR n. 1040/2014, che assicura 30 meuro per assicurare il finanziamento del programma culturale di “Matera 2019”

qualificazione delle destinazioni turistiche di pregio di Maratea e del Metapontino, onde

innalzarne la competitività sui mercati nazionali ed internazionali delle vacanze, e del

potenziale attrattivo dei territori destinatari degli ITI ‘Aree Interne’

sostegno ai ‘grandi attrattori naturali’ (quali, i Parchi nazionali del Pollino e dell’Appennino

Meridionale, Parchi regionali delle Chiese Rupestri del Materano e di Gallipoli Cognato -

Piccole Dolomiti Lucane) onde favorirne l’inserimento nei circuiti nazionali ed internazionali - 14 -

REGIONE BASILICATA

della conoscenza protezione e fruizione sostenibile ed eco-compatibile delle risorse

naturali e paesaggistiche lucane

In materia di turismo a valere sul PSR nel 2016 è prevista l’attivazione delle sottomisure della Misura 7, destinate ai soggetti pubblici per investimenti per le fruizione turistica e valorizzazione del patrimonio architettonico – culturale.A valere sul PO FESR nel II° sem 2016 è prevista la pubblicazione di avvisi sulle Azioni 331 e 332 (aiuti per imprese turistiche e culturali)

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REGIONE BASILICATA

B. SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA E DELLE COMPETENZEIl riposizionamento strategico della Basilicata ed il suo pieno inserimento nelle reti a scala

nazionale ed internazionale passano necessariamente per una qualificazione e specializzazione del

capitale immateriale regionale in termini di offerta formativa e professionale, di crescita culturale

e scientifica, di sistema della ricerca e dell’innovazione, di attrazione di intelligenze e saperi, di

cittadinanza digitale, ecc..

Con riferimento all’Asse della società della conoscenza e delle competenze, il PO FESR, in linea

peraltro con la nuova programmazione nazionale sulla ricerca, destina risorse sia al potenziamento

dell’offerta di ricerca, ovvero delle infrastrutture, sia all’incentivazione della ricerca aziendale, che

al riavvio in forme nuove della domanda di innovazione pubblica che, come sappiamo è stato

spesso un volano fondamentale nel promuovere innovazione nei territori del Mezzogiorno a

debole presenza di industria hi-tech. Il precommercial public procurement è di fatto un mezzo per

la compartecipazione, da parte del committente pubblico, al rischio connesso allo sviluppo di

nuove soluzioni tecnologiche, e contestualmente all’apertura di un nuovo mercato. Tra l’altro, tale

azione è rivolta anche a settori tradizionali come l’edilizia, ma le imprese devono fare la loro parte,

facendosi trovare pronte, rispetto alla call pubblica, per rispondere con un investimento nello

sviluppo di un nuovo prodotto o servizio. C’è qui un tema di “prontezza”, nell’affrontare la sfida

dell’innovazione, che le imprese lucane devono saper dimostrare. In questo senso, tramite i

soggetti che oggi operano nel sistema della ricerca pubblica lucana. E c’è un tema di eccellenze di

ricerca (ad es. il settore aerospaziale del Consorzio Tern, un consorzio pubblico-privato fra centri di

ricerca pubblici e 20 PMI lucane con realtà come l’Asi di Matera o il CNR di Tito, che evidenzia una

notevole capacità di tiraggio delle risorse nazionali e comunitarie, ma anche alcune punte di

eccellenza nella ricerca genetica per l’agricoltura) che però spesso rimangono confinate dentro il

circuito pubblico, per cui il “technology push” è essenzialmente di tipo pubblico.

Il capitale umano è oggetto specifico di attenzione per noi: l’istituenda Agenzia Regionale per il

Lavoro, di concerto con l’Anpal nazionale, ha la mission di riordinare il sistema territoriale di

orientamento e collocamento, al fine di rispondere più efficacemente, anche grazie a specifiche

valutazioni dei fabbisogni professionali espressi dalle imprese, alla domanda di lavoro. L’agenzia

dovrà anche accreditare il sistema della formazione professionale, con parametri premiali che

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REGIONE BASILICATA

tengano conto dell’adeguatezza dell’offerta formativa alla domanda imprenditoriale, al tasso di

placement, ecc. Così come il varo di un piano Ceibal lucano di informatizzazione delle nostre

scuole è una grande scommessa sul futuro, sia dei nostri giovani che delle nostre aziende.

NOTA ANALITICA DI CONTESTO SOCIETA’ DELLA COMPETENZE E DELLA CONOSCENZALa quasi totalità di spese in R&S sul PIL (il 90% dello 0,6% di PIL), di per sé già un dato molto modesto, è infatti prodotto da enti pubblici di ricerca. La modesta dimensione media delle imprese lucane e la loro concentrazione in settori tradizionali ostacola le attività innovative del settore privato dell’economia. La capacità di collegarsi al mercato, da parte della ricerca pubblica, ed in particolare di quella accademica, è piuttosto modesta. Prendendo a riferimento gli spin-off generati dalla ricerca pubblica, secondo Lazzeri-Piccaluga (2012) al 2011 sono censite solo 4 unità in Basilicata, appena lo 0,4% del totale nazionale. Occorre inoltre aumentare il numero di ricercatori. Con una quota di 1,6 ricercatori per mille abitanti, la Basilicata è infatti indietro anche rispetto al dato meridionale, pari a 2,1.Occorre, d’altra parte, riconoscere anche i gap cognitivi e di capitale umano che subiamo, ed in tal senso fare un discorso specifico relativo ai 30.000 giovani di età fra i 15 ed i 29 anni, che risultano in condizione di NEET (Not in Education, Employment or Training) e rappresentano un bacino potenziale di disoccupazione strutturale. In termini percentuali, i NEET compresi nella fascia di età 15-29 anni passano dal 23% del 2007 al 28,7% del 2015. Non c’è un problema specifico di abbandono scolastico (il tasso di partecipazione all’istruzione secondaria superiore è il 111% della media nazionale) né di carente propensione a laurearsi (il tasso di passaggio dalla scuola superiore all’università è del 56%, quello di conseguimento di lauree magistrali del 24%, a fronte del 55% e del 20% nazionale), ma di scarsa alternanza scuola/lavoro e di modesta domanda di lavoro qualificata (secondo i dati Excelsior, infatti, le assunzioni di personale high skill nel 2015 sono il 12% del totale, a fronte del 16% italiano) per via della struttura tradizionale, sotto il profilo settoriale, e tendenzialmente piccola e a governance familiare, delle nostre imprese. Più in generale, c’è un problema di scarse prospettive occupazionali, che alimenta il bacino dei NEET, se è vero che il tasso di disoccupazione giovanile, nel 2015, è ancora del 47,7%, seppur in calo dal 55,6% del 2013 (ma nel 2007, prima della crisi, era del 30,8%).

B.1 ISTRUZIONEPer aderire agli standard in termini di conoscenze e competenze, di saperi e di abilità propri di una

società cognitiva come quella attuale, occorre tornare ad investire massivamente sul sistema

dell’educazione dell’istruzione e della formazione formale ed informale.

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REGIONE BASILICATA

I Fondi strutturali comunitari offrono risorse ed opportunità che, combinate con quelle ordinarie

nazionali e regionali, consentono di dispiegare una strategia articolata per la diffusione e la

disseminazione di conoscenze e competenze in grado di accompagnare ed alimentare i processi di

crescita e di sviluppo delineati per i prossimi anni dall’Amministrazione regionale.

