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00867 - PSICHIATRIA
Corso di laurea : Medicina e chirurgia Tipo corso : Laurea Specialistica Europea
Facoltà : Medicina e Chirurgia
Lezioni di Psichiatria
Prof. Alessandro SerrettiProf. Alessandro Serretti [email protected]
Prevalenza
• Tutti i disturbi mentali: 50% degli adulti soffre di problemi di salute mentale nel corso della vita
• Depressione: Adulti: 10% nel corso della vita
• Disturbi d’ansia: 3-6% nel corso della vita (fobie, disturbi ossessivo - compulsivo, e disturbi tipo attacco di panico (prevalenza 1% circa per ciascun disturbo)
• Suicidio: 5.000 suicidi riusciti e più di 100.000 tentati suicidio all’anno; rappresentano il 5% di tutti gli anni di vita persi nelle persone sotto i 75 anni
• Schizofrenia (ed altre psicosi): 1% nel corso della vita
• Disturbo affettivo bipolare: 0.5-1% nel corso della vita
• Disturbi di personalità: 5-10% dei giovani adulti
• Disturbi legati all’alcool: 4.7% degli adulti presenta dipendenza da alcool
• Dipendenza da sostanze: 2.2% (stima in difetto)
• Anoressia nervosa: 1% delle ragazze adolescenti
Il Colloquio
Colloquio con il pz Psichiatrico
• Conversazione: ruolo variabile, argomento variabile, scopo variabile
• Colloquio psichiatrico: ruolo definito, argomento definito, scopo definito
Uno dei due soggetti può avere difficoltà a porsi in sintonia con l’altro sia su di un
piano relazionale che di contenuto
Ciò determina la necessità da parte dell’interlocutore di porre in atto modalità relazionali e comunicative tali da tentare di stabilire una
sintonia in entrambe le aree.
Aspetti relazionaliAspetti relazionali: si basano sulle capacità di empatia degli interlocutori
Aspetti di contenutoAspetti di contenuto: si basano sull’esame di realtà.
• Empatia: capacità di comprensione del mondo psichico altrui attraverso una parziale identificazione
• Esame di realtà: adesione ad una concezione condivisibile di essa
Colloquio con il pz Psichiatrico
Esame di realtà (insight)
I soggetti con disturbi psichiatrici possono avere un
grado variabile di alterazione dell’esame di realtà, definibile come consapevolezza completa, parziale o incompleta
di essere affetti da sintomi di ordine psichico.
Quanto più è assente consapevolezza, tanto più è necessario agire sia su
un piano empatico che comunicativo
•… ho spesso momenti di ansia … mi hanno detto che potrebbero essere attacchi di panico …
•… sono la rovina della mia famiglia … a volte ne sono sicuro, a volte no … guadagno troppo poco e mi sento un marito ed un padre fallito … però non è sempre così …
•… sono costantemente seguito da poliziotti in borghese … sono fuori di casa, per strada, al supermercato … tento di sfuggirli, ma me li ritrovo sempre alle calcagna …mi tengono d’occhio ventiquattro ore su ventiquattro … non ce la faccio più …
Esame di realtà (insight)
• Valutazione psichiatrica
– Evitare di farsi condizionare dalla prima impressione
– Valutare i rischi immediati
– Acquisire notizie su circostanze personali e familiari che potrebbero averModificato i sintomiInfluire sulla terapia e la prognosi
– Fondamentale la tecnica del colloquio!Domande aperteDomande chiuse
Tratto da: Teifion Davies, ABC of mental health: Mental health assessment, BMJ, May 1997; 314: 1536
Esempi di domande
Domande aperte
• Quali sono i problemi che l’hanno fatto venire in ospedale?
• Potrebbe dirmi qualcosa di più a riguardo?
• E...?
• C’è qualcos’altro di cui avrebbe piacere di parlarne (qualcosa che la preoccupa)?
• Mi parli della sua routine quotidiana (della sua famiglia, della sua storia personale e del contesto familiare nel quale è cresciuto)
• Ci sono delle domande che vorrebbe pormi?
Tratto da: Teifion Davies, ABC of mental health: Mental health assessment, BMJ, May 1997; 314: 1536
Domande aperte
• Vantaggi:– dà al pz la possibilità di scegliere gli argomenti e di
esprimersi secondo il proprio punto di vista
– risposte spontanee, più emotive
• Svantaggi:– risposte lunghe, vaghe, inattendibili, incomplete
– argomenti selezionati dal pz
Esempio di un colloquio a domande aperte
• " che cosa l'ha condotta qui, signora? "• " mi sento sempre stanca."• " stanca?"• " perché non riesco dormire bene."• " che cosa c'è che non va nel suo sonno? "• " E’ sempre è leggero, agitato e non riposante.”• “Bene, in che senso sonno non riposante? "• " io credo... non so... • " intende che si rigira nel letto? "• " no, non mi sembra... “• " perché non mi descrive il suo sonno, a partire dal momento in
cui è andata letto? "• " sono andata a letto alle 22.30, poi mi sono alzata poco dopo la
mezzanotte "
Esempio di un colloquio a domande aperte
• " sì... "• " poi all'una o all'una e mezza ancora. Ho gironzolato per casa per
circa mezz'ora poi mi sono nuovamente alzata alle quattro e non so quando mi sono addormentata. Al mattino è stato molto difficile alzarsi."
• " per cui sonno agitato per lei significa alzarsi più volte durante la notte."
• " si, è così."• " Ha anche detto che si sente stanca durante la giornata."• " esatto "• " accade più frequentemente dopo una notte agitata? "• " no, non necessariamente. Alcune notti dormo veramente bene e
tuttavia mi sento stanca fino alle 11 e mezzo del mattino "• " quindi sembra che lei abbia due problemi: alzarsi durante la notte
sentirsi stanca nelle ore mattutine." • " si, è così."
Domande chiuse
• Quando sono cominciati questi problemi (pensieri, sentimenti)?
• Che effetto hanno su di lei (la sua vita, la sua famiglia, il suo lavoro)?
• Ha mai avuto esperienze simili nel passato?
• Quando dice di sentirsi depresso, che cosa intende esattamente?
• In momenti come questi ha mai pensato di suicidarsi?
• Le capita di sentire delle voci (o vedere delle immagini) quando sembra che non ci sia nessuno?
Domande chiuse
• Vantaggi:– focus ristretto, scelto dal medico, precisione
– risposte veloci, chiare
• Svantaggi:– Guidano il pz (risposte vero-falso), meno autentiche
– il pz può non riferire cose perché non gli vengono chieste
Esempio di un colloquio “troppo” chiuso
•T: “Sono il dr X. Lei ha acconsentito a fare questo colloquio, è esatto?•T: “Bene. Quanti anni ha?”•T: “Ha dei parenti?”•T: “Fratelli e sorelle “•T: “Quanti?”•T: “Lei è il più giovane?”•T: “Qualcuno di loro si è ammalato di disturbi psichiatrici?”•T: “I suoi genitori sono viventi?”
•T: “Qualcuno di loro soffriva di malattie psichiatriche?
•P: “Si.”•P: “47”•P: “Che cosa intende?”•P:“Si “•P:“Tre “•P:“No.”
•P:“No” •P: “No, mia madre è morta un me..”
•P: “Non mi pa…”
Esempio di un colloquio a domande chiuse
•T: “Oh, mi sembra impossibile, la maggior parte delle malattie psichiatriche sono ereditarie.”•T: “Passiamo ai sintomi. Ha mai sofferto di allucinazioni?”•T: “Ha mai delirato?”•T: “Ha mai immaginato che i suoi vicini ce l’avessero con lei?”• T: “Ha mai avuto delle compulsioni?”• T: “Ha mai avuto malattie immaginarie? Disturbi somatoformi?”• T: “Ha avuto delle amnesie?”
•P: “No”
•P: “No”•P: “No”
•P: “No”•P: “Complu…No”
•P: “No” P: ”Non mi ricordo…”
COSA FARE
– Permettere al paziente di narrare la propria storia
– Prendere il paziente “sul serio”– Lasciare tempo alle emozioni del paziente – Indagare i pensieri su suicidio, violenza– Dare rassicurazione laddove possibile– Iniziare una relazione costruttiva e “vera”– Ricordare che “ascoltare” è “fare”!
Tratto da: Teifion Davies, ABC of mental health: Mental health assessment, BMJ, May 1997; 314: 1536
COSA NON FARE
• Non utilizzare domande chiuse troppo presto• Non porre più attenzione al “caso” che al paziente• Non essere troppo rigidi o disorganizzati:
esercitare un controllo flessibile• Non evitare argomenti “delicati” o imbarazzanti
• Non prendere come “tecnici” i termini medici/psichiatrici che il paziente usa (es. depressione)
Tratto da: Teifion Davies, ABC of mental health: Mental health assessment, BMJ, May 1997; 314: 1536
RICORDARSI DI:
– Mettere il paziente a proprio agio, è un colloquio, non un interrogatorio!
– Essere neutrali! Evitare giudizi, pregiudizi, prendere le parti per o contro il paziente
Tratto da: Teifion Davies, ABC of mental health: Mental health assessment, BMJ, May 1997; 314: 1536
ALTRE TECNICHE UTILI
CHIARIFICAZIONE:
– SPECIFICARE (“in che senso non riposante?”)
– VERIFICARE I SINTOMI (“cosa intende per…?”)
– DOMANDE GUIDA (“un bel gin tonic in discoteca, qualche pasticca, chi non se la cala?)
– SONDARE: molti pz assegnano un significato particolare alle proprie esperienze; il fine è quello di identificare la logica del pz
• Perché pensa che l’abbiano portata qui?
• Perché pensa che accadano queste cose?
• E’ possibile che le cose vadano diversamente?
ALTRE TECNICHE UTILI
CONDUZIONE
– CONTINUARE (“mi dica di più”)
– ENFATIZZARE (“Lei mi ha detto di sentirsi spesso nervosa…)
– VERIFICARE I SINTOMI (“cosa intende per…?”)
– RIDIREZIONARE: riportare il pz con delicatezza ad un altro argomento
– TRANSIZIONE: portare gradualmente il pz su argomenti diversi creando connessioni causa-effetto, temporali o sottolineando il cambiamento (“adesso parliamo di…”)
• Valutare i rischi!
Fattori che richiedono domande inerenti il rischio suicidario
Soprattutto se il paziente è maschio, single, non più giovane, isolato, o con più fattori di rischio contemporaneamente
• Precedenti idee o comportamenti suicidari• Gravi sintomi depressivi• Abuso di alcool o sostanze illecite • Malattie mentali croniche (inclusa schizofrenia)• Malattie fisiche dolorose o disabilitanti • Recente ospedalizzazione in Psichiatria • Dimissioni volontarie contro parere medico• Precedente comportamento impulsivo, incluso il self harm
(autolesionismo)• Procedimenti legali o criminali in atto (incluso divorzio)• Separazioni e allontanamenti familiari, personali, o sociali (es.
lutti, separazioni) Tratto da: T K J Craig and A P Boardman. ABC of mental health: Common mental health problems in primary care, BMJ, May 1997; 314: 1609
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generaleA.A. AspettoAspetto:: postura, cura di sé, igiene personale,
abbigliamento
B.B. Comportamento e attività psicomotoria:Comportamento e attività psicomotoria: gestualità, rallentamento psicomotorio, iperattività e irrequietezza, movimenti ripetitivi o bizzarri
C.C. Atteggiamento nei confronti della situazione Atteggiamento nei confronti della situazione e dell’interlocutore:e dell’interlocutore: collaborante, amichevole, ostile, sospettoso, seduttivo, etc…
• IMPULSIVITA’• ECCITAMENTO PSICOMOTORIO• RALLENTAMENTO PSICOMOTORIO• ARRESTO PSICOMOTORIO• CATATONIA• CATALESSIA- FLESSIBILITA’ CEREA• NEGATIVISMO• MANIERISMO• STEREOTIPIE• ACATISIA• DISTONIA• ASTASIA-ABASIA• TICS
Disturbi del Comportamento PsicomotorioDisturbi del Comportamento Psicomotorio
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
2. Umore ed affettivitàA.A. Umore:Umore: emozione pervasiva e sostenuta che colora la
percezione che il soggetto ha del mondo eutimico, esaltato, espansivo, depresso, disforico, labile
B.B. Affettività:Affettività: attuale risposta emozionale del pazienteappropriata, inappropriata, coartata, ristretta o limitata, appiattita, labile
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
3. Linguaggio– quantitàquantità
logorrea, povertà di linguaggio/espressiva, mutismo
– velocitàvelocitàaccelerazione
– tono di voce tono di voce volume eccessivamente alto o basso
– qualitàqualitàdisprosodia, disartria, balbuzie, farfugliamento
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
4. SensopercezioneAttività conoscitiva che avviene attraverso gli
organi di senso, si integra con le conoscenze precedenti, i ricordi e le attività psichiche globali
– quantitàquantitàIperestesie / ipoestesie
– qualitàqualitàIllusioni, Allucinazioni, Pseudo – allucinazioni, Allucinosi
ALLUCINAZIONE = falsa percezione sensoriale non associata a stimoli esterni reali.
• modalità sensoriale– uditive
– visive
– olfattive
– gustative
– somatiche
• Relazione con lo stato affettivo– congrue all’umore
– incongrue all’umore
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
5. PensieroRacchiude le facoltà più superiori e la capacità
critica per cui una persona è in grado di:– Relazionarsi con la realtà– Derivare concetti dal contatto con la realtà– Produrre giudizi sulla realtà
A.A. Forma del pensieroForma del pensiero
B.B. Contenuto del pensieroContenuto del pensiero
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
5. PensieroA.A. Forma del pensieroForma del pensiero- quantità e velocità dei contenuti ideativiquantità e velocità dei contenuti ideativi
- coerenza dei nessi associativicoerenza dei nessi associativi
- espressione nel linguaggioespressione nel linguaggio
In condizioni normali il pensiero è caratterizzato da un flusso di idee che fluisce ordinatamente da una premessa (A) ad una conclusione (B) passando attraverso alcuni concetti intermedi (C,…).
Disturbi formali del pensiero• Accelerazione Fuga delle idee
• Rallentamento Blocco
• Impoverimento
• Circostanzialità
• Tangenzialità
• Deragliamento
• Disorganizzazione
• Illogicità
• Perseverazione
• Assonanze
• Neologismi
• Ecolalia
quantità e velocitàquantità e velocità
coerenza dei nessi associativicoerenza dei nessi associativi
anomalie nel linguaggioanomalie nel linguaggio
RALLENTAMENTO BLOCCOLa velocità di pensiero è ridotta (aumento della lunghezza delle frecce) ed i concetti sviluppati (C,…) durante il percorso dalla premessa alle conclusioni sono diminuiti.
ACCELERAZIONE FUGA DELLE IDEELa velocità associativa aumenta e i concetti (D,…) sviluppati durante il percorso dalla premessa (A) alle conclusioni (B) eccedono quelli normalmente evocati (C,…).
IMPOVERIMENTO
TANGENZIALITA’Il pensiero fluisce lungo un percorso marginale rispetto a quello percorribile normalmente per giungere a conclusioni attinenti alla finalità (B). Anche la stessa finalità è raggiunta in maniera marginale (B1). I concetti esposti lungo il percorso si trovano comunque sempre ad una medesima distanza logica da quelli normalmente evocati.
CIRCOSTANZIALITA’
DERAGLIAMENTOIl percorso associativo devia verso concetti (D,E,F,G,H,…) non inerenti alle conclusioni e la capacità di perseguire una finalità (B) viene perduta.
ILLOGICITA’Il pensiero non raggiunge le proprie conclusioni in accordo alla finalità (B), ma procede attraverso percorsi logici non comprensibili (linee ondulate) evocando concetti (D,E) apparentemente senza alcuna relazione tra loro.
PERSEVERAZIONE
Nel giungere alla conclusione coerentemente con la finalità (B), il pensiero ripercorre più volte gli stessi concetti (C,…).
ASSONANZE
ECOLALIA
NEOLOGISMI
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
5. PensieroB.B. Contenuto del pensieroContenuto del pensiero
- deliriodelirio- pensiero dominantepensiero dominante- fobiefobie
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
5. PensieroB.B. Contenuto del pensieroContenuto del pensiero
- deliriodelirio
- pensiero dominantepensiero dominante
- fobiefobie
- idee suicide ed omicideidee suicide ed omicide
• Alterato giudizio della realtà
• Certezza soggettiva
• Incorreggibilità
• Impossibilità o falsità dei contenuti
• DD con le idee prevalenti
DelirioDelirioIdea falsafalsa ed immodificabileimmodificabile caratterizzata da straordinaria convinzione e certezza soggettiva, non soggetta a critica e non derivabile dal contesto culturale di provenienza del soggetto
Classificazioni del delirio:
• Stato di coscienzaStato di coscienza: confuso o lucido
• StrutturaStruttura: elementare o sistematizzato
• InsorgenzaInsorgenza: primario- percezione delirante- rappresentazione delirante- intuizione delirante
secondario
• UmoreUmore: congruo o incongruo
• Contenuti di pensieroContenuti di pensiero:
- DI PERSECUZIONE - DI RIFERIMENTO
- DI INFLUENZAMENTO
- DI COLPA, DI INDEGNITA’, DI ROVINA
- DI NEGAZIONE O NICHILISTICO
- DI GRANDEZZA
- DI GELOSIA
- MISTICO
- IPOCONDRIACO
- DI TRASFORMAZIONE CORPOREA, COSMICA, METEMPSICOSICO
- CONTENUTI DELIRANTI RARI ED INSOLITI
DELIRIO DI PERSECUZIONEDELIRIO DI PERSECUZIONE
Il soggetto è convinto che l’ambiente esterno gli sia in qualche modo ostile o voglia arrecargli danno.
• delirio di veneficio
• fissità tematica
• alta strutturazione
• autocentrismo
- schizofrenia
- disturbo delirante
DELIRIO DI RIFERIMENTODELIRIO DI RIFERIMENTO
Il soggetto è convinto che situazioni, oggetti, persone, fatti o avvenimenti assumano un particolare ed insolito significato allusivo, riferito in genere alla propria persona.
• delirio di persecuzione
• autocentrismo
- schizofrenia
DELIRIO DI INFLUENZAMENTO o DI DELIRIO DI INFLUENZAMENTO o DI CONTROLLOCONTROLLO
Il soggetto si sente oggetto di azioni esterne che trasformano e modificano la sua mente o il suo corpo contro la sua volontà.
• inserimento del pensiero
• furto del pensiero
• trasmissione del pensiero
•controllo del pensiero
- schizofrenia
DELIRI DI COLPA, DI INDEGNITA’, DI DELIRI DI COLPA, DI INDEGNITA’, DI ROVINAROVINAIl soggetto si sente responsabile e colpevole di danni e di sciagure di ogni tipo motivando tali convinzioni sulla base di avvenimenti e fatti di importanza irrilevante o addirittura inesistenti.
DELIRIO DI NEGAZIONE O DELIRIO DI NEGAZIONE O NICHILISTICONICHILISTICOIl soggetto è convinto della non esistenza di sé o di una parte di sé, del proprio corpo o di tutto il proprio corpo oppure di tutto il mondo circostante.
- disturbi depressivi, schizofrenia e disturbi organici
DELIRIO DI GRANDEZZADELIRIO DI GRANDEZZA
Il soggetto si sente ricco, potente e al di sopra di tutti.
• delirio ambizioso
• delirio erotomanico
• delirio megalomanico
• delirio genealogico
• delirio inventorio
• delirio di enormità
DELIRIO DI GELOSIADELIRIO DI GELOSIAIl soggetto è convinto dell’infedeltà a livello affettivo ma soprattutto sessuale del proprio partner (in genere coniuge) per cui si impegna alla ricerca di prove e di indizi del tradimento con interpretazione di fatti e osservazioni anche irrilevanti.DELIRIO MISTICODELIRIO MISTICO
convinzione di comunicare direttamente con Dio o di essere lui stesso un messaggero, un incaricato da Dio
DELIRIO IPOCONDRIACODELIRIO IPOCONDRIACOIl soggetto è convinto di soffrire di una malattia fisica o di un’alterazione morbosa del proprio corpo in assenza di qualsiasi lesione o alterazione somatica obiettivamente rilevabile.
DELIRIO DI TRASFORMAZIONE DELIRIO DI TRASFORMAZIONE CORPOREACORPOREA
DELIRIO DI TRASFORMAZIONE DELIRIO DI TRASFORMAZIONE COSMICACOSMICADELIRIO METEMPSICOSICODELIRIO METEMPSICOSICO
CONTENUTI DELIRANTI RARI ED INSOLITICONTENUTI DELIRANTI RARI ED INSOLITI
SINDROME DI CAPGRASSINDROME DI CAPGRAS: convinzione delirante che se stessi o uno dei familiari sono stati sostituiti da un’altra persona; si può presentare in diverse varianti tra cui la duplicazione di sé e la duplicazione di oggetti inanimati.
SINDROME DI FREGOLISINDROME DI FREGOLI: convinzione delirante di riconoscere persone della propria famiglia in sconosciuti.
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
5. PensieroB.B. Contenuto del pensieroContenuto del pensiero
- deliriodelirio- pensiero dominantepensiero dominante- fobiefobie
Alcuni contenuti prendono il sopravvento sugli altri occupando la maggior parte della produzione ideativa.
Pensiero DominantePensiero Dominante
•IDEA PREVALENTE: contenuto ideativo accompagnato da un partecipazione affettiva intensa ed egosintonica che predomina su altri pensieri.
•IDEA OSSESSIVA: contenuto ideativo non intenzionale, spesso irrazionale, invasivo e persistente (egodistonico) avvertito come fastidioso cui il soggetto tende a resistere.