Si intende, pertanto, concentrare l’azione riformatrice del sistema educazione - istruzione -

formazione attorno alle seguenti priorità

a) Ambienti per l’apprendimento

Si tratta di rinforzare e modernizzare le dotazioni di base sotto il duplice profilo del

miglioramento quali-quantitativo del patrimonio edilizio scolastico esistente, anche

attraverso processi di aggregazione e migliore distribuzione territoriale dei plessi, in modo

da garantire all’intera popolazione scolastica regionale sia l’agevole accessibilità agli istituti

di ogni ordine e grado sia ambienti di studio gradevoli ed accattivanti

potenziamento delle dotazioni tecnologiche con particolare attenzione alle applicazioni in

ambito didattico delle TIC così da favorire lo sviluppo della c.d. scuola digitale per rompere

ogni residua forma di isolamento e perifericità

Avviata a valere sul PO FESR l’azione ricognitiva presso le scuole finalizzata all’adeguamento di laboratori scientifici e didattici presso tutti gli Istituti scolastici di secondo grado.Nel secondo semestre 2016 è prevista la pubblicazione dell’avviso per riqualificazione di edifici scolastici (PO FESR).

b) Sistema istruzione L’innalzamento delle performance qualitative del sistema istruzione in Basilicata passa attraverso

la qualificazione dei docenti e dei formatori mediante approcci e metodologie didattiche

innovative

il rafforzamento delle competenze chiave ed innovative degli allievi da sostenere con

interventi a valenza ‘trasversale’ e/o ‘specialistica’

il potenziamento della qualità ed efficacia dell’istruzione superiore secondaria e terziaria

il contrasto alla dispersione scolastica ed al fallimento formativo precoce, indicatori al

tempo stesso di insuccesso personale e malessere sociale

- l’innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta così da assicurare

l’invecchiamento attivo- 18 -

REGIONE BASILICATA

A valere sul PO FSE è intenzione dell’Amministrazione regionale procedere alle seguenti iniziative: Interventi di sostegno per NEET Drop Out mirato al rafforzamento dell’orientamento,

tutoring ed accompagnamento e costruzione di una rete regionale, finalizzata allo svolgimento di attività che puntino al reinserimento dei Drop Out

In accordo con UNIBAS e Centro di ricerca, viene inoltre implementato in forma semi sperimentale un catalogo dell’offerta formativa post universitaria (master) alla quale la Regione contribuisce con i voucher per i destinatari.

Avviso per la concessione di contributi per la frequenza di corsi per Interpreti LIS per il conseguimento della qualifica di interprete LIS da parte dei giovani lucani in possesso delle competenze di base già acquisite.

Mentre, l’Amministrazione ha già provveduto a realizzare: Concessione di contributi per la partecipazione a Master Universitari in Italia e all'estero

per gli anni accademici 2013/2014, 2014/2015,2015/2016 e a master non universitari in Italia e all'estero: voucher per il catalogo regionale dell’alta formazione, borse di ricerca per dottorati, borse di studio

Progetto Excellence in education finalizzato alla creazione di licei internazionali attraverso il potenziamento linguistico e lo sviluppo del CLIL per l’attivazione di percorsi di studio con metodologia CLIL e riconoscimento Cambridge International Liceo Scientifico G.Galilei di Potenza e Liceo Classico Duni di Matera.

c. Filiera scuola – lavoroIl persistente scollamento tra il sistema dell’istruzione e della formazione da una parte ed il mondo

del lavoro e delle professioni dall’altro è, senz’altro, una delle cause principali in Basilicata

dell’accidentata transizione scuola-lavoro, dalla fase dello studio a quella della vita attiva.

Per rimuovere, o almeno ridurre, tale separazione, l’Amministrazione regionale intende mobilitare

tutta l’intera batteria di istituti e strumenti in grado di fluidificare il passaggio dall’apprendimento

al lavoro. In particolare si punta a

adeguare ed aggiornare il repertorio delle competenze ed abilità certificate dal servizio di

istruzione e formazione professionale

raccordare strettamente i servizi di orientamento scolastico e formativo, provvedendo alla

riorganizzazione del sistema moderno di orientamento e formazione, mediante l’istituzione

di un “Sistema integrato per l’apprendistato permanente ed il sostegno la transizione nella

vita attiva – SIAP” (L.R. 3072015) e la recente istituzione (L.R. 9/2016) dell’Agenzia LAB

(Agenzia con l’azione di orientamento lavorativo e professionale) che integrerà i Servizi

Pubblici per l’Impiego

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REGIONE BASILICATA

sperimentare strumenti innovativi di alternanza scuola-lavoro in grado di agevolare la

transizione dalla fase dell’apprendimento (studio) a quella della vita attiva (lavoro)

qualificare l’offerta di istruzione e formazione tecnica e professionale in aderenza con i

fabbisogni espressi dal tessuto produttivo a partire dai settori e comparti della S3 regionale

sensibilizzare le imprese a curare la formazione del personale ed a coordinarsi con la filiera

della formazione tecnica e professionale

A tal fine, a valere sul PO FSE, sono state intraprese le seguenti iniziative lancio del progetto INCIPIT per la costruzione del repertorio nazionale dei titoli di

studio e delle qualificazioni professionali collegato al quadro europeo ed implementazione del sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze con lo sviluppo e/o miglioramento dei servizi di orientamento e di validazione e certificazione degli esiti degli apprendimenti conseguiti anche in contesti non formali e informali

attivazione del Bando SPIC- Sportello Impresa Formazione Continua per sostenere e promuovere lo svolgimento di attività di formazione continua per imprese che abbiano contribuito alla realizzazione di politiche regionali anticrisi inserendo nel proprio organico lavoratori in uscita da imprese lucane in crisi

avvio di percorsi formativi per soggiorni di studio ed in alternanza scuola lavoro in mobilità internazionale per gli studenti delle Classi III IV degli Istituti di istruzione secondaria

Saranno, inoltre lanciate iniziative di: sostegno alla crescita professionale degli studenti attraverso una pluralità di

situazioni di apprendimento in ambito scolastico, formativo e lavorativo e potenziamento delle competenze linguistiche.

B.2 RICERCA ED INNOVAZIONE L’evoluzione del modello di specializzazione produttiva dell’economia lucana, secondo le

indicazioni rivenienti dalla S3 regionale, passa necessariamente attraverso una politica strutturata

e di medio-lungo periodo di sostegno allo sviluppo delle attività di ricerca applicata e di sviluppo

sperimentale, di innovazione e trasferimento tecnologici, di rinnovamento dei processi produttivi,

di adeguamento delle competenze professionali delle maestranze, di specializzazione dei servizi a

supporto, così da elevare i tassi di produttività delle aziende e di incrementare la competitività

complessiva del sistema produttivo regionale.

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REGIONE BASILICATA

Per conseguire siffatti risultati la strategia regionale in tema di ricerca ed innovazione, così come

emerge dai programmi operativi cofinanziati da risorse comunitarie e dai documenti della Smart

Specialisation regionale, si impernia sui seguenti punti qualificanti

valorizzazione degli istituti di R&S esistenti ed operanti in regione - con particolare

attenzione a quelli inerenti le aree di intervento indicate dalla S3 regionale - e loro

caratterizzazione in piattaforme scientifico-tecnologiche in grado di fungere nel contempo

da stimolo e raccolta della domanda di innovazione proveniente dalle imprese e da

orientamento verso la ricerca applicata e lo sviluppo tecnologico (ricadute produttive) delle

attività svolte negli istituti medesimi

favorire l’evoluzione di dette piattaforme scientifico-tecnologiche in centri di competenza

così da operare sia come incubatori/acceleratori di imprese innovative nonché fornitrici di

servizi a supporto dell’innovazione e del trasferimento tecnologico: promuovere spin off,

svolgere azioni di accompagnamento delle imprese, attivare strumenti evoluti di

incentivazione agli investimenti produttivi, attivare network scientifici e tecnologici,

attrarre competenze specialistiche, promuovere partnership pubblico-privato, ecc.

prevedere forme dedicate di sostegno (fondi di rotazione, pacchetti integrati di

agevolazione, strumenti di ingegneria finanziaria, ecc.) agli investimenti produttivi ad

elevato tasso di innovazione per azioni quali

- promuovere start up di imprese innovative - rafforzare la vitalità e la capacità di adattamento ai cambiamenti strutturali dei sistemi

produttivi - migliorare il capitale umano e l’offerta di risorse professionali qualificate

A valere sul PO FESR è stata indetta una “Procedura aperta per l'affidamento del servizio di consulenza strategica e gestionale in materia di trasferimento tecnologico finalizzato alla valorizzazione delle potenzialità di innovazione del sistema produttivo della Regione Basilicata”, finalizzata a selezionare un intermediario del trasferimento tecnologico.A valere sul PSR nel primo semestre 2017 sono previsti Bandi per le sottomisure 16.0, 16.1, 16.2, che prevedono il coinvolgimento del mondo della ricerca nel contesto agricolo, per la cui definizione nel corso del 2016 è prevista la pubblicazione di avvisi esplorativi.

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REGIONE BASILICATA

C. SOCIETA’ DELLO SVILUPPO COMPATIBILE E DURATUROLa Basilicata promuove un modello di sviluppo fondato sul disaccoppiamento tra crescita

economica e consumo di risorse attraverso politiche di sostegno alla green economy e di tutela del

sistema fisico e naturale in grado di generare benessere anche per le generazioni future.

L’Amministrazione regionale adotta, pertanto, una strategia integrata ed articolata di

- difesa dell’ambiente dagli agenti inquinanti, conservazione del paesaggio e messa in

sicurezza dei territori, delle infrastrutture e degli insediamenti

- valorizzazione sostenibile ed ecocompatibile delle risorse territoriali a partire da quelle

idriche, minerarie, forestali e della biodiversità animale e vegetale

L’Asse riferito ad una società dallo sviluppo compatibile, duraturo ed a bassa emissione di

carbonio promuove un modello di sviluppo fondato sul disaccoppiamento (decoupling) tra crescita

economica e consumo di risorse attraverso politiche di sostegno alla green economy e di tutela del

sistema fisico e naturale e della biodiversità, in grado di generare benessere anche per le

generazioni future.

Tale aspetto è probabilmente la più grande potenzialità, e per certi versi il maggiore punto di

forza, del nostro territorio, la modesta pressione antropica e produttiva consente valori di

emissione molto bassi.

Con l’entrata in vigore della L.R. 37/2015 - RIFORMA AGENZIA REGIONALE PER L’AMBIENTE DI

BASILICATA (A.R.P.A.B.)” la Regione ha adeguato gli strumenti normativi alle nuove e mutate

esigenze ambientali, stabilendo una nuova rioganizzazione della propria Agenzia che dovrà

contribuire al mantenimento, alla prevenzione, al miglioramento sostanziale e misurabile della

qualità ambientale in Basilicata.

Al fine di definire una strategia per orientare, indirizzare e programmare interventi di

monitoraggio e prevenzione ambientale e rendere maggiormente efficaci le azioni poste in essere

dalla riforma dell’A.R.P.A.B. e soprattutto per dare rapido avvio alle Operazione di potenziamento

dei controlli ambientali ed rafforzamento delle attività di monitoraggio ai fini della salvaguardia

ambientale – Anni 2016 -2019 (importo circa 35,00 MEuro approvato con D.G.R. del 26 aprile 2016

n.435) la Regione insieme all’ARPAB sta elaborando un documento di orientamento ed indirizzo

del Sistema di controllo, protezione e salvaguardia ambientale per il periodo 2016-2019 .

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REGIONE BASILICATA

NOTA ANALITICA DI CONTESTO SOCIETA’ DELLO SVILUPPO COMPATIBILENel 2010 la Basilicata si colloca infatti nella posizione più virtuosa fra tutte le regioni italiane per livelli di emissione di CO2 per abitante, secondo l’ultimo dato disponibile, che è purtroppo al 2010, che parla di emissioni di 2,9 tonnellate di CO2 per abitante, a fronte di una media nazionale di 7,4, ed una meridionale di 6,8. Proiezioni fatte dai nostri uffici sulla base del modello ufficiale Compare dell’Enea ci portano a prevede che l’insieme delle politiche regionali, soprattutto quelle a valere usi fondi strutturali 2014-2020, che prevedono molti interventi specifici a tutela dell’ambiente, della biodiversità e dell’efficienza energetica, consentirà di risparmiare in media 208 kt di CO2 all’anno. I principali contributi provengono:- per il 68%, dagli interventi di efficienza energetica degli edifici e di riconfigurazione della rete

di distribuzione di energia;- per il 30%, dagli interventi di tutela delle aree naturali, di mantenimento delle produzioni

agricole e di forestazione;- per il restante 2%, da altri interventi (smart mobility, energie alternative, miglioramento del

trasporto su ferro, ecc.). Di conseguenza, assumendo come punto di partenza il 2015 (a sua volta una proiezione dell’ultimo dato disponibile sulle emissioni, al 2010, basata sulla sua serie storica), è possibile tracciare il seguente grafico previsionale. La riduzione lineare delle emissioni le porterebbe, al 2018, a valori inferiori a quelli del 1995. In termini pro capite, avremmo quindi 1,9 tonnellate per abitante, sostanzialmente un valore intermedio fra quello del 1990 e quello del 1995. Importante è anche la nostra dotazione naturalistica. Rete Natura 2000 in Basilicata comprende 53 Siti, 20 dei quali Zone Speciali di Conservazione e 17 Zone di Protezione Uccelli, coprendo il 23,7% del territorio regionale, ed esprimendo 63 tipologie di habitat tra quelle elencate nell’allegato 1 alla Direttiva 92/43/CE, 13 delle quali prioritarie. Oltre il 60% hanno uno stato di conservazione favorevole mentre condizioni di rischio si rilevano in quelle aree caratterizzate da fenomeni erosivi o pressioni antropiche. L’adozione delle Misure di Tutela e Conservazione nonché la conseguente designazione delle ZSC hanno rappresentato un passaggio fondamentale. Con DGR 1181/2014 inoltre è stato approvato il Prioritized Action Framework (PAF) per la Rete Natura 2000 della Basilicata - trasmesso alla Commissione europea (DG ENV) tramite il Ministero dell’Ambiente.D’altra parte, l’87,3% delle potenza efficiente energetica lorda installata, nel 2014, proviene da fonti rinnovabili, a fronte del 43,5% medio nazionale. La Basilicata supera la media nazionale anche in termini di consumi di energia da fonti rinnovabili (64,9%, a fronte del 37,3% nazionale). Sono installati: 11 impianti idroelettrici, per una potenza complessiva netta di circa 130 MWe; 25 impianti termoelettrici, per una potenza complessiva netta di circa 246 MWe; 170 impianti eolici, per una potenza complessiva di circa 439 MWe; impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di circa 356 Mwe. Inoltre, ad oggi risultano essere stati autorizzati impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili per un ulteriore ammontare di circa 1.200 MW.Il settore energetico, e quello ambientale, è anche una importante piattaforma produttiva ed occupazionale. Infatti, il settore energetico rappresenta il 2,1% del valore aggiunto regionale, a

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REGIONE BASILICATA

fronte dell’1,8% nazionale. Il solo comparto petrolifero dà lavoro a 500 addetti, cui vanno aggiunti 800 addetti nel settore delle fornitura di energia e gas, 2.500 in quello della fornitura di acqua, reti fognarie, trattamento dei rifiuti e risanamento ambientale. Sul peso economico ed occupazionale del settore, quindi, va fatto un ragionamento di valorizzazione produttiva, al fine di realizzare un vero distretto ambientale lungo l’intera filiera.

C.1 RIFIUTI e BONIFICHELe criticità della gestione dei rifiuti in Basilicata – frammentazione del ciclo, insufficiente raccolta

differenziata, eccesso di conferimenti in discarica, sottodimensionamento dell’impiantistica,

strutture e siti da bonificare, ecc. – hanno risentito delle incertezze concernenti sia il sistema di

governo sia gli strumenti di pianificazione del settore.

Oggi però, sia con la L.R. 1/2016 che istituisce l’Ente di Gestione dei Rifiuti e delle risorse Idriche di

Basilicata - E.G.R.I.B. e sia con la D.G.R. n° 95 del 2 febbraio 2016: "Adozione piano regionale di

gestione dei rifiuti (PRGR), la Giunta Regionale ha messo in campo strumenti in grado di superare

le criticità esistenti e di dare stabilità e prospettive di lungo periodo di ottimizzazione del sistema

“rifiuti e bonifiche”.

In particolare, il PRGR si pone obiettivi declinati in quattro sezioni fondamentali:

1. Piano di gestione dei rifiuti urbani

2. Piano di gestione dei rifiuti speciali

3. Piano di bonifica dei siti inquinati

4. Piano amianto

Allo stato attuale, rispetto all’iter stabilito dal D.Lgs. n. 152/2006 ed in coerenza con la procedura

di adozione e approvazione del PRGR prevista dalla L.R. n. 6/2001, il Piano ha concluso la

Procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) (è in corso da parte dell’Ufficio competente

la predisposizioni della Determinazione chiusura del procedimento), conseguentemente la Giunta

adotta Il piano ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione

acquisita nell'ambito della consultazione, per poi trasmetterlo al Consiglio Regionale per la sua

approvazione definitiva.