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
5. PensieroB.B. Contenuto del pensieroContenuto del pensiero
- deliriodelirio- pensiero dominantepensiero dominante- fobiafobia
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6.6. Coscienza e capacità cognitiveCoscienza e capacità cognitive
7. Insight
CoscienzaCoscienza
• Quanto viene effettivamente vissuto in un determinato momento
• Si esprime nello stato di veglia e comporta l’integrità della vigilanza
• Analisi di:– ampiezza del campo di coscienza– lucidità dello stato di coscienza– orientamento nel tempo
• Alterazioni quantitativeAlterazioni quantitative
– Ampliamento dello stato di coscienza– Alterazione ipnoide– Alterazione crepuscolare
• Alterazioni qualitativeAlterazioni qualitative
– Alterazione oniroide – Alterazione onirica
CoscienzaCoscienza
Quadri clinici
Delirium = stato confusionale acuto a rapida insorgenza transitorio, con andamento fluttuante, caratterizzato da– ridotte capacità attentive
– pensiero disorganizzato
– tendenza all’addormentamento
– disturbi percettivi
– disturbi del ritmo sonno veglia
– variazioni delle attività psicomotorie
– disorientamento temporale spaziale e nella persona
– deficit mnesici di fissazione e rievocazione
Cause - organiche
Stati confusionali secondari– psicosi acuta - disturbo oniroide
– schizofrenia
– stati maniacali
– depressione
– disturbi dissociativi• fuga psicogena - restringimento del campo di coscienza - stato
crepuscolare
• disturbo dissociativo di identità - vicino allo stato crepuscolare
Disturbi dello stato di coscienza dell’Io o esperienza dell’Io
Depersonalizzazione = a coscienza lucida, esperienza di distacco e di estraneità – autopsichica
– somatopsichica
– allopsichica o derealizzazione
• disturbi cerebrali organici - epilessia temporale
• stati tossici (allucinogeni)
• disturbi d’ansia
• depressioni
• sindromi schizofreniche
• disturbo di depersonalizzazione
AttenzioneAttenzione• Attività di processi mentali centrali che aumentano la
risposta a determinati stimoli mentre altri sono inibiti o ignorati
• Tipi di attenzione: selettiva, sostenuta (o concentrazione), divisa
• Disturbi quantitativi- aprosessia, ipoprosessia, iperprosessia
• Disturbi qualitativi- distrazione- astrazione
• Forme cliniche di deficit dell’attenzioneForme cliniche di deficit dell’attenzione- primario- secondario
MemoriaMemoria
• Funzione della psiche che permette di fissare ed immagazzinare i dati con la facoltà di poterli riportare alla coscienza localizzandoli spazio-temporalmente
• Componenti
• Tipi
Disturbi della memoria
• Alterazioni quantitativeAlterazioni quantitative
– Iper / ipo (amnesie, ipomnesie, amnesie lacunari, anterograda e retrograda)
• Alterazioni qualitativeAlterazioni qualitative
– Paramnesie– Pseudoamnesie
OrientamentoOrientamento
Disturbi dell’orientamento
• nel tempo
• nello spazio
• persona
IntelligenzaIntelligenza
“capacità operative che consentono di capire, ricordare, utilizzare ed integrare costruttivamente le conoscenze precedenti e gli elementi del pensiero attuale al fine di affrontare e risolvere situazioni nuove”
Disturbi dell’intelligenza• Ritardo mentale• Demenza• Intelligenza e disturbi psichiatrici
Altre capacità cognitive
• Capacità visuospaziali
• Pensiero astratto
Esame delle condizioni mentali Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Livello di consapevolezza rispetto al disturbo e alla situazione. riconoscere l’aspetto patologico del suo funzionamento mentale
Insight
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• Suicidio e ViolenzeSuicidio e Violenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• Suicidio e ViolenzeSuicidio e Violenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
Depressione e mania
umore normale
depressione
mania
Umore basso, tristeAstenia, disinteresseCoercizione di attività e contatti
Umore elevato, euforicoLoquacità, aumento della attivitàEccessivo coinvolgimento
Disturbi dell’umore
Depressione unipolare
• Comune 10% pop, • F:M=2:1
• Solo episodi depressivi• Patologia ricorrente
• Prognosi buona, specie forme non cronicizzate
• Trattamento con farmaci antidepressivi
Disturbi bipolari
• Rari, <1% pop generale• F/M=1
• Caratterizzati dall’alternanza di fasi maniacali e depressive
• Talvolta solo fasi ipomaniacali
• Prognosi non eccellente• Trattamento con farmaci
stabilizzatori dell’umore, limitazioni: vita regolare
Depressione
E. Munch, “Malinconia” (1892)
Eziologia della depressione
Fattori genetici
Fattori genetici
Fattori evolutivi
Fattori evolutivi
Tratti di carattere e stili di vita
Tratti di carattere e stili di vita Life EventsLife Events
Episodio depressivo
Episodio depressivo
Malattie fisiche Malattie fisiche
EZIOLOGIA
EZIOPATOGENESI DELLA DEPRESSIONE1) condizioni predisponenti di base
(geneticamente determinate)
2) condizioni relative alle fasi più importanti dello sviluppo (0-3 anni, attaccamento e reciprocità,
vissuti di perdita e abbandono)
3) eventi di vita stressanti/supporto affettivo
diminuzione di neurotrasmettitori(serotonina, noradrenalina, dopamina)
in specifiche aree cortico-cerebrali
EZIOLOGIA
Biologia della depressione
Disregolazione di diversi sistemi trasmettitoriali del SNC, particolarmente noradrenalina (NA) e serotonina (5HT).
Alterazione delle funzioni ipotalamiche, con disfunzioni neuroendocrine.
Alterazioni del sonno: ridotta latenza REM, aumentata densità REM, anomala distribuzione circadiana del sonno REM, riduzione del sonno ad onde lente.
EZIOLOGIA
1. Genetica• Fattori genetici risultano importanti in numerosi casi di
depressione– se un gemello monovulare soffre di depressione, vi sono il 70% di
probabilità che anche l’altro gemello ne soffra– i parenti di primo grado di una persona che soffre di depressione
hanno il 15% di probabilità di ammalarsi– i parenti di secondo grado hanno un rischio del 7% circa– il rischio nella popolazione generale è del 3-5% circa
• I figli di persone con problemi depressivi anche se adottati fin dalla prima infanzia presentano un rischio di depressione 3 volte più elevato rispetto ai figli della famiglia adottante
EZIOLOGIA
2. Perdite precoci• I bambini che perdono i genitori in fasi precoci dello
sviluppo risultano maggiormente predisposti alla depressione da adulti
• La presenza di validi sostituti genitoriali riduce il rischio
• Anche da adulti, la estrema solitudine pone le persone a maggior rischio di depressione
EZIOLOGIA
3. Eventi della vita• Alcuni eventi della vita comportano un
significativo rischio di depressione– perdita di persone amate e significative– assistenza ai malati– perdita del lavoro, trasferimenti– cambiamenti di ruolo e posizione (pensionamento o
cambiamenti nel lavoro o in famiglia)– conflitti cronici – difficoltà economiche, superlavoro– mancanza di supporto
EZIOLOGIA
Un caso tipicoesordio
Il signor M ha 45 anni, è sposato e lavora in una ditta di trasporti. E’ una persona di buon carattere, con amici ed hobby, ed è soddisfatto della propria esistenza.
La madre aveva sofferto di depressione.
Negli ultimi tempi sono sorti seri problemi nella ditta in cui lavora e molti suoi colleghi sono stati licenziati o sono andati via.
Il signor M va incontro ad un infarto miocardico, risolto senza particolari conseguenze.
Sei mesi dopo la dimissione dall’ospedale, chiede aiuto al medico per l’insorgenza di uno stato di abbattimento, pessimismo, svogliatezza, ansia ed insonnia.
CLINICA
Un caso tipicosintomatologia
Il signor M soffriva intensamente. Era molto provato ed abbattuto, ma al tempo stesso inquieto, ansioso, spaventato.
Aveva molte difficoltà a dormire e sentiva di non avere energia. Aveva perso lucidità.
Recarsi al lavoro era molto difficile: non riusciva ad essere concentrato ed efficiente e ad affrontare i rapporti con gli altri.
Tutto era pesante e non aveva prospettive per il futuro.
CLINICA
Continuum depressivo
0
5
10
15
20
25
30
1 sintomo 2 sintomi 3 sintomi 4 o più
%
Noncasi
sottosoglia depressione
CLINICA
EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIOREEPISODIO DEPRESSIVO MAGGIOREA) Almeno 5 dei seguenti sintomi sono stati presenti durante lo A) Almeno 5 dei seguenti sintomi sono stati presenti durante lo
stesso lo stesso periodo di 2 settimane, e rappresentano un stesso lo stesso periodo di 2 settimane, e rappresentano un
cambiamento rispetto al funzionamento precedente; almeno cambiamento rispetto al funzionamento precedente; almeno
uno dei sintomi è (1) umore depresso, o (2) perdita d’interesse o uno dei sintomi è (1) umore depresso, o (2) perdita d’interesse o
di piacere. di piacere.
1) Umore depresso (oppure umore irritabile nei bambini e negli adolescenti) per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riferito dal resoconto del soggetto osservato dagli altri.
2) Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (come indicato dalla presenza di apatia per la maggior parte del tempo, riferita dal soggetto od osservato da altri.)
CLINICA
3) Significativa perdita di peso o aumento di peso non dovuto a diete (per es. più del 5% del perso corporeo in un mese), oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno (nei bambini considerare l’incapacità a raggiungere i normali livelli ponderali.
4) Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
5) Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservato dagli altri, e non soltanto sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato).
6) Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.
7) Sentimenti di svalutazione o di colpa eccessivi o immotivati (che possono essere deliranti) quasi ogni giorno (non soltanto autoaccusa o sentimenti di colpa per il fatto di essere ammalato).
CLINICA
8) Diminuita capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (come riferito dal soggetto o osservato da altri).
9) Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrenti propositi suicidi senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio o ideazione di un piano specifico al fine di commettere il suicidio
CLINICA
B) I sintomi non soddisfano i criteri per un B) I sintomi non soddisfano i criteri per un
Episodio Misto.Episodio Misto.
C) I sintomi causano disagio clinicamente C) I sintomi causano disagio clinicamente
significativo o compromissione del funzionamento significativo o compromissione del funzionamento
sociale, lavorativo, o di altre aree importanti. sociale, lavorativo, o di altre aree importanti.
CLINICA
D) I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici D) I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici
diretti di una sostanza (per es., una droga di diretti di una sostanza (per es., una droga di
abuso, un medicamento) o di una condizione abuso, un medicamento) o di una condizione
medica generale (per es., ipotiroidismo).medica generale (per es., ipotiroidismo).
(criterio d’esclusione organico)
CLINICA
DEPRESSIONE IN PAZIENTI CON PATOLOGIE MEDICHE
- Depressione ad eziologia medica
- Depressione precipitata da patologie mediche-Malattie della tiroide ed altre malattie endocrine
-Farmaci (antipertensivi, ormoni, anticoncezionali)
- Depressione concomitante a patologie mediche
- Depressione iatrogena
CLINICA
E) I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto, E) I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto,
cioè, dopo la perdita di una persona amata, i cioè, dopo la perdita di una persona amata, i
sintomi persistono per più di 12 mesi, o sono sintomi persistono per più di 12 mesi, o sono
caratterizzati da una compromissione funzionale caratterizzati da una compromissione funzionale
marcata, autosvalutazione patologica, ideazione marcata, autosvalutazione patologica, ideazione
suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento
psicomotorio.psicomotorio.
(criterio d’esclusione psicologico)
CLINICA
Lutto
= processo di elaborazione attiva di un evento traumatico di perdita che si conclude con una posizione psicologica diversa da quella iniziale
= stato transitorio che si estingue spontaneamente
Fasi del lutto
1) Negazione (evitamento psicologico)2) Reazione d’allarme3) Ricerca dell’oggetto perduto 4) Rabbia (eventualmente colpa)5) Sensazione di vuoto 6) Modificazione della propria identità
“Core” sintomatologico (sintomi fondamentali)Psicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
DISTURBI FORMA PENSIERO
IDEE DI COLPA E DI MORTE
PERVASIVO ↓ TONO UMORE
ANEDONIA
RALLENTAMENTO o AGITAZIONE
↓ CONCENTRAZIONE
↓ ATTENZIONE
↓↓↑↑ SONNO ↓SONNO ↓↑↑APPETITOAPPETITO
CLINICA
Esordio• Brusco: improvvisa o rapida comparsa di
sintomatologia• Graduale: presenza di sintomi prodromici quali
labilità emotiva, astenia, insonnia, cefalea, ridotto interesse sessuale, scarso appetito, difficoltà di concentrazione, diminuzione di interesse nelle normali attività
Episodio depressivo
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
CLINICA
Fase di statoSintomatologia: piuttosto uniforme nei diversi episodi. Sono
individuabili alcune varietà fenomeniche (con melanconia, sintomi psicotici, ansiosa, agitata, catatonica)
Complicanze: gesti autolesivi. Abuso di alcolici, benzodiazepine, stimolanti. Complicanze di natura medica (disidratazione, squilibri idroelettrolitici, malattie fisiche intercorrenti)
Durata: variabile,in rapporto anche all’intervento terapeutico (media 4-6 mesi); è possibile la cronicizzazione
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
CLINICA
Variazioni circadiane dei sintomi dell’umore:
Oscillazioni dell’intensità dei sintomi all’interno
delle 24 ore.
Più frequente è il miglioramento serotino.
CLINICA
Risoluzione• Brusca: soprattutto nelle forme che fanno parte di
un disturbo bipolare
• Graduale: attenuazione graduale della sintomatologia con fluttuazione della gravità e ritorno ai precedenti livelli di adattamento
• Esiti: possibilità di risoluzione incompleta con il persistere di “sintomi residui”
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
CLINICA
CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELL’UMORE
Disturbi Depressivi:. Disturbo Depressivo Maggiore (episodio singolo). Disturbo Depressivo Maggiore (ricorrente). Disturbo Distimico
Disturbi Bipolari: . Disturbo Bipolare I. Disturbo Bipolare II. Disturbo Ciclotimico
• Episodio non meglio inquadrabile come Disturbo Schizoaffettivo, e non sovrapposto a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante o Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato
• Non è mai stato presente un Episodio Maniacale, un Episodio Misto o un Episodio Ipomaniacale (esclusi episodi simil-maniacali, simil-misti o simil-ipomaniacali indotti da sostanze, da trattamenti, dovuti agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale)
• Episodio singolo:Episodio singolo: un Episodio Depressivo Maggiore
• Ricorrente:Ricorrente: due o più Episodi Depressivi Maggiori Per considerare separati gli episodi deve esserci un intervallo di
almeno 2 mesi consecutivi durante il quale non risultano soddisfatti i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore
• Disturbo distimico: Disturbo distimico: Stessi criteri della depressione, ma sono sufficienti 2 o + sintomi persistenti per almeno una durata di 2 anni
• A livello mondiale: 121 milioni di persone
• Prevalenza 2004:
WHO - The global burden of disease: 2004 update
• Entro il 2030: a livello mondiale 2^ solo ad HIVMathers CD, Loncar D (2006)
• Costi annuali per depressione (USA): $53 miliardi diretti: $12 miliardi indiretti: $33 miliardi dovuti all’aumento della mortalità (suicidio): $8 miliardi
Greenberg et al. (1996)
MondoMondo Paesi più industrializzatiPaesi più industrializzati
1) Infezioni basse vie respiratorie 1) Depressione maggioreDepressione maggiore
2) Infezioni GI (diarrea) 2) Cardiopatia ischemica
3) Depressione maggioreDepressione maggiore 3) Patologie cerebrovascolari
4) Cardiopatia ischemica 4) Alzheimer e altre demenze
EPIDEMIOLOGIA Disturbo Depressivo Maggiore (1)
- PrevalenzaPrevalenza: prevalenza mondiale variabile dal 5% al 25%: nella popolazione italiana tali valori sono del 5,2%
- Distribuzione per SessoDistribuzione per Sesso: E’ più diffuso nel sesso femminile con un rapporto tra i sessi di 2 a 1
- Età di esordioEtà di esordio: Pur potendo esordire a qualunque età, dall’infanzia alla senilità, l’età di massimo rischio si colloca tra i 25 e i 40 anni.
- FamiliaritàFamiliarità: Il risultato di studi sulla componente genetica indica che il rischio ad ammalare è 3-4 volte aumentato nei nuclei familiari in cui sono presenti soggetti con disturbi dell’umore rispetto al rischio presente nella popolazione generale.
Disturbo Depressivo Maggiore (2)EPIDEMIOLOGIA
Disturbo Distimico- Prevalenza:- Prevalenza: studi controllati indicano che il disturbo ha una prevalenza del 3% circa, con stima del 2.3% nella popolazione italiana. Nella popolazione psichiatrica arriva anche al 36%.
- Genere:- Genere: rapporto tra i sessi di F:M=2:1.
- Età di esordio:- Età di esordio: tende a essere precoce, età media tra i 18 e i 45 anni
- Conseguenze:- Conseguenze: a) complicanze psichiatriche: si sviluppa frequentemente nel tempo un disturbo d’ansia (più spesso disturbo da attacchi di panico, fobia sociale, disturbo d’ansia generalizzata) o un episodio depressivo maggiore, configurando in questi casi quadri clinici complessi sia in termini sintomatoligici che di intervento farmacologicob) condotte di abuso: abuso d’alcool e /o benzodiazepine come autoterapia ma che spesso finisce per indurre seri problemi di dipendenza.
EPIDEMIOLOGIA
Forme di depressione
• Depressione agitata
• Depressione apatica
• Depressione ipocondriaca, anziani
• Depressione melanconica
• Depressione atipica
• Depressione psicotica
Depressione melanconicaPresente se più di 4 dei seguenti aspetti sono presenti:• Anedonia• Perdita di reattività (Perdita di reattività emozionale verso gli
eventi e le circostanze che normalmente procurano gioia)• Una qualità particolare di umore depresso, esperito come
nettamente diverso dal tipo di sentimento provato dopo la morte di una persona amata
• Depressione regolarmente peggiore al mattino• Risvegli precoci (>2 ore prima)• Ritardo o agitazione psicomotorio• Marcata perdita di appetito• Perdita di peso >5% del peso corporeo in un mese• Sentimenti di colpa eccessivi
Depressione atipica• Reattività dell’umore (cioè, l’umore si risolleva
in risposta ad eventi positivi attuali o potenziali)
• Due (o più) delle seguenti caratteristiche:1. significativo incremento ponderale o aumento
dell’appetito2. ipersonnia3. “paralisi plumbea” (cioè, sensazione di pesantezza
o di avere le braccia e le gambe di piombo)4. un quadro duraturo di ipersensibilità al rifiuto
interpersonale (non limitato agli episodi di alterazione dell’umore) che determina una compromissione sociale o lavorativa significativa.
Depressione psicoticaPresenza di deliri o allucinazioni (tipicamente uditive nell’episodio attuale)
•Congrue all’umoreCongrue all’umore: il contenuto è completamente coerente con i tipici temi depressivi di inadeguatezza personale, colpa, malattia, morte, nichilismo o punizione meritata
– deliri di colpa (es.: essere responsabile della malattia di una persona amata)– delirio di meritare punizione (es.: essere puniti per inadeguatezza personale), – deliri nichilistici (per es.: distruzione del mondo o personale), – deliri somatici (per es.: avere il cancro o che il proprio corpo si stia
“decomponendo”) – deliri di rovina (per es.: essere in condizioni di bancarotta). – voci che rimproverano la persona per difetti o peccati
•Incongrue all’umoreIncongrue all’umore: il contenuto non coinvolge i tipici temi depressivi di inadeguatezza personale, colpa, malattia, morte, nichilismo o punizione meritata.
– deliri persecutori (non il tema depressivo di meritare di essere perseguitato), – deliri di inserzione del pensiero (cioè, i pensieri non sono i propri) – deliri di trasmissione del pensiero (cioè, gli altri possono ascoltare i pensieri
dell’individuo)– deliri di influenzamento (cioè le azioni dell’individuo sono controllate
dall’esterno)
QUADRI CLINICI PARTICOLARI
- Depressione con manifestazioni ansiose:
. Sindrome ansioso-depressiva
. Comorbidità con disturbo di panico
Soggetto con sintomi
di depressione
Tristezza
Problemi di vita
Disturbi d’adattamento
Lutto
Disturbi d’Ansia
Dist. Somatoformi
Disturbi dell’Umore
Depressione MaggioreDistimiaDepressione NASDisturbo Bipolare
Dist. Personalità
Dist. Psicotici
Disturbo dell’Umoreda Condizione Medica
Generale
Disturbo dell’Umoreda Uso/Abuso di Sostanze
DIAGNOSI DIFFERENZIALEDIAGNOSI DIFFERENZIALE
Valutazione di una sindrome depressiva
• Gravità sintomatologica
• Disabilità
• Comorbidità
• Età particolari
• Coping
• Fattori stressanti
• Supporto
• Cronicità
• Personalità
es.
Scala di Hamilton(HAM-D)
N° ITEM PUNTEGGIO
1 Umore depresso 0-4
2 Sentimenti di colpa 0-4
3 Suicidio 0-4
4 Insonnia iniziale 0-2
5 Insonnia centrale 0-2
6 Insonnia ritardata 0-2
7 Lavoro e interessi 0-4
8 Rallentamento 0-4
9 Agitazione 0-4
10 Ansia psichica 0-4
11 Ansia somatica 0-4
12 Sintomi somatici gastrointestinali 0-2
13 Sintomi somatici generali 0-2
14 Sintomi genitali 0-2
15 Ipocondria 0-4
16 Perdita di peso 0-3
A secondo il paziente 0-3
B valutazione obiettiva 0-3
17 Insight 0-2
18 Variazioni diurne
A mattina o sera 0-2
B entità delle variazioni 0-2
19 Depersonalizzazione e derealizzazione 0-4
20 Sintomi paranoidei 0-3
21 Sintomi ossessivi e compulsivi 0-2
• Gravità sintomatologica
• Disabilità
Limitazioni causate dalla depressione in:
Attività fisicamente impegnative
Attività lavorativa
Compiti e doveri familiari
Rapporti con amici ed altre persone
Cura di se e della salute
• Comorbidità
RISCHIO DI COMORBIDITÀ IN PZ CON DEPRESSIONE MAGGIORE Kessler, 1995
Mania 16.9Distimia 12.8Panico 12.7OCD 6.4Fobia 3.5Droghe 3.5Alcool 1.9
Depressione nell’adolescenteDepressione nell’adolescente
• Si può manifestare in forma atipica rendendo più difficile la diagnosi
• Idee di morte, irritabilità, sintomi alimentari• Frequente comorbidità
– disturbi d’ansia 46%– distimia 36%– ADHD 35%– disturbi della condotta 31%
• Età particolari
• La prevalenza della depressione nell’anziano è paragonabile a quella dei pazienti più giovani.