Il Piano Regione di Gestione dei Rifiuti è organizzato in 4 Sezioni:

PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANILa pianificazione della gestione dei Rifiuti Urbani (RU) fa propri gli obiettivi e le priorità definite

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REGIONE BASILICATA

dalla normativa, rafforzate e implementate nell’ambito della “Strategia Regionale Rifiuti Zero 2020”, approvata con l’art. 47 della LR n. 4/2015 e che impegna la Regione Basilicata a definire e realizzare una serie di azioni integrate volte tra le altre cose a:massimizzare la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, il riuso dei beni, il recupero di materiali e di energia ed il riciclaggio, in modo da tendere a zero entro l’anno 2020;proteggere l’ambiente e la salute prevenendo e riducendo gli impatti negativi legati alla produzione e alla gestione dei rifiuti. In particolare il Piano prevede, oltre alla prevenzione, la massimizzazione del recupero di materia, anche per il Rifiuto Urbano Residuo (RUR).

PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALIGli obiettivi per la migliorare la gestione dei rifiuti speciali all’interno del PRGR sono categorizzabili nelle seguenti fattispecie:sostenibilità ambientale ed economica del ciclo dei rifiuti;invio a recupero dei flussi di rifiuti che attualmente sono inviati a smaltimento;effettuare una corretta separazione dei rifiuti alla fonte;ridurre la quantità e pericolosità dei RS prodotti.

PIANO DI BONIFICA DEI SITI INQUINATIIl Piano Regionale di Bonifica è lo strumento di programmazione e pianificazione, previsto dalla normativa vigente, attraverso cui la Regione provvede ad individuare i siti da bonificare presenti sul proprio territorio, a definire un ordine di priorità degli interventi sulla base di una valutazione comparata del rischio ed a stimare gli oneri finanziari necessari per le attività di bonifica. I principali obiettivi del Piano sono così riassumibili:sviluppare e aggiornare l'anagrafe regionale dei siti oggetto di procedimento di bonifica;definire le priorità di intervento sui siti contaminati pubblici e la relativa pianificazione economico-finanziaria;

PIANO AMIANTOIl principale obiettivo che la Regione intende raggiungere è fare sì che tutti gli organi che hanno un ruolo nella bonifica dei siti con amianto si adoperino affinché l'amianto, sotto qualsiasi forma, venga eliminato dal territorio regionale entro 20 anni dall'entrata in vigore dell’aggiornamento del Piano, attraverso i seguenti strumenti:proseguire l'incentivo economico alla rimozione dell'amianto già avviato con la L.R. 42/2015, incrementandone la dotazione finanziaria;proseguire le attività di censimento e mappatura dell’amianto previste;valutare eventuali metodi alternativi, già sperimentati, di smaltimento dell'amianto.

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REGIONE BASILICATA

A valere sul PO FESR previsto avvio degli interventi sul settore impiantistico, già pianificati nel precedente ciclo, quali ad esempio la “Conversione della piattaforma polifunzionale di trattamento meccanico-biologico del Comune di Venosa (PZ) per la realizzazione di un impianto di compostaggio della frazione umida dei RSU” il cui importo è pari ad euro 4.843.003,15.

Il vincolo posto dagli orientamenti comunitari in merito all’ammissibilità dei soli interventi di

bonifica preordinati ad un riutilizzo produttivo dei terreni bonificati impone una intensa

connessione dell’azione di recupero ambientale con l’insediamento di attività imprenditoriali in

grado di generare sviluppo occupazione e reddito.

C.2 RISORSE IDRICHE e DEPURAZIONELa Basilicata è una regione esportatrice netta di “acqua” per salvaguardare la riproducibilità nel

tempo del patrimonio idrico regionale è pertanto richiesta la messa in campo di un’azione

coordinata sotto i profili e del governo/gestione e della programmazione/utilizzazione ottimale

della risorsa: donde la costituzione dell’Ente di Gestione dei Rifiuti e delle risorse Idriche di

Basilicata (E.G.R.I.B.) e l’avvio delle procedure di aggiornamento del Piano Regionale di Tutela

delle Acque.

Per quanto concerne più direttamente il servizio idrico integrato (SII) - inteso come l’insieme dei

servizi di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili nonché di fognatura e

depurazione delle acque reflue – le risorse comunitarie sono finalizzate al conseguimento dei

seguenti obiettivi

migliorare la qualità dei corpi idrici anche attraverso interventi di miglioramento e ripristino

della capacità di invaso e la realizzazione di infrastrutture verdi

potenziare le infrastrutture di captazione, adduzione, distribuzione, ecc. nonché quelle per

il convogliamento e lo stoccaggio delle acque pluviali

ridurre sensibilmente le perdite di rete attestate nel 2012 al 38,5% delle risorse idriche

immesse nel servizio idro-potabile

investire nel settore depurativo relativamente agli agglomerati non ritenuti conformi alle

disposizioni comunitarie e nazionali

elevare gli standard qualitativi di erogazione del servizio anche attraverso l’introduzione di

misure innovative di risparmio idrico

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REGIONE BASILICATA

rafforzare i sistemi di monitoraggio e di sorveglianza nell’impiego e nello sfruttamento

della risorsa idrica

C.3 RISORSE FORESTALI e BIODIVERSITA’L’elevato valore paesaggistico ed ambientale delle risorse territoriali fanno del patrimonio

naturalistico lucano un ‘asset’ primario per lo sviluppo sostenibile e duraturo della Basilicata da

promuovere e valorizzare attraverso interventi coordinati ed integrati sulle seguenti tematiche

prioritarie

a) risorse forestali

Gli interventi previsti riguardano il potenziamento del patrimonio forestale regionale

attraverso attività di imboschimento di superfici agricole e non, l’impianto di sistemi

agroforestali come integrazione al reddito agricolo e alla difesa del suolo, interventi di

prevenzione e ripristino da incendi e altri fenomeni naturali, interventi mirati ad accrescere la

resilienza ed il pregio ambientale del patrimonio forestale, nonché azioni finalizzate ad

accrescere il valore economico delle foreste attraverso l’innovazione dell’intero sistema delle

tecnologie forestali.

b) biodiversità

La Basilicata si caratterizza per un’estrema ricchezza e varietà di specie vegetali ed animali, di

habitat naturali e risorse ambientali che legittima l’impianto di una strategia dedicata alla

biodiversità imperniata su due assi di interventi costituiti da

la formalizzazione della rete ecologica regionale (RER) attraverso la caratterizzazione e

perimetrazione delle aree; la delimitazione dell’infrastruttura verde (nodi, corridoi

ecologici, aree buffer, etc); la definizione della governance ambientale; lo sviluppo di una

politica economico/gestionale ambientale su tutto il territorio “verde” della Regione

Basilicata; l’implementazione del Prioritized Action Framework (PAF); la sottoscrizione di

protocolli di intesa tra Regione e Comuni, connotati dalla presenza di aree afferenti a Rete

Natura 2000 preordinati ad attuare le Misure di Tutela e Conservazione e i Piani di

Gestione

la programmazione, mediante l’attivazione delle risorse comunitarie dedicate, di interventi

di tutela e salvaguardia della biodiversità regionale quali la difesa attiva dell’originalità e

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REGIONE BASILICATA

peculiarità dei paesaggi; la ricucitura del territorio attraverso corridoi ecologici e

collegamenti funzionali; la realizzazione di infrastrutture verdi, attrezzature ecocompatibili,

sentieristica, opere a supporto della rete escursionistica adoperando tecniche e materiali

ecocompatibili; il sostegno ad iniziative a valenza ambientale da parte del mondo

dell’economia sociale e del non profit; lo sviluppo di azioni di animazione territoriale ed

educazione formale e non formale connesse al paradigma dello sviluppo sostenibile; la

promozione e diffusione della conoscenza e fruizione sostenibile del patrimonio naturale

nonché l’attivazione di iniziative di comunicazione e marketing naturalistico

‘Rete Natura 2000’ in regione comprende 55 SIC (20 designati come ZSC e 17 sono come ZPS) con una superficie che copre una percentuale di territorio pari al 17,1 % che associato alle aree protette (Parchi Nazionali, Parchi Regionali e Riserve Regionali) garantisce la tutela di circa un quarto (23,7%) dell’intero territorio regionale

A valere sul PSR, nel 2016, è contemplata l’attivazione della sottomisura 10.2 Conservazione della biodiversità animale e vegetale

C.4 ENERGIADa un punto di vista strettamente energetico, la Basilicata ha un ruolo importante nel panorama

nazionale e contribuisce significativamente sia nell’approvvigionamento energetico da fonti fossili

che in quello della produzione di energia da fonti rinnovabili: ciò legittima la candidatura della

regione a fungere da piattaforma energetica integrata per l’intero Mezzogiorno continentale

tenuto conto che la partita energetica oggi si gioca sui temi quali

la crescita sostenibile del territorio lucano, basata su un'economia a basse emissioni di

CO2

la capacità di sfruttare le risorse fisiche di cui è dotato il territorio lucano in modo

efficiente e sostenibile, tutelando l'ambiente e la biodiversità

l’efficientamento delle reti di distribuzione energetica sia ad alta che a bassa tensione

l'innovazione delle tecnologie e dei materiali ad elevata performance energetica in

coerenza anche con le indicazioni rivenienti dalla Smart Specialization Strategy (S3)

In detto orizzonte strategico devono andare ad inserirsi

le azioni di sistema volte a

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REGIONE BASILICATA

aggiornare il PIEAR ed a reindirizzare la politica energetica regionale

riposizionare gli ambiti di attività della Società Energetica Regionale

rafforzare le forme di collaborazione con l’ENEA di Rotondella

negoziare l’atterraggio in regione dei grandi player energetici nazionali ed internazionali

promuovere la redazione dei Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES)

le linee di intervento che mobilitano le risorse comunitarie mirate all’

efficientamento energetico delle strutture pubbliche

efficientamento energetico degli edifici privati

efficientamento energetico degli impianti produttivi

A valere sul PO FESR sono in fase di avvio nel 2016:- l’analisi finalizzata alla redazione di un Piano di efficientamento energetico degli edifici pubblici;- azioni propedeutiche alla individuazione di interventi per lo sviluppo di smart grids sul territorio;- intervento di efficientamento dell’impianto dell’Ospedale San Carlo di PotenzaNel corso del secondo semestre 2017 verrà dato sviluppo ad un accordo tra Regione, Aziende Sanitarie e SEL per interventi di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico

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REGIONE BASILICATA

D. SOCIETA’ COESA E DELLA CITTADINANZAGli impatti negativi della prolungata crisi economica sulla Basilicata in termini di occupazione,

esposizione a rischio di povertà/esclusione sociale e marginalità territoriale impongono l’adozione

da parte della Regione di una strategia di contrasto e di risposta attiva incentrata sul

perseguimento di tre macro obiettivi

inclusione lavorativa

welfare di cittadinanza

coesione territoriale

L’Asse intende; perciò promuovere e realizzare, in linea con le direttrici nazionali di riordino delle

politiche sociali, un welfare di cittadinanza, in ragione dell’ampliarsi della platea dei soggetti

esposti a rischi di povertà e di marginalizzazione sociale.

NOTA ANALITICA E DI CONTESTO SOCIETA’ COESA E DELLA CITTADINANZAL’impatto della crisi si riversa sulle famiglie, sotto forma di livelli di reddito disponibile modesti, come attesta un valore medio di reddito familiare, che nel 2013 è pari a 23.598 euro a famiglia, pari all’80% di quello nazionale. Questo basso reddito è, peraltro, distribuito in forma piuttosto sperequata. Infatti, il 37,7% delle famiglie lucane risulta concentrato nel quinto di reddito equivalente più basso, a fronte del 13% del Centro Nord e del 35,4% del Sud, mentre solo il 4,9% (a fronte del 25% del Centro Nord) percepisce i livelli più alti di reddito. Tale condizione si riversa sui consumi, e quindi sulla domanda: la spesa media mensile delle famiglie lucane nel 2014, pari a 1.879 euro, è il 75% della media nazionale. Con riferimento alla povertà, l’indice di povertà relativa Istat, che presenta alcune problematiche metodologiche e di misurazione (essendo costituito da una misurazione della spesa per consumi, che distorce la fotografia della povertà, non tenendo conto della propensione al risparmio) è, al 2014, pari al 25,5%, a fronte del 10,3% nazionale, con la nostra regione in penultima posizione prima della Calabria. Un indicatore di povertà più obiettivo che elimina la distorsione della misurazione basata sui consumi è quello, di fonte Eurostat, di “grave deprivazione materiale”, che misura direttamente il tenore di vita sulla base della capacità di acquistare beni o servizi primari. L’indice di grave deprivazione materiale calcolato da Eurostat, storicamente, inizia a crescere rapidamente con gli effetti della crisi economica, sin dal 2008, e nel 2011-2012 tocca i livelli massimi (attorno al 24% delle famiglie). Poi inizia a scendere dal 2012 al 2014, mantenendo però, al 2014 (ultimo anno disponibile a consuntivo) un valore, pari al 15,1%, molto più alto di quello degli anni pre-crisi (quando l’indicatore era inferiore all’8%, e non molto più grave della media nazionale) e sensibilmente, anche non enormemente, superiore sia al dato nazionale (11,6%) ma inferiore alla

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REGIONE BASILICATA

media del Sud (18,3%). Infatti, con tale indicatore, come detto più obiettivo rispetto all’indice di povertà dell’Istat, la Basilicata ha valori di deprivazione inferiori alle altre regioni meridionali, ad eccezione del solo Molise e della Sardegna. La persistenza di reti di solidarietà di prossimità, e basate sulla famiglia allargata, consente infatti di ammorbidire la condizione di povertà, e di renderla meno acuta. Rimangono comunque, nonostante la riduzione nel 2014 dell’indice di grave deprivazione materiale, sacche di emarginazione sociale consistenti. Di alcune abbiamo già parlato prima: i NEET, la disoccupazione giovanile che rischia di divenire strutturale. Ma c’è da affrontare anche la disoccupazione di lungo periodo di lavoratori espulsi dai cicli produttivi in età avanzata e basso livello di qualifica. I disoccupati da 12 mesi e più hanno un tasso specifico, nel 2015, dell’8,9%, a fronte del 5,1% del 2007, e del 6,9% nazionale. Il tasso di disoccupazione fra chi ha 55 anni e più è del 5,2%. Era del 2,8% nel 2007. Il tasso di disoccupazione di chi ha la sola scuola dell’obbligo è pari al 13,9%, a fronte del 9,8% del 2007, anche se in questo caso è meno pesante del dato nazionale (15,1%) per via della più diffusa scolarizzazione tipica della popolazione lucana (ma d’altra parte ciò segnala una più alta disoccupazione intellettuale: da noi, i laureati hanno un tasso di disoccupazione dell’11,9%, a fronte del 7,1% italiano).

D.1 OCCUPAZIONELe peculiarità proprie del mercato del lavoro in Basilicata – bassi tassi di occupazione e di

partecipazione alla vita attiva; elevato tasso di disoccupazione per giovani, donne ed

ultracinquantenni; dilatata platea di persone assistite da ammortizzatori sociali; estensione delle

aree di precariato e lavoro irregolare; riattivazione di flussi migratori incentrati sulla forza lavoro

qualificata; ecc. – hanno spinto la Regione Basilicata a mettere in campo un’organica strategia per

il lavoro articolata su due distinti livelli

a) Politiche strutturali per l’occupazione

Sono tali le politiche di contesto preordinate a rilanciare gli investimenti pubblici e privati, a

promuovere la ricerca applicata e l’innovazione economica, a riconnettere organicamente fra di

loro i sistemi dell’istruzione/formazione ed il mondo della produzione e delle professioni, a

migliorare il contesto regolativo riducendo gli oneri amministrativi a carico delle imprese, ad

agevolare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro attraverso una modernizzazione degli istituti

e degli strumenti di governo del mercato del lavoro, ecc..