• Mentre nei giovani i fattori di rischio sono prevalentemente di ordine psicosociale, nell’anziano le malattie fisiche giocano un ruolo importante
• Le malattie fisiche possono indurre depressione attraverso– Meccanismi biologici (es. ipotiroidismo, farmaci antipertensivi)– Meccanismi psicologici (demoralizzazione)– Disabilità e limitazioni
• La depressione nell’anziano è più disabilitante che nel giovane• Più spesso è necessario protrarre la durata del trattamento
Depressione nell’anzianoDepressione nell’anziano
Depressione e demenzaDepressione e demenza
• in un sub-gruppo di depressi anziani alterazioni morfofunzionali SNC
• alcune forme depressive ad esordio tardivo possono rappresentare manifestazioni precoci di demenza
• La depressione nell’anziano può assumere aspetti di “pseudodemenza”– alterazioni reversibili delle funzioni cognitive (memoria, concentrazione,
orientamento) e bradipsichismo
• In caso di doppia diagnosi– la remissione dei sintomi depressivi nella demenza migliora la qualità di
vita e la compliance– un miglioramento della performance cognitiva influisce sul tono dell’umore
Segni e sintomi sovrapponibili in depressione e demenza
• impoverimento dell’affettività• povertà del linguaggio• rallentamento, deficit di concentrazione• diminuzione degli interessi e delle attività• insonnia• apatia
Demenzainsorgenza insidiosaprogressione lentapaziente non consapevoleconfabulazioniil paziente sminuisce la disabilitàcomportamento congruo all’entità del deficitspesso mancanza di rispostepeggioramenti notturniumore incongruoscarsi sintomi vegetativiprecedenti psichiatrici non frequentirischio di suicidio basso
Pseudodemenza depressivainsorgenza improvvisaprogressione rapidapaziente consapevoledisturbi della memoriaenfasi della disabilitàcomportamento spesso incongruo all’entità del deficitrisposte globali (per es. “non so”)non variazioni notturneumore depressofrequenti sintomi vegetativiprecedenti psichiatricirischio di suicidio elevato
CARATTERISTICHE DISTINTIVE TRA DEMENZA E PSEUDODEMENZA DEPRESSIVA
Gestione della Depressione
A. Alleanza terapeutica
B. Informazione e Counselling
C. Trattamento con farmaci antidepressivi
D. Psicoterapia
E. Supporto alla famiglia
TRATTAMENTO
Gestione della Depressione
A. Alleanza terapeuticaA. Alleanza terapeutica E’ cruciale una forte alleanza terapeutica con il paziente. Lo psichiatra deve prestare attenzione alle relazioni dei pazienti cosi come dei loro familiari.
La gestione della alleanza terapeutica dovrebbe comprendere la consapevolezza dei fattori di transfert e contro transfert anche se non sono direttamente affrontati nel trattamento.
Attribuire un ruolo attivo del paziente ed eventualmente della famiglia
Validazione delle esperienze del paziente
TRATTAMENTO
La depressione è una malattia con alterazioni biologiche significative
La depressione non è segno di debolezza o di pigrizia
La depressione non può essere vinta con uno atto di volontà (devo farcela da solo!)
Sono oggi disponibili trattamenti efficaci
Gestione della Depressione
B. Informazione e counselling (1) B. Informazione e counselling (1)
TRATTAMENTO
Si attribuisce al paziente il ruolo di malato, che gli consente di ricevere le cure
Il ruolo di malatoIl ruolo di malato
– Esenta da alcuni obblighi sociali e da alcune responsabilità
– Deve essere abbandonato al più presto
– Comporta obblighi precisi, in particolare collaborare con chi lo aiuta a guarire
• Il ruolo di malato come alternativa ad una visione moralistica della depressione
Gestione della Depressione
B. Informazione e counselling (2) B. Informazione e counselling (2)
TRATTAMENTO
Consigliare al paziente di astenersi da iniziative e cambiamenti che potrebbero essere dettate da idee pessimistiche
Consigliare riposo
Gestione della Depressione
B. Informazione e counselling (3) B. Informazione e counselling (3)
TRATTAMENTO
Suicidio:
vigilanza contro l’emergenza di impulsi distruttivi contro se e gli altri
– Conflitti– Uso di sostanze– Idee di suicidio– Anamnesi di impulsività e violenza
• Il suicidio è un rischio non trascurabile
• Interrogare apertamente il paziente sul rischio di suicidio
Gestione della Depressione
B. Informazione e counselling (4) B. Informazione e counselling (4)
TRATTAMENTO
Sintomi fisici: Discutere la correlazione tra eventuali sintomi
fisici e depressione
Sintomi fisici parte del quadro clinico
Sintomi fisici come causa della depressione Idee di suicidio
Sintomi fisici non spiegabili e comportamento abnorme di malattia in associazione alla depressione
Gestione della Depressione
B. Informazione e counselling (5) B. Informazione e counselling (5)
TRATTAMENTO
Life events: La comparsa della depressione
è spesso associata a life eventsMorte di un parente, divorzio, separazioneLesione o malattia personaleLicenziamento o pensionamentoPeggioramento della condizione finanziariaConflitti cronici in casa o sul lavoro Cambiamenti importanti (residenza, scuola, etc..)
La gestione dei life events si articola su tre piani
Oggettivo: riconoscimento del life event
Emotivo: vissuto del paziente
Gestione del problema
Gestione della Depressione
B. Informazione e counselling (6) B. Informazione e counselling (6)
TRATTAMENTO
Compliance:I medici dovrebbero incoraggiare i pazienti ad esprimere chiaramente le loro preoccupazioni rispetto all’aderenza alla terapia ed enfatizzare l’importanza della collaborazione per un trattamento efficace.
La compliance si migliora anche riconoscendo gli effetti collaterali dei trattamenti e condividendo il disagio che causano al paziente
Spiegare la prognosi positiva
Gestione della Depressione
B. Informazione e counselling (7) B. Informazione e counselling (7)
TRATTAMENTO
Gestione della Depressione
B. Informazione e counselling (8) B. Informazione e counselling (8)Riguardo alla natura della malattia e all’assunzione della terapia:Informare il paziente della possibilità di oscillazioni dell’intensità dei sintomi nell’arco delle 24 ore e da un giorno con l’altro, la possibilità di comparsa di idee “strane” (sia di tipo delirante, sia di tipo suicidario).
Consigliare rispetto all’opportunità di assumere la terapia, con particolare riguardo al tempo di latenza della terapia, e informare su perché si sceglie una determinata molecola nel suo specifico caso.
Una volta risolto l’episodio depressivo, spiegare al paziente la tendenza del disturbo a ripresentarsi nel tempo e l’importanza, quindi, di una terapia di mantenimento.
Il trattamento di un disturbo depressivo deve essere iniziato con gli antidepressivi
Il medico curante dovrebbe avere familiarità con l’utilizzo di due o tre composti ad attività antidepressiva, prestando particolare attenzione al loro range di efficacia
Se il paziente non risponde entro 3 settimane alla terapia prescritta, dovrebbe essere presa in considerazione l’opportunità di un cambiamento di terapia
Gestione della Depressione
C. Trattamento con farmaci antidepressiviC. Trattamento con farmaci antidepressivi
TRATTAMENTO
Il raggiungimento del dosaggio terapeutico del farmaco scelto nei tempi previsti, controllando gli effetti collaterali acuti.
Se il paziente non risponde entro 4/6 settimane dal raggiungimento del dosaggio terapeutico del farmaco, è opportuno prendere in considerazione l’opportunità di modificare il trattamento, ricorrendo ad una molecola con profilo farmacologico diverso.
Nel momento in cui si prescrive una terapia antidepressiva occorre sempre indagare e prevedere la possibilità di comparsa di ideazione suicidaria.
CRITERI DI SCELTA DELL’ANTIDEPRESSIVO
Anamnesi psicofarmacologica Quando un antidepressivo si è dimostrato efficace nel trattamento di un episodio precedente (controllare dosaggio e tempi di assunzione) è da considerare di prima scelta e va prescritto anche negli episodi successivi.
Anamnesi Psicofarmacologica FamiliareSe si tratta di un primo episodio o comunquedel primo episodio da trattare ed in assenzadi altri criteri di scelta, si può utilizzare il medesimo antidepressivo risultato efficace in un consanguineo affetto.
Patologie organiche concordanti Ricordati che:I triciclici son controindicati in:- Cardiopatie- Ipertrofia Prostatica- Glaucoma ad angolo chiuso
Gli SSRI sono controindicati in:- gastriti ricorrenti non trattate- ulcera peptica
Gestione psichiatrica– componente essenziale di ogni approccio terapeutico
Psicoterapie specifiche per il trattamento della depressione– IPT, cognitivo-comportamentale, loro evoluzioni – orientate alla risoluzione della sindrome depressiva
Psicoanalisi– orientata alla modificazione della personalità– trascende la sintomatologia attuale
Gestione della DepressioneD. PsicoterapiaD. Psicoterapia
Psicoterapie cognitive, comportamentali ed interpersonali nel trattamento ambulatoriale della
depressione
Brevi, standardizzate, specifiche Le psicoterapie specifiche per la depressione sono significativamente più efficaci di interventi di supporto psicologico aspecificiNon vi sono evidenze forti che alcuna delle forme di psicoterapia specifica per la depressione sia superiore ad altre.Le psicoterapie specifiche per la depressione sono risultate di efficacia comparabile agli antidepressivi in trial clinici randomizzati.Inadeguate, da sole, al trattamento delle forme più gravi e melanconiche
Psicoterapie psicodinamiche e psicoanalisi
Originano dalla concettualizzazione della psicodinamica della depressione di Freud, che attribuisce importanza fondamentale alla relazione ambivalente con l’oggetto perduto che risulta in rabbia repressa diretta contro il se, auto-critiche ed impulsi auto-distruttivi
In individui vulnerabili che sono eccessivamente sensibili alle perdite e che usano la formazione reattiva e l’introversione dell’aggressione come meccanismi di difesa per controllare gli impulsi aggressivi, il riconoscimento e la modificazione di questi meccanismi psicodinamici è di importanza centrale
Alcuni pazienti possono non avere, nelle prime fasi del trattamento della depressione, le energie emotive o le capacità cognitive richieste da trattamenti psicoterapici orientati all’insight. Questi trattamenti, se indicati, possono essere intrapresi successivamente nel corso del miglioramento.
• La psicoterapia può avere un ruolo nella terapia di mantenimento, sola o associata agli antidepressivi, per aiutare il paziente a gestire i problemi sociali ed interpersonali che sono conseguenze o triggers della depressione ricorrente (Weissman, 1994).
• I problemi psicosociali associati alla depressione (ridotta capacità lavorativa, difficoltà coniugali e familiari, problemi interpersonali) possono essere cause o conseguenze della depressione.
• Nei pazienti con depressione ricorrente i problemi sociali ed interpersonali associati alla depressione spesso non si risolvono del tutto.
• La persistenza di questi problemi può scatenare episodi successivi (Keller, 1992).
Antidepressivi o psicoterapia?
• Alcuni pazienti apprezzano il trattamento psicoterapeutico e lo preferiscono al trattamento farmacologico
• Pazienti che non possono ricevere un trattamento farmacologico, come ad es. le donne in stato di gravidanza, gli anziani, i pazienti che non tollerano il trattamento farmacologico.
• Il trattamento farmacologico è in generale più diffuso del trattamento psicoterapico
• Il trattamento farmacologico risponde a criteri di efficienza e consente di gestire un numero più elevato di pazienti
• L’efficacia delle psicoterapie è disomogenea e dipendente dalla formazione e dalle caratteristiche personali dello psicoterapeuta.
• Nelle forme più gravi e croniche di depressione la associazione tra antidepressivo e psicoterapia è molto efficace
Ruolo dell’esercizio fisico
British Journal of Psychiatry 2002
Mather AS et al.
Effect of exercise on depressive symptoms in older adults with poorly responsive depressive disorder
Conclusioni: gli anziani depressi che rispondono scarsamente alle terapie dovrebbero essere incoraggiati a fare attività
fisica
La famiglia, soprattutto nelle forme più gravi di depressione, è ampiamente coinvolta
Il cambiamento del comportamento del paziente crea disagio e sofferenza, soprattutto se non è chiaro che è dovuto ad una malattia
I familiari possono preoccuparsi molto
I cambiamenti e la assistenza la paziente possono logorare emotivamente i familiari
Lo stress può creare in famiglia tensioni e conflitti che certamente aggravano la malattia del paziente
Gestione della DepressioneE. Supporto alla famigliaE. Supporto alla famiglia
Depressione nella medicina generale• 1/20 visite per depressione• >100 pazienti depressi in carico a ciascun
MMG, la metà non riconosciuti come depressi• 20% sviluppano depressione cronica• Perché i pazienti non parlano della loro
depressione:– Imbarazzo– Paura di annoiare il medico– Evitare lo stigma– Somatizzazione
Tratto da: Anthony S Hale. ABC of mental health: Depression. BMJ, Jul 1997; 315: 43 - 46
Complicazioni della depressione
1. Alcol e sostanze
2. Idee di suicidio
3. Cronicizzazione
1. Alcol e sostanze
• La depressione può indurre abuso di sostanze come tentativo di automedicazione
• L’abuso di sostanze (alcol, hashish, cocaina, altre droghe) può a sua volta causare depressione, disforia, ansia e la cosi detta “sindrome amotivazionale”
• Il concomitante abuso di sostanza può rendere la depressione resistente ai trattamenti ed a cattiva prognosi
2. Depressione e suicidalità• Le idee di morte sono intrinseche alla psicopatologia
depressiva, caratterizzata da temi di colpa, indegnità, rovina.
• Le idee di morte possono essere più o meno gravi– Sensazione che la vita non valga la pena di essere vissuta
– Disinteresse per la vita e desiderio di morire
– Idee di suicidio
– Propositi di suicidio
– Formulazione di piani di suicidio
– Gesto suicidiario
Decorso dalla depressione
• Nella maggior parte dei casi la depressione compare dopo i 30 anni
• Un episodio depressivo spesso guarisce entro alcuni mesi, soprattutto se adeguatamente curato
• Non è infrequente che ad un primo episodio depressivo ne seguano altri
• In alcuni casi la depressione diviene cronica o sub-cronica
• Il trattamento adeguato e precoce migliora la prognosi
3. Cronicità della depressione• Un episodio singolo, di gravità moderata, in età adulta,
reattivo a situazioni stressanti, si risolve di solito favorevolmente
• In alcuni pazienti l’episodio depressivo è seguito da ulteriori episodi depressivi a distanza di alcuni mesi, ma possono guarire completamente anche senza terapia di mantenimento
• Altre volte la ricorrenza degli episodi depressivi richiede una terapia di mantenimento di lunga durata
• In alcuni casi, infine, la depressione assume andamento cronico
Fattori di rischio per la cronicità
• Età avanzata• Persistenza di fattori stressanti• Abuso di sostanze• Non trattamento o trattamento inadeguato• Temperamento • Predisposizione biologica
Disturbo bipolare - Mania
LA MANIA
L’alterazione dell’umore in senso euforico o maniacale può
costituire un sintomo isolato nel contesto di diverse
situazioni cliniche, analogamente a quanto avviene per il
sintomo depressione, oppure rappresenta il parametro
fondamentale della Sindrome Maniacale.
Il soggetto avverte e riferisce una condizione di completo benessere, assolutamente diversa da quella esperita normalmente. La visione di sé e del mondo è improntata a eccessivo ottimismo e superficialità nella valutazione dei rischi con una immotivata ed abnorme stima di se stessi e delle proprie capacità.
Anche la reattività dello stato d’animo all’ambiente è alterata e il paziente fatica a percepire il contesto in cui si muove, manca di empatia e tende a leggere le situazioni dal punto di vista ridicolo e clownesco. Se contraddetto o ripreso per il suo comportamento, ed è l’altro elemento peculiare, piuttosto che adeguarsi si arrabbia e tende a diventare irritabile e aggressivo.
Episodio ManiacalePsicopatologia
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
DISTURBI FORMA PENSIERO
ELEVAZIONE UMORE
ESALTAZIONE, ECCITAMENTO
AGITAZIONE, AFFACCENDAMENTO
ASPETTO VISTOSO E DISORDINATO, ABBIGLIAMENTO VIVACE, TRUCCO PESANTE
↓ CONCENTRAZIONE
↓ ATTENZIONE
↓ ↓ SONNO ↓APPETITOSONNO ↓APPETITO
CLINICA
Stadi della Mania (modificata da Carlson, Goodwi, 1973)
COMPORTAMENTO
Stadio I: aumento dell’attività psicomotoria e della spinta a parlare; eccessivo spendere, fumare, telefonare.
Stadio II: agitazione psicomotoria, logorrea; occasionali comportamenti aggressivi.
Stadio III: attività psicomotoria frenetica e spesso bizzarra.
CLINICA
UMORE
Stadio I: Labile, prevale l’euforia; irritabilità se il soggetto viene contrariato.
Stadio II: aumento della disforia e della irritabilità, rabbia e ostilità manifeste.
Stadio III: chiaramente disforico; terrore, disperazione.
CLINICA
IDEAZIONE
Stadio I: contenuti di grandezza; ideazione coerente con qualche deragliamento; accelerazione del corso del pensiero.
Stadio II: fuga delle idee; disorganizzazione ideativa; deliri.
Stadio III: incoerenza, lassità dei nessi associativi, allucinazioni in un terzo dei pazienti; disorientamento spazio-temporale; occasionali idee di riferimento.
CLINICA
Esordio• Brusco: rapido sviluppo del quadro clinico completo;
più frequente quando l’episodio è precipitato da eventi stressanti o uso di sostanze stimolanti (amfetamine, cocaina).
• Graduale: si hanno sintomi prodromici quali lieve iperattività, ridotto bisogno di sonno, sensazione di energia e benessere, loquacità, coinvolgimento in vari interessi, umore improntato in senso euforico, a tratti irritabilità.Talora la critica è ridotta, ma sono mantenuti buoni livelli di adattamento socio-lavorativo.
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
CLINICA
• Sintomatologia: sono descritte diverse varietà fenomeniche in base al prevalere di alcuni aspetti sintomatologici (mania euforica, disforica, con sintomi psicotici, con alterazioni psicomotorie, ecc.)
• Complicanze: abuso di alcolici, benzodiazepine, stimolanti. Complicanze di natura medica (disidratazione, squilibri idroelettrolitici, malattie fisiche intercorrenti). Conseguenze legali
• Durata: Variabile da alcuni giorni a 3-4 mesi nelle forme non trattate
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
CLINICA
IPOMANIA- DSM-IV (1994)
A) Un periodo definito di umore anormalmente e
persistentemente elevato, espansivo o irritabile, che dura
ininterrottamente per almeno 4 giorni e che è chiaramente
diverso dall’umore non depresso abituale
CLINICA
B) Durante il periodo di alterazione dell’umore, tre (o più) dei
seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti ad un livello
significativo (quattro se l’umore è solo irritabile):
1. Autostima ipertrofica o grandiosità
2. Diminuito bisogno di sonno (per es. si sente riposato dopo sole 3 ore di sonno)
3. Maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare
4. Fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente
CLINICA
5. Distraibilità (cioè l’attenzione è troppo facilmente deviata da stimoli esterni non importanti o non pertinenti
6. Aumento dell’attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale) oppure agitazione psicomotoria
7. Eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es. eccessi nel comprare, comportamento sessuale sconveniente, investimenti in affari avventati.
CLINICA
C) L’episodio si associa ad un chiaro cambiamento nel modo di agire, che non è caratteristico della persona quando è asintomatica.
D) L’alterazione dell’umore ed il cambiamento nel modo di agire sono osservabili da altri.
E) L’episodio non è abbastanza grave da provocare un marcata compromissione in ambito lavorativo o sociale o da richiedere l’ospedalizzazione e non sono presenti manifestazioni psicotiche.
F) I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. una droga di abuso, un farmaco o altro trattamento) o ad una condizione medica generale (per es. , ipertiroidismo).
MALATTIE NEUROLOGICHEMALATTIE NEUROLOGICHE• Sindrome Lobo Temporale• Sclerosi Multipla• Corea di Huntington• Epilessia• Vasculopatia cerebrale• Lesioni traumatiche emisfero dx• Neoplasie
MALATTIE INFETTIVEMALATTIE INFETTIVE• Influenza• Sifilide• Encefalite di St. Louis• Encefalite Herpetica• AIDS da HIV
ENDOCRINOPATIE E ENDOCRINOPATIE E DISTURBI METABOLICIDISTURBI METABOLICI• Morbo di Addison• Morbo di Cushing• Ipertiroidismo• Stati carenziali (per es. B12)• Dialisi• Complicanze anestesia generale
FARMACI O SOSTANZEFARMACI O SOSTANZE• Corticosteroidi, ACTH, tiroxina, L-
dopa• I-MAO, anticolinergici• Alcool, allucinogeni, cocaina,
amfetamina
Condizioni organiche che possono determinare una
sindrome maniacale secondaria:
CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELL’UMORE
Disturbi Depressivi:. Disturbo Depressivo Maggiore (episodio singolo). Disturbo Depressivo Maggiore (ricorrente). Disturbo Distimico
Disturbi Bipolari: . Disturbo Bipolare I. Disturbo Bipolare II. Disturbo Ciclotimico
DISTURBI BIPOLARIDISTURBI BIPOLARIDISTURBO BIPOLARE I
Presenza di uno o più Episodi Maniacali.
Criteri per l’Episodio Maniacale:
A) umore anormalmente e persistentemente elevato, espansivo o irritabile della durata di almeno una settimana
B) durante il periodo di alterazione dell’umore, almeno tre dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti a un livello significativo:
1) autostima ipertrofica o grandiosità
2) diminuito bisogno di sonno
3) maggiore loquacità del solito oppure spinta a continuare a parlare
4) fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente
5) distraibilità
6) aumento dell’attività finalizzata oppure agitazione psicomotoria
7) eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose.
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
DISTURBO BIPOLARE II
A) Presenza (anche in anamnesi) di uno o più Episodi Depressivi Maggiori.
B) Presenza (anche in anamnesi) di almeno un Episodio Ipomaniacale.
C) Non vi è mai stato un Episodio Maniacale o un Episodio Misto.
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
DISTURBO CICLOTIMICOA) Presenza per almeno due anni di numerosi Episodi Ipomaniacali e di numerosi periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore.
B) Durante questo periodo di due anni la persona non è mai stata senza i sintomi del criterio A per più di due mesi alla volta.
C) Durante i primi due anni di malattia non è stato presente un Episodio Depressivo Maggiore, Maniacale o Misto.
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
GLI STATI MISTIGLI STATI MISTISi intendono quadri clinici caratterizzati dalla coesistenza di sintomi di polarità opposte, maniacale e depressiva.
Criterio per l’episodio misto:
A) devono risultare soddisfatti i criteri sia per l’Episodio Maniacale che per l’Episodio Depressivo Maggiore per quasi tutti i giorni di almeno una settimana.
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria,
Masson, Milano, 1999
- PrevalenzaPrevalenza: il disturbo Bipolare si manifesta nella popolazione generale con una frequenza compresa tra lo 0.4 e l’1.2%.
- Distribuzione per sessoDistribuzione per sesso: contrariamente a quanto avviene per il Disturbo Unipolare, quello Bipolare non mostra una preferenza per sesso, e si manifesta con un rapporto di 1:1 tra femmine e maschi.
- Età di esordioEtà di esordio: L’età di esordio del Disturbo Bipolare è precoce, valutata in media intorno ai 30 anni. Esiste comunque una grande variabilità intersoggettiva e ad età di esordio più precoci vengono correlate generalmente una periodicità maggiore della malattia ed una maggior frequenza di episodi maniacali.
- FamiliaritàFamiliarità: rischio di malattia per disturbo dell'umore nei parenti di I e II grado è intorno al 20%, in particolare la presenza di uno o entrambi i genitori affetti sembra giocare un ruolo nell'anticipare l'età di esordio ed è associata ad un fenotipo clinico più grave
EPIDEMIOLOGIA
- Relazioni con gli eventi di vita stressanti- Relazioni con gli eventi di vita stressanti: E’ quindi anche difficile distinguere tra gli eventi che sono diretta ed immediata conseguenza della mania da quelli cosiddetti fattori stressanti, che potrebbero precedere come vero e propria causa principale o causa scatenante la fase maniacale.
EPIDEMIOLOGIA
Gestione del paziente maniacale
• Evitare contraddizioni dirette• Distrazione• Aiutare la consapevolezza di malattia• Evitare divisioni con lo staff nel piano terapeutico• Rimandare
• Terapie (stabilizzanti, antipsicotici, benzodiazepine)
TRATTAMENTO
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• Suicidio e ViolenzeSuicidio e Violenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
“ “ SI DEFINISCE DROGA OGNI SI DEFINISCE DROGA OGNI SOSTANZA , NATURALE O SOSTANZA , NATURALE O
ARTIFICIALE , CHE MODIFICA LA ARTIFICIALE , CHE MODIFICA LA PSICOLOGIA O L’ATTIVITA’ PSICOLOGIA O L’ATTIVITA’
MENTALE DEGLI ESSERI UMANI ”MENTALE DEGLI ESSERI UMANI ”
OMS 1967OMS 1967
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE DROGHECRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE DROGHE
•GIURIDICI (Legali ed Illegali Art.14 del DPR 309/90)
•DI PERICOLOSITA’ (Leggere e Pesanti)
•DI PREPARAZIONE (Naturali, Semisintetiche e Sintetiche)
•FARMACOLOGICI (In base a struttura chimica e caratt.
farmacodinamiche)
Una modalità patologica d’uso della sostanza, che porta a menomazione o a disagio clinicamente significativi con:
a- uso ricorrente della sostanza risultante in una incapacità ad adempiere ai principali compiti connessi con il ruolo sul lavoro, a scuola o a casa
b- uso ricorrente della sostanza in situazioni fisicamente rischiose
c- ricorrenti problemi legali correlati alle sostanze
d- uso continuativo della sostanza nonostante ricorrenti o persistenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti della sostanza.
Abuso di sostanze
Una modalità patologica d’uso della sostanza, che porta a menomazione o a disagio clinicamente significativi con:
1- tolleranzatolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti: a- il bisogno di dosi notevolmente più elevate della
sostanza per raggiungere l’intossicazione o l’effetto desideratob- un effetto notevolmente diminuito con l’uso continuativo della stessa quantità di sostanza
2- astinenzaastinenza, come manifestata da ciascuno dei seguenti:a- la caratteristica sindrome di astinenza per la sostanzab- la stessa sostanza (o una strettamente correlata) è assunta per attenuare o evitare i sintomi di astinenza
Dipendenza da sostanze
3- la sostanza è spesso assunta in quantità maggiori o per periodi più prolungati rispetto a quanto previsto dal soggetto
4- desiderio persistente o tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della sostanza
5- una grande quantità di tempo viene spesa in attività necessarie a procurarsi la sostanza o a riprendersi dai suoi effetti
6- interruzione o riduzione di importanti attività sociali , lavorative o ricreative a causa dell’uso della sostanza
7- uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema, persistente o ricorrente, di natura fisica o psicologica, verosimilmente causato o esacerbato dalla sostanza.
• Dipendenza fisicaDipendenza fisica: sviluppo di tolleranza (tendenza all’aumento delle dosi) e di sd da astinenza.
• Sindrome da astinenzaSindrome da astinenza: segni e sintomi che insorgono dopo la brusca sospensione dell’uso della sostanza. I sintomi tendono ad essere opposti rispetto a quelli che sono prodotti dalla esposizione acuta alla sostanza – causa di ricaduta a breve termine e di comportamenti
compulsivi alla ricerca della sostanza
• CravingCraving (dipendenza psicologica):(dipendenza psicologica): intenso desiderio di riesperire gli effetti di una sostanza psicoattiva. Si definisce craving il desiderio irresistibile, intrusivo di assumere una sostanza, che comporta la perdita di controllo e la messa in atto di una serie di azioni tese alla sua soddisfazione– causa di ricaduta dopo lungo periodo di astinenza
Fattori che possono influenzare l’abuso di sostanze
• Fattori socio culturali, costi e reperibilità della sostanza• Legalità/sanzioni sul suo utilizzo• Età (giovani 13-29 anni sono a maggiore rischio)• Sesso maschile• Coetanei che ne facciano uso• Fattori inerenti la personalità dell’ individuo possono avere
influenza nel modo in cui un soggetto è capace di far fronte (coping) all’ assuefazione (addiction) e nella modalità con cui egli/ella può cercare aiuto
Doppia diagnosi
• Tipo I: Disturbo psichiatrico Abuso di sostanze
– Autoterapia ?
• Tipo II: Abuso di sostanze Disturbo psichiatrico
– Danno sul SNC (acuto, cronico)
• Tipo III: Copresenza dei due aspetti che hanno un’eziologia indipendente
Alcolismo secondario(= alcool come automedicazione)
Quadri acuti di alcolismo
Dipendenza da alcool
Evoluzione uguale all’alcolismo primario
Classificazione
AllucinogeniLSD
Mescalina
PsicostimolantiCocaina
Amfetamine
DeprimentiOppiacei
BenzodiazepineEtanolo
Cannabinoidi
Ecstasy
AlcolismoCenni storici (1)L’alcol rappresenta la più diffusa sostanza d’abuso
La natura multiforme degli effetti dell’alcool già noti nell’antichità presso molti popoli (sumeri, i babilonesi e gli egiziani). La cultura ebraica rimanda a Noè il primo caso di ubriachezza e di derisione da parte dei figli
L’attenzione ai danni d’organo che derivano dall’assunzione di alcolici: primi decenni del XIX secolo, iniziata per motivazioni non sanitarie ma per l’effetto sui livelli di produzione
La diagnosi di alcolismo, nel senso assunto dalla medicina moderna: Magnus Huss “Alcholismus chronicus” definiva il disturbo nel suo duplice versante fisico e psichico
DeprimentiOppiacei
BenzodiazepineEtanolo
Cenni storici (2) Da allora si sono alternate concezioni contrapposte rigidamente, ora medico
biologiche, che riducevano l’alcolismo ad una patologia d’organo consegnandolo alle competenze del medico internista, ora etico morali che lo sottraevano all’area medica per attribuirlo a quello della devianza sociale come è stato per tutto il perido del proibizionismo
Con i primi anni ’60 si è assistito ad un rapido quanto rigido recupero del modello medico di malattia
La nosografia psichiatrica americana, che classicamente si fa risalire al DSM I (1952), inizialmente classificò l’alcolismo tra i disturbi di personalità considerandolo un sottotipo della personalità sociopatica
E’ con il DSM III (1980) ed il DSM III R (1987) che i disturbi da abuso di sostanze, tra i quali rienta anche l’alcolismo nelle sue varie forme, vengono separati dei disturbi di personalità e posti su un asse diverso (De Jong et al. 1993) e viene accolta la distinzione tra dipendenza ed abuso
Alcolismo
Epidemiologia e prevenzione dell’alcolismo• L’epidemiologia dell’alcolismo risente di alcuni peculiari problemi
metodologici riguardanti la forma e la qualità della rilevazione, la specificità e la sensibilità degli strumenti impiegati e il tipo di campionamento effettuato
• Nel nostro paese il consumo di alcool inizia generalmente attorno ai 15 anni, e successivamente diventa regolare attorno ai 18 anni. In questa fascia della popolazione solo il 2 % ammette di aver bevuto eccessivamente fino all’ubriachezza almeno una volta negli ultimi tre mesi
• Per quanto riguarda la Dipendenza alcolica la percentuale di popolazione affetta da questo disturbo si aggira attorno al 10-15%
(8-10% maschi; 2-5 % femmine)
Alcolismo
Uso di alcool
Abuso di alcool
Dipendenza alcolica
Individuo
- genetica- personalità- famiglia- lavoro- abitudini
Ambiente
- cultura- religione- informazione- legislazione- economia
DISTURBI DA USO DI ALCOOL
AbusoDipendenza
DISTURBI INDOTTI DALL’ALCOOL
Acuti:• Intossicazione• Delirium tremens
Cronici:• Demenza persistente• Disturbo amnestico persistente• Disturbo psicotico indotto• Disfunzione sessuale indotta• Disturbo del sonno indotto
Alcolismo
Disturbi neurologici
Disturbi dell’apparato gastrointestinale
Disturbi epatici
Disturbi pancreatici
PIU’ FREQUENTI DISTURBI SOMATICI DA ABUSO DI ALCOOL
• Tremori fini, > evidenti alle estremità degli arti• Dolorabilità alla compressione dei tronchi
nervosi• Polinevrite alcolica
• Esofagite da reflusso• Gastrite acuta
emorragica cronica
• Duodenite
• Steatosi• Epatite alcolica acuta
subacuta• Cirrosi epatica
• Pancreatite acuta cronica
Sindromi neurologiche nell’etilismo
• Intossicazione acuta
• Sindromi da astinenza
• Sindromi carenziali secondarie
• Sindromi associate
• Sindrome feto-alcolica
Ebbrezza alcolica
Epilessia alcolicaDelirium Tremens
A. Sd. di Wernicke-KorsakoffB. Neuropatia perifericaC. Neuropatia otticaD. Encefalomieloneuropatia pellagrosa
A. Atrofia cerebellareB. Malattia di Marchiafava-BignamiC. Mielinolisi centrale del ponteD. Demenza alcolica
Intossicazione alcolica Disinibizione comportamentale (= aggressività, sessualità)
Labilità emotiva
Scarsa critica
Sintomi fisici variabili
- Incoordinazione motoria
- disartria
- nistagno
Alcolismo
Il delirium è una sindrome mentale organica caratterizzata da disturbi globali della sfera cognitivadisturbi globali della sfera cognitiva (attenzione, pensiero, memoria, orientamento, percezione) e con alterato stato di alterato stato di coscienzacoscienza, agitazione o ritardo psicomotorioagitazione o ritardo psicomotorio.
Disturbi psichiciDisturbi psichici• disturbo di coscienza di tipo confuso-onirico• disorientamento rispetto all’ambiente• zoopsie (macrozoopsie e microzoopsie)• delirio professionale
Disturbi somaticiDisturbi somatici• tremore a scosse ampie • sudorazione profusa • ipertermia
Delirium tremens
Monitoraggio• Regolare registrazione dei parametri vitali• Controllo ematologico periodico• RX torace (frequente complicanza del delirium sono i focolai
broncopneumonici e le polmoniti ab ingestis)
Strategie di gestione• Posizionare il paziente in ambiente tranquillo, ben arieggiato e poco
luminoso• Fornire al paziente punti di riferimento costanti
Terapia farmacologica• Benzodiazepine EV• Antipiretici centrali• Abbondante idratazione parenterale• Correzione degli eventuali squilibri elettrolitici o glicemici• Ipotensivi se necessari• Antibiotici di copertura• Complessi vitaminici (tiamina)
Disturbi più frequentemente complicati da alcoolismo
Disturbo d’ansia: Disturbo d’ansia generalizzata Disturbo da attacchi di panico Fobia sociale
Disturbi dell’umore Depressione maggiore ricorrente Distimia
Disturbi psicotici Schizofrenia
Alcolismo
Benzodiazepine• Gruppo più ampio di sostanze di cui si fa un cattivo utilizzo
• In particolare lorazepam e diazepam, solitamente a partire da legali prescrizioni del medico o da furti nelle farmacie
• Possono essere assunte singolarmente come sostanza di scelta oppure per potenziare l’effetto degli Oppioidi.
• Fenomeni di tolleranza alle benzodiazepine si possono verificare con dosaggi giornalieri crescenti di 50-100 mg di diazepam
DeprimentiOppiacei
BenzodiazepineEtanolo
Sindrome da astinenza
• dopo appena 3 settimane di uso continuativo
• circa 1/3 di coloro che ne fanno un utilizzo abituale
• Clinica:– ↑ ansia– ipersensibilità alla luce ed ai rumori– occasionali convulsioni– allucinazioni– confusione mentale
• A seconda dell’emivita del farmaco i sintomi iniziano da 1 a 5 giorni dopo l’ ultima dose assunta, hanno un culmine dopo 10 giorni e scompaiono dopo una sei settimane.
Benzodiazepine
Oppiacei
• Producono un sentimento di piacere intenso ma fugace. I sintomi legati all’astinenza da Oppioidi cominciano poche ore dopo l’ultima dose, raggiungono il culmine dopo due o tre giorni e scompaiono nell’arco di una settimana.
• L’eroina esiste come polvere miscelata (tagliata) con altre sostanze tra cui chalk o lattosio in polvere.
• Può essere sniffata ("snorting"), mangiata, fumata ("chasing the dragon"), inoculata sotto cute ("skin popping"), o iniettata per via endovenosa ("mainlining").
• Pasticche intere possono essere polverizzate e poi iniettate
DeprimentiOppiacei
BenzodiazepineEtanolo
• INIETTATA
VIE DI ASSUNZIONE DELL’EROINAVIE DI ASSUNZIONE DELL’EROINA
Oppiacei
• FUMATA "Chasing the dragon“ fumo di eroina (foto riprodotta con il permesso del soggetto)
• INALATA
Sniffare eroina (figura riprodotta con
il permesso del soggetto
rappresentato)
Intossicazione da oppiacei• Iniziale euforia seguita da apatia e disforia
• Rallentamento psicomotorio
• Sonnolenza
• Difficoltà a parlare, parola abburattata
• Deficit attentivi, mnesici e di giudizio
• Scarsi sintomi psichiatrici
• Rari agitazione, aggressività, disturbi del comportamento
• Miosi pupillare
• Vomito e stipsi
Oppiacei
« Avevo un freddo bestiale. Stavo guardando una scatola. Improvvisamente mi ballò sotto gli occhi la scritta della scatola. Erano i colori che brillavano di un forte pazzesco e mi facevano male agli occhi. Era soprattutto un rosso che mi faceva paura…Adesso c'era di nuovo questo rosso aggressivo su questa dannata scatola. La mia bocca era piena di saliva. La ingoiavo ma mi tornava subito. Era come se ritornasse su. Poi la saliva scomparve e mi venne una bocca secca e appiccicosa. Tentai di bere qualcosa. Ma non funzionò. Tremavo dal freddo finché a un certo punto mi venne un gran caldo tanto che mi colava il sudore. Svegliai Detlef e gli dissi: "Mi sta succedendo qualcosa". Detlef mi guardò in faccia e disse: "Hai le pupille grosse quanto due piattini". Stette a lungo in silenzio e poi disse piano: "E così, ragazza mia, anche tu sei arrivata".
Descrizione della prima crisi d'astinenza di Christiane F. in “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”
Oppiacei
Astinenza da oppiacei
Astinenza da oppiacei• Sindrome intensa e di lunga durata (6-12 h dopo ultima dose, picco dopo
2-3 giorni, risoluzione in 7-10 giorni)–Umore disforico–Nausea / Vomito–Dolorabilità muscolare, crampi–Rinorrea, lacrimazione–Midriasi, piloerezione, sudorazione–Diarrea–Sbadigli–Febbre –Insonnia
• Terapia dell’astinenza: utilizzo di farmaci oppiacei usati inizialmente a dosaggi sufficienti a controllare l’astinenza e successivamente a dosi a scalare.
Farmaco d’elezione: metadone
Oppiacei
Complicazioni nell’utilizzo endovenoso• Scadente tecnica nel praticare l’ iniezione
– Cellulite– Ascessi– Tromboflebiti– Punture arteriose– Trombosi venose profonde
• Scambio di aghi/siringhe– Epatite B e C– HIV o AIDS
• Contaminanti della sostanza– Overdose– Ascessi– Gangrena– Trombosi
Oppiacei
Il rischio maggiore dell’ uso e.v. è l’ OVERDOSE che può essere accidentale o
deliberataLa morte per overdose può essere rapida
un’ overdose dovrebbe essere sospettata in ogni paziente con “pinpoint pupils”“pinpoint pupils” (pupille miotiche, a pupille miotiche, a
capocchia di spillo!) e depressione respiratoriacapocchia di spillo!) e depressione respiratoria
L’iniezione immediata di un antagonista degli oppioidi (Naloxone, Narcan ®) può salvare la vita!
Oppiacei
Oppiacei
Disturbi psichiatrici da uso di oppiacei
• Delirium da intossicazione
• Disturbo psicotico
• Disturbo dell’umore
Oppiacei
AllucinogeniDefinite anche psichedeliche o psicomimetiche
Classificazione•Naturali:
– Psilocibina (funghi)– Mescalina (cactus)
Manifestazioni: perdita di contatto con la realtà, sensazione di aumento/espansione della coscienza, allucinazioni
Meccanismo d’azione: sconosciuto, probabilmente implicato principalmente il sistema serotoninergico
Dipendenza ed abuso: rari
AllucinogeniLSD
Mescalina
•Di sintesi:–Dietilamide dell’acido lisergico (LSD)–Ketamina–Fenciclidina
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Attivazione del SNV: tachicardia, midriasi, sudorazione, tremore
Intensificazione soggettiva delle percezioni (colori più vivaci, profumi intensi)Fenomeni di sinestesiaDepersonalizzazione o derealizzazioneIllusioni o allucinazioni prev. visiveAlterazione della percezione spazio e tempo
AllucinogeniIntossicazione
idee di riferimento o franca ideazione paranoide
recupero mnesico di esperienze passate: nascita
Disturbi psichiatrici da allucinogeni• Delirium
• Disturbo psicotico
• Disturbo percettivo persistente (flash-back)
• Attacchi di panico (bad trip)
Allucinogeni
PsicostimolantiClassificazione• Naturali: cocaina• Di sintesi: amfetamine quali destroamfetamina, metamfetamina,
metilfenidato
Manifestazioni: sostanze euforizzanti, energizzanti e socializzanti(effetti simili ma meno intensi e più prolungati con le amfetamine)
Via di somministrazione: usualmente le amfetamine vengono assunte in cpr mentre la cocaina viene inalata (anche e.v. o fumo)
Rischi per la salute: eventi cardiaci e cerebrovascolari (vasocostrizione ?), aritmie, miocardiopatia da uso protratto, crisi comiziali, perforazione del setto nasale
Meccanismo d’azione degli psicostimolanti• La cocaina blocca il reuptake
presinaptico di:– Dopamina– Serotonina– Noradrenalina
• Induce la liberazione di dopamina dei neuroni dell’area ventrale tegmentale del sistema limbico (n. accumbens).
• Le amfetamine inducono il rilascio di catecolamine (spt dopamina) dalle terminazioni presinaptiche
Psicostimolanti
Cocaina•Via di somministrazione:
– ingerita: foglie o pasta di coca– iniettata: da sola o insieme ad eroina ("speedballing")– inalata: "snow“– fumata: come "crack“, cocaina nella sua forma base ed è fumata per
la velocità e l’ intensità dei suo effetti psico- attivi
•Manifestazioni: gli effetti stimolanti ("rush") sono avvertiti entro pochi secondi di fumo di crack, raggiungono il culmine in 1-5 minuti e si dissolvono dopo circa 15 minuti. La cocaina fumata produce dipendenza fisica con “craving”: lo stato di astinenza si caratterizza per depressione e letargia seguite da “craving” crescente, che può durare fino a tre mesi
•Overdose: può provocare morte per infarto miocardico, ipertermia o aritmie ventricolari
Psicostimolanti
Amfetamine• Le anfetamine causano uno stato di iperattività, tachicardia, midriasi, e
fini tremori. • Gli effetti durano circa tre o quattro ore dopo le quali gli utilizzatori
diventano stanchi, ansiosi, irritabili ed irrequieti. • Alte dosi ed utilizzo cronico possono produrre psicosi con idee
paranoidi, allucinazioni ed iperattività. • Può verificarsi inoltre Dipendenza fisica ed al termine di un utilizzo
prolungato si possono avere profonda depressione e passività • Le Amfetamine erano ampiamente prescritte negli anni sessanta: la più
comune fonte di consumo è costituita da polvere di solfato di amfetamina, che può essere presa per bocca, sniffata o per iniezione intravenosa.
Psicostimolanti
Il fenomeno delle droghe sintetiche (designer drugs)
• Sono legate al mondo del divertimento
• Vengono assunte allo scopo di intensificare le sensazioni individuali, favorire le relazioni e superare le inibizioni
• Poliabuso
• Uso occasionale (fine settimana)
Psicostimolanti
ECSTASY (MDMA)
EFFETTI PSICOLOGICI• Eccitamento / effetti
psichedelici• Euforia, fiducia,
spensieratezza• Affabilità, felicità,
accondiscendenza• Apertura mentale, loquacità• Alteraz. sensopercezione• Aumento del sentimento di
intimità con gli altri
EntactogeniLetteralmente "sostanze che
toccano dentro", cioè capaci di aumentare la capacità di
autoanalisi e di introspezione, altrimenti definite, come nel caso dell'ecstasy, "empatogene", vale a dire in grado di generare empatia.
Psicostimolanti
DIST. PSICHIATRICI
• Depressione (subdola)
• Irritabilità, comportamenti impulsivi
• Disturbi psicotici
• Disturbi alimentari
• Attacchi di Panico
Psicostimolanti
ECSTASY (MDMA)
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Iperattività, agitazione psicomotoria, disorganizzazione, ipervigilanza, insonnia
Segni e sintomi da attivazione del SNV: ipertensione, tachicardia, midriasi, sudorazione, ↓ della fame
Intossicazione
Miglioramento delle capacità mentali e fisiche, no fatica
esaltazione, euforia, ↑ autostima, irritabilità, Nei casi più gravi: sintomi maniacali, dist. del comportamento (impulsività)
Psicostimolanti
Astinenza da psicostimolanti
• Deflessione del tono dell’umore, disforia, depressione• Apatia, scarsa spinta a fare le cose, stanchezza• Ipersonnia, letargia• Aumento dell’appetito• Nei casi più gravi: idee suicidiarie
• La sindrome (crash) può durare anche diversi giorni in relazione all’uso della sostanza
• E’ particolarmente forte nei soggetti che assumono cocaina (inizio rapido, picco dopo 2-3 giorni, poi 1 settimana)
Psicostimolanti
Dist. psichiatrici da uso di psicostimolanti• Delirium da intossicazioneDelirium da intossicazione
– Dosi elevate, breve periodo, poliabuso, danno SNC
• Disturbo psicotico Disturbo psicotico – Delirio paranoide, allucinazioni uditive e visive, sensazione di avere
insetti sotto la cute, comp. bizzarri ed aggressivi
• Disturbo dell’umoreDisturbo dell’umore– Sintomi ipomaniacali e depressivi
• Disturbo d’ansiaDisturbo d’ansia– Crisi di ansia acuta, attacchi di panico, sint. ossessivi
Psicostimolanti
Sostanze volatili
• colle (le più comuni)• gas carburanti• agenti per la pulizia • diluenti per vernici e correttoriaerosols
Principale modalità: attività di gruppo giovanili; coloro che ne abusano da soli hanno disturbi psichiatrici più severi e maggiore bisogno d’aiuto
Manifestazioni: assimilabili a quelli dell’alcoolintossicazione con iniziale euforia seguita da disorientamento, visione offuscata, instabilità nella marcia, linguaggio farfugliato, atassia e sonnolenza
Rischi: soffocamento circa 300 giovani muoiono ogni anno per l’ uso di sostanze volatili
MARIJUANA (Infiorescenze, foglie seccate) THC 0,5-14%
HASHISH ( Resina di cannabis e fiori pressati) THC 2-20%
OLIO DI HASHISH THC 15-50%
Cannabinoidi
• Il cannabinoide che è stato identificato come responsabile primario degli effetti psicoattivi della cannabis è il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC)
• I cannabinoidi hanno effetti diversi sul cervello tra cui è preminente l’azione sui recettori cannabinoidi CB1 e CB2 che si trovano diffusi nel sistema nervoso centrale.