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REGIONE BASILICATA

Porzioni significative di dette politiche strutturali del lavoro sono oggetto di trattazione in altre

linee strategiche per cui in questa sede ci si limita ad esplicitare le azioni poste in essere in tema di

governo del mercato del lavoro quali

la regionalizzazione delle competenze delle Province in materia di lavoro e formazione

professionali

la già citata costituzione dell’Agenzia LAB - ‘Lavoro e Apprendimento Basilicata’ in modo da

implementare, secondo una logica integrata, i servizi per l’apprendimento, l’orientamento

professionale e l’inserimento lavorativo

il riassetto organizzativo-funzionale dei Centri per l’Impiego che, integrati nella citata

‘Agenzia LAB’, devono divenire, anche in partnership pubblico-privato, dei veri e propri

front office per le politiche attive del lavoro e per l’inserimento lavorativo delle varie platee

di lavoratori in cerca di impiego

b) Politiche attive del lavoro

Sono tali le politiche incentrate su puntuali e mirate azioni di inclusione lavorativa e professionale

calibrate su specifici target di gruppi vulnerabili dell’offerta di lavoro quali, ad es., i giovani, le

donne, i lavoratori anziani o espulsi dal ciclo produttivo, i disoccupati di lunga durata, disabili, ecc.

A valere sul PO FSE, sono state intraprese le seguenti azioni il rafforzamento del Fondo per l’Occupazione Stabile per le fasce deboli di forza lavoro che

prevede la concessione di un incentivo (fino a 10.000 euro all’anno per un massimo di due anni), per le imprese che si impegnano a trasformare un contratto atipico o a tempo determinato in uno a tempo indeterminato, nonché ad assumere nuovi occupati

l’avvio del progetto Tirocini presso gli Uffici Giudiziari (Tribunali, anche amministrativi, e Corti di Appello) per giovani meritevoli laureati in giurisprudenza

Inoltre sempre sul PO FSE, con riferimento al 2016, è prevista l’attivazione delle seguenti azioni: il programma Capitale Lavoro che, in continuità con il programma ‘Garanzia Giovani’ ed in

una prospettiva sistemica, è volto a sostenere le persone nelle diverse fasi della loro vita professionale e nelle transizioni riconoscendo loro una ‘dote’ che permette l’attivazione di un’offerta integrata e personalizzata di servizi: orientamento specialistico; formazione; accompagnamento al lavoro; accompagnamento all’occupazione e all’autoimpiego e altri percorsi di politica attiva personalizzati

l’implementazione e messa a regime del Contratto di Ricollocazione - uno strumento di politica attiva per il lavoro previsto dalla Legge di Stabilità 2014 - offerto ai disoccupati od inoccupati compresi nella fascia di età da 30 a 55 anni impegnati nella ricerca attiva del

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REGIONE BASILICATA

lavoro per la cui attivazione è previsto il coinvolge i Centri per l’impiego e i soggetti privati accreditati

l’attivazione di interventi a Sostegno dell’Occupazione e dell’Autoimprenditorialità intesi e declinati come percorsi strutturati di supporto (servizi di accompagnamento e/o incentivi) alla creazione d'impresa ed al lavoro autonomo, ivi compreso il trasferimento d'azienda (ricambio generazionale), in particolare nei settori della green economy e blue economy, dei mestieri legati alla creatività e alla cultura

il lancio del progetto Donna 2.0 volto a promuovere imprese costituite in maggioranza da donne nei settori dell’innovazione con il riconoscimento di un contributo a fondo perduto (fino a un massimo di € 30.000,00) a favore di micro, piccole e medie imprese, anche in forma individuale, e cooperative e fino a un massimo del 60% delle spese ammissibili

l’attivazione di interventi formativi a favore di persone disabili quali- moduli formativi trasversali e/o differenziati e percorsi di osservazione e valutazione

finalizzati all’inserimento lavorativo- il progetto La Fattoria Sociale che prevede una fase formativa in aula e pratica di

stage/tirocinio e, successivamente, la concessione di incentivi a favore delle imprese agricole che assumono o per i partecipanti che intendono avviare un’attività di lavoro autonomo nel campo dell’agricoltura

- progetto LIFE, con cui vengono sostenute iniziative di impresa sociale, che siano interamente o parzialmente ideate e realizzate da persone con disabilità

Una menzione particolare merita il Fondo per il Microcredito a valere sul PO FSE 2007 – 2013 che si è chiuso al 30.06.2016 con una quantità di richieste superiore alla pur elevata disponibilità finanziaria (15.000.000 di Euro) e che grazie alle quote di rientro dal finanziamento, diventerà un bando ciclico con modalità e finestre temporali ben definite.

D.2 INCLUSIONE SOCIALELa platea dei soggetti a rischio di povertà ed esclusione sociale negli ultimi anni, oltre ad essersi

ampliata a causa della crisi in atto, si è anche fortemente differenziata al proprio interno: accanto

a figure tradizionali - quali disoccupati di lunga durata, donne, anziani, disabili, immigrati, ecc. –

sono fortemente cresciute altre categorie di persone – esodati, cassaintegrati, soggetti in mobilità,

giovani NEET, ecc..

Sussiste un vero e proprio circolo vizioso tra inoccupazione, deficit di capacitazione personale e

marginalità sociale: la mancanza di lavoro e la conseguente carenza di reddito costituiscono la

causa più impattante in termini di povertà ed emarginazione mentre la carenza di competenze e

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REGIONE BASILICATA

conoscenze spendibili restringe enormemente le possibilità di fuoriuscita dalla condizione di

esclusione ed emarginazione.

Sulla base dell’esperienza maturata in passato – programmi ‘Cittadinanza solidale’ e ‘Co.P.E.S.’ -

la Regione Basilicata intende articolare in maniera autonoma e distinta

le politiche di contrasto alla povertà ed all’emarginazione sociale, che hanno una

prevalente finalità di riabilitazione personale e di rigenerazione sociale delle fasce deboli

della popolazione lucana

Il PO FSE Basilicata 2014-2020 ha finanziato, a valere sull’Asse 2, l’avvio del Programma Reddito minimo di inserimento destinando risorse pari a € 7.700.000,00 agli avvisi pubblici per la selezione dei beneficiari del Programma Reddito minimo di inserimento – Categorie A e B. In particolare, € 2.700.000,00 sono stati destinatati all’Avviso Categoria A per i lavoratori fuoriusciti dalla platea della mobilità in deroga e € 5.000.000,00 al finanziamento delle domande presentate dai soggetti disoccupati e/o inoccupati a valere sull’Avviso Categoria B. Al fine di far fronte alle difficoltà economiche dei soggetti beneficiari viene garantita un’indennità monetaria mensile pari mediamente a € 450, oltre agli eventuali rimborsi per le spese di viaggio sostenute, per il loro impegno in progetti di pubblica utilità definiti da soggetti pubblici (Comuni; Province; Enti Pubblici Economici e Società in house delle Pubbliche Amministrazioni) e privati (cooperative sociali costituite ai sensi della L. n. 381/1991 e imprese sociali costituite ai sensi del D.lgs. 155/2006) che operano sui territori.

Le risorse del PO FSE Basilicata 2014-2020 sono finalizzate, in particolare, a sostenere le azioni di inserimento lavorativo che dovranno essere avviate per garantire il progressivo svuotamento della platea dei beneficiari del Programma

le politiche per l’inserimento lavorativo, che si rivolgono essenzialmente a persone espulse

dai cicli produttivi o non in grado di entrare nel mercato del lavoro a causa di deficit di

competenze ed abilità da riqualificare

“Tirocini extracurriculari finalizzati all’inserimento/reinserimento al lavoro per i beneficiari del programma co.p.e.s. e i lavoratori fuoriusciti dalla platea della mobilità in deroga”L’azione è finalizzata alla promozione di tirocini formativi per gli ex beneficiari del Programma regionale di contrasto alle condizioni di povertà e di esclusione sociale, in acronimo Co.P.E.S., e per i lavoratori fuoriusciti dalla platea della mobilità in deroga per effetto del Decreto Interministeriale n. 83473 del 1° agosto 2014.

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REGIONE BASILICATA

I tirocini saranno attivate presso Pubbliche Amministrazioni, come definite dall’art. 1, comma 2, del D.lgs. 165/2001; Enti Pubblici Economici; Società in house delle Pubbliche Amministrazioni e Cooperative sociali di tipo B o a scopo plurimo e loro consorzi, ovvero imprese sociali costituite ai sensi del Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 155.L’obiettivo è di offrire agli ex beneficiari Co.P.E.S. e ai lavoratori fuoriusciti dalla platea della mobilità in deroga, che vivono in una condizione di grave disagio economico, l’opportunità di integrarsi con il mercato del lavoro, capitalizzando le esperienze acquisite nel corso dell’esperienza formativa e/o lavorativa e acquisendo nuove conoscenze e competenze per migliorarne le condizioni di occupabilità e consentire il progressivo distacco da una misura assistenziale verso opportunità di lavoro concrete.

D.3 COESIONE TERRITORIALELe specificità proprie della geografia economica della Basilicata – estroversione dei sistemi locali

più dinamici, carenza di effetto città ed estensione delle aree interne – danno una rilevanza tutta

particolare alla strategia di rafforzamento della coesione territoriale perseguita dalla Regione

calibrata su tre fondamentali tipologie di ambiti programmatici di intervento così identificati

sistemi urbani

Le criticità delle passate esperienze di progettazione integrata (PISU e PISUS) non fanno venir

meno l’esigenza di una specifica strategia per il rafforzamento dei sistemi urbani di Matera e

Potenza in grado di contrastare le spinte centrifughe esercitate dai centri gravitazionali

extraregionali e, nel contempo, accrescere la coesione territoriale complessiva della regione.

A tal fine, a valere sui programmi cofinanziati dai Fondi strutturali comunitari, si intende attivare

per le due città capoluogo Interventi Territoriali Integrati che siano in grado di mettere a valore il

ruolo e la funzione di motori dello sviluppo che i sistemi urbani possono svolgere a vantaggio

dell’intera regione concentrando azioni ed interventi sulle specializzazioni economico-produttive

che negli ultimi tempi hanno conseguito le città di

- Matera, andata caratterizzandosi vieppiù come attrattore turistico-culturale di rilevanza

internazionale (vocazione d’altronde confermata dalla positiva candidatura di Matera a

‘Capitale Europea della Cultura 2019’) e, quindi, principale ‘hub’ turistico per l’intera

Basilicata

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REGIONE BASILICATA

- Potenza, venuta connotandosi come polo di servizi pubblici e privati (una sorta di ‘capitale

amministrativa’ a supporto dell’intera collettività regionale) nonché base logistica per

l’accesso alle reti globali (trasporti, ICT, R&I, conoscenza, ecc.)

Dotazione finanziaria indicativa allo strumento ITI – Sviluppo Urbano

Asse prioritari Fondo Dotazione finanziaria indicativa (sostegno dell’Unione)

1 FESR 2.500.000,00

3 FESR 7.000.000,00

4 FESR 13.750.000,00

5 FESR 11.051.566,60

7 FESR 5.000.000,00

8 FESR 2.000.000,00

TOTALE 41.301.566,60

Sistemi produttivi locali

Il modello di sviluppo spaziale ‘estroverso’ affermatosi negli anni in regione ha fatto sì che

attualmente lungo i confini della Basilicata si siano consolidati ‘sistemi locali’ fortemente

specializzati sotto il profilo economico-produttivo, quali

- il Vulture-Melfese, incentrato essenzialmente sull’automotive ma con presenze significative

anche in campo turistico (e naturalistico/culturale) ed agricolo

- il Metapontino, oltre ad essere la meta turistica (e culturale) più rilevante della regione si

connota anche per la presenza del comparto agricolo più sviluppato e dinamico

- il basso Lagonegrese, connotato per il turismo balneare ma con dotazioni naturalistiche e

culturali di pregio

- l’alta Val d’Agri, segnata dalle attività energetiche ma anche dalla presenza di un Parco

nazionale quale espressione di un potenziale naturalistico di sicura valenza

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REGIONE BASILICATA

Per detti ‘sistemi produttivi locali’, facendo anche tesoro delle pregresse esperienze (PIT, PIOT,

POIS) di progettazione integrata territoriale, la Regione intende promuovere e sostenere azioni ed

interventi che alimentino ed innovino i processi di specializzazione economico-produttiva in atto

(in coerenza anche con le indicazioni rivenienti dalla S3 regionale) e, nel contempo, potenzino il

ruolo di nodi gravitazionali intermedi di ricucitura dell’armatura urbana regionale tra sistemi

urbani ed aree interne mobilitando all’uopo non solo le risorse rivenienti dai programmi

cofinanziati dai Fondi strutturali comunitari ma anche attivando piste finanziarie nazionali e

regionali.

POTENZIALI AP A SOSTEGNO

il Vulture-Alto Bradano- il distretto industriale dell’automotive (AP 1 e 3 PO FESR 2014-2020)- il circuito turistico/culturale/naturalistico (AP 3 e 5 PO FESR 2014-2020)- il distretto Agroindustriale del Vulture (PSR 2014-2020)

il Metapontino sostenere- il sistema turistico locale (AP 3 e 5 PO FESR 2014-2020)- il distretto Agroalimentare di qualità (PSR 2014-2020)

il Pollino-Lagonegrese sostenere- il sistema turistico locale di Maratea (AP 3 e 5 PO FESR 2014-2020)- il distretto Rurale (PSR 2014-2020)

l’Alta Val d’Agri sostenere- il distretto energetico (AP 1, 3 e 4 PO FESR 2014-2020)- il grande attrattore naturalistico ‘Parco Appenino Meridionale’ (AP 3 e 5 PO FESR 2014-

2020)

Aree interne

L’analisi sui sistemi locali, sviluppata su un panel esteso di indicatori comunali per aderire alla

Strategia Nazionale per le Aree Interne, evidenzia la diffusione e la frammentazione di tali ambiti

territoriali in Basilicata: lungi dal costituire, quindi, un territorio continuo ed in sé omogeneo le

‘aree interne’ lucane si caratterizzano per essere non solo concentrate lungo la dorsale

appenninica della regione ma anche disseminate sia negli areali a ridosso delle polarità urbane sia

all’interno dei sistemi produttivi locali.

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REGIONE BASILICATA

La Regione ha proceduto a selezionare quattro ‘aree interne’, congiuntamente al Comitato

Nazionale Aree Interne, di cui due – Collina Materana e Mercure- Alto Sinni-Val Sarmento – già

pronte a concorrere efficacemente all’attuazione della Strategia Nazionale per le Aree Interne

attraverso l’attivazione di Interventi Territoriali Integrati ‘Aree Interne’ incentrati

- per un verso su progetti di sviluppo locale afferenti alle seguenti filiere economico-

produttive

- tutela del territorio

- risorse naturali culturali e turismo

- sistemi agroalimentari

- energie rinnovabili

- artigianato e ‘saper fare’

- per l’altro sulla mobilitazione di risorse nazionali a sostegno della gestione di servizi

associati comunali in materia di salute, istruzione e mobilità

Dotazione finanziaria indicativa allo strumento ITI – Aree Interne

Asse prioritari Fondo Dotazione finanziaria indicativa (sostegno dell’Unione)

3 FESR 4.000.000,00

4 FESR 3.000.000,00

5 FESR 5.000.000,00

6 FESR 20.000.000,00

7 FESR 7.000.000,00

8 FESR 6.000.000,00

TOTALE 45.000.000,00

E. SOCIETA’ BEN GOVERNATAI Fondi strutturali comunitari sono da sempre stati, a causa della loro pervasività e vincolatività, dei

formidabili veicolatori di innovazione amministrativa e di rimodellamento degli apparati

burocratici: basti pensare per un verso al complesso sistema delle autorità (di gestione,

certificazione ed audit e loro regolamentazione comunitaria) che a vario titolo sovrintendono - 38 -

REGIONE BASILICATA

all’implementazione dei programmi operativi e per l’altro all’articolata disciplina del sistema di

sorveglianza (monitoraggio, controllo, rendicontazione, verifica, valutazione).

Il ciclo di programmazione 2014-2020 sul punto non è da meno dei periodi precedenti, anzi per

certi versi si registra un salto qualità nella ‘irregimentazione’ dell’attività regionale: se si analizzano

congiuntamente il complesso delle c.d. condizionalità ex ante ed i contenuti del c.d. piano di

rafforzamento amministrativo imposte a livello comunitario non è difficile leggere in filigrana un

disegno nient’affatto sottaciuto di società ben governata.