• I ligandi endogeni per questi recettori si comportano come neurotasmettitori
• Inducono rilassatezza, piacevole senso di euforia, lieve compromissione cognitiva
• No marcata dipendenza fisica e sindrome da sospensione
Cannabinoidi
1. Descrizione generale
2. Umore ed affettività
3. Linguaggio
4. Sensopercezione
5. Pensiero
6. Coscienza e capacità cognitive
7. Insight
Iperemia congiuntivale, secchezza delle fauci, tachicardia, aumento dell’appetito
Alterazione delle abilità motorie (di lunga durata)
Intossicazione
colori più brillanti, intensificazione degli stimoli
depersonalizzazione o derealizzazione (alte dosi)
Cannabinoidi
Senso di rilassamento, euforiaBad trip: ansia, reazione paranoide transitoria
Effetti negativi a lungo termine • In circa un terzo dei soggetti che fanno uso regolare di cannabis si
osservano lievi forme di depressione, ansia o irritabilità
• Mentre all’inizio la cannabis può avere un effetto antiansia o anti-ira (rischio di automedicazione) con l’uso cronico vi è un aumento della aggressività
• Letargia sia fisica che mentale e anedonia
• Aumento di peso e sindrome metabolica
• Sindrome amotivazionale: passività, diminuzione degli impulsi e delle attività mirate ad uno scopo, facile affaticabilità ed apatia
• Sono state documentate atrofia cerebrale e suscettibilità alle convulsioni
Cannabinoidi
Altri rischi legati all’uso di cannabinoidi
• Interferenza con i compiti lavorativi e scolastici,
• Rischi in situazioni come la guida dell’automobile
• Maggior rischio di malattie polmonari (incluse neoplasie)
• Alterazione della risposta immunitaria
• Rischio di difetti congeniti e leucemia per i bambini esposti in utero
Cannabinoidi
Uso di cannabinoidi e schizofrenia • L’uso di cannabis in persone con preesistenti disturbi
psichiatrici può essere molto pericoloso
• In pazienti schizofrenici compensati l’uso di cannabis favorisce la ricomparsa di sintomi psicotici acuti
• La cannabis può indurre / slatentizzare la schizofrenia ?
• Alcune ricerche mostrano che il rischio di schizofrenia è doppio fra i consumatori di cannabis (maggiore per uso di alte dosi) in soggetti non psicotici
Cannabinoidi
Interazioni importanti tra droghe illecite e farmaci prescritti
• Amfetamine+ Clorpromazina — effetto antipsicotico contrastato
+ Litio carbonato —Non effetti dannosi riportati. Riduce gli "high"
+ Inibitori Monoaminossidasi (iMAO) Crisi ipertensive potenzialmente letali
• Cannabis+ Fluoxetina — ↑ energia, ipersessualità, eloquio “frenetico”
+ Antidepressivi triciclici — Spiccata tachicardiaTratto da: C Gerada, M Ashworth, ABC of mental health:
Addiction and dependence—Illicit drugs,BMJ 1997;315:297-300
• Cocaina+ Inibitori Monoaminossidasi (iMAO) — Possibile
ipertensione
• Ecstasy+ Fenelzina — ipertensione
• Oppioidi+ Desipramina — Metadone raddoppia i livelli sierici di
desipramina+ Diazepam — Aumenta la depressione del SNC (es.
centri respiratori)
Data from Neil Spencer, principal pharmacist, Lambeth Healthcare NHS Trust
Terapia in urgenza (intossicazione)
• P.S. SPDC
• Antipsicotici: aloperidolo
• Benzodiazepine: lorazepam, diazepam
Terapia della dipendenza
• Terapia farmacologiche specifiche:
– Craving da cocaina: carbamazepina
– Dipendenza da oppiacei: metadone (20-80 mg/die)
• Terapia dei disturbi psichiatrici presenti (depressione)
• Psicoterapia
• Comunità terapeutiche
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• Suicidio e ViolenzeSuicidio e Violenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
Personalità
• Il significato è cambiato da “illusione esterna” a “apparenza” a tratti interni distintivi della persona
• Dal termine greco personé (maschera usata dagli attori)
Personalità
• Pattern complesso di caratteristiche psicologiche, ampiamente inconsce, che si esprimono in tutti gli aspetti del comportamento.
Theofrasto (c. 370 - c. 265)
Allievo di Aristotele, amico e collaboratore prima di diventare suo successore al Liceum,
Nel suo libro “Caratteri” ha per primo delineato i principali tipi di personalità
Nessuna definizione di personalità è definitivamente
accettata…..
Dipende dalla “teoria della personalità” di riferimento
Teorie della personalità• Costituzionalistica
• Olistica
• Oggetivistica
• Apprendimento sociale
• Pscodinamica
• Percezione
• Relazionale
• Fenomenologica esistenzialista
• Cognitivistica
• Funzionalinstica (Allport)
• Teoria del campo (Lewin)
• Personologica (Murray)
• Biosociale (Murphy)
• Costrutti personali (Kelly)
• Se (Rogers)
• Marxismo
• Fattoriale
Hall C S, Lindzey G, Teorie della personalità, 1986, Boringhieri
Disturbi di personalità
Definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “patternpattern di comportamento profondamente radicati e durevoliradicati e durevoli, che si manifestano come risposte inflessibili ad una larga gamma di situazioni sociali e personali."
pattern: pattern: i pazienti tendono ad esibire un limitato repertorio di risposte stereotipate in diversi contesti sociali e personali, e i modi di pensare, percepire e di rispondere emotivamente differiscono sostanzialmente da quelli generalmente accettate
radicati e durevoliradicati e durevoli: i pattern solitamente sono evidenti durante la tarda infanzia o l’adolescenza ma la necessità di verificarne la loro permanenza nel tempo, limita l’uso del termine “disturbo” ai soli adulti
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
Disturbi di personalità
I disturbi di personalità sono associati con modi di pensare, percepire e rispondere emotivamente che differiscono sostanzialmente da quelli generalmente accettati
I pazienti tendono ad esibire un limitato repertorio di risposte stereotipate in diversi contesti sociali e personali
Questi pattern solitamente sono evidenti durante la tarda infanzia o l’adolescenza ma la necessità di verificarne la loro permanenza nel tempo, limita l’uso del termine “disturbo” ai soli adulti
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
Disturbi di personalità
Problemi nella definizione
• Assenza di uno standard di normalità della personalità o del comportamento
• Terminologia confusa derivante da diverse prospettive teoriche
Due approcci alla classificazione• L’approccio Dimensionale, utile nella ricerca
• L’approccio Per Categorie, usato nella clinica
• Il confine con il termine “malattia mentale” non è sempre ben chiaro
• Tendenza dei clinici di preferire le diagnosi unitarie a quelle multiple
• L’uso del termine come etichetta peggiorativa
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
Prerequisiti per la diagnosi del disturbo di personalità
il paziente presenta un pattern di...• comportamento• risposta emotiva• percezione di se, degli altri e del mondoche è ...• evidente in presto nella vita• persiste nell’età adulta• pervasivo• inflessibile• una deviazione rispetto la normale cultura del paziente
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
e porta a ...• Distress a se stesso, agli altri o alla società• Disfunzionamento nelle relazioni
interpersonali, sociali o lavorative
ma non è attribuibile a…• altri disturbi psichiatrici (schizofrenia,
depressione, uso sbagliato dei farmaci)• altri disturbi fisici (intossicazione acuta,
malattie organiche del cervello)
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
• Prevalenza nella popolazione generale varia dal 2% al 13%, più alta negli istituti (ospedali, case di cura, e prigioni)
• Alcune diagnosi sono più frequenti nei maschi (come il Disturbo Dissociativo di Personalità), altre più frequenti nelle donne (come il Disturbo Istrionico e quello Borderline della Personalità)
• Alcune forme comuni di presentazione dovrebbero indirizzare ad una immediata considerazione di un sottostante disturbo della personalità: l’associazione tra il disturbo dissociativo della personalità e l’alcool e abuso di sostanze è particolarmente importante.
EPIDEMIOLOGIA
Possibili cause• C’è una crescente evidenza a sostegno di una componente
genetica alla base di alcuni comportamenti (come l’etilismo ad esordio precoce nei maschi)
• La ricerca neurochimica ha trovato una relazione tra il metabolismo cerebrale della serotonina ed un eccesso di impulsività ed aggressività
• Alcuni disturbi della personalità possono essere considerati come forme attenuate di malattia mentale. Il legame più forte è quello tra cluster A e schizofrenia
• Teorie psicologiche si sono focalizzate sulla incapacità di progredire nei vari stadi dello sviluppo come risultato di condizioni avverse, portando a problemi nel mantenere legami più tardi nella vita
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
EZIOLOGIA
Per scopi pratici, questi disturbi sono spesso raggruppati in tre cluster che condividono delle caratteristiche cliniche:
• Cluster A — i pazienti spesso sembrano bizzarri o eccentrici– paranoide– schizoide– schizotipico
• Cluster B — i pazienti possono sembrare drammatici, emotivi, o erratici – istrionico– narcisistico– borderline – antisociae
• Cluster C — i pazienti si presentano come ansiosi o impauriti – evitante– dipendente– ossessivo compulsivo
CLINICA
La classificazione dei Disturbi di Personalità DSMIV
Disturbi caratterizzati dal comportamento bizzarro:
• PARANOIDEPARANOIDE: quadro caratterizzato da sfiducia e sospettosità, chi ne soffre tende ad interpretare il comportamento degli altri come malevolo, comportandosi così sempre in modo sospettoso.
• SCHIZOIDESCHIZOIDE: quadro caratterizzato da distacco dalle relazioni sociali e da una gamma ristretta di espressività emotiva, chi ne soffre non è interessato al contatto con gli altri, preferendo uno stile di vita riservato e distaccato dagli altri.
• SCHIZOTIPICOSCHIZOTIPICO: quadro caratterizzato da disagio acuto nelle relazioni strette, distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità nel comportamento, chi ne soffre ha scarso contatto con la realtà e tende a dare un'assoluta rilevanza e certezza ad alcune intuizioni magiche.
Cluster A
CLINICA
La classificazione dei Disturbi di Personalità DSMIV
Disturbi caratterizzati da un'alta emotività:
• ISTRIONICOISTRIONICO: è un quadro caratterizzato da emotività eccessiva e da ricerca dell’attenzione, chi ne soffre tende a ricercare l'attenzione degli altri, ad essere sempre seduttivo e a manifestare in modo marcato e teatrale le proprie emozioni.
• NARCISISTICONARCISISTICO: sentimento di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia caratterizzano questo disturbo di personalità. Chi ne soffre tende a sentirsi il migliore di tutti, a ricercare l'ammirazione degli altri e a pensare che tutto gli sia dovuto, data l'importanza che si attribuisce.
• BORDERLINEBORDERLINE: vi è instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e degli affetti, e da marcata impulsività. Solitamente chi ne soffre presenta una marcata impulsività ed una forte instabilità sia nelle relazioni interpersonali sia nell'idea che ha di sé stesso, oscillando tra posizioni estreme in molti campi della propria vita.
• ANTISOCIALEANTISOCIALE: è un quadro caratterizzato da inosservanza e violazione dei diritti degli altri. Chi ne soffre è una persona che non rispetta in alcun modo le leggi, tende a violare i diritti degli altri, non prova senso di colpa per i crimini commessi.
Cluster B
CLINICA
La classificazione dei Disturbi di Personalità DSMIV
• Disturbi caratterizzati da una forte ansietà:
• EVITANTEEVITANTE: quadro di personalità in cui dominano inibizione, sentimenti di inadeguatezza, e ipersensibilità ai giudizi negativi. Chi ne soffre tende a evitare in modo assoluto le situazioni sociali per la paura dei giudizi negativi degli altri, presentando quindi una marcata timidezza.
• DIPENDENTEDIPENDENTE: quadro caratterizzato da comportamento sottomesso e adesivo legato ad eccessivo bisogno di essere accuditi. Chi ne soffre presenta un marcato bisogno di essere accudito e seguito da parte degli altri, delegando quindi tutte le proprie decisioni.
• OSSESSIVO-COMPULSIVOOSSESSIVO-COMPULSIVO: quadro caratterizzato preoccupazione per l’ordine. Chi ne soffre presenta una marcata tendenza al perfezionismo ed alla precisione, una forte preoccupazione per l'ordine e per il controllo di ciò che accade.
Cluster C
CLINICA
I pazienti con disturbo di personalità si possono presentare in vari modi
• Alcuni comportamenti indicativi del disturbo di personalità possono essere franchi (come l’aggressione estrema), ma altri possono essere subdoli (come una pronunciata difficoltà nel comportamento deciso o comportamento di evitamento)
• Reazioni temporanee a circostanze particolari non giustificano una diagnosi di disturbo di personalità
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
CLINICA
Presentazioni comuni del disturbo di personalità
• Aggressione
• Abuso di alcool e sostanze
• Ansia e depressione
• Considerevole autolesionismo
• Abbuffate, vomito, purging, ed altri disturbi dell’alimentazione
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
CLINICA
È importante differenziare...• I disturbi di personalità del cluster A dalle
malattie psichiatriche psicotiche • Ed i disturbi di personalità del cluster C
dall’ansia e la depressione • Comunque, il disturbo di personalità
coesiste frequentemente con un disturbo mentale ed il paziente può presentare sintomi di ambedue
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
CLINICA
• Le persone che soffrono di disturbi di personalità del cluster B si presentano frequentemente un comportamento aggressivo
• Ogni storia di abuso o di disturbi del comportamento nell’infanzia dovrebbe essere indagata, inclusi i dettagli di episodi di violenza in pubblico o a casa, comportamento offensivo o criminale ed ogni storia di carcerazione
• Idee di minaccia e di nuocere a se stesso o agli altri dovrebbero essere discusse apertamente e registrate con molta attenzione
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
CLINICA
Principi generali d’intervento
• Evitare divisioni nell’equipe terapeutica
• Comunicare apertamente col paziente e gli altri professionisti coinvolti
• Mirare ad una relazione terapeutica stabile sul lungo termine: questo può richiedere di mettersi in ‘sintonia’ con il paziente
• Mirare al miglioramento del paziente
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
TRATTAMENTO
Misure specifiche d’intervento
• Trattare la malattia mentale e/o fisica coesistente
• Considerare un trattamento farmacologico specifico
– Antipsicotici per l’autolesionismo impulsivo
– Inibitori Specifici del Reuptake della Serotonina (SSRI) per l’instabilità emotiva di tipo borderline
– Carbamazepine per il comportamento aggressivo
• Considerare un trattamento psicologico specifico
– Psicoterapia individuale o di gruppo
– Per i casi più gravi comunità terapeutica
Tratto da: M Marlowe and P Sugarman. ABC of mental health: Disorders of personality. BMJ, Jul 1997; 315: 176 - 179
TRATTAMENTO
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• Suicidio e ViolenzeSuicidio e Violenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
Ansia
• Stato emotivo a contenuto spiacevole associato a condizione di allarme e di paura, che insorge in assenza di un pericolo reale oppure è sproporzionata di fronte allo stimolo scatenante
• Reazione emotiva ubiquitaria comune a tutti (ansia fisiologica)
• Ansia patologica: ansia generalizzata, attacco di panico, fobie, ossessioni e compulsioni
• “Ieri ho vietato a mio figlio di andare a giocare a pallone. Non avrei resistito sapendolo fuori casa; già mi immaginavo una disgrazia”.
• “Quando sono interrogato a scuola non riesco mai ad essere lucido come quando faccio un compito scritto. Avverto un’emozione interiore che talvolta mi confonde”
• “Deve farmi sapere se mi assumerà. Non resisto nell’attesa e non vedo l’ora di poter iniziare quell’attività”
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano, 1999
L’ansia coinvolge:
• Sensazioni soggettiveSensazioni soggettive (per es. preoccupazione e spavento)
• Risposte fisiologicheRisposte fisiologiche (per es., tachicardia e ipercortisolemia)
• Risposte comportamentaliRisposte comportamentali (per es., evitamento e fuga)
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
Malattie fisiche che possono simulare l’ansia
• Eccessivo uso di caffeina
• Tireotossicosi, malattia delle paratiroidi
• Ipoglicemia
• Astinenza da alcool o droghe
• Feocromocitoma, sindrome carcinoide
• Aritmie cardiache, malattia della valvola mitrale
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
DISTURBI D’ANSIADISTURBI D’ANSIA
1 DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO1 DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO
1.1 CON AGORAFOBIA
1.2 SENZA AGORAFOBIA
2 DISTURBI FOBICI2 DISTURBI FOBICI
2.1 AGORAFOBIA SENZA ATTACCHI DI
PANICO
2.2 FOBIA SPECIFICA
2.3 FOBIA SOCIALE
DISTURBI D’ANSIADISTURBI D’ANSIA
3 DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO3 DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
4 DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS4 DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
5 DISTURBO ACUTO DA STRESS5 DISTURBO ACUTO DA STRESS
6 DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO6 DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
7 DISTURBO D’ANSIA DOVUTO A CONDIZIONE7 DISTURBO D’ANSIA DOVUTO A CONDIZIONE
MEDICA GENERALEMEDICA GENERALE
8 DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE8 DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE
9 DISTURBO D’ANSIA NAS9 DISTURBO D’ANSIA NAS
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
EPIDEMIOLOGIA
Attacco di panicoInsorgenza acuta (nell’ arco di 10’) di 4 o più dei seguenti sintomi:1. palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia2. sudorazione3. tremori fini o a grandi scosse4. dispnea o sensazione di soffocamento5. sensazione di asfissia6. dolore o fastidio al petto7. nausea o disturbi addominali8. sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di
svenimento9. derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere
distaccati da se stessi)10. paura di perdere il controllo o di impazzire11. paura di morire12. parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)13. brividi o vampate di calore
CLINICA
DAPDiagnosi• Ricorrenti inaspettati attacchi di panico (cioè, senza specifici
stimoli)• Preoccupazione riguardante altri attacchi (fobofobia)• Preoccupazioni riguardanti le conseguenze possibili degli
attacchi (perdita del controllo, “impazzire”)• Cambiamenti nel comportamento in relazione agli attacchi
Escludere i seguenti• Intossicazione acuta o astinenza da alcool, caffeina o sostanze
illecite (amfetamine, cannabis, cocaina)• Epilessia
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
CLINICA
Fobie
• Ansia marcata, irragionevole ed inspiegabile legata ad uno stimolo specifico– Animali (es: ragni)– Procedure mediche (es: iniezioni, dentista)– Eventi atmosferici (temporali)– Luoghi (es: altezze, posti da cui è difficile fuggire)– Situazioni sociali (sproporzione, no abitudine)
• Condotte di evitamento
• Modello comportamentale residuo vantaggioso per l’adattamento nell’era pretecnologica
CLINICA
AgorafobiaDiagnosi• Ansia in situazioni dove la fuga è difficile o dove è
impossibile trovare aiuto• Paura di situazioni specifiche, quali
– Trovarsi soli in casa– Trovarsi nella folla– Trovarsi sui trasporti pubblici – Trovarsi su ponti, ascensori
• Evitamento attivo delle situazioni temute, o, laddove esposti, di prova una grave ansia
• Limitazione del funzionamento (come fare spese, lavoro, vita sociale)
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
CLINICA
Fobia Sociale
Diagnosi• Estrema, persistente paura delle situazioni sociali• Paura dell’umiliazione o dell’imbarazzo• L’esposizione provoca estrema ansia • La paura è riconosciuta come eccessiva e
irragionevole• Evitamento delle situazioni• Ansia anticipatoria
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
CLINICA
Fobie Specifiche (isolate)
Diagnosi
• Paura estrema, persistente e irragionevole
• Stimolata all’apparire di uno specifico oggetto o situazione
• Specifici oggetti comprendono:– Animali (ragni, serpenti)
– Ambienti naturali (altezze, acqua, temporali)
– Sangue, iniezioni, ferite (possono provocare gravi risposte vaso-vagali con svenimento)
• Situazioni specifiche –guidare, volare, gallerie, ponti, spazi chiusi
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
CLINICA
OssessioniOssessioniPensieri, impulsi o immagini ricorrenti, persistenti e intrusivi
– vissuti come intrusivi o inappropriati
– causano ansia o disagio marcati
– contenuto spiacevole, terrificante, oscuro o aggressivo
– riconosciuti come prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno come nell’inserzione del pensiero)
La persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni
Comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare), o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente)
– la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione
– secondo regole che devono essere applicate rigidamente
– non collegati in modo realistico con il loro scopo esplicito, oppure chiaramente eccessivi
CLINICA
CompulsioniCompulsioni
- ossessioni o compulsioni ricorrenti - tale da far impiegare tempo (più di 1 ora al giorno) o da causare disagio- la persona ha riconosciuto sono eccessive o irragionevoli
Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Disturbo Post-traumatico da stress (PTSD)Diagnosi• Stress di estrema gravità• Torpore emotivo, inizialmente distacco emotivo• Intrusivi flash-backs, ricordi vividi, incubi ricorrenti• Distress se ri-esposti alla situazione, fino all’evitamento di
circostanze simili • Ipervigilanza e iperreattività• Amnesia psicogena, insonnia, irritabilità, ridotta concentrazione,
distraibilità, diminuito interesse, umore pessimistico
La gravità è determinata da• Problemi premorbosi mentali o psicologici• Stress simili ripetuti
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
A. Esposizione ad un evento traumatico
B. L’evento viene rivissuto in modo persistente
C. Evitamento di stimoli che possano ricordare l’evento e attenuazione della reattività generale
D. Aumentata reattività (arousal)
Disturbo post-traumatico da stress
CLINICA
Fattori di vulnerabilità:
• Trauma infantile
• Tratti di personalità borderline, paranoide, dipendente o antisociale
• Inadeguato sistema di supporto
• Vulnerabilità genetica a malattie psichiatriche
• Recenti cambiamenti stressanti
• Eccessiva assunzione di Alcol
• Alessitimia
CLINICA
• In soggetti giovani può seguire al trauma un arresto dello sviluppo emozionale
• In soggetti adulti si può verificare una regressione emotiva
In entrambi i casi è frequente che gli individui non siano poi più in grado di utilizzare gli stati emotivi
interni come segnali e vi è la tendenza allo sviluppo di forme di somatizzazione
CLINICA
Ansia generalizzata
Stato d’ansia persistente che si caratterizza per un’attesa apprensiva, eccessiva ed irrealistica con marcate preoccupazioni per svariate circostanze esistenziali ed anticipazione pessimistica di eventi negativi
CLINICA
• Persistente (>6 mesi) ansia “libera fluttuante" o apprensione
• Sonno disturbato (insonnia precoce e centrale, che non concede il riposo)
• Tensione muscolare, tremori, impossibilità di rimanere “fermi”
• Iperattività autonomica (sudorazione, tachicardia, dolore epigastrico)
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
CLINICA
Disturbo d’ansia generalizzato
Nella scorsa decade, la ricerca ha fato luce sui sistemi/circuiti neurali e sulla biologia molecolare che sottostanno a tante delle manifestazioni d’ansia e che mediano le
azioni dei farmaci ansiolitici
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
EZIOLOGIA
Gli stimoli, percepiti come potenzialmente pericolosi sulla base di un apprendimento precedente (paura condizionata), sono processati da vie che portano dal talamo e dalla corteccia sensoria a strutture limbiche specifiche, in particolare l’amigdala e l’ippocampo, che sono critici per l’iniziazione e la mediazione delle risposte acquisite alla paura
Un recente studio di neuro-imaging ha dimostrato che l’attivazione fisiologica dell’amigdala ha luogo quando un soggetto presenta una faccia impaurita anche se il soggetto non ha una conscia consapevolezza di avere tale espressione facciale !
Tratto da: Neuroanatomical Hypothesis of Panic Disorder, Revised. JM. Gorman, JM. Kent, GM. Sullivan, JD. Coplan. Am J Psychiatry 157:4, April 2000
EZIOLOGIA
• Scimmie con lesioni a livello della amigdala non mostrano più paura dei serpenti
• Gatti con simili lesioni non hanno più paura dei cani!
EZIOLOGIA
• Specifici neuroni dell’amigdala e dell’ippocampo proiettano largamente in gruppi di cellule che partecipano nelle risposte fisiologiche e comportamentali associate con sentimenti di paura e con ansia
• Queste cellule si trovano in regioni dell’ipotalamo e del tronco cerebrale che mediano le risposte autonomiche del sistema simpatico e parasimpatico, nell’area del nucleo ipotalamico paraventricolare che attiva il sistema glucocorticoide e a livello di gruppi di cellule mono-aminergiche nel tronco cerebrale che sono coinvolte nelle risposte comportamentali dell’arousal (risveglio, accensione, eccitamento sessuale) e del priming (accensione, preparazione)
EZIOLOGIA
Neurotransmettitori implicati
• Acido glutamato-aminobutirico (GABA)
• Serotonina
• Norepinefrina
• Fattore di rilascio della corticotropina
EZIOLOGIA
• E’ stata dimostrata una somiglianza notevole tra le conseguenze fisiologiche e comportamentali della risposta allo stimolo di paura condizionata e l’attacco di panico
• Negli animali, queste risposte sono mediate da un “fear network” (rete di paura) nel cervello che ha il suo centro nell’amigdala ed include l’ippocampo e la corteccia mediale pre-frontale
• Proiezioni dall’amigdala all’ipotalamo e al tronco dell’encefalo spiegano molti dei segni osservati della risposta alla paura condizionata
Tratto da: Neuroanatomical Hypothesis of Panic Disorder, Revised. JM. Gorman, JM. Kent, GM. Sullivan, JD. Coplan. Am J Psychiatry 157:4, April 2000
EZIOLOGIA
• Evidenze convergenti suggeriscono che fattori ereditari ed eventi di vita stressanti, in particolare durante la prima infanzia, possano essere responsabili dell’ esordio del disturbo di panico
• I farmaci, in particolare quelli che influenzano il sistema serotoninergico, sembrano essere in grado di desensibilizzare il “network fear” a partire dall’ amigdala attraverso le sue proiezioni all’ ipotalamo ed al tronco dell’ encefalo
• I trattamenti psicosociali efficaci possono inoltre ridurre la paura contestuale e le errate attribuzioni cognitive a livello della corteccia pre-frontale e dell’ ippocampo
Tratto da: Neuroanatomical Hypothesis of Panic Disorder, Revised. JM. Gorman, JM. Kent, GM. Sullivan, JD. Coplan. Am J Psychiatry 157:4, April 2000
EZIOLOGIA
Gestione del paziente ansioso
• Rassicurazione
• Farmaci: antidepressivi, sedativi
• Psicoterapia
TRATTAMENTO
L’ansia come manifestazione di altro
• depressione
• disturbi di stress legati ad un trauma (trauma-related stress disorders)
• disturbi di personalità, quali il disturbo di personalità ossessivo–compulsivo.
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of mental
health: Anxiety. BMJ, Jun 1997; 314: 1886
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• Suicidio e ViolenzeSuicidio e Violenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
Tra le prime descrizioni scientifiche che ci sono giunte su questo disturbo, c'è quella del Dr.Ernst
Charles Lasegue“De l’anorexie hysterique”
(Archieves generales de Medicine, 1873)
“Ella prova innanzitutto un disturbo dopo avere mangiato…..né lei né chi assiste vi attribuisce alcun disagio duraturo………
l’indomani la stessa sensazione si ripete ….e la malata si convince che il miglior rimedio a
questo disturbo indefinito consiste nel diminuire l’alimentazione…….
l’isterica riduce gradatamente il cibo talvolta con il pretesto del mal di testa talvolta con il timore che si presentino le impressioni dolorose che seguono dopo il pasto …….dopo qualche settimana non si tratta più di ripugnanze da ritenersi passeggere: è un rifiuto dell’alimentazione che si prolungherà indefinitamente……..la malattia è conclamata e seguirà il suo decorso così fatalmente…...”
Definizione di un eating disorder
• Esistenza di una marcata distorsione delle abitudini alimentari del soggetto o di un comportamento anomalo finalizzato al controllo del peso
• Presenza di atteggiamenti di accompagnamento ai disturbi della condotta alimentare come ad esempio sovra-stima della propria immagine corporea e del proprio peso corporeo
• Questo disturbo in sé o i comportamenti a suo corollario si traducono in difficoltà clinicamente rilevanti del funzionamento fisico, psico-sociale o dello stato di salute del soggetto
• Deve essere escluso che il disturbo sia secondario ad altre condizioni mediche o psichiatriche
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
GLOSSARIOGLOSSARIO
ABBUFFATA:
1) mangiare in un definito periodo di tempo (es. 2 ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone nelle stesse condizioni mangerebbe in quello stesso tempo
2) Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si mangia
CONDOTTE DI ELIMINAZIONE
Uso inappropriato di lassativi, diuretici, enteroclismi o vomito autoindotto
Classificazione degli eating disorders
• Anoressia nervosa
• Bulimia nervosa
• tra i DCA NAS è stato individuato il BED = Binge Eating Disorder
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
Anoressia nervosa Bulimia Nervosa
Distribuzione nel mondo Prevalente nelle società occidentali Prevalente nelle società occidentali
Etnia Prevalentemente bianchi Prevalentemente bianchi
Sesso Per lo più donne (90%) Per lo più donne(% sconosciute)
Età Adolescenti Giovani adulti (alcuni casi in giovani adulti) (in alcuni casi adolescenti)
Classe sociale Prev. in classi sociali più alte Nessuna predilezione di classe
Prevalenza 0.7% in teen-ager femmine 1-2% in donne tra i 16 e i 35 aa)
Incidenza (per 100 000) 19 nelle donne, 2 negli uomini 29 nelle donne, 1 negli uomini
Modifiche secolari Possibile aumento Probabile aumento
EPIDEMIOLOGIA
EZIOLOGIA
RISCHI AMBIENTALINella cultura occidentale il problema del peso corporeo ha ricevuto un attenzione progressivamente crescente :
- standard culturali di magrezza = successo, competenza, autocontrollo e attrazione sessuale
- il peso corporeo eccessivo è un fattore di rischio
Lo stare a dieta è uno dei fattori precipitanti dei DCA:
sia AN che BN sono preceduti da un tentativo apparentemente normale di perdere peso
FATTORI GENETICIpare che i DCA siano geneticamente determinati:
debolezza nei meccanismi ipotalamici di omeostasi che assicurano un recupero del corretto peso corporeo dopo un calo ponderale
• Nell’anoressia nervosa c’è un desiderio di perdere peso e poichè la riuscita di questa ricerca incarna un ideale di successo questo comportamento esasperato non è vissuto come un problema ma come un obiettivo che è auspicabile raggiungere
• In qualche caso la restrizione nell’ assunzione di cibo è motivata anche da altri processi psico-patologici compreso atteggiamenti di ascetismo, di competitività o di desiderio di punire se stessi
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
EZIOLOGIA
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
Anoressia nervosa
A. Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale per l’età e la statura (al di sotto dell’85%)
B. Intensa PAURA di acquistare peso o di diventare grassi anche quando si è sottopeso
C. ALTERAZIONE del modo in cui il soggetto VIVE IL PESO o la FORMA CORPOREA, ed eccessiva influenza sui livelli di autostima, rifiuto di ammettere la gravità della condizione di sottopeso
D. Nelle femmine dopo il menarca AMENORREA (3 cicli)
- sottotipo restrittivo (la perdita di peso è ottenuta soprattutto con dieta, digiuno o attività fisica eccessiva)
- sottotipo con abbuffate/condotte di eliminazione: in cui sono attuate abbuffate
DSM IV TR
CLINICA
ESORDIO• Tipicamente tra i 13 e i 19 anni con una dieta ipocalorica di cui si perde il
controllo• Caratteristiche premorbose: bambine o adolescenti timide, remissive,
ubbidienti, perfezioniste e competitive, coscenziose e tese ad ottenere il massimo in ogni prestazione, rendimento scolastico assai superiore alla media
• Spesso la polarizzazione sul peso inizia in seguito a qualche commento scherzoso su qualche parte del loro corpo
DECORSO• Talvolta disturbo temporaneo ed auto-limitantesi: intervento breve (più
giovani )• In altri casi i disturbi diventano persistenti: trattamento più intensivo• Nel 10–20% degli individui i disturbi appaiono intrattabili e senza remittenza• Frequente sviluppo di binge eating e, in circa il 50% dei casi di bulimia
nervosa nella sua forma completa
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
CLINICA
Caratteristiche principali dell’ anoressia nervosa
Sintomi fisici• Iper-sensibilità al freddo• Sintomi gastrointestinali—stitichezza,
ripienezza post-prandiale, gonfiore• Instabilità posturale e sincope• Amenorrea (in donne che non assumano
contraccettivi orali), scarsa libido, infertilità• Insonnia con risvegli precoci mattutini
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
CLINICA
ESAME OBIETTIVO GENERALE• Aspetto emaciato; rallentamento della crescita e iposviluppo delle
mammelle (se l’esordio è in epoca pre-puberale)• Cute secca; lanugo su schiena, braccia, e ai lati del viso; in pazienti
con ipercarotenemia colorazione arancio del palmo della mano e della pianta dei piedi
• Salivazione delle parotidi e delle ghiandole sotto-mandibolari (specialmente nei pazienti bulimici)
• Erosione della superficie interna dei denti incisivi (perimilolisi) in coloro che vomitano spesso
• Mani e piedi freddi; ipotermia• Bradicardia; ipotensione ortostatica; aritmie cardiache (specialmente
in pazienti sottopeso e coloro con anomalie degli elettroliti)• Edema (che complica l’assessment del peso corporeo)• Debolezza dei muscoli prossimali (evidenziata dalla presenza di
difficoltà nel rialzarsi dalla posizione accovacciata)
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
CLINICA
Anomalie specifiche per apparato
Endocrine• Ridotte concentrazioni di LH, FSH ed estradiolo• Valori di T3, T4 ai limiti inferiori della norma in
presenza di valori normali di TSH (sindrome da basso T3)
• Lieve aumento del cortisolo plasmatico• Aumentate concentrazioni di GH• Severi episodi di ipoglicemia (rari)• Bassi valori di leptina (ma più alti dell’ atteso in
relazione al peso corporeo)
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
CLINICA
Cardiovascolari• Anomalie all’ECG (specialmente in coloro con dis-
ionemia): difetti della conduzione, allungamento del QTGastro-intestinali
• Ritardo dello svuotamento gastrico• Ridotta motilità del colon (secondaria all’uso cronico di
lassativi)• Dilatazione acuta dello stomaco (rare, secondaria a binge
eating o ad una eccessiva ri-alimentazione)Ematologiche
• Moderata anemia normocitica normocromica• Lieve leucopenia con linfocitosi relativa• Trombocitopenia
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
CLINICA
Altre anomalie metaboliche• Ipercolesterolemia• Aumentati livelli di carotene sierico• Ipofosfatemia (iper durante la ri-alimentazione)• Disidratazione• Turbe elettrolitiche (in varie forme; soprattutto in coloro che
vomitano frequentemente o abusano di lassativi o diuretici che determinano alcalosi metabolica ed ipopotassiemia; l’ abuso di lassativi invece si traduce in acidosi metabolica, iponatremia, ipopotassiemiaAltre anomalie
• Osteopenia e osteoporosi (con aumentato rischio di fratture)• Ventricoli cerebrali e spazi subaracnoidei di volume
aumentato (pseudo-atrofia)
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
CLINICA
CLINICA
PROGNOSI•Aspetti prognostici favorevoli
-età precoce di esordio-breve storia di malattia
•Aspetti prognostici sfavorevoli-lunga storia di malattia-severa perdita di peso-binge eating e vomito
•Mortalità-↑ mortalità: il rapporto di mortalità standardizzato (standardised mortality ratio)* nei primi 10 anni dalla presentazione è circa 10-causa di morte: complicanze mediche o suicidio
*Lo standardised mortality ratio è il rapporto tra numero di morti osservate e morti attese sulla base di mortality rates di una popolazione di riferimento
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
Il management consiste di quattro aspetti
1. Aiutare i pazienti a vedere che hanno bisogno di aiuto e mantenere nel tempo la loro motivazione a guarire. Questo obiettivo è primario data la loro riluttanza al trattamento.
2. Ripristino del peso corporeo. Questo obiettivo si pone dalla necessità di contrastare lo stato di malnutrizione e porta solitamente ad un sostanziale miglioramento dello stato generale del paziente
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
TRATTAMENTO
3. Il terzo aspetto del management consiste nel trattare la cattiva valutazione che il paziente ha della propria forma e peso corporeo, gestire le abitudini alimentari e il loro funzionamento psico-sociale
4. Non c’è un solo modo di raggiungere questo obiettivo (antidepressivi, antipsicotici, psicoterapie). Una terapia familiare sembra essere la più utile per i pazienti più giovani ed è pertanto principalmente utilizzata con gli adolescenti
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
TRATTAMENTO
Bulimia Nervosa
A) Ricorrenti ABBUFFATE
B) Ricorrenti e inappropriate CONDOTTE COMPENSATORIE per prevenire l’aumento di peso
C) Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno 2 volte a settimana per 3 mesi
D) I livelli di AUTOSTIMA sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei
DSM IV TR
Sottotipi:
- con Condotte di eliminazione: nell’episodio attuale il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici enteroclismi
- senza Condotte di eliminazione: nell’episodio attuale il soggetto ha presentato altri comportamenti compensatori inappropriati, come DIGIUNO, esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente a vomito autoindotto etc
CLINICA
ESORDIO• Età leggermente più alta dell’ anoressia
• Solitamente comincia allo stesso modo dell’ anoressia: in circa il 25% dei casi, i criteri diagnostici per l’ anoressia sono soddisfatti per il primo periodo di tempo
• Episodi di binge eating cominciano ad interrompere la restrizione dietetica e tali disordini tendono a perpetuarsi nel tempo
DECORSO• La durata media del disturbo alimentare all’esordio della bulimia è circa 5 aa
• 5–10 anni dopo, il 30-50% dei casi ha un qualche disturbo della condotta alimentare di rilevanza clinica, sebbene in molti casi sia una forma atipica
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
CLINICA
CLINICA
PROGNOSI• Non sono stati identificati predittori univoci di una prognosi migliore
• Evidenze di prognosi peggiore:
-obesità nell’ infanzia
-scarsa autostima
-disturbi della personalità
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
Bulimia nervosa
La ricerca ha prodotto tre risultati importanti:
1. Il tipo di trattamento più efficace è una specifica terapia comportamentale che si propone di modificare gli specifici comportamenti e modi di pensare che mantengono in questi pazienti i disturbi della condotta alimentare. Consiste tipicamente in circa 20 sessioni di trattamento individuali nel corso di cinque mesi che ha portato ad un sostanziale miglioramento con recupero completo e duraturo per un 30-50% dei pazienti (intention to treat)
2. Farmaci anti depressivi hanno un effetto anti bulimico determinando un rapido declino nella frequenza di episodi di binge eating e purging, e migliorando l’ umore ma l’ efficacia non è altrettanto grande quanto quella ottenuta con la terapia cognitivo comportamentale e, cosa ancora più importante, le evidenze sono ancora limitate
3. Non sono stati trovati predittori di efficacia negativi
Tratto da: CG Fairburn, PJ Harrison. Eating disorders. Lancet 2003; 361: 407–16
TRATTAMENTO
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• SuicidioSuicidio e Violenze e Violenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
• self-harm (autolesionismo)
– 100.000 casi all’anno in UK nei pronto soccorsi
– La maggior parte include:
• Avvelenamenti
• Ferite da taglio
• Abuso di alcolici (nel 45% dei casi)
• Uomini e donne in ugual misura, età media: 30 anni
• Self-harm in seguito a problemi sociali ed interpersonali
• Di questi: il 15% ritorna in pronto soccorso entro 1 anno ancora per self-harm, l’1% si suicida
Tratto da:A Ramirez and A House. ABC of mental health: Common mental health problems in hospital. BMJ, Jun 1997; 314: 1679
• Cosa è utile nei casi di self-harm:
– Ricovero breve per tutti (anche per 1 notte)– Immediata valutazione psicosociale– Ricovero in unità psichiatrica se appropriato– Seguire il paziente in ambito territoriale da parte dei
servizi psichiatrici– Lavoro in collaborazione con equipe mediche,
chirurgiche, MMG, educatori
Tratto da:A Ramirez and A House. ABC of mental health: Common mental health problems in hospital. BMJ, Jun 1997; 314: 1679
• self-harm: gruppi a rischio– Alto rischio
• Disturbi depressivi maggiori• Abuso di sostanze• Schizofrenia
– Basso rischio• Paziente con problemi sociali e personali con
aspetti disfunzionali in quanto– Mancano di supporto– Sono state vittime di abuso o sono stati
trascurati
Tratto da:A Ramirez and A House. ABC of mental health: Common mental health problems in hospital. BMJ, Jun 1997; 314: 1679
PER IDEAZIONE DI SUICIDIO SI INTENDE:
• un insieme di idee,fantasie e vissuti che hanno per argomento la propria morte vista in termini positivi rispetto all’attualità della vita psichica del paziente
Il suicidio e il tentativo di suicidio differiscono per:
Intenzionalità
Idoneità del mezzo
Intenzionalità
• Reale desiderio di darsi la morte
Idoneità del mezzo
•E’ in relazione alla conoscenza del soggetto
Idoneità del mezzo
INTENZIONALITA’ +
MEZZO IDONEO +
------------------------------
SUICIDIO (o mancato)
• INTENZIONALITA’ +
• MEZZO IDONEO –
--------------------------------------------
• TENTATIVO DI SUICIDIO
Il tentativo di suicidio può avere carattere rivendicativo e ricattatorio; è comunque espressione di un disagio psichico
La definizione di suicidio e di tentativo di suicidio NON DIPENDE dal risultato
Vit. B12 Benzodiazepine
+ =Suicidio
mancato
Alcoolici Barbiturici
+ =Suicidio
accidentale
Aspetti da valutareMotivazioniCircostanze del tentativoDisturbo psichiatrico Problemi precipitanti o che mantengono il rischioStrategie di adattamento e supportoRischio
Indicatori di alto rischio suicidarioUominiEtà >40 anniStoria familiare di suicidioDisoccupazioneIsolamento socialeNote/ideazioni suicidaliDesiderio continuato di morireMancanza di speranza, Incapacità di vedere il futuroAbuso di sostanze o di alcool
Tratto da: Anthony S Hale. ABC of mental health: Depression. BMJ, Jul 1997; 315: 43 - 46
Determinare il Livello di RischioSAD PERSONS SCALE (Quick and Easy Assessment)Sex 1 if patient is mail, 0 if femaleAge 1 if patient is (25-34; 35-44; 65+)Depression
Previous attempt 1 if presentEthanol abuse 1 if presentRational thinking loss 1 if patient is psychotic for any reason (schizophrenia, affective
illness, organic brain syndrome)
Social support lacking 1 If these are lacking, especially with recent loss of a significant otherOrganized Plan 1 if plan made and method lethalNo spouse 1 if divorced, widowed, separated, or
single (for males)Sickness 1 especially if chronic, debilitating,
severe (e.g.; non- localized cancer, epilepsy, MS, gastrointestinal disorders)
Patterson WM, Dohn HH, et al: Evaluation of suicidal patients, THE SAD PERSONS Scale, Psychosomatics, 1983
SAD PERSON Linee Guida
• 0-2 Dimissione
• 3-4 Monitoraggio
• 5-6 Considerare ospedalizzazione
• 7-10 Ospedalizzazione
Patterson WM, Dohn HH, et al: Evaluation of suicidal patients, THE SAD PERSONS Scale, Psychosomatics, 1983
Ospedalizzazione
Quando? Pazienti con piano specifico, accesso a
mezzi idonei, stressors sociali recenti e sintomi psicopatologici specifici
Si può quindi prevedere?
Purtroppo non tanto…
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• Suicidio e Suicidio e ViolenzeViolenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
Epidemiologia• 10% dei pazienti ricoverati manifesta
comportamenti aggressivi
• Maggiore incidenza nei soggetti giovani di sesso maschile con diagnosi di schizofrenia, alcolismo, disturbi mentali organici, ritardo mentale, epilessia, disturbi di personalità, bipolari in fase maniacale, disturbo borderline di personalità
Praticamente tutte…
Epidemiologia (USA)• Circa 40% degli operatori è stato vittima nel
corso della carriera di violenza fisica
• L’aggressione avviene con armi di offesa naturale (pugni e calci, 72% dei casi), uso di oggetti (23%), minacce con coltello e/o con armi bianche o oggetti contundenti (5%)
Epidemiologia NB• Le aggressioni vengono denunciate raramente; si suppone che i
dati reali siano circa 5 volte superiori ai dati ufficiali
• Problematiche “metodologiche” – definizione non univoca di “comportamento violento”– strumento di rilevamento?– intralci burocratici, tempi lunghi
• problematiche “personali” – sentimenti di colpa– timore di subire accuse di negligenza e/o inadeguata
professionalità – ansia legata a possibili indagini sul “come” e sul “perché” è
avvenuto il comportamento aggressivo o sulle modalità della propria difesa, ecc.
Urgenze PsichiatricheDerivano in genere da una somma di fattori • Fattori psichici:
– Malattie psichiatriche– Personalità– Stati emotivi alterati
• Fattori fisici (malattie organiche, sostanze d’abuso)
• Fattori sociali e ambientali (familiari, reparto, personale presente, grado di tolleranza dell’ambiente)
Situazioni Associate alla Violenza
• Assenza di vie di fuga
• Staff non preparato
• Presenza di oggetti contundenti
• Carenza di osservazione
• Carenza di personale
Fattori scatenanti episodi di violenza
• Ansia• Rifiuto di una richiesta di ricovero da parte del pz• Mancanza di rispetto (reale o immaginaria)• Paura• Frustrazione• Ospedalizzazione coatta• Rabbia• Perdita del lavoro • Lunga attesa• Rumore • Dolore• Deprivazione di sonno
Condizioni associate con la violenza
• Stato confusionale acuto• Psicosi organica acuta• Abuso, dipendenza, intossicazione da alcool • Abuso, dipendenza, intossicazione da sostanze• Disturbo antisociale di personalità• Disturbo Bipolare, mania• Disturbo Borderline di personalità• Disturbo delirante• Demenza• Traumi cranici• Ritardo mentale• Schizofrenia
Possibili Presentazioni delle Urgenze
• APERTA: il paziente presenta evidenti alterazioni del comportamento
• COPERTA: il paziente può presentare oppure no un’alterazione evidente del comportamento tuttavia ha un’alterazione significativa del pensiero o dell’umore (es: ideazione suicidaria, umore depresso, gravi sintomi ossessivi, ansia acuta)
VALUTAZIONE N.B.• Nella situazione di emergenza non è facile
valutare le potenzialità aggressive di un paziente e calcolare le probabilità di un comportamento violento.
• Spesso tale valutazione si fonda su impressioni aspecifiche o su un giudizio clinico intuitivo
FATTORI PREDITTIVI di violenza
• 1. Idee di violenza. (nei confronti di una persona specifica, stato psicotico acuto, voci imperative)
• 2. Comportamento durante il colloquio. (crescendo progressivo dell’attività psicomotoria durante il colloquio da aggressività verbale a turpiloquio ad atteggiamenti comportamentali, fino all’atto di violenza).
• 3. Storia recente di violenza. (maggior rischio da le azioni violente compiute con mezzi fisici, poi, senza strumenti, fino a comportamenti verso gli oggetti).
FATTORI PREDITTIVI 2• 4 Storia remota di violenza. (eventuali arresti,
infrazioni nella guida, coinvolgimento in procedimenti legali, tendenza a punire i figli, o a seviziare gli animali in epoca infantile, problemi costanti con le autorità in epoca adolescenziale).
• 5. Sistemi di supporto. (famiglia, amici, gruppo religioso)
• 6. Compliance. (atteggiamento non cooperativo, una storia passata di TSO)
FATTORI PREDITTIVI 3• 7. Storia di abuso di sostanze. (stati di
intossicazione in atto o in condizioni di astinenza)
• 8. Anamnesi medica e neurologica. (danni neurologici, soprattutto del lobo frontale, vasculopatie cerebrali, demenza di Alzheimer o cerebropatia infantile)
Approccio al pz agitato
• Ambiente adeguato: evitare spazi ristretti, corridoi frequentati da altri pz
• Allontanare familiari o altri pz agitati• Avere SEMPRE una via di fuga: posizionarsi tra il paziente e la
via d’uscita• Porta aperta o colleghi che osservano la scena • Evitare la presenza a portata di mano o sulla
scrivania/tavolo/ripiano di armi potenziali (biro, siringhe, forbici, vetreria, oggetti contundenti, ombrelli, sedie leggere)
• Evitare di avere addosso oggetti “da vittima”, utilizzabili come appigli o armi (lunghi portachiavi, ciondoli, forbici, cravatte)
Dove incontrare il paziente
Approccio al pz agitato
• Non ci si deve inoltre avvicinare al paziente con modalità rapide e decise in senso frontale, poiché può essere percepito come un atteggiamento di confronto, di sfida
• Evitare il contatto diretto e prolungato nello sguardo degli occhi del paziente
• Sorridere o ridere può essere interpretato da parte dal paziente in senso aggressivo e dispregiativo
Avvicinarsi al lato del paziente in posizione latero-frontale porgendo sempre il proprio emicorpo, riducendo così la superficie che può essere oggetto di aggressione
Come avvicinarsi al paziente
Approccio al pz agitato
Inutile far attendere un pz in ‘escalation’ di aggressività Attenzione al linguaggio non verbale Mai voltare le spalle ad un pz potenzialmente violento, MAI PERDERE IL
CONTROLLO VISIVO Consentire uno spazio fisico maggiore del normale (distanza consigliata circa
1,5 mt-fino a 4) DIMOSTRARE SICUREZZA Riconoscere quando la violenza è imminente Se c’è una sensazione di ansia è giusto seguire il proprio istinto e proteggere
la propria sicurezza personale Evitare da parte del minacciato qualsiasi manifestazione di perdita di
controllo emotivo e motorio
Atteggiamento
Approccio al pz agitato
Restare calmi, con atteggiamento tranquillo e accogliente Parlare lentamente, a basso volume, con frasi corte, concetti semplici e
concreti Incoraggiare la verbalizzazione Lasciare tempo al paziente per esprimere e descrivere i sentimenti Fornire al pz la possibilità di scegliere qualcosa (es luogo del colloquio)
Avvertire che la violenza non sarà tollerata e che sarà considerato responsabile delle azioni commesse, offrendo aiuto (es sedativi) nel caso in cui non sia in grado di controllarsi
TRASFORMARE LA SITUAZIONE DI EMERGENZA IN UN CONTESTO IN CUI SIA POSSIBILE PARLARE E NON AGIRE
Colloquio
Approccio al pz agitato
MAI interrompere il pz in modo autoritario e minaccioso utilizzando la mano, il dito puntato, alzando il volume della voce, avvicinandosi sino a sfiorarlo fisicamente
MAI esprimersi in modo provocatorio, emettere giudizi, fornire interpretazioni
MAI formulare promesse che poi non possono essere mantenute (evitare il ricovero, non somministrargli farmaci o di rimandarlo a casa nell’immediatezza)
Colloquio: cosa non fare
Approccio al pz agitato
Deviare l’aggressività da una persona ad un problema più generale (“Non credo che lei voglia aggredire un semplice infermiere, ho avuto l’impressione che il problema di cui parlava fosse più importante”).
Può essere tranquillizzato da una persona (il garante) di cui ha fiducia e la cui presenza serve a diluire la montata di ansia e di aggressività (familiari, medico)
Familiarizzare col paziente (offrire una sigaretta, prepararsi un caffè, dividere e consumare del cibo, trovare interessi che uniscono, comunanze di gusti, aver vissuto uguali esperienze)
Essere individualizzati può permettere al paziente di provare quell’empatia che può essere un freno inibitorio
Pz minaccioso: qualche suggerimento
Approccio al pz agitato
SAPERE QUANDO INTERROMPERE IL COLLOQUIO
Quando il trattamento farmacologico è necessario
Quando il TSO è necessario, se qualsiasi altro intervento è impossibile
E’ FONDAMENTALE…
Come i pazienti vedono l’intervento farmacologico..
Si rilassi! sono solo 20mg
E’ successo che fare?POSSIBILI REAZIONI
• La prima reazione è la rabbia per non essere stati protetti dalla struttura, dai medici, dai colleghi e il desiderio di rappresaglia
• Ansia
• Diniego
• Sentirsi turbato
• Autocolpevolizzarsi
• Paura di occuparsi di pazienti gravi
• Irritabilità
• Rabbia
• Cefalea
• Depressione
• Scarsa soddisfazione nel lavoro
• Scarsa concentrazione
• Insicurezza
• Cambiamento di lavoro
• Rifiuto di identificarsi con i pazienti
• Sessioni di ‘debriefing’ di tutta l’equipe immediatamente dopo l’episodio sono utili per tutti
• Ricavare una descrizione precisa di cosa è successo • Valutare i sentimenti di rabbia e impotenza che
possono emergere• Discussione su come prevenire il ripetersi
dell’episodio• Le vittime di episodi di violenza sono a rischio di
sviluppare un Disturbo Post Traumatico da Stress!
E’ successo che fare?
Argomenti delle LezioniArgomenti delle Lezioni
• Disturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo BipolareDisturbi dell’Umore: Depressione e Disturbo Bipolare
• Abusi e DipendenzeAbusi e Dipendenze
• Disturbi di PersonalitàDisturbi di Personalità
• Disturbi d’AnsiaDisturbi d’Ansia
• Disturbi del Comportamento AlimentareDisturbi del Comportamento Alimentare
• Suicidio e ViolenzeSuicidio e Violenze
• PsicofarmacologiaPsicofarmacologia
’30s ’40s ’50s ’60s ’70s ’80s ’90s ’00 ‘05
ECTECT
ClorpromazinaClorpromazinaImipraminaImipramina
Tioridazina Tioridazina AloperidoloAloperidolo
ClomipraminaClomipraminaAmitriptilinaAmitriptilina
Prima Generazione
Seconda Generazione
ClozapinaClozapinaRisperidone Risperidone OlanzapinaOlanzapinaQuetiapinaQuetiapinaZiprasidoneZiprasidoneFluoxetinaFluoxetinaSertralinaSertralinaParoxetinaParoxetinaFluvoxaminaFluvoxaminaCitalopramCitalopram
Storia degli Psicofarmaci
Psicofarmacologia
• Farmaci influenzanti il sistema nervoso centrale ed il comportamento, includono: – antipsicotici
– antidepressivi
– stabilizzatori dell’umore
– ansiolitici
– Trattamenti non farmacologici
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Faramacodinamica:Dove i farmaci agiscono
• Quattro principali siti di azione– Recettori
– Canali ionici
– Enzimi
– Trasportatori
Recettori
• Tipi di Azione– Agonisti– Antagonisti
• Tipi di interazione recettoriale – Selettività– Affinità
Canali Ionici
• I farmaci possono bloccare o aprire i canali
• Esempio: le benzodiazepine facilitano il GABA nell’aprire i canali ionici
Enzimi
• Gli enzimi catalizzano specifiche reazioni biochimiche e sono il target di vari farmaci.
• Esempio: alcuni antidepressivi inibiscono le Monoaminossidasi (NE, DA, 5-HT).
Trasportatori
• Trasportano i neurotrasmettitori attraverso la menbrana sinaptica
• Esempio: numerosi antidepressivi bloccano o inibiscono trasportatori (NE, DA, 5-HT)
Effetti Terapeutici e Collaterali
• Effetti Terapeutici: – Sintomi specifici per ogni classe di farmaci
• Effetti Collaterali: – Effetti non desiderati, frequentemente fastidiosi
a volte gravi
Tossicità
• Tossicità: Livello del farmaco che causa effetti negativi.
• Indice terapeutico: Rapporto tra il massimo livello tollerabile ed il minimo efficace.
• Alto indice terapeutico: Ampio range tra la minima dose efficace e quella tossica.
• Basso indice terapeutico: range ristretto (Es. Litio, antidepressivi triciclici)
Assorbimento• Orale
– Pratico– Molto variabile
• IM – Breve e long acting
• IV – Migliore ma poco pratico (BDZ, clomipramina, citalopram…)
Antidepressivi
Spettro d’azione degli antidepressivi
• Depressione
• Area ansioso-depressiva: – Disturbo da attacchi di panico– Disturbo di ansia generalizzata– Disturbo ossessivo compulsivo
MAO enzyme destroying neurotransmitter
monoamine neurotransmitter
NORMAL STATE -- no depression
MONOAMINE HYPOTHESIS
5-13 5-14
Stahl S M, Essential Psychopharmacology (2000)
DEPRESSION -- caused by neurotransmitter deficiency
Increase in neurotransmitters causes return to normal state
MAO inhibitor blocks the enzyme from destroying monoamine neurotransmitter
reuptake pump blocked by antidepressant
5-15 5-16
Stahl S M, Essential Psychopharmacology (2000)
Farmaci antidepressivi• SSRI
– inibitori della ricaptazione di serotonina• Antidepressivi triciclici
– Inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina• NSRI (venlafaxina)
– Inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina• Alfa 2 antagonisti (mirtazapina)
– Inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina• IMAO
– Inibiscono il catabolismo di serotonina e noradrenalina• Altri
– Trazodone, Nefazodone, Mianserina• Prodotti di incerta classificazione
– Iperico, S. adenosilmetionina (Same), amisulpiride
Noradrenalina Serotonina
NSRI Reboxetina
SSRI numerosi
Antidepressivi Triciclici
NSRIVenlafaxina
Alfa 2 antagonistiMirtazapina
Fasi del trattamento
Inizio Remissione sintomatologica
Trattamento di stabilizzazione
2 se
ttim
ane
2 m
esi
4 m
esi
Sospensione graduale
1 m
ese
acute 6 - 12 weeks
continuation4-9 months
maintenance1 or more years
REMISSION
RECOVERY
DEPRESSION
NORMAL MOOD
100%
5-3 Stahl S M, Essential Psychopharmacology (2000)
TIME
5-4 Stahl S M, Essential Psychopharmacology (2000)
acute 6 - 12 weeks
continuation4-9 months
maintenance1 or more years
TIME
DEPRESSION
NORMAL MOOD RELAPSE RECURRENCE
5-9 Stahl S M, Essential Psychopharmacology (2000)
8 weeks
DEPRESSION
NORMAL MOOD
67% RESPONDERS
MEDICATIONMEDICATION
medication started
33% NON-RESPONDERS
5-10 Stahl S M, Essential Psychopharmacology (2000)
8 weeks
DEPRESSION
NORMAL MOOD
33% RESPONDERS
PLACEBOPLACEBO
placebo started
67% NON-RESPONDERS
5-11 Stahl S M, Essential Psychopharmacology (2000)
DEPRESSION
NORMAL MOOD
50% continue response
PLACEBO PLACEBO SUBSTITUTIONSUBSTITUTION
antidepressant treatment
placebo
50% relapse
5-12 Stahl S M, Essential Psychopharmacology (2000)
DEPRESSION
NORMAL MOOD
90% continue response
DRUG DRUG CONTINUATIONCONTINUATION
antidepressant treatment
10% relapse
Efficacia dei diversi antidepressivi
• Non esistono evidenze scientifiche che permettano di stabilire la superiorità di un antidepressivo sull’altro.
• Non vi sono neppure evidenze forti indicative di un diverso spettro di azione antidepressiva dei diversi antidepressivi
• I Triciclici sono tendenzialmente più efficaci degli SSRI
INIBITORI MONOAMINOSSIDASI Phenelzina Nardil 15-90Tranylcypromina Parnate 30-60
TRIAZOLOPIRIDINE Trazodone Trittico 150-600Nefazodone Reseril 100-600
AMINOCHETONI Bupropione Zyban 300-450
INIBITORI REUPTAKE NORADREN. Reboxetina Edronax 2-8
TETRACICLICI Maprotilina Ludiomil 75-225Mirtazapina Remeron 15-45
INIBITORI REUPTAKE SEROTONINA Fluoxetina Prozac 5-60Sertralina Zoloft 25-200Paroxetina Seroxat 10-50
Fluvoxamina Maveral 100-300Citalopram Elopram 20-40
Escitalopram Entact 10-20
TRICICLICI Amitriptilina Laroxyl 75-300Imipramina Tofranil 75-300
Desipramina Nortimil 75-300Nortriptilina Noritren 75-300
Trimipramina Surmontil 75-200Clomipramine Anafranil 100-250
Dosaggio Orale (mg/die)
Nome genericoNome Commerciale*
*Esistono vari nomi commerciali per il medesimo principio attivo
Antidepressivi
FEILETILAMINE Venlafaxina Efexor 75-375
Effetti Collaterali Antidepressivi
CardiaciIpotensione ortostatica,
Ipertensione,Aritmie,
Tachicardia
UrogenitaliDisfunzione erettile,
Disturbi Eiaculazione,Anorgasmia, Priapism
Sistema Nervoso Centrale Sedazione, Compromissione cognitiva,
Sonnolenza, Nervosismo,Insonnia, Cefalea, Tremore,
Aumento/Diminuzione appetito
GastrointestinaliNausea, Stitichezza,Vomito, Dispepsia,
Diarrea
Sistema Nervoso AutonomoSecchezza fauci, Ritenzione urinaria,
Disturbi visione, Sudorazione
Possibili effetti collaterali degli antidepressivi
Antidepressivi Triciclici
• Efficacia elevata
• Possono risolvere forme che non rispondono ad altri trattamenti
• Effetti collaterali• cardio-circolatori
• anticolinergici
• epilessia
• sedazione
• aumento di peso
• Tossicità in sovradosaggio
Effetti collaterali degli AD TRICICLICI
Anticolinergica:
Adrenolitica:
Antiistaminica:
Chinidinosimile:
ipotensione ortostatica, tachicardia, vertigini, disturbi della sfera sessuale, ecc.
sonnolenza, aumento ponderale, riduzione della performance cognitiva anche a basse dosi.
alterazioni all’ECG, rischio di aritmie, ecc.
stipsi, ritenzione urinaria, stati confusionali, ecc.
La possibilità di insorgenza di aritmie ventricolari in un miocardio ischemico, rende ad alto rischio l’ impiego degli AD triciclici nei pazienti con disturbi cardiaci. Questi farmaci sono inoltre a rischio nei pazienti anziani, ipotesi, prostatici, epilettici, ed in quelli con problemi di stitichezza, glaucoma e ritenzione urinaria.
AD: Tossicità da sovradosaggio
Studi di tossicologia clinica hanno documentato un elevato indice di tossicità per gli AD Triciclici, rispetto ad altre classi di antidepressivi:
grave aritmia con arresto cardiaco,convulsioni, coma
SSRI come farmaci di prima scelta
Efficacia pari ai TCA a livello ambulatoriale
Ampio spettro di azione
Sicurezza in overdose
Tossicità comportamentale trascurabile
Monosomministrazione
Consigli nell’utilizzo degli SSRI• Sono equivalenti. Le modeste differenze vengono
enfatizzate dal marketing. Sceglierne uno ed acquisire familiarità.
• La fase iniziale è quella più delicata per il possibile temporaneo prevalere degli effetti collaterali (nausea ed effetto attivante) sugli effetti terapeutici. Titolazione graduale
• Alcuni pazienti diminuzione della libido ed altri difficoltà sessuali: è forse l’effetto collaterale più limitante
• L’impiego in monoterapia garantisce il miglior rapporto efficacia/tossicità
• Sospendere con altrettanta gradualità
% legame proteine plasm. 80 94 99 95 77
Picco livello plasma (ore) 3-4 6-8 6-8 2-8 2-8
Emivita (ore) 35 24-72 25 20 15
Dose range (mg/d) 20-60 20-80 50-200 10-50 50-300
Farmacocinetica lienare Si No Si No No
Assorbimento GI (%) ~100 80 44 64 94
Van Harten. Clin Pharmacokinet, 1993.Preskorn. Clin Pharmacokinet, 1997.Preskorn. J Clin Psychiatry, 1993.
Citalopram Fluoxetina Sertralina Paroxetina Fluvoxamina
Farmacocinetica SSRI
Effetti collaterali degli SSRI*
5-HT2 Insonnia, irritabilità,
ansia, disturbi della sfera sessuale, perdita
dell’appetito, tremori
5-HT3
Nausea, vomito, cefalea, diarrea, gastralgia
* * legati all’aumento dell’attività serotoninergica legati all’aumento dell’attività serotoninergica centrale e perifericacentrale e periferica
Sindrome Serotoninergica
• Stato di tossicità iperserotoninergica
• Confusione
• Rigidità, Tremori
• Terapia di Supporto
Sindrome da sospensione degli antidepressivi
• Nausea, diarrea, gastralgie, mialgie, irrequietezza, cefalea, insonnia, sintomi extrapiramidali
• Comune a tutti i farmaci antidepressivi, ma più comune in quelli a breve emivita ed elevata attività anticolinergica (Paroxetina e Venlafaxina)
• Regredisce con la reintroduzione dell’antidepressivo
• Non associata a tolleranza, escalation, craving
• Si evita sospendendo l’antidepressivo con gradualità
Effetti collaterali degli altri farmaci AD
• Venlafaxina: attività mista 5HT/NAergica: nausea, vomito,vertigini, cefalea, insonnia.
• Reboxetina: attività NAergica: insonnia , irritabilità, disturbi anticolinergici, tachicardia, sudorazione.
• Mirtazapina: attività antiistaminica: sedazione, sonnolenza, ipotensione, aumento dell’appetito ed incremento ponderale.
• Amisulpride: disturbi da iperprolattinemia: galattorrea, ginecomastia, alterazioni sessuali, disturbi extrapiramidali (ad alte dosi)
Effetti collaterali degli antidepressivi
DRUGS SEDATION ANTICHOLINERGIC ORTHOSTATIC HYPOTENSION
CARDIAC EFFECTS
Heterocyclics Amitriptyline Clomipramine Desipramine Doxepin Imipramine Maprotiline Nortriptyline Protriptyline Trimipramine
Selective Serotonin Reuptake Inhibitors
High High Low High Moderate Moderate Moderate Low High Low
High High Low Moderate Moderate Moderate Moderate Moderate High None
Moderate Low Low Moderate High Low Low Low Moderate None
High Moderate Moderate Moderate High Moderate Moderate Moderate High None
DRUGS SEDATION ANTICHOLINERGIC ORTHOSTATTIC HYPOTENSION
CARDIAC EFFECTS
Dibenzoxapines Amoxapine
Phenylpiperazine Trazadone Nefazodone
Aminoketones Bupropion
Serotonin and Norepinephrine Reuptake Inhibitors
Venlafaxine Serotonin and Norepinephrine Reuptake Activity
Mirtazapine Monoamine Oxidase Inhibitors
Isocarboxacid Phenelzine Tranylcypromine
Low High Low High Low Moderate Low Low High
Low Low Low Very Low Very Low Low None None Very Low
None Moderate Low Moderate Very Low Low High High Very Low
None Low Low Low Low Low None None None
Effetti collaterali degli antidepressivi
Interazioni Farmacologiche
• L’effetto farmacologico di uno psicofarmaco può essere alterato dalla cosomministrazione di un secondo farmaco:– Aumento o riduzione di efficacia
– Comparsa di effetti collaterali
• Le interazioni possono essere a livello farmacodinamico, farmacocinetico o idiosincrasico
Il sistema dei Citocromi P450
• Molti psicofarmaci possono essere inibitori, induttori o substrati di uno o più isoenzimi del citocromo P450
• La conoscenza del profilo P450 di ogni farmaco somministrato è utile per predire interazioni
• P450 1A2, 2C (sottofamiglia), 2D6 e 3A4 sono quelli maggiormente coinvolti
Minimizzare il rischio di interazioni
• Quando si combinano due farmaci con potenziale interazione si dovrebbe:– Ridurre la dose del farmaco corrente– Iniziare con basse dosi – Valutare i livelli plasmatici– Monitorare gli effetti terapeutici e
collaterali – Scegliere farmaci con un profilo di
interazioni favorevole
++000Reboxetina
0+000Mirtazapina
++000Venlafaxina
0+000Citalopram
+++++Sertralina
+++++++Paroxetina
+++++++++++Fluvoxamina
+/++++++/+++++Fluoxetina
3A42D62C192C91A2
Da Nemeroff et al, Greenblatt et al, Shad & Preskorn
Esempi di Interazione
• Ciclosporina, Cisapride, Ritonavir, Metadone (3A4) - Fluvoxamina
• Amiodarone (2D6) - Fluoxetina, Paroxetina• Teofillina, Clozapina (1A2) - Fluvoxamina,
Paroxetina• Warfarin (2C9, 2C19,1A2) - Fluvoxamina,
Fluoxetina• Carbamazepina (3A4 ), Fenitoina (2C19,
2C9) - Fluoxetina, Fluvoxamina
Benzodiazepine
• Appartengono a questo gruppo i farmaci (tranquillanti ed ipnotici) efficaci nel trattamento dei disturbi d’ansia. Questi farmaci, di solito, hanno effetto nel breve termine ma assai meno nel lungo termine; talvolta, come conseguenza del loro uso si può avere un peggioramento della sintomatologia (il cosiddetto effetto rebound) e lo svilupparsi di una certa dipendenza. Anche in considerazione di questi effetti, gli ansiolitici dovrebbero essere prescritti soltanto nei casi di ansia o insonnia grave e comunque per periodi brevi.
• Lorazepam, Lormetazepam, Diazepam…
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Utilizzo delle BDZ
• Le benzodiazepine hanno seri effetti collaterali per cui il loro utilizzo su larga scala oggi è considerato inaccettabile
• Gli antidepressivi curano tutti i sintomi del quadro depressivo, inclusa l’ansia e l’insonnia
• La associazione AD+BDZ non ha alcun razionale, eccetto forse i primi giorni di trattamento.
Effetti tossici delle benzodiazepine negli anziani
Incidenti della strada più frequenti negli anziani che
assumono BDZ (Hemmelgarn, JAMA 1997)
Cadute più frequenti negli anziani che assumono BDZ
(Ray, JAGS 2000)
Atassia, disartria, incoordinazione motoria
• A molti pazienti depressi vengono prescritte dosi di antidepressivi troppo basse e per periodi troppo brevi, determinando così una risposta assente o ridotta, frequenti ricadute e aumento della morbidità
• Circa il 70% dei pazienti traggono beneficio dall’antidepressivo se dato a dosi terapeutiche (come per es. amitriptilina 150 mg/die o fluoxetina 20 mg/die) pe run periodo adeguato (6-8 settimane).
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Depressione Resistente
Depressione Resistente
• Generalmente si definisce come mancata risposta a 2 differenti AD, di differenti classi, assunti alla massima dose tollerata per 4-6 settimane
• Cambio AD• potenziamento• Rivedere la diagnosi, compliance, comorbidità,
fattori esterni• ipotiroidismo, concomitanti terapie somatiche,
concomitanti disturbi medici
ECT
• In caso di depressione resistente• Da effettuarsi in ambiente
specialistico• Notevole efficacia• Scarsi effetti collaterali• Problemi di accettazione
ECT• Convulsioni generate dal passaggio di
corrente elettrica (circa 100 volts) nel cervello
• Sotto anestesia (barbiturico, miorilassante)• 2-3 volte la settimana per max 12 volte• Massimo effetto antidepressivo• Effetti collaterali legati all’anestesia e
transitoria amnesia anterograda
Preparazioni a base di IPERICO
• Efficacia documentata solo nella forme lievi.
• Concentrazioni di principio attivo (iperfoprina e ipericina) variabili nei diversi prodotti presenti sul mercato.
• Dosaggi terapeutici non ben definiti
• Effetti indesiderati: nausea, rash cutanei, irrequietezza, fotosensibilità.
• Rischio di interazioni farmacologiche: induzione enzimatica con riduzione dei livelli plasmatici dei farmaci impiegati in associazione: warfarina, digossina, teofillina, antiepilettici, contraccettivi, HIV inibitori, ecc.
Altri Trattamenti Biologici
• Light Therapy (approx 10.000 lux)– Ristabilisce ritmi circadiani– Molto usata per la depressione stagionale
(SAD)
• Deprivazione di Sonno
• Terapie nutrizionali (omega 3…)
Antipsicotici
Spettro d’azione degli antipsicotici
• Schizofrenia
• Psicosi
• Depressione con manifestazioni psicotiche
• Mania
• Alcuni disturbi di personalità (es. Borderline)
• Demenza
Teoria Dopaminergica della Schizofrenia
Sintomi Positivi Sintomi Negativi
StimoloIperdopaminergico
StimoloIpodopaminergico
Normal
Antipsicotici
• Tipici o prima generazione (clorpromazina, aloperidolo…)
• Atipici o seconda generazione (risperidone, olanzapina, clozapina…)
Antipsicotici Tipici
– Fenotiazine-clorpromazina (alifatica), tioridazina (piperidina)
– butirrofenoni-aloperidolo, droperidolo– tioxanteni-flupentixolo, clopentixolo– benzamidi-sulpiride
Azioni degli Antipsicotici Tipici
• Blocco recettori dopaminergici nel sistema mesolimbico
• Effetti collaterali mediati dal blocco dei recettori nigrostriatali
• Proprietà anti-emetiche dovute all’antagonismo DA
• Notevoli effetti collaterali acuti e cronici
Antipsicotici Atipici
– Clozapina (Leponex)– Risperidone (Risperdal)– Olanzapina (Zyprexa)– Quetiapina (Seroquel)– Aripiprazolo (Abilify)– Ziprasidone (Geodon)
Maggiormente usati in quanto più tollerati e più efficaci in certi aspetti (es. Sintomi negativi)
Risposta alla terapia antipsicotica
• Gli antipsicotici hanno generalmente un effetto calmante e sono utili nel ridurre l’eccitabilità nei primi giorni di trattamento. La risposta dell’antipsicotico è più variabile benché, come regola generale, sia frequente vedere un inizio di risposta terapeutica dopo una settimana di terapia ed una piena risposta terapeutica durante le prime 6 settimane
• Una dose terapeutica per un adeguato periodo di tempo (per esempio aloperidolo 10 mg/die per sei settimane) produce una buona risposta in un terzo dei pazienti, una risposta parziale in un altro terzo, e una minima o nessuna risposta nei restanti pazienti
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Grado di sedazione e potenza antipsicotica
• I vecchi, tradizionali, farmaci si differenziano usualmente per il grado di sedazione che inducono. La clorpromazina è il più sedativo, mentre la trifluoperazina il meno sedativo.
• L’opposto si verifica per la potenza antipsicotica, laddove i farmaci più sedativi sono meno potenti dei non sedativi
• I composti ad alta potenza sono usati primariamente per trattare gli adulti con disturbi psicotici acuti mentre i farmaci a bassa potenza sono usati quanto l’agitazione è prominente o laddove sono desiderati effetti sedativi
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Risposta alla terapia antipsicotica
Sottotipi Recettori Dopamina
Famiglia D1
• D1 e D5 recettori
• Scarsa correlazione con l’attività antipsicotica
• La famiglia D1 family può modulare gli effetti della famiglia D2
Famiglia D2
• D2, D3, D4 recettori
• Alta correlazione con l’attività antipsicotica
• D4 si trova per lo più nelle strutture limbiche, ma è assente dalle vie extrapiramidali
• Gli antipsicotici atipici hanno un’ alta affinità per i recettori D4
Ipotesi dopaminergica
Eccesso
dopaminergico Sottocorticale
D2 Iperstimolazione
Sintomi positivi
Deficit
dopaminergico Prefrontale
D1 & D2 Ipostimolazione
Sintomi Cognitivi e Negativi
Profilo di Binding Recettoriale degli Antipsicotici
Olanzapina Risperidone Quetiapina Clozapina AloperidoloRecettore (Zyprexa) (Risperdal) (Seroquel) (Leponex) (Serenase)
D1 31 430 455 85 210
D2 11 4 160 126 0.7
D3 49 10 340 473 2
D4 27 9 1600 35 3
5-HT1A >10,000 210 2800 875 1100
5-HT2A 4 0.5 295 16 45
5-HT2c 23 25 1500 16 >10,000
1 19 0.7 7 7 6
H1 7 20 11 6 440
M1 1.9 >10,000 120 1.9 >1500
CL O ZA PINAO L A NZ A PI NA A L O P E RI D OLO RIS P E RI D O N E
S E R TIN D O LO QUETIAPINA ZIP R A SI D O NE
H1
2
1
Mu s c5 H T 2 C
5H T 2AD4
D 2
D 1
Proprietà farmacologiche
• Blocco D2 recettori: ↓ sintomi positivi (tensione, ostilità, iperattività, allucinazioni, deliri, insonnia, e anoressia)
• Blocco D4 e 5HT2 recettori: ↓ sintomi negativi (apatia, abulia, anaffettività).
Dose dei farmaci antipsicotici
• Non c’è evidenza che alte dosi conducano a una più rapida risposta o ad una maggiore efficacia nella maggior parte dei pazienti
• Possono condurre invece ad una alta incidenza di effetti collaterali e potrebbero essere associati ad una morte cardiaca improvvisa
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
• La durata convenzionale di un trattamento per un primo episodio di schizofrenia è da uno a due anni dopo la completa remissione dei sintomi
• Per episodi ripetuti di psicosi, è raccomandato proseguire il trattamento per almeno 5 anni ed in alcuni casi per tutta la vita
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
PREPARAZIONI DEPOT
• Flufenazina Decanoato 25 mg • Aloperidolo Decanoato 50 mg
• Migliore compliance• Uso a volte eccessivo• Rischi di effetti collaterali!
Effetti Collaterali Antipsicotici
Neurological Side Effects of Antipsychotic DrugsReaction Features Time of
Maximal Risk
Proposed Mechanism
Treatment
Acute dystonia Spasm of muscles of tongue, face, neck, back; may mimic seizures; not hysteria
1 to 5 days unknown Many treatments can alter, but effects of antimuscarinic agents are diagnostic and curative.*
Akathisia Motor restlessness: not anxiety or “agitation”
5 to 60 days unknown Reduce dose or change drug; antimuscarinic agents, dephenhydramine, benzodiazepines, or propranolol ++ may help
Parkinsonism Bradykinesia, rigidity, variable tremor, mask facies, shuffling gait
5 to 30 days antagonism of dopamine
Antimuscarinic agents helpful+
*Many drugs have been claimed to be helpful for acute dystonia. Among the most commonly employed treatments are dephenhydramine
hydrochloride, 25 or 50 mg intramuscularly, or benztropine mesylate, 1 or 2 mg intramuscularly or slowly intravenously, followed by oral
medication with the same agent for a period of days to perhaps several weeks thereafter.++ Propranolol is often effective in relatively low doses (2080 mg per day). Selective 1-adrenergic antagonists are less effective
Neurological Side Effects of Antipsychotic DrugsReaction Features Time of
Maximal Risk
Proposed Mechanism
Treatment
Neuroleptic Malignant syndrome
catatonia, stupor, fever, unstable blood presure, myoglobinemia; can be fatal
weeks; can persist for days after stopping neuroleptic
antagonism of dopamine may contribute
stop antipsychotic immediately; dantrolene or bromocriptine may help§; antimuscarinic agents not effective
Perioral tremor (“rabbit” syndrome)
perioral tremor (may be a late variant of parkinsonism)
after months or years of treatment
unknown Antimuscarininic agents often help+
Tardive dyskinesia
oral-facial dyskinesia; widespread choreoathetosis or dystonia
after months or years of treatment (worse on withdrawal)
up regulation of striatal D2 receptors
prevention crucial; clozapine or olanzapine may help
§ Despite the response to dantrolene, there is no evidence of an abnormality of Ca+2 transport in skeletal muscle; with lingering antipsychotic effects, bromocriptine may be tolerated in large doses (10-40 mg per day).
Effetti Collaterali
• Sedazione, Compromissione cognitiva, Sonnolenza, Nervosismo
• Secchezza fauci, Ritenzione urinaria, Disturbi visione, Sudorazione
• Ipotensione ortostatica, Disfunzione erettile, Disturbi Eiaculazione
• Aumento Peso, Galattorrea, Ginaecomastia• Disgregolazione temperatura corporea• Aritmie, Prolungamento tratto QT• Pigmentazione cutanea
Effetti Extrapiramidali (EPSE)• Acuti• parkinsonismo: tremore, rigidità, scialorrea,
seborrea• acatisia: necessità di muoversi continuamente • Reazioni distoniche: crisi oculogire, torcicollo• Terapia: anticolinergici.• Cronici• Discinesia Tardiva: movimenti involontari
ripetitivi della bocca, estremità e tronco (supersensibilizzazione dei recettori dopaminergici)
Sindrome Maligna da Neurolettici
• Dopo una singola dose o nel corso del trattamento
• Febbre, Rigidità, Confusione
• Leucocitosi, Incremento CPK
• Sospendere antipsicotico
• Terapia di supporto
Effetti Collaterali degli AntipsicoticiEffetto ALO ARI ZIP RIS CLZ OLA QTP
Sintomi Extrapiramidali +++ + + ++ 0 + +
Discinesia Tardiva +++ 0 0 + 0 + +
Eff. Anticolinergico + 0 0 + +++ ++ ++
Ipotensione + + + ++ +++ + ++
Alterazioni AST/ALT + + + + + + +
Sedazione + + + + +++ ++ ++
Allungamento QTc + 0 + + ++ + +
Sindrome Metabolica + + + ++ +++ +++ ++
Diabete + 0 0 + +++ +++ ++
Aumento di Peso + + + + +++ +++ ++
Alterazioni Prolattina +++ 0 0 +++ 0 + 0
Alterazioni Lipidiche + 0 0 + +++ +++ ++
Agranulocitosi 0 0 0 0 +++ + 0
Alto (+++), Medio (++), Basso (+), Molto Basso (0)
Antipsicotici e aumento di peso
Allison et al. Am J Psychiatry. 1999;156:1686.
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Stabilizzanti
• Appartengono a questo gruppo i farmaci efficaci nel trattamento del disturbo bipolare. Uno dei farmaci più potenti, appartenente a questa categoria, è il litio. Pur essendo un farmaco efficace, il litio presenta un inconveniente non trascurabile: può essere tossico se raggiunge determinati livelli nell’organismo. Per questo motivo è necessario tenere sotto controllo periodicamente (di solito ogni 3-6 mesi) la sua concentrazione nel sangue.
• Litio, Valproato, Carbamazepina…
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
VANTAGGI SVANTAGGI
Litio
• Molto efficace come antimaniacale e stabilizzante
• Riduce mortalità e suicidio
• 50 anni di esperienza clinica
• Prescrivibile secondo linee guida
• Economico
• Ristretto indice terapeutico• Inizio efficacia lento• Meno efficace in certi
sottotipi BP (es. Rapid Cyclers)
• Effetti Collaterali– Teratogenico– Tremore– Poliuria/polidipsia– Cognitivi– Tiroide
LitioMeccanismo d’azione
Neurotrasmetttitori
NE ()DA ()5HT () Stabilizza eccessi?GABA ()GLUACH ()
Trasduzione del Segnale
G-Prot.-PLC AC (cAMP) () stabilizza secondi messaggeri? Ionositolo (IMP) () Ipotesi deplezione inositolocGMP ()PKC (,)-MARKS ()GSK-3 AP-1 (fos,jun) ()-DNA BINDING?
Terapia con sali di litio
Pretrattamento
AzotemiaCreatininemiaT4 libero e totaleTSHEsame urine completo
Vol. urine 24 oreCreatinina clearanceT3 libero e totaleEmocromo completoElettrolitiGlicemiaECGPressione arteriosaTest di gravidanza per donne in età fertile
Monitoraggio
Raccomandazioni minimali
Indagini Litiemia 6-8 sett.indispensabili Creatinina 6-12 mesi
T4, FT4, TSH 6 mesiElettroliti 6-12 mesiEsame urine 12 mesi
Raccomandazioni aggiuntive
Indagini ulteriori Vol. urine 24 ore 6-12 mesiraccomandate Creatinina cl 6-12 mesida alcuni Autori Osmolarità urine 6-12 mesi
Emocromo 6-12 mesiECG (>50 anni) 6-12 mesiLitio eritrocitario 3 mesi
Variazioni stagionali della concentrazione plasmatica di litio• in estate si osserva un significativo aumento della
litiemia dovuto all’incremento della temperatura esterna e quindi della perspirazione
• è perciò consigliato un controllo della litiemia durante la stagione calda
• da raccomandare una corretta idratazione prima di una eventuale riduzione della posologia
Effetti sistemici del litio
Tiroide Ipotiroidismo nel 3-5% dei pazienti - ridurre la dose o aggiungere ormone-sostitutivo
Rene Diminuzione della gunzionalità tubulare - collegata alla dose e alla durata del trattamento. Diminuzione della capacità di concentrazione renale nel 15-30% dei pazienti. Poliuria. Funzione glomerulare preservata
Sistema Disturbi normalmente transitori e collegati alla dose; nervoso importante motivazione per la mancata compliance;
spesso correlati ad alti valori di litio eritrocitario. Fine tremore nel 33-65% dei pazienti: persiste nel 4-15% dei pazienti in terapia di mantenimento. Diminuzione della coordinazione motoria- una lieve atassia può indicare tossicità. Debolezza muscolare. Segni extrapiramidali. Rigidità a “ruota dentata” lieve nel 48-59% dei pazienti- associata a trattamenti lunghi. Variazioni non specifiche all’ECG. Disturbi mnesici
Metabolismo Lieve decalcificazione, ma senza osteoporosi clinica. Aumento di peso. Alterazione del metabolismo glucidico.
Effetti sistemici del litio
Cute Lesioni maculo-papulari e acneiformi - insorgono precocecemente; reversibili; possono non ripresentarsi al momento della riassunzione del litio. Psoriasi - non infrequente nei pazienti con anamnesi remota o familiare di psoriasi. Moderata perdita di capelli - quasi sempre femminile; rarissima l’alopecia
Apparato Pirosi gastrica, diarrea - transitori, collegati all’ora dellagastroenterico somministrazione o al tipo di preparato; in rari casi vi è una
intolleanza gastrica o intestinale assoluta
Cuore e vasi ECG: appiattimento o inversione dell’onda T - benigna, reversibile. Disfunzione del nodo del seno - rara; dose-dipendente
Clinca e trattamento del sovradosaggio da litio
Sintomi premonitori - Comparsa o intensificazione di precedenti effetti collaterali (tremore). - Irritabilità, nausea, difficoltà di concentrazione. Litiemia > 1,2 mEq/l: sospendere il litio, monitorare elettroliti e creatinina, eseguire esame obiettivo generale e neurologico
Clinica e trattamento del sovradosaggio da litio
Sintomi moderati - Sonnolenza, apatia, rallentamento o gravi psicomotorio, disorientamento,
linguaggio impastato, visione offuscata, andatura instabile, tremore grossolano, scosse muscolari, irrequietudine, vertigini, vomito, atassia, ottundimento del sensorio che progredisce fino al coma. Litiemia > 2 mEq/l: come sopra ed aumentare la clearance del litio mediante infusione salina; mantenere il bilancio idroelettrico. Litiemia > 3 mEq/l: iniziare emodialisi (o dialisi peritoneale) se il paziente stenta a rispondere entro 24 ore al trattamento conservativo; se il paziente è in coma, shock o severamente disidratato; se le condizioni generali peggiorano.
Predittori clinici, biologici e psicologici di risposta alla profilassi con litio
A. Indici predittivi - Mania grandiosa, euforia o con sintomi di buona risposta psicotici congrui
- Familirità positiva per disturbo bipolare- Assenza di disturbi di personalità- Completa normotimia nei periodi intercritici- Ruolo familiare e sociale conservato- Buona risposta nei primi 6-12 mesi - Altro rapporto intra-extraeritrocitario di litio- Non soppressori al test con desametazone
B. Indici predittivi - “Rapid cycling”, esordio lento e depressione di scarsa risposta cronica
- Alcolismo o abuso di farmaci- Depressione secondaria- Ipotiroidismo- Carenza di folati- Presenza di sintomi psicotici incongrui al tono
dell’umore - Stato misto- Marcati effetti collaterali soggettivi- Familiarità positiva per schizofrenia o alcolismo
Anticonvulsivanti
• Valproato
• Lamotrigina
• Carbamazepina
• Gabapentina
• Topiramato
Valproato
• Rapida efficacia• Ben tollerato• Efficace nei sottotipi
BP• Prescrivibile
• Meno efficace del litio• Effetti collaterali
– Aumento peso
– tremori
– iperammonemia
– pancreatiti
– epatotossicità
– teratogenicità
VANTAGGI SVANTAGGI
Lamotrigina
• Efficace nella depressione
• Efficace nei sottotipi BP
• Prescrivibile
• Aumento dose lento (rush)
• Cefalea• Diarrea• Rash
VANTAGGI SVANTAGGI
Ansiolitici - Ipnotici• Benzodiazepine
– diazepam (Valium)– lorazepam (Tavor)– alprazolam (Xanax)
• Nonbenzodiazepinici– busipirone (BuSpar)– zolpidem
• Effetti Collaterali– Sedazione – Tolleranza e dipendenza (Benz.)– Attenzione negli anziani (confusione, cadute)
LASSATIVO
ANTIMICOTICO
ANTIBIOTICO
BENZODIAZEPINE
ANTIPARKINSONIANO
NEUROLETTICI
Esempio di Terapia da evitare
SERENASE aloperidolo 4mg
SEROQUEL Quetiapina 400mg
AKINETON R Biperidene 4mg
DALMADORM Flurazepam 30mg
TAVOR Lorazepam 7,5 mg
CIPROXIN Ciprofloxacina 1000mg
DAKTARIN ORAL GEL Miconazolo
LAEVOLAC Lattulosio