I punti salienti di detti imput all’innovazione amministrativa ed al rimodellamento possono essere

aggregati attorno ai seguenti nodi tematici prioritari

efficientamento dell’apparato regionale da perseguire attraverso l’attuazione di un piano

di rafforzamento amministrativo dell’Ente Regione in grado di pilotare l’azione di

modernizzazione ed innovazione organizzativa in materia di gestione dei fondi comunitari

adeguamento strategico-programmatico attraverso l’adozione di una pluralità di atti e

strumenti di indirizzo politico quali

- la Strategia di Smart Specialisation (S3) regionale- l’Agenda Digitale Regionale - il Piano Regionale per la Tutela delle Acque- il Piano Regionale dei Rifiuti e delle Bonifiche- il Piano Paesaggistico Regionale- il Piano Regionale dei Trasporti

semplificazione e snellimento amministrativo da perseguire, per es., dando attuazione allo

‘small business act’ relativo all’esercizio delle attività imprenditoriali

riordino delle amministrazioni di settore quali, ad es., la costituzione di agenzie ‘Lavoro ed

Apprendimento Basilicata’ e ‘Ente di Gestione dei Rifiuti e delle risorse Idriche di Basilicata’

governance territoriale con particolare riferimento all’associazionismo comunale per

l’attivazione degli ITI ‘Aree Interne’

Quest’ultimo Asse, nasce dalla constatazione che la Basilicata si caratterizza per un sistema

economico e sociale fortemente influenzato dall’intermediazione pubblica in termini di allocazione

delle risorse finanziarie e di strutturazione degli interessi collettivi. Di conseguenza, l’efficienza del

settore pubblico allargato regionale costituisce una leva decisiva per il riavvio dei meccanismi di

sviluppo per l’utilizzo delle opportunità offerte dal ciclo di programmazione 2014-2020, come

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REGIONE BASILICATA

d’altra parte riconosce la stessa Commissione Europea, che indica agli Stati membri di redigere il

piano di rafforzamento amministrativo.

NOTA ANALITICA DI CONTESTO SOCIETA’ BEN GOVERNATA

Il sistema pubblico allargato della Basilicata (Regione, Province, Comuni, aziende pubbliche,

Camere di Commercio, ecc.) spende, nel 2014, 9,5 miliardi di euro, in crescita del 5,1% sul 2013, e

del 26,9% rispetto a dieci anni prima. Si tratta del 3,3% dell’intero Mezzogiorno, e di appena lo

0,03% nazionale (fonte: Conti Pubblici Territoriali). Tuttavia, in termini pro capite, abbiamo grosso

modo lo stesso livello di spesa rispetto al resto del Paese (16.536 euro per abitante, a fronte dei

16.905 nazionali). Tuttavia, il peso del settore pubblico, misurato in termini di valore aggiunto

regionale, la pubblica amministrazione pesa per oltre il 17%, e per il 9,5% in termini di addetti. Si

tratta quindi di un comparto primario, che incide, sia direttamente, sia indirettamente, per l’effetto

di volano della spesa pubblica sulla domanda aggregata, in misura molto rilevante sui destini

economici e sociali della regione.

Come è noto, Eurostat computa un indice di qualità della pubblica amministrazione, a livello di

regioni Nuts 2, parametrato su un mix di quesiti rivolti direttamente ai cittadini, sulla qualità dei

servizi, l’imparzialità della loro erogazione e la corruzione. Si tratta, come tutti gli indici basati su

surveys sottoposte ai cittadini, di un dato che soffre di un bias legato all’autopercezione dei

cittadini stessi, alla loro autostima, alle condizioni generali di contesto dell’intera amministrazione

pubblica del Paese cui la regione appartiene (per cui la Basilicata soffre, come effetto di

trascinamento, di una percezione negativa dei cittadini circa l’intero sistema pubblico italiano).

Fatte queste premesse, su 206 amministrazioni pubbliche di regioni europee analizzate (non solo

comunitarie, essendo presenti anche Paesi come la Turchia) la Basilicata si colloca al 182esimo

posto.

Tuttavia, ci posizioniamo, come detto, come effetto di trascinamento dell’intero sistema pubblico

italiano (in tale indagine, infatti, l’Italia nel suo insieme si colloca in 17-ma posizione). Rispetto al

dato nazionale e meridionale, infatti, la Basilicata si colloca prima di Puglia, Molise, Calabria e

Campania, ed addirittura prima del Lazio, fra le regioni del Centro Nord. C’è quindi, pur in una

situazione complessivamente non positiva della nostra Amministrazione, un vantaggio relativo che

abbiamo conservato rispetto alla media del Mezzogiorno, grazie alla capacità di attivare reti

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REGIONE BASILICATA

relazionali fra i vari gangli dell’apparato pubblico locale, e che si avvale anche dei progetti che

abbiamo presentato ed illustrato, più volte, ai soggetti sociali ed imprenditoriali, ovvero:

a) la predisposizione di testi unici legislativi, che, sull’impronta di quanto già fatto per l’artigianato,

riordini in un unico corpus le normative di settore, semplificandole, eliminando sovrapposizioni e

contraddizioni, rendendo più leggibile la disciplina di settore;

b) il varo della valutazione di impatto della regolamentazione per tutte le leggi regionali in

discussione al Consiglio, finalizzata ad evidenziare il rapporto costi/benefici, in termini di mercati,

imprese e comunità, dei provvedimenti in discussione, al fine di massimizzarne l’impatto

favorevole;

c) la ricostruzione, con l’ausilio di una task force interna, supportata da esperti esterni, di tutto il

ciclo normativo e procedurale dei principali atti normativi ed amministrativi che riguardano le

imprese e che sono di totale o parziale competenza della Regione, al fine di disegnare procedure

più veloci e meno farraginose, utilizzando al massimo la possibilità di autocertificazione, e

valutando l’opportunità di istituire zone a burocrazia zero nelle aree industriali in crisi o in rilancio

oggetto di specifici interventi agevolativi da parte del PO FESR o del PON I&C;

d) la pubblicazione, ogni anno, di uno “Small Business Act” lucano che, declinando le linee di quello

nazionale, ed inserendovene di nuove per la competenza della Regione, dia conto, e misurabilità,

delle azioni di sburocratizzazione e snellimento procedurale che la Regione intende mettere in

campo, assumendo specifici impegni in termini di tempi e realizzazioni.

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REGIONE BASILICATA

CONCLUSIONINel mio intervento ho cercato di evidenziare quanto è stato fatto nell’ultimo anno e quanto si farà

nel prossimo futuro. L’ho fatto seguendo due binari di ragionamento: i temi del programma ed i

dati socioeconomici entro i quali le politiche e gli strumenti comunitari devono muoversi con una

capacità di azione ed una brillantezza non certo statiche, ma assai dinamiche e proattive.

Ma ora voglio ritornare alla domanda posta all’inizio della mia relazione: dopo la BREXIT e sull’orlo

di un processo di disgregazione che non ha precedenti è condivisibile ancora l’idea di Europa?

La risposta è semplice, per il nostro Paese e per noi lucani certamente sì!

Penso che in una fase di acclarata inadeguatezza del ruolo degli stati nazionali alla complessità

della economia globalizzata attuale l’Europa, con tutti i suoi limiti ma anche i suoi margini di

miglioramento, resti la risposta valida per un progetto di comunità prospera e solidale. In questo

progetto alla Basilicata più che ad altri conviene rimanere, poiché l’impatto dei Fondi Strutturali è

fondamentale per lo sviluppo regionale. Soprattutto in una fase di ristrettezza dei margini di

manovre finanziarie nazionali. Certo la programmazione e la gestione delle risorse comunitarie e

più in generale delle risorse pubbliche deve essere sempre più corretta, trasparente, efficiente ed

efficace, su questo molto si è fatto, si sta facendo e si dovrà fare, ma immaginate cosa sarebbero la

nostra regione, le nostre città, i nostri paesi senza l’Europa, senza le risorse europee, ma

soprattutto senza quel costante paragone con le altre regioni e con gli altri territori, talvolta più

bravi e più sviluppati di noi, che ci spinge a metterci in discussione, grazie ad un sano e virtuoso

meccanismo competitivo e comparativo.

Potremmo obiettare che ci sono troppe regole e vincoli, meccanismi a volte cervellotici e

ridondanti che ci ostacolano invece che facilitarci, ma allora sforziamoci di cambiarli, ma

dall’interno, da europei, poiché senza l’Europa non saremmo certo migliori o più sviluppati, ma

solo più deboli, soli e periferici.

Cosa fare allora?

Continuare a lottare senza soste e senza dubbi, con tutte le nostre forze e con le nostre migliori

intelligenze, affinché il sogno europeo che è stato dei nostri padri continui ad essere realtà per i

nostri figli e per i nostri nipoti, per un’Europa migliore, per un’Italia più giusta, per una Basilicata

più forte.

